Direzione generale
Area Comunicazione
LA NEURONAVIGAZIONE – SCHEDA TECNICA
Il neuronavigatore è una guida costante per il chirurgo durante tutto l'intervento: integrando le
immagini neuroradiologiche con la posizione del paziente permette di controllare
continuamente il movimento degli strumenti chirurgici. Gli studi TC e RMN sono “caricati” sul
neuronavigatore in modo che il software della macchina rielabori le immagini adattandole in
uno spazio tridimensionale.
La procedura di navigazione permette di mettere a punto un piano operatorio con l’ausilio
dell’immagine 3D ed eventualmente di simulare l’intervento. Questo viene realizzato unendo
l’immagine TC (migliore risoluzione ossea) con quella della Risonanza Magnetica (migliore
risoluzione per le parti molli) ed eventualmente con quella della PET (posizione delle aree
funzionali).
COME FUNZIONA
Il neuronavigatore è composto da un computer e da un’antenna che si colloca sul volto del
paziente e si collega facilmente alla TAC di ultima generazione del presidio. Nella sala
operatoria c'è un macchinario, l'equivalente dei satelliti, che attraverso uno schermo e
direttamente nel microscopio operatorio, è in grado di guidare il chirurgo nella scelta del
miglior tragitto per circoscrivere un tumore dal tessuto sano circostante e per individuare la
migliore traiettoria di approccio.
La Tac, capace di effettuare delle scansioni sottili, viene applicata sotto lo schermo del
macchinario. L’antenna, posizionata invece nella testa del paziente, è in grado di dialogare a
distanza con il monitor a sua volta collegato alla TAC e di individuare, attraverso particolari
sensori, i cosiddetti punti di repere del massiccio facciale, grazie ai quali è possibile avere le
coordinate.
L’apparecchiatura riconosce i dati del paziente e la patologia, la TAC impedisce gli errori.
A quel punto i pazienti possono essere operati con il navigatore in endoscopia, controllando
l’intervento dalle immagini del monitor. Una piccola videocamera di nuova generazione,
munita di un potente computer con monitor, permette la navigazione in 3D. La sonda può
arrivare fino alla base del cranio e il meccanismo localizza il tumore con altissima precisione.
Lo strumento si ferma automaticamente.
pg 1
ASL 8 Cagliari
Via Piero della Francesca 1 - 09047 Selargius
c.f.e p. iva: 02261430926
www.aslcagliari.it
Area Comunicazione
via Piero della Francesca 1
Su Planu - Selargius
Tel. 0706093224
Fax 0706093206
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LE FASI DELL’INTERVENTO
I passaggi operativi sono essenzialmente due:
1. Acquisizione delle informazioni diagnostiche
Il paziente esegue una RM o una TC i cui dati vengono trasferiti nel computer del neuro
navigatore. L’acquisizione delle immagini avviene previo posizionamento di reperi sulla cute
del cranio in modo da fornire al software del neuronavigatore delle coordinate fisse su cui
basarsi nella ricostruzione dello spazio tridimensionale.
2. Pianificazione dell’intervento
Rappresenta la fase più innovativa e interessante nell’uso del neuronavigatore. La macchina
è in grado di mostrare ricostruzioni simultanee delle immagini RM o TC in 3D (quindi in
dimensione assiale, sagittale e coronale), che permettono di ottenere informazioni
tridimensionali sull’esatta localizzazione della lesione, sui rapporti con le strutture attigue e
sui danni che ha eventualmente provocato. In questo modo sarà possibile identificare la via
migliore per aggredire l’area interessata. I riferimenti anatomici restano nella memoria del
computer e possono essere raggiunti con precisione assoluta.
pg 2
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immagini neuroradiologiche con la posizione del paziente permette di controllare
continuamente il movimento degli strumenti chirurgici. Gli studi TC e RMN sono “caricati” sul
neuronavigatore in modo che il software della macchina rielabori le immagini adattandole in
uno spazio tridimensionale.
La procedura di navigazione permette di mettere a punto un piano operatorio con l’ausilio
dell’immagine 3D ed eventualmente di simulare l’intervento. Questo viene realizzato unendo
l’immagine TC (migliore risoluzione ossea) con quella della Risonanza Magnetica (migliore
risoluzione per le parti molli) ed eventualmente con quella della PET (posizione delle aree
funzionali).
COME FUNZIONA
Il neuronavigatore è composto da un computer e da un’antenna che si colloca sul volto del
paziente e si collega facilmente alla TAC di ultima generazione del presidio. Nella sala
operatoria c'è un macchinario, l'equivalente dei satelliti, che attraverso uno schermo e
direttamente nel microscopio operatorio, è in grado di guidare il chirurgo nella scelta del
miglior tragitto per circoscrivere un tumore dal tessuto sano circostante e per individuare la
migliore traiettoria di approccio.
La Tac, capace di effettuare delle scansioni sottili, viene applicata sotto lo schermo del
macchinario. L’antenna, posizionata invece nella testa del paziente, è in grado di dialogare a
distanza con il monitor a sua volta collegato alla TAC e di individuare, attraverso particolari
sensori, i cosiddetti punti di repere del massiccio facciale, grazie ai quali è possibile avere le
coordinate.
L’apparecchiatura riconosce i dati del paziente e la patologia, la TAC impedisce gli errori.
A quel punto i pazienti possono essere operati con il navigatore in endoscopia, controllando
l’intervento dalle immagini del monitor. Una piccola videocamera di nuova generazione,
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I passaggi operativi sono essenzialmente due:
1. Acquisizione delle informazioni diagnostiche
Il paziente esegue una RM o una TC i cui dati vengono trasferiti nel computer del neuro
navigatore. L’acquisizione delle immagini avviene previo posizionamento di reperi sulla cute
del cranio in modo da fornire al software del neuronavigatore delle coordinate fisse su cui
basarsi nella ricostruzione dello spazio tridimensionale.
2. Pianificazione dell’intervento
Rappresenta la fase più innovativa e interessante nell’uso del neuronavigatore. La macchina
è in grado di mostrare ricostruzioni simultanee delle immagini RM o TC in 3D (quindi in
dimensione assiale, sagittale e coronale), che permettono di ottenere informazioni
tridimensionali sull’esatta localizzazione della lesione, sui rapporti con le strutture attigue e
sui danni che ha eventualmente provocato. In questo modo sarà possibile identificare la via
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