Aprile 2009 Anno 2 - numero 2 Agire NT Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale 70%-DCB Milano Periodico dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano Foto di Silvano Del Puppo La Cittadella della Salute diventa realtà Carlo Borsani ia libera definitivo dalla Giunta della V Regione Lombardia per la realizzazione della Cittadella della Salute, il nuovo avanzatissimo polo sanitario della ricerca e della didattica, destinato a riunire funzionalmente, nella zona Nord-Ovest di Milano, l’Ospedale Sacco e le nuove sedi dell'Istituto Neurologico Besta e dell'Istituto Nazionale dei Tumori che, insieme a Regione Lombardia, costituiranno un consorzio per realizzare, entro il 2015, questa imponente opera da 520 milioni di euro. Il nuovo complesso occuperà 220.000 metri quadrati di superficie per le funzioni di ricerca, di cura, per le strutture di ospitalità e per i servizi; altri 70.000 metri quadrati di superficie saranno dedicati a parcheggi, impianti tecnologici e all'asilo nido aziendale. I lavori partiranno entro il 2011, la conclusione è prevista entro il 2015. I posti letto totali saranno 1.405, quasi un centinaio in più degli attuali, con l’Istituto Nazionali dei Tumori che vedrà crescere gli attuali da 482 a 505. Il costo complessivo del progetto è stimato in 520 milioni: 15 per l'acquisto delle aree, 385 per la Cittadella vera e propria, 20,8 per le infrastrutture viarie, 100 per arredi e apparecchiature. Regione Lombardia - che ha la regia del progetto e che agirà anche da stazione appaltante - si impegna a finanziare l'opera con 228,7 milioni, 40 milioni sono a carico dello Stato, i rimanenti a carico del concessionario o provenienti da fondazioni. Da parte sua la Regione Lombardia si è impegnata direttamente anche sul fronte delle infrastrutture di collegamento, prevedendo oltre 20 milioni di euro per gli interventi necessari sulle tangenziali ovest e sud, oltre che alla viabilità insegue a pag. 10 aprile 2009.indd 1 S.E. il Cardinale Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, durante la presentazione all’istituto Nazionale dei Tumori della lettera pastorale dedicata alle famiglie che vivono la sofferenza SE AIUTI LA RICERCA AIUTI LA VITA Dona il 5 per mille alla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano nella dichiarazione dei redditi 2009 Codice Fiscale: 80018230153 Questa scelta non è una tassa in più e quindi non alleggerisce il portafoglio del contribuente SOMMARIO Istituto Nazionale dei Tumori All'INT Il primo centro Multidisciplinare HPV pag. 2 Passato, presente e futuro pag. 2 Un intervento di 14 ore per salvare Brigel pag. 3 Molecular Modelling pag. 4 Seno una nuova molecola che svela il rischio metastasi pag. 5 Un passo avanti nella ricerca sul tumore alla prostata pag. 5 Da 40 anni un punto di forza dell'INT pag. 6 L'imaging del tumore al seno pag. 7 Medicina nucleare pag. 8 Dopo un tumore le donne vivono più a lungo degli uomini pag. 9 Vivere ancora ‘Diario di una guarigione’ pag. 11 Passato, presente e futuro Intervento del Prof. Leandro Gennari L a ricorrenza degli ottanta anni dell’Istituto ha fatto riaffiorare alla mia mente ricordi di uomini e fatti che hanno contribuito a creare l’attuale indiscussa fama dell’Istituto nel mondo della Sanità. Quando sono entrato nell’Istituto nel marzo 1957, pochi giorni dopo la laurea, l’Istituto era da molti ritenuto l’Ospedale dove si andava a morire. I ricoverati erano pazienti affetti da tumore in fase avanzata per i quali le cure consistevano in una francescana assistenza e in qualche tentativo chirurgico o radioterapico, quasi sempre destinato a un doloroso insuccesso. segue a pag. 2 6-04-2009 15:43:51 NEWS DALL'INT Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” All’INT il primo Centro Multidisciplinare Anti Papillomavirus (HPV) Ricerca, informazione, formazione, diagnosi, cura, follow-up e coordinamento professionale: gli obiettivi del progetto per la riduzione delle malattie causate dal virus Presso la sede di via Ve- nezian è attivo il primo Centro multispecialistico di ricerca, informazione, diagnosi e cura dell’infeFrancesco Raspagliesi zione da HPV e delle patologie correlate. Il Centro si occuperà di fornire Informazioni e fare Formazione agli operatori sanitari. Offrirà informazioni per la prevenzione alla popolazione a rischio e alle famiglie, oltre a diagnosi, counselling e cura. Orari: Attività di counselling/screening/vaccinazioni: Martedì e Mercoledì dalle 8.30 alle 12.00, Giovedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00. Visite ginecologiche di secondo livello: Dal Lunedì al Venerdì - Ore 9.00-13.00. Visite ORL: Lunedì mattina dalle ore 9.30. Visite urologiche: Venerdì mattina dalle ore 9.30. “La disponibilità a partire dal 2007 di un vaccino profilattico - ha spiegato Francesco Raspagliesi, Direttore del Centro e della S.C. Oncologia e Ginecologia - apre un nuovo scenario nella programmazione a breve e lungo termine delle metodiche di prevenzione, diagnosi e cura delle infezioni HPV correlate e delle loro ripercussioni cliniche. E’, però, essenziale continuare a fare prevenzione nella popolazione non sottoposta a vaccinazione e diagnosticare precocemente i tumori del collo dell’utero invasivi, che hanno un’incidenza annua nella popolazione lombarda di 11,9 nuovi casi/100.000 donne. L’attività del Centro, assieme ad azioni d’arruolamento attivo, sarà incentrata in interventi capillari di informazione, comunicazione su vaccinazione, prevenzione, programmi di screening ed effetti sulla sfera sessuale rivolti ai soggetti target della campagna ed eventualmente alle loro famiglie”. Foto di Antonio Sorano, Ag. Aldo Liverani sas Da sinistra Alberto Scanni, Direttore Generale INT, Luciano Bresciani, Assessore alla Sanità della Regione Lombardia, e Marco Pierotti, Direttore Scientifico INT. Una linea telefonica sarà dedicata a pazienti e operatori sanitari: numero di telefono 02/23903479 02/23903479,, attivo il lunedì ed il venerdì dalle 14 alle 16. Il Centro sarà raggiungibile dal web tramite il sito della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori: www.istitutotumori.mi.it,, www.istitutotumori.mi.it con annessa casella di posta elettronica: [email protected].. [email protected] Istituto Nazionale dei Tumori. Passato, presente e futuro. 