Recupera le Perdite e Fai Profitto Sempre

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DA DOVE INIZIARE?
ESTRATTO DI ANALISI TECNICA E FONDAMENTALE
In questo opuscolo scoprirai i primi passi da compiere per un approccio tecnico, ed in
seguito, fondamentale, che io stesso ogni giorno da 10 anni attuo sui mercati finanziari.
DA DOVE INIZIARE?
IL MIO
ESTRATTO DI ANALISI TECNICA E
FONDAMENTALE
SOGNO DI
DIVENTAR
E TRADER
Sezione 1:
PROFESSI
Una doverosa premessa per renderti responsabile nei
mercati finanziari prima di svelarti alcune chicche della mia
personale e quotidiana operatività.
ONISTA:
Ecco come ho
Sezione 2:
iniziato, studiando le
Pillole di analisi tecnica dei mercati, partendo dalle
fondamenta.
basi di analisi del
mercato, ogni giorno,
con costanza,
Sezione 3:
Alcune nozioni di base per un’accurata analisi fondamentale
– macroeconomica.
caparbietà e
tantissima dedizione
allo studio.
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PRIMA DI INIZIARE… UNA DOVEROSA PREMESSA:
Purtroppo sul trading hanno creato ingannevoli pubblicità, associando questo business al guadagno
immediato e facile.
Sono molti i broker che con un’ottima strategia di marketing ti avvolgono nella loro ragnatela
millantando facili guadagni per te, ma che in realtà ben presto si trasformano in facili guadagni per
loro a tuo discapito.
Forse è poco chiaro che il trading è tutto tranne che il gioco della roulette.
Non bastano 100 € per fare i milioni, non bastano corsi da due giorni per trasformarti nel nuovo
Warren Buffet del secolo.
Il trading necessita di tanta gavetta, pazienza, nervi saldi ed una psicologia che remi a tuo favore e
mai contro.
Il 100% di ogni lavoro necessità di formazione, gavetta e pazienza per raccogliere buoni frutti.
Si, alcuni lavori sono più semplici e li puoi anche imparare in un giorno, ma la perfezione,
l’allenamento, la manualità li acquisisci nel tempo.
E io non riesco a capire come mai per ogni altra professione si faccia leva sulla formazione e la
gavetta e nel trading no.
Quando apri il primo conto reale la tua mente è il tuo peggior nemico.
La mente umana di fronte alla reale/concreta possibilità di perdere denaro in poco tempo si paralizza
o reagisce come fosse un circuito elettrico immerso in una vasca piena d’acqua.
Va in completo tilt!
Se non hai educato la tua mente alla calma, alla riflessione, anche e soprattutto sotto stress, è ovvio e
naturale che si lasci travolgere dalla paura e reagisca nel modo più giusto secondo Lei.
Attenzione che la mente reagisce sempre ovviando ad una soluzione più giusta per te, ma non
necessariamente questa soluzione coincide con la tua conscia idea di soluzione ottimale.
Cosa voglio dirti?
Voglio dirti che se non educhi la tua mente, o meglio, se non Le insegni cosa deve fare e come deve
reagire di fronte a specifiche circostanze, Lei reagirà in base alle conoscenze che ritiene più giuste in
quel momento, in base a quello che Lei sa.
2
Nel trading è la stessa cosa: può sembrare un paradosso ma prima trasforma la tua psicologia in modo
che diventi d’acciaio e solo dopo pensa a come far del trading un profitto!
Al tuo successo
Manuel Trotta
P.S Fa del trading una professione seria, ragiona con la tua testa sempre e comunque!
***
3
INIZIAMO CON…
I 5 PASSI DA COMPIERE PRIMA
Tutte le mattine, prima di cominciare la mia operatività sui mercati, sono solito aprire questi siti:
1. http://www.optionetics.com/marketdata/Quote.aspx?symbol=FXE&page=chain
2. http://www.timingcharts.com/
3. https://www.mataf.net/it/forex/tools/correlation
Il primo sito lo uso per vedere dove sono posizionate le opzioni, se call o put.
È un ottimo strumento per conoscere i livelli delle opzioni in quanto essi vanno a disegnare sul
grafico le resistenze e i supporti più importanti entro cui il prezzo spot si muove.
Come ticker utilizzo FXE che riporta ad Euro: dunque opzioni call e put, acquistate e vendute con
asset Euro.
Il 90% dei large traders vende sia call sia put.
Cosa sono le call e le put?
Quando si vende una PUT si vuole che il prezzo di EURUSD, in questo caso specifico, scenda fino
ad un determinato livello ma non lo superi al ribasso: si vuole, in altre parole, che il prezzo stia sopra
un determinato livello, lo strike price del contratto.
