Scena del crimine, i dettagli fissati nella memoria La tecnica sviluppata all'Università di Portsmouth da http://www.adnkronos.com/ Scena del crimine, i dettagli fissati nella memoria E' possibile grazie alla SAI, una sorta di auto interrogatorio che permette a chi ha assistito a un evento di ricordare e fermare nelle mente un maggior numero di dettagli. Testimonianze più accurate nel 44% dei casi. Roma 30 apr. (Ign) - Fissare nella memoria la scena del crimine e rendere così i racconti dei testimoni più completi e attendibili possibile. E' l'obiettivo della SAI, la nuova tecnica basata sulle più recenti ricerche della psicologia cognitiva, sviluppata da alcuni scienziati dell'Università di Portsmouth grazie a un finanziamento della British Academy. La SAI, acronimo di self-administered interview, non è altro che una sorta di auto interrogatorio che permette a chi ha assistito a un crimine di superare il naturale decadimento della memoria e fissare immagini e dettagli, anche piccoli e insignificanti, che però potrebbero essere fondamentali per la risoluzione dei casi. Gli esperimenti con scene del crimine simulate hanno dimostrato che, utilizzando la tecnica del richiamare alla mente, si ottiene dai testimoni il 43 per cento di precisione in più sui fatti ricordati, rispetto alle testimonianze 'normali'. Gli esperimenti hanno inoltre dimostrato che i testimoni sottoposti a SAI sono nel 44 per cento dei casi più corretti nei dettagli sulle persone coinvolte nel crimine, e quindi su possibili sospetti. In un altro esperimento, metà dei partecipanti sono stati sottoposti a SAI dopo aver assistito al crimine, mentre all'altra metà è stato semplicemente chiesto - così come avviene solitamente su una scena del crimine - di lasciare il proprio nome e recapito. Il gruppo è stato poi richiamato a distanza di sette giorni e gli scienziati hanno constatato che quelli sottoposti a SAI erano in grado, a distanza di tempo, di fornire ancora il 30 per cento di dettagli in più rispetto agli altri. Secondo la dottoressa Lorraine Hope che, insieme alla collega Fiona Gabbert dell'Università di Abertay e al professore Ronald Fisher della Florida International University, ha sviluppato il protocollo SAI, la completezza e l'accuratezza del ricordo di un testimone oculare decresce all'aumentare del tempo trascorso tra l'evento e il momento in cui viene chiesto di ricordarlo. "Decadi di ricerca della psicologia cognitiva - sottolinea Hope - dimostrano che il deterioramento della memoria, o il dimenticare, si realizza rapidamente. Nei testimoni, questo ''dimenticare'' si realizzerà naturalmente entro alcune ore dall'incidente. Ecco perché, a volte, molti dettagli utili o indizi possono andare perduti per sempre''. In questa prospettiva la tecnica della SAI rappresenterebbe una svolta importante per le indagini della polizia. Essa infatti permette ai testimoni di registrare i loro ricordi prima che qualunque informazione potenzialmente importante vada persa. "Attualmente - spiega la dottoressa - i testimoni sono prima ascoltati brevemente e solo qualche giorno dopo i loro racconti vengono trasformati in una dichiarazione. Proprio questo breve interrogatorio iniziale può inficiare la capacità di un testimone di riportare alla mente l'incidente in un secondo momento. In altre parole in questo modo si rafforza solo la memoria per gli elementi essenziali di un evento, mentre i dettagli diventano difficili da ricordare''. Con la tecnica della SAI, invece, ''fermare immediatamente nella memoria il ricordo di un evento - 1 conclude Hope - serve a proteggere la memoria stessa da un naturale dimenticare che riguarderebbe soprattutto i dettagli''. 2