Aprile 2009 numero 2 - Fondazione IRCCS

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Aprile 2009
Anno 2 - numero 2
Agire
NT
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
Poste Italiane s.p.a.
Spedizione in Abbonamento Postale
70%-DCB Milano
Periodico
dell’Istituto Nazionale
per lo Studio e la Cura
dei Tumori di Milano
Foto di Silvano Del Puppo
La Cittadella della Salute
diventa realtà
Carlo Borsani
ia libera definitivo dalla Giunta della
V
Regione Lombardia per la realizzazione della Cittadella della Salute, il nuovo
avanzatissimo polo sanitario della ricerca e della didattica, destinato a riunire
funzionalmente, nella zona Nord-Ovest
di Milano, l’Ospedale Sacco e le nuove sedi dell'Istituto Neurologico Besta
e dell'Istituto Nazionale dei Tumori che,
insieme a Regione Lombardia, costituiranno un consorzio per realizzare, entro il 2015, questa imponente opera da
520 milioni di euro.
Il nuovo complesso occuperà 220.000
metri quadrati di superficie per le funzioni di ricerca, di cura, per le strutture
di ospitalità e per i servizi; altri 70.000
metri quadrati di superficie saranno dedicati a parcheggi, impianti tecnologici
e all'asilo nido aziendale.
I lavori partiranno entro il 2011, la conclusione è prevista entro il 2015. I posti letto totali saranno 1.405, quasi un
centinaio in più degli attuali, con l’Istituto Nazionali dei Tumori che vedrà crescere gli attuali da 482 a 505. Il costo
complessivo del progetto è stimato in
520 milioni: 15 per l'acquisto delle aree,
385 per la Cittadella vera e propria,
20,8 per le infrastrutture viarie, 100 per
arredi e apparecchiature.
Regione Lombardia - che ha la regia del
progetto e che agirà anche da stazione
appaltante - si impegna a finanziare
l'opera con 228,7 milioni, 40 milioni
sono a carico dello Stato, i rimanenti a
carico del concessionario o provenienti
da fondazioni.
Da parte sua la Regione Lombardia si è
impegnata direttamente anche sul fronte delle infrastrutture di collegamento,
prevedendo oltre 20 milioni di euro per
gli interventi necessari sulle tangenziali
ovest e sud, oltre che alla viabilità insegue a pag. 10
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S.E. il Cardinale Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, durante la presentazione all’istituto Nazionale dei Tumori
della lettera pastorale dedicata alle famiglie che vivono la sofferenza
SE AIUTI LA RICERCA
AIUTI LA VITA
Dona il 5 per mille alla Fondazione IRCCS
Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
nella dichiarazione dei redditi 2009
Codice Fiscale: 80018230153
Questa scelta non è una tassa in più
e quindi non alleggerisce il portafoglio del contribuente
SOMMARIO
Istituto Nazionale dei Tumori
All'INT Il primo centro Multidisciplinare HPV pag. 2
Passato, presente e futuro
pag. 2
Un intervento di 14 ore per salvare Brigel
pag. 3
Molecular Modelling
pag. 4
Seno una nuova molecola che svela
il rischio metastasi
pag. 5
Un passo avanti nella ricerca sul tumore
alla prostata
pag. 5
Da 40 anni un punto di forza dell'INT
pag. 6
L'imaging del tumore al seno
pag. 7
Medicina nucleare
pag. 8
Dopo un tumore le donne vivono
più a lungo degli uomini
pag. 9
Vivere ancora ‘Diario di una guarigione’
pag. 11
Passato, presente e futuro
Intervento del Prof. Leandro Gennari
L
a ricorrenza degli ottanta anni dell’Istituto ha fatto riaffiorare alla mia mente ricordi
di uomini e fatti che hanno contribuito a
creare l’attuale indiscussa fama dell’Istituto
nel mondo della Sanità.
Quando sono entrato nell’Istituto nel marzo
1957, pochi giorni dopo la laurea, l’Istituto
era da molti ritenuto l’Ospedale dove si
andava a morire. I ricoverati erano pazienti
affetti da tumore in fase avanzata per i quali
le cure consistevano in una francescana
assistenza e in qualche tentativo chirurgico
o radioterapico, quasi sempre destinato a
un doloroso insuccesso.
segue a pag. 2
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NEWS DALL'INT
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
All’INT il primo Centro Multidisciplinare Anti Papillomavirus (HPV)
Ricerca, informazione, formazione, diagnosi, cura, follow-up e coordinamento professionale:
gli obiettivi del progetto per la riduzione delle malattie causate dal virus
Presso la sede di via Ve-
nezian è attivo il primo
Centro multispecialistico
di ricerca, informazione,
diagnosi e cura dell’infeFrancesco
Raspagliesi
zione da HPV e delle patologie correlate. Il Centro si occuperà di
fornire Informazioni e fare Formazione
agli operatori sanitari. Offrirà informazioni per la prevenzione alla popolazione a
rischio e alle famiglie, oltre a diagnosi,
counselling e cura.
Orari:
Attività di
counselling/screening/vaccinazioni:
Martedì e Mercoledì dalle 8.30 alle 12.00,
Giovedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00.
Visite ginecologiche di secondo livello:
Dal Lunedì al Venerdì - Ore 9.00-13.00.
Visite ORL:
Lunedì mattina dalle ore 9.30.
Visite urologiche:
Venerdì mattina dalle ore 9.30.
“La disponibilità a partire dal 2007 di
un vaccino profilattico - ha spiegato
Francesco Raspagliesi, Direttore
del Centro e della S.C. Oncologia e
Ginecologia - apre un nuovo scenario
nella programmazione a breve e lungo
termine delle metodiche di prevenzione, diagnosi e cura delle infezioni HPV
correlate e delle loro ripercussioni cliniche.
E’, però, essenziale continuare a fare
prevenzione nella popolazione non
sottoposta a vaccinazione e diagnosticare precocemente i tumori del collo
dell’utero invasivi, che hanno un’incidenza annua nella popolazione lombarda di 11,9 nuovi casi/100.000
donne.
L’attività del Centro, assieme ad azioni
d’arruolamento attivo, sarà incentrata
in interventi capillari di informazione,
comunicazione su vaccinazione, prevenzione, programmi di screening ed
effetti sulla sfera sessuale rivolti ai soggetti target della campagna ed eventualmente alle loro famiglie”.
Foto di Antonio Sorano, Ag. Aldo Liverani sas
Da sinistra Alberto Scanni, Direttore Generale INT,
Luciano Bresciani, Assessore alla Sanità della Regione
Lombardia, e Marco Pierotti, Direttore Scientifico INT.
Una linea telefonica sarà dedicata a
pazienti e operatori sanitari: numero di telefono 02/23903479
02/23903479,, attivo il
lunedì ed il venerdì dalle 14 alle 16.
Il Centro sarà raggiungibile dal web
tramite il sito della Fondazione IRCCS
Istituto Nazionale Tumori:
www.istitutotumori.mi.it,,
www.istitutotumori.mi.it
con annessa casella di posta elettronica:
[email protected]..
[email protected]
Istituto Nazionale dei Tumori. Passato, presente e futuro.
