Tra Lario e Monti in provincia di Como Veleso Zelbio Nesso Pognana Lario Torno Faggeto Lario Blevio Sorgenti e cascate I fenomeni glaciali L’acqua e la composizione calcarea delle rocce rappresentano i due principali fattori che hanno profondamente modellato il paesaggio del Triangolo Lariano. Numerose sono le testimonianze dell’azione svolta da questi elementi, basti osservare la quantità di cascate che si originano dal nulla durante le abbondanti precipitazioni. In questa guida vengono riportati i fenomeni più rappresentativi. Nel corso degli ultimi due milioni di anni si sono verificate ben cinque glaciazioni a causa di importanti cambiamenti climatici, durante le quali le calotte polari si sono estese fino a ricoprire gran parte dell'Europa. All’epoca dell’ultima glaciazione, detta Wurm e conclusasi 10 000 anni fa, un imponente ghiacciaio originatosi dalle Alpi Retiche penetrò nella valle dell’attuale lago di Como fin dentro la Val Nosè, producendo diverse forme glaciali tra le quali la Morena del Dosso, tuttora visibile appena si arriva a Pian del Tivano. E’ un deposito Morena del Dosso glaciale a forma di mezza luna, costituito da frammenti di roccia sospinti dal fronte del ghiacciaio durante l’avanzamento, che fu responsabile dello sbarramento del Piano. Si generò così un lago poco profondo formato dalle acque di scioglimento del ghiacciaio, sul cui fondale si depositarono granelli molto sottili che ancora oggi rappresentano il suolo del Piano. Improvvisamente il lago si prosciugò prima ancora che potesse svilupparsi la vegetazione, perché non riceveva più acqua dal ghiacciaio in fase di ritiro ma anche a causa dell’azione risucchiante svolta dal Buco della Niccolina. cala ogni ora”, ma anche Leonardo da Vinci si appassionò allo studio di questo fenomeno misterioso. La causa dell’intermittenza, come la descrive lo studioso tornasco Pietro Műller, è la presenza di un sifone naturale in una profondità carsica: quando l’acqua raggiunge all’interno della grotta una certa altezza, entra nel sifone e scorre all’esterno alimentando la sorgente. La Cascata di Budanchen L’Orrido di Nesso Sulla vecchia mulattiera che da Nesso porta a Veleso, nel centro abitato di Gorla, si può ammirare la cascata le cui acque si gettano da notevole altezza nel torrente della sottostante Val Nosè. La Sorgente Pliniana SITI GEOLOGICI Realizzato dagli alunni del Laboratorio multimediale classe 1A Scuola Secondaria di 1° grado Prandoni Torno (CO) a.s. 2012-13 DOVE MANGIARE Zelbio Agriturismo Munt De Volt Via Monti Di Là, 3 tel. 031918898 Albergo Ristorante Dosso Via Camilla Pesenti, 1 tel. 031917942 Albergo Ristorante National Piazza Rimembranza, 1 tel. 031917931 www.hotelnational.it Ristorante Sole Via Andrea Stoppani, 2 tel. 031917901 Veleso Pina Giovanni Agriturismo Via Case Sparse, 4 tel. 031917152 www.ilcrignolo.It Albergo Ristorante Bella Vista Via A. Zerboni, 6 tel. 031918932 www.bellavistacomo.com. Orizzonte Via Mariani, 14 tel. 031917018 Nesso Albergo Ristorante Tre Rose Via Borgonuovo, 4 tel. 031910137 Alpe di Colmenacco cell. 368232506 tel. 034440284 Trattoria Belvedere Via del Tivano, 43 tel. 031910143 Trattoria Del Porto Via al Pontile, 26 tel. 031910195 Pognana Lario Ristorante La Meridiana Via Aldo Moro 1 tel. 03178333 www.meridiana-comolake.it Faggeto Lario Azienda Agricola Alpe di Lemna cell. 3384138470 Ristorante San Giorgio Piazza San Giorgio, 1 tel. 031378666 www.ristorantesangiorgio.com I Tipi Tipici Via Baragiola, 6 tel. 031378641 Antica Hostaria Molina Piazza Sant'Antonio, 2/4 tel. 0313370675 www.anticahosteriamolina.it Trattoria Pippi Piazza Sant'Antonio, 16 tel. 031378500 Il Vapore Via alle Rive, 44 tel. 031309866 Il Pescatore Ristorante Via per Bellagio, 1 tel. 031378688 www.ristorante-pescatore.com Rifugio Riella località Monte Palanzone tel. 031378600 Torno Alpe Crotto Piazzaga Località Piazzaga tel. 031419.925 Ristorante G.L.A.V.J.C. Via Poggi, 25/A tel. 031419300 www.hotelglavjc.it Ristorante Vapore Via Plinio, 20 tel. 031419311 www.hotelvapore.it Blevio Ristorante Momi Riva Stendhal cell. 3341202327 www.ristorantemomi.it