Quando, invece, vendo una CALL voglio che il prezzo di EURUSD salga ad un determinato livello
ma non lo superi al rialzo: si vuole, in altre parole, che il prezzo resti sotto un determinato livello, lo
strike price dl contratto.
Ecco che con questo indicatore è possibile sapere dove si trovano i livelli di supporti e resistenza
statici, che sono quelli che contano veramente per un’operatività di lungo periodo.
I valori sensibili sono 5.000 per i contratti e 500 per i volumi:
se si verificano valori di questo tipo, o superiori, allora il dato è significativo.
Nel momento in cui apri il tool vedrai che ci sono delle colonne azzurre e altre bianche, come vedi
nell’immagine qui sotto:
4
Per spiegarti tale differenza occorre distinguere due definizioni: at the money, out of the money e in
the money.
In the money  quando il prezzo supera il livello fissato nel contratto (ad esempio long) e ti consente
di trarre un profitto quando l’opzione va in scadenza.
Dunque si è in una situazione di profitto.
At the money  è la situazione di pareggio: dove è indifferente l’esercizio o meno del diritto
contenuto nel contratto.
Out of the money è il caso in si è in perdita, ovverosia quando il prezzo non ha raggiunto un livello
tale per cui è conveniente esercitare quel diritto.
Il secondo sito è il cot index, che utilizzo per conoscere il posizionamento short o long dei large
traders e dei commercial sulle varie coppier di valute, che speculano non sul forex spot bensì sui
mercati derivati, ovverosia opzioni e futures.
Il terzo sito lo utilizzo per monitorare il valore del coefficiente di correlazione che ogni cambio
manifesta in ogni istante della giornata, in modo che sappia sempre che tipo di correlazione, negativa
o positiva, sussiste tra ogni coppia di valute.
Compiuti questi primi tre passaggi, la quarta cosa che faccio ogni giorno è andare a consultare il cross
relativo alle due major.
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Perché il cross è così importante?
Perché serve per capire chi, in quello specifico instante, sta spingendo più o meno velocemente al
ribasso/rialzo, rispetto, ovviamente, alle due major.
In questo esempio didattico si osserva come dal cross AUDNZD (a destra), frutto dell’incrocio di
AUDUSD e NZDUSD, sia stato l’Australiano a spingere più velocemente al ribasso rispetto al cugino
Neozelandese, tanto da produrre appunto il movimento short del cambio AUDNZD.
Successivamente, dove vedi la freccia del mouse, puoi notare come le due forze, AUD e NZD, si
siano eguagliate scendendo con la stessa forza contro USD.
Questi momenti in cui il cross si muove eguagliando le due forze spiega il motivo dei momenti di
mercato chiamati trading range, ovvero di mercato laterale.
Dunque il cross non riesce ad entrare in trend semplicemente perché c’è un’eguaglianza delle due
forze, relative alle valute (singole) oggetto di analisi, contro un’altra, diciamo USD.
Utilizziamo ora le trendlines per vedere chi è in anticipo.
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Cosa si evince da questo confronto tra NZDUSD e AUDUSD?
Un netto ritardo di NZD rispetto ad AUD.
Questo si può desumere osservano la trendline ribassista arancione tracciata, in entrambe le
circostanze, sul timeframe daily.
Mentre AUD ha già rotto e confermato al rialzo la trendline ribassista, NZD ancora non ha seguito
tale percorso.
Ricordo essere due valute correlate positivamente, per cui risulta ovvia la concreta possibilità di
un’eventuale entrata a mercato con ordine buy stop su NZD, in quanto dovrebbe andare a colmare il
ritardo con AUD.
Per farti capire meglio: è come se NZD avesse un navigatore (AUD) che gli dicesse che strada deve
percorrere.
Inoltre è molto importante avere sempre ben chiaro che tipo di informazione può fornire il cross
relativo alle due major.
In questo caso specifico il cross di AUDUSD e NZDUSD è AUDNZD.
AUDNZD, come poc’anzi accennato da una preziosissima informazione, cioè: chi tra Australiano e
Neozelandese sta spingendo più velocemente al rialzo o ribasso a seconda della situazione del
mercato.
Il quinto passo che compio è lo studio nei dettagli del grafico.
Avrai notato quante trendlines ho tracciato sui miei grafici.
Questo perché la mia operatività è condita da: trandlines, stocastico, medie mobili, ritracciamenti di
Fibonacci, supporti e resistenze.
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Inoltre mi avvalgo anche di alcuni disegni dell’analisi tecnica come: il testa e spalle rialzista /
ribassista, il triangolo ribassista e rialzista, l’uncino di Ross.
