O Prontuario per la prescrizione farmaceutica alla dimissione Release 7.0 Prontuario alla dimissione Release 7.0 Giugno 2015 Pagina 1 di 49 INDICE DEL DOCUMENTO 1. PRESENTAZIONE .............................................................................................................................. 3 2. FARMACI A BREVETTO SCADUTO............................................................................................... 5 3. PRESCRIZIONE FARMACEUTICA: PUNTI DI ATTENZIONE PER L'UTILIZZO CORRETTO DEL RICETTARIO ............................................................................................................. 6 3.1 GESTIONE DEI PT E DEI PT AIFA TEMPLATE.................................................................. 7 4. LE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PRESCRIZIONE DEI FARMACI....................................... 8 4.1 LE DISPOSIZIONI DI LEGGE: BREVE RASSEGNA ............................................................. 8 4.1.1 ARTICOLO 15, COMMA 11-BIS DEL DECRETO-LEGGE N.95/2012 (TESTO RISULTANTE DALLA LEGGE DI CONVERSIONE) .................................................................................................................. 8 4.1.2 ARTICOLO 11, COMMA 12, DEL DECRETO-LEGGE N. 1/2012 (TESTO RISULTANTE DALLA LEGGE DI CONVERSIONE).............................................................................................. 8 4.1.3 ARTICOLO 26, SEMPLIFICAZIONE PER LA PRESCRIZIONE DEI MEDICINALI PER IL TRATTAMENTO DI PATOLOGIE CRONICHE” DEL DECRETO-LEGGE 24 GIUGNO 2014, N. 90............................................. 9 4.2 ADEMPIMENTI DEL MEDICO .......................................................................................... 9 4.3 ADEMPIMENTI DEL FARMACISTA................................................................................ 11 5. MODALITÀ DI DISTRIBUZIONE/DISPENSAZIONE DEI FARMACI ..................................... 13 6. IMPOSTAZIONE DEL PRONTUARIO........................................................................................... 13 6.1 ATC CLASSIFICAZIONE ANATOMICA TERAPEUTICA CHIMICA ..................................................... 14 7. FARMACOVIGILANZA ................................................................................................................... 15 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 DEFINIZIONE DI REAZIONE AVVERSA DA FARMACI (ADR) ........................................ 15 PERCHÈ SEGNALARE .................................................................................................... 16 CHI SEGNALA ..................................................................................................................... 17 COME SEGNALARE .............................................................................................................. 17 REFERENTI FARMACOVIGILANZA .......................................................................................... 18 8. IL PRONTUARIO ALLA DIMISSIONE .......................................................................................... 19 8.1 C10 – SOSTANZE MODIFICATRICI DEI LIPIDI ............................................................... 19 8.2 C08 – CALCIOANTAGONISTI - C09 – SOSTANZE AD AZIONE SUL SISTEMA RENINAANGIOTENSINA ........................................................................................................................ 22 8.3 J01 – ANTIBATTERICI PER USO SISTEMICO .................................................................. 35 8.4 M01 – FARMACI ANTIINFIAMMATORI E ANTIREUMATICI........................................... 36 8.5 M05 – FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELLE MALATTIE DELLE OSSA .................... 39 9. IL PRONTUARIO ALLA DIMISSIONE. INDICAZIONI SPECIFICHE: TABELLE ................. 42 10. FARMACI BIOSIMILARI ................................................................................................................ 46 11. IMPLEMENTAZIONE E MONITORAGGIO: AZIONI PREVISTE ............................................ 49 Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 2 di 49 1. PRESENTAZIONE La necessità di definire un Prontuario Farmaceutico alle Dimissioni nasce dalla necessità di migliorare l’integrazione tra MMG e PDF e specialisti ospedalieri favorendo la continuità assistenziale, aspetto propedeutico ad un miglioramento della compliance. La revisione del prontuario per l’anno 2015 affronta le tematiche generali riferite alle seguenti azioni promuovere l’uso dei farmaci a brevetto scaduto incrementare l’appropriatezza prescrittiva fornire indicazioni rispetto al rapporto costo/beneficio e costo/efficacia dare indicazioni sull’uso dei farmaci biosimilari I riferimenti sono i seguenti gruppi terapeutici (cfr. sistema delle regole a valere per il 2015) per i quali si evidenziano gli ATC di riferimento: Farmaci antianemici (B03) Calcioantagonisti (C08) Sostanze ad azione sul sistema renina-angiotensina (C09) Sostanze modificatori dei lipidi (C10) Ormoni ipofisari, ipotalamici ed analoghi (H01) Antibatterici (J01) Farmaci antiinfiammatori (M01) Farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa (M05) Farmaci imunostimolanti (L03) Farmaci ad azione immunosoppressiva (L04) Lo strumento individuato è la condivisione tra A.O., strutture a contratto e ASL (intesa nel suo complesso e quindi ricomprendendo anche i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Famiglia) di questo prontuario e la definizione congiunta di iniziative aziendali tese a diffondere tra gli operatori sanitari: le indicazioni prescrittive in coerenza con le valutazioni di efficacia comparata le informazioni rispetto d'uso approvate (scheda tecnica) la concedibilità la prescrizione di farmaci a brevetto scaduto e biosimilari le indicazioni del sistema regolatorio (note AIFA) La libertà di scelta prescrittiva del clinico non è messa in discussione; tuttavia, deve essere accompagnata da un'attenta valutazione delle possibili alternative terapeutiche, considerando il miglior rapporto costo/beneficio e costo/efficacia e quindi strettamente connesso al’uso dei farmaci a brevetto scaduto e biosimilari. Il Medico ospedaliero valuterà le opzioni terapeutiche da attuare in regime di ricovero, Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 3 di 49 tenendo conto della disponibilità dei farmaci nel Prontuario Ospedaliero (PTO), e in sede di dimissione considererà le ricadute sulla spesa territoriale, indicando nella lettera di dimissioni e/o prescrivendo anche direttamente, il più possibile, farmaci a brevetto scaduto (brand o principio attivo) e biosimilari. Il Medico di Medicina Generale sul territorio utilizzerà le analisi dei costi delle terapie riportate nel Prontuario quale strumento per attuare un’efficace governance clinica. Inoltre fornirà il proprio contributo nell’utilizzo dei farmaci a brevetto scaduto (branded o principio attivo). La stesura del presente Prontuario, oltre che rendere disponibile uno strumento di facile consultazione, ha anche lo scopo di stabilizzare occasioni di condivisione tra specialisti ospedalieri e MMG delle problematiche legate alla prescrizione, Il prontuario alle dimissioni è un utile strumento che consente al medico di considerare, accanto al corretto uso dei farmaci ed al principio della priorità della cura, anche l’appropriatezza e le limitazioni prescrittive, il corretto uso delle risorse, i principi di economicità in virtù del fatto che ogni medico dipendente dal SSN o convenzionato, nello svolgimento della propria attività si inserisce nell’organizzazione sanitaria, disponendo direttamente od indirettamente di risorse pubbliche. Quindi il Prontuario costituisce strumento di informazione indipendente sul farmaco nonché di diffusione ed implementazione delle linee guida di farmaco utilizzazione. