Università Università degli studi di Padova Università Università degli studi di Padova Facoltà Facoltà di Medicina Facoltà Facoltà di Medicina Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Sanità Pubblica Sede di Igiene Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Sanità Pubblica Sede di Igiene INFLUENZA GENERALITA’ GENERALITA’ E AGENTE EZIOLOGICO Vincenzo Baldo Vincenzo Baldo Patologia conosciuta da molto Storia “virologica” • Il virus fu scoperto nel 1918 da Dujarric de la Rivìere all’istituto Pasteur di Parigi. • Andrewes e Laidlaw nel 1933 furono i primi ad isolare il virus di tipo A ed a provocare la malattia nei furetti mediante inoculazione nasale. • La tecnica di coltura del virus nella membrana corioallantoidea dell’uovo fu introdotta nel 1936 da Burnett. • Nel 1940, a New York, venne isolato un ceppo antigenicamente diverso denominato B. • La struttura del virus influenzali fu definita negli anni ‘60-’70 • Negli anni ’80 gli studi sono stati maggiormente concentrati sugli antigeni superficiali. Struttura dei virus influenzali • Orthomyxoviridae • diametro di 80-120 nm. • genoma a RNA monoelica suddiviso in otto filamenti che codificano per le proteine strutturali e non strutturali • Differenziati in tipo A, tipo B e tipo C in base alle proteine di superficie (nucleoproteine e antigeni proteici della matrice) Virus dell'influenza Involucro lipidico (envelope) Proteina di membrana 2 Neuroaminidasi Emoagglutinina Proteina di membrana 1 Nucleocapside frammentato (RNA, NP, P1,P2 e P3) Nucleocapside frammentato envelope Emoagglutinina e Neuroaminidasi 100 nm (RNA, NP, P1,P2 e P3) 1 Segmenti genici dell'RNA dei virus influenzali e loro possibile funzione Segmento Sigla I P3 Prodotto genico e funzione e antigenicità antigenicità del componente Proteine minori di ignota specificità antigenica associate con attività RNA-polimerasica e trascrizione del genoma II P1 III P2 IV HA La maggiore proteina di superficie, attività emoagglutinante e dell'attacco del virus alla superficie cellulare. Antigenicamente variabile (shift e drift). Importante per l'immunogenicità V NP Proteina non glicosilata associate all'RNA e probabilmente alle proteine P. Sono tipo specifiche per l'influenza A, B e C VI NA Proteina di superficie ad attività neuraminidasica. antigenicamente variabile (shift e drift). Contribuisce all'immunogenicità. VII MP (M1) Proteina interna non glicosilata. Tipo specifica per influenza A e B e forse per il C. VIII NS1 NS2 Proteine non strutturali sintetizzate nel citoplasma delle cellule infettate. Capacità immunogena sconosciuta. Siti di adsorbimento Emoagglutinina • è un trimero, composto da tre dimeri HA1 e HA2 • Il sito di legame del recettore cellulare è una tasca localizzata al di sopra d’ogni struttura globulare, questa tasca è inaccessibile all’anticorpo • capacità di agglutinare i globuli rossi • presenza di siti antigenici ad elevata variabilità ed essenziali per l’inattivazione del virus. • permette il legame con i residui d’acido sialico presente sulla cellula ospite, inducendo quest’ultima ad inglobare la particella virale ed ad isolarlo inizialmente in vescicole di endocitosi • se ne conoscono 16 tipi • la sua neutralizzazione è importante per immunità Neuroaminidasi • mucoproteine e glicolipidi contenenti gruppi terminali costituiti da acido N-acetil neuraminico (NANA = acidi sialici) • glicoproteina sulla superficie della particella del virus influenzale • è un tetramero composto da quattro monomeri identici • importante per determinare il sottotipo di virus • la funzione della neuraminidasi si manifesta alla fine del ciclo di vita virale; – essa è un enzima sialidasico che rimuove residui d’acido sialico dai glicoconiugati. – facilita così il rilascio di particelle virali dalle cellule infettate durante il processo di gemmazione evitando che si verifichi l’autoaggregazione, • è anche possibile che aiuti il virus a farsi strada attraverso lo strato di muco del tratto respiratorio e raggiungere così le cellule bersaglio