Sono figure importanti in quanto mettono in luce un costante comportamento dei large traders:
apertura massiccia di posizioni short, per esempio, che raggiungono un determinato livello in cui
entra in gioco il fattore psicologico, tendenzialmente di paura, che fa sì che vengano chiuse tali
posizioni short, portando il prezzo a ritestare i precedenti livelli rotti al ribasso e disegnando,
conseguentemente, nuovi massimi realtivi.
Questo vale per un testa e spalle così come per un doppio massimo o minimo.
Questa è una costante che si verifica sempre e che definisce il movimento sinusoidale del prezzo.
Ovvio che questa semplice analisi tecnica non è solida se presa in essere da sola, in quanto occorre
avere una buona base di conoscenze di analisi fondamentale.
Per cui il vero quinto passo che faccio prima di iniziare la mia operatività consta nella consultazione
del calendario economico, per prendere visione degli eventi più importanti della giornata.
E successivamente leggo le notizie rilevanti sulle più importanti testate giornalistiche economiche,
facendomi la mia idea operativa.
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***
COME DISEGNARE LE TRENDLINES MIGLIORI
L’utilizzo delle trendlines è molto utile per identificare il percorso del prezzo.
Per tracciare delle trendlines ottimali occorre seguire delle semplici e precise regole.
Prima di tutto, se non lo hai ancora fatto, è opportuno che monti sulla tua piattaforma l’indicatore
“oscillatore stocastico” che trovi nella sezione indicatori sulla MT4.
Il settaggio da me usato per questo oscillatore è 24,12,6 con metodo esponenziale tra i livelli 25 e 75.
Questi livelli, 25 e 75, rappresentano rispettivamente le linee di confine tra le zone di ipervenduto e di
ipercomprato.
Come tracciare le trendlines migliori con l’ausilio dello stocastico?
Premessa: consiglio sempre di tracciare le trendlines di più lungo periodo sul grafico settimanale e
giornaliero e successivamente sui timeframe h4 e orario.
Questo perché anche se hai un’operatività intraday è sempre meglio avere come riferimento delle
trendlines di più lungo periodo in quanto, avendo resistito per un arco temporale maggiore,
caratterizzano i livelli più difficili da superare.
Io per esempio per non confondermi uso le trendlines verde scuro per il tf settimanale, arancione per
il daily e blu per h4 e h1.
Una volta inserito lo stocastico, prendi il cursore che trovi nella barra degli strumenti in alto e lo usi
per aiutarti ad individuare i punti esatti in cui lo stocastico si è portato da un valore inferiore a 25 ad
un valore superiore a 75: dunque vai ad individuare i massimi e minimi che il prezzo ha disegnato.
Nel momento in cui il minimo grafico ed il minimo stocastico coincidono, o meglio, individuato il
mimino relativo grafico, va a tracciare la trendline rialzista a partire da quel minimo: rialzista perché
in questo caso specifico abbiamo preso come esempio un punto di minimo.
La trendlines ha una serie di regole per essere ottimale:
1. Non deve mai tagliare il corpo delle candele in trend
2. Non deve mai tagliare più di 2 ombre delle candele
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In molti ci chiedono quale debba essere la giusta pendenza della trendline.
Io rispondo sempre che per determinare la giusta pendenza occorre vedere quale candela, nel caso di
trendline rialzista, abbia un valore stocastico superiore a 75: quella candela specifica sarà il punto di
uscita della mia trendline rialzista.
Le trendlines sono livelli dinamici e non statici come possono essere i supporti e resistenze, in quanto
si adattano al movimento sinusoidale del prezzo e appunto al trend.
Come usare le trendlines per entrare a mercato?
Nel trading ciò che devi bandire subito è la fretta di entrare a mercato, la fretta di fare profitto
istantaneamente.
Questa è una premessa importante in quanto ti aiuta ad entrare meglio in rapporto con quanto ti sto
per spiegare.
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Nel momento in cui tracci una trendline delinei una tendenza di prezzo che incorpora un arco
temporale più o meno ampio a seconda del tf scelto.
Noterai che il prezzo più volte andrà ad appoggiarsi sulla trendline come per testarne la sua
resistenza, ossia, se il prezzo ha intenzione di rompere, per esempio, al ribasso una trendline rialzista
cercherà più volte di testarla per vedere quanta forza e liquidità gli serve per violarla al ribasso.
Ora se il prezzo testa per 3 volte una trendline e poi si distacca da essa con un movimento marcato
rialzista, è possibile ipotizzare che il prezzo stesso tenderà a procedere nel suo percorso long.
Viceversa se il prezzo tenderà a violare al ribasso anche solo con un’ombra, oppure a formare candele
che poggiano sulla trendline, allora aspettiamoci una rottura al ribasso.
