Aids: Mediatrice Culturale del Comitato, Straniere a Rischio 95

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Aids: Mediatrice Culturale del Comitato, Straniere a Rischio 95% Prostitute In Italia
Roma, 2 lug. (Adnkronos Salute) - "Il 95% delle prostitute che lavorano in Italia, è composto da donne straniere
clandestine, la metà delle quali provenienti dall'Africa. E dopo l'approvazione delle ordinanze comunali anti-prostituzioni
queste giovani lavorano in luoghi nascosti, fuori dal nostro controllo, accettando qualsiasi condizione pur di guadagnare,
compreso il mancato uso del preservativo". Dunque, a rischio Hiv. A lanciare l'allarme è stata oggi a Roma Hermine
Gbedo, mediatrice culturale del Comitato per i diritti civili delle prostitute, intervenendo al seminario 'Oltre l'Aids:
fatti/persone/strategie/risorse' organizzato dall'Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos).
"Le prostitute straniere - ha spiegato Gbedo - hanno fatto la loro comparsa in Italia all'inizio degli anni '90. Al contrario di
quanto si pensi, non sono le donne ma gli uomini immigrati a essere maggiormente colpiti dall'Aids (56%): la
sieroprevalenza fra le lavoratrici del sesso extracomunitarie è in calo. Le politiche di repressione stanno però creando
condizioni che ci preoccupano: le ragazze sono costrette a lavorare in posti isolati, accettando pur di guadagnare gravi
compromessi, sotto la pressione degli sfruttatori o di clienti che richiedono rapporti non protetti. In più, spesso ci viene
segnalato che il condom portato in borsetta viene preso come 'indizio' di prostituzione da parte delle forze dell'Ordine".
Fra i problemi di tipo culturale, Gbedo segnala che "molte volte le straniere, soprattutto le africane, usano il profilattico
'sul lavoro', ma non all'interno della coppia, perché i compagni non lo accettano ed è difficile convincerli".
Per quanto riguarda il quadro italiano, Rita Bellagamba, dell'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, conferma che "ogni
anno nel nostro Paese si registrano 3.500-4.000 nuove infezioni e nel 2008 i casi notificati di Aids conclamato sono stati
circa 1.300. Si alza l'età media del paziente 'tipo': dai 26 anni per le donne e i 29 per gli uomini nel 1986 si passa
rispettivamente a 40 e 43 nel 2008. Il 43% dei nuovi infetti è inoltre eterosessuale, mentre nel 1997 il 58% dei pazienti
era tossicodipendente e aveva contratto in questo modo il virus".
Preoccupante, secondo l'esperta, "la percentuale di sieropositivi inconsapevoli e dunque di casi 'sommersi', circa il 25%
del totale, nonché quella di donne (ben il 43%) che si infettano consapevolmente avendo rapporti rischiosi con un
partner che sanno essere sieropositivo. Se tutti conoscessero il proprio stato di salute effettuando test regolari - calcola
Bellagamba - la trasmissione sessuale del virus Hiv diminuirebbe del 31%". In apertura del seminario, per raccontare la
storia di una donna e di suo marito alle prese con una diagnosi di Aids, Tamara Bartolini ha letto il monologo teatrale di
Maricla Boggio 'Una moglie: i mesi incantati'.
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