epiteliali. • se ne conoscono 9 tipi • Molto diffusi su diversi tipi cellulari e nel muco • Differenze nei recettori – Uomo: acidi sialici legati a una molecola di galattosio con un legame α 2,6 (NeuAca-2,6Gal) – Volatili: acidi sialici legati a una molecola di galattosio con un legame α 2,3 (NeuAca-2,3Gal) – Suino: presenti entrambi i tipi di acidi sialici Antigeni di superficie del virus influenzale tipo A e loro infettività per specie H1 H2 H3 H4 Uomo H5 H6 H7 H8 ? H9 H10 H11 H12 H13 H14 H15 Nomenclatura del virus dell’influenza H16 ? Cavallo Suino Volatile Acido nucleico neuroaminidasi emoagglutinina N1 Uomo Cavallo N2 N3 N4 N5 N6 N7 N8 N9 A/Fujian/411/2002 (H3N2) Suino Volatile Tipo Sede di isolamento Numero di Anno di isolamento isolamento Sottotipo virale 2 I virus in genere hanno elevata variabilità genetica Differenza del 2% nella sequenza genomica 8 milioni anni 5 giorni Passaggio dalla gola all’intestino Variabilità genetica virus influenzali • Una delle peculiarità dei virus influenzali è rappresentata dalla loro grande variabilità genetica. • Suddivisibile in – antigenic shift: cambiamenti maggiori con costituzione di nuovi sottotipi e responsabili delle pandemie o di grandi epidemie – antigenic drift: cambiamenti minori che sono associati a piccole epidemie o a casi sporadici Differenza del 2% nella sequenza genomica Soprattutto i virus a RNA hanno una limitata complessità genomica, per questo possono tollerare un elevato tasso di mutazione Antigenic drift Antigenic shift Influenza A aviario Il soggetto vaccinato o immune naturale nei confronti dei ceppi circolanti presenta gli anticorpi neutralizzanti che ne impediscono l’infezione mutazione Il virus dell’influenza durante il ciclo replicativo può andare incontro a piccole mutazioni mutazione Il cambiamento a livello del genoma causa il cambiamento degli antigeni di superficie Il ceppo aviario senza alcuna mutazione infetta un ospite intermedio e quindi l’uomo Il ceppo umano infetta un ospite intermedio Il ceppo aviario infetta un ospite intermedio Influenza A umano Nella stessa cellula coinfettata si costituisce il nuovo virus Il nuovo virus infetta l’uomo 3 2 “concetto di eterovarianza” eterovarianza” Andamento del susseguirsi di episodi pandemici ed epidemici in relazione ai livelli di immunità nella popolazione Salti di specie • Virus del vaiolo vaccino • HIV • Virus dell’influenza A • Virus dell’epatite E (HEV) • SARS coronavirus (SARS-CoV) Per i virus a trasmissione oro-fecale l’acqua è un veicolo importante anche fra specie diverse (Es. HEV) Incidenza di manifestazioni cliniche influenzali Livello medio nella popolazione di anticorpi verso HxNx Livello medio nella popolazione di anticorpi verso HyNy PERIODO INTERPANDEMICO Pandemia in dipendenza dell’entità del cambiamento si può avere la nuova infezione Il nuovo ceppo può ulteriormente evolvere e diffondersi per contatto diretto ad altre persone. In questo caso una pandemia potrebbe essere possibile 1 Pandemia diffusione Senza avere alcuna mutazione il ceppo nuovo (es.aviario) “salta” direttamente all’uomo (salto di specie) Epidemia Epidemia Epidemia Tempo in anni Introduzione di un ipotetico virus HxNx Il nuovo virus va incontro alle mutazioni antigeniche minori: episodi epidemici possono o meno essere associati a tali variazioni Nuovo sottotipo virale HyNy e scomparsa di HxNx 3 Variabilità per tipo Epidemiologia dell’influenza • Il virus influenzale di tipo A • L’influenza si può manifestare in forma – Sporadica – Epidemica – Pandemica – può andare incontro a shift e drift antigenici – responsabile di pandemie, epidemie e casi sporadici – infetta anche gli animali • Il virus influenzale di tipo B – può andare incontro a piccole modificazioni ed è quindi responsabile di epidemie e di casi sporadici – infetta solo l’uomo • Il virus influenzale di tipo C – stabile e provoca infezioni inapparenti e casi sporadici • L’andamento è in relazione alle caratteristiche antigeniche del virus rispetto allo specifico stato immunitario della popolazione • L’incidenza della malattia è in genere maggiore nei bambini e giovani adulti. Negli adulti (>35 anni) essa decresce progressivamente con l’età • La mortalità riguarda soprattutto gli anziani e i gruppi a rischio 1918 “spagnola” Circolazione globale dei virus influenzali A/H9N2 A/H5N1 TIPO B 1918 Spagnola 1977 Russa A/H1N1 1889 ? 