2
Da poco più di un anno era diventato
Direttore Generale il Prof. Bucalossi, la cui
capacità chirurgica era abbinata a una non
comune intelligenza e a una notevole dirittura morale. Era un politico, ma non asservì mai l’Istituto alla politica. Se mai, successe esattamente il contrario. Era il profondo e istintivo conoscitore degli uomini e
delle loro potenzialità professionali.
Scoprì e valorizzò l’allora assistente
Veronesi. L’anatomia patologica era stata
affidata al Prof. Sirtori divenuto uno dei più
apprezzati diagnostici della patologia neoplastica.
Lo staff era numericamente carente ed il
precariato dominante. Di conseguenza gli
studi clinici retrospettivi erano pochi, le
pubblicazioni quasi sempre su riviste italiane e gli studi prospettici una chimera.
Tuttavia il periodo dell’oscurantismo clinico-scientifico, in verità dovuto più alle difficoltà economiche del periodo bellico e
post bellico che non all’incapacità dell’allora Dirigenza, stava per finire.
Il Prof. Bucalossi prendeva le decisioni
programmatiche più impegnative, il Prof.
Veronesi dava corpo ad una attività di
ricerca di più ampio respiro, attuando un
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primo studio prospettico internazionale
denominato ‘Mosca’. L’Istituto cresceva in
qualità e quantità affiancandosi nella stima
internazionale ai già affermati Leon Berard
di Lione, al Villejuif francese e al Royal
Masden di Londra.
Un ulteriore contributo venne anche dai
ripetuti e crescenti contatti di Veronesi con
il Memorial Hospital di New York, l’M.D.
Anderson di Huston, il Chester Beatty ed
altre famose Istituzioni.
Una citazione a parte merita il dott.
Bonadonna cui va il merito, riconosciuto in
tutto il mondo, di aver elevato ad un ruolo
principe la chemioterapia le cui punte di
diamante sono state l’impiego dell’adriblastina, peraltro scoperta in Istituto, e la razionalizzazione delle scelte terapeutiche per i
linfomi. Nel 1960 venne bandito il concorso
per quattro posti di assistente. Risultarono
vincitori il già affermato prof. Veronesi, il
Dott. Di Pietro, precursore dei trattamenti
chemioterapici e, contrariamente alle previsioni, i Dottori Gennari e Ravasi.
Parafrasando Napoleone, questi quattro
assistenti avevano nella loro bisaccia il
bastone da maresciallo e nel corso degli
anni successivi fu dato loro modo di
segue da pag. 1
mostrarlo grazie alla liberalità dirigenziale ed
anche a un raro reciproco rispetto e collaborazione. Sarebbe tuttavia riduttivo non
riconoscere che altre personalità, quali Della
Porta, Silvestrini, Rilke, Fossati-Bellani,
Musumeci, Damascelli, Spinelli, Molinari,
Salvadori, Cascinelli, abbiano meritato un
pari riconoscimento di spiccata personalità
e competenza. Tuttavia le persone passano, ma le loro opere, se valide, rimangono
e possono essere uno sprone per chi viene
dopo.
Ed eccoci al presente o, se volete, al futuro.
Oggi la qualità degli infermieri è in continuo
miglioramento. Tutti i medici e i ricercatori
sperimentali sono già più di una promessa.
Molti sono già noti e pronti a lasciare dietro
le spalle il passato, consci di poter iniziare
una nuova età dell’oro. Il mio non è un presuntuoso augurio, ma una sicura certezza.
Con il rispetto delle ragionevoli scelte altrui,
la dedizione al lavoro, la reciproca stima e la
fattiva collaborazione, ogni obiettivo è raggiungibile, sempre ricordando che ‘le difficoltà acuiscono l’intelligenza e rafforzano la
volontà’ (Leibniz).
Leandro Gennari
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Agire
NT
Un intervento durato 14 ore.
Così l’équipe del dott. Mazzaferro
in collaborazione con la Pediatria Oncologica,
ha salvato il piccolo Brigel
L
a storia è stata raccontata sul
Corriere della Sera da Andrea Galli,
un giornalista che non prende quasi
mai appunti, ma cattura emozioni che
poi magistralmente libera nei pezzi
che scrive. Al piccolo Brigel (ndr. si
legge come si scrive), nato in Togo il 6
luglio scorso, secondogenito e fratello
di Mariette, a gennaio viene diagnosticato un tumore al fegato di oltre due
chili. Enorme, infinito, sproporzionato.
Un mostro: si spingeva fino alla vescica. “I genitori erano d'accordo sulla
chemioterapia, che abbiamo fatto
riducendo la massa del tumore - ha
raccontato ad Andrea Galli Michela
Casanova, oncologa dell’équipe di
Pediatria Oncologica - mentre l'intervento proprio non volevano si facesse.
In Africa, la mortalità per interventi
chirurgici è alta. E le persone hanno il
terrore”. Maura Massimino, Direttore
della Pediatria Oncologia, Vincenzo
Mazzaferro, il Direttore della Chirurgia
Generale 1, in un gioco di squadra
assieme ai loro collaboratori, convin-
cono mamma Honorine e papà
Lassey, arrivato a Milano 8 anni fa,
che l’intervento andava fatto pena la
certezza della morte di Brigel e fanno
anche in modo di ottenere dal caporeparto il permesso per il papà per
essere presente la notte dell’operazione.
L'intervento dura 14 ore, Brigel ora
sta bene e papà Lassey afferma:
“Grazie Milano. Hai salvato mio figlio e
la mia famiglia. L'Africa è bella ma qui
è meglio”.
“Se non fosse venuto in Italia, se
l'avessimo rispedito indietro - dice
Vincenzo Mazzaferro al cronista,
riferendosi anche all’ipotesi di obbligare i medici a denunciare gli extracomunitari clandestini -, Brigel sarebbe
morto. Così come morirebbero i bambini di altre, tante altre, nazioni che
non hanno strutture adeguate per
certe malattie”.
Dopo avere parlato dell’équipe multietnica di Mazzaferro con la tostissima argentina Jorgelina Coppa, di
Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti,
in visita al Reparto di Pediatria Oncologica
Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, con un piccolo paziente, durante
la sua visita al Reparto di Pediatria
Oncologica accompagnata dal Direttore Generale Alberto Scanni.
I l Sindaco di Milano, Letizia
Moratti, accompagnata dall’Assessore ai Servizi Sociali, Mariolina
Moioli, ha visitato il Reparto di
Pediatria Oncologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei
Tumori, portando ai piccoli degenti i
regali che non aveva
potuto portare a Natale a
causa dell’influenza che
l’aveva colpita.
A riceverla il Direttore
Generale dell’Istituto,
Alberto Scanni, e il Direttore Scientifico, Marco
Pierotti, assieme ai
medici, agli infermieri e alle maestre
che operano nel Reparto di Pediatria
Oncologica, fino a poche settimane
fa guidato dalla dottoressa Franca
Fossati Bellani, che dopo quarant’anni di attività ha lasciato la
direzione.
L'équipe di Pediatria Oncologica
Maria Flores, del Guatemala, del
ragazzo greco neoassunto e della
dottoressa dell'India, Galli, infine, svela
l’origine del nome di Brigel: “Allora,
Lassey è innamorato del calcio, peraltro in Togo assai popolare, ed è follemente perso per un calciatore del
passato, Hans-Peter Briegel. Capita,
ognuno ha le sue fisse, le sua passioni, i suoi miti. Manca una ‘e’, ma per il
resto ci siamo. Brigel, appunto. Il giocatore era un tedescone che negli
anni Ottanta fece la fortuna del Verona
campione d'Italia. Forza fisica, robusto, indomabile. Insomma, un portento della natura. Briegel & Brigel”.
