le indagini di giuseppe ripa le stampanti 3d scatti in

N. 22 - MENSILE - GENNAIO 2015
Novità per l’anno nuovo: reflex, mirrorless, videocamere,
obiettivi, accessori, stampanti 3D. Tutto da leggere e da studiare
L’INCONTRO WEB
LE INDAGINI SCATTI IN VENDITA
DI GIUSEPPE RIPA SU PICWANT
TECNO I LUOGHI
LE STAMPANTI 3D LEICA È TORNATA
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EDITORIALE
Pronti per creare? Pensare? Sognare? Correre? Lavorare?
E ovviamente fotografare.
Un nuovo anno è arrivato e, anche se lo negate, avrete fatto dei buoni propositi. Noi vi diamo dei consigli utili per
mettere in pratica al meglio quelli fotografici. Ma non solo. Come ormai vi sarete accorti noi di Foto-Notiziario
cerchiamo di raccontarvi il mondo della fotografia in molte sue declinazioni.
Questo numero è un po’ più tecnico degli altri: il nostro Focus on lo abbiamo dedicato a tutti gli strumenti
tecnici e tecnologici per fotografare, stampare e fare video. Una carrellata di proposte che vi permetteranno di
attrezzarvi per scattare e filmare e stampare al massimo (ci sono le ultime info sulle stampanti 3D): macchine,
obiettivi, luci, flash e accessori, vi informiamo anche su quegli accessori hi-tech e sulle novità del web per le
immagini. Questo mese abbiamo incontrato Giuseppe Ripa, fotografo artista che ci racconta in particolare il
suo ultimo lavoro esposto ad Arte Fiera a Bologna. Un lavoro sui rifiuti immortalati sulle spiagge italiane a metà
tra minimalismo e denuncia sociale. Facciamo un passo nella storia con una visita alla Galleria Leica di Milano
e un racconto su Henrie Cartier-Bresson in mostra a Roma.
Buona lettura!
SOMMARIO
www.fotonotiziario.eu
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DIRETTORE
RESPONSABILE
Diego Gelmini
CAPOREDATTORE
Astrid Bianca Bemori
CAPOSERVIZIO
Davide Grilli
17
Le novità
dell’anno
HANNO COLLABORATO
Osvaldo Esposito
Monica Papagna
Diego Papagna
Edoardo Sansonne
ART DIRECTOR
Monica Zavan
04
DIETRO LA FOTO
06
NEXT
10
L’INCONTRO
48
HI-TECH
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Via Fraccaroli, 3
20134 Milano
Tel +39 02 70122000
Fax +39 02 70120130
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La dolce vita
Le novità in arrivo
Giuseppe Ripa
Applicazioni internet
per la fotografia
50
DAL WEB
Arriva Picwant
I LUOGHI
UN PASSO
NELLA STORIA
54
Henri Cartier-Besson
59
APPUNTI
Mostre, eventi
e workshop
PUBBLICITÀ
Edizioni Gelmini
Tel +39 02 70122000
Direttore Marketing
& Advertising
Ernesto Lombardo
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Registrazione n. 484
del 27/12/1980
presso il Tribunale
di Milano.
La Proprietà e l’Editore
declinano ogni
responsabilità nel merito
delle opinioni espresse
dagli Autori.
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2160) dipende dal dispositivo host, dalle dimensioni del file, dalla risoluzione, dalla compressione, dalla velocità di trasmissione, dal contenuto e da altri fattori. Consultare il sito
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DIETRO LA FOTO
NULLA SI SA
TUTTO SI IMMAGINA
A volte basta una fotografia a creare un mito. Come nel caso
di Anita Ekberg, la diva della Dolce Vita di Federico fellini.
Anche se uno sguardo oltre la foto può svelare dei segreti
di Manuel Gandin
C
he cosa resta di una diva quando se ne va per sempre? Il ricordo
fissato dalle immagini, ma non sempre uno scatto equivale a un
vantaggio. È una perfidia augurare a una ragazza dei giorni nostri
di diventare una diva. Vita difficile quella della diva, talvolta insopportabile, più spesso doppia: quella ufficiale, pubblica, immortalata
da foto che rendono eterna la persona in forma di mito, e quella più
privata, quasi sempre nascosta all’occhio pubblico, perché l’immagine ufficiale di una diva non si può barattare col tempo che scorre.
Greta Garbo decise di uscire di scena nel senso più letterale, sparendo. E si nascose così bene che quando i fotografi a caccia di scoop la “pizzicarono”, pochi ci credettero. Era diventata mitica come
il mostro di Loch Ness. E le foto di Ava Gardner lasciavano aperte
le porte del sogno a milioni di uomini, mentre nella vita quotidiana
la diva passava da un amor triste all’altro, sbronzandosi nel modo
peggiore, fino a rovinare anche quel volto così bello e bramato.
C’è una foto di scena di Rita Hayworth divenuta storica come quelle
di Anita Ekberg ne La dolce vita. Rita Hayworth con le braccia alzate,
guantate, le ascelle scoperte, nel film Gilda. La foto fece il giro del
mondo, ma fu la condanna della vita privata della povera attrice, che
in un momento di solitudine mista a rancore, abbandonata in malo
modo da tutti, commentò: “Gli uomini vanno a letto con Gilda e si
svegliano con Rita”.
Anche Anita Ekberg per tutti è ancora là, placidamente scandalosa nel vestito nero inzuppato nella Fontana di Trevi: “Come here,
Marcello”. E Marcello andò. Tutti avrebbero voluto essere battezzati
come Mastroianni in quel film, e l’attrice ne uscì inconsapevolmente
a pezzi, come Gilda. Per tutti, per l’immaginario collettivo, Anita era
quella, era la dolce vita, con quell’abito meraviglioso che ne esaltava forme che l’America definì “larger than life”.
Invece, lei, Anita, Anitona, condannata dal film e dalle foto di sce-
4
na, visse il resto dei suoi giorni sempre più
nascosta in una villa dei Castelli romani, da
dove usciva raramente, camuffata, proprio
come Greta.
La riesumò, con cinismo geniale, ancora Federico Fellini, e ce la mostrò a casa
sua in Intervista, malinconica icona di un
passato che non poteva ritornare. Ma forse
aveva ragione un’altra diva, addirittura del
cinema muto, Gloria Swanson, che nell’ultima scena di Viale del tramonto, afferma,
stentorea nella sua follia: “Le dive non invecchiano mai”.
Anita era d’accordo. La conobbi, anzi sarebbe meglio dire la vidi, in una fredda serata
milanese costruita per i suoi ricordi. Arrivò,
ormai anziana e non più eroticamente burrosa come appariva in quelle foto celeberrime, ma con la stessa altera consapevolezza
di essere un mito, un reperto archeologico
vivente di Cinecittà e di Hollywood.
Che differenza c’è, alla fine, tra la foto ben
posata di un abito illuminato dalla luce e
quella quasi rubata di una signora sulla sedia a rotelle che si rivede a distanza di tanto
tempo? Nell’una la diva non c’è ma s’immagina, nell’altra la diva è scomparsa, pur essendo presente. E allora, anche su queste
due foto si staglia il motto felliniano: “Nulla
si sa, tutto si immagina”.
NEXT
di Monica Papagna
POLAROID SOCIALMATIC
Dopo tanti rumors
finalmente c’è la data
di uscita di questa
Polaroid Socialmatic:
sarà possibile ordinarla dal 1 febbraio
2015. Ancora non
si parla di tempi di
consegna, ma dopo
così tanto tempo la
curiosità è grande
e sembra che sarà
presto soddisfatta. La
Socialmatic permetterà di catturare le
immagini, stamparle
e/o condividerle sui
social network. Sarà
dotata di un browser
Internet e un client di
posta elettronica, ma
anche un GPS interno,
Wi-Fi e connettività
Bluetooth. Questi ele-
menti consentiranno il
geo-tagging delle foto,
la stampa remota e
un uso creativo dei QR
code: ogni foto può
incorporare un QR
code che può essere
analizzato da altri dispositivi Socialmatic,
fornendo così la pos-
sibilità di monitorare e
seguire le proprie foto
mentre vagano nella
vita reale, in tutto il
mondo.
PHASE ONE A-SERIES
La collaborazione tra Phase One e Alpa ha dato vita
alla nascita della A-series che combina componenti
di pregio in termini di ottiche, corpo macchina, dorsi
digitali e software. Disponibili i modelli:
A280 – CCD full-frame da 80 megapixel
A260 – CCD full-frame da 60 megapixel
A250 – CMOS da 50 megapixel
Le ottiche disponibili variano tra un’ultra grandangolare da 23mm a una
grandangolare da
35mm, fino a
una multiuso
da 70mm
con ampia
lunghezza
focale.
Per saperne
di più: www.
phaseone.com
6
KODAK IM5
Vedere il nome di Kodak su uno smartphone può sembrare strano, ma dovremo
farci l’abitudine perché questa è una novità
annunciata al CES di Las Vegas. Si chiama
Kodak IM5 ed è un telefono di ultima generazione, molto simile a quelli che probabilmente avrete in mano in questo momento.
In Europa dovrebbe arrivare alla fine di
marzo e promette un efficace software di
editing, stampa e condivisione delle immagini e una fotocamera da 13 milioni di pixel.
Un buon prodotto, con sistema operativo
Android, che si posizionerà in una fascia di
prezzo decisamente concorrenziale.
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7
NEXT
di Osvaldo Esposito
DA SAMSUNG IL MONITOR CURVO
PER UNA VISIONE PIÙ AVVOLGENTE
Dopo il lancio dei te-
levisori 4k con display
curvi, la casa coreana
ha deciso di entrare
anche nel mercato
office professional. Il
nuovo monitor SE790
è dotato di un innovativo schermo curvo
che corrisponde alla
curvatura naturale
dell’occhio umano,
offrendo un’esperienza di visione estremamente coinvolgente
Il massimo del confort
nella fruizione dei
contenuti è stato
convalidato da TÜV
Rheinland, leader
nella certificazione
internazionale, che ha
valutato le prestazioni
del monitor a colori,
l’uniformità del colore,
l’angolo di visione,
lo spazio curvo e il
funzionamento senza
intoppi. La curvatura
dello schermo crea
inoltre un campo di
visione molto ampio e
un senso di profondità
aumentato, garantendo una migliore prospettiva panoramica
di immagini e video. Il
risultato è un effetto 3D, determinato
anche dal rapporto 21:
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da 3.440 per 1.440.
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schermate simultaneamente sul monitor,
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la qualità, e incorpora
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8
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PORTATILE CON XTORM
Ritrovarsi senza una
riserva di energia non
è un buon segno per
un professionista.
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brand olandese
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nella fornitura di
battery pack. Tra i
nuovi modelli spicca Il
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da 6.000 mAh.
ALBUM FABER PRESENTA
LA NUOVA COLLEZIONE
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recentemente la nuova collezione degli album Faber. L’esperienza acquisita
nel settore stampa rende il prodotto particolarmente appetibile. Realizzati da
professionisti che operano nel campo della fotografia gli album Faber sono
fatti interamente a mano con scupolosa
attenzione per i dettagli sia nella forma, sia
nei contenuti, evitando inutili eccessi nel
design complessivo.
L’obiettivo aziendale è quello di soddisfare appieno le esigenze del fotografo nel
rispetto della sua creatività, dando credito
alla vena artistica.
Quattro le linee produttive dell’azienda
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L’INCONTRO
IL MISTERO DELLA VITA
Giuseppe Ripa, con i suoi scatti in bianco e nero rarefatto
e intenso (ma anche a colori) indaga sull’uomo,
il suo rapporto con la cultura e il mondo che lo circonda
di Bianca Astrid Bemori
10
11
L’INCONTRO
I
ndagare il mistero della vita. Non è certo un’impresa da poco.
Ma questo appassiona Giuseppe Ripa che da parecchi anni cerca
spiegazioni con il suo bianco e nero intenso e rarefatto, che accoglie
mille variazioni. Iniziato con Anima mundi, il suo primo lavoro esposto
al Museo Diocesiano dove la natura dialoga con l’uomo e con i luoghi
della spirtiualità. Una indagine molto personale e profonda sul sacro.
“È un argomento che mi ha sempre interessato. Segna l’inizio del mio
percorso: l’indagine tra natura e cultura. Ma è stato il mio primo lavoro.
Ora sono un po’ più lontano. E mi sono anche cimentato con il colore.
12
Dopo lungo tempo di bianco e nero”, spiega
Ripa, che si occupa anche di investimenti
all’Unicredit ed è un grande viaggiatore. “Ho
fotografato rifiuti sulla spiaggia in Seaside. E
ora espongo ad Arte Fiera a Bologna Base/
Dibase un polittico (9 foto) di oggetti ritrovati”.
Una scelta coraggiosa. “Questa mia ricerca
racchiude minimalismo e denuncia. Con
il mio linguaggio: la fotografia. Ho preso
spunto dalla lezione nell’arte contemporanea
dell’”object trouvé” dai ready- made di Marcel
Duchamp agli assemblage di Arman e
Spoerri”.