2 Da poco più di un anno era diventato Direttore Generale il Prof. Bucalossi, la cui capacità chirurgica era abbinata a una non comune intelligenza e a una notevole dirittura morale. Era un politico, ma non asservì mai l’Istituto alla politica. Se mai, successe esattamente il contrario. Era il profondo e istintivo conoscitore degli uomini e delle loro potenzialità professionali. Scoprì e valorizzò l’allora assistente Veronesi. L’anatomia patologica era stata affidata al Prof. Sirtori divenuto uno dei più apprezzati diagnostici della patologia neoplastica. Lo staff era numericamente carente ed il precariato dominante. Di conseguenza gli studi clinici retrospettivi erano pochi, le pubblicazioni quasi sempre su riviste italiane e gli studi prospettici una chimera. Tuttavia il periodo dell’oscurantismo clinico-scientifico, in verità dovuto più alle difficoltà economiche del periodo bellico e post bellico che non all’incapacità dell’allora Dirigenza, stava per finire. Il Prof. Bucalossi prendeva le decisioni programmatiche più impegnative, il Prof. Veronesi dava corpo ad una attività di ricerca di più ampio respiro, attuando un aprile 2009.indd 2 primo studio prospettico internazionale denominato ‘Mosca’. L’Istituto cresceva in qualità e quantità affiancandosi nella stima internazionale ai già affermati Leon Berard di Lione, al Villejuif francese e al Royal Masden di Londra. Un ulteriore contributo venne anche dai ripetuti e crescenti contatti di Veronesi con il Memorial Hospital di New York, l’M.D. Anderson di Huston, il Chester Beatty ed altre famose Istituzioni. Una citazione a parte merita il dott. Bonadonna cui va il merito, riconosciuto in tutto il mondo, di aver elevato ad un ruolo principe la chemioterapia le cui punte di diamante sono state l’impiego dell’adriblastina, peraltro scoperta in Istituto, e la razionalizzazione delle scelte terapeutiche per i linfomi. Nel 1960 venne bandito il concorso per quattro posti di assistente. Risultarono vincitori il già affermato prof. Veronesi, il Dott. Di Pietro, precursore dei trattamenti chemioterapici e, contrariamente alle previsioni, i Dottori Gennari e Ravasi. Parafrasando Napoleone, questi quattro assistenti avevano nella loro bisaccia il bastone da maresciallo e nel corso degli anni successivi fu dato loro modo di segue da pag. 1 mostrarlo grazie alla liberalità dirigenziale ed anche a un raro reciproco rispetto e collaborazione. Sarebbe tuttavia riduttivo non riconoscere che altre personalità, quali Della Porta, Silvestrini, Rilke, Fossati-Bellani, Musumeci, Damascelli, Spinelli, Molinari, Salvadori, Cascinelli, abbiano meritato un pari riconoscimento di spiccata personalità e competenza. Tuttavia le persone passano, ma le loro opere, se valide, rimangono e possono essere uno sprone per chi viene dopo. Ed eccoci al presente o, se volete, al futuro. Oggi la qualità degli infermieri è in continuo miglioramento. Tutti i medici e i ricercatori sperimentali sono già più di una promessa. Molti sono già noti e pronti a lasciare dietro le spalle il passato, consci di poter iniziare una nuova età dell’oro. Il mio non è un presuntuoso augurio, ma una sicura certezza. Con il rispetto delle ragionevoli scelte altrui, la dedizione al lavoro, la reciproca stima e la fattiva collaborazione, ogni obiettivo è raggiungibile, sempre ricordando che ‘le difficoltà acuiscono l’intelligenza e rafforzano la volontà’ (Leibniz). Leandro Gennari 6-04-2009 15:43:52 Agire NT Un intervento durato 14 ore. Così l’équipe del dott. Mazzaferro in collaborazione con la Pediatria Oncologica, ha salvato il piccolo Brigel L a storia è stata raccontata sul Corriere della Sera da Andrea Galli, un giornalista che non prende quasi mai appunti, ma cattura emozioni che poi magistralmente libera nei pezzi che scrive. Al piccolo Brigel (ndr. si legge come si scrive), nato in Togo il 6 luglio scorso, secondogenito e fratello di Mariette, a gennaio viene diagnosticato un tumore al fegato di oltre due chili. Enorme, infinito, sproporzionato. Un mostro: si spingeva fino alla vescica. “I genitori erano d'accordo sulla chemioterapia, che abbiamo fatto riducendo la massa del tumore - ha raccontato ad Andrea Galli Michela Casanova, oncologa dell’équipe di Pediatria Oncologica - mentre l'intervento proprio non volevano si facesse. In Africa, la mortalità per interventi chirurgici è alta. E le persone hanno il terrore”. Maura Massimino, Direttore della Pediatria Oncologia, Vincenzo Mazzaferro, il Direttore della Chirurgia Generale 1, in un gioco di squadra assieme ai loro collaboratori, convin- cono mamma Honorine e papà Lassey, arrivato a Milano 8 anni fa, che l’intervento andava fatto pena la certezza della morte di Brigel e fanno anche in modo di ottenere dal caporeparto il permesso per il papà per essere presente la notte dell’operazione. L'intervento dura 14 ore, Brigel ora sta bene e papà Lassey afferma: “Grazie Milano. Hai salvato mio figlio e la mia famiglia. L'Africa è bella ma qui è meglio”. “Se non fosse venuto in Italia, se l'avessimo rispedito indietro - dice Vincenzo Mazzaferro al cronista, riferendosi anche all’ipotesi di obbligare i medici a denunciare gli extracomunitari clandestini -, Brigel sarebbe morto. Così come morirebbero i bambini di altre, tante altre, nazioni che non hanno strutture adeguate per certe malattie”. Dopo avere parlato dell’équipe multietnica di Mazzaferro con la tostissima argentina Jorgelina Coppa, di Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, in visita al Reparto di Pediatria Oncologica Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, con un piccolo paziente, durante la sua visita al Reparto di Pediatria Oncologica accompagnata dal Direttore Generale Alberto Scanni. I l Sindaco di Milano, Letizia Moratti, accompagnata dall’Assessore ai Servizi Sociali, Mariolina Moioli, ha visitato il Reparto di Pediatria Oncologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, portando ai piccoli degenti i regali che non aveva potuto portare a Natale a causa dell’influenza che l’aveva colpita. A riceverla il Direttore Generale dell’Istituto, Alberto Scanni, e il Direttore Scientifico, Marco Pierotti, assieme ai medici, agli infermieri e alle maestre che operano nel Reparto di Pediatria Oncologica, fino a poche settimane fa guidato dalla dottoressa Franca Fossati Bellani, che dopo quarant’anni di attività ha lasciato la direzione. L'équipe di Pediatria Oncologica Maria Flores, del Guatemala, del ragazzo greco neoassunto e della dottoressa dell'India, Galli, infine, svela l’origine del nome di Brigel: “Allora, Lassey è innamorato del calcio, peraltro in Togo assai popolare, ed è follemente perso per un calciatore del passato, Hans-Peter Briegel. Capita, ognuno ha le sue fisse, le sua passioni, i suoi miti. Manca una ‘e’, ma per il resto ci siamo. Brigel, appunto. Il giocatore era un tedescone che negli anni Ottanta fece la fortuna del Verona campione d'Italia. Forza fisica, robusto, indomabile. Insomma, un portento della natura. Briegel & Brigel”. Invito ai Cittadini a donare sangue all'Istituto dei Tumori Le donazioni di sangue all'Istituto dei Tumori sono passate dalle 7.700 del 2005 alle 6.600 del 2008. Per garantire l'attività medica e chirurgica del nostro ente è assolutamente