Invito
ai Cittadini
a donare
sangue
all'Istituto
dei Tumori
Le donazioni di sangue all'Istituto dei
Tumori sono passate dalle 7.700 del
2005 alle 6.600 del 2008.
Per garantire l'attività medica e chirurgica del nostro ente è assolutamente necessario invertire la tendenza di fronte anche ad un fabbisogno
di sangue in crescita costante. Per
questo rivolgiamo un invito alla cittadinanza, come già fatto a tutti i
dipendenti dell'Istituto, a considerare il
problema e rendersi
disponibili a un atto
di grande solidarietà civile rappresentato dalla donazione di sangue.
www.adsint.mi.it
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NEWS DALLA RICERCA INT
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
Molecular Modeling:
‘dalla sfera di cristallo ai modelli molecolari di predizione di risposta ai farmaci personalizzati’
L
o sviluppo di nuovi farmaci in oncologia
basati sul concetto delle terapie personalizzate o a bersaglio molecolare pre-definito,
ha avuto in questi ultimi anni una grande
rilevanza, ma ha anche sollevato un vivace
dibattito sull’opportunità, in termini di costi/
benefici, di un’ampia diffusione di questi
farmaci anche per il loro elevato costo,
mediamente dieci volte quello dei farmaci
tradizionali. Al di là di opinioni personali
dettate da diverse esperienze e formazione,
la via maestra da seguire in questo caso
deve essere quella di una evidenza.
Per questo scopo, un gruppo di ricerca
dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano,
coordinato dalle Dottoresse Silvana Pilotti
ed Elena Tamborini, in stretta collaborazione col gruppo dell’Università di Trieste
guidato dalla Dottoressa Sabrina Pricl, ha
da alcuni anni iniziato un approccio pionieristico basato sulla modellistica molecolare.
Quest’ultima si basa sulla possibilità di
prevedere in modo estremamente preciso
se un farmaco si lega significativamente ed
ha un effetto biologico (è quindi ‘appropriato’) al bersaglio molecolare definito da una
preventiva analisi del profilo molecolare del
tumore in esame che ne abbia definito le
alterazioni patogenetiche in geni chiave per
il suo sviluppo (alterazioni genetiche come
mutazioni ecc.). L’approccio si basa sull’integrazione di tecniche di cristallografia, di
formule matematiche (algoritmi) che calcolano la stabilità di interazioni tra farmaco e
il bersaglio molecolare pre-definito e di
simulazione al computer di come al variare
della struttura del bersaglio varia la forza
del suo legame col farmaco.
Il modello di predizione così costruito viene
quindi ‘sfidato’ in esperimenti più tradizionali ‘in vitro’, in cui, in linee cellulari usate
come indicatori biologici, viene inserito il
gene opportunamente modificato (ingegneria genetica) per riprodurre la sua struttura alterata così come determinato
dall’analisi del tumore del paziente. A queste linee e ad opportuni controlli, viene
somministrato il farmaco ed analisi biochimiche possono poi dimostrare in maniera
chiara la sua attività biologica. L’ultimo
passaggio è la verifica clinica ‘in vivo’ della
definitiva correttezza della predizione, attra-
verso analisi strumentali come la PET o
RMN, che dimostrano l’effettiva attività
terapeutica del farmaco attraverso i cambiamenti morfologici e funzionali rilevabili
nel tumore dopo il trattamento.
Nell’ultimo lavoro, uscito lo scorso febbraio
sulla prestigiosa rivista Journal of the
National Cancer Institute, il gruppo ha
potuto dare una convincente spiegazione
ad un fenomeno altrimenti inspiegato che
mostrava come la resistenza ad Imatinib di
diversi tumori (l’identificazione di bersagli
molecolari porta ad avere una situazione
per cui tumori di diverso tipo e con diverse
molecole (enzimi) alterate possano rispondere ad uno stesso farmaco) come la leucemia mieloide cronica, i GIST e una neoplasia del sangue, fosse dovuta sempre
alla stessa mutazione, tra le moltissime
possibili, e nella stessa posizione della
struttura che regola l’attività degli enzimi
alterati nelle cellule tumorali. La modellistica
molecolare e i conseguenti esperimenti ‘in
vitro’ hanno consentito di dimostrare come
questa sostituzione fosse l’unica compatibile con l’attività tumorigenica degli enzimi
in gioco e contemporaneamente rendesse
queste ultime resistenti al farmaco. In questo modo si apre la strada per ‘costruire’nuove molecole che possono prevenire
alcuni meccanismi di resistenza.
Marco A. Pierotti
Direttore Scientifico INT
Accordo INT - Myriad Genetics
Importante collaborazione per lo sviluppo di test diagnostici predittivi e personalizzati
yriad Genetics, leader mondiale
M
nello sviluppo e nella commercializza-
zione di test diagnostici nel settore
della medicina predittiva, ha sottoscritto un accordo di collaborazione
con la Fondazione IRCCS Istituto
Nazionale dei Tumori che prevede la
fornitura di tecnologie innovative da
utilizzarsi nell’attività di ricerca dell’Istituto per una sempre più personalizzata analisi biomolecolare dei tumori
umani ed una migliore definizione dei
profili biologici di rischio, consentendo
di prevedere l’aggressività biologica,
l’eventuale precoce metastatizzazione
e l’efficacia/inefficacia del trattamento
terapeutico.
“La collaborazione, coordinata dalla
Direzione Scientifica dell’Istituto - spiega Marco Pierotti, Direttore Scientifico
INT -, è attualmente indirizzata all’identificazione di impronte molecolari che
meglio identificano i carcinomi mammari con alterazioni dei geni BRCA
(associati a predisposizione ereditaria
alla neoplasia) o con predisposizione
familiare, i tumori alla prostata, i tumori del colon allo stadio II, per i quali è
di fondamentale importanza una
migliore definizione della prognosi,
per distinguere i pazienti con tumore
indolente - potenzialmente curabile
con la sola chirurgia - da quelli con
tumore aggressivo, per i quali si rende
necessaria anche una chemioterapia
adiuvante. Inoltre, la collaborazione in
atto dovrà anche validare un nuovo
test diagnostico, più sensibile e specifico di quelli fino ad oggi utilizzati,
per identificare le pazienti con carci-
noma mammario maggiormente
responsive alla terapia con Herceptin”.
“Si tratta - aggiunge il Direttore
Generale INT, Alberto Scanni - di un
innovativo modello di integrazione tra
ricerca pubblica e privata su argomenti di interesse comune, ma soprattutto di rilevanza sociale per il singolo
paziente e per il Sistema Sanitario.
Oltre a condividere le spese di ricerca, l’accordo prevede la cessione
dei diritti di commercializzazione in
Italia dei prodotti per la ricerca (reagenti, test diagnostici, prognostici e
predittivi, farmaci eventualmente sviluppati contro i bersagli molecolari
identificati nel corso della ricerca) e
la condivisione dei diritti di proprietà
intellettuale”.