Stupiti? Scocciati? Ammirati? Attratti? La
fotografia è arte e dialoga di continuo con
le altre arti. Come con la realtà. Banale per
alcuni, sconvolgente per altri. Ma se una
ricerca ha un senso e una ragione comunica
sempre qualcosa di necessario per capire
noi stessi e quello che ci sta intorno. E
le foto dell’ultimo lavoro di Ripa sono un
ritratto d’arte di uno dei grandi problemi
del mondo. Quello ambientale. “Le spiaggie
sono luoghi di tragedie: una testimonianza
dei problemi della nostra cultura oggi.
Un capitolo nuovo della mia ricerca sul
rapporto infinito tra natura e cultura”. Il
13
L’INCONTRO
consumo e l’inquinamento sono quello che
ci viene in mente al primo sguardo, ma
anche l’abbandono la mancanza di cura...
Un esempio? Guardate con attenzione
la passerella nacosta dalla sabbia e
confrontate quello che vi viene in mente con
la descrizione di Ripa. “La passerella è un
oggetto dell’uomo che serve all’uomo. Si usa
per accedere al mare: abbandonata dà l’idea
del passato dimenticato, di un luogo che era
vivo e ora è non lo è più. E dove la natura
rappresentata dalla sabbia sul legno torna
a essere la padrona. L’oggetto abbandonato
racconta una nostra storia, quella della
società in cui stiamo vivendo e quella di quel
luogo. E accende la nostra immaginazione
14
su chi lo ha posseduto. Ripa le fotografa con
un grande rigore formale e come se fossero
dei ritratti. “È un tentativo di mettere ordine
nel caos. Io ci provo”.
Prima di avventurarsi tra i rifiuti Ripa ha è
andato a curiosare in molti posti e nei suoi
desideri. Con il suo sguardo spiazzante,
colto e spesso ironico. Sul suo sito sfogliate
i lavori a partire da Tibet, dove natura e
spiritualità sono in intenso rapporto, in
Aquarium si sviluppa un altro capitolo dello
studio “natura/cultura”. Nelle sue immagini
immortala uomini e animali, i dialoghi
immaginari. Moondance, una space fantasy
perlustra New York e i suoi abitanti e ne
riporta dialoghi e silenzi.
15
Novità per l’anno nuovo:
reflex, mirrorless, videocamere,
obbiettivi, accessori, stampanti 3D.
Tutto da leggere e da studiare.
IN LUOGHI ESTREMI,
ESTREMI RIMEDI
Pentax ne sa una più del diavolo, o in questo caso
dello Yeti. Il fotografo Sergio Bolla ci spiega
come scattare foto a temperature da brividi
di Edoardo Sansonne
18
S
ergio Bolla è un assiduo frequentatore delle nevi del Piemonte, per
questo motivo si trova molto spesso a scattare in situazioni estreme: temperature sotto zero, umidità e quei fastidiosissimi fiocchi di
neve che si insinuano nella preziosa attrezzatura fotografica. Ma a tutto
c’è un rimedio, in questo caso la medicina si chiama Pentax.
Cosa porti con te per fotografare in
condizioni difficili?
Per fotografare in condizioni difficili, nelle quali spesso mi trovo, è necessaria una fotocamera che non tema temperature basse e soprattutto
l’infiltrazione di acqua o umidità. È proprio per questo che vedo nella mia
K-3 Pentax e nelle compatte outdoor della linea WG, un prezioso aiuto
nelle situazioni più impervie. Oltre a questo porto sempre con me il mio
19
corredo di obiettivi composto da: dmc DA* 1650mm f2.8 e il dmc DA* 50-135mm f2.8.
Quanto è importante adattare
l’attrezzatura al luogo e
alla situazione in cui sai
di dover fotografare?
Per me è importantissimo. Nella mia esperienza a Prato Nevoso, stazione sciistica nel
comprensorio del Mondolè, ho dovuto preventivamente scegliere una macchina che potesse resistere al tipo di utilizzo che ne avrei fatto
e alle condizioni che avrei affrontato: neve,
umidità e freddo. Gli shooting in neve fresca
non sono di certo un problema per la mia fidata K-3 e per la mia K5-II, figuriamoci per le
compatte della linea WG, create apposta per
quasto genere di situazioni!
Cosa non può mai mancare?
Ovviamente non può mancare il mio robustissimo zaino Thule e la mia adorata K-3 con
sempre montato fisso il Fisheye Samyang
8mm, oltre alla mia WG-M1 sempre pronta a
qualunque evenienza, anche sott’acqua. Quali sono le maggiori
difficoltà che incontri? Le difficoltà che incontro, soprattutto nello
20
shooting su pista e fuoripista, sono rappresentate dagli spostamenti e dalla ricerca della buona inquadratura, un conto è spostarsi di
qualche passo in condizioni normali, un’altro
è farlo in mezzo alla neve con sci ai piedi e
zaino da 10 chili e più in spalla.
La macchina fotografica
perfetta?
Beh, la perfezione per il mio tipo di impiego la
trovo nella Pentax K-3, veloce, resistente, tropicalizzata, con un ottimo sensore che anche
ad ISO alti mi permette di avere immagini nitide e di dimensioni notevoli. Da Pentax vorrei
solamente un sensore più grande e qualche
nuova ottica un po’ più lunga.
Consigli per avventurieri
della fotografia in
condizioni estreme?
Quello che consiglio a tutti coloro che volessero cimentarsi in questo tipo di fotografia
è certamente di essere pronti a sforzi fisici
superiori a quelli della fotografia tradizionale. Per quanto riguarda l’attrezzatura, un bello
zaino, possibilmente impermeabile, e almeno
iniziare con una K-50 Pentax con un obiettivo
zoom che sia WR (resistente alle intemperie).
21
UNO SCATTO SUL MONDO
Per Luca Bracali, fotografo ed esploratore, la bellezza del
viaggio si fonde con la passione per la fotografia. Nascono
così i suoi reportage realizzati con le mirroless di Fujifilm
di Diego Papagna
S
celto dalla Fujifilm come fotografo della sua scuderia, tra l’inagurazione della sua ultima mostra a Napoli e l’imminente partenza per la
Birmania, Luca Bracali ci racconta la sua esperienza di fotografo in primis,
ma anche di esploratore e regista.
Come hai cominciato? Prima esploratore o
fotografo?
Non ci sono dubbi, come fotografo! A 6 anni ho avuto in mano da mio zio
la prima fotocamera, una Dacora se non ricordo male, con la quale ho
scattato il primo bianco e nero che fra l’altro conservo ancora. A 15 anni
ero in camera oscura a imparare da una mente poliedrica le tecniche di
sviluppo, ma anche a conoscere le regole di composizione per i ritratti e i
paesaggi. A 23 ho iniziato come inviato per un giornaletto locale nelle gare
di motocross, nel 1991 ho imparato a conoscere e documentare il mondo
attraverso un importante magazine e da lì è nato il grande amore per il nostro pianeta che mi ha portato nel 2009 a raggiungere il Polo Nord sugli sci
per documentare lo scioglimento dei ghiacci e fra pochi giorni a toccare
con la Birmania il mio 135esimo paese.
Che tipo di attrezzatura porti nei tuoi
viaggi?
Dipende molto dal tipo di reportage che devo affrontare: paesaggi, natura
intesa come flora, wildlife, architettura, o persone. Dall’8 millimetri all’800
22
diciamo che dispongo più o meno di tutto. Ovvio
che almeno tre fotocamere sono indispensabili
per affrontare un reportage oltre a una compatta
da tenere sempre a portata di mano. Le ottiche
che mi accompagnano andranno quanto meno
dal 10 al 200 millimetri, macro e ottiche tilting
le uso più raramente ma in alcuni casi è meglio
averle dietro. Light-panel e pannello riflesso li
porto appresso per i ritratti, un cavalletto in carbonio, ma meglio due, vanno sempre considerati. Polarizzatore circolare, nd e digradante fanno
parte del mio corredo, il minimo indispensabile
visto che detesto sia i filtri che il foto-ritocco. Un
ottimo pc e un paio di hard-disks da 2 tb mi danno un buon margine di sicurezza sul salvataggio
delle immagini e almeno 4 schede da 32 Gb / 95
Mb/s le porto con me.
Sei un fotografo Fuji, come
sta andando questa esperienza
con le mirrorless?
Strano a credersi anche per me, convinto assertore delle super-reflex, ma le fotocamere di
ultimissima generazione mirrorless, nate certamente più per un uso street, iniziano a dare
risultati sorprendenti. Ho iniziato con la X-Pro 1
di Fujifilm, compatta e leggera ma un po’ troppo
sensibile al rumore. La X-E2 è stata un bel salto
di qualità, ma la piena maturazione è giunta con
la X-T1, ottima nella risoluzione quanto nell’esposizione, veloce nella messa a fuoco e fruibile
anche ad alti iso. Ma la cosa che più mi ha convinto di questa mia scelta è stata l’assenza del
filtro anti-aliasing che, a parte l’effetto moirè, si
traduce in una maggior definizione dell’immagine e poi quella disposizione random dei fotodiodi, brevetto Fujifilm, che restituiscono allo scatto
digitale una maggior naturalezza. L’intervallometro on-board è ideale per i time-lapse o per
gli star-trial, nella fotografia notturna o per chi,
come me, va a caccia di aurore boreali in artico
almeno due volte all’anno.
Rispetto a una reflex quali
sono i pro e contro?
Beh... ce ne sono diversi e pure evidenti. Leggerezza in primis ma anche versatilità, rapidità
nell’utilizzo, schermo orientabile, tanto per citarne alcuni. Ma anche affidabilità se vogliamo,
dal momento che le mirrorless, vista l’assenza
di pentaprisma ma soprattutto dello specchio,
hanno meno parti meccaniche in movimento. I
contro sono la mancanza di un mirino ottico che
rende meno fedele la visione dell’immagine e la
qualità del sensore che ad alti iso lavora non altrettanto bene rispetto alle reflex. Anche il parco
ottiche è più limitato. Ma mi sento di dire che è
solo questione di tempo perché il mercato delle
mirrorless sta facendo davvero passi da gigante
ma non vorrei osare troppo nel dire che forse, un
giorno, soppianteranno le reflex.
Parlaci del tuo lavoro, hai
appena inaugurato una mostra
e stai per partire per la
Birmania...
A parlare del mio lavoro non vorrei forse annoiarvi troppo, mi limito molto brevemente a dire
che negli ultimi anni, specialmente con l’arrivo
della crisi che ha eliminato chi praticava questo lavoro senza essere un vero professionista,
23
CANON EOS M
SENSORE Sensore CMOS APS-C
MEGAPIXEL 18
DISPLAY Display touch screen da 7,7cm e 1,04
milioni di punti
AUTOFOCUS Hybrid CMOS AF System. Pixel di
rilevamento di fase integrati nel sensore immagine
con 31 punti AF
VIDEO 1920 x 1080 fino a 30fps e 1280x720 fino a
60fps
ISO 100-12.800, espandibile fino a 25.600 ISO
PESO Circa 298 g (, incluse batteria e scheda di
memoria)
WI-FI No
Perché sceglierla
Per chi possiede un corredo Canon può, tramite
adattatore, usare le ottiche e per le sue dimensioni:
è davvero piccola e pesa pochissimo.
ha subito una forte crescita. La mia attività
principale, oltre che come regista per Rai 1 e
collaboratore di testate varie, prosegue con la
pubblicazione di libri e la produzione di mostre,
senza mettere da parte quella di conferenziere e
docente di fotografia. Ho iniziato insegnando in
una università per studenti americani e poi ho
iniziato la mia libera professione organizzando
workshops in Italia ma soprattutto all’estero
(www.workshop.lucabracali.it), in quei luoghi
dove la bellezza del viaggio si fonde alla passione per la fotografia, come la Birmania appunto.
http://www.lucabracali.it/
PENTAX
SENSORE CMOS retroilluminato
da 1/1,7
MEGAPIXEL 2,4
DISPLAY LCD a colori TFT da 3”
AUTOFOCUS AF a rilevamento del
contrasto
VIDEO 1920x1080 fino a 30fps
ISO 100 - 12800
PESO 203g carica e pronta all’uso
(con batteria e scheda di memoria
SD), 183g (solo corpo)
WI-FI No
Perché sceglierla
È la più piccola in assoluto e si può
avere in 40 differenti colorazioni,
dispone inoltre di un ottimo
Sistema SR (Shake Reduction)
per stabilizzare le immagini
direttamente sul sensore.
OLYMPUS OM-D E-M1
SENSORE 4/3’’ Sensore Live MOS
MEGAPIXEL 16,3
DISPLAY LCD inclinabile touchscreen da 3”
AUTOFOCUS A rilevamento di fase con DUAL FAST AF
VIDEO 1920 x 1080 fino a 30fps a 24Mbps (MOV)
ISO 200 – 25600
PESO 497 g (batteria e scheda di memoria incluse)
443 g (solo corpo macchina)
WI-FI Si
Perché sceglierla
La miglior camera fotocamera 4/3”
in commercio, design da urlo e in
più un sistema di stabilizzazione
delle immagini in foto e video a 5 assi
direttamente sul sensore. Se non
bastasse, ci sono anche 65 ottiche
dedicate.