L’Orangerie Via Caronti, 69 tel. 03132511 www.castadivaresort.com La Sorgente Pliniana si trova a Torno, in riva al lago, alle spalle della stupenda Villa Pliniana che ospitò nei secoli persone famose come Napoleone, Byron, Bellini, Shelley e Rossini. Si tratta di una cascata intermittente che getta le sue acque nel lago di Como; in epoca romana fu visitata da Plinio il Giovane e descritta da Plinio il Vecchio come “una fonte copiosa che sempre cresce e I massi erratici Il territorio lariano è particolarmente ricco di massi di grandi dimensioni, detti “Massi erratici” o “Trovanti”, che presentano caratteristiche diverse dalla roccia su cui poggiano. Questi massi sono stati trasportati dai ghiacciai provenienti dalla Valtellina o della Valchiavenna durante le cinque glaciazioni che si sono alternate negli ultimi due milioni di anni. Durante l’avanzamento, i ghiacciai scavavano e erodevano le rocce su cui passavano; quando il clima tornava più mite, i ghiacci fondevano depositando i blocchi di roccia erosi. I massi erratici si riconoscono facilmente sia per le loro dimensioni, sia perché è evidente la loro diversa composizione rispetto al suolo: sono infatti costituiti da graniti, gneiss e serpentini, rocce presenti nelle Alpi Retiche ed Orobiche. La zona sopra Torno è particolarmente ricca di “Trovanti” alcuni dei quali, detti Massi Avelli, sono stati scavati in forma di vasche destinate a tombe di guerrieri nobili nel V-VI secolo d.C. Su altri massi si possono osservare incisioni preistoriche a forma di coppelle (cavità) il cui significato non è ancora chiaro agli studiosi. I tre più importanti massi erratici della zona sono la Prea Nairola, la Prea de Luff e la Pietra Pendula. L’Orrido di Nesso è una profonda forra scavata nella roccia calcarea in prossimità del lago. Dalle sue sommità si origina l’imponente cascata dell’Orrido, formata dall’unione dei fiumi Nosè e Tüff che provengono da Pian del Tivano. Si possono ammirare le sue acque spumeggianti dall’alto da Piazza Castello o, sul lago, dal ponte romanico detto della “Civera” che unisce i borghi Coatesa e Riva Castello; il periodo migliore è la primavera quando le piogge sono abbondanti. Nel passato le sue acque davano energia ad alcune cartiere e a due stabilimenti che lavoravano la seta, ma servivano anche per alimentare mulini, magli e torchi. Prea Nairola La Prea Nairola (Pietra Nairola), originaria della Val Masino in Valtellina, è situata a 750 m di altitudine nella piccola frazione di Mezzovico nel comune di Blevio, circa 100 m sopra la cappelletta della Madonna lungo il vecchio sentiero del Pissarottino che da Brunate porta a Montepiatto. E’ una grossa tavola piatta di granito assai sporgente rispetto al profilo della montagna. Su questa pietra si raccontano due leggende: la prima, la più tradizionale, narra che la pietra Nairola era abitata da un diavolo che giocava a palla con un suo compagno posto su un altro masso; la seconda racconta dell’intervento della Vergine che con il suo mantello avrebbe trattenuto il masso sporgente una ventina di metri. Prea de Luff A circa 650 m di altitudine in località Capovico, sopra Blevio, sorge la Prea de Luff (Pietra del lupo) un enorme masso di dimensioni maggiori rispetto alla Pietra Nairola che incombe sul sentiero di collegamento tra Brunate e Montepiatto. Secondo la leggenda sotto questa pietra vi abita un lupo che rapisce i bambini “cattivi”. Pietra Pendula Il masso è un blocco di granito proveniente dalla Val Masino situato in località Montepiatto, nel comune di Torno. La base su cui poggia è stata quasi certamente scolpita dall’uomo in modo da darle la tipica forma di fungo. Le leggende su Pian del Tivano Secondo alcune leggende “Tivano” deriverebbe dal nome Tivania una ricca e potente città che sorgeva nei tempi antichi. Signore di Tivania era Tivano che aveva chiesto al Dio Bacco, in cambio della sua ospitalità, la capacità di trasformare in oro tutto ciò che toccava, come era nei poteri del mitologico Re Mida. Dopo poco tempo Tivano si rese conto che così rischiava la fame e la sete, quindi scongiurò il Dio di