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Seno: una nuova molecola che svela
il rischio-metastasi
ogni anno. Un certo numero di queste
pazienti, anche se sottoposte a chemioterapia post-operatoria, svilupperanno metastasi tumorali. La domanda
a cui da tempo i ricercatori tentano di
rispondere è quali sono i segnali che
potrebbero indicare precocemente i
carcinomi mammari più aggressivi? Un
passo avanti nella conoscenza di questi
meccanismi arriva da uno studio italiano
(finanziato dell’Associazione Italiana per
la Ricerca sul Cancro) pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Clinical
Oncology. Analizzando il tessuto neoplastico ottenuto da più di 300 pazienti
sottoposte ad intervento chirurgico per
un tumore al seno, è stata individuata nelle cellule tumorali mammarie una
nuova molecola, la FOXP3, che risulta
significativamente associata alla proba-
bilità di sviluppare metastasi a distanza.
In presenza di questa molecola, quindi,
la neoplasia presenta una maggiore aggressività clinica.
In particolare, si è osservato che in
quelle pazienti che al momento dell’intervento chirurgico non presentavano cellule maligne a livello linfonodale, la presenza di FOXP3 nelle cellule
del tumore primario era collegata a un
peggioramento della prognosi, menLa dott.ssa Ilaria Plantamura mentre valuta l'espressione di proteine provenienti da cellule tumorali.
Foto di Massimo Brega
e stime italiane contano circa 40mila
L
nuovi casi di tumore della mammella
La presenza della FOXP3 nelle cellule tumorali risulta associata al rischio
di sviluppare metastasi a distanza.
tre nelle malate con coinvolgimento
linfonodale, l’assenza di FOXP3 coincideva con una prognosi più favorevole. “Gli sforzi dei due gruppi di ricerca
- spiega Andrea Balsari, Docente di
Immunologia all’Università Statale di
Milano e autore del lavoro - sono ora
rivolti all’individuazione del meccanismo
biologico attraverso il quale la molecola
FOXP3 spinge le cellule del tumore della
mammella a diffondersi in altri organi”.
“Con le conoscenze acquisite dai risultati
di questa ricerca - aggiunge l’altra autrice, Elda Tagliabue, Direttore dell’Unità
Operativa Bersagli Molecolari dell’Istituto - sarà possibile intraprendere nuovi
studi, sia per determinare la possibilità di
utilizzare FOXP3 per individuare i tumori
più aggressivi contro i quali indirizzare terapie adiuvanti, sia per disegnare nuove
molecole in grado di contrastare l’azione
di FOXP3”.
Un passo avanti nella ricerca sul tumore alla prostata
La mancanza di una piccola molecola di RNA, che regola la sintesi di specifiche proteine,
è alla base dei tumori alla prostata più aggressivi
no studio multidisciplinare, condotto
U
presso l’INT ha evidenziato che la rein-
troduzione di un microRNA, una piccola
molecola di RNA che regola la sintesi di
specifiche proteine, determina una riduzione significativa delle capacità migratorie e invasive di cellule di carcinoma
prostatico e una drastica riduzione di
altri fattori che si accompagnano alla
progressione della malattia. Lo studio, in
corso di pubblicazione sulla rivista americana Cancer Research, realizzato da
ricercatori del Dipartimento di Oncologia
Sperimentale, in collaborazione con i
Dipartimenti di Chirurgia e Patologia
dello stesso Istituto, e con l’Istituto di
Endocrinologia dell’Università di Milano,
vede come firmatari: Paolo Gandellini,
Marco Folini, Nicole Longoni, Marzia
Pennati, Mara Binda, Maurizio
Colecchia, Roberto Salvioni,
Rosanna Supino, Roberta Moretti,
Patrizia Limonta, Riccardo Valdagni,
Maria Grazia Daidone e Nadia
Zaffaroni. La ricerca ha evidenziato, in
primo luogo, che i tumori della prostata
più aggressivi, in particolare quelli con
diffusione metastatica, sono caratteriz-
zati dalla perdita o da una espressione
estremamente ridotta del microRNA 205
(miR-205), una piccola molecola di RNA
in grado di bloccare la progressione del
tumore riducendo la capacità delle cellule maligne di invadere i tessuti circostanti. I risultati di tale ricerca, finanziata
dall’Associazione Italiana per la Ricerca
sul Cancro e dalla Fondazione Italo
Monzino, oltre ad aver portato all’individuazione di un nuovo ‘marcatore biologico’ utile per una migliore identificazione
dei tumori più aggressivi, potrebbero
condurre allo sviluppo di nuove strategie
terapeutiche per il cancro alla prostata
basate sulla somministrazione del
microRNA mancante. “Le implicazioni
cliniche di tale scoperta - è l’opinione
di Nadia Zaffaroni, Dirigente Biologa dell’INT- potrebbero indubbiamente essere di notevole impatto poiché,
nonostante i recenti progressi nella diagnosi precoce e nella terapia di tale
patologia, il carcinoma della prostata
rappresenta ancora oggi la seconda
causa di morte per tumore nell’uomo
(con circa 9.000 decessi annui a fronte
di 43.000 nuovi casi diagnosticati).”
Dal 23 al 26 giugno a Milano si terrà il
XIX Congresso Nazionale SIUrO
L'annuale Congresso della Società Italiana
di Urologia Oncologica sarà presieduto dal
Dott. Riccardo Valdagni, Direttore del
Programma Prostata di questa Fondazione,
e dal Dott. Giario Conti, Direttore del
Dipartimento di Chirurgia dell’Ospedale
Sant’Anna di Como, con la partecipazione
come Presidenti Onorari del Prof. Patrizio
Rigatti, Direttore della Divisione di Urologia
del San Raffaele di Milano, e del Prof.
Francesco Rocco, Direttore della II Clinica
Urologica dell'Università di Milano. Durante
il congresso verranno affrontati gli hot topics
in uro-oncologia, gli argomenti ‘caldi’, affidati alla competenza di esperti qualificati a
livello nazionale ed internazionale e affrontati in diversi moduli formativi. Tra i vari
temi: sorveglianza attiva e systems pathology nel carcinoma della prostata, modelli
predittivi nelle patologie uro-oncologiche,
impatto delle terapie oncologiche sulla
sessualità. Inoltre, sarà data rilevanza alle
ultime novità e alle sfide future in uropatologia, alla ricerca di base, all’oncologia
medica, alla radioterapia e alla chirurgia sia
tradizionale sia laparoscopica e robotica.
www.istitutotumori.mi.it/istituto/attivita/programmaProstata.asp
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FOCUS SENOLOGIA
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
La Struttura di Radiologia Senologica
Da 40 anni un punto di forza dell'INT
a Struttura di Radiologia SenoloL
gica, diretta dalla Dr.ssa Silvana
Bergonzi, nasce nel 2005 come evoluzione di una Unità Funzionale creata
nel 2000, con la stessa direzione.
L’esperienza comunque è pluridecennale, conseguenza del fatto che la
diagnostica radiologica dei tumori
mammari è da oltre 40 anni uno dei
punti di forza della Diagnostica per
Immagini dell’INT: il problema diagnostico terapeutico del carcinoma mammario è infatti uno degli obiettivi primari della Fondazione.