1968 Hong Kong A/H3N2 1957 Asiatica A/H2N2 1870 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1918 “spagnola” 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2007.. 1957 “asiatica” 4 1957 “asiatica” 1957 “asiatica” 1957 “asiatica” Ma non solo…. A/H5N1 Nations With Confirmed Cases H5N1 Avian Influenza • 1997-1998 estesa epidemia di influenza nei polli (A/H5N1) ad Hong-Kong • 18 soggetti coinvolti con 6 decessi • costatazione che un virus aviario è stato la causa della patologia nell’uomo • mancanza di diffusione da uomo a uomo • Prima volta che è stata dimostrata la diffusione di un’influenza aviaria nell’uomo 5 Casi al 4/5/29 2003 2004 Numero di casi umani causati da H5N1, per anno 2005 2006 2007 2008 2009 Total 140 cases deaths cases deaths cases deaths cases deaths cases deaths cases deaths cases deaths cases deaths Country 0 0 0 0 0 0 8 5 0 0 0 0 0 0 8 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 Cambodia 0 0 0 0 4 4 2 2 1 1 1 0 0 0 8 7 China 1 1 0 0 8 5 13 8 5 3 4 4 7 4 38 25 Djibouti 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 Egypt 0 0 0 0 0 0 18 10 25 9 8 4 16 0 67 23 Indonesia 0 0 0 0 20 13 55 45 42 37 24 20 0 0 141 115 Iraq 0 0 0 0 0 0 3 2 0 0 0 0 0 0 3 2 Lao 0 0 0 0 0 0 0 0 2 2 0 0 0 0 2 2 Myanmar 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 Nigeria 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 1 1 Pakistan 0 0 0 0 0 0 0 0 3 1 0 0 0 0 3 1 Thailand 0 0 17 12 5 2 3 3 0 0 0 0 0 0 25 17 Turkey 0 0 0 0 0 0 12 4 0 0 0 0 0 0 12 4 Total 4 4 46 32 98 43 115 79 88 59 44 33 26 7 421 257 120 morti 100 numero casi Azerbaijan Bangladesh 80 60 40 20 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 anno Letalità: 61,4% Però “swine” influenza (H1N1) Piano Pandemico Complicanze "Sindrome influenzale" • La malattia può essere grave con un aumento della mortalità in soggetti •Affezione respiratoria acuta ad esordio brusco ed improvviso con febbre maggiore di 38°C accompagnata da almeno un sintomo tra i seguenti: – Anziani – Con patologie concomitanti • risultato dall’insorgere di malattie respiratorie (polmonite) e da sovrainfezioni batteriche • aggravamento di condizioni preesistenti presenti a livello cardiaco, polmonare e renale – cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre (sudorazione, brividi), – astenia •e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori: – tosse, faringodinia, congestione nasale 6 Diagnosi Highlights • Isolamento del virus influenzale da campioni nasofaringei (tamponi, gargarizzato) in – Culture cellulari di rene di cane (MDGK) – Uova embrionate di pollo • Patologia altamente diffusiva (R0=2,2-3,6) • L’influenza si diffonde quindi velocemente in comunità “chiuse” (scuole, uffici, case di cura, ospedali, carceri, etc.) • Un individuo è generalmente infettivo circa un giorno prima e cinque giorni dopo l'insorgenza dei sintomi. • Lo spettro di segni e sintomi influenzali, è estremamente ampio (da infezioni asintomatiche fino alla morte) • Ricerca Immunoglobuline specifiche • Circa il 30 al 50 per cento delle persone infette possono rimanere asintomatiche, ma trasmettere il virus agli altri. • Ricerca mediante PCR • I pazienti con patologie croniche presentano caratteristiche di potenzialità all’aggravamento Comportamento delle infezioni influenzali annuali nelle zone a clima temperato e ai tropici (doppia stagionalità per anno) Andamento in Italia ultimo anno gennaio Emisfero Nord tropici tropici ottobre aprile Emisfero sud luglio Casi per 1000 abitanti Andamento delle ILI in Italia dal1999/2000-2008/2009 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 La prevenzione • Norme igieniche • Chemioprofilassi • Vaccinoprofilassi 