necessario invertire la tendenza di fronte anche ad un fabbisogno di sangue in crescita costante. Per questo rivolgiamo un invito alla cittadinanza, come già fatto a tutti i dipendenti dell'Istituto, a considerare il problema e rendersi disponibili a un atto di grande solidarietà civile rappresentato dalla donazione di sangue. www.adsint.mi.it 3 aprile 2009.indd 3 6-04-2009 15:43:52 NEWS DALLA RICERCA INT Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” Molecular Modeling: ‘dalla sfera di cristallo ai modelli molecolari di predizione di risposta ai farmaci personalizzati’ L o sviluppo di nuovi farmaci in oncologia basati sul concetto delle terapie personalizzate o a bersaglio molecolare pre-definito, ha avuto in questi ultimi anni una grande rilevanza, ma ha anche sollevato un vivace dibattito sull’opportunità, in termini di costi/ benefici, di un’ampia diffusione di questi farmaci anche per il loro elevato costo, mediamente dieci volte quello dei farmaci tradizionali. Al di là di opinioni personali dettate da diverse esperienze e formazione, la via maestra da seguire in questo caso deve essere quella di una evidenza. Per questo scopo, un gruppo di ricerca dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, coordinato dalle Dottoresse Silvana Pilotti ed Elena Tamborini, in stretta collaborazione col gruppo dell’Università di Trieste guidato dalla Dottoressa Sabrina Pricl, ha da alcuni anni iniziato un approccio pionieristico basato sulla modellistica molecolare. Quest’ultima si basa sulla possibilità di prevedere in modo estremamente preciso se un farmaco si lega significativamente ed ha un effetto biologico (è quindi ‘appropriato’) al bersaglio molecolare definito da una preventiva analisi del profilo molecolare del tumore in esame che ne abbia definito le alterazioni patogenetiche in geni chiave per il suo sviluppo (alterazioni genetiche come mutazioni ecc.). L’approccio si basa sull’integrazione di tecniche di cristallografia, di formule matematiche (algoritmi) che calcolano la stabilità di interazioni tra farmaco e il bersaglio molecolare pre-definito e di simulazione al computer di come al variare della struttura del bersaglio varia la forza del suo legame col farmaco. Il modello di predizione così costruito viene quindi ‘sfidato’ in esperimenti più tradizionali ‘in vitro’, in cui, in linee cellulari usate come indicatori biologici, viene inserito il gene opportunamente modificato (ingegneria genetica) per riprodurre la sua struttura alterata così come determinato dall’analisi del tumore del paziente. A queste linee e ad opportuni controlli, viene somministrato il farmaco ed analisi biochimiche possono poi dimostrare in maniera chiara la sua attività biologica. L’ultimo passaggio è la verifica clinica ‘in vivo’ della definitiva correttezza della predizione, attra- verso analisi strumentali come la PET o RMN, che dimostrano l’effettiva attività terapeutica del farmaco attraverso i cambiamenti morfologici e funzionali rilevabili nel tumore dopo il trattamento. Nell’ultimo lavoro, uscito lo scorso febbraio sulla prestigiosa rivista Journal of the National Cancer Institute, il gruppo ha potuto dare una convincente spiegazione ad un fenomeno altrimenti inspiegato che mostrava come la resistenza ad Imatinib di diversi tumori (l’identificazione di bersagli molecolari porta ad avere una situazione per cui tumori di diverso tipo e con diverse molecole (enzimi) alterate possano rispondere ad uno stesso farmaco) come la leucemia mieloide cronica, i GIST e una neoplasia del sangue, fosse dovuta sempre alla stessa mutazione, tra le moltissime possibili, e nella stessa posizione della struttura che regola l’attività degli enzimi alterati nelle cellule tumorali. La modellistica molecolare e i conseguenti esperimenti ‘in vitro’ hanno consentito di dimostrare come questa sostituzione fosse l’unica compatibile con l’attività tumorigenica degli enzimi in gioco e contemporaneamente rendesse queste ultime resistenti al farmaco. In questo modo si apre la strada per ‘costruire’nuove molecole che possono prevenire alcuni meccanismi di resistenza. Marco A. Pierotti Direttore Scientifico INT Accordo INT - Myriad Genetics Importante collaborazione per lo sviluppo di test diagnostici predittivi e personalizzati yriad Genetics, leader mondiale M nello sviluppo e nella commercializza- zione di test diagnostici nel settore della medicina predittiva, ha sottoscritto un accordo di collaborazione con la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori che prevede la fornitura di tecnologie innovative da utilizzarsi nell’attività di ricerca dell’Istituto per una sempre più personalizzata analisi biomolecolare dei tumori umani ed una migliore definizione dei profili biologici di rischio, consentendo di prevedere l’aggressività biologica, l’eventuale precoce metastatizzazione e l’efficacia/inefficacia del trattamento terapeutico. “La collaborazione, coordinata dalla Direzione Scientifica dell’Istituto - spiega Marco Pierotti, Direttore Scientifico INT -, è attualmente indirizzata all’identificazione di impronte molecolari che meglio identificano i carcinomi mammari con alterazioni dei geni BRCA (associati a predisposizione ereditaria alla neoplasia) o con predisposizione familiare, i tumori alla prostata, i tumori del colon allo stadio II, per i quali è di fondamentale importanza una migliore definizione della prognosi, per distinguere i pazienti con tumore indolente - potenzialmente curabile con la sola chirurgia - da quelli con tumore aggressivo, per i quali si rende necessaria anche una chemioterapia adiuvante. Inoltre, la collaborazione in atto dovrà anche validare un nuovo test diagnostico, più sensibile e specifico di quelli fino ad oggi utilizzati, per identificare le pazienti con carci- noma mammario maggiormente responsive alla terapia con Herceptin”. “Si tratta - aggiunge il Direttore Generale INT, Alberto Scanni - di un innovativo modello di integrazione tra ricerca pubblica e privata su argomenti di interesse comune, ma soprattutto di rilevanza sociale per il singolo paziente e per il Sistema Sanitario. Oltre a condividere le spese di ricerca, l’accordo prevede la cessione dei diritti di commercializzazione in Italia dei prodotti per la ricerca (reagenti, test diagnostici, prognostici e predittivi, farmaci eventualmente sviluppati contro i bersagli molecolari identificati nel corso della ricerca) e la condivisione dei diritti di proprietà intellettuale”. 