Per poter entrare a mercato basandoci sulla violazione di una trendline occorre aspettare sempre la
conferma di rottura.
Perché ribadisco sempre di attendere la conferma di rottura?
Perché spesso il prezzo disegna delle false rotture, e agli occhi dei meno esperti potrebbe trasformarsi
in un falso segnale con relativa perdita di capitale.
Tuttavia oltre a questa piccola accortezza occorre prendere in esame i valori di chiusura della candela
che ci mette in allarme di un’eventuale rottura.
Guarda sempre a che livello chiude una candela che vuole rompere al ribasso un livello, attendi la
formazione e chiusura della candela successiva e se il tutto coincide in un’analisi di movimento
short/long a seconda dei casi, allora potrai entrare a mercato.
Prima rimane un’operazione rischiosa.
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***
COME FARE BACKTEST
Nella mia esperienza di trader ho sempre ritenuto di fondamentale importanza l’attività di backtest.
Ma perché è importante esercitarsi a fare backtest?
Qualunque strategia operativa tu voglia imparare e far tua occorre testarla in primis su un conto demo
e simultaneamente facendo backtest, andando a vedere come il prezzo ha reagito in circostanze
analoghe.
Puoi immaginare la nuova strategia di trading come un prototipo di una macchina: una casa
automobilistica prima di mettere in vendita ai clienti un’auto la deve testare su strada, deve vedere
come si comporta in certe circostanze e quant’altro.
Credimi che, forse il paragone è azzardato, ma aiuta a farti capire quanto sia importante testare nel
passato la tua strategia di trading, vedere come reagisce e solo infine affidarle i tuoi soldi reali.
MA QUALI SONO I PRIMI PASSI DA COMPIERE PER FARE BACKTEST?
La prima cosa che ti consiglio di fare è di tracciare i livelli chiave di supporto e resistenza, in modo
da capire dove il prezzo si è mosso in un significativo arco temporale.
Questi livelli aiutano a capire quanta forza/liquidità il prezzo ha dovuto accumulare per romperli al
rialzo o ribasso in base al contesto.
E se per diverse volte vedi che il prezzo tocca quei specifici livelli tornando indietro puoi iniziare a
trarre le tue prime sommarie conclusioni.
Ovvio che una resistenza o supporto più è verificato in un arco temporale ampio più sarà inteso come
livello “importante”, per cui vien da sé che se quel supporto è un mese che non viene violato al
ribasso, saprai già che quando il prezzo si troverà in corrispondenza di tale livello potrebbe non avere
liquidità sufficiente per romperlo.
Chiaro che una spoglia analisi come questa non può permetterti di trarre un’immediata conclusione di
entrata a mercato.
Anzi occorre accumulare quante più informazioni possibili.
Ti ricordo che il trading è un accumulo di diverse osservazioni e studi che insieme convergeranno in
una decisione definita da parte del trader.
Successivamente passi allo studio dell’andamento dell’oscillatore stocastico settato con questi valori:
24,12,6 con metodo esponenziale tra i livelli 25 e 75.
Cosa ci dice lo stocastico?
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Fondamentalmente lo stocastico oscilla tra una zona di ipercomprato, quando si sposta nella banda
superiore a 75, e di ipervenduto quando si sposta nella banda inferiore a 25.
Ci indica l’andamento sinusoidale che compie il prezzo individuando i massimi e minimi che registra.
Ma non solo, l’oscillatore stocastico serve anche per tracciare le giuste trendlines.
Tramite l’ausilio del cursore che trovi sulla piattaforma MT4, puoi capire esattamente da dove far
partire una trendline ribassista o rialzista se l’indicatore si trova rispettivamente in una zona superiore
a 75 od inferiore a 25.
Ora, già con questi due strumenti hai un’idea più chiara di come si è comportato il prezzo: però è
ancora tutto sommario, non sai ancora capire se nelle prossime ore (se lavori in h4) o giorni (daily) il
prezzo andrà short o long.
Necessiti di montare in piattaforma un importantissimo strumento che ogni trader dovrebbe avere: i
Ritracciamenti di Fibonacci.
Ora non starò qui a raccontarti la storia di Fibonacci, ti basta sapere che era un matematico per capire
che i suoi ritracciamenti non sono frutto di un’analisi soggettiva di una variabile (nel nostro caso il
prezzo di un asset) ma oggettiva, in quanto si basano su articolate formule matematiche.
I livelli di Fibonacci li trovi sulla tua piattaforma MT4 con dei parametri standard, io consiglio di
lasciare i livelli 0, 23.6, 38.2, 50, 100, cancellare gli altri ed aggiungere il livello 76.4.
