11-05-2006 18:38 Pagina 213 S L’esperienza dell’IZS icilia nella gestione della “emergenza influenza aviaria” Santo Caracappa Direttore Sanitario I.Z.S. della Sicilia N. Autore Carica N. Autore Carica Dall’autunno del 2005 il ceppo virale H5N1 virus dell’influenza aviare ad alta patogenicità è stato segnalato sempre più frequentemente nei Paesi del sud-est asiatico e dell’Europa dell’est. All’inizio dello scorso febbraio detto virus, ha fatto la sua comparsa anche in Italia; in seguito la sua presenza è stata riscontrata in quasi tutti i Paesi Europei. I focolai riscontrati sono prevalentemente ascrivibili a volatili selvatici (cigni reali), ma purtroppo un focolaio localizzato nell’Europa continentale (Francia) ha interessato un allevamento industriale di volatili domestici. Per quanto riguarda la Regione Sicilia durante il mese di febbraio sono stati avvistati lungo la costa orientale, tre stormi di Cigni reali (Cygnus olor) di probabile provenienza dall’Est europeo. Evento piuttosto raro per la nostra regione solitamente non interessata dai flussi migratori di tale specie, infatti la presenza di Cigni reali in Sicilia era stata documentata in precedenza soltanto nel 1984 e nel 1990. La diffusa moria che ha interessato i sopramenzionati cigni ha allarmato le Autorità competenti con la conseguente attivazione dei meccanismi di controllo programmati. Probabilmente, il repentino abbassamento di temperatura che ha colpito il Nord Europa e la pianura padana all’inizio di febbraio ha causato una variazione delle rotte tipiche degli uccelli migratori,dalle zone continentali a quelle mediterranee, con clima più temperato. In Sicilia, gli avvistamenti si sono verificati in varie località della provincia di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa, dove sono stati esaminati in totale circa 20 soggetti, tra animali vivi e morti, tutti sottoposti a controlli sanitari da parte del personale veterinario dell’IZS Sicilia e dalle A.S.L. provinciali. Il primo avvistamento sospetto ha riguardato la provincia di Catania, con 8 cigni immediatamente catturati e trasportati nel Centro di Recupero Fauna Selvatica della ASL 3 di Catania, dove sono stati sottoposti a visita clinica, quelli deceduti poco dopo la cattura, sono stati sottoposti ad esame anatomo-patologico. Alla visita clinica, i soggetti esaminati presentavano i seguenti sintomi: ottundimento del sensorio, scadimento organico generale, diarrea (in un caso verdastra). Le lesioni riscontrate all’esame necroscopico sono state simili per tutti i soggetti, con caratteristica presenza di: - alterazioni macroscopiche dell’apparato digerente; - abbondante essudato catarrale nelle vie aeree superiori; - presenza di muco; - congiuntivite. A supporto dei quadri clinici ed anatomopatologici, il sospetto diagnostico di IA è stato suffragato dalle indagini virologiche e di biologia molecolare (PCR), eseguite anch’esse presso i laboratori di virologia dell’IZS Sicilia, che hanno consentito una diagnosi differenziale nei confronti della malattia di Newcastle (anch’essa soggetta a denuncia all’OIE). Dopo che la positività per il virus H5N1 è stata confermata dalle controanalisi del CNR dell’IZS Venezie, sono state adottate le misure sanitarie del caso, con l’emanazione di Ordinanze regionali e De5 / 213 creti Dirigenziali emanati dall’Ispettorato Regionale Veterinario per l’istituzione di una Zona di Protezione nel territorio del Comune di Mineo (CT) e di Zone di Sorveglianza presso gli altri Comuni coinvolti delle province di SR, CT e ME. Nell’ambito delle Zone di Protezione e Zone di Sorveglianza sono state: censite e sottoposte ad idonei sopralluoghi da parte dei veterinari AA.UU.SS.LL. tutte le aziende di volatili insistenti sul territorio coinvolto sia industriale che familiare o rurale, poste rigide limitazioni alla movimentazione di questi ultimi e resi obbligatori gli eventuali adeguamenti strutturali necessari a garanzia della biosicurezza (come: doppie reti antipassero, alimentazione del pollame al chiuso e abbeveraggio solo con acque non provenienti da serbatoi di superficie). L’attenta sorveglianza, il tempestivo e competente intervento del personale sanitario coinvolto, l’efficace controllo sui flussi di uccelli selvatici migratori e l’ottima capacità di interazione tra tutti gli organi veterinari interessati, hanno permesso un controllo assai efficace dell’emergenza, nonostante le molteplici segnalazioni di carcasse di svariate specie di volatili spesso senza nessuna correlazione con la patologia. Il tutto ha permesso ai Servizi Veterinari di prevenire la comparsa di focolai di infezione, sia nelle specie stanziali siciliane che negli allevamenti avicoli rurali e industriali del territorio. Attualità 05_Maggio_2006_DEF