4 aprile 2009.indd 4 6-04-2009 15:43:53 Agire NT rnal sul Jou o n a li a it cology Studio ical On of Clin Seno: una nuova molecola che svela il rischio-metastasi ogni anno. Un certo numero di queste pazienti, anche se sottoposte a chemioterapia post-operatoria, svilupperanno metastasi tumorali. La domanda a cui da tempo i ricercatori tentano di rispondere è quali sono i segnali che potrebbero indicare precocemente i carcinomi mammari più aggressivi? Un passo avanti nella conoscenza di questi meccanismi arriva da uno studio italiano (finanziato dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Clinical Oncology. Analizzando il tessuto neoplastico ottenuto da più di 300 pazienti sottoposte ad intervento chirurgico per un tumore al seno, è stata individuata nelle cellule tumorali mammarie una nuova molecola, la FOXP3, che risulta significativamente associata alla proba- bilità di sviluppare metastasi a distanza. In presenza di questa molecola, quindi, la neoplasia presenta una maggiore aggressività clinica. In particolare, si è osservato che in quelle pazienti che al momento dell’intervento chirurgico non presentavano cellule maligne a livello linfonodale, la presenza di FOXP3 nelle cellule del tumore primario era collegata a un peggioramento della prognosi, menLa dott.ssa Ilaria Plantamura mentre valuta l'espressione di proteine provenienti da cellule tumorali. Foto di Massimo Brega e stime italiane contano circa 40mila L nuovi casi di tumore della mammella La presenza della FOXP3 nelle cellule tumorali risulta associata al rischio di sviluppare metastasi a distanza. tre nelle malate con coinvolgimento linfonodale, l’assenza di FOXP3 coincideva con una prognosi più favorevole. “Gli sforzi dei due gruppi di ricerca - spiega Andrea Balsari, Docente di Immunologia all’Università Statale di Milano e autore del lavoro - sono ora rivolti all’individuazione del meccanismo biologico attraverso il quale la molecola FOXP3 spinge le cellule del tumore della mammella a diffondersi in altri organi”. “Con le conoscenze acquisite dai risultati di questa ricerca - aggiunge l’altra autrice, Elda Tagliabue, Direttore dell’Unità Operativa Bersagli Molecolari dell’Istituto - sarà possibile intraprendere nuovi studi, sia per determinare la possibilità di utilizzare FOXP3 per individuare i tumori più aggressivi contro i quali indirizzare terapie adiuvanti, sia per disegnare nuove molecole in grado di contrastare l’azione di FOXP3”. Un passo avanti nella ricerca sul tumore alla prostata La mancanza di una piccola molecola di RNA, che regola la sintesi di specifiche proteine, è alla base dei tumori alla prostata più aggressivi no studio multidisciplinare, condotto U presso l’INT ha evidenziato che la rein- troduzione di un microRNA, una piccola molecola di RNA che regola la sintesi di specifiche proteine, determina una riduzione significativa delle capacità migratorie e invasive di cellule di carcinoma prostatico e una drastica riduzione di altri fattori che si accompagnano alla progressione della malattia. Lo studio, in corso di pubblicazione sulla rivista americana Cancer Research, realizzato da ricercatori del Dipartimento di Oncologia Sperimentale, in collaborazione con i Dipartimenti di Chirurgia e Patologia dello stesso Istituto, e con l’Istituto di Endocrinologia dell’Università di Milano, vede come firmatari: Paolo Gandellini, Marco Folini, Nicole Longoni, Marzia Pennati, Mara Binda, Maurizio Colecchia, Roberto Salvioni, Rosanna Supino, Roberta Moretti, Patrizia Limonta, Riccardo Valdagni, Maria Grazia Daidone e Nadia Zaffaroni. La ricerca ha evidenziato, in primo luogo, che i tumori della prostata più aggressivi, in particolare quelli con diffusione metastatica, sono caratteriz- zati dalla perdita o da una espressione estremamente ridotta del microRNA 205 (miR-205), una piccola molecola di RNA in grado di bloccare la progressione del tumore riducendo la capacità delle cellule maligne di invadere i tessuti circostanti. I risultati di tale ricerca, finanziata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e dalla Fondazione Italo Monzino, oltre ad aver portato all’individuazione di un nuovo ‘marcatore biologico’ utile per una migliore identificazione dei tumori più aggressivi, potrebbero condurre allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per il cancro alla prostata basate sulla somministrazione del microRNA mancante. “Le implicazioni cliniche di tale scoperta - è l’opinione di Nadia Zaffaroni, Dirigente Biologa dell’INT- potrebbero indubbiamente essere di notevole impatto poiché, nonostante i recenti progressi nella diagnosi precoce e nella terapia di tale patologia, il carcinoma della prostata rappresenta ancora oggi la seconda causa di morte per tumore nell’uomo (con circa 9.000 decessi annui a fronte di 43.000 nuovi casi diagnosticati).” Dal 23 al 26 giugno a Milano si terrà il XIX Congresso Nazionale SIUrO L'annuale Congresso della Società Italiana di Urologia Oncologica sarà presieduto dal Dott. Riccardo Valdagni, Direttore del Programma Prostata di questa Fondazione, e dal Dott. Giario Conti, Direttore del Dipartimento di Chirurgia dell’Ospedale Sant’Anna di Como, con la partecipazione come Presidenti Onorari del Prof. Patrizio Rigatti, Direttore della Divisione di Urologia del San Raffaele di Milano, e del Prof. Francesco Rocco, Direttore della II Clinica Urologica dell'Università di Milano. Durante il congresso verranno affrontati gli hot topics in uro-oncologia, gli argomenti ‘caldi’, affidati alla competenza di esperti qualificati a livello nazionale ed internazionale e affrontati in diversi moduli formativi. Tra i vari temi: sorveglianza attiva e systems pathology nel carcinoma della prostata, modelli predittivi nelle patologie uro-oncologiche, impatto delle terapie oncologiche sulla sessualità. Inoltre, sarà data rilevanza alle ultime novità e alle sfide future in uropatologia, alla ricerca di base, all’oncologia medica, alla radioterapia e alla chirurgia sia tradizionale sia laparoscopica e robotica. www.istitutotumori.mi.it/istituto/attivita/programmaProstata.asp aprile 2009.indd 5 5 6-04-2009 15:43:53 FOCUS SENOLOGIA Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” La Struttura di Radiologia Senologica Da 40 anni un punto di forza dell'INT a Struttura di Radiologia SenoloL gica, diretta dalla Dr.ssa Silvana Bergonzi, nasce nel 2005 come evoluzione di una Unità Funzionale creata nel 2000, con la stessa direzione. L’esperienza comunque è pluridecennale, conseguenza del fatto che la diagnostica radiologica dei tumori mammari è da oltre 40 anni uno dei punti di forza della Diagnostica per Immagini dell’INT: il problema diagnostico terapeutico del carcinoma mammario è infatti uno degli obiettivi primari della Fondazione. La Struttura di Radiologia Senologica ha una sua autonomia gestionale e organizzativa nell’ambito di una delle Strutture Complesse di Radiologia, con un team di medici radiologi ad elevata specifica specializzazione, dinamici e motivati, con impostazione diagnostico-procedurale omogenea e condivisa. Particolare attenzione è stata