riportarlo alla normalità. Un’altra leggenda narra che la dolce regina Audelfreda, moglie di Teodorico re dei Goti, incantata dallo splendore del luogo, fece costruire un castello nel quale si nascose con un valletto dal cuore tenero: questi suonava l’arpa per farle dimenticare la crudeltà del marito. Una sera il re irruppe nel castello spinto dalla gelosia e rincorse i due nell’oscurità della notte, per i prati e le paludi del Piano, fino a quando li raggiunse e li uccise spietatamente. Da quella notte la regina e il suo valletto sono costretti a girare nei boschi del Piano senza trovare pace. A testimonianza di questa leggenda al Piano si trova un luogo che un tempo veniva chiamato “Il giardino della regina”. I fenomeni carsici La Grotta Stoppani Il carsismo superficiale Il carsismo è un fenomeno chimico svolto dall’acqua soprattutto sulle rocce di natura calcarea: l’anidride carbonica presente nell’aria rende acida l’acqua la quale, scorrendo sulle rocce, penetra nelle fratture e discioglie il calcare formando cavità sotterranee. A Pian del Tivano si trovano molte forme carsiche legate all’assorbimento delle acque, quali doline e inghiottitoi; presso l’Alpe di Torno si può osservare una bella dolina che ha la forma di una grande fossa. Molto curiose sono le doline della zona interna del Pian del Tivano laddove si trova il Buco della Niccolina, il quale risucchia le acque del Tivano riversandole nelle grotte di Zelbio, quindi nelle sorgenti di Nesso e nel Lago di Como. In località Preaola, in prossimità del Monte Palanzone, sono visibili doline che assorbono le acque e le convogliano nelle cavità sotterranee. Le grotte del Pian del Tivano Le grotte di Pian del Tivano si sono formate a causa dell’infiltrazione delle acque superficiali lungo le fratture e i piani di strato del calcare di Moltrasio. Il flusso sotterraneo delle acque ha Il Buco della Niccolina Come già detto, il Buco della Niccolina è il fenomeno carsico più facilmente visibile dell’intera area, inoltre la grotta è il più importante inghiottitoio di Pian del Tivano. Nel suo interno sono stati ritrovati reperti che risalgono all’epoca romana. Un’antica leggenda racconta che la strega Niccolina, da cui il nome della grotta, viveva in questa cavità sotterranea. La Grotta Tacchi-Zelbio L'ingresso della cavità Stoppani, dal nome del Rifugio situato presso la Colma di Sormano, si è aperto per sprofondamento nel 1925. Fra il 1980 e il 1981 fu completata l'esplorazione della Via Classica e dei suoi affluenti, inoltre vennero esplorate le Vie Nuove fino a valle su una serie di sifoni posti attorno a 800 m di quota. Alla fine del 1992 furono esplorate le Vie Nuovissime caratterizzate da una successione di vaste gallerie ricche di depositi argillosi. scavato due raggruppamenti di grotte: nella zona sud di Pian del Tivano si sono formate grotte che scendono verso nord; nella zona nord, invece, le grotte si sviluppano verso sud. Nella parte centrale del Piano si sono formate grandi condotte attraversate da fiumi sotterranei le cui acque finiscono nel lago. L'Abisso Cippei La grotta fu descritta per la prima volta nel 1961 come un piccolo pozzetto, ma solo nel 1979 fu possibile entrarvi e studiare le parti più profonde quando alcuni speleologi liberarono l’ingresso dai massi. L’abisso, situato presso la Colma di Sormano e profondo 91 metri, prima dell’esplorazione dell’Altro Mondo, avvenuta nel 2004, era il pozzo più profondo dell’intera area. Formazione delle stalattiti L’Abisso dei Mondi L’ingresso dell’Abisso si trova in prossimità della cima del Monte San Primo; esplorato fino a una profondità di 300 m, è poco agevole per le numerose strettoie. Nel 2004 furono scoperti alcuni rami laterali nella parte più profonda della cavità, compreso un pozzo profondo 20 m e uno scivolo molto inclinato detto Condottone. L’Altro Mondo Situato anch’esso sul versante del Monte San Primo, l’ingresso dell’abisso fu scoperto nell’inverno del 1999 da due soci dello Speleo Club di Erba. In origine si presentava come una piccola fessura in una grande distesa d’erba, tuttavia lavori di scavi