La Struttura di Radiologia Senologica
ha una sua autonomia gestionale e
organizzativa nell’ambito di una delle
Strutture Complesse di Radiologia,
con un team di medici radiologi ad
elevata specifica specializzazione,
dinamici e motivati, con impostazione
diagnostico-procedurale omogenea e
condivisa.
Particolare attenzione è stata posta
negli ultimi anni alla evoluzione tecnologica con l’acquisto di apparecchi
ecografici ad alta definizione dotati di
sonde dedicate (2002), di un tavolo
digitale prono per Biopsie Stereotas-
L'attività diagnostica
attività diagnostica consiste in
L'
mammografie cliniche ed ecografie mammarie effettuate:
a) per risolvere problemi diagnostici in donne sintomatiche e asintomatiche;
b) per la diagnosi e il follow up di
pazienti inserite in vari trials randomizzati di terapie neo-adiuvanti;
c) per il follow up annuale di
pazienti operate/irradiate;
d) per la sorveglianza di donne ad
elevato rischio genetico/familiare
di sviluppare un cancro al seno;
e) per la prevenzione spontanea
di donne asintomatiche, al di fuori
di programmi di screening organizzati.
siche (2005), di un Mammografo
Digitale Diretto e di un Ecografo con
modulo Sonoelastografico (2006).
La Struttura Semplice ha maturato
negli anni grande competenza sia in
ambito diagnostico che in ambito
bioptico interventistico.
L’organico della struttura
nell’anno 2008 risulta composto
da una Responsabile,
4 Dirigenti Medici Radiologi,
una Radiologa Borsista e
7 tecnici di radiologia medica
oltre a due Amministrativi.
L'équipe di Senologia
con la dottoressa Silvana Bergonzi al centro.
L'attività interventistica
attività interventistica, effettuata
L'
per la caratterizzazione istologica di
lesioni per lo più non palpabili riscontrate durante la quotidiana attività
diagnostica o su casi inviati da altri
ospedali, è stata progressivamente
notevolmente incrementata negli
ultimi anni: la scelta di potenziare
l’attività bioptica (core biopsy su
guida ecografica e biopsie vacuum
assisted sia su guida mammografia
stereotassica che su guida ecografica) deriva dalla grande richiesta di
queste prestazioni ancora poco
disponibili sul territorio.
Grazie all’attività interventistica sempre più innovativa, con un ampio
ventaglio di dispositivi bioptici, la
Struttura ha consolidato la posizione
di prestigio in ambito locale e nazionale, avendo sviluppato competenze che la rendono efficace nella
soluzione di problemi diagnostici.
Gran parte dell’attività della Struttura
viene effettuata in stretta collaborazione con la S.C. di Chirurgia
Senologica, con la S.C. di Oncologia
Medica 1 e con la S.S. di Genetica
Medica.
Fra gli studi più recenti, si segnala la
valutazione dell’utilità della Sonoelastografia nella diagnosi delle
lesioni mammarie non palpabili,
oggetto di pubblicazione (Eur.
Radiol. - 2008 - 18:2382 - 2389).
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Agire
NT
Resoconto attività 2008
Struttura di Radiologia Senologica
Mammografie cliniche
Ecografie mammarie
Sonoelastografia
Biopsie Vacuum assisted
Core Biopsy ecoguidate
Localizzazioni di lesioni
non palpabili
Consulti
L'imaging del tumore al seno
al seno colpisce in Italia circa
I40l tumore
mila donne ogni anno, uccidendone
oltre 10.000. Il 98% di esse potrebbe
però salvarsi se la diagnosi fosse precoce e il tumore scoperto quando
ancora inferiore al centimetro. Per questo oggi si fa lo screening di questo
tumore e si utilizzano sempre più diffusamente mammografi digitali, in luogo
dei vecchi apparecchi analogici. Con
essi si hanno immagini più ricche di
informazioni che si possono ulteriormente elaborare, risparmiando il numero degli ‘scatti’ e quindi la quantità di
radiazioni per la paziente. “Una novità
in questo campo - ha spiegato Silvana
Bergonzi, Responsabile della Radiologia Senologica all'INT, in un’intervista
alla rivista della Lilt ‘Controcancro’ - è la
Tomosintesi, in grado di acquisire in
una sola videata fino a 15-20 immagini, di diverse sezioni della mammella,
con una dose di radiazioni complessiva di poco superiore a quella di una
singola esposizione mammografica.
Le scansioni della Tomosintesi possono consentire di rilevare, in mammelle
dense o semi-dense, eventuali piccole lesioni mascherate dalla struttura
ghiandolare”.
Foto di Silvano Del Puppo
Delegazione di medici cinesi in visita all’INT
E' in arrivo poi la Mammografia a
scansione ottica, in grado di mettere
in evidenza una eventuale vascolarizzazione patologica della mammella. “Si
parte dalla considerazione - spiega
Bergonzi - che nella maggioranza dei
casi i tumori sono accompagnati da
una neoangiogenesi”.
L'Ecografia è una metodica utilizzata
sempre più spesso nelle donne giovani
e in tutti i casi in cui non si possono
usare radiazioni. Una sua evoluzione è
la Sonoelastografia.
“Un' indagine diagnostica - conclude la
Responsabile della Senologia dell'INT che consente di avere informazioni
sull'elasticità di una lesione. Importante,
perché la lesione maligna è più spesso
rigida, anelastica”.
Ricevuta dal Direttore Generale, Alberto
Scanni, e dal Vice Direttore Scientifico,
Vincenzo Mazzaferro, una delegazione
di 30 medici cinesi, Direttori di dipartimenti
di Ecografia, ha visitato il reparto di Radiodiagnostica per Immagini dell'Istituto dei
Tumori di Milano, diretto da Silvana Bergonzi. Durante l'incontro, agli ospiti sono
state illustrate, tra l'altro, le innovative tecnologie utilizzate nella diagnosi e nella cure
dei tumori al seno nel Reparto di Senologia.
Nel congedare gli ospiti, il Direttore Generale si è augurato che “da questo primo
incontro possano nascere future collaborazioni, attraverso scambi reciproci di tecnici
e ricercatori con un Paese ricco di ingegno,
cultura e tradizioni”.
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IL PUNTO DI VISTA
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
Medicina nucleare: non solo strumento
diagnostico, ma anche terapeutico
Il punto di vista del dott. Emilio Bombardieri
Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radioterapia
Il dott. Emilio Bombardieri
D – Quale ruolo ha oggi la medicina
nucleare nei protocolli diagnostici
oncologici?
R – “La medicina nucleare ha oggi un ruolo
assai importante nei protocolli oncologici
grazie soprattutto allo sviluppo di radiofarmaci mirati, in grado di localizzare specificamente alcune strutture esposte sulle cellule
di tessuti neoplastici, oppure di caratterizzare dei processi biologici. E’ noto che la
medicina nucleare dà informazioni di tipo
metabolico e funzionale, ovvero non fornisce soltanto immagini diagnostiche come
fa la radiologia tradizionale, ma permette di
visualizzare un processo per effetto del
meccanismo biologico che determina la
captazione del radiofarmaco”.