24
FUJI X-T1
SENSORE APS-C X-Trans CMOS II
MEGAPIXEL 16
DISPLAY 3”
AUTOFOCUS A rilevazione di fase
VIDEO 1920x1080 fino a 60fps
ISO 200-6.400 espandibile da 100 – 51.200
PESO 440g (Incluse batteria e scheda di memoria) e
390g(Senza accessori, batteria e scheda di memoria)
WI-FI Sì
Perché sceglierla
Prestazioni eccezionali e stile unico.
NIKON 1V3
SENSORE CX, CMOS da 13,2
x 8,8 mm
MEGAPIXEL18,4
DISPLAY 7,5 cm in diagonale
touchscreen LCD ad
angolazione variabile TFT
AUTOFOCUS Autofocus
ibrido 171 aree di messa
a fuoco fino a 20 foto al
secondo con autofocus
continuo e fino a 60 foto al
secondo con l’AF fisso.
VIDEO 1920x1080 fino a
60fps
ISO 200 – 12.800
PESO Circa 324 g, con
batteria e card di memoria,
ma senza tappo corpo; circa
282 g solo corpo macchina
WI-FI Sì
Perché sceglierla
Velocità di scatto e
precisione autofocus
da record.
SAMSUNG NX1
SENSORE BSI CMOS APS-C da 23,5 x 15,7 mm
MEGAPIXEL 28,2
DISPLAY Super AMOLED w/Touch Screen da 3” ad
angolazione variabile
AUTOFOCUS Ibrido con 205 Punti (Rilevamento di fase
AF), 209 Punti (Rilevamento a Contrasto AF)
VIDEO 4k a 30fps in 3840x2160 o 24 fps in 4096x2160
(24fps solo), 1920x1080 fino a 50fps
ISO 100-25.600
PESO 550g
WI-FI Si
Perché sceglierla
Altissima risoluzione, autofocus velocissimo con scatti a
raffica fino a 15fps e anche video a 4k.
PANASONIC DMC-GM5
SENSORE Sensore Live MOS 4:3
MEGAPIXEL 16
DISPLAY LCD TFT con controllo touch statico da 3”
AUTOFOCUS Sistema AF a Contrasto
VIDEO 1920 x 1080 fino a 60fps
ISO 200-25.600
PESO Circa 211 g (scheda SD, batteria, corpo
macchina)/Circa 180 g (solo corpo macchina)
WI-FI Sì
Perché sceglierla
È la più piccola fotocamera Panasonic e ha il mirino.
SONY ALPHA 7S
SENSORE Sensore CMOS Exmor full-frame
MEGAPIXEL 12,2
DISPLAY LCD TFT da 3”
AUTOFOCUS AF a rilevamento di contrasto con
25 punti di messa a fuoco
VIDEO 4 K a 30p, Full-HD (1080p) fino a 60fps, e
si arriva a 120 fps a 720p
ISO 50-409.600
PESO 446 g (solo corpo) / 489 g (con batteria e
supporto di memoria)
WI-FI Sì
Perché sceglierla
Sensore a pieno formato con qualità a iso alti
sbalorditiva e in più video fino a 4k.
25
PROVE DI CELLULARE
Uno storyteller che con le sue immagini
ha conquistato Instagram. Marco Lamberto ci spiega
come ottenere risultati con uno smartphone
di Monica Papagna
S
i chiama Marco Lamberto, ma è noto su Instagram con il nick @Polylm.
Ha più di 18.000 follower e un like rate straordinariamente alto, più del
6%. L’abbiamo intervistato per conoscerlo meglio e farci raccontare come
fa a ottenere risultati così brillanti solo con un telefono.
Come è iniziata la tua passione per la
fotografia?
Sono un professionista IT, sviluppo software, soluzioni a problemi che in
certi casi sono causati dall’informatica stessa. Ho iniziato ad appassionarmi alla fotografia da bambino, incoraggiato dai miei con una 6x6 della Ferrania. Il passo successivo è stata una reflex 35mm completamente
manuale e i miei primi rullini in bianco e nero. Dopo anni di film sono
approdato al digitale partendo da fotocamere compatte e quando tempi e
tecnologie son diventati sufficientemente maturi per un utente non professionale, ho acquistato una reflex. Quasi contemporaneamente ho cominciato a utilizzare un iPhone 4 per fotografare. Col passaggio al digitale
ho cominciato a guardare e frequentare social specializzati come Flickr e
500px per poi arrivare al mobile sopratutto grazie a Instagram.
È nata prima la passione per i viaggi o la
passione per la fotografia?
Una macchina fotografica è sempre stata presente nei miei viaggi, già
pronta prima ancora di cominciare a fare la valigia. Per molti anni la fotografia è stata il sinonimo di vacanza o gita. All’inizio utilizzavo le foto per
documentare i luoghi, negli ultimi anni, invece, ho cominciato sempre più
ad apprezzare le persone che li vivono.
Ti definisci uno storyteller, come mai hai
abbracciato questa definizione?
Ogni fotografia, pensata e scelta, è un racconto visivo, anche solo per la
durata di uno scatto. Al pari di un testo dove il lettore s’immagina la pro-
26
pria versione, trovo sorprendente quando questo
avviene per una foto. Un’immagine può evocare
sensazioni ed essere interpretata in maniera
completamente nuova dall’osservatore.
Cosa ti ha portato su
Instagram?
Fu “chi” e non “cosa”. Marzia (@milkydrop) è
stata fra le prime migliaia a iscriversi al social
appena nato. Ai tempi frequentavo unicamente
Flickr e 500px, su suo suggerimento ho aperto
un account e pian piano abbiamo fatto diventare
la pubblicazione di una foto un’attività condivisa
quotidiana. Pochi mesi dopo abbiamo scoperto
la community di Instagramers Milano e abbiamo
cominciato a frequentarli in maniera costante.
A oggi è una presenza consistente nella nostra
vita, con incontri, eventi e il coinvolgimento diretto anche nelle attività di divulgazione e formazione delle cosiddette Instagramers Academy (appuntamenti per la formazione all’uso
di Instagram e della mobile photography, ndr).
Sei completamente
autodidatta?
Sono un semplice appassionato, negli ultimi
anni sto approfondendo alcuni aspetti legati alla
street photography, ma sempre da autodidatta.
I social, ma soprattutto Instagram, mi hanno
dato modo di entrare in contatto con fotografi
che stimo e apprezzo. Le distanze sono molto
27
più brevi di quello che si può pensare, l’inglese è
una chiave quasi universale online.
Che tipo di telefono
utilizzi?
Ho usato un iPhone 4 fino a febbraio 2014, dopo
sono passato a un iPhone 5s. In certi casi uso
anche un Lumia 1020.
Hai anche degli accessori?
Nessuno in particolare a parte batterie esterne
usb per sopravvivere ai tour più impegnativi. Per
praticità e rapidità uso il telefono senza accessori. In certi casi un cavalletto è utile, ma di solito viaggio leggero con il minimo indispensabile.
Cosa ti spinge a scegliere di
utilizzare un telefono invece
di una reflex?
Ci sono contesti in cui il telefono è meno appariscente e permette di catturare una scena
senza interferirvi. Spesso è la sola macchina
fotografica sempre con me.
In viaggio porto sia la reflex che il telefono.
Entrambi hanno vantaggi e limitazioni, la cosa
più importante che mi capita di ripetere spesso
agli inizi delle Academy è quanto sia importante imparare a conoscere gli strumenti. I difetti possono esser sfruttati in maniera creativa
e in certi casi bisogna abituarsi all’idea che
ci si possa limitare a osservare il momento.
Quell’immagine, magari sfocata, scura o piena di rumore, potrà solo rievocarne il ricordo e
non verrà mai divulgata.
Avere una galleria su Instagram unicamente
di scatti mobile non è obbligatorio, ma per me
è sempre stata un po’ una sfida. Mi piace pensare che sia un modo per contribuire a sovvertire il luogo comune che sia lo strumento
a fare la foto.
Fai parte solo di
Instragramers Italia o anche
di altre community?
Faccio parte di Instagramers Italia (www.
instagramersitalia.it), la declinazione nazionale di un fenomeno mondiale non affiliato
direttamente a Instagram, ma che sul social
pone le fondamenta. Rispetto ad altri network
di fotografia ho trovato persone che spesso
28
sono approdate alla fotografia proprio grazie
allo smartphone. È davvero stimolante perché, soprattutto sulla fetta di utenza Apple,
lo strumento è “uguale per tutti”. In un contesto dove tutto è uniformato e automatico o
quasi, la differenza la fa quello che si mette
nell’inquadratura e come la si compone. Consiglio di fare un giro online per localizzare la
community più vicina: è molto probabile che
ci si possa incontrare, chiacchierare in buona
compagnia e ovviamente fare anche qualche
scatto tutti insieme!
Sony Experia Z3
Microsoft Lumia 535
Dimensioni: 146,8x72x7,3
Peso: 152
Batteria: 3100 mAh fissa
Display: 1080x1920 punti
– 5.2 pollici – 424 ppi
Fotocamera: 20.7
megapixel – zoom 8X –
HDR
Sistema operativo:
Android 4.4
Dimensioni: 140,2x72,4x8,8
Peso: 146
Batteria: 1905 mAh rimovibile
Display: 540x960 punti – 5.0 pollici
– 220 ppi
Fotocamera: 5.0 megapixel –
F/2.4 – HDR
Sistema operativo: Windows
Phone 8.1 con Lumia Denim
Huawei Ascend
Mate 7
Samsung Galaxy S5
Dimensioni: 142x72,5x8,1
Peso: 145
Batteria: 2800 mAh rimovibile
Display: 1080x1920 punti – 5.1 pollici – 432 ppi
Fotocamera: 16.0 megapixel – F2.2 – HDR
Sistema operativo: Android 4.4.2
Dimensioni: 157x81x7,9
Peso: 185
4100 mAh fissa
Display: 1080x1920 punti
– 6.0 pollici – 367 ppi
Fotocamera: 13.0
megapixel – F/2.0 – HDR
Sistema operativo:
Android 4.4.2
Apple IPhone 6
Dimensioni: 138,1x67x6,9
Peso: 129
Batteria: 1810 mAh fissa
Display: 750x1334 punti – 4.7 pollici – 326 ppi
Fotocamera: 8.0 megapixel – F/2.2 – HDR
Sistema operativo: iOS 8.1.2
29
I CONSIGLI DEL TESTER
Il lavoro di Francesco Ulisse Cammarata con il suo Ulisse
Project è quello di testare minuziosamente videocamere e
attrezzature. Ecco quali sono secondo lui i migliori prodotti
di Diego Papagna
U
na nuova concezione di distribuzione, supporto tecnico e informazione
su attrezzature fotografiche e audiovisive, questa la mission di Francesco Ulisse Cammarata e del suo UlisseProject (http://www.ulisseproject.
de/). Professione principale: tester per agenzie esterne che poi provvedono a distribuire a testate giornalistiche, siti web ecc...
Affamato di tecnologia e degli aspetti più tecnici delle varie attrezzature, non lesina critiche in grado di portare migliorie e accorgimenti su
prodotti non ritenuti idonei. Molto attivo anche nel campo mediatico, ha
creato su Facebook una vera e propria community per offrire agli user un
supporto, compartecipare i risultati dei test e segnalare i prodotti migliori per le diverse esigenze professionali.
Come hai cominciato la professione di tester?
Già quindici anni fa lavoravamo nel campo audio per piccole produzioni
televisive e il passaggio al video fu il risultato di un’evoluzione naturale.
30
Parlo al plurale perché insieme a me lavorano
altre persone che hanno creduto fortemente in
questo progetto e, come me, sono sempre state attratte dalla tecnologia. Pertanto l’approccio
era sempre teso all’aspetto tecnico e a ciò che
stava dietro gli strumenti che utilizzavamo.
Successivamente, col trasferimento in Germania, ci fu proposto di fare questo lavoro di
tester nell’ambito video e ci buttammo a capofitto nella nuova avventura. Nel corso degli anni
sono nate diverse agenzie che offrivano questo
servizio conto terzi fino ad arrivare ad oggi, con
la richiesta di test sempre più complessi.
Nell’ambito video c’è un gran marasma gene-
rato da chi si improvvisa tester senza avere una
preparazione adeguata.
Bisogna innanzitutto differenziare il test dalla
prova. Un professionista “prova”, non testa e un
test non viene effettuato da una persona singola,
ma da più persone avvalendosi della consulenza
di specialisti del settore. Molti addetti mi dicono:
“Ho testato questo strumento”, ma io rispondo:
“No, tu hai provato questo strumento e ciò non
implica che tu possa dire che sia il migliore”.
Tra la Germania e l’Italia
vedi delle grosse differenze
a livello tecnico?
Sarebbe bello unirsi e fare un lavoro di squadra
perché la Germania ha un livello tecnologico più
avanzato, l’Italia però risponde con la creatività.
L’idea che mi piacerebbe sviluppare in un prossimo futuro è quella di creare un’agenzia per
aziende tedesche che vogliono realizzare video
con professionisti italiani.
Altra grande differenza è che qui in Germania si
viene pagati subito al completamento del lavoro,
non come in Italia dove la consuetudine è di pagare a 60-90 giorni.
Avendo testato tanti
prodotti, quali sono
stati quelli che ti hanno
maggiormente sorpreso in
questi ultimi tempi?