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 4 di 49 2. FARMACI A BREVETTO SCADUTO Il farmaco a brevetto scaduto è un medicinale a base di uno o più principi attivi, prodotto industrialmente, non protetto da brevetto o da certificato protettivo complementare, bioequivalente alla specialità medicinale corrispondente già autorizzata. L’equivalenza è valutata caso per caso, dopo attenta analisi di un dossier presentato da ogni singola azienda farmaceutica alla CTS AIFA contenente dati relativi alla purezza del medicinale e alla sua equivalenza terapeutica in termini di biodisponibilità, vale a dire in relazione alla quantità, alle concentrazioni e al tempo di permanenza del farmaco nel plasma. Due prodotti farmaceutici sono considerati bioequivalenti, quando i loro profili concentrazione-tempo, ottenuti con la stessa dose molare, sono così simili che è improbabile producano differenze rilevanti negli effetti terapeutici o avversi. Il farmaco a brevetto scaduto (con indicazione del solo principio attivo o del brand di riferimento) non deve essere associato solo ad una scelta di risparmio, bensì ad un uso sicuro e consolidato nel tempo dello stesso; deve essere visto inoltre come “generatore di risorse “, capace di consentire proprio per il risparmio ottenuto un maggiore accesso alle terapie innovative permettendone l’ingresso nelle fasce di rimborsabilità. La Regione Lombardia sottolinea da anni l’importanza della prescrizione del medicinale equivalente e ne incentiva l’uso per gli effetti positivi sulla spesa farmaceutica senza penalizzare la qualità delle prestazioni. A seguito delle indicazioni della Regione e al fine di agevolare una fattiva collaborazione da parte dei medici, si è ricorda che l’elenco dei farmaci a brevetto scaduto nel suo complesso oltre a quanto segnalato nel presente prontuario è reperibile sul sito AIFA www.agenziafarmaco.it ed è aggiornato di norma mensilmente a cura dell’Agenzia stessa. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 5 di 49 3. PRESCRIZIONE FARMACEUTICA: PUNTI DI ATTENZIONE PER L'UTILIZZO CORRETTO DEL RICETTARIO La ricetta è di fatto l'autorizzazione, data in forma scritta al farmacista, perché questi possa dispensare uno o più medicamenti al paziente. Il medico (Medico di Medicina Generale, Pediatria di Famiglia, Medico Specialista), nel prescrivere una specialità medicinale, deve: attenersi alle indicazioni terapeutiche, alle vie e alle modalità di somministrazione previste dall'Autorizzazione all'immissione in commercio rilasciata dall’Agenzia regolatoria e fatta propria dal Ministero della Salute. Informare il paziente rispetto alla concedibilità a carico del SSN prevista solo se l'indicazione è compresa in scheda tecnica e se previsto dalla eventuale nota AIFA I medici non possono utilizzare il ricettario del Sistema Sanitario Nazionale per prescrivere farmaci non ammessi al rimborso; in questi casi dovranno utilizzare il proprio ricettario personale o quello della struttura. L’utilizzo di medicinali in difformità alla loro scheda tecnica, salvo particolari casi ben normati dalla legge 648/96, non può essere a carico del Sistema Sanitario Nazionale. Queste indicazioni hanno valore anche per i consigli terapeutici derivanti da prestazioni specialistiche erogate in regime di libera professione. Il Medico di Medicina Generale è tenuto all'atto della prescrizione a : attenersi a criteri di costo/efficacia preferendo farmaci a brevetto scaduto rispettare le note AIFA indicandone il riferimento nell'atto prescrittivo comunicare al paziente, nel caso di prescrizione per indicazioni autorizzate ma non comprese nelle note AIFA, che il farmaco prescritto sarà a suo totale carico Il Medico Specialista, qualora prescriva direttamente un farmaco o formuli consigli terapeutici per il medico di medicina generale, deve attenersi: a criteri di costo/efficacia, preferendo, qualora possibile, i farmaci a brevetto scaduto alla compilazione del piano terapeutico, qualora richiesto a comunicare al paziente, nel caso di prescrizione per indicazioni autorizzate ma non comprese nelle note AIFA, che il farmaco prescritto sarà a suo totale carico all’indicazione accanto al principio attivo nella lettera di dimissioni e/o prestazione specialistica in assenza degli elementi previsti dalla nota AIFA, la nota che : "il farmaco non è ammesso al rimborso dal SSN ed è a totale carico del paziente". Si cita a titolo di esempio il trattamento antisecretivo qualora non ricorrano gli elementi previsti dalle indicazioni del sistema regolatorio. E' importante sottolineare che: all'atto della dimissione ed a seguito di visita al medico specialista delle Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 6 di 49 strutture a contratto non è consentita la sostituzione della terapia in atto a pazienti affetti da patologie croniche, fatta salva naturalmente la necessità scaturente da comprovate esigenze cliniche e la redazione di apposita relazione per il medico curante i referti di esami diagnostici non devono presentare indicazioni di terapie farmacologiche nelle lettere di dimissioni e nelle indicazioni dei medici specialisti delle strutture a contratto deve essere riportata di norma la denominazione del principio attivo; al fine di assicurare la continuità assistenziale ospedale-territorio, il medico specialista delle strutture a contratto, all'atto della dimissione, prescrive di norma i farmaci per il primo ciclo di cura. 3.1 GESTIONE DEI PT E DEI PT AIFA TEMPLATE Nel caso di prescrizione di un farmaco che preveda la compilazione del modulo di diagnosi e piano terapeutico (in alcuni casi riservata a determinati specialisti o centri autorizzati) si ricorda che il piano va compilato in triplice copia: una copia deve essere allegata alla cartella clinica o alla scheda del paziente una copia deve essere consegnata al paziente affinchè la porti al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta per la prescrizione a carico del S.S.N. una copia deve essere consegnata alle ASL. Si ricorda che i suddetti moduli hanno, se non indicato diversamente, validità di un anno. Si prega di prestare particolare attenzione nella compilazione dei moduli in oggetto, ricordando che la loro mancanza o la loro incompletezza costituiscono motivo di non rimborso dei farmaci inseriti nel file F. Da qualche anno è attivo un progetto condiviso fra ALS e Strutture Erogatrici che prevede la gestione informatizzata di alcuni Piani Terapeutici. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 7 di 49 4. LE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PRESCRIZIONE DEI FARMACI Nel capitolo si illustrano gli ambiti di applicazione delle nuove disposizioni sulla prescrizione dei farmaci contenute nel comma 11-bis dell’articolo 15 del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, come modificato dalla legge di conversione 7 agosto 2012, n. 135 e su come tale disciplina si correli con quella recata dal comma 12 dell’articolo 11 del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 e recentemente nell’articolo 26 del decreto legge n. 90 del 24 giugno 2014. 