effettuati negli anni che seguirono la scoperta permisero di trasformare l’apertura in un pozzetto profondo qualche metro. Nel 2003 con un potente martello demolitore fu aperto un passaggio che consentì di esplorare le profondità della grotta e le sue numerose diramazioni. Abisso dei Mondi Grotta Tacchi Grotta Masera Buco Niccolina Grotta Stoppani Ingresso Fornitori Abisso Cippei L’Ingresso Fornitori L’Ingresso Fornitori è una cavità resa accessibile nei primi anni ’90. Fino alla primavera del 2003 si potevano percorrere circa cinquanta metri poiché le parti più interne della grotta rimanevano nascoste alle spalle della frana finale, che fu poi rimossa grazie a quattro giornate di scavo. Nell’autunno successivo venne scoperto un pozzo mai esplorato profondo 30 metri alla cui base la grotta si dirama in tante gallerie. L’anno successivo le esplorazioni continuarono a grande ritmo: nel dicembre del 2004 il rilievo raggiunse i 20 km di sviluppo cosicché divenne la grotta più grande della Lombardia. A gennaio del 2008 fu realizzato il collegamento con la grotta Stoppani e, infine, a febbraio del 2012 fu aperto il collegamento con il complesso Tacchi-Zelbio situato in una zona più a valle. Gli ingressi delle grotte TacchiZelbio si trovano nel paesino di Zelbio tra le terrazze destinate all’agricoltura. Il sistema carsico è lungo 9 283 metri ed è profondo circa 163 metri ma si possono percorrere solamente 800 metri. Il primo ingresso delle grotte è noto anche come “Uregin del mar”, perché le correnti che attraversano la strettoia iniziale producono rumori che ricordano il mare; il secondo veniva usato negli anni ‘50 dal macellaio di Zelbio per la conservazione della carne. Negli anni ‘70 gli speleologi raggiunsero il fondo della grotta Zelbio ed effettueranno il collegamento subacqueo con la grotta Tacchi. Dopo decenni di esplorazioni, a febbraio del 2012, grazie a una forte siccità è stato scoperto un collegamento tra il complesso Fornitori-Stoppani, in località Pian del Tivano, e quello TacchiZelbio, rispettivamente di 47,5 chilometri e 10,5 chilometri di sviluppo spaziale, venendosi così a formare il complesso della valle del Nosè che, con i suoi 58 chilometri di sviluppo, rappresenta attualmente il sistema carsico più esteso dell’intero territorio nazionale. Le grotte del Monte Palanzone Grotta Bul-Guglielmo Le cavità, formatesi in rocce calcaree piuttosto scure, formano uno dei complessi più profondi della regione Lombardia con un orientamento est-ovest. La Grotta Masera La grotta, situata sopra la frazione di Careno a circa 350 m, fu oggetto di numerose esplorazioni dal 1901 al 1968 che portarono alla luce laghetti, sifoni, cascate e una grande sala le cui pareti contengono fossili di ammoniti. Le sue acque, provenienti dai sistemi carsici del Pian del Tivano e dei Monti Preaola e Palanzone, si gettano nel lago di Como in località Frigirola. Voragine Orsi La grotta presenta uno sviluppo complesso con sale, pozzi e gallerie caratterizzati da frequenti frane e cadute di grossi massi, fenomeni che rendono piuttosto pericolosa la sua esplorazione. secolo scorso da Guglielmo Bressi, tuttavia solamente nel 1952 la società Debeiyak di Trieste riuscì ad esplorarla fino a raggiungerne il fondo. La grotta è formata da una successione di pozzi mediamente profondi e brevi gallerie. Nel 1988, gli speleologi di diverse associazioni hanno collaborato alla sua pulizia, essendo divenuta una discarica di ogni genere di rifiuti; la cancellata ha proprio lo scopo di ostacolare questo comportamento incivile anche perché gli abitanti di Faggeto Lario attingono l’acqua dalle sorgenti alimentate da questa grotta. La Grotta Bul - Guglielmo Il Buco di Premen L’ingresso della Grotta Bul–Guglielmo, situato in prossimità del Monte Palanzone, è chiuso da un cancello le cui chiavi si possono chiedere al gestore del rifugio Riella. La grotta fu scoperta a fine Lungo la mulattiera che da Pognana porta alla Colma della Guardia troviamo questa grossa spaccatura nella roccia dalla quale hanno origine numerose grotte in parte ancora inesplorate. La Voragine Orsi