D – Dunque, non solo immagini per
aiutare la diagnosi, ma una vera e propria capacità diagnostica integrata con
dati biologici……
R – “Lo studio del rimaneggiamento dell’osso in presenza di metastasi, ad esempio, fa
evidenziare le sedi di lesioni scheletriche, lo
studio della captazione del radioidio permette di visualizzare le lesioni del carcinoma
tiroideo, lo studio del metabolismo glucidico
è alla base della diagnostica della PET applicabile alla maggior parte dei tumori, il legame del radiofarmaco con il recettore pemette la scintigrafia radiorecettoriale dei tumori
neuroendocrini. Di questi esempi ce ne
sono numerosissimi. Dunque la medicina
nucleare ha una caratteristica peculiare,
poiché l' immagine che ne deriva non solo
‘fa vedere’ la lesione, ma ne permette la
‘caratterizzazione biologica’, contribuendo a
identificare gruppi di pazienti con particolari
caratteristiche importanti per il successivo
atteggiamento terapeutico”.
D – Qual è il ruolo della tecnologia nello
sviluppo della disciplina?
R – “Un altro motivo del successo della
medicina nucleare è sicuramente la grande
evoluzione tecnologica, che da un lato
mette a disposizione apparecchiature di
rilevazione tomografica (SPET, PET) che
hanno sempre maggiore velocità di acquisizione e accuratezza, dall’altro in tempi
recenti sono stati sviluppati strumentazioni
‘ibride’ che permettono di realizzare insieme sia immagini radiologiche (morfologiche)
che medico-nucleari (funzionali) e di fondere insieme le due immagini mediante processi computerizzati. Queste apparecchiature SPET/TC, PET/TC hanno ulteriormente
ampliato le potenzialità diagnostiche nel
settore e favoriscono un approccio integrato: fusione di immagini eguale a fusione di
informazioni”.
A - Paziente con metastasi fissanti per carcinoma
tiroideo.
B - I risultati dopo 4 cicli di terapia con radioiodio.
La risposta è completa con scomparsa della
fissazione.
D – Anche grazie allo sviluppo tecnologico, la medicina nucleare assume, dunque, un ruolo attivo anche negli iter
terapeutici in oncologia?
R – “Molte linee guida prodotte dalle Società
Scientifiche di Oncologia includono oggi
giorno le procedure di medicina nucleare
nella valutazione pre-operatoria, prognostica
e post-operatoria dei pazienti oncologici.
La capacità dei radiofarmaci di selezionare
un tessuto o un gruppo cellulare per effetto
di un processo metabolico oppure di riconoscere strutture specifiche sulla cellula
tumorale, costituiscono il presupposto della
targeted therapy, ovvero della terapia mirata
al bersaglio.
Ma non solo: non tutti i tumori con definite
caratteristiche ripetono il pattern in tutti gli
individui, per cui è opportuno verificare in
ogni individuo quale è l'espressione e il
comportamento biologico della neoplasia. Il
concetto di tailored therapy ovvero di piano
terapeutico a misura del soggetto”.
D – Ad esempio?
R – “Partendo dall’impiego storico dello
Iodio-131 nel trattamento del carcinoma
tiroideo differenziato (che risale addirittura
agli anni ’40), si passa all’impiego della
Metaiodobenzilguanidina radiomarcata per
il trattamento dei neuroblastomi e dei feocromocitomi, agli analogi radiomarcati della
somatostatina per la cura delle neoplasie
neuroendocrine. L’EMEA ha recentemente
approvato l’immissione in commercio in
Europa di un anticorpo anti-CD20 radiomarcato con Yttrio 90, che si è rilevato utilissimo nel trattamento dei linfomi non
Hodgkin a cellule B. Molti successi si stanno registrando utilizzando le microsfere
radiomarcate con Ittrio 90 per la radioterapia perfusionale degli epatocarcinomi incurabili, e grande interesse ha sollevato il
trattamento del dolore da metastasi ossee
con radiofarmaci osteotropi marcati con
radioisotopi del Renio, dello Stronzio e del
Samario”.
D – I radiofarmaci impiegati in terapia
hanno queste caratteristiche?
R – “I radiofarmaci della medicina nucleare
impiegati in terapia hanno queste caratteristiche di base, e pertanto stanno conoscendo sempre maggiore successo anche nel
trattamento di molte neoplasie maligne.
Ovviamente i ‘radiofarmaci terapeutici’
devono veicolare attività molto elevate, in
modo che le radiazioni a contatto della neoplasia abbiano efficacia tumoricida”.
D – Il futuro, dunque,
è già cominciato……..
R – “Un limite attuale di questi approcci è il
numero limitato di centri che dispongono
di camere protette per il trattamento di
questo tipo di pazienti (attualmente in Italia
se ne contano un centinaio), ma non è
escluso che la dimostrata grande utilità di
queste applicazioni renda meno complicata la normativa e favorisca il necessario
sviluppo di nuovi traccianti”.
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LA RICERCA INTERNAZIONALE
Agire
NT
In Europa, dopo un tumore, le donne sopravvivono più a lungo degli uomini
L
a rivista European Journal of Cancer
ha recentemente pubblicato i risultati dello
studio EUROCARE-4, coordinato da un
gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale
dei Tumori di Milano e dell’Istituto Superiore
di Sanità di Roma. EUROCARE-4 ha studiato e confrontato la sopravvivenza di più di 3
milioni di pazienti oncologici diagnosticati
nel periodo 1995-2002 e relativi a 83 registri
tumore di 23 paesi Europei. EUROCARE-4
ha reso disponibili una serie di nuove importanti informazioni sulla sopravvivenza per
tumore su base di popolazione; ha anche
fornito nuove informazioni sulla diversa
risposta alla malattia oncologica tra donne
e uomini. “E’ forse abbastanza noto sostiene Andrea Micheli, Epidemiologo
INT e primo firmatario dello studio sulla differenza di prognosi tra i due sessi - che le
donne hanno un’attesa di vita alla nascita
maggiore rispetto agli uomini; ma non tutti
sanno, come più studi hanno anche mostrato, che le donne sopravvivano più a lungo
dopo l’esordio di malattie croniche, come le
malattie cardiovascolari e il tumore. Ad oggi
non è stato però chiarito se il dato è costante in tutte le statistiche e se siano i fattori
biologici o quelli culturali che favoriscono il
vantaggio delle donne nella sopravvivenza
dopo la comparsa del tumore”. Nell’ambito
dello studio EUROCARE-4 sono state analizzate informazioni su 1,6 milioni di casi di
tumore di 26 tipi diversi, relativi a 23 paesi
Europei con lo scopo di verificare se le
donne abbiano un vantaggio sugli uomini
anche nelle statistiche recenti e indagare su
quale possa essere il motivo di tale vantaggio. “Ebbene - continua Micheli -, in un’analisi statistica che ha tenuto conto delle
diversità geografiche e dell’età all’esordio
della malattia, per 16 tipi di tumore (il tumore della ghiandole salivari, testa e collo,
esofago, stomaco, colon e retto, pancreas,
polmone, pleura, osso, melanoma, reni,
cervello, tiroide, malattia di Hodgkin e linfoma non Hodgkin e per il mieoloma multiplo),
le donne hanno un rischio relativo di morte
significativamente più basso. Nelle donne si
ha un più alto rischio di morte soltanto per i
tumori delle vie biliari, della vescica e per la
leucemia, mentre per altri tipi non vi sono
differenze significative tra i due sessi. Per
l’insieme di tutti i diversi tumori considerati le
donne hanno un vantaggio complessivo di
circa il 5%”. Nello studio viene però anche
osservato che l’età alla diagnosi è il fattore
determinante del vantaggio delle donne; il
vantaggio femminile è molto forte in età
giovanile, si riduce progressivamente con
l’età, diventando trascurabile nelle donne
anziane. “Questo dato - conclude Andrea
Micheli - suggerisce che un fattore biologico, i livelli degli ormoni sessuali associati al
periodo fertile nella donna, potrebbe spiegare la migliore capacità femminile nel
rispondere al cancro”.