La valutazione tecnica di una telecamera è
sempre molto individuale e complessa perché
bisogna prendere in considerazione vari fattori quali l’ergonomia, la qualità del sensore, i
files ecc....Ad esempio, talvolta sono rimasto
perplesso perché persone che lavorano nel
cinema da tanti anni hanno affermato che la
risoluzione non conta. Mi chiedo perché, allora, abbiano inventato il 4k e perché un’azienda come Red si butti sul 6k… è come dire che
nascere miopi è un vantaggio. Secondo il mio
parere, una camera che ha poca definizione
non è consigliabile; sul mercato esistono degli
ottimi prodotti, ma deve ancora nascere una
camera che riesca a sbalordirmi.
Tra i prodotti più recenti, mi hanno colpito
maggiormente la Sony FS7 e la Blackmagic
Ursa, telecamere di ottima qualità che però
peccano in altri aspetti. La FS7 ha uno chassis brutto dal punto di vista estetico e anche a
livello ergonomico non è il massimo: la maniglia non è lunga abbastanza per poter essere
utilizzata professionalmente a spalla, i bottoni
dei comandi sono scomodi perché sono allo
stesso livello dello chassis e poco individuabili
perché fatti con lo stesso materiale. La Ursa
ha un corpo che pesa addirittura 7kg perciò
necessita di teste molto resistenti e quindi
molto care.
Tra tutte le telecamere, ritengo che la Canon 1DC possa essere
considerata come una
pietra miliare. Dopo
aver provato e testato tutti i prodotti di un
certo livello presenti
sul mercato, ho scelto questa camera per
il mio lavoro perché
la considero di qualità superiore: ha un 4k
eccezionale, una compattezza incredibile ed
è subito pronta all’uso.
Non sono il solo a pensarla così; persino Andrew Reid del famoso
blog eoshd.com, dopo
averla criticata per
lungo tempo, ora che
è riuscito a farci un
po’ di pratica, stravede
per questa macchina.
Parlando invece di
prodotti meno costosi, vorrei segnalare la
Panasonic GH4 perché
è bella esteticamente,
comoda, semplice da
usare e… praticamente infallibile; l’autofocus funziona bene e in
accoppiata con le sue
ottiche 12-35 e 5-100
è in grado di soddisfare ogni esigenza;
non serve altro! Se
non possedessi già la
Canon 1DC e dovessi
limitarmi adun budget inferiore, sceglierei sicuramente la GH4.
Poi ci sono macchine come la Sony Alpha 7S
che consiglierei a chi vuole fare riprese a iso
molto elevati per esigenze particolari; questo
apparecchio permette di ottenere buoni risultati fino a 10.000 iso.
Per quanto riguarda gli
accessori, slider, gimbal,
rig, cosa ci consigli?
Per quanto riguarda gimbal, ho una buona
conoscenza del mercato perché li abbiamo
provati quasi tutti. Sturdycam è un prodotto
che offre un buon livello di qualità-prezzo ed
è anche italiano! Questo apparecchio può ri-
31
PANASONIC GH4
spondere bene alle esigenze dei consumatori,
ma durante i test ci siamo accorti che è un
po’ complesso da settare; abbiamo segnalato
all’azienda che sono necessari alcuni accorgimenti e i nostri consigli sono già stati presi in
considerazione.
Questo Gimbal deve combattere con altri prodotti di prezzo molto superiore come: Movi
M5, DJI Ronin e Skyglade.
Il DjI Ronin funziona molto bene, ma non è
consigliabile a causa del peso eccessivo: 5kg
solo di struttura! Con questo gimbal in mano
è quasi impossibile lavorare per più di qualche
minuto se non utilizzando un easy rig.
A questo punto, però, sommando il costo del
Ronin e dell’easy rig si supera il costo del Movee M5 che è il Gimbal che mi sento di consigliare perché reputo che sia il migliore. L’M5,
provato con Canon C100 e ottica prime, ha
reso perfettamente sforando il peso dichiarato di portata senza il minimo problema.Per
quanto riguarda rig , abbiamo a disposizione
un’ampia scelta di prodotti di buon livello.
Se, però, siete dei precisini che vogliono uno
spallaccio funzionale e che pensano al futuro,
Zacuto è la risposta giusta perché cambiando
dei semplici pezzi si potrà adattare lo stesso
rig, ad una macchina che deve ancora essere
prodotta. Si tratta di un ottimo brand; è vero
che si fa pagare, ma produce bene ed è davanti a tutti.
Per quanto riguarda gli slider, se si vogliono
utilizzare a livello professionale, bisogna avere delle accortezze tecniche; per esempio una
frizione che crei resistenza e un movimento
più fluido come quelli prodotti da Kessler.
Per concludere, se tu
dovessi consigliare un
kit completo per riprese
video, per esempio a
un matrimonialista,
cosamsuggeriresti?
Pensando a un videomaker specializzato in
matrimoni o videoclip, suggerirei una Canon
C100 Mark II, uno spallaccio recoill della Zacuto, il cavalletto HST3 Slidekamera e un pocket dolly slider Kessler. Se il budget di spesa
fosse più limitato, consiglierei sicuramente
una Panasonic GH4.
http://www.ulisseproject.de/
32
Sensore Sensore digitale Live
MOS da 16,05 Megapixel
Risoluzione max 4k
Frame rate max 96 fps a
1080p
Formato Mov/Mp4/Avchd
Display Monitor OLED con
comando a tocco statico da 3”
regolabile
Innesto ottiche Panasonic
Lumix
Messa a fuoco Sistema AF a
Contrasto
Iso 200-25,600
Peso 560g incluse le batterie
Supporto di registrazione sd, sdhc e
sdxc
BLACKMAGIC
Sensore 12,48 millimetri x 7,02
millimetri
Risoluzione max 1920 x 1080
Frame rate max 30fps a 1080p
Formato CinemaDNG (RAW), Apple Pro
Res (Mov)
Display lcd integrato da 3.5”
Innesto ottiche Attacco micro 4/3
Messa a fuoco Automatica
JVC GY-LS300CHE
Perché sceglierla
Piccola ma potente, registra in 4k e
realizza anche un ottimo slow motion
in Full HD. In più è una mirrorless e si
possono fare anche le foto.
Iso 200-1600
Peso 355g
Supporto di registrazione SD,SDXC e
SDHC
Perché sceglierla
Per le sue dimensioni e soprattutto perché
può girare video in RAW con un range
dinamico di 13 stop.
Sensore JVCKENWOOD Altasens 4K CMOS Super 35
Risoluzione max 4K
Frame rate max 60fps a 1080p
Formato MOV (H.264), MTS (AVCHD)
Display Display
LCD da
3,5”
Innesto
ottiche
Micro
Quattro Terzi
Messa a fuoco Autofocus
Iso Dato non disponibile
Peso Dato non disponibile
Supporto di registrazione Doppio slot
SDHC / SDXC
Perché sceglierla
Compatta, conveniente e ad alta
definizione.
EOS C100 MARK II
Sensore Sensore CMOS Super 35 mm da
8,3 MP
Risoluzione max 1920x1080
Frame rate max 60fps
Formato AVCHD/MP4
Display Display OLED LED da 8,8 cm
visualizzazione al 100%
Innesto ottiche EF Canon, compresi obiettivi
EF-S e EF Cinema
Messa a fuoco Automatica Dual Pixel CMOS;
Face Detection AF
Iso 320 - 102,400
Peso 1125 g solo corpo
Supporto di registrazione
Scheda SD/SDHC/SDXC (2
slot per scheda)
Perché sceglierla
Per la possibilità di
girare a sensibilità iso
altissima e per poter
sfruttare il parco ottiche
Canon con un’ottima
ergonomia rispetto
alle reflex. In più c’è
anche l’autofocus.
SONY PXW-FS7
Sensore CMOS Exmor tipo Super35
Risoluzione max 4k
Frame rate max 4k a 60fps o
180fps a 1080p
Formato XAVC e MPEG-2 HD 422
e RAW 4K/2K tramite registratore
RAW AXS-R5
Display LCD integrato da 3,5”
Innesto ottiche Sony Alha
Messa a fuoco Automatica
Iso Iso 2000
Peso Circa 2,0 kg (solo corpo) Circa
4,5 kg (con Viewfinder, oculare, Grip
Remote Control, batteria BP-U30,
ottica SELP28135G e memory card
XQD)
Supporto di registrazione 2 slot XQD
e 1 SD (per i dati di configurazione)
Perché sceglierla
Offre tutto quello che si può
chiedere: 4k, raw e diverse
possibilità di frame rate.
GOPRO HERO 4 BLACK EDITION
Sensore 1 / 2,3 pollici di tipo 4: 3 da 4.000 x 3.000
pixel
Risoluzione max 4k
Frame rate max 120fps a 1080p
Formato H.264 codec, formato file .mp4
Display No, bisogna montare un accessorio
opzionale
Innesto ottiche Lente incorporata interamente in
vetro, campo visivo ultra-grandangolare f 2.8
Messa a fuoco automatica
Iso 100-6400
Peso Videocamera: 88g, videocamera con custodia:
152 g
Supporto di registrazione Una porta per microSD
Classe 10 o UHS
Perché sceglierla
La migliore action cam, si adatta a qualsiasi
situazione e ha una qualità sorprendente.
33
IL WEDDING BOOK
NELL’ERA DELL’HD
L’unione fa la forza. Soprattutto quando insieme sono
Graphistudio e Canon. E pure quando alla creatività si aggiunge
una macchina da stampa digitale “da guerra”
di Osvaldo Esposito
I
l made in Italy è universalmente riconosciuto come marchio distintivo della nostra creatività, in ambito architettonico, nella moda e nel
design. In campo tecnologico però i brand giapponesi hanno un ruolo
primario, ma il teorema “la potenza è nulla senza il controllo” sembra
offrire il guanto di sfida alle nostre tradizioni che affondano le radici
nell’artigianalità della produzione secondo uno stile e una connotazione caratterizzati dal design. La potenza di Canon, che dopo diversi anni
di studi e ricerche ha messo a punto una delle macchine da stampa
digitale più performanti di tutti i tempi, la DreamLabo, ha sposato recentemente il “controllo”, ovvero la creatività di Graphistudio, azienda
leader italiana nella creazione di album libro di altissima qualità.
Una delegazione di tecnici nipponici ha visitato gli stabilimenti Graphistudio dove nei giorni scorsi è stata allestita la prima DreamLabo pronta a entrare in funzione con il costante supporto di tutto lo staff creativo,
al fine di trovare nuovi spunti produttivi per il mercato degli album libro.
Torna così protagonista il made in Italy, nelle produzioni dei photobook
34
più belli del mondo, realizzati ad Arba, in provincia di Pordenone. Graphistudio è un’azienda basata sull’approccio visivo, nata negli anni
ottanta come agenzia creativa dall’unione di
tre soci, Tullio Tramontina, Maurizio Corazza
ed Enzo Piazza, ciascuno con un ruolo tagliato su misura: creativo il primo, produttivo il
secondo, tecnologico il terzo. Un insieme di
conoscenze che ha tenuto a battesimo l’inizio
di una nuova era nella realizzazione di book
fotografici grazie all’intuizione e al brevetto
sulla rilegatura capace di mostrare l’apertura
piana della doppia pagina, senza la fastidiosa
scanalatura centrale. Negli anni 2000 una visione decisamente internazionale ha portato
il marchio Graphistudio al di fuori dell’Europa, oltre oceano, dove ha saputo ritagliarsi un
ruolo da protagonista. L’invenzione dell’album
libro è stata una scelta determinante per la
crescita del brand. Una vision aperta e un
occhio di riguardo per la qualità nei dettagli hanno assicurato il valore percettivo utile
a raggiungere una posizione da leader. Oggi
Graphistudio conta 200 dipendenti composti al
70 per cento da donne con un’età media sotto i
30 anni, operanti nello stabilimento di Arba su
una superficie di 10.000 metri quadrati.
L’impegno sul fronte della formazione, utile a
fidelizzare i fotografi più innovativi e a mantenere viva l’attenzione sull’eccellenza in ambito
fotografico, ha portato l’azienda a organizzare numerosi corsi, workshop e mostre con la
collaborazione di artisti di fama mondiale in
alcune location di prestigio come il castello
Ceconi, splendido maniero neo gotico posto
in una scenografia montana di grande effetto,
al quale è stato aggiunto di recente il Palazzo D’Attimis, sempre a pochi chilometri dalla
sede dell’azienda; un edificio del ‘500 che porta con sé tutto il fascino della nobiltà veneziana di allora, dove stucchi, marmi e gli alti soffitti dei saloni da ballo costituivano l’ossatura
delle dimore patrizie, utilizzato adesso per
eventi culturali e mostre fotografiche.
Graphistudio ha concretizzato un sogno inseguito da tempo con l’Accademia di fotografia
Conte Ceconi, destinata ad accogliere fotografi da tutto il mondo: una nuova casa dove
interagire, crescere e migliorare costantemente. Un luogo dove dar vita a un network
di professionisti guidati dal medesimo approccio, orientati a condividere idee e a cooperare per creare nuove vie di interazione. Ma
dietro a un’azienda di successo vi sono anche
strategie di marketing mirate che hanno sicuramente contribuito a segnare il percorso.
Ce ne parla Dario Righetto, Global Marketing
Director di Graphistudio.
