Fenomeni sismici Sono movimenti che interessano la parte superficiale della crosta terrestre: un terremoto (tachisisma) è un sisma a movimenti veloci, ovvero una sere di piccole oscillazioni della crosta terrestre con periodo (intervallo tra una e l'altra) brevissimo mentre un bradisisma è un movimento lentissimo (decine o centinaia di anni) di sollevamento o abbassamento (subsidenza) del suolo (decine/centinaia di cm). Bradisismo Tipicamente i bradisismi sono dovuti ai movimenti del magma nella camera vulcanica: in Italia nella zona di Pozzuoli si sono verificati nell'arco degli ultimi 2000 anni più fenomeni di abbassamento o innalzamento. Un esempio è dato dai resti del tempio romano di Diana Serapide (vedi), costruito in zona costiera ovviamente sopra il livello del mare e più volte “salito e sceso”, di oltre due metri, con relativi ingressi di acque marine e relative popolazioni animali e vegetali. Terremoto Premessa Nel “mezzo” dell’Oceano Atlantico (e in altre zone degli altri oceani) la sottile crosta terrestre è solcata da una enorme frattura dalla quale continuamente esce magma che, raffreddandosi, provoca: • La formazione di una enorme catena montuosa sottomarina (dorsale medioatlantica) costituita da due catene parallele che in alcune zone arrivano alla superficie (Azzorre, Islanda..) • L’allontanamento graduale delle placche laterali (qualche millimetro all’anno) con tutto ciò che vi sta “sopra” (mari o terre). Ovviamente da un’altra parte della crosta si verificherà il fenomeno opposto, ovvero una piccola parte della crosta oceanica tenderà a “ridiscendere” nel mantello ridivenendo magma. È il fenomeno della “subduzione” che si verifica sostanzialmente lungo tutti i bordi delle placche dell’Oceano Pacifico che, “infilandosi” sotto alle placche continentali dell’Asia e delle Americhe determina poi sia la nascita della “cintura di fuoco” (cioè la formazione di una catena di vulcani costieri, es. Ande..) sia la formazione delle fosse abissali, es. Marianne..Il terremoto 1 di 3 ασ Nelle zone dove due placche continentali si toccano (faglie) ci possono essere delle spinte (allora lentamente si formeranno delle montagne, come le Alpi, dovute alla spinta dell’Africa contro l’Europa), oppure degli scorrimenti oppure dei distacchi (come la formazione dell’Oceano Atlantico dovuto all’allontanamento dell’EurAfrica dalle Americhe). Dato che questi movimenti possono essere anche di 1 o più mm ogni anno, lentamente le rocce della crosta si piegano, si comprimono per anni e anni fino al momento in cui non “ce la fanno più” e allora di colpo…bam!.. si spostano scatenando il terremoto Una scossa di terremoto accompagna quindi ogni importante movimento della crosta terrestre: dopo la scossa le montagne vicine sono più alte o più basse o una zona si è allontanata o avvicinata all’altra. Se accorgersi della lenta serie di spinte è umanamente impossibile senza strumenti, accorgersi delle alterazioni superficiali è purtroppo molto facile (vedi terremoto di S. Francisco del 1906 nella zona della faglia di S. Andreas, cioe’ il “piano” di distacco della penisola della California (zolla pacifica) dalla California (zolla continentale) Quindi nelle zone di faglia le tensioni (scorrimento, spinta o allontanamento) tra le due zolle vicine "caricano", come una molla, gli strati di roccia che prima o poi, bruscamente, si muovono determinando: • Una serie di vibrazioni della durata di poche decine di secondi (il terremoto) • Uno spostamento definitivo dei due bordi della zolla. Evidentemente più "spinta" c'è, cioè, in pratica, più tempo passa tra un terremoto e l'altro, più l'energia (la carica della "molla") aumenta e gli eventi sismici sono notevoli. La zona del sottosuolo dove ha inizio il movimento si definisce ipocentro mentre il punto superficiale sulla sua verticale si definisce epicentro. Più profondo è l'ipocentro (dai 10 ai 30-40 km..) maggiori sono area e l'intensità del sisma. Le scale di misurazione della intensità sono: • Richter: misura la potenza (magnitudine) all'ipocentro: ogni grado è 100 volte più "potente" del precedente, oltre al 4 il sisma è già molto forte.. • Mercalli: (non più in uso) valutava i danni alla superficie L'unica difesa dai terremoti è la prevenzione, ovvero nelle aree a rischio: • Costruire edifici più "robusti" • Prevedere situazioni di protezione civile che riducano i danni dopo l'eventuale sisma 2 di 3 ασ Nota All'ipocentro le spinte continue tra le due faglie determinano una improvvisa frattura: l'energia si scarica sotto forma di onde di vario tipo (P di compressione/rarefazione e S di “taglio”, ovvero ondulazione..) che arrivano alla superficie causando fondamentalmente le scosse di tipo sussultori o e ondulatorio; la trasmissione delle onde varia a seconda del tipo di rocce attraversate (es. ghiaia, rocce compatte, acqua..) influenzando quindi i danni superficiali. Dalla superficie partono altre onde (L e R) che si propagano superficialmente anche a grande distanza. È l'analisi di queste onde fatta attraverso i sismografi (vedi) che fornisce indicazioni sulla profondità, localizzazione ed energia del sisma. Purtroppo in Italia la spinta della zolla africana contro quella europea non si è limitata a formare quelle “pieghe” che sono le Alpi e gli Appennini ma continua lentissimamente a creare tensioni che pur non essendo forti come quelle di molte zone del Giappone, California o Cina (dove il movimento delle zolle è notevole) ma in Veneto-Friuli e nell’Italia centrale e soprattutto meridionale (Campania, Calabria e Sicilia). Unica nota positiva del verificarsi di gravi terremoti dell’ultimo trentennio è stata la creazione di un sistema di protezione civile (valido anche per altri tipi di calamità) di altissimo livello che, unitamente al rispetto di una serie di norme sulla costruzione di edifici sicuri, ci dovrebbe far guardare al futuro sismico italiano con un po’ più di tranquillità. In relazione alle nostre zone il 29-06-1873 nell’Alpago un sisma causò la morte di circa 50 persone, il 18-10-1936 un sisma di discreta intensità ha interessato il Cansiglio, con sette vittime e danni nella zona di Caneva mentre il 6-05-1976 l’epicentro era a Gemona/Venzone con quasi mille vittime. 3 di 3 ασ