posta negli ultimi anni alla evoluzione tecnologica con l’acquisto di apparecchi ecografici ad alta definizione dotati di sonde dedicate (2002), di un tavolo digitale prono per Biopsie Stereotas- L'attività diagnostica attività diagnostica consiste in L' mammografie cliniche ed ecografie mammarie effettuate: a) per risolvere problemi diagnostici in donne sintomatiche e asintomatiche; b) per la diagnosi e il follow up di pazienti inserite in vari trials randomizzati di terapie neo-adiuvanti; c) per il follow up annuale di pazienti operate/irradiate; d) per la sorveglianza di donne ad elevato rischio genetico/familiare di sviluppare un cancro al seno; e) per la prevenzione spontanea di donne asintomatiche, al di fuori di programmi di screening organizzati. siche (2005), di un Mammografo Digitale Diretto e di un Ecografo con modulo Sonoelastografico (2006). La Struttura Semplice ha maturato negli anni grande competenza sia in ambito diagnostico che in ambito bioptico interventistico. L’organico della struttura nell’anno 2008 risulta composto da una Responsabile, 4 Dirigenti Medici Radiologi, una Radiologa Borsista e 7 tecnici di radiologia medica oltre a due Amministrativi. L'équipe di Senologia con la dottoressa Silvana Bergonzi al centro. L'attività interventistica attività interventistica, effettuata L' per la caratterizzazione istologica di lesioni per lo più non palpabili riscontrate durante la quotidiana attività diagnostica o su casi inviati da altri ospedali, è stata progressivamente notevolmente incrementata negli ultimi anni: la scelta di potenziare l’attività bioptica (core biopsy su guida ecografica e biopsie vacuum assisted sia su guida mammografia stereotassica che su guida ecografica) deriva dalla grande richiesta di queste prestazioni ancora poco disponibili sul territorio. Grazie all’attività interventistica sempre più innovativa, con un ampio ventaglio di dispositivi bioptici, la Struttura ha consolidato la posizione di prestigio in ambito locale e nazionale, avendo sviluppato competenze che la rendono efficace nella soluzione di problemi diagnostici. Gran parte dell’attività della Struttura viene effettuata in stretta collaborazione con la S.C. di Chirurgia Senologica, con la S.C. di Oncologia Medica 1 e con la S.S. di Genetica Medica. Fra gli studi più recenti, si segnala la valutazione dell’utilità della Sonoelastografia nella diagnosi delle lesioni mammarie non palpabili, oggetto di pubblicazione (Eur. Radiol. - 2008 - 18:2382 - 2389). 6 aprile 2009.indd 6 6-04-2009 15:43:53 Agire NT Resoconto attività 2008 Struttura di Radiologia Senologica Mammografie cliniche Ecografie mammarie Sonoelastografia Biopsie Vacuum assisted Core Biopsy ecoguidate Localizzazioni di lesioni non palpabili Consulti L'imaging del tumore al seno al seno colpisce in Italia circa I40l tumore mila donne ogni anno, uccidendone oltre 10.000. Il 98% di esse potrebbe però salvarsi se la diagnosi fosse precoce e il tumore scoperto quando ancora inferiore al centimetro. Per questo oggi si fa lo screening di questo tumore e si utilizzano sempre più diffusamente mammografi digitali, in luogo dei vecchi apparecchi analogici. Con essi si hanno immagini più ricche di informazioni che si possono ulteriormente elaborare, risparmiando il numero degli ‘scatti’ e quindi la quantità di radiazioni per la paziente. “Una novità in questo campo - ha spiegato Silvana Bergonzi, Responsabile della Radiologia Senologica all'INT, in un’intervista alla rivista della Lilt ‘Controcancro’ - è la Tomosintesi, in grado di acquisire in una sola videata fino a 15-20 immagini, di diverse sezioni della mammella, con una dose di radiazioni complessiva di poco superiore a quella di una singola esposizione mammografica. Le scansioni della Tomosintesi possono consentire di rilevare, in mammelle dense o semi-dense, eventuali piccole lesioni mascherate dalla struttura ghiandolare”. Foto di Silvano Del Puppo Delegazione di medici cinesi in visita all’INT E' in arrivo poi la Mammografia a scansione ottica, in grado di mettere in evidenza una eventuale vascolarizzazione patologica della mammella. “Si parte dalla considerazione - spiega Bergonzi - che nella maggioranza dei casi i tumori sono accompagnati da una neoangiogenesi”. L'Ecografia è una metodica utilizzata sempre più spesso nelle donne giovani e in tutti i casi in cui non si possono usare radiazioni. Una sua evoluzione è la Sonoelastografia. “Un' indagine diagnostica - conclude la Responsabile della Senologia dell'INT che consente di avere informazioni sull'elasticità di una lesione. Importante, perché la lesione maligna è più spesso rigida, anelastica”. Ricevuta dal Direttore Generale, Alberto Scanni, e dal Vice Direttore Scientifico, Vincenzo Mazzaferro, una delegazione di 30 medici cinesi, Direttori di dipartimenti di Ecografia, ha visitato il reparto di Radiodiagnostica per Immagini dell'Istituto dei Tumori di Milano, diretto da Silvana Bergonzi. Durante l'incontro, agli ospiti sono state illustrate, tra l'altro, le innovative tecnologie utilizzate nella diagnosi e nella cure dei tumori al seno nel Reparto di Senologia. Nel congedare gli ospiti, il Direttore Generale si è augurato che “da questo primo incontro possano nascere future collaborazioni, attraverso scambi reciproci di tecnici e ricercatori con un Paese ricco di ingegno, cultura e tradizioni”. 7 aprile 2009.indd 7 6-04-2009 15:43:54 IL PUNTO DI VISTA Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” Medicina nucleare: non solo strumento diagnostico, ma anche terapeutico Il punto di vista del dott. Emilio Bombardieri Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radioterapia Il dott. Emilio Bombardieri D – Quale ruolo ha oggi la medicina nucleare nei protocolli diagnostici oncologici? R – “La medicina nucleare ha oggi un ruolo assai importante nei protocolli oncologici grazie soprattutto allo sviluppo di radiofarmaci mirati, in grado di localizzare specificamente alcune strutture esposte sulle cellule di tessuti neoplastici, oppure di caratterizzare dei processi biologici. E’ noto che la medicina nucleare dà informazioni di tipo metabolico e funzionale, ovvero non fornisce soltanto immagini diagnostiche come fa la radiologia tradizionale, ma permette di visualizzare un processo per effetto del meccanismo biologico che determina la captazione del radiofarmaco”. D – Dunque, non solo immagini per aiutare la diagnosi, ma una vera e propria capacità diagnostica integrata con dati biologici…… R – “Lo studio del rimaneggiamento dell’osso in presenza di metastasi, ad esempio, fa evidenziare le sedi di lesioni scheletriche, lo studio della captazione del radioidio permette di visualizzare le lesioni del carcinoma tiroideo, lo studio del metabolismo glucidico è alla base della diagnostica