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La situazione in Europa
In Europa sono ancora presenti notevoli diseguaglianze
fra Paesi: per la maggior parte dei tumori solidi, per i
quali la diagnosi precoce è determinante, la sopravvivenza più elevata si riscontra nei paesi del Nord Europa
(Svezia, Islanda, Finlandia, Norvegia). La sopravvivenza
è leggermente più bassa o sovrapponibile nei paesi dell’Europa centrale e del Sud
(Francia, Germania, Svizzera, Olanda, Italia, Spagna), mentre quella dei pazienti in
UK, Irlanda e Danimarca rimane considerevolmente più bassa della media europea,
nonostante sia aumentata negli ultimi anni; nei paesi dell’Est Europa la sopravvivenza dei pazienti oncologici è tuttora inaccettabilmente bassa.
Globalmente in Europa più del 50% delle donne e il 45% degli uomini sopravvivono
almeno 5 anni dopo la diagnosi di un tumore. Per tumori quali il tumore del testicolo o il linfoma di Hodgkin (per i quali esistono oggi terapie efficaci) la sopravvivenza
a 5 anni raggiunge il 90%. Anche per il tumore della mammella, grazie alla diagnosi
precoce e ai progressi terapeutici, in media l’80% delle donne Europee sopravvive
almeno 5 anni, con valori vicini al 90% nei Paesi nordici, e in alcune regioni francesi
e del Nord-Centro Italia.
La situazione in Italia
L’Italia si colloca molto bene nel confronto con gli altri
Paesi, con valori di sopravvivenza dei propri pazienti sempre simili o superiori alla media europea. All’interno dell’Italia vi sono però notevoli differenze: i pazienti delle regioni del
Nord e del Centro hanno una prognosi nettamente migliore
dei pazienti che si ammalano e sono curati nelle regioni del
Sud, paragonabile a quella rilevata nei paesi Europei a standard più avanzato.
Questo dato era già emerso in passato, ma EUROCARE-4 ha confermato che purtroppo queste differenze erano ancora presenti per i pazienti ammalatisi alla fine
degli anni ’90. Per i tumori della mammella e della cervice uterina, la sopravvivenza,
più elevata nelle regioni del Nord e del Centro Italia, è verosimilmente dovuta alla
presenza di programmi di screening organizzato. Lo screening ha l’effetto di anticipare la diagnosi e quindi di allungare la sopravvivenza, anche indipendentemente dal
beneficio in termini di possibilità di cura. I programmi di screening però promuovono
anche una migliore organizzazione delle cure oncologiche nel territorio, con conseguente beneficio per tutti i pazienti.
L’Unità mobile utilizzata dalla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (Lilt)
nelle sue campagne per la prevenzione dei tumori
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NOVITÀ INT
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
La Cittadella della Salute
diventa realtà
segue da pag. 1
terna. “Con la Cittadella - ha sottolineato il Presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni
- si formerà dunque un nuovo Polo
sanitario pubblico di assoluta eccellenza”.
I tre Istituti, già oggi all'avanguardia nel campo dell'infettivologia,
dell'oncologia e delle neuroscienze
potranno trarre ulteriore impulso
dalla possibilità di svolgere la loro
attività in modo armonizzato, ottimizzando strumenti e risorse, pur
mantenendo nel contempo ciascuno le proprie peculiarità.
I benefici derivanti dal nuovo insediamento riguarderanno infatti economie di scala, ottimizzazione dell'uso
delle alte tecnologie bio-mediche,
utilizzo integrato delle piattaforme
tecnologiche, gestione condivisa
della logistica, strutture di risposta
(almeno parziale) al bisogno di residenzialità di ricercatori, studenti e
familiari dei pazienti e, in definitiva,
miglioramento dell'offerta sanitaria.
Da ultimo ma non meno importante,
ci sarà un altro effetto positivo: quello di trattenere cervelli nella ricerca e
nella sanità pubblica italiana.
Carlo Borsani
I sabati dell'Istituto
S
copo degli incontri, organizzati con il Patrocinio dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri è fornire ai Medici di Medicina Generale informazioni e indicazioni
per migliorare gli interventi di prevenzione, diagnosi precoce nonché le decisioni terapeutiche e il follow up. I Medici di Medicina Generale sono infatti impegnati in prima linea nella
diagnosi e nell’assistenza di pazienti portatori di neoplasia. Attraverso la discussione di casi
clinici emblematici si farà il punto della situazione della diagnosi e degli approcci terapeutici
nei vari stadi di malattia neoplastica.
PROGRAMMA Aula A - 9.30/12.30
24 gennaio 2009
Medicina Nucleare
Emilio Bombardieri
18 aprile 2009
Linfomi
Alessandro M. Gianni
30 maggio 2009
Tumori primitivi del fegato
e metastatici del fegato
Vincenzo Mazzaferro
12 settembre 2009
Tumori del polmone
Ugo Pastorino
31 ottobre 2009
Tumore dei germinali del testicolo
Roberto Salvioni
28 novembre 2009
Tumore della prostata
Riccardo Valdagni
RESPONSABILI SCIENTIFICI
Gustavo Galmozzi - Pasquale Spinelli
ISTITUTO DEI TUMORI ALL'AVANGUARDIA
SECONDO UN'INDAGINE DEGLI INGLESI
Uno studio su 21 Paesi del mondo pubblicato dal ‘New England Journal of Medicine’
attribuisce all'Istituto Nazionale dei Tumori una posizione di eccellenza. L'indagine fa
riferimento pure ai primi risultati considerati positivi della sperimentazione di un nuovo
farmaco utilizzato contro l'epato-carcinoma, il tumore del fegato più diffuso. Il farmaco
è il Sorafenib, molecola che si era già dimostrata attiva contro il tumore del rene e che
appartenente alla classe degli ‘inibitori multi-chinasici’, mirati contro un preciso bersaglio molecolare della cellula tumorale. Lo studio, oltre all'Int, cita le oncologie delle
Università di Pisa, Pavia e Bologna e dell'Humanitas di Rozzano.
Presidente
Fondazione IRCCS
“Istituto Nazionale dei Tumori”
Agire
INT
Periodico della Fondazione IRCCS
dell’Istituto Nazionale dei Tumori
20133 Milano, via Venezian 1
tel. 02 23 90 24 86
http//www.istitutotumori.mi.it
[email protected]
Numero 2/09 - Periodicità trimestrale
Autorizzazione Tribunale - N. 592 del 23.09.1998
Direttore responsabile: Carlo Borsani
Comitato di redazione
Dario Belluzzi - Patricia Crollari
Marco A. Pierotti - Alberto Scanni
Coordinamento Editoriale
Enrica Alessi - Roberto Mazza - Sergio Vicario
Segreteria di redazione: Katy Mennillo
Editore: Metafora srl
Via Catania, 8 20133 Milano - tel. 02 71 04 00 91
Design: Cabrini Associati srl - Milano
Stampa
Cattaneo Paolo Grafiche s.r.l. Oggiono - Lecco
Finito di stampare aprile 2009
Haring e il Futurismo rivisitati dagli ospiti
di Pediatria Oncologica dell'INT
Dal 20 aprile al 30 maggio all’Istituto dei Tumori di Milano saranno esposte le opere realizzate dai bambini e
ragazzi ricoverati nel reparto di Pediatria Oncologica.