“Abbiamo raggiunto risultati molto interessanti negli ultimi anni. Siamo presenti con
uffici di rappresentanza in Spagna, Francia,
Inghilterra, Australia e Nord America, servendo oltre 60.000 fotografi professionisti in
54 Paesi. Il Nord America rappresenta un territorio abbastanza significativo per noi, dato
che esportiamo lì il 50 per cento delle nostre
produzioni. A livello globale abbiamo saputo
posizionare il nostro brand puntando sulla
tradizione unita all’innovazione. Tradizione
nella scelta e nella lavorazione dei materiali,
secondo schemi artigianali riconosciuti, innovazione nel design e nell’impostazione di
un’immagine d’alto profilo. Tanto che molti
fotografi di fama internazionale sono diventati
nostri testimonial, primo tra tutti Yervant, riconosciuto come uno dei wedding photographer
più influenti dell’ultimo decennio, ispiratore di
Takao Hada, vicepresidente della Canon,
ha incontrato personalmente Tullio
Tramontina, patron di Graphistudio,
presso lo stabilimento di Arba
una collezione a lui dedicata”.
Le numerose varianti delle collezioni permettono una personalizzazione quasi maniacale
dell’album libro, dal book alla scatola di contenimento.
“Ai nostri fotografi offriamo stile e design mai
banalmente standardizzati – continua Righetto - Grazie a un ingegnoso sistema componibile è possibile personalizzare in ogni dettaglio
le singole collezioni. Il fotografo può comporre
il proprio book mettendo insieme i vari moduli
così come si fa con i mattoncini Lego, con una
semplicità mai vista prima. Il processo continua con la custodia, diventata importante tanto quanto l’album e personalizzabile in base
alle esigenze del cliente”.
Tra lavorazione artigianale e automazione è
stato raggiunto un buon equilibrio puntando
comunque all’innovazione. Una scelta determinante che ha portato Canon sulla strada di
Graphistudio, un incontro decisivo per tracciare il futuro della stampa digitale di qualità nella produzione di book fotografici. Tullio
Tramontina, CEO di Graphistudio, ha dichiarato: “Con la stampante Canon DreamLabo il
salto di qualità è paragonabile al passaggio
tra il tubo catodico e gli schermi HD. Presto i
36
processi chimici di stampa su carta fotografica non avranno più senso”. Con la nuova ammiraglia di casa Canon ne beneficia anche la
sostenibilità ambientale, visto l’abbattimento
totale dei costi relativi allo smaltimento dei
materiali di consumo. Come sottolineato da
Massimiliano Ceravolo, direttore del Professional Imaging Group: “La qualità tecnologica dei sensori ha raggiunto uno standard tale
da richiedere un nuovo modo di pensare alla
riproduzione fisica delle opere fotografiche,
oggi finalmente possibile con DreamLabo”.
Questo matrimonio è nato dopo una lunga
frequentazione tra Graphistudio e Canon.
Qualche anno fa gli ingegneri giapponesi organizzarono un meeting, in Germania, con un
pool di aziende europee per dei feedback sullo
sviluppo di una nuova tecnologia di stampa,
invitando i tecnici dell’azienda veneta. Dopo
molteplici incontri, tanti dettagli analizzati e
denaro speso per lo sviluppo e la ricerca, oggi
Canon ha messo a punto il modello che trasformerà le produzioni Graphistudio. “Insieme
porteremo il mercato del photobook su un altro livello, impensabile fino ad ora; guardiamo
a un futuro che va oltre la carta fotografica. –
afferma Righetto. - Con DreamLabo possiamo
ottenere in stampa un dettaglio ultradefinito,
saturo, pieno, rispondente ai colori visibili sullo schermo. Lavoreremo a stretto contatto con
un gruppo di ingegneri provenienti da Tokyo,
in pianta stabile ad Arba, per sviluppare le
contaminazioni necessarie a ottenere risultati
inesplorati. Prevediamo di progettare soluzioni mai viste prima, alfabetizzando nuovi mercati con un unico mantra: la qualità artistica.
Lo sviluppo, mi piace ricordarlo, avviene in totale sincronia con la clientela, composta dai
fotografi professionisti che costantemente interagiscono con il nostro staff di ricerca attraverso i social network. In particolare abbiamo
creato delle community chiuse, su Facebook,
in cui le discussioni si sono rivelate estremamente trasparenti. Qui i clienti vivono una percezione reale della nostra filosofia aziendale,
in un’agorà virtuale molto attiva che li rende
partecipi nelle relazioni con i nostri creativi
addetti alla prototipazione dei prodotti da portare in produzione”.
Canon DreamLabo 5.00
Diventa finalmente operativa la stampante di Canon
dedicata ai grandi laboratori. DreamLabo 5000 utilizza la tecnologia delle testine fine ad alta densità
per soddisfare le esigenze di stampa più complesse.
Sono ben sette le testine in linea fissa, dotate di un
alto numero di bocchette da 2.400 dpi, che consentono l’erogazione di elevate quantità d’inchiostro sul
supporto di stampa in un solo passaggio, migliorando
velocità ed efficienza. DreamLabo 5000 riesce a produrre 2.330 stampe 10x15 all’ora e può stampare in
fronte retro circa 1.000 pagine A4 in un’ora. Caratteristiche interessantissime per i laboratori desiderosi di
stravolgere la produzione di album fotografici con una
qualità da plotter. Inoltre la macchina è dotata di uno
scanner ad alta risoluzione integrato che garantisce il
controllo preciso della posizione di stampa.
In aggiunta agli inchiostri di quadricromia, sono utilizzate cartucce dye ciano fotografico, magenta fotografico e grigio per riprodurre una gamma di sfumature
ancora più ampia e ottenere un controllo dei colori
più preciso. Questi sette consentono di ottenere foto
a colori e in bianco e nero con gradazioni extra fluide e
toni della pelle molto realistici; in aggiunta con il grigio è possibile ottenere una riproduzione cromatica
stabile e colori meno dominanti.
Altro punto di forza della macchina è l’alimentazione con un secondo rotolo sostituibile al termine del
primo senza causare interruzioni al flusso di stampa.
Specifiche tecniche
Tecnologia di stampa: a getto d’inchiostro
Risoluzione: 2400 x 1200 dpi
Formato stampa: 305 mm x 635 mm
Inchiostri di tipo dye: Nero, ciano, magenta, giallo,
ciano fotografico, magenta
fotografico, grigio
Alimentazione: 2 rotoli caricabili o 4 con paper deck
opzionale
Fascicolatrice a 10 scomparti
www.canon.it
37
NOVITÀ TRIDIMENSIONALI
I progressi tecnologici della stampa in 3D stanno
rivoluzionando il mercato. Le stampanti permettono infatti di
utilizzare i materiali più disparati e, a breve, il colore
di Osvaldo Esposito
L
a tecnologia inarrestabile dei makers, gli artigiani del nuovo millennio, sta rendendo il mercato dei gadgets personalizzabili una fucina
di idee innovative alla portata di tutte le tasche. Dalle stampe tradizionali e dai fotogadget siamo passati poco a poco alle riproduzioni su
supporti speciali, adesivi, tessili, rigidi, che hanno arricchito le possibili
combinazioni da proporre alla clientela con un valore aggiunto determinato dalla personalizzazione in ogni dettaglio: uno dei punti di forza
che hanno determinato la diffusione di plotter, stampanti sublimatiche,
flatbed, incisori, frese e, da poco meno di un anno, delle stampanti 3D.
Queste ultime stanno rivoluzionando il mercato in tutti i settori, con
un’evoluzione senza precedenti.
La stampante 3D incarna l’essenza dell’artigiano tecnologico, dal manufatto creato virtualmente e visibile sullo schermo del pc al prodotto
finito, tangibile e adattabile a qualunque esigenza. Nate inizialmente
con ugelli in grado di fondere filamenti di pla (plastica biologica), oggi
ne esistono modelli di tutte le dimensioni che permettono di utilizzare
i materiali più disparati, dalle leghe metalliche al cemento e perfino
38
cioccolato e zucchero.
Rappresentano senza dubbio una delle soluzioni più affascinanti per produrre oggetti
realizzabili a vista.
I fotografi faranno bene a monitorare le stampanti 3D che offrono diversi spunti professionali alla nostra attività. Con la diffusione di
questa tipologia di macchine stanno crescendo anche esigenze legate all’acquisizione di
fotografie per l’elaborazione tridimensionale.
Un percorso che i ragazzi di Scanlab (www.
scanlab.it) hanno seguito fin da subito, specializzandosi nella scansione e nel rilievo fotogrammetrico, ma una volta acquisita confidenza con la tipologia di prodotto ne
hanno tirato fuori ben più di una
semplice intuizione.
Adesso collaborano ad esempio con un’azienda che sviluppa animazioni digitali per la tv e
hanno messo in cantiere la produzione di un
progetto per produrre film con soggetti virtuali, mentre con le stampanti 3D hanno già da
tempo adottato il selfie tridimensionale, riproducendo mini personaggi con le sembianze
del cliente. Da qui è nata l’idea del cake topper
3D, ovvero la riproduzione realistica della coppia di sposi, da porre in bella vista sulla torta.
Una genialata che i fotografi più intraprendenti potranno proporre alla clientela come valore aggiunto al servizio tradizionale.
I settori in cui una stampante tridimensionale può fare la differenza sono tanti, alcuni di
questi al momento sono ancora in una fase
sperimentale, ma fanno ben sperare per il
futuro. Barilla ad esempio sta testando una
macchina che produce pasta personalizzabile
à la carte, per offrire una piatto all’avanguardia nei ristoranti più blasonati. Il mercato alimentare passa anche attraverso la pasticceria: come la dolceria Bonajuto di Modica, in
provincia di Ragusa, nota per il cioccolato doc,
che ha stretto accordi con una start up locale
per produrre pasticcini di cioccolato in piccola
serie realizzati con una stampante modificata.
Presto il campo d’azione si allargherà a mac-
chia d’olio. Da Torino il designer Michele Anoè
ha progettato la prima auto stampata in 3D,
si chiama Strati, è modulare e sarà prodotta
a Chicago, mentre la Nasa sta sperimentando una stampante sulla stazione orbitante a
disposizione degli astronauti. In Texas c’è già
un prototipo che sforna pizze su misura, mentre in campo medicale le stampanti 3D hanno
avuto un successo immediato per la possibilità di poter realizzare protesi su misura. Glenn
Green è un chirurgo che ha impiantato per
primo una trachea stampata in 3D a un neo-
Ortesi di una mano nata dalla
collaborazione tra Gruppo CRP e Mhox
Design (che si è occupato di scansione e
modellazione), stampata con tecnologia
SLS (Sinterizzazione laser selettiva)
impiegando il materiale
Windform GT
39
Roland
nato di sei settimane.
Dalle microproduzioni alle costruzioni edili, anche la costruzione di case usufruisce di
questa tecnologia. Wasp è l’idea concettuale
messa a punto da un’azienda emiliana, il progetto prevede una gigantesca stampante capace di costruire una casa. Anziché filamenti
di plastica, la stampante deposita strati di argilla o cemento uno sull’altro tramite l’ugello
di uscita collegato a una speciale betoniera e
gestito da un computer.
Un ultimo appunto, per chi pensa che la stampanti tridimensionali siano un prodotto inaccessibile, esiste un progetto realizzato con i
mattoncini Lego da un ingegnere americano,
a dimostrazione che il concetto funzionale è
comunque basato su movimenti elementari di
un ugello di stampa sugli assi x, y e z.
Dopo una panoramica sulle possibilità offerte da questa tecnologia passiamo alle novità
che interessano maggiormente chi opera in
campo fotografico.
Una delle aziende più attive sul fronte dell’artigianato tecnologico è la Roland (www.rolanddg.it), da tempo impegnata, tramite il suo
portavoce Giovanni Re, sul fronte della formazione per tutti quelli che si occupano di prototipazione, stampa digitale e grafica. L’azienda,
nota ai fotografi per i suoi plotter da stampa e
taglio, ha iniziato un percorso specifico qual-
40
che anno fa con le frese digitali per incidere
piccoli manufatti, o per effettuare riproduzioni fotografiche su medagliette e trofei tramite
la microincisione. Oggi in catalogo propone
due modelli molto interessanti facenti parte
della serie monoFab.
SRM-20 è un modellatore 3D da tavolo a tecnologia sottrattiva, funziona cioè con una fresa dotata di un mandrino di modellazione e
meccanica di alta precisione. Può fresare una
grande varietà di materiali per la prototipazione come legni chimici, resine acriliche, PCB,
resine in ABS e cere da modellazione. ARM-10
invece è la prima stampante tridimensionale
a tecnologia additiva prodotta da Roland. È
equipaggiata con una lente di proiezione brevettata antiopacità, installata su un apposito
proiettore e funziona con la resina imageCure
di Roland. La luce UV emessa dal proiettore polimerizza la resina acrilica, che diventa
semi trasparente e permette successive lavorazioni. La lampada UV solidifica la resina
acrilica strato dopo strato, permettendo di
realizzare anche le forme più articolate.
Grazie al sistema di proiezione sul piano possono essere realizzati più oggetti contemporaneamente all’interno della stessa area di
lavoro, migliorando l’efficienza e la produttività della stampante 3D.