9999-00 0000-01 0101-02 0202-03 0303-04 0404-05 0505-06 0606-07 0707-08 0808-09 Stagione influenzale 7 Norme igieniche Norme igieniche • Lavarsi le mani • Coprirsi bocca e naso • Evitare i contatti in luoghi chiusi e restare a casa quando si hanno i sintomi Norme igieniche Chemioprofilassi • È effettuata con sostanze che interferiscono con il ciclo replicativo del virus, e in particolare – gli inibitori della fusione di membrana (solo virus A) • Amantidina • Remantidina – Gli inibitori della neuroaminidasi • Oseltamivir (Tamiflu) • Zanamivir (Relenza) Chemioprofilassi • questi farmaci, in corso di epidemia, vengono utilizzati in soggetti – non vaccinati e ad alto rischio di complicanze – non vaccinati frequentemente a contatto con persone ad alto rischio – non vaccinabili Vaccinoprofilassi • I primi vaccini risalgono agli anni Quaranta ed erano costituiti da virus intero inattivato; essi, tuttavia, erano notevolmente reattogeni, e ciò ha stimolato in tempi successivi numerose ricerche con il fine di migliorane la tollerabilità • Sono stati così allestiti nuovi tipi di vaccini • I vaccini sono ottenuti dopo la moltiplicazione del virus in uova embrionate di pollo: sono fortemente immunogeni, sicuri e associati a minimi effetti collaterali 8 I tipi di vaccino anti-influenzali WHO Influenza Programme • Il WHO dal 1950: virus intero inattivato – monitorizza la circolazione dei virus – cerca di prevedere, di anno in anno, il rischio epidemico della malattia influenzale – identifica i ceppi virali appropriati per il vaccino – coinvolge una rete di laboratori nazionali distribuiti in tutto il mondo (110 laboratori in 82 paesi), in grado di isolare rapidamente i virus influenzali circolanti, che vengono particelle virali disgregate (vaccini split) solo antigeni virali di superficie H e N (vaccini a subunità) • dapprima inviati ai centri nazionali dell'OMS (per l'Italia l'Istituto Superiore di Sanità) • quindi a uno dei quattro centri internazionali di riferimento virosomale – – – – adiuvati con MF59 Calendario annuale di produzione del vaccino Londra, Atlanta, Melbourne, Tokyo. Circolare ministeriale: prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2008-2009 1. Soggetti con età pari o superiore ai 65 anni 2. Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti affetti da malattie croniche (omissis) 3. Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con ASA, a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione influenzale 4. Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza 5. Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti 6. Medici e personale sanitario di assistenza 7. Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio 8. Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo 9. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani Schedula vaccinale Modalità Modalità di somministrazione Split o sub-unità/virosomale • Formulazione pediatrica o ½ dose (0,25 ml) ripetuta a distanza di almeno 4 settimane per i bambini che vengono vaccinati per la prima volta • Formulazione pediatrica o ½ dose (0,25 ml) se già vaccinati negli anni precedenti H3N2 da 6 a 36 mesi Vaccino A/Hong Kong/1/68 A/England/42/72 A/Port Chalmer/1/73 A/Scotland/840/74 A/Victoria/3/75 A/Texas/1/77 A/Bangkok/1/79 A/Philippines/2/82 A/Christchurch/4/85-A/Missisippi/1/85 A/Leningrad/360/86 A/Sichuan/2/87 A/Shanghai/11/87 A/Guizhou/54/89 A/Beijing/353/89 A/Beijing/32/92 A/Shangdong/9/93 A/Johnannesburg/33/94 A/Wuhan/359/95 A/Sydney/5/97 A/Moscow/10/99 A/Fujian/411/2002 A/California/7/2004 A/Wisconsin/67/2005 H1N1 Età Età A/USSR/90/77 A/Brazil/11/78 A/Chile/1/83 A/Singapore/6/86 A/Bayern/7/95 A/Beijing/7/95 A/New Caledonia/20/99 A/Solomon Islands/3/2006 B B/Victoria/98926/70 B/Hong Kong/5/72 B/Singapore/222/79 B/USSR/100/83 B/Ann Abor/1/86 B/Beijing/1/87 B/Yamagata/16/88 - B/Panama/45/90 B/Panama/45/90 B/Beijing/184/93 B/Sichuan/379/99 B/Hong Kong/330/2001 B/Shanghai/361/2002 B/Malaysia/2506/2004 • 1 dose (0,50 ml) ripetuta a distanza di almeno 4 settimane