Se operi con un timeframe h1 e h4 i ritracciamenti li inserirai ogni 100 pips, invece se operi in
timeframe daily ogni 1000 pips.
Cosa si evince da questi livelli?
Che sono livelli ad alto impatto psicologico. In pratica si è verificato che quando il prezzo tocca
questi livelli, nella maggior parte dei casi i large traders tendono a chiudere le loro posizioni in essere
perché sanno che il prezzo li si bloccherà, come vi fosse un muro.
È possibile affermare che tali livelli siano dei “sostituti” di supporti e resistenze, ma sempre meglio
lasciare separati i due strumenti in modo da rendere quanto più oggettiva l’osservazione del mercato.
Anche di fronte ai livelli di Fibonacci, se il prezzo non ha la liquidità sufficiente per rompere e
ovviamente confermare al rialzo o al ribasso, nella maggior parte dei casi tenderà a tornare indietro.
Ci tengo sempre a sottolineare il concetto di conferma di rottura di determinati livelli.
Molti traders inesperti osservano una rottura di un livello ed entrano a mercato non avendo la
pazienza di attendere la conferma della candela successiva. Se ciò non si verifica il prezzo tenderà a
tornare indietro e si soffrirà una perdita.
In particolar modo, se fai backtest, puoi notare come i livelli 100 e 0 siano i livelli psicologici per
eccellenza, quelli in cui il prezzo tenderà a frenare la sua corsa al rialzo o ribasso.
Ma puoi notare anche come in prossimità dei livelli intermedi (quelli di Fibo esclusi 0 e 100) il
prezzo riscontri una certa difficoltà a proseguire, ed ecco che insieme, livelli tondi e livelli di
Fibonacci, arricchiscono la cassetta degli attrezzi del trader avveduto.
Nel momento in cui ingenti quantità di operazioni si chiudono si verifica sul grafico quello che viene
chiamato ritest del prezzo, ovverosia un momentaneo ritorno del prezzo al livello precedente.
13
***
RICONOSCERE LA CONFERMA DI ROTTURA
Sono in molti, anche tra miei studenti, che mi chiedono:
“Manuel ma come faccio a riconoscere la conferma di rottura di una trendline o di un livello
importante?”
La mia risposta è molto semplice e uso questa immagine come esempio didattico.
Se osservi il grafico a SX noterai:
-
Piccola trendline rialzista
Trend ribassista
E la freccia del mio mouse
La freccia del mio mouse indica la conferma di rottura.
Ma cos’è a livello pratico la conferma di rottura tale per cui mi sia consentito di posizionare un ordine
di natura sell stop, come nella circostanza specifica?
Basta andare a leggere i livelli di chiusura della candela che ha rotto la trendline e la chiusura della
successiva candela.
Se la chiusura della candela successiva ha un valore inferiore, nel caso specifico di trend ribassista,
alla chiusura della candela di rottura, allora siamo d’innanzi ad una rottura con conferma.
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La falsa rottura di una trendline, sempre prendendo come esempio un trend ribassista, si verifica nel
momento in cui la candela successiva a quella che ha rotto la trendline rialzista stessa registra un
valore superiore al prezzo close della precedente.
Questa viene definita falsa rottura e può indurre ad aprire operazione di rischiosità maggiore.
Ma sai perché molti cadono in questi ed altri piccoli errori?
Perché non sanno come evitare, e a volte riconoscere i 3 errori che io chiamo: fondamentale,
psicologico e strategico.
Fondamentale perché la maggior parte dei traders, o aspiranti tali, pretendono di entrare a mercato
senza sapere di tassi di interesse, di natura intrinseca di ogni singola valuta, di come una notizia
fondamentale relativa ad uno specifico stato possa influenzare gli stati limitrofi, di PIL, e di un
infinito elenco di informazioni FONDAMENTALI che si dovrebbero conoscere sin dal primo giorno
di operatività.
Psicologico perché gli stessi operano senza stilare un money management rigido e conservativo,
perché continuano a sbagliare o l’ingresso a mercato, o la gestione dello stop loss e del take profit, o
sbagliano a gestire una perdita in quanto privi di una strategia di copertura e recupero.
Strategico perché non sanno come e dove reperire i coefficienti di correlazione tra una coppia e
l’altra, come leggere il cot index, i livelli di open interest ecc..
E soprattutto perché non conoscono la sostanziale differenza che intercorre tra una MAJOR e un
CROSS.
Cos’è una major?
Una major, o meglio, le major sono tutte quelle coppie di valute in cui compare il DOLLARO
AMERICANO (USD)
Cos’è un cross?
Un cross è una coppia di valute in cui NON compare il Dollaro Americano.