della PET applicabile alla maggior parte dei tumori, il legame del radiofarmaco con il recettore pemette la scintigrafia radiorecettoriale dei tumori neuroendocrini. Di questi esempi ce ne sono numerosissimi. Dunque la medicina nucleare ha una caratteristica peculiare, poiché l' immagine che ne deriva non solo ‘fa vedere’ la lesione, ma ne permette la ‘caratterizzazione biologica’, contribuendo a identificare gruppi di pazienti con particolari caratteristiche importanti per il successivo atteggiamento terapeutico”. D – Qual è il ruolo della tecnologia nello sviluppo della disciplina? R – “Un altro motivo del successo della medicina nucleare è sicuramente la grande evoluzione tecnologica, che da un lato mette a disposizione apparecchiature di rilevazione tomografica (SPET, PET) che hanno sempre maggiore velocità di acquisizione e accuratezza, dall’altro in tempi recenti sono stati sviluppati strumentazioni ‘ibride’ che permettono di realizzare insieme sia immagini radiologiche (morfologiche) che medico-nucleari (funzionali) e di fondere insieme le due immagini mediante processi computerizzati. Queste apparecchiature SPET/TC, PET/TC hanno ulteriormente ampliato le potenzialità diagnostiche nel settore e favoriscono un approccio integrato: fusione di immagini eguale a fusione di informazioni”. A - Paziente con metastasi fissanti per carcinoma tiroideo. B - I risultati dopo 4 cicli di terapia con radioiodio. La risposta è completa con scomparsa della fissazione. D – Anche grazie allo sviluppo tecnologico, la medicina nucleare assume, dunque, un ruolo attivo anche negli iter terapeutici in oncologia? R – “Molte linee guida prodotte dalle Società Scientifiche di Oncologia includono oggi giorno le procedure di medicina nucleare nella valutazione pre-operatoria, prognostica e post-operatoria dei pazienti oncologici. La capacità dei radiofarmaci di selezionare un tessuto o un gruppo cellulare per effetto di un processo metabolico oppure di riconoscere strutture specifiche sulla cellula tumorale, costituiscono il presupposto della targeted therapy, ovvero della terapia mirata al bersaglio. Ma non solo: non tutti i tumori con definite caratteristiche ripetono il pattern in tutti gli individui, per cui è opportuno verificare in ogni individuo quale è l'espressione e il comportamento biologico della neoplasia. Il concetto di tailored therapy ovvero di piano terapeutico a misura del soggetto”. D – Ad esempio? R – “Partendo dall’impiego storico dello Iodio-131 nel trattamento del carcinoma tiroideo differenziato (che risale addirittura agli anni ’40), si passa all’impiego della Metaiodobenzilguanidina radiomarcata per il trattamento dei neuroblastomi e dei feocromocitomi, agli analogi radiomarcati della somatostatina per la cura delle neoplasie neuroendocrine. L’EMEA ha recentemente approvato l’immissione in commercio in Europa di un anticorpo anti-CD20 radiomarcato con Yttrio 90, che si è rilevato utilissimo nel trattamento dei linfomi non Hodgkin a cellule B. Molti successi si stanno registrando utilizzando le microsfere radiomarcate con Ittrio 90 per la radioterapia perfusionale degli epatocarcinomi incurabili, e grande interesse ha sollevato il trattamento del dolore da metastasi ossee con radiofarmaci osteotropi marcati con radioisotopi del Renio, dello Stronzio e del Samario”. D – I radiofarmaci impiegati in terapia hanno queste caratteristiche? R – “I radiofarmaci della medicina nucleare impiegati in terapia hanno queste caratteristiche di base, e pertanto stanno conoscendo sempre maggiore successo anche nel trattamento di molte neoplasie maligne. Ovviamente i ‘radiofarmaci terapeutici’ devono veicolare attività molto elevate, in modo che le radiazioni a contatto della neoplasia abbiano efficacia tumoricida”. D – Il futuro, dunque, è già cominciato…….. R – “Un limite attuale di questi approcci è il numero limitato di centri che dispongono di camere protette per il trattamento di questo tipo di pazienti (attualmente in Italia se ne contano un centinaio), ma non è escluso che la dimostrata grande utilità di queste applicazioni renda meno complicata la normativa e favorisca il necessario sviluppo di nuovi traccianti”. 8 aprile 2009.indd 8 6-04-2009 15:43:55 LA RICERCA INTERNAZIONALE Agire NT In Europa, dopo un tumore, le donne sopravvivono più a lungo degli uomini L a rivista European Journal of Cancer ha recentemente pubblicato i risultati dello studio EUROCARE-4, coordinato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma. EUROCARE-4 ha studiato e confrontato la sopravvivenza di più di 3 milioni di pazienti oncologici diagnosticati nel periodo 1995-2002 e relativi a 83 registri tumore di 23 paesi Europei. EUROCARE-4 ha reso disponibili una serie di nuove importanti informazioni sulla sopravvivenza per tumore su base di popolazione; ha anche fornito nuove informazioni sulla diversa risposta alla malattia oncologica tra donne e uomini. “E’ forse abbastanza noto sostiene Andrea Micheli, Epidemiologo INT e primo firmatario dello studio sulla differenza di prognosi tra i due sessi - che le donne hanno un’attesa di vita alla nascita maggiore rispetto agli uomini; ma non tutti sanno, come più studi hanno anche mostrato, che le donne sopravvivano più a lungo dopo l’esordio di malattie croniche, come le malattie cardiovascolari e il tumore. Ad oggi non è stato però chiarito se il dato è costante in tutte le statistiche e se siano i fattori biologici o quelli culturali che favoriscono il vantaggio delle donne nella sopravvivenza dopo la comparsa del tumore”. Nell’ambito dello studio EUROCARE-4 sono state analizzate informazioni su 1,6 milioni di casi di tumore di 26 tipi diversi, relativi a 23 paesi Europei con lo scopo di verificare se le donne abbiano un vantaggio sugli uomini anche nelle statistiche recenti e indagare su quale possa essere il motivo di tale vantaggio. “Ebbene - continua Micheli -, in un’analisi statistica che ha tenuto conto delle diversità geografiche e dell’età all’esordio della malattia, per 16 tipi di tumore (il tumore della ghiandole salivari, testa e collo, esofago, stomaco, colon e retto, pancreas, polmone, pleura, osso, melanoma, reni, cervello, tiroide, malattia di Hodgkin e linfoma non Hodgkin e per il mieoloma multiplo), le donne hanno un rischio relativo di morte significativamente più basso. Nelle donne si ha un più alto rischio di morte soltanto per i tumori delle vie biliari, della vescica e per la leucemia, mentre per altri tipi non vi sono differenze significative tra i due sessi. Per l’insieme di tutti i diversi tumori considerati le donne hanno un vantaggio complessivo di circa il 5%”. Nello studio viene però anche osservato che l’età alla diagnosi è il fattore determinante del vantaggio delle donne; il vantaggio femminile è molto