4.1 LE DISPOSIZIONI DI LEGGE: BREVE RASSEGNA Al fine di fornire gli opportuni chiarimenti, si ritiene utile riportare preliminarmente, per chiarezza espositiva, il testo delle due previsioni di legge richiamate: 4.1.1 ARTICOLO 15, COMMA 11-BIS DEL DECRETO-LEGGE N.95/2012 (TESTO RISULTANTE DALLA LEGGE DI CONVERSIONE) 11-bis. Il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti, e' tenuto ad indicare nella ricetta del Servizio sanitario nazionale la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco. Il medico ha facoltà di indicare altresì la denominazione di uno specifico medicinale a base dello stesso principio attivo; tale indicazione e' vincolante per il farmacista ove in essa sia inserita, corredata obbligatoriamente di una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilità di cui all'articolo 11, comma 12, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27. Il farmacista comunque si attiene a quanto previsto dal menzionato articolo 11, comma 12. 4.1.2 ARTICOLO 11, COMMA 12, DEL DECRETO-LEGGE N. 1/2012 (TESTO RISULTANTE DALLA LEGGE DI CONVERSIONE) 12. Il medico, nel prescrivere un farmaco, è tenuto, sulla base della sua specifica competenza professionale, ad informare il paziente dell'eventuale presenza in commercio di medicinali aventi uguale composizione in principi attivi, nonché forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio e dosaggio unitario uguali. Il farmacista, qualora sulla ricetta non risulti apposta dal medico l'indicazione della non sostituibilità del farmaco prescritto, dopo aver informato il cliente e salvo diversa richiesta di quest'ultimo, è tenuto a fornire il medicinale prescritto quando nessun medicinale fra quelli indicati nel primo periodo del presente comma abbia prezzo più basso ovvero, in caso di esistenza in commercio di medicinali a minor prezzo rispetto a quello del medicinale prescritto, a fornire il medicinale avente prezzo più basso. All'articolo 11, comma 9, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, nel secondo periodo, dopo le parole: "è possibile" sono inserite le seguenti: "solo su espressa richiesta dell'assistito e". Al fine di razionalizzare il sistema distributivo del farmaco, anche a tutela della persona, nonché al fine di rendere maggiormente efficiente la spesa farmaceutica pubblica, l'AIFA, con propria delibera da adottare entro il 31 dicembre 2012 e pubblicizzare adeguatamente anche sul sito istituzionale del Ministero della salute, revisiona le attuali modalità di confezionamento dei farmaci a dispensazione territoriale per identificare Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 8 di 49 confezioni ottimali, anche di tipo monodose, in funzione delle patologie da trattare. Conseguentemente, il medico nella propria prescrizione tiene conto delle diverse tipologie di confezione. 4.1.3 ARTICOLO 26, SEMPLIFICAZIONE PER LA PRESCRIZIONE DEI MEDICINALI PER IL TRATTAMENTO DI PATOLOGIE CRONICHE” DEL DECRETO-LEGGE 24 GIUGNO 2014, N. 90 All'articolo 9, del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, dopo il comma 1, é inserito il seguente: "1-bis. Fermo restando quanto previsto dal comma 1, nelle more della messa a regime sull'intero territorio nazionale della ricetta dematerializzata di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 2 novembre 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 264 del 12 novembre 2011, per le patologie croniche individuate dai regolamenti di cui al comma 1, il medico può prescrivere medicinali fino ad un massimo di sei pezzi per ricetta, purché già utilizzati dal paziente da almeno se i mesi . In tal caso, la durata della prescrizione non può comunque superare i 180 giorni di terapia”. 4.2 ADEMPIMENTI DEL MEDICO A) Le nuove modalità prescrittive previste dal comma 11-bis dell’articolo 15 del decretolegge n.95/2012 riguardano soltanto i casi in cui ricorrono entrambe le seguenti condizioni: il paziente è curato per la prima volta per una patologia cronica o è curato per un nuovo episodio di patologia non cronica mediante l’impiego di un determinato principio attivo esistono sul mercato più medicinali a brevetto scaduto (compreso il branded) a base del principio attivo scelto dal medico per il trattamento Quando ricorrano queste condizioni, il medico DEVE prescrivere il medicinale mediante l’indicazione del suo principio attivo. In aggiunta a questa indicazione obbligatoria, il medico HA FACOLTA’ di indicare il nome di uno specifico medicinale a base di quel principio attivo (sia esso un medicinale “di marca” o un medicinale con denominazione generica (comreso il brand di riferimento), costituita dalla denominazione comune internazionale o scientifica, accompagnata dal marchio o dal nome del titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio). Pertanto, nei casi sopra descritti, la ricetta risponde alle previsioni di legge se indica: il solo principio attivo, ovvero il principio attivo con l’aggiunta del nome di un medicinale a base di tale principio attivo Non è conforme a legge la ricetta che, nei casi descritti, indichi soltanto il nome di uno specifico medicinale. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 9 di 49 B) Anche nei casi descritti nella lettera A il medico può rendere vincolante la prescrizione di uno specifico medicinale (che egli dovrà comunque scrivere in ricetta, per quanto detto, in aggiunta al principio attivo e mai da solo), quando lo ritenga non sostituibile per la cura del paziente, così come già previsto dall’articolo 11, comma 12, del decreto-legge n. 1/2012. In tale ipotesi, però, la clausola di non sostituibilità deve essere obbligatoriamente accompagnata da una sintetica motivazione. Tale motivazione non potrà in nessun caso fare riferimento alla presunta o dichiarata volontà del paziente né riferirsi, tautologicamente, a generiche valutazioni di ordine clinico o sanitario, ma dovrà, sia pur succintamente, indicare le specifiche e documentate ragioni che rendono necessaria la somministrazione al paziente di quel determinato medicinale, anziché di un altro ad esso equivalente (ad esempio, accertata intolleranza del paziente a determinate sostanze comprese fra gli eccipienti di altri medicinali a base dello stesso principio attivo). L’assenza della motivazione, così come la presenza di una motivazione inidonea, rende la ricetta non conforme a legge. C) Nei casi diversi da quelli descritti alla lettera A (e cioè in tutti i casi in cui si debba continuare una terapia già in atto per il trattamento di una patologia cronica o non cronica), non trovano applicazione la disposizione dell’obbligatoria indicazione del principio attivo e le correlate disposizioni del comma 11-bis dell’articolo 15 del decretolegge 95. In simili ipotesi, pertanto, il medico potrà prescrivere uno specifico medicinale. Naturalmente, anche in questo caso, pur in assenza di una puntuale previsione normativa al riguardo, egli potrà limitarsi a indicare il solo principio attivo, quando ritenga che questa modalità sia idonea al raggiungimento dello scopo terapeutico che intende perseguire: è del tutto evidente, infatti, che, alla luce dell’innovazione contenuta nel decreto-legge n. 95/2012, la prescrizione mediante indicazione del principio attivo non può considerarsi contra legem, quando utilizzata