per i bambini che vengono vaccinati per la prima volta da 3 a 9 anni Split o sub-unità/virosomale oltre 9 anni Split o sub-unità/virosomale 1 dose (0,50 ml) Split o sub-unità/adiuvato con MF59 e con virosomi (virosomale) 1 dose (0,50 ml) • 1 dose (0,50 ml) se già vaccinati negli anni precedenti Età ≥ 65 anni 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 1981 1980 1979 1978 1977 1976 1975 1974 1973 1972 1971 1970 Composizione dei vaccini dal 1970 al 2007 9 COMPOSIZIONE VACCINI ultime tre stagioni STAGIONE 2007-2008 • A/Solomon Island/3/2006 (H1N1) • A/Wisconsin/67/2005 (H3N2) • B/Malaysia/2506/2004 STAGIONE 2007-2008 • A/Brisbane/59/2007 (H1N1)-like virus • A/Brisbane/10/2007 (H3N2)-like virus • B/Florida/4/2006-like virus Vaccino “stagionale” • è un vaccino trivalente • la composizione viene adattata ogni anno • se si sono verificate delle mutazioni il vaccino per una determinata stagione è inefficace contro il virus della stagione successiva STAGIONE 2009-2010 • A/Brisbane/59/2007 (H1N1)-like virus • A/Brisbane/10/2007 (H3N2)-like virus • B/Brisbane/60/2008-like virus Vaccino prepandemico Vaccino pandemico • sottotipo di virus influenzale animale altamente patogeno è responsabile di un’epizoozia diffusa (come l’H5N1) con casi isolati di infezione negli esseri umani • aumenta il rischio d’insorgenza di un virus pandemico in seguito a mutazioni o a un riassortimento con un virus influenzale umano. • gli attuali vaccini prepandemici sono pertanto dei vaccini contro il virus dell'influenza aviaria (H5N1) • Un vaccino contro l’influenza pandemica non può essere prodotto prima di conoscere il ceppo virale pandemico. • Sono in corso numerose attività di ricerca volte a risolvere le questioni legate alle quantità da produrre in tempi brevi Vaccinazione antinfluenzale in Italia: coperture vaccinali negli anziani (per 100 abitanti). Vaccinazione antinfluenzale in Italia: coperture vaccinali nella popolazione generale (per 100 abitanti). – colture cellulari invece che su uova – riduzione della durata di produzione – utilizzazione di adiuvanti • È probabile che, per indurre un’immunità sufficiente in una popolazione senza immunità pregressa, sia necessario somministrare due dosi 10 Vaccinazione antinfluenzale in Italia: coperture vaccinali negli anziani (per 100 abitanti) Valutazione di: Vaccinazione antinfluenzale in Italia: coperture vaccinali nella popolazione generale (per 100 abitanti) Reattogenicità • Reazioni locali dolore, arrossamento e gonfiore, generalmente di breve durata e modesta entità • Reattogenicità • Reazioni sistemiche possono presentarsi (a distanza di 6-12 ore dalla vaccinazione) febbre, dolori muscolari,cefalea, tutti di modesta entità e di breve durata (massimo 48 ore) • Immunogenicità • Efficacia protettiva • Reazioni allergiche immediate (orticaria, angioedema, asma) Immunogenicità Reattogenicità • Reazioni locali 15-20% • Febbre e malessere poco comune • Reazioni allergiche rare • Reazioni neurologiche molto rare • Può essere espressa come la capacità di un vaccino di indurre una risposta immune (anticorpale e/o cellulare) • Test inibizione dell’emo-agglutinazione • Parametri utilizzati – le medie geometriche dei titoli pre- e post-vaccinali (GMT); – la percentuale di soggetti protetti (titolo protettivo ≥1:40); – la percentuale di soggetti con un aumento del titolo post vaccinale di almeno quattro volte (fourfold; per i soggetti negativi almeno fino a 1:40); – rapporto tra GMT post- e pre-vaccinali [means fold increase (MFI)]. • In accordo con Committee for Medicinal Products for Human Use 11 Immunogenicità e protezione • La suscettibilità al virus influenzale è inversamente correlata alla “quantità” di anticorpi emoagglutinoinibenti (anti-HI) il virus Replicazione del virus Influenzale: Ruolo di HA e NA 8. Rilascio NA 1. Attacco 7. Incapsulamento HA 2. Endocitosi • Titoli più elevati di anti-HI riducono la probabilità di malattia 5. Sintesi delle proteine virali 6. Assemblaggio 4. Trascrizione nel nucleo cellulare Nelle