La californiana Airwolf (http://airwolf3d.
com/) ha messo a punto un modello in grado
di produrre oggetti con più di 25 materiali diversi. Vestito, scarpe, occhiali, borsetta e monili della testimonial Sandy, denominata “the
material girl”, fanno intuire facilmente quale
possibilità di business si celino dietro questa
tecnologia. Interessante notare che Airwolf
HDR sfrutta il cloud senza necessità di installare software sul computer.
I prodotti presentati dalla testimonial del
gruppo californiano sono fatti in ABS, TPU, e
TPE, gli accessori invece sono in copperfill,
stainless steel fill, t-glase, nylon, policarbonato, laywood, pet e pla.
Insomma, portachiavi, portafoto, soprammobili, braccialetti, monili, cover per telefoni, occhiali stilizzati, ma anche scatole porta
oggetti, ricambi e accessori sono solo alcune
delle possibili produzioni ottenibili con una
stampante 3D, che certamente entrerà presto
a far parte della dotazione di base di qualunque laboratorio o studio fotografico che voglia
stare al passo con i tempi. Se vi mancano le
Airwolf
41
idee non è un problema, ormai in rete esistono
centinaia di community di utenti in cui troverete un’infinità di oggetti già disegnati e pronti
da stampare.
Se avete un budget ridotto all’osso e volete togliervi lo sfizio di provare la stampa tridimensionale XYZPrinting (http://eu.xyzprinting.
com/) ha lanciato un modello base estremamente competitivo: la DaVinci Junior stampa
un volume di 15 x 15 x 15 centimetri e costa
appena 349 dollari.
La novità di quest’anno riguarda però la stampa a colori, per ora resa possibile dalla Spectrom, ma c’è già un marchio ben più noto ai
professionisti della fotografia, che presto po-
Spectrom
XYZPrinting
Voxel8
42
Fuel3D Scanify
trebbe presentare la sua prima stampante 3D
a colori: Hewlett Packard. La società leader
nel settore dei plotter fotografici sta lavorando su una tecnologia denominata 3D Multi
Jet Fusion che permette di stampare oggetti
più dettagliati e a colori, grazie a materiali di
stampa contenenti coloranti in ciano, magenta, giallo e nero che possono essere applicati
separatamente e in quantità variabile. I primi
prototipi sono attesi per il 2016.
Infine vale la pena presentare Voxel8 (http://
www.voxel8.co/), che ha annunciato una
macchina ibrida molto interessante: stampa la plastica fusa, includendo nel processo
anche l’inchiostro conduttivo, permettendo dunque di creare prototipi elettronici già
pronti all’uso. La macchina costerà circa
9.000 dollari.
A parte la stampante, se già lavorate in 3D vi
occorre un sistema affidabile per acquisire
le immagini. La risposta arriva da un’azienda appena nata che ha chiuso con
successo una campagna di raccolta
fondi su Kickstarter. Fuel3D Scanify (https://fuel-3d.com/) è
uno scanner tridimesionale
full color, disponibile a 1.490
euro, dotato di un’accurata precisione e facilmente utilizzabile da
chiunque, basta puntarlo sul soggetto e
girargli intorno per ottenere la texture 3D.
Scanify è dotato di due fotocamere poste a
una distanza prestabilita l’una dall’altra per
acquisire foto su più fronti.
43
OBIETTIVI RAGGIUNTI
Realizzati per i fotografi che vogliono il meglio, ce n’è
per tutti i gusti, dal grandangolo al “tele”. Ecco le loro
principali caratteristiche e un motivo in più per sceglierli
di Diego Papagna
Samyang 14 mm f/2.8 IF ED UMC Aspherical
Lunghezza focale: 14mm
-Apertura diaframma: f/2.8 – f/22
-Distanza minima messa a fuoco: 0,28m
-Diametro filtro: Non può montare filtri nativamente
-Peso: 535g
Perché sceglierlo:
Super grandangolo a un prezzo ragionevole
con costruzione, colori e definizione ottime.
Canon EF 24-70mm f/2.8L II USM
-Lunghezza focale: da 24 a 70 mm
-Apertura diaframma: f/2.8 – f/22
-Distanza minima messa a fuoco: 0,38m
-Diametro filtro: 82mm
-Peso: 805g
Perché sceglierlo:
Dotato di un sistema AF particolarmente efficace,
in più ha un ottimo e nuovo sistema
di stabilizzazione, nitidezza a tutte le focali.
44
Sigma 35mm f/1.4 DG HSM Art
-Lunghezza focale: 35mm
-Apertura diaframma: f/1.4 – f/16
-Distanza minima messa a fuoco: 0,3m
-Diametro filtro: 67mm
-Peso: 665g
Perché sceglierlo:
Un classico della fotografia, nitidezza e
uno sfocato eccellente. Particolarmente
efficace a distanze ravvicinate (la distanza
di messa a fuoco minima è 30 cm).
Zeiss Otus 1.4/85
-Lunghezza focale: 85 mm
-Apertura diaframma: f/1.4 – f/16
-Distanza minima messa a fuoco: 0,8m
-Diametro filtro: 86mm
-Peso: ZF.2 1150g - ZE1200g
Perché sceglierlo
Zeiss lo definisce il
miglior teleobiettivo
corto del mondo,
una perla assoluta
per gli amanti del
dettaglio.
Tamron SP 90mm F2.8 Di VC USD
Macro 1:1
-Lunghezza focale: 90mm
-Apertura diaframma: f/2.8 – f/32
-Distanza minima messa a fuoco: 0,3m
-Diametro filtro: 58mm
-Peso: 550g
Perché sceglierlo:
Uno dei migliori obiettivi macro sul mercato,
con un ottimo sistema di stabilizzazione e un
rapporto qualità prezzo impareggiabile.
AF-S Nikkor 14-24mm f/2.8G ED
-Lunghezza focale: da 14 a 24 mm
-Apertura diaframma: f/2.8 – f/22
-Distanza minima messa a fuoco: 0,28 m (con
lunghezza focale di 18-24 mm)
-Diametro filtro: Non può montare filtri
nativamente
-Peso: 970g
Perché sceglierlo:
Probabilmente il miglior zoom full-frame
ultragrandangolare, eccezionale nitidezza
a tutte le focali e distorsione dell’immagine
anche a 14mm praticamente assente.
45
AL SERVIZIO DELLA STAMPA
Una carta fine art giapponese inserita tra i patrimoni
dell’umanità dell’Unesco e la tecnologia ink jet di nuova
generazione per stampare dipinti storici
di Osvaldo Esposito
AWAGAMI FINE ART PAPER ANCHE IN ITALIA
L
e carte fine art giapponesi Awagami arrivano sul mercato italiano grazie ad Aproma, che distribuisce questi
supporti di stampa dal sapore orientale, completamente
hand made. Appositamente studiate e realizzate per coniugare la millenaria tradizione cartaria giapponese con le più
moderne esigenze in termini di stampa digitale di altissima
qualità, le carte Awagama washi sono prodotte con fibre naturali ultraresistenti che caratterizzano ogni singolo foglio.
Compatibili sia con inchiostri dye che pigment e adatte ad
applicazioni archival.
Awagami Factory è un marchio che ha sede a Tokushima,
Giappone, dove opera da ben 8 generazioni, con 300 anni
di storia produttiva alle spalle. Le carte sono realizzate con
tecniche antiche seguendo criteri di qualità e raffinatezza di
altissimo livello, per il mantenimento di un patrimonio arti-
46
gianale a tutela delle tradizioni nipponiche.
Washi è il nome della tipica carta giapponese prodotta utilizzando le fibre vegetali del gelso da carta o di altre piante
locali o da fibre di bamboo, canapa, riso e frumento che conferiscono diverse caratteristiche. Dal mese di novembre del
2014 questa modalità di lavorazione a mano della carta washi
è stata inserita tra i Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Il marchio Awagami garantisce i documenti al 100 per cento e
per questo è utilizzata da numerosi artisti, fotografi, designer,
rilegatori e conservatori in tutto il mondo.
Per mantenere viva la tradizione millenaria della lavorazione
a mano Awagami gestisce anche un museo della carta e organizza costantemente workshop internazionali dedicati alla
fabbricazione con tecniche manuali.
www.awagami.com
200 FAMOSI DIPINTI STAMPATI
DA AGFA GRAPHICS
I
mmaginate un museo con i pittori e le opere più importanti di tutti i tempi riuniti sotto
lo stesso tetto, da Rembrandt a Michelangelo,
da Picasso a Munch, Guernica o il Caravaggio,
un’esplosione di emozioni da lasciarvi senza fiato. Tutto questo è stato reso possibile in occasione di un evento straordinario organizzato in un
vecchio magazzino abbandonato e trasformato
in un museo moderno a Rotterdam, nei Paesi
Bassi, con la collaborazione di Agfa Graphics.
200 capolavori accuratamente selezionati sono
stati stampati in digitale su diversi tessuti telati
grazie alla tecnologia ink jet di Agfa. Le opere,
riprodotte in formato reale, esprimono tutta la
vivacità degli originali grazie anche all’illuminazione appositamente studiata.
La mostra, divisa in sette periodi storici, rappresenta un viaggio equilibrato nella grandiosità dell’arte. Anapurna M2500i è un sistema di
stampa a getto d’inchiostro UV con larghezza di
stampa di 2,5 m, dotato di 6 colori più il bianco
e di un caricatore automatico dei supporti (ABF)
progettato per produttori di insegne, tipografie
digitali, laboratori fotografici e laboratori serigrafici di medie dimensioni. M2500i è ideale
per le applicazioni da interni, esterni e di nicchia come riproduzioni artistiche, tappetini per
mouse, DVD, legno, decorazioni per edifici e per
interni, applicazioni lenticolari e molto altro.
“Siamo impegnati ad aiutare gli stampatori digitali a sfruttare al meglio la tecnologia per offrire
ai loro clienti la più ampia gamma possibile di
prodotti stampati. Siamo determinati a sviluppare la tecnologia che può aiutare gli stampatori
a trasformare le idee in realtà in modo efficiente
e vantaggioso”, ha dichiarato Willy Van Drom-
me, Direttore Marketing Inkjet Systems, Agfa
Graphics. Un aiuto sistematico per le stampe di
grande formato è ottenibile con l’ultima arrivata
della casa belga: Anapurna M2500i. Un plotter in
grado di stampare su materiali rigidi e flessibili,
inclusi cartoni, in modalità roll-to-roll e roll-tosheet. Le funzionalità di stampa su più supporti
contemporaneamente o la stampa senza bordi
aumentano ancora di più la produttività. Inoltre,
il caricatore automatico del supporto consente
la stampa di alti volumi di supporti di piccole dimensioni. Anapurna M2500i dispone di sei testine di stampa Konica-Minolta KM 1024i in scala
di grigi per il colore e di due testine KM 1024i per
il bianco. Stampa a una risoluzione massima di
1.440 x 720 dpi e a una velocità massima di 115
metri quadrati all’ora.
www.agfagraphics.com
47
HI-TECH
di Diego Papagna
UNA COVER UNICA
L
a startup francese Prynt ha realizzato una cover per
smartphone davvero unica che trasforma il telefono in
una mini fotocamera Polaroid.
La cover è infatti dotata di una piccola stampante, proprio come le vecchie Polaroid. Puntando sull’effetto nostalgia, le Polaroid sono infatti rimaste nel cuore di molti,
Prynt offre per circa 99 dollari una cover che si applica a
smartphone con display da 4 pollici in su in grado di contenere da 10 a 30 fogli stampabili e sfornare immagini in 30
LA REALTÀ VIRTUALE
V
ista in molti film, come il Tagliaerbe e Matrix, la realtà
virtuale non è più un utopia e i visori che ne permettono l’accesso sono il primo passo verso questo mondo.
Anche Carl Zeiss ha presentato il suo: VR One, un visore
per la realtà virtuale da 99 euro.
Simile nella forma a Oculus Rift (probabilmente il più famoso) e al Samsung Gear VR, come quest’ultimo funziona
in accoppiata con uno smartphone, da inserire all’interno
del visore grazie a particolari alloggiamenti specificamente progettati per i vari dispositivi.
Per il momento il supporto è fornito solo agli smartphone
con una diagonale compresa tra i 4,7 e i 5,2 pollici, ma in
futuro potrebbe essere estesa la compatibilità anche ad
altri dispositivi.
Proprio lo smartphone gioca un ruolo fondamentale, infatti insieme al visore Zeiss verrà fornita una custodia rigida
per alloggiare lo smartphone, con aperture per accedere
al connettore di ricarica e all’ingresso audio che, utilizzando i propri sensori di movimento, sarà in grado di seguire
la scena virtuale a ogni spostamento del volto umano.
Due le applicazioni disponibili per il download da iTunes e Google Play, per controllare il visore, mentre Zeiss fornisce anche dal proprio sito un SDK
agli sviluppatori per permettere la
creazione di giochi e applicazioni
dedicate.
48
secondi; dopo 30 foto la batteria va ricaricata.
La stampante potrà collegarsi via Bluetooth ai cellulari, ma
quando il terminale è inserito nella custodia potrà avvalersi
anche di una connessione cablata, per velocizzare la stampa. Il team aggiungerà inoltre l’applicazione dedicata all’accessorio: quando una foto verrà scattata tramite Prynt, la
app registrerà un video dei momenti precedenti e successivi
alla foto. Quando la foto verrà ripresa dalla camera del telefono, il video così registrato partirà in automatico.