al di fuori dei casi in cui la stessa è prevista come obbligatoria. Nelle ipotesi ora considerate, qualora, nel prescrivere uno specifico medicinale, intenda evitare, per specifiche e documentate ragioni di ordine clinico, che il paziente sia trattato con un medicinale diverso da quello da lui indicato, il medico potrà apporre la clausola di non sostituibilità, senza necessità di motivarla, conformemente a quanto già previsto dal decreto-legge n.1/2012. D) Sia nei casi descritti alla lettera A sia in quelli a cui si riferisce la lettera C, il medico resta tenuto a informare il paziente della presenza in commercio di farmaci di uguale composizione in principi attivi, nonché forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio e dosaggio unitario uguali, come previsto dal primo periodo del comma 12 dell’articolo 11 del decreto-legge n. 1/2012. E) Con l’introduzione del D.L. 90/2014, il medico prescrittore, a partire dal 25 giugno 2014, può prescrivere fino a 6 confezioni per ciascuna ricetta SSR/SSN ai soggetti con Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 10 di 49 esenzione per patologia cronica o malattia rara, che utilizzino il medicinale da almeno sei mesi. In ogni caso, la durata della prescrizione non può comunque superare i 180 giorni di terapia. 4.3 ADEMPIMENTI DEL FARMACISTA L’ultimo periodo del comma 11-bis dell’articolo 15 del decreto-legge n. 95/2012 specifica che, anche nelle ipotesi disciplinate da tale comma (e cioè quelle di primo trattamento di malattia cronica o di nuovo episodio di malattia non cronica per il quale sono disponibili più medicinali equivalenti) il farmacista deve attenersi a quanto indicato nell’articolo 11, comma 12, del decreto-legge n. 1/2012. Il farmacista dovrà pertanto comportarsi nel modo seguente: A) se nella prescrizione è indicato il solo principio attivo (oltre, ovviamente, a forma farmaceutica e dosaggio), il farmacista, dopo aver informato il cliente, dovrà consegnargli il medicinale avente il prezzo più basso (come già imposto dall’articolo 7 del decreto-legge n. 347/2001, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 405/2001). Nel caso che più medicinali abbiano un prezzo corrispondente al prezzo più basso, il farmacista terrà conto dell’eventuale preferenza del paziente. Qualora quest’ultimo, invece, richieda espressamente un medicinale a prezzo più alto, il farmacista dovrà richiedere al paziente di corrispondere la somma pari alla differenza fra il prezzo del medicinale richiesto e quello del medicinale erogabile con onere a totale carico del Servizio sanitario nazionale B) se nella prescrizione è indicato, oltre al principio attivo, la denominazione (“di marca” o generica) di uno specifico medicinale, il farmacista, qualora nella ricetta non risulti apposta dal medico la indicazione di non sostituibilità, è tenuto a fornire il medicinale prescritto quando nessun medicinale equivalente ha prezzo più basso; in caso di esistenza in commercio di medicinali a minor prezzo rispetto a quello del medicinale prescritto, il farmacista è tenuto a fornire il medicinale avente il prezzo più basso (o uno dei medicinali aventi il prezzo più basso), fatta salva l’eventuale espressa richiesta del paziente di ricevere comunque il farmaco prescritto dal medico, previo pagamento della differenza di prezzo. C) se nella prescrizione, oltre alla denominazione di un medicinale specifico, risulta apposta l’indicazione della non sostituibilità del medicinale (sia nella forma “semplice” utilizzabile per la prosecuzione di trattamenti in corso, sia nella forma corredata di sintetica motivazione, da utilizzare per i casi disciplinati dal comma 11-bis dell’articolo 15 del decreto-legge n. 95/2012), il farmacista dovrà chiedere al paziente, informandolo delle ragioni della richiesta, di corrispondere la somma pari alla differenza fra l’eventuale prezzo più alto del medicinale prescritto e quello del medicinale erogabile con onere a totale carico del Servizio sanitario nazionale. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 11 di 49 D) secondo l’articolo 26 del DL 90/2014: dispensare i 6 pezzi sulla ricetta. Si precisa che il ticket regionale per confezione per gli esenti per patologia cronica e malattia rara, fatte salve altre eventuali esenzioni, è pari a 1 euro a confezione quindi fino ad un massimo di 6 euro a ricetta, fermo restando il pagamento della differenza di prezzo nel caso in cui la scelta prescrittiva si indirizzi sul farmaco di marca al posto dell’equivalente “generico” o su un “generico” con prezzo differente da quello di riferimento, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 7 della legge n. 405/2001. Inoltre si precisa che, relativamente alle disposizioni sulla pluriprescrizione dei sei pezzi a ricetta di cui all’articolo 9 della legge n. 405/2001 già vigenti prima della modifica operata dal DL 90/2014, rimangono confermate le preesistenti modalità di corresponsione del ticket a confezione, ed in particolare: come disposto dalla DGR n. 11534 del 10 dicembre 2002 e dalla DGR n. 12287 del 4 marzo 2003, limitatamente ai medicinali a base di antibiotici iniettabili in confezione monodose, di medicinali somministrati esclusivamente per fleboclisi e di medicinali a base di interferone prescritti fino a 6 confezioni ai soggetti aventi diritto (con esenzione per patologia) per cui già operava il limite di 6 pezzi per ricetta, prima del DL 90/2014, si conferma che: per gli assistiti non esenti la quota fissa di 2 euro a confezione con un limite massimo di 4 euro a ricetta; per gli assistiti esenti la quota fissa di 1 euro a confezione con un limite massimo di 3 euro a ricetta. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 12 di 49 5. MODALITÀ FARMACI DI DISTRIBUZIONE/DISPENSAZIONE DEI Vengono di seguito riassunte le modalità attuali di distribuzione /dispensazione dei farmaci nel territorio dell’ASL di Lecco L’ASL assicura l’assistenza farmaceutica territoriale secondo le seguenti modalità: a. Distribuzione Convenzionale, previa presentazione di ricetta SSR (“ricetta rossa”) ed attraverso le farmacie del territorio. b. Distribuzione per Conto (DPC), sempre tramite le farmacie del territorio pubbliche e private, su presentazione di ricetta SSR, in cui siano indicati esclusivamente farmaci inclusi nell’elenco dell’ASL di Lecco. In allegato l’attuale elenco dei farmaci in DPC. c. Distribuzione Diretta, prevista per alcune tipologie di pazienti: affetti da fibrosi cistica ed emofilia, in cura presso centri specialistici ospedalieri extra- regione che necessitano di farmaci H, farmaci non registrati in Italia per quella patologia e/o previsti dalla L.648/96; preparazioni galeniche per pazienti pediatrici relative a farmaci a carico SSR ma in dosaggi non reperibili in commercio. Le strutture Sanitarie di ricovero e cura a contratto all’interno di una lista di specialità medicinali erogano il farmaco direttamente tramite la struttura ospedaliera con rendicontazione della stessa all’ASL di competenza all’interno del file F, per il rimborso della spesa sostenuta per l’acquisto del farmaco. Inoltre forniscono direttamente ulteriori farmaci ai cittadini rendicontandoli tramite tracciato record file F: Le tipologie prevalenti sono le seguenti: farmaci innovativi classificati in fascia H farmaci non registrati forniti ai sensi dell’art. 1, comma 4, della legge 23 dicembre 1998, n. 648/96 farmaci in day hospital per uso domiciliare farmaci MdB e antiblastici domiciliari farmaci somministrati a stranieri con codice individuale STP farmaci non registrati per uso domiciliare farmaci distribuiti direttamente, limitatamente al primo ciclo terapeutico completo Lo specialista ospedaliero deve essere sempre informato delle modalità distributive in cui l’Azienda Ospedaliera risulti direttamente coinvolta. 