cellule epiteliali del tratto respiratorio 3. Fusione/uncoating • Esiste una relazione inversa tra titolo anti-HI e l’attack rate durante un’epidemia. Per bloccare la replicazione del virus influenzale bastano gli anticorpi contro l’emoagglutinina (H) e la neuraminidasi (N) Gli studi effettuati indicano un’efficacia • 70-90% nei adulti sani, se i virus costituenti il vaccino sono simili ai ceppi circolanti • 30-40% nelle persone anziani e nei gruppi a rischio. Tuttavia, se nell’anziano il vaccino è relativamente poco efficace nell’evitare la malattia, esso è invece assai efficace nel prevenire le complicanze (anche gravi) – efficacia del 30-70% nel prevenire ospedalizzazione – efficacia dell’80% nel prevenire i decessi Problematiche “efficacia”… • Esistono in letteratura discrepanze nei risultati sull’immunogenicità dei vaccini influenzali • Le differenze potrebbero essere spiegate – dalla diversità delle caratteristiche dei soggetti reclutati (malattie concomitanti) – dai trattamenti effettuati dai soggetti – dall’età dei pazienti – dalle precedenti vaccinazioni antinfluenzali – dai titoli vaccinali pre-vaccinali – dalla composizione del vaccini Efficacia della vaccinazione? • Conferisce una piena immunità nel 75% dei casi • Studi di tipo retrospettivo riduzione del 45% delle ospedalizzazioni per polmonite e influenza, nonché riduzione della mortalità • Studi prospettici riduzione del 37% delle ospedalizzazioni per malattie cardiovascolari Impatto “globale” dell’influenza Aumento delle visite del MMG e PLS Stato di malessere individuale Perdita di giornate di lavoro Problematiche familiari e sociali Riduzione della performance lavorativa Eccesso di mortalità Minore produttività Aumento dell’ospedalizzazione Brydak et al , Drug 2000 12 “il peso personale” Impatto dell’influenza • l’influenza mette l’individuo “a terra” • 5-7 giorni di malattia • riduzione dell’attività per 7-10 giorni • tosse e malessere possono persistere • rischio di complicanze • Nei Paesi industrializzati l’influenza rappresenta una delle patologie infettive a maggiore costo sanitario ed economico, per – costi diretti (farmaci, ospedalizzazioni, …) – costi indiretti (perdita giornate di lavoro, riduzione speranza di vita, …) • In una stagione influenzale la malattia può interessare sino al 20% della popolazione • Negli Stati Uniti: 114.000 ospedalizzazioni e 20.000 decessi ogni anno. Con costi – diretti 1-3 miliardi di dollari – indiretti 10-15 miliardi di dollari (Simonsen, 2000) Costi dell’influenza Su 1000 pazienti con l’influenza … • Basandosi sulla popolazione degli USA del 2003 è stato stimato che le epidemie influenzali provocano annualmente in media – – – – • 400 si curano e guariscono da soli • 600 richiedono (direttamente o indirettamente un consulto medico) • 210 sviluppano una complicanza 610.660 anni di vita persi, 3,1 milioni giorni di ricovero 31,4 milioni di visite mediche 44,0 milioni di giorni di perdita di produttività – 115 a carico delle alte vie aeree – 95 a carico delle basse vie aeree • I costi diretti sono in media – di 10,4 miliardi di dollari (IC al 95% , $4,1, $22,2) all'anno • I costi provocati dalla mancanza di guadagni a causa di malattia o morte sono di – 16,3 miliardi di dollari (IC al 95%, $8,7, $31,0) all'anno • L'impatto economico complessivo viene stimato essere di – 87,1 miliardi di dollari (IC al 95%, $47,2, $149,5). • 4 pazienti vengono ricoverati Studio condotto da 202 MMG Stagione Influenzale 1998/99 Popolazione osservata 270.000 soggetti Sessa A, et al. Family Practice 2001 (Noelle-Angelique M. Molinari, Vaccine, 2007) Salmaso S. Genova 2007 1400 Ospedalizzazioni 1200 1000 800 600 0.10 400 200 0 <4 Whitley and Monto 2006 5–14 15–64 Age (years) 65–74 >75 Mortality rate per 1000 people H ospitalization rate per 100,000 persons Ospedalizzazioni e tasso di mortalità associati all’Influenza Mortalità 0.08 0.06 0.04 0.02 0.00 2-4 <6 6-23 months months years 5-9 10-19 years years 20-49 years 50-64 years ≥65 years Sebastian et al. Vaccine 2008 13