62 Dieci… Agosto di Thanat Pagliani E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male! X Agosto, Giovanni Pascoli Non avevo più un lavoro. Il contratto di docente di lettere nel mio vecchio liceo era durato solo un mese e non sapevo come andare avanti. Continuavo a fare il supplente nelle varie scuole, senza mai trovare un posto fisso. In realtà fare il professore d’italiano non era la mia più grande ambizione, ma sognavo fin da piccolo di fare lo scrittore. Se non ero a scuola a insegnare, cosa che accadeva spesso, ero a casa a scrivere il mio primo libro. Riuscii a finire il libro in un anno e trovai anche un editore che me lo pubblicò. Purtroppo, non vendeva molto. Nonostante ciò, io continuai a sperare. Dopo l’ennesimo contratto a tempo determinato decisi che avrei smesso di fare l’insegnante e di continuare a fare a tempo pieno la vita misera dello scrittore. Andai fuori Roma per scrivere mio secondo romanzo e mi diressi così verso Sutri, un piccolo paesino poco distante dalla città, dove avevo casa. Era il primo agosto. Passarono alcuni giorni ed io avevo appena terminato il primo capitolo. Mi accorsi che era notte e vidi alcune stelle cadenti dalla mia finestra. Scesi immediatamente in piazza e lì c’erano altre persone che come me guardavano il magnifico spettacolo del cielo. Presi il cellulare e vidi che era il 10 agosto cioè la notte di San Lorenzo, data dell’anno in cui uno può vedere in cielo le stelle cadenti. Si tramanda che le stelle cadenti portino felicità perché appena ne vedi una, devi esprimere un desiderio e quello che hai desiderato si esaudirà. Non si sa se questo sia vero, però la notte di San Lorenzo porta molta speranza nelle persone. Per altri questa notte porta solo tristezza perché secondo Pascoli quelle stelle cadenti sarebbero in realtà lacrime del cielo poiché quel giorno morì suo padre. A me piace pensare che quelle stelle cadenti portino tanta gioia. Così, appena vidi in cielo una stella cadente, espressi subito il mio desiderio. Ero così affascinato dal cielo che il mio sguardo era sempre rivolto verso le stelle e non mi preoccupai di guardare avanti mentre camminavo. Successe in una frazione di secondi. Andai a sbattere contro una persona. Mi accorsi che era una ragazza. Il mio sguardo non era più per le stelle, ma per lei. Era una bellissima ragazza che portava degli enormi occhiali che le dava l’aspetto di una studiosa. I suoi capelli biondi avevano lo stesso colore delle stelle. Era abbastanza alta. Guardai il suo il volto angelico e pensai che dovesse avere circa la mia età, venticinque anni. Entrambi eravamo per terra. Ci guardammo per qualche secondo e poi ci rialzammo. <<Tutto a posto?>> le chiesi, preoccupato che si fosse fatta male. <<Sì. Sto bene>> rispose lei. <<Mi devi scusare. Ero distratto. Stavo guardando il cielo e avevo appena visto una stella cadente.>> <<Non ti preoccupare. Sono cose che capitano. Anch’io avevo visto una stella cadente e ho espresso un desiderio. Io credo a queste cose e sono una grande amante delle stelle. Hai espresso anche tu un desiderio?>> <<Sì. Come mai ti piacciono le stelle?>> <<Devi sapere che mi chiamo Stella. I miei genitori erano appassionati di astronomia e mi hanno trasmesso questa passione. Sono un’astrofisica.>> <<Piacere, sono Stefano e sono uno scrittore, purtroppo, non abbastanza famoso.>> <<Se vuoi, ti posso aiutare. Io ho un’amica che fa la critica letteraria e potrebbe recensire il tuo libro.>> Accadde così che ci scambiammo i numeri di telefono. Qualche giorno dopo ci rivedemmo per prenderci un caffè. Cominciammo a frequentarci. Eravamo innamorati l’uno dell’altro. Intanto, la sua amica aveva recensito il mio romanzo su un giornale e la critica era stata molto buona. Così, il mio libro divenne un best seller e diventai abbastanza ricco. Nel frattempo avevo appena finito di scrivere il mio secondo libro e anche quest’ultimo ebbe successo. Così, il mio desiderio si era avverato: diventare uno scrittore famoso. Anche il desiderio di Stella si era avverato, perché come mi disse in seguito, aveva desiderato quella notte di trovare l’uomo della sua vita perché aveva avuto varie relazioni, ma nessuna di questa era seria. Passarono dieci anni. Ormai, io ero andato a vivere con Stella. Dalla nostra relazione era nato Paolo, un bambino adorabile, biondo come sua madre. Per il nostro decimo anniversario in cui c’eravamo conosciuti decisi di andare a Sutri. Quel giorno le avrei chiesto di sposarmi. Così, decisi che Paolo, sebbene avesse dieci anni, sarebbe rimasto a Roma con la madre di Stella per l’intero weekend. Dopo aver salutato Paolo, Stella ed io cominciammo a salire in macchina. Era la mattina del 10 agosto e faceva abbastanza caldo. Io ero alla guida e Stella guardava il paesaggio laziale. Quel che successe dopo fu una tragedia. Una macchina che andava contromano ci venne addosso. Ci fu uno scontro ed io persi i sensi. Mi risvegliai qualche ora dopo in un letto di una stanza di un ospedale. Avevo delle fratture in tutto il corpo, ma ero vivo. Mi guardai intorno per vedere se c’era Stella, ma non la vidi. Appena arrivò un infermiere, gli chiesi preoccupato <<Scusi, sa per caso dov’è la ragazza che si trovava con me in macchina durante l’incidente?>> <<Mi dispiace,>> rispose l’infermiere con lo sguardo di uno che deve comunicare delle brutte notizie<< ma le devo dire che purtroppo la ragazza…>>. <<No!>> urlai interrompendo l’infermiere. Io ero vivo, ma non Stella. Passai qualche ora a piangere nel mio letto per la donna che amavo. Dopo un po’ mi accorsi che era notte e andai alla finestra a vedere le stelle cadenti. In quel momento pensai che Pascoli avesse ragione.