Il cross è l’incrocio matematico tra due major.
Il cross è un’ottima chiave di lettura per capire con un colpo d’occhio la forza assoluta delle valute in
ogni singolo istante della giornata.
Esempio di cross:
:
GBP
-----USD
=
EUR
-----GBP
(dove EURGBP è il cross derivato dalle major)
15
EUR
----USD
Cosa evinci da questa operazione fra frazioni?
Che i due denominatori, essendo uguali ed essendo l’operatore un divisore, si eliminano lasciando in
essere solo EUR e GBP.
Dunque EURGBP è il cross, o figlio, delle due major EURUSD e GBPUSD.
Da questo cross si osserva chi tra EURUSD e GBPUSD ha più forza al ribasso o al rialzo, e dato che
le due major sono nella fattispecie correlate, chi precede chi nel movimento di tendenza.
Anche, e soprattutto, in backtest puoi appurare tu stesso l’efficacia della strategia matematica delle
correlazioni.
Il mio consiglio, per capire l’andamento e natura di ogni singolo strumento finanziario, è quello di
mettere a confronto i grafici delle valute correlate positivamente o negativamente.
Ti spiego meglio.
Uso la terna di EURUSD – GBPUSD – EURGBP
Tale terna è formata dalle due major, con USD a denominatore, e dal loro cross EURGBP.
Puoi subito notare come il cross sia un mero calcolo matematico che sfrutta la moltiplicazione tra
frazioni che hai sicuramente studiato alle medie, ovverosia:
EUR
------ :
USD
GBP
-----USD
=
EUR
USD
------ x ----USD
GBP
EUR
= -----GBP
Usando questa regola matematica:
a) operazione long su EURUSD che sta andando in perdita
b) apro operazione uguale e contraria, cioè stessa size ma short su GBPUSD  correlazione
positiva
c) vado ad aprire un’operazione di triangolazione sul cross EURGBP, che mi dice esattamente
chi tra EURUSD e GBPUSD sta spingendo più forte al rialzo o al ribasso, quindi long se è
Euro ad essere più forte o short se è la Sterlina.
Così facendo recupero l’iniziale perdita su EURUSD portando l’operazione a break even o addirittura
in profitto…Il tutto lasciando compiere al prezzo il suo decorso naturale.
Tutto questo è un ottimo esercizio di allenamento che puoi fare sempre in backtest per allenare mente
e occhi a riconoscere la natura intrinseca di ogni valuta e a capire come recuperare una perdita.
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Ma…
Quando è corretto aprire un’operazione di copertura?
Con l’ausilio di un livello importante dei Ritracciamenti di Fibonacci la cui rottura e conferma indica
che la tua prima entrata a mercato non si è rivelata corretta: lì attuerai l’operazione di copertura sul
cambio correlato.
Immagino che sia laborioso pensare a tutte queste dinamiche durante l’operatività e soprattutto
quando sei solo davanti ai grafici, ma garantisco che con un po’ di pratica e costanza diventerà tutto
automatico.
Un ulteriore errore, che rientra nella sezione strategica, è non sapere cosa sia nel dettaglio l’interest
rate (tasso d’interesse).
L’interest rate è una misura non solo del rendimento ma anche del rischio: il livello del tasso di
interesse incorpora già al suo interno il livello del rischio.
Ho fatto riferimenti al rischio perché uno stato ha sempre a monte un certo stock di debito pubblico.
Tassi di interesse maggiori significano, tra le altre cose, maggior difficoltà da parte dello stato a far
fronte a quello stesso debito, perché rifinanziarlo è più costoso, e così lo stesso debito aumenta
sempre più, scaricandosi nuovamente sui tassi d’interesse in un circolo vizioso senza fine.
Non a caso la classifica delle valute rifugio viene stilata in relazione al livello del tasso di interesse
che è anche la misura del rischio, appunto.
In genere al primo posto c’è la valuta col tasso di interesse minore, normalmente lo YEN; in
successione ad essa ci sono quelle col tasso di interesse sempre più alto a scalare.
La classifica generale delle valute rifugio è:
YEN, ha un tasso di interesse molto basso, cioè i suoi titoli rendono poco ma al tempo stesso sono
anche poco rischiosi.
EURO
FRANCO SVIZZERO (CHF)
DOLLARO AMERICANO
Questa classifica è stilabile anche osservando i relativi cross.
Se le borse dovessero crollare risulta ovvio che gli investitori andranno a mettere a protezione i propri
capitali in valute rifugio, con tassi di interesse bassi e rischio esiguo.
Questo è il caso di una situazione di mercato chiamata avversione al rischio, ovvero le borse
scendono e si cerca il riparo.