6. IMPOSTAZIONE DEL PRONTUARIO Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 13 di 49 Per ogni molecola viene indicato: ATC Il principio attivo il confezionamento ed il relativo prezzo di riferimento il valore della DDD il costo DDD Eventuali vincoli prescrittivi (nota AIFA o Piano Terapeutico) la disponibilità sul mercato nel gruppo terapeutico di farmaci equivalenti Legenda DDD = dose giornaliera definita ND = dato non disponibile PHT = prontuario della distribuzione diretta PT = piano terapeutico 6.1 ATC CLASSIFICAZIONE ANATOMICA TERAPEUTICA CHIMICA Nel sistema ATC i farmaci sono suddivisi in diversi gruppi in rapporto all'organo bersaglio, al meccanismo di azione ed alle caratteristiche chimiche e terapeutiche. Ciascun gruppo principale è suddiviso in 5 livelli gerarchici. Il primo livello gerarchico rappresenta il gruppo anatomico principale (ATC di primo livello), il quinto livello rappresenta il sottogruppo chimico. L'intero codice ATC identifica la singola sostanza chimica (principio attivo, ATC di quinto livello) I 14 "Gruppi Anatomici Principali" sono: • A Apparato gastrointestinale e metabolismo • B Sangue ed organi emopoietici • L Farmaci antineoplastici ed immunosoppressori • M Sistema muscolo-scheletrico • C Sistema cardiovascolare • N Sistema nervoso centrale • D Dermatologici • P Farmaci antiparassitari, insetticidi e repellenti • G Sistema genito-urinario ed ormoni sessuali • R Sistema respiratorio • H Preparati ormonali sistemici, esclusi gli ormoni sessuali • J Antimicrobici generali per uso sistemico • S Organi di senso Prontuario alla dimissione Release 7.0 • V Vari Pagina 14 di 49 7. FARMACOVIGILANZA La farmacovigilanza è l’insieme delle attività volte alla verifica continua delle informazioni relative alla sicurezza dei farmaci. L’attività di farmacovigilanza è finalizzata a che il rapporto beneficio/ rischio dei farmaci in commercio sia favorevole per la popolazione. I dati sulla sicurezza dei farmaci vengono ricavati da differenti fonti: segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse, studi, letteratura scientifica, rapporti inviati dalle industrie farmaceutiche, ecc. Durante la commercializzazione del farmaco, le segnalazioni di reazioni avverse a farmaci (ADR) vengono raccolte mediante la Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) (vedi l’indirizzo web http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/rete-nazionale-di- farmacovigilanza), un sistema che collega tra loro l’Agenzia Italiana del Farmaco ed i responsabili di FV delle Regioni, delle strutture sanitarie - ASL, Aziende Ospedaliere, Istituti di Ricovero e cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e delle Aziende Farmaceutiche. La rete di farmacovigilanza è, inoltre, in collegamento operativo con il network europeo EudraVigilance dell'Emea (l'Agenzia europea per i medicinali), che raccoglie in un database europeo i dati forniti a livello nazionale. Lo strumento principale per fare della farmacovigilanza è la segnalazione delle reazioni avverse da farmaci. 7.1 DEFINIZIONE DI REAZIONE AVVERSA DA FARMACI (ADR) Con l’introduzione della nuova normativa europea in materia di farmacovigilanza (Regolamento UE 1235/2010, la cui applicazione è operativa dal 2 luglio 2012, e la Direttiva 2010/84/UE, attualmente in fase di recepimento) sono stati introdotti dei cambiamenti. Primo fra tutti è stata cambiata la definizione di reazione avversa intendendo: “Una reazione avversa è una risposta a un medicinale che è nociva e non intenzionale”. Questa definizione comprende reazioni avverse che si determinano: conformemente alle indicazioni contenute nell’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) agli usi non conformi alle indicazioni contenute nell’autorizzazione all’immissione in commercio, comprendendo: sovradosaggio, uso off-label, misuso, abuso ed errori di terapeutici nonché associato all’esposizione per motivi professionali Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 15 di 49 SOVRADOSAGGIO / OVERDOSE Si riferisce alla somministrazione di una quantità di farmaco prodose o pro-day superiore alla dose massima raccomandata in accordo con le informazioni del prodotto autorizzato. Questo deve tenere in considerazione anche gli effetti cumulativi da overdose. USO OFFLABEL Si riferisce all’uso del prodotto non in accordo con l’impiego autorizzato, non solo nelle indicazioni terapeutiche, ma anche nella via di somministrazione e nella posologia. Rientrano pertanto in tale ambito, non solo gli impieghi dei medicinali registrati in Italia e inseriti nell’elenco della legge n. 648/96 ma qualsiasi impiego al di fuori delle condizioni di utilizzo autorizzate. MISUSO Si riferisce alla situazione in cui il prodotto è usato intenzionalmente o in maniera inappropriata non in accordo con la dose prescritta o autorizzata, via di somministrazione e/o indicazioni o in maniera aderente allo stato vigente di fornitura (esempio senza prescrizione per farmaci soggetti a prescrizione medica). ABUSO Si riferisce all’uso sporadico, persistente, intenzionale, eccessivo di un medicinale, accompagnato da effetti dannosi sia a livello fisico che psicologico. ERRORE TERAPEUTICO Si riferisce ad un errore non intenzionale nel prescrivere, dispensare o somministrare un medicinale sotto il controllo di un operatore sanitario, paziente o consumatore. ESPOSIZIONE PROFESSIONALE Si riferisce all’esposizione ad un farmaco per uso umano come risultato di esposizione professionale 7.2 PERCHÈ SEGNALARE Quando un farmaco viene immesso in commercio sono noti solamente i dati di tollerabilità che derivano dagli studi clinici pre-registrativi. Questi ultimi generalmente sono consentono di evidenziare solo le reazioni più comuni. Solo dopo la sua commercializzazione un farmaco viene somministrato a un numero sempre più elevato di pazienti ed quindi, attraverso la Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 16 di 49 raccolta e la valutazione delle ADR, diventa possibile conoscerne più approfonditamente il rapporto beneficio/rischio. La segnalazione è essenziale per permettere alle strutture deputate alle attività di Farmacovigilanza di definire e mantenere aggiornato il profilo di tollerabilità e sicurezza dei farmaci (benefici verso rischi) nelle reali condizioni d'impiego. La Farmacovigilanza è un'attività obbligatoria per legge, è prevista dalle Autorità sanitarie italiane e internazionali per cui i medici e gli altri operatori sanitari quasi per dovere deontologico sono tenuti a segnalare tramite apposite schede tutte le sospette reazioni avverse osservate (gravi, non gravi, attese ed inattese). 7.3 CHI SEGNALA Medici di Medicina Generale Medici Specialisti Medici Operanti presso il servizio igiene salute pubblica (per i vaccini) Altri operatori sanitari (farmacisti ed infermieri ) Cittadini. Ogni volta si sospetti che il farmaco usato possa aver causato un effetto non voluto, tenendo presente che non è richiesta mai la certezza, il Sistema di Farmacovigilanza è attivato. 