DRONE PER SELFIE
L
a raccolta fondi su Kickstarter era fissata a 125mila
sterline, ne ha raggiunte quasi 2 milioni. Al Ces 2015 di Las
Vegas verrà presentato Zano, il
primo drone nato per scattare
selfie. Piccolo ed estremamente
stabile, è dotato di una particolare funzione che permette di
bloccare l’inquadratura verso lo
smartphone che lo comanda.
Zano pesa solo 65 grammi e può
entrare nel palmo di una mano.
Il piccolo drone viene controllato tramite smartphone, attraverso il modulo WiFi integrato.
Il nano drone comunica quindi con lo smartphone, dal
quale riceve i comandi.
La sua particolarità sta nel fatto di essere in grado di volare e galleggiare stabilmente in aria in un punto pre-stabilito per scattare foto o registrare video in maniera del tutto
autonoma: utilizzando le modalità “Free Flight” e “Capture”, Zano mantiene l’altezza prefissata, mentre in modalità
“Follow me” mantiene la distanza dallo smartphone e segue l’utente, evitando allo stesso tempo gli ostacoli.
Questo piccolo quadricottero è dotato, come molti altri
dispositivi simili, di una videocamera da 5 megapixel in
grado di acquisire foto in JPEG e video di qualità HD inizialmente a 30fps 720p e in futuro tramite update a 1080p
30fps and 720p 60fp.
Un mini drone accessibile a tutti, che non necessita di alcuna conoscenza di volo. Sarà sufficiente solo una buona
padronanza con il vostro smartphone.
JPEG,ADDIO?
N
on c’è dubbio
che il JPEG sia il
più noto e diffuso file
d’immagine in circolazione, apprezzato
soprattutto per la sua
compatibilità tra sistemi diversi e per le sue
ridotte dimensioni.
Tuttavia, i suoi artefatti causati dalla
compressione e le
limitazioni dell’utilizzo
di soli 8-bit sono ben
lontani dal renderlo
un file perfetto.
Nel corso degli anni
molti formati sono
stati presentati come
alternative fornendo anche la stessa
compressione e
qualità superiore, ma
nessuno si è ancora
avvicinato a insidiare il
JPEG. BPG è l’ultimo
formato nato per sfidarlo. Fabrice Bellard
ha sviluppato il BPG
acronimo di Better
Portable Graphic,
che offre una serie di
miglioramenti rispetto
al JPEG.
Bellard spiega che
il nuovo formato
permette di memorizzare file con la stessa
qualità dei JPG in
metà spazio e a parità
di peso con un sostanziale miglioramento
della qualità.
Il BPG ha anche altre
diverse caratteristiche
che lo rendono attraente: può essere supportato da browser e
siti web appoggiandosi a un minuscolo
decoder Javascript,
supporta gli stessi
metodi colore del
JPG, il canale alpha e
riduce gli artefatti ge-
nerati dagli algoritmi
di compressione.
Supporta nativamente
immagini a 8 o 14 bit
per canale, immagini
con compressioni
lossless e la gestione
di metadati (EXIF, profili ICC, XMP, ecc.).
Questi miglioramenti
sostanziali rispetto al
JPEG fanno del BPG
un’alternativa attraente, ma il problema
nell’uso di un formato
diverso dal JPEG è
che la sua diffusione
richiederebbe anni e
creerebbe problemi di
incompatibilità con i
software esistenti. Le
basi ci sono, vedremo
se il BPG riuscirà a
insidiare il JPEG.
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“social” degli sposi e soddisfa quelle
pratiche: mostrare in modo sicuro le foto a
tutti, parenti ed amici, anche quelli più
lontani!
Gli inviti e le password sono generati dal
sito e gestiti direttamente dagli sposi.
La Pubblicità è assicurata, con i vostri dati
e il link al vostro sito visibile a tutti gli invitati
degli sposi, l’equivalente di centinaia di
contatti.
Gli sposi, inoltre, potranno apporre
descrizioni alle foto, linkare l’eventuale
filmato e ricevere gli auguri e i commenti di
tutti gli invitati nell’apposito Guestbook.
My Wedding Book rimane disponibile
online per 12 mesi. Gli sposi potranno
rinnovarlo direttamente ogni anno con una
piccola quota.
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A vostra disposizione un’area di upload
riservata e l’archivio di tutti i Book da voi
realizzati.
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omaggio. Per saperne di più visitate l’Area
Fotografi del sito o contattateci.
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49
DAL WEB
UNA APP FODERATA
DI IMMAGINI
Come usare le fotografie scattate
con il cellulare? Su Picwant, un sito di stock, è
possibile venderle a un ottimo prezzo
di Monica Papagna
I
nsieme ai nuovi smartphone sono nate anche alcune opportunità di
business. Scattiamo continuamente foto con questi dispositivi, ma
cosa ce ne possiamo fare? Difficilmente riusciremo a venderle a qualche agenzia e altrettanto difficilmente usciranno dai nostri smartphone. Spesso le immagini rimangono lì, dentro al telefono, senza ottenere
nemmeno il diritto di essere stampate.
Stefano Fantoni, già country manager di Getty Images Italia, ha creato
un’app di stock per vendere immagini e video a giornali, aziende, blogger, agenzie e a chiunque abbia la necessità di contenuti realizzati con
gli smartphone, a un ottimo prezzo.
Tranquilli, non c’è da diventare ricchi, ma è un’ottima occasione per
50
guadagnare qualcosa da un archivio, magari
grande, che altrimenti rimarrebbe semplicemente inutilizzato.
Il funzionamento non è diverso da quello di
classici siti di stock. Si deve prima inviare una
candidatura con 10 immagini, poi se si viene
accettati si diventa Picker e si passa alla fase
successiva, cioè quella della vendita delle immagini. Si possono uplodare immagini creative, editoriali, foto di viaggio oppure, ovviamente, immagini di cronaca. Certamente quelle di
cronaca hanno il valore dell’immediato, ma
sono molto importanti in un mercato editoriale che sempre più spesso chiede ai propri
utenti di essere dei reporter.
Stefano Fantoni, Amministratore Unico di
Picwant, spiega: “La fotografia ha abbracciato il mondo mobile e le fotocamere integrate negli smartphone sono certamente le
più diffuse. È altrettanto vero che ci sono
fotocamere migliori sul mercato. Però il mio
smartphone è sempre con me, la mia reflex
no! E la qualità dei contenuti ripresi con i
nuovi dispositivi è sorprendente. Vengono
scattate e condivise online milioni di foto ogni
giorno. Picwant però va oltre la condivisione
ed è uno strumento che permette a chiunque
di guadagnare con le fotografie e i video realizzati con lo smartphone”.
Per saperne di più: http://picwant.com/
51
I LUOGHI
LEICA GALERIE,
100 ANNI DI FOTOGRAFIA
Sull’onda del centenario Leica apre il suo primo store
a Milano, uno spazio polivalente che veste i panni di
negozio, galleria e persino polo didattico
di Edoardo Sansonne
52
S
Nella pagina a fianco,
Oscar Graubner, Margaret
Bourke-White al lavoro
sul Chrysler Building,
New York 1934.
Sopra, Alfred
Eisenstaedt, Future
Ballerinas, New York,
New York 1937.
ono passati cent’anni da quando Oskar Barnack realizzò la Leitz Camera, la primissima
Leica per pellicola di formato 35 mm. Ma oltre
all’ingegno dei progettisti, sempre attenti all’innovazione, è stato l’estro dei grandi maestri della fotografia: Robert Capa, Alberto Korda, Nick
Út, Alfred Eisenstaedt a contribuire all’immensa
fortuna di Leica. Il 2014 è stato quindi un anno
di fuoco anche per Leica Camera Italia che ha
inaugurato lo scorso maggio la nuova Leica Galerie Milano, in via Mengoni 4. Lo spazio è in pieno centro, a due passi dal Duomo, una location
di prestigio per un marchio di prestigio.
Lo spazio si sviluppa su un’ampia superfice,
avendo il vanto di potersi sdoppiare in store e
galleria. Fino al 25 gennaio sarà infatti esposta
la raccolta “Le grandi fotografie di LIFE”, a cura
di Forma Galleria, che raccoglie una selezione
delle più significative fotografie pubblicate dalla storica rivista americana. Ad affiancare Leica
nell’organizzazione delle esposizioni un trittico
di rilievo: Contrasto, Fondazione Forma e Magnum Photos. Risultati garantiti. La porta è naturalmente aperta anche ai collezionisti, le opere presentate in galleria sono infatti liberamente
acquistabili, garantite e certificate.
Mostre, incontri e dibattiti sono il pane quotidiano di questo nuovissimo e sfavillante Cafè
Photographique, che dà la possibilità agli appassionati di fruire di opere significative e incontrare e confrontarsi con le più importanti
personalità del mondo della fotografia nazionale
e internazionale. La Leica Galerie è quindi uno
store, uno spazio espositivo, ma anche un polo
didattico. Sarà location di eccezione per la Leica
Akademie Italy, i whorkshops e le masterclasses vedranno come protagonisti i più autorevoli
fotografi, critici, photo-editor e professionisti del
panorama fotografico internazionale.
Ecco la fotografia vissuta e raccontata a 360 gradi, questo è il nuovo spazio di Leica: un melting
pot di storia, arte, conoscenza e innovazione.
Tutto a portata di mano.
53
UN PASSO NELLA STORIA
Henri Cartier-Bresson
UNA VITA DA REPORTAGE
Henri Cartier-Bresson è considerato il padre del
fotogiornalismo con scatti e ritratti che hanno documentato
la realtà e la storia attraverso il suo obiettivo
di Edoardo Sansonne
H
enri Cartier-Bresson è un mostro sacro del fotogiornalismo e del
reportage. Sotto la luce del suo immenso sguardo tutto scintilla,
ogni immagine diventa una storia, ogni storia si anima dei suoi
protagonisti, i suoi volti, i suoi personaggi. Il ritratto, non è semplice
inquadratura, è un eloquente racconto di vita.
Bresson è francese, nasce a Chanteloup-en-Brie nel lontano 1908. Il suo
primo approccio artistico avviene attraverso la pittura, affascinato dal
surrealismo si inserisce nell’ambiente grazie agli amici Jaques-Emile
Blanche e André Lhote. Manterrà un forte legame con il surrealismo
fotografico ispirato a Eugène Atget, contribuendo alla sua promozione.
La fotografia lo coglie quasi di sorpresa, fu uno scatto di Martin
Munkacsi a colpirlo nel profondo: “È stata quella foto a dar fuoco alle
polveri, a farmi venir voglia di guardare la realtà attraverso l’obiettivo”.
54
Decide dunque di acquistare la sua prima
macchina fotografica, niente di meno che una
Leica 35 mm con lente 50 mm, sarà la sua
fedele compagna per molti anni.
Verso la metà degli anni Trenta fa la
conoscenza di David Seymur ed Endré
Friedmann, che verrà poi ricordato col nome
di Robert Capa. Con i due amici si crea
un’empatia stimolante dove Bresson sviluppa
e affina il suo concetto di fotografia. Un giorno
sarà considerato il padre del fotogiornalismo.
Contemporaneamente lavora nel campo del
cinema, affiancando dapprima il regista Jean
Hyeres, Francia
55
UN PASSO NELLA STORIA
Renoir, arrivando sei anni più tardi a dirigere il
suo primo film: “Return to life”.
Con l’arrivo della seconda guerra mondiale
Bresson decide di arruolarsi nella resistenza
francese, documentando gli svolgimenti del
conflitto. Dopo essere stato catturato dai
nazisti evade al terzo tentativo da un campo di
prigionia, riuscendo a fotografare nel 1945 la
liberazione di Parigi. Con la fine della guerra
per Bresson arriva un periodo di intensa
attività: da un’esposizione personale al MOMA
di New York fino alla fondazione, in società con
gli amici Capa e Seymour, della famigerata
agenzia fotografica Magnum. Dopo aver
affrontato innumerevoli viaggi e reportage che
gli regalano una fama mondiale, a partire dal
1968 Bresson riduce la sua attività fotografica,
limitandosi perlopiù al ritratto: Truman Capote,
Il muro di Berlino
56
Coco Chanel, Marcel Duchamp, Martin Luther
King, Mahatma Gandhi ed Igor Stravinsky
sono solamente alcuni dei personaggi che il
fotografo ha trasformato in lastra fotografica.
Il fotografo secondo Bresson deve avere
sensibilità, intuizione e senso della geometria,
senza contare la fortuna. Se si considera
l’immensità del mondo che ci circonda e
quanto è infinitesimamente breve il quantitativo
di tempo rubato da uno scatto, la fortuna
è essenziale. Il luogo e il momento giusto
si possono ricreare, ma il gusto inimitabile
della spontaneità no. Bresson muore in
patria il 3 agosto 2004, all’età di 95 anni, ma
rimane una costante presenza nel panorama
fotografico contemporaneo, in questi giorni è
infatti esposta una raccolta dei suoi scatti più
significativi all’Ara Pacis di Roma.