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In una situazione di mercato chiamata propensione al rischio, le borse salgono, gli investitori vedono
un mercato forte e di conseguenza scaricano le valute rifugio facendo confluire i loro capitali in
valute aggressive e con alto tasso di interesse, come Dollaro americano, Australiano, Sterlina o
Dollaro Neozelandese.
Questo perché c’è voglia di investire e far crescere i capitali, sapendo bene che un elevato tasso di
interesse a fronte di un maggior rischio promette un maggior rendimento.
***
ESTRATTO DI ANALI FONDAMENTALE
IL TASSO DI INTERESSE
Il tasso di interesse, o interest rate, è il costo del debito ossia il costo del prendere a prestito moneta.
Il tasso di interesse misura l'incentivo a detenere moneta contro titoli per il pubblico.
Riflettiamo su questo: quando il tasso di interesse è alto, gli agenti economici sono più incentivati ad
immobilizzare le risorse in titoli, quando è basso, invece, a detenere moneta.
Questo aspetto del tasso di interesse fa sì che possa essere strumento di politica monetaria, in
particolare il primo strumento di politica monetaria, perché appunto regolando il suo livello la Banca
Centrale può influenzare il comportamento di consumo e di risparmio del pubblico.
Questo è quello che normalmente la Banca Centrale fa quando fissa i tassi di interesse.
Perché il tasso di interesse è così importante per un forex trader?
E’ sicuramente una delle variabili più importanti che un forex trader deve sempre monitorare, questo
per il semplice fatto che l'assunto di base è che gli investitori sono alla costante ricerca di rendimenti
maggiori per i loro capitali e li faranno confluire dove i tassi d'interesse, al netto del rischio, sono
maggiori.
Tutto questo però ha delle ripercussioni dirette sui tassi di cambio, perché per andare ad acquistare un
titolo straniero bisognerà convertire prima la propria valuta in quella straniera.
Tale concetto è incorporato da questa legge matematica, chiamata legge della parità scoperta dei tassi
di interesse.
E’ una regola che connette il tasso di cambio ai tassi di interesse praticati dalle Banche Centrali sulle
rispettive valute.
18
Facciamo un esempio: la E è euro dollaro, la “i” è il tasso di interesse praticato dalla BCE, i star “i*”
è il tasso di interesse praticato dalla FED, E^ è la componente aspettative (tasso di cambio futuro
atteso), che va ad influire sul tasso di cambio odierno.
Questa è una regola di equilibrio nei mercati e afferma che i tassi di interesse depurati dal rischio,
devono essere tutti uguali all'interno del mercato internazionale, ma al netto di variazioni attese nei
tassi di cambio.
Condizione di equilibrio significa che nel momento in cui non è rispettata, ci sarà una possibilità di
arbitraggio; per arbitraggio si intende la possibilità per un investitore di realizzare guadagni a rischio
nullo o prossimo allo zero.
Ovviamente, tutto ciò non è contemplato in un meccanismo fluido e perfettamente funzionante come
quello finanziario, ed allora il mercato andrà tempestivamente ad tappare quei buchi di arbitraggio
che si creano, ristabilendo la parità enunciata, ossia la condizione di equilibrio.
Pensa a questo meccanismo come un gioco di vasi comunicanti.
Per studiare l'effetto di una variazione del tasso di interesse sul tasso di cambio assumiamo che il
fattore aspettative sia costante o, alternativamente, fisso.
In altre parole gli operatori non si aspettano alcuna mossa da parte né della Banca Centrale Europea
né della Banca Centrale Statunitense, sui rispettivi tassi d’interesse
Perché assumiamo la fissità del fattore aspettative?
Perché se così non fosse l'effetto sul tasso di cambio sarebbe già scontato, dato che il mercato cerca
sempre posizioni vantaggiose agendo in anticipo.
In questa situazione, se la Banca Centrale europea aumenta il tasso di interesse (i), ci sarà una
maggiore domanda internazionale di euro per acquistare titoli europei che adesso valgono di più,
proprio per il fatto che la Banca Centrale ha aumentato il tasso di interesse.
Dunque, riassumendo, partivamo da una situazione di equilibrio, la Banca centrale europea ha
aumentato il tasso di interesse, i titoli europei valgono di più, gli operatori internazionali spostano i
capitali verso l'Europa e, nel far questo, offrono la loro valuta e domandano euro, quindi l'euro si
apprezza e il tasso di cambio sale.
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Nel caso in cui fosse stata la FED ad aumentare il suo tasso di interesse ci sarebbe stato il
meccanismo equivalente ma dal lato dell'economia statunitense, quindi ci sarebbe stata una maggiore
domanda di dollari per acquistare i titoli di quell’economia che adesso valgono di più, il dollaro si
sarebbe apprezzato, il tasso di cambio sarebbe sceso.