forte in età giovanile, si riduce progressivamente con l’età, diventando trascurabile nelle donne anziane. “Questo dato - conclude Andrea Micheli - suggerisce che un fattore biologico, i livelli degli ormoni sessuali associati al periodo fertile nella donna, potrebbe spiegare la migliore capacità femminile nel rispondere al cancro”. aprile 2009.indd 9 La situazione in Europa In Europa sono ancora presenti notevoli diseguaglianze fra Paesi: per la maggior parte dei tumori solidi, per i quali la diagnosi precoce è determinante, la sopravvivenza più elevata si riscontra nei paesi del Nord Europa (Svezia, Islanda, Finlandia, Norvegia). La sopravvivenza è leggermente più bassa o sovrapponibile nei paesi dell’Europa centrale e del Sud (Francia, Germania, Svizzera, Olanda, Italia, Spagna), mentre quella dei pazienti in UK, Irlanda e Danimarca rimane considerevolmente più bassa della media europea, nonostante sia aumentata negli ultimi anni; nei paesi dell’Est Europa la sopravvivenza dei pazienti oncologici è tuttora inaccettabilmente bassa. Globalmente in Europa più del 50% delle donne e il 45% degli uomini sopravvivono almeno 5 anni dopo la diagnosi di un tumore. Per tumori quali il tumore del testicolo o il linfoma di Hodgkin (per i quali esistono oggi terapie efficaci) la sopravvivenza a 5 anni raggiunge il 90%. Anche per il tumore della mammella, grazie alla diagnosi precoce e ai progressi terapeutici, in media l’80% delle donne Europee sopravvive almeno 5 anni, con valori vicini al 90% nei Paesi nordici, e in alcune regioni francesi e del Nord-Centro Italia. La situazione in Italia L’Italia si colloca molto bene nel confronto con gli altri Paesi, con valori di sopravvivenza dei propri pazienti sempre simili o superiori alla media europea. All’interno dell’Italia vi sono però notevoli differenze: i pazienti delle regioni del Nord e del Centro hanno una prognosi nettamente migliore dei pazienti che si ammalano e sono curati nelle regioni del Sud, paragonabile a quella rilevata nei paesi Europei a standard più avanzato. Questo dato era già emerso in passato, ma EUROCARE-4 ha confermato che purtroppo queste differenze erano ancora presenti per i pazienti ammalatisi alla fine degli anni ’90. Per i tumori della mammella e della cervice uterina, la sopravvivenza, più elevata nelle regioni del Nord e del Centro Italia, è verosimilmente dovuta alla presenza di programmi di screening organizzato. Lo screening ha l’effetto di anticipare la diagnosi e quindi di allungare la sopravvivenza, anche indipendentemente dal beneficio in termini di possibilità di cura. I programmi di screening però promuovono anche una migliore organizzazione delle cure oncologiche nel territorio, con conseguente beneficio per tutti i pazienti. L’Unità mobile utilizzata dalla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (Lilt) nelle sue campagne per la prevenzione dei tumori 9 6-04-2009 15:43:55 NOVITÀ INT Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” La Cittadella della Salute diventa realtà segue da pag. 1 terna. “Con la Cittadella - ha sottolineato il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - si formerà dunque un nuovo Polo sanitario pubblico di assoluta eccellenza”. I tre Istituti, già oggi all'avanguardia nel campo dell'infettivologia, dell'oncologia e delle neuroscienze potranno trarre ulteriore impulso dalla possibilità di svolgere la loro attività in modo armonizzato, ottimizzando strumenti e risorse, pur mantenendo nel contempo ciascuno le proprie peculiarità. I benefici derivanti dal nuovo insediamento riguarderanno infatti economie di scala, ottimizzazione dell'uso delle alte tecnologie bio-mediche, utilizzo integrato delle piattaforme tecnologiche, gestione condivisa della logistica, strutture di risposta (almeno parziale) al bisogno di residenzialità di ricercatori, studenti e familiari dei pazienti e, in definitiva, miglioramento dell'offerta sanitaria. Da ultimo ma non meno importante, ci sarà un altro effetto positivo: quello di trattenere cervelli nella ricerca e nella sanità pubblica italiana. Carlo Borsani I sabati dell'Istituto S copo degli incontri, organizzati con il Patrocinio dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri è fornire ai Medici di Medicina Generale informazioni e indicazioni per migliorare gli interventi di prevenzione, diagnosi precoce nonché le decisioni terapeutiche e il follow up. I Medici di Medicina Generale sono infatti impegnati in prima linea nella diagnosi e nell’assistenza di pazienti portatori di neoplasia. Attraverso la discussione di casi clinici emblematici si farà il punto della situazione della diagnosi e degli approcci terapeutici nei vari stadi di malattia neoplastica. PROGRAMMA Aula A - 9.30/12.30 24 gennaio 2009 Medicina Nucleare Emilio Bombardieri 18 aprile 2009 Linfomi Alessandro M. Gianni 30 maggio 2009 Tumori primitivi del fegato e metastatici del fegato Vincenzo Mazzaferro 12 settembre 2009 Tumori del polmone Ugo Pastorino 31 ottobre 2009 Tumore dei germinali del testicolo Roberto Salvioni 28 novembre 2009 Tumore della prostata Riccardo Valdagni RESPONSABILI SCIENTIFICI Gustavo Galmozzi - Pasquale Spinelli ISTITUTO DEI TUMORI ALL'AVANGUARDIA SECONDO UN'INDAGINE DEGLI INGLESI Uno studio su 21 Paesi del mondo pubblicato dal ‘New England Journal of Medicine’ attribuisce all'Istituto Nazionale dei Tumori una posizione di eccellenza. L'indagine fa riferimento pure ai primi risultati considerati positivi della sperimentazione di un nuovo farmaco utilizzato contro l'epato-carcinoma, il tumore del fegato più diffuso. Il farmaco è il Sorafenib, molecola che si era già dimostrata attiva contro il tumore del rene e che appartenente alla classe degli ‘inibitori multi-chinasici’, mirati contro un preciso bersaglio molecolare della cellula tumorale. Lo studio, oltre all'Int, cita le oncologie delle Università di Pisa, Pavia e Bologna e dell'Humanitas di Rozzano. Presidente Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” Agire INT Periodico della Fondazione IRCCS dell’Istituto Nazionale dei Tumori 20133 Milano, via Venezian 1 tel. 02 23 90 24 86 http//www.istitutotumori.mi.it [email protected] Numero 2/09 - Periodicità trimestrale Autorizzazione Tribunale - N. 592 del 23.09.1998 Direttore responsabile: Carlo Borsani Comitato di redazione Dario Belluzzi - Patricia Crollari Marco A. Pierotti - Alberto Scanni Coordinamento Editoriale Enrica Alessi - Roberto Mazza - Sergio Vicario Segreteria di redazione: Katy Mennillo Editore: Metafora srl Via Catania, 8 20133 Milano - tel. 02 71 04 00 91 Design: Cabrini Associati srl - Milano Stampa Cattaneo Paolo Grafiche s.r.l. Oggiono - Lecco Finito di stampare aprile 2009 Haring e il Futurismo rivisitati dagli ospiti di Pediatria Oncologica dell'INT Dal 20 aprile al 30 maggio all’Istituto dei Tumori di Milano saranno esposte le opere realizzate dai bambini e ragazzi ricoverati nel reparto di Pediatria Oncologica. In due percorsi distinti si potranno vedere riproduzioni di opere di Haring - Visitando Haring - e dei Futuristi - Pillole…di Futurismo -. La mostra, con il Patrocinio degli Assessorati alla Cultura, alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali e alla Salute del Comune di Milano, è stata realizzata grazie alla generosa collaborazione delle educatrici del Reparto di Pediatria che hanno proposto ai piccoli pazienti ricoverati di riprodurre le opere. L’Accademia di Belle Arti di Brera, con il Prof. Luca Ghirardosi, docente di Allestimento degli spazi espositivi, e i suoi studenti hanno curato l’allestimento e l’Agenzia Cabrini Associati si è occupata di tutta la grafica della mostra. Si ringraziano per il contributo alla realizzazione del catalogo e all’allestimento Bipiemme Gestioni e la casa editrice Gruner+Jahr/Mondadori. 