In due percorsi distinti si potranno vedere riproduzioni
di opere di Haring - Visitando Haring - e dei Futuristi
- Pillole…di Futurismo -. La mostra, con il Patrocinio degli Assessorati alla Cultura, alla Famiglia, Scuola
e Politiche Sociali e alla Salute del Comune di Milano,
è stata realizzata grazie alla generosa collaborazione
delle educatrici del Reparto di Pediatria che hanno
proposto ai piccoli pazienti ricoverati di riprodurre le
opere. L’Accademia di Belle Arti di Brera, con il Prof.
Luca Ghirardosi, docente di Allestimento degli spazi
espositivi, e i suoi studenti hanno curato l’allestimento
e l’Agenzia Cabrini Associati si è occupata di tutta la
grafica della mostra. Si ringraziano per il contributo alla
realizzazione del catalogo e all’allestimento Bipiemme
Gestioni e la casa editrice Gruner+Jahr/Mondadori.
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INT AL CINEMA E A TEATRO
Agire
NT
Vivere ancora ‘Diario di una guarigione’
Un film di Luisa Morandini sul come affrontare e vincere il tumore al seno
uisa Morandini, critica cinematoL
grafica, scopre di avere il cancro e
decide di raccontare la sua storia, e
quella di altre, in un piccolo film corale
e prezioso, ‘Vivere ancora’.
Alla fine della proiezione, come ha
scritto Marina Terragni su Io Donna,
prevale la quasi-certezza che ce la si
può fare, e che la diagnosi precoce è
decisiva. La forza delle altre ti entra
dentro. E ti resta, come un gran dono.
“Era martedì, quando ho scoperto di
avere un tumore” - racconta la regista.
Un bisogno di raccontare che è molto
femminile.
La narrazione fiduciosa e ostinata della
propria storia, come un’instancabile
tessitura che non si ferma nemmeno
quando un nodo intricato sembra farne
impazzire il disegno.
Di solito un tumore al seno si scopre
sotto la doccia -“… qualcosa che non
torna”-, sistemandosi il costume al
mare, o durante una mammografia.
Perché non finisca tutto, tutto deve
cominciare: lo shock, il rifiuto, la dispe-
razione, l’accettazione; come dirlo sul
lavoro, ai bambini, ai propri cari; i
medici, gli esami, l’intervento, la diagnosi definitiva; la chemio, la radio, le
pillole; i capelli che cadono, la bandana, la parrucca, la paura dei controlli. Il
corpo e la mente che fanno un tutt’uno
dolorante.
E il bisogno di raccontare, a se stesse
e agli altri, per ritrovare il filo e l’armonia, per rimettere ordine in tanto disordine. Attaccate a quel barlume di bene
che c’è, deve per forza esserci, anche
in questo male.
"CREDETEMI, IL TEATRO È VITA"
Corrado Tedeschi ha portato in scena la sua malattia al Teatro Parenti
con uno spettacolo dedicato ad ARECO
Per una sola sera al Franco Parenti,
l’attore Corrado Tedeschi ha portato
in scena qualcosa che nessuno aveva
mai osato: la sua malattia.
Coraggiosamente rivissuta e teatralmente intrecciata con la pièce di Luigi
Pirandello, ‘L'uomo dal fiore in bocca’,
che da 10 anni lo vede applaudito protagonista.
“E’ la storia - ha raccontato sul Corriere
della Sera alla giornalista Giuseppina
Manin - di un uomo colpito da epitelioma, un tumore maligno alla bocca che
non lascia scampo. E di un tumore,
per fortuna meno grave, mi sono
ammalato anch'io. Come il mio personaggio, anch'io ho dovuto guardare in
faccia la morte, rivivere sulla mia pelle
le stesse paure, emozioni, scoperte.
Un'esperienza dolorosa e straordinaria
insieme. Per questo ho deciso di rac-
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contarla, in una serata il cui incasso
andrà tutto alla Areco, presieduta da
Ermanno Leo dell'Istituto Nazionale
dei Tumori. E poi, parlando da attore,
dal punto di vista drammaturgico, è
quanto di più pirandelliano mi potesse
capitare”. “Tutto quello che scrive
Pirandello è vero - aggiunge l’attore morte e malattia sono i grandi tabù dei
nostri tempi. Cerchiamo sempre di
accantonarli, di rimuoverli. Poi capita a
te... E allora puoi scoprire che proprio
quella malattia può dare senso alla
vita, spingerti ad assaporarla ogni
istante, a notare odori e sapori prima
trascurati, a incantarti davanti a una
notte di luna. E scoprire risorse incredibili. Persone incredibili. Un patrimonio di umanità da far tesoro. La malattia toglie e da. Se ne esci, ne esci
migliore”.
Luisa Morandini, nel raccontare la
sua esperienza, ha coinvolto un gruppo di donne, dai 30 ai 60 anni, incontrate durante la malattia. Riprese nei
loro salotti, in cucina o davanti al computer ricoperto di disegni dei figli, Elena,
Mara, Sonia e le altre parlano davanti
alla macchina da presa.
Le loro testimonianze sono alternate ai
pensieri di Luisa e alle spiegazioni incredibilmente chiare e umane - dei
medici dell'Istituto Nazionale dei Tumori
di Milano: “Ho fatto questo film perché
è stato il mio modo di combattere - dice
l'autrice - ma anche per ringraziare questa struttura pubblica, un luogo di
eccellenza da tutti i punti di vista”.
Il film, girato tra Milano e Levanto, è
stato presentato alla Cineteca dello
Spazio Oberdan di Milano alla presenza
del Direttore Generale dell'Istituto,
Alberto Scanni.
Molte le proiezioni già avvenute in diverse città italiane, spesso organizzate
dalle sezioni locali della Lilt.
L’aver conosciuto,
all’inizio degli anni
‘90 in Francia ed
Inghilterra, la possibilità di poter
curare, i pazienti affetti da tumore del
retto senza più costringerli come nel
passato a portare i segni di una mutilazione irreversibile, evidente nel famigerato sacchettino sull’addome, ha spinto me e la mia équipe a realizzare un
programma innovativo e sistematico,
che trova oggi consenso scientifico ad
ogni livello e rende necessarie le iniziative finora realizzate. Per realizzare questi obbiettivi, ho pensato, d’accordo
con illustri colleghi, che fosse indispensabile creare A.R.E.C.O. Associazione
per la Ricerca Europea in Chirurgia
Oncologica - Onlus, la cui finalità principale è appunto la costituzione e
gestione della Scuola-Master di
Chirurgia Specialistica per la cura dei
tumori del retto.
Ermanno Leo
Direttore Chirurgia Colon-Rettale
www.areco.it
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contrattuali fare riferimento ai Fogli Informativi disponibili in Filiale. La
concessione dei finanziamenti è subordinata all’approvazione della Banca.
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