Parere tecnico in merito alla interpretazione dei requisiti T.2 e UT.2, che recitano: “Per la raccolta di sangue intero ed emocomponenti devono essere utilizzati lettini o poltrone da prelievo atti a garantire le basilari manovre di primo soccorso” e sulla conseguente valutazione di conformità dei lettini / poltrone presenti nei ST e nelle UdR e relative articolazioni organizzative del territorio nazionale. Nella quotidiana esperienza degli operatori sanitari dei ST e delle UdR la sindrome vaso-vagale, raramente associata a perdita di coscienza o sincope, risulta essere la reazione indesiderata del donatore di più frequente riscontro. La sincope è una perdita di coscienza transitoria dovuta ad ipo-perfusione cerebrale globale da ipotensione, caratterizzata da rapida insorgenza, breve durata, recupero completo e spontaneo. In questa sindrome spesso si riconosce una fase “prodromica”, caratterizzata da sintomi che sopraggiungono prima dell’evento sincopale. Poco prima di svenire possono comparire: astenia (stanchezza) dapprima localizzata agli arti superiori, poi generalizzata sudorazione profusa e algida annebbiamento o calo o distorsione della vista capogiri e vertigini cardiopalmo dolore precordiale disturbi gastro-intestinali Di solito l’evento è scatenato, nel donatore, dallo stress emotivo correlato alla donazione, dallo spavento o dal dolore associato alla veni-puntura. Può scatenare la sindrome anche il cambio posturale del donatore (passaggio dalla posizione clinostatica a quella ortostatica) troppo repentino rispetto al termine della donazione. Nei grafici i dati del sistema di emovigilanza nazionale relativi al periodo 2009-2011. Non esistono fattori di rischio francamente identificabili. Anche se i dati di emovigilanza confermano una maggiore frequenza della reazione indesiderata nei soggetti di sesso femminile, di basso peso, alla prima esperienza donazionale. Particolare attenzione, ai fini diagnostico-differenziali, va però data a soggetti con storia familiare di morte improvvisa, precedenti affezioni cardiologiche o neurologiche e uso di farmaci, nei quali la sindrome vaso-vagale può in realtà mascherare una perdita di coscienza su base vascolare o neurologica. Pagina 1 di 2 Centro Nazionale Sangue Se si riconoscono i prodromi della sindrome vaso-vagale o il donatore stesso ne dà segnalazione, l’intervento immediatamente risolutivo è rappresentato dal posizionamento del donatore in posizione di Trendeleburg. A volte, può essere necessario associare una terapia farmacologica specifica. Sono anche riconosciute efficaci nella prevenzione della sindrome vaso-vagale le manovre di: Hand Grip, Arm Tensing, Leg Crossing. La posizione di Trendeleburg è in grado, nella maggior parte dei casi, di ripristinare rapidamente lo stato di coscienza. In riferimento all’interpretazione dei requisiti T.2 e UT.2 e alla modalità di verifica delle evidenze di applicazione degli stessi, si precisa che per quanto riguarda i lettini/poltrone: 1. questi sono dispositivi medici e come tali devono avere il marchio CE; 2. devono essere qualificati per lo specifico impiego (destinazione d’uso);; 3. devono garantire la possibilità di posizionare il donatore in Trendeleburg nel più breve tempo possibile (dotazione di motore elettrico); 4. devono essere dotati di braccioli. E’ inoltre importante verificare che i lettini/poltrone da prelievo siano in buono stato, solidi e saldi sul pavimento, puliti e facilmente sanificabili. Per quanto riguarda il significato di “basilari manovre di primo soccorso”, appare corretto considerare che queste, per la fattispecie di nostro interesse, prioritariamente ricomprendono le seguenti azioni: 1. posizionare il donatore in Trendeleburg; 2. accertarsi della pervietà delle vie aeree in caso di perdita di coscienza; 3. assicurare la disponibilità dell’accesso vascolare periferico; 4. verificare la presenza di polso periferico; 5. monitorare la pressione arteriosa. La procedura di rianimazione cardio-polmonare (massaggio cardiaco e respirazione forzata, come da indicazioni BLS), eseguita da personale adeguatamente formato, seppur evenienza rarissima in caso di donatore di sangue richiede, per essere efficacemente praticata, che il dorso del soggetto sia posto su una superfice rigida e che il soggetto sia ad una altezza tale da consentire all’operatore di esercitare correttamente la manovra. Poiché la maggior parte dei dispositivi in uso presso i ST e le UdR, sia poltrone sia lettini, sono imbottiti per garantire il confort del donatore, questa condizione non appare compatibile con la manovra di massaggio cardiaco. E’ d’altra parte impensabile considerare che i donatori possano donare su dispositivi rigidi e per questo poco confortevoli. Per risolvere questo problema appare razionale proporre/raccomandare che ciascuna sala prelievi di ST e di UdR si doti di un apposito semplicissimo dispositivo, denominato “Tavola rigida per RCP (rianimazione cardio-polmonare)” delle dimensioni approssimative di 60 x 40 cm. Tale dispositivo, disponibile sul mercato ad un costo orientativo di 40 euro, fa parte, in genere, della dotazione dei carrelli per le emergenze. La disponibilità di un dispositivo di questo tipo, peraltro facilmente trasportabile, rende possibile la pratica del massaggio cardiaco sia su lettino che su poltrona da prelievo delle tipologie in uso per la raccolta della donazione di sangue. Referenti per la Community VSTI: Dott.ssa Simonetta Pupella Dott.ssa Giorgina Vaselli [email protected] Pagina 2 di 2