10 aprile 2009.indd 10 6-04-2009 15:43:56 INT AL CINEMA E A TEATRO Agire NT Vivere ancora ‘Diario di una guarigione’ Un film di Luisa Morandini sul come affrontare e vincere il tumore al seno uisa Morandini, critica cinematoL grafica, scopre di avere il cancro e decide di raccontare la sua storia, e quella di altre, in un piccolo film corale e prezioso, ‘Vivere ancora’. Alla fine della proiezione, come ha scritto Marina Terragni su Io Donna, prevale la quasi-certezza che ce la si può fare, e che la diagnosi precoce è decisiva. La forza delle altre ti entra dentro. E ti resta, come un gran dono. “Era martedì, quando ho scoperto di avere un tumore” - racconta la regista. Un bisogno di raccontare che è molto femminile. La narrazione fiduciosa e ostinata della propria storia, come un’instancabile tessitura che non si ferma nemmeno quando un nodo intricato sembra farne impazzire il disegno. Di solito un tumore al seno si scopre sotto la doccia -“… qualcosa che non torna”-, sistemandosi il costume al mare, o durante una mammografia. Perché non finisca tutto, tutto deve cominciare: lo shock, il rifiuto, la dispe- razione, l’accettazione; come dirlo sul lavoro, ai bambini, ai propri cari; i medici, gli esami, l’intervento, la diagnosi definitiva; la chemio, la radio, le pillole; i capelli che cadono, la bandana, la parrucca, la paura dei controlli. Il corpo e la mente che fanno un tutt’uno dolorante. E il bisogno di raccontare, a se stesse e agli altri, per ritrovare il filo e l’armonia, per rimettere ordine in tanto disordine. Attaccate a quel barlume di bene che c’è, deve per forza esserci, anche in questo male. "CREDETEMI, IL TEATRO È VITA" Corrado Tedeschi ha portato in scena la sua malattia al Teatro Parenti con uno spettacolo dedicato ad ARECO Per una sola sera al Franco Parenti, l’attore Corrado Tedeschi ha portato in scena qualcosa che nessuno aveva mai osato: la sua malattia. Coraggiosamente rivissuta e teatralmente intrecciata con la pièce di Luigi Pirandello, ‘L'uomo dal fiore in bocca’, che da 10 anni lo vede applaudito protagonista. “E’ la storia - ha raccontato sul Corriere della Sera alla giornalista Giuseppina Manin - di un uomo colpito da epitelioma, un tumore maligno alla bocca che non lascia scampo. E di un tumore, per fortuna meno grave, mi sono ammalato anch'io. Come il mio personaggio, anch'io ho dovuto guardare in faccia la morte, rivivere sulla mia pelle le stesse paure, emozioni, scoperte. Un'esperienza dolorosa e straordinaria insieme. Per questo ho deciso di rac- aprile 2009.indd 11 contarla, in una serata il cui incasso andrà tutto alla Areco, presieduta da Ermanno Leo dell'Istituto Nazionale dei Tumori. E poi, parlando da attore, dal punto di vista drammaturgico, è quanto di più pirandelliano mi potesse capitare”. “Tutto quello che scrive Pirandello è vero - aggiunge l’attore morte e malattia sono i grandi tabù dei nostri tempi. Cerchiamo sempre di accantonarli, di rimuoverli. Poi capita a te... E allora puoi scoprire che proprio quella malattia può dare senso alla vita, spingerti ad assaporarla ogni istante, a notare odori e sapori prima trascurati, a incantarti davanti a una notte di luna. E scoprire risorse incredibili. Persone incredibili. Un patrimonio di umanità da far tesoro. La malattia toglie e da. Se ne esci, ne esci migliore”. Luisa Morandini, nel raccontare la sua esperienza, ha coinvolto un gruppo di donne, dai 30 ai 60 anni, incontrate durante la malattia. Riprese nei loro salotti, in cucina o davanti al computer ricoperto di disegni dei figli, Elena, Mara, Sonia e le altre parlano davanti alla macchina da presa. Le loro testimonianze sono alternate ai pensieri di Luisa e alle spiegazioni incredibilmente chiare e umane - dei medici dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: “Ho fatto questo film perché è stato il mio modo di combattere - dice l'autrice - ma anche per ringraziare questa struttura pubblica, un luogo di eccellenza da tutti i punti di vista”. Il film, girato tra Milano e Levanto, è stato presentato alla Cineteca dello Spazio Oberdan di Milano alla presenza del Direttore Generale dell'Istituto, Alberto Scanni. Molte le proiezioni già avvenute in diverse città italiane, spesso organizzate dalle sezioni locali della Lilt. L’aver conosciuto, all’inizio degli anni ‘90 in Francia ed Inghilterra, la possibilità di poter curare, i pazienti affetti da tumore del retto senza più costringerli come nel passato a portare i segni di una mutilazione irreversibile, evidente nel famigerato sacchettino sull’addome, ha spinto me e la mia équipe a realizzare un programma innovativo e sistematico, che trova oggi consenso scientifico ad ogni livello e rende necessarie le iniziative finora realizzate. Per realizzare questi obbiettivi, ho pensato, d’accordo con illustri colleghi, che fosse indispensabile creare A.R.E.C.O. Associazione per la Ricerca Europea in Chirurgia Oncologica - Onlus, la cui finalità principale è appunto la costituzione e gestione della Scuola-Master di Chirurgia Specialistica per la cura dei tumori del retto. Ermanno Leo Direttore Chirurgia Colon-Rettale www.areco.it 11 6-04-2009 15:43:57 Offriamo più semplicità ai liberi professionisti. PROGETTO PROFESSIONISTI. CONTI SEMPLICI, FINANZIAMENTI VELOCI. TRE CONTI CORRENTI SU MISURA: Conto Professionisti, Conto Business Illimitato e Conto Business Light, con tanti servizi inclusi. PRESTOBUSINESS: il finanziamento veloce e completo per sostenere gli investimenti nella vostra attività professionale. www.professionisti.intesasanpaolo.com Messaggio Pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali fare riferimento ai Fogli Informativi disponibili in Filiale. La concessione dei finanziamenti è subordinata all’approvazione della Banca. aprile 2009.indd 12 6-04-2009 15:43:57