7.4 COME SEGNALARE In attesa del Recepimento della direttiva 2010/84/CE e dei conseguenti atti normativi relativi ogni cittadino ed ogni operatore sanitario può segnalare una sospetta reazione avversa ad un farmaco o ad un vaccino (ADR) con due diverse modalità compilando: 1. la “scheda cartacea” di segnalazione di sospetta reazione avversa (istituita con il DM 12/12/2003) 2. on-line la “scheda elettronica” di segnalazione di sospetta reazione avversa”. Dopo la compilazione on line, la scheda può essere salvata sul proprio PC ed inviata per e-mail al Responsabile di Farmacovigilanza della propria struttura di appartenenza. In alternativa il modulo on line può essere stampato, compilato e trasmesso via fax al Responsabile di Farmacovigilanza della propria struttura di appartenenza. I cittadini possono segnalare direttamente all’ASL di Lecco una sospetta reazione avversa, compilando l’apposita scheda semplificata sotto riportata (Modulo per la segnalazione diretta del cittadino). In ogni caso il cittadino è invitato a consultare il proprio medico curante. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 17 di 49 7.5 REFERENTI FARMACOVIGILANZA I referenti delle strutture di ricovero (Farmacia e/o Direzione Sanitarie) raccolgono le segnalazioni provenienti da medici ed operatori sanitari interni all'A.O. mentre il referente della ASL (Servizio Assistenza Farmaceutica) raccoglie le segnalazioni provenienti dal territorio (Medici di Medicina Generale, Pediatri di, strutture private accreditate, etc. Ecco di seguito tutti i riferimenti della ASL (Referente dr. Panzeri Ferdinando) dove inviare la scheda si segnalazione: Ufficio / Denominazione Indirizzo Recapiti Servizio Assistenza Farmaceutica Corso Carlo Alberto, 120 Tel. 0341 482281 / 254 23900 Lecco Fax 0341 482251 c/o Centro Comm. "Le Piazze". E-mail: [email protected] Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 18 di 49 8. IL PRONTUARIO ALLA DIMISSIONE Di seguito si riportano alcune indicazioni di letteratura relativamente a parte dei gruppi terapeutici di cui alla delibera regionale del sistema della regole a valere per l’anno 2015 Nel capitolo 9 saranno indicativi gli elementi per la prescrizione dei farmaci dei seguenti gruppi terapeutici Farmaci antianemici (B03) Calcioantagonisti (C08) Sostanze ad azione sul sistema renina-angiotensina (C09) Sostanze modificatori dei lipidi (C10) Ormoni ipofisari, ipotalamici ed analoghi (H01) Antibatterici (J01) Farmaci antiinfiammatori (M01) Farmaci per il trattamento delle malattie delle ossa (M05) Farmaci imunostimolanti (L03) Farmaci ad azione immunosoppressiva (L04) 8.1 C10 – SOSTANZE MODIFICATRICI DEI LIPIDI 8.1.1 PREMESSA. RIDUZIONE DEL RISCHIO CARDIO VASCOLARE Ogni intervento farmacologico va aggiunto e non sostituito alle modifiche degli stili di vita che hanno il maggior effetto potenziale sul rischio Cardio Cerebro Vascolare. La colesterolemia elevata è uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare (CCV). La modifica degli stili di vita si è mostrata efficace nel ridurre l’ipercolesterolemia nella maggioranza dei casi. Si può elevare il colesterolo HDL aumentando l’attività fisica, smettendo di fumare, perdendo peso. I modelli di alimentazione che si sono dimostrati efficaci sono prevalentemente vegetariani e corredati di cibi con speciali proprietà, come noci e altra frutta secca oleosa, soia, semi e cibi arricchiti di steroli vegetali, pompelmi e fibra solubile (di cui sono ricchi fagioli, orzo e avena integrali, prugne e verdure come carciofi, melanzane, …). In una parte dei casi tuttavia la riduzione della colesterolemia solo con l’adozione di comportamenti di vita adeguati non è possibile, stante la compresenza di altri fattori di rischio, in tali casi si rende necessario ridurre la colesterolemia utilizzando le statine. Nella scelta della statina occorre prendere in considerazione, come per ogni terapia, vari fattori, quali le abitudini di vita del paziente, le comorbilità, l’età ed il livello di rischio complessivo, il tutto comparato alla disponibilità sul mercato di varie tipologie di statine con efficacia e costo differenti. 8.1.2 VERSO UN APPROPRIATO IMPIEGO DELLE STATINE La National Cholesterol Education Program delle linee-guida cliniche per la valutazione e il trattamento dell' ipercolesterolemia, nel NCEP Adult Treatment Panel III (ATP III) Final Report pubblicato nel 2003, concentra l'attenzione sulla prevenzione primaria nei pazienti ad alto rischio. A questo si aggiunge il lavoro svolto dall'American Heart Association (AHA) che Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 19 di 49 nel luglio 2002 ha aggiornato le indicazioni sulla prevenzione primaria coincidenti con quelle dell'ATP III. Entrambe le linee-guida rappresentano uno strumento determinante per il medico, necessarie per indirizzare la valutazione, il trattamento ed il follow-up di pazienti che possono essere a rischio, ma che non hanno ancora manifestato nessuna patologia cardiovascolare. Le linee guida dell’ATP (Adult Treatment Panel) III ed una revisione sistematica dell’Oregon, riportano dati solidi sull’efficacia delle diverse dosi delle differenti statine: Il sistema regolatorio AIFA ha aggiornato nel 2014 la NOTA 13 (Determina n. 617/2014 - GU Serie Generale n.156 del 8-7-2014). La revisione della nota 13 adegua la definizione del livello di rischio alle linee guida ESC/EAS, apparse in letteratura subito dopo la pubblicazione della nota stessa. L’adeguamento a tali linee guida ha comportato la reintroduzione delle relative carte di rischio. La nota AIFA 13 è stata modificata altresì con riferimento alla rimborsabilità dei farmaci ipolipemizzanti per il trattamento delle dislipidemie e per la prevenzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti di età superiore ai 65 anni. In particolare, le modifiche riguardano la classificazione in base al livello di rischio e la voce "Particolari categorie di pazienti", in cui risulta aggiunto il paragrafo sui pazienti di età >65 anni. dove in considerazione dei risultati dello studio PROSPER, nonché delle metanalisi in cui è stata valutata l'efficacia delle statine nei pazienti anziani, il trattamento con farmaci ipolipemizzanti nei pazienti con età >65 anni con aumentato rischio cardiovascolare è da considerarsi rimborsabile dal SSN. La rimborsabilità si intende estesa, in prevenzione primaria, fino agli 80 anni. Oltre tale età, invece, non esistono evidenze sufficienti a sostegno dell'opportunità del trattamento. Nei pazienti con età >65 anni ma con evidenza di malattia coronarica, vascolare o diabete mellito la rimborsabilità dei farmaci ipolipemizzanti è a carico del SSN per definizione, dovendosi considerare questi pazienti in prevenzione secondaria I farmaci di prima scelta per il loro profilo di costo-efficacia risultano essere atorvastatina simvastatina e pravastatina, disponibili come farmaci a brevetto scaduto. Cosa importante nella scelta del farmaco ogni priorità dovrebbe essere assegnata a statine che si siano dimostrate attive nell'abbassare il rischio di esiti maggiori, cioè mortalità e morbilità cardiovascolare oltre che il dato biologico sui livelli di colesterolo . 8.1.3 SIMVASTATINA è una delle molecole meglio studiate, ha solide prove di riduzione di eventi CCV in soggetti a rischio, non ha aumentato il rischio di tumori a distanza di 10 anni (per le altre eccetto pravastatina sono disponibili solo follow up più brevi). Altri problemi di sicurezza (alterazioni epatiche, miopatie) non mostrano differenze significative tra statine e sono dose dipendenti. 