L’Aquila, 1951
57
IL MOMENTO
DEI BILANCI
Per il secondo anno consecutivo, la convention annuale di ANFM (Associazione
nazionale fototografi matrimonialisti) si
terrà a Bologna.
Da giovedì 26 febbraio a domenica 1
marzo, presso Palazzo Gnudi, più di150
fotografi specializzati nella fotografia di
cerimonia, in modo particolare di matrimonio, affolleranno il palazzo cinquecentesco con attività culturali e didattiche inerenti la loro professione.
La cornice prestigiosa di Palazzo Gnudi
sarà il contenitore delle molte attività
culturali e didattiche previste dal programma. Tra i vari appuntamenti ci sarà
una giornata di workshop con il noto fotografo di origine russa, Emin Kuliyev,
una conferenza con l’affermato wedding
planner Angelo Garini, diverse attività
formative nell’ambito della realizzazione
di siti internet, tavole rotonde moderate
da importanti giornalisti con l’intervento
di alcuni fotografi associati, mostre fotografiche e molto altro.
La convention annuale è il momento dei
bilanci e delle previsioni future. Il primo
dato molto confortante è il numero degli
iscritti che è aumentato di anno in anno
fino ad arrivare alle soglie dei 400 iscritti
attuali. Un risultato che premia gli sforzi
profusi nell’organizzazione di workshop
(3 anfm in tour), contest ( 4 edizioni per
le foto e una per gli album), la contrattualistica e il servizio legale tramite l’avvocato dell’associazione.
Nel 2014 gli incontri formativi sono stati
molto frequentati e apprezzati. A maggio,
Davide Cerati, presso il suo studio a Mariano Comense, ha tenuto un workshop
sulla posa e sulla luce. L’entusiasmo è
58
stato notevole per aver potuto seguire
uno dei massimi fotografi di moda italiani. A ottobre è stata la volta di Salvatore
Dimino a Napoli, un interessantissimo
workshop sul gesto, la luce e la posa
nel matrimonio. Infine a novembre a genova con Julian Kanz abbiamo parlato
di ricerca del proprio stile e approccio
al matrimonio. Oltre agli ANFM in tour,
anche la convention è un appuntamen-
to fondamentale per la formazione, ogni
anno in questa occasione viene invitato
un master d’eccellenza.
ANFM è una realtà, non più solo una promessa; c’è ancora tempo per presentare
la propria richiesta di iscrizione e poter
essere presenti alla convention!
Glauco Comoretto
APPUNTI
mostre, concorsi e workshop
a cura di Edoardo Sansonne
Stefano Robino, Torino:
mattino tra edifici del Cottolengo
mostre
Veronica Gaido
“Grande Nibbio”
Galleria
Photo&Contemporary,
Bologna
dal 23 al 26 gennaio
ATMAN è un progetto
fotografico nato nel
2012 dall’unione di tre
elementi fondamentali
per l’autrice: l’anima,
l’acqua e il viaggio
inteso come maestro
di vita, l’elemento che
rompe la monotonia
e porta l’individuo a
confrontarsi con nuove
realtà o una nuova vita.
L’opera riassume in
60
sé il senso globale del
progetto, accostandosi
marcatamente allo
studio del movimento
proprio delle prime fasi
del futurismo.
Le grandi
fotografie
di Life
Leica Galerie, Milano
fino al 25 gennaio
Per buona parte del
XX secolo, i fotografi di
Life hanno raccontato
con le loro immagini
ogni aspetto della vita
umana. Dal 1936 la
rivista creata da Henry
Luce ha mostrato ai
suoi lettori le imma-
gini del nuovo secolo
avvalendosi dei più
talentuosi e autorevoli
fotogiornalisti che
hanno reso le sue
copertine memorabili.
Life è infatti diventata
sinonimo di un’estetica
raffinata e incisiva, la
cifra stilistica dei suoi
servizi è inconfondibile e tuttora continua
fonte di ispirazione. Ha
rappresentato una bella fetta della memoria
fotografica a stelle e
strisce che è divenuta
poi memoria fotografica del mondo intero
e che rivivrà eccezionalmente nella mostra
“Le grandi fotografie
di LIFE”. Tra gli scatti
esposti: le fotografie
di Alfred Eisenstaedt,
Margaret Bourke
White, Martha Holmes
e Milton Greene.
(The) Sound
of Silence
IED, Milano
fino al 13 marzo
È il tema del silenzio a
essere indagato dagli
studenti del Master di
Fotografia dell’Istituto
Europeo di Design. Per
la dodicesima edizione,
la coordinatrice e fotografa di spettacolo Silvia Lelli ha scelto come
tema finale del corso il
silenzio. Compito degli
studenti è stato quello
di ricercare, attraverso
il medium fotografico, il modo di dare
forma e significato a
questo elemento della
comunicazione – senza
di esso non esisterebbero parole dense di
contenuto.
Stefano Robino
CMC, Milano
fino all’8 febbraio
Le fabbriche, i treni, le
grandi navi, gli operai,
le periferie industriali.
È l’Italia della Fiat;
dell’incanto di fronte
alla Cristoforo Colombo che prende il largo;
delle mamme che
attraversano a passo
veloce gli stradoni di
Torino. Ma soprattutto
è l’Italia dei lavoratori,
di quegli uomini che
per la prima volta si
misurano con macchinari enormi, polmoni
instancabili che
alimentano fabbriche
sempre più grandi.
I lavoratori
del cibo
Museo del Risorgimento, Milano
fino al 29 marzo
È un racconto fotogra-
fico e video dedicato
al lavoro della terra.
Al Museo del Risorgimento (Palazzo Moriggia, fino al 29 marzo)
va in scena la narrazione per immagini dei
mestieri, tra attività,
lotte e diritti, che
hanno contraddistinto
la vita occupazionale
tra gli anni Sessanta e
Ottanta del XX secolo.
Ri_Scatti
PAC, Milano
dal 4 al 15 febbraio
Il progetto ha coinvolto tredici senzatetto selezionati dagli
assistenti sociali del
Centro Aiuto Stazione Centrale, ai quali è
stata data la possibilità
di partecipare a un
corso di formazione
professionale della
durata di due mesi, per
apprendere l’utilizzo
del linguaggio fotografico. Oltre alle lezioni
in aula, gli aspiranti
fotografi hanno sperimentato per due mesi
sul campo quanto
imparato nella teoria
scattando fotografie
che raccontassero la
loro quotidianità: cosa
fanno, dove dormono,
come si procurano i
vestiti, dove si lavano,
chi sono i loro “compagni di viaggio”.
L’America
secondo
Wim Wenders
Villa Panza, Varese
fino al 29 marzo
Il suo archivio fotografico conta moltissime
istantanee scattate
durante i suoi viaggi di
lavoro e di piacere, in
giro per il mondo. Luoghi particolari capaci di
catturare l’attenzione
e la curiosità di Wim
Wenders. Il regista
tedesco, famoso al
pubblico per opere
come Lo stato delle
cose, Paris, Texas e
Il cielo sopra Berlino,
ha affiancato per tutta
la vita la sua passione
per la pellicola cinematografica a quella
per la fotografia.
A occhi aperti
Venaria Reale, Torino
fino all’8 febbraio
Tratta dal libro A
occhi aperti di Mario
Calabresi, pubblicato da Contrasto,
la mostra porta alla
Venaria Reale gli scatti
più significativi dei più
grandi interpreti della
fotografia contemporanea. Foto di Abbas,
61
APPUNTI
Gabriele Basilico, Elliott Erwitt, Paul Fusco,
Don McCullin, Steve
McCurry, Josef Koudelka, Paolo Pellegrin,
Sebastião Salgado,
Alex Webb.
The Cal
Palazzo Reale, Milano
fino al 22 febbraio
L’esposizione, il cui
titolo completo è
“Forma e Desiderio.
The Cal - Collezione
Pirelli”, raccoglie oltre
200 fotografie tratte dai
Calendari dell’azienda
milanese, dalla sua
nascita a oggi, o quasi:
mancano ovviamente
gli scatti realizzati
da Steven Meisel per
l’edizione 2015.
Vanessa Winship
Fondazione Stelline,
Milano
fino al 15 febbraio
62
La britannica Vanessa Winship è la prima
donna ad aver vinto
uno dei più prestigiosi premi fotografici
internazionali: quello
della Fondation Henri
Cartier – Bresson.
Ora i suoi bianchi
e nero sono esposti alla Fondazione
Stelline. In oltre
cento fotografie viene
proposto un percorso
che abbraccia tutta
la ricerca degli ultimi
anni della Winship.
Oltre
lo sguardo
Villa Reale, Monza
fino al 6 aprile
La mostra si sviluppa
a partire dai lavori
più recenti di Steve
McCurry e da una
serie di scatti che
sono legati a questa
sorprendente ricerca
messi a confronto
con alcune delle sue
immagini più conosciute, a partire dal
Ritratto di Sharbat
Gula, che è diventata
una delle icone assolute della fotografia
mondiale.
Basilico,
Berengo Gardin,
Bossaglia
Chiaramonte,
Cresci, Ghirri,
Guidi, Jemolo,
Koch
Palazzo Braschi,
Roma
fino all’8 marzo
Una mostra fotografica che racconta un
periodo di importanti
modificazioni e offre
l’opportunità per una
riflessione sulle tendenze della fotografia.
Circa ottanta immagini che vanno
dagli anni Ottanta al
Duemila, rappresentative di alcuni dei più
importanti fotografi
italiani saranno
allestite in questa
mostra.
Conrad
e il mare
Acquario civico,
Milano
fino al 29 marzo
Attraverso le fotografie d’epoca, oggetti
marinareschi, accompagnati dalle pagine
più celebri di Conrad
i visitatori saranno
trasportati in un
leggendario viaggio a
bordo di antichi velieri
alla scoperta dell’elemento più affascinante e misterioso
di tutti, il mare, al
seguito di una guida
d’eccezione: Joseph
Conrad.
workshop
Corso
Fotografia
Still Life
Milano
dal 28 febbraio
all’1 marzo
www.corsifotografia.it
Workshop di fotografia
Still Life con un importante fotografo che ha
lavorato per campagne
pubblicitarie internazionali. Un’occasione
unica in cui si realizzeranno 3 set fotografici
e ti verrano dati i file
delle foto realizzate.
Photo-walk:
Venezia
Milano - Venezia
21 febbraio
www.corsifotografia.it
Un workshop intimissimo che si divide in
una serata di incontro
informale per discutere il da farsi guardando immagini, libri o
video in modo libero e
semplice, il resto vuole
essere tutto poesia
della fotografia libera
da vincoli.
Dall’Idea
al Corto
Corciano, Perugia
il 28 febbraio
www.nikonschool.it
Un workshop pratico, incentrato sulla
sceneggiatura per cortometraggio in modo
da dare a ognuno dei
partecipanti qualcosa di
utile sulla quale iniziare
a lavorare. Capire come
nasce un’idea e come
darle forma, come scriverla, i dialoghi, le azioni, le emozioni e infine
come darle forma visiva
fino a farla diventare un
prodotto finito.
Le tre capitali
del Giappone
Giappone
dal 29 al 31 marzo
www.nikonschool.it
Il meglio del Giappone
nelle sue tre perle più
preziose: la capitale
Tokyo, tra avanguardia e tradizione, fra
grattacieli e santuari,
tra mega schermi e
giardini zen; Kyoto, l’antica capitale imperiale,
disseminata di santuari, pagode e templi;
Nara, prima capitale
del Giappone, dove sarà
possibile ammirare una
delle meraviglie d’Asia,
il Grande Buddha nel
tempio Todaiji alto
più di 16 metri! Una
primavera tutta da
fotografare con l’aiuto
del Master Photographer NPS Franco
Cappellari nel Tempio
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Inviare un assegno, non trasferibile, intestato a Grafiche Gelmini S.r.l., via Fraccaroli 3, 20134 Milano
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fotonegoziante, un fotografo, un laboratorio, ecc.
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Fare un versamento sul conto corrente postale 96553847 intestato a Grafiche Gelmini,
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“I nostri clienti abituali non rinunciano mai alla loro copia
di Foto-Notiziario, una rivista che leggono con interesse
e che dimostrano sempre di apprezzare. Come noi del
resto”. Così dicono Cesare, Giacomo, Roberto, Francesco,
Giuseppe, Emanuele e Giulio, l’affiatato e simpatico
staff del reparto di fotografia dell’Euronics di Palermo.
L’ennesima conferma di un progetto che, oltre a darci
tante soddisfazioni, ci impegna a far sì che ogni numero
della rivista sia migliore del precedente, nel tentativo di
fornire un utile strumento per tutti quelli che amano il
mondo della fotografia e del video. Il nostro mondo.
64
Allegato al manuale d’uso del lo
Expo in Città IMAGING A 360°
Utilizzo generale Logo Come previsto a pagina 16 e 17 del manuale d’uso il lo
in Città “deve essere posizionato sempre in ultima p
nell’angolo basso a destra separato dagli altri marchi
linee verticali che lo precedono.” Si consiglia di aggiu
manuale la seguente dicitura “Con l’ammissione nel ca
Expo in Città gli enti ammessi acquisiscono il di
utilizzare il logo Expo in Città accompagnato dalla dicit
Evento”: www.photoshow.it
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