Ecco, dunque, l'importanza fondamentale delle valutazioni sul tasso di interesse.
Ricapitolando quanto detto, con l'apertura dei mercati internazionali, i capitali confluiscono sempre
dove i tassi sono maggiori.
Ne deriva che un paese che alza il suo tasso di riferimento osserverà un afflusso di capitali, viceversa,
se lo abbassa, un deflusso.
Questo, però, è vero solo in caso di parità del fattore aspettative: cioè ci deve essere in qualche modo
l'effetto sorpresa della notizia, altrimenti il mercato avrà già scontato quella notizia e la stessa non
avrà effetto.
L'afflusso - deflusso di capitali si arresterà quando l'equilibrio insito nelle equazioni della parità sarà
ristabilito.
La legge che abbiamo descritto è una legge di non arbitraggio, ovverosia se un investitore vuole fare
profitti dovrà rischiare e nel momento in cui questo non è vero ci sarà subito una compensazione
effettuata dal mercato.
Come per un bene, il valore di una valuta è determinato dall'intensità della sua domanda e della sua
offerta.
La dinamica che si dispiega nel caso descritto di una variazione del tasso d’interesse è di natura
assoluta: nel nostro esempio infatti un aumento del tasso di interesse fa apprezzare l'euro secondo la
logica descritta, e lo fa apprezzare simultaneamente contro tutte le altre valute del sistema Forex.
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LA LEGGE DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA:
“Perché, in un certo istante, un bene o un asset finanziario quota ad un certo prezzo?”
Vediamo insieme cosa determina il valore di un bene, e quindi il suo prezzo, all'interno di un
mercato.
Un mercato di un bene qualsiasi è composto da una domanda e da un’offerta: c'è qualcuno che
domanda quel bene e c'è qualcuno che lo offre. Dall'incontro di domanda e offerta si determina un
prezzo, quello è il prezzo al quale le negoziazioni si concludono, ossia il prezzo di mercato.
Dal lato della domanda possiamo dire che quanto più un bene è richiesto tanto più esso aumenta di
valore.
Dal lato dell'offerta possiamo invece dire che quanto più un bene è offerto tanto più ne circola
all'interno del sistema e minore è il suo valore.
La funzione del prezzo è di indicare scarsità.
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Quindi quanto più è elevato il prezzo di un bene, tanto più quel bene è percepito come scarso.
Ma cos'è che fa percepire come scarso un bene?
E’ la domanda e l'offerta, o meglio, l'intensità della domanda e l'intensità dell'offerta.
Un bene, in altri termini, può essere equivalentemente percepito come scarso, o se poco offerto, o se è
molto domandato.
Quando accade questo il prezzo inesorabilmente sale.
Quando invece il prezzo è basso significa che o l'intensità dell'offerta è elevata, quindi è molto
offerto, oppure l'intensità della domanda è bassa, quindi è poco domandato.
Alla luce di quanto detto possiamo delineare questo schemino di validità generale che dovrete sempre
tenere a mente per iniziare ad operare.
Ribadisco ancora una volta che questi concetti di domanda ed offerta valgono per qualsiasi bene, dai
beni reali, ai beni finanziari, ai titoli, agli asset.
Ricapitolando quanto detto, abbiamo capito che il prezzo di un bene varia a seconda della dinamica
della domanda e dell'offerta.
Sostanzialmente possiamo dire che, in un mercato, all'aumentare della quantità del bene in circolo
diminuisce il suo valore, cioè quanto più ce n’è tanto meno vale.
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L’intensità della domanda e intensità dell'offerta determina la scarsità di un bene e quindi il suo
prezzo.
Quando è percepito come più scarso il prezzo aumenterà.
Dall'incontro di domanda e offerta abbiamo detto che si determina un prezzo che è il prezzo al quale
la negoziazione si conclude.
La moneta, come qualsiasi altro bene, è subordinata a questa legge.
In questo caso però il prezzo è il tasso di interesse.
Tra le funzioni assolte dalla moneta, c'è quella di unità di conto (misura di valore); non potendo
essere unità di conto di se stessa interviene il tasso d'interesse, che è il costo del prendere a prestito un
certo quantitativo di moneta, e quindi il suo valore.
E allora, alla luce di quanto detto, possiamo anche qui concludere che: quanta più ne circola, tanto
minore è il tasso di interesse che è il suo prezzo.
Quanta meno ne circola, tanto più alto è il suo prezzo, cioè il tasso di interesse.
A decidere la quantità di moneta che deve circolare nel sistema in un certo istante è la Banca
Centrale.
Il team di ForEnder24
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