8.1.4 ROSUVASTATINA E ATORVASTATINA Sono indicate per il follow up dei soggetti già incorsi in eventi cardiovascolari maggiori, inoltre grandi studi hanno dimostrato la sicurezza a dosi standard di rosuvastatina e atorvastatina anche in pazienti vulnerabili. 8.1.5 SCREENING E MONITORAGGIO ▪ Il controllo del profilo lipidico completo (colesterolo totale, HDL e trigliceridi) deve essere effettuato annualmente e ad intervalli di tempo più ravvicinati in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo terapeutico. ▪ Il colesterolo LDL deve essere considerato l’obiettivo primario della terapia. ▪ Il colesterolo non-HDL può essere utilizzato come obiettivo secondario nei diabetici con trigliceridemia superiore a 200 mg/dl. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 20 di 49 Nei diabetici con dislipidemia sono fondamentali le modificazioni dello stile di vita (dieta povera di grassi saturi e colesterolo, ricca di fibre, incremento dell’attività fisica) e la correzione di tutti i fattori di rischio cardiovascolare (ottimizzazione del compenso glicemico e dei valori pressori, sospensione del fumo). La terapia ipolipemizzante si è dimostrata efficace nel ridurre il rischio cardiovascolare (IMA fatale e non fatale e rivascolarizzazione coronarica) nei diabetici tipo 2 in prevenzione primaria e secondaria. Le statine sono i farmaci di prima scelta per la prevenzione della malattia cardiovascolare. In diabetici di età <40 anni e nessun fattore aggiuntivo di rischio cardiovascolare, la terapia con statine in aggiunta alle variazioni dello stile di vita è indicata per valori di colesterolo LDL >130 mg/dl. L’obiettivo terapeutico è il raggiungimento di valori di colesterolo LDL <100 mg/dl. Nei diabetici ad alto rischio (uno o più fattori di rischio cardiovascolare) la terapia ipolipemizzante deve essere iniziata indipendentemente dal valore di colesterolo LDL. L’obiettivo terapeutico è il raggiungimento di valori di colesterolo LDL <100 mg/dl. Nei diabetici con malattia cardiovascolare e fattori multipli di rischio cardiovascolare non correggibili, valori di colesterolo-LDL <70 mg/dl possono rappresentare un obiettivo terapeutico. Ulteriore obiettivi della terapia sono il raggiungimento di valori plasmatici di trigliceridi <150 mg/dl e di colesterolo HDL >40 mg/dl nell’uomo e >50 mg/dl nella donna. Se i pazienti in terapia farmacologica alla posologia massima tollerata non raggiungono gli obiettivi terapeutici riportati sopra, la riduzione del C-LDL del 30-40% rispetto ai valori basali può essere considerato un obiettivo terapeutico alternativo. Nei diabetici con ipertrigliceridemia, in prevenzione primaria e con valori ottimali di colesterolo LDL, la terapia con fibrati (fenofibrato) potrebbe essere presa in considerazione. L’associazione statina + fibrato (fenofibrato) potrebbe essere presa in considerazione per raggiungere l’obiettivo terapeutico, ma non è supportata da studi di intervento rivolti a soggetti diabetici. La terapia con statine è controindicata in gravidanza. Nei diabetici anziani con dislipidemia è necessario correggere le anomalie del quadro lipidico, compatibilmente con una valutazione complessiva dello stato di salute del paziente. Se un diabetico anziano presenta valori di colesterolo LDL ≥ 130 mg/dl, è necessaria la terapia farmacologica in aggiunta alle modificazioni dello stile di vita. Il quadro lipidico deve poi essere ricontrollato almeno annualmente. L'ezetimibe è un farmaco che inibisce l'assorbimento intestinale di colesterolo; in monoterapia è capace di ridurre i livelli di LDL Colesterolo in misura non superiore al 1520%; come conseguenza del blocco dell'assorbimento intestinale, l'organismo fa aumentare la biosintesi del colesterolo a livello epatico. Di conseguenza l'ezetimibe , in monoterapia, ha un ruolo molto limitato nella terapia dei pazienti col elevati livelli di LDL Colesterolo. Le evidenze desunte dagli studi pubblicati (anche se sono pochi ) non sono favorevoli all'utilizzo di statine nei pazienti con IRC in stadio 5 (GFR < 15 ml/min o in Dialisi ) . I Pazienti con IRC in stadio 3 - 4 (GFR < 60 ml/min e non in trattamento sostitutivo della funzione renale ) o con GFR > a 60 ml/min ma con proteinuria dosabile, dovrebbero avere un TT LDL-Colesterolo < 100 mg/dl. Trattare con statina. L'allegato 1 indica come farmaco prescrivibile solo l'atorvastatina; nei criteri esplicativi specificati al paragrafo 3 non vengono riportatte limitazioni. I pazienti con IRC e trigliceridi > a 500 mg/dl va considerato il trattamento con fibrati; l'allegato 1 indica nel solo omega3 la terapia prescrivibile a carico del SSN. Iperlipidemie indotte da farmaci immunosoppressori, antiretrovirali e inibitori della aromatasi. Se con la sola dieta non si Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 21 di 49 ottiene il raggiungimento del target, si possono utilizzare le statine, scegliendo prima quelle di 1° livello e successivamente , in caso di insuccesso, quelle di 2° livello. 8.2 C08 – CALCIOANTAGONISTI - C09 – SOSTANZE AD AZIONE SUL SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA 8.2.1 IPERTENSIONE ARTERIOSA. OBIETTIVO E INIZIO DEL TRATTAMENTO L’obiettivo primario del trattamento del paziente iperteso è quello di ottenere la massima riduzione del rischio cardiovascolare globale a lungo termine (riduzione di eventi cardiovascolari morbosi e mortali). E’ perciò richiesto il trattamento di tutti i fattori di rischio reversibili identificati, inclusi il fumo, la dislipidemia, il diabete ed una gestione appropriata delle condizioni cliniche associate, oltre al trattamento dell’ipertensione arteriosa stessa. Sulla base delle evidenze disponibili raccolte nel corso di trial clinici, può essere raccomandato in tutti i pazienti ipertesi ridurre la pressione sistolica e diastolica a valori inferiori ai 140/90 mmHg ed eventualmente a valori ancora più bassi, se ben tollerati. Nei pazienti diabetici la pressione dovrebbe essere ridotta a valori inferiori ai 130/80 mmHg, tenendo presente che il raggiungimento in corso di terapia di valori pressori sistolici < 140 mmHg può essere difficile, specie negli anziani. L’inizio del trattamento si fonda sulla precisa identificazione del livello di rischio cardiovascolare del paziente. A tal fine è possibile utilizzare il seguente algoritmo riportato nella tabella 2 costruito sulla base della stratificazione del rischio e dei livelli pressori rilevati al paziente. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 22 di 49 Tabella 2. Algoritmo per il trattamento antipertensivo in relazione al profilo di rischio. Pressione arteriosa (mmHg) Altri fattori di rischio o danno d’organo o riscontro di malattie Nessun fattore di rischio 1-2 fattori di rischio 3 o più fattori di rischio o SM o danno d’organo. Diabete Malattie CV o renale Basso <15% Normale PAS 120-129 PAD 80-84 Nessun intervento anti-ipertensivo Modifiche dello stile di vita Modifiche dello stile di vita Modifiche dello stile di vita Modifiche dello stile di vita + trattamento farmacologico immediato Normale alta PAS 130-139 PAD 85-89 Nessun intervento anti-ipertensivo Modifiche dello stile di vita Modifiche dello stile di vita e considerare terapia farmacologica Modifiche dello stile di vita + terapia farmacologica Modifiche dello stile di vita + trattamento farmacologico immediato Moderato 15-20% Grado I PAS 140-159 PAD 90-99 Grado 2 PAS 160-179 PAD 100-109 Modifiche dello stile di vita per diversi mesi poi terapia farmacologia se valori pressori non controllati Modifiche dello stile di vita per diversi mesi poi terapia farmacologia se valori pressori non controllati Modifiche dello stile di vita per diversi mesi poi terapia farmacologia se valori pressori non controllati Modifiche dello stile di vita per diversi mesi poi terapia farmacologia se valori pressori non controllati Modifiche dello stile di vita + terapia farmacologica Modifiche dello stile di vita + terapia farmacologica Modifiche dello stile di vita + trattamento farmacologico immediato Modifiche dello stile di vita + trattamento farmacologico immediato Elevato 20-30% Grado 3 PAS >= 180 PAD >= 110 Modifiche dello stile di vita + Trattamento farmacologico immediato Modifiche dello stile di vita + trattamento farmacologico immediato Modifiche dello stile di vita + trattamento farmacologico immediato Modifiche dello stile di vita + trattamento farmacologico immediato Molto elevato >30% 8.2.2 TERAPIA NON FARMACOLOGICA LE MODIFICHE DELLO STILE DI VITA o Le modificazioni dello stile di vita dovrebbero essere adottate, ogni qualvolta ve ne sia indicazione, in tutti i pazienti, inclusi i soggetti con pressione arteriosa normale-alta e pazienti che necessitano di un trattamento farmacologico. La finalità è quella di ridurre la pressione arteriosa e di modulare gli altri fattori di rischio riducendo il numero e la posologia dei farmaci antipertensivi da utilizzare. o Le modifiche dello stile di vita dovrebbero essere consigliate anche ai soggetti con pressione arteriosa normale – alta e con fattori di rischio associati, per ritardare la comparsa di uno stato ipertensivo. o Le modifiche dello stile di vita che sono in grado di ridurre i valori pressori o il rischio cardiovascolare e che dovrebbero essere adottate in tutti i pazienti, includono: l’abolizione del fumo; il calo ponderale e la stabilizzazione del peso; la riduzione dell’eccessivo consumo di bevande alcoliche; l’esercizio fisico regolare; la dieta iposodica; l’incremento dell’apporto alimentare di frutta e verdura e riduzione dell’assunzione di grassi totali e saturi. o Le modifiche dello stile di vita non dovrebbero essere presentate frettolosamente al paziente. Esse dovrebbero essere dettagliate e accompagnate da un adeguato supporto comportamentale. E’ utile rinforzare periodicamente l’importanza dell’intervento non Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 23 di 49 farmacologico. o Spesso risulta difficile per il paziente seguire nel tempo le misure non farmacologiche. I pazienti dovranno essere monitorati per non procrastinare troppo l’eventuale trattamento farmacologico. 8.2.3 TERAPIA FARMACOLOGICA LA SCELTA DEL FARMACO ANTIPERTENSIVO o I principali benefici della terapia antipertensiva dipendono dalla riduzione degli elevati valori pressori “di per sè”. o Le cinque classi principali di farmaci antipertensivi – diuretici, betabloccanti, calcioantagonisti, ACEinibitori e sartani – sono tutte indicate come scelta terapeutica con cui iniziare e proseguire il trattamento, sia in monoterapia che in associazione. I betabloccanti, specie se associati ad un diuretico, sono sconsigliati nei pazienti con sindrome metabolica o ad alto rischio diabetogeno. o Poiché nella stragrande maggioranza dei pazienti è necessaria un’associazione di due o più farmaci per raggiungere l’obiettivo pressorio, non è utile sul piano pratico definire quale sia la classe di farmaci di prima scelta. I risultati di alcuni trial hanno tuttavia dimostrato la superiorità di alcune classi di farmaci rispetto ad altre in alcune condizioni cliniche particolari (vedi Tab 3). o La scelta terapeutica, sia di una monoterapia che di una terapia di associazione, sarà influenzata da numerosi fattori : L’esperienza favorevole o sfavorevole del paziente riguardante i farmaci antipertensivi impiegati in passato in termini di efficacia e/o effetti collaterali. Gli effetti del farmaco sui fattori di rischio cardiovascolare in relazione al profilo di rischio del singolo paziente. La presenza di danno d’organo, di patologie cardiovascolari, di insufficienza renale o di diabete mellito che possono trarre beneficio dal trattamento con alcuni farmaci rispetto ad altri (vedi Tab 3). La presenza di altre patologie concomitanti che possono limitare l’impiego di specifiche classi di farmaci antipertensivi. La possibilità di interazione con farmaci che il paziente assume per altre patologie. Il costo dei vari farmaci, sia a carico del singolo paziente che della struttura sanitaria che dovrebbe essere preso in considerazione in subordine all’efficacia ed alla tollerabilità nell’interesse del paziente. Si dovrebbe riservare particolare attenzione agli effetti collaterali. Anche se soggettivi, gli effetti collaterali sono la principale causa di scarsa compliance terapeutica. Si dovrebbero preferire farmaci o formulazioni a lunga durata d’azione, in mono somministrazione, in grado di garantire un’efficacia terapeutica lungo tutto l’arco delle 24 ore. La semplificazione dello schema terapeutico, infatti, si riflette positivamente sulla compliance del paziente alla terapia. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 24 di 49 Tab. 3 - Farmaci di scelta sulla base di danno d’organo concomitanti patologie o particolari condizioni Danno d’organo subclinico Ipertrofia VS Aterosclerosi asintomatica Microalbuminuria Danno renale Farmaci di scelta ACEI, CA, ARB CA, ACEI ACEI, ARB ACEI, ARB EVENTI PATOLOGICI Pregresso ictus Pregresso IMA Angina pectoris Scompenso cardiaco Insufficienza renale / proteinuria Fibrillazione atriale permanente Fibrillazione atriale parossistica Vasculopatia periferica tutti BB, ACEI, ARB BB, CA Diuretici, BB, ACEI, ARB, antialdosteronici ACEI, ARB, diuretici dell’ansa BB, CA (non diidropiridinici) ACEI, ARB CA CONDIZIONI PARTICOLARI Ipertensione sistolica isolata (anziano) Diuretici, ARB Sindrome metabolica ACEI, ARB, CA Diabete mellito ACEI, ARB Gravidanza CA, metildopa, BB Etnia nera Diuretici, CA Abbreviazioni : ACEI = ACE inibitori, ARB = bloccanti dei recettori renina angiotensina II, CA = Ca-antagonisti, BB = Betabloccanti. 8.2.4 MONOTERAPIA VERSUS TERAPIA DI ASSOCIAZIONE o Qualsiasi sia il farmaco scelto, la monoterapia permette di ridurre i valori pressori solo in un numero limitato di soggetti ipertesi. o Nella maggior parte dei pazienti ipertesi per raggiungere l’obiettivo pressorio è necessario impiegare una terapia in associazione di due o più farmaci. Sono disponibili molte associazioni farmacologiche efficaci e ben tollerate. o Il trattamento farmacologico dovrebbe essere iniziato con un solo farmaco o con un’associazione di due farmaci a basso dosaggio, con la possibilità di incrementare la dose o il numero di farmaci a seconda delle necessità cliniche. o La monoterapia rappresenta la scelta terapeutica iniziale in presenza di valori pressori moderatamente aumentati, con un profilo di rischio cardiovascolare basso o moderato. Una terapia di associazione tra due farmaci a basso dosaggio dovrebbe rappresentare la scelta terapeutica iniziale in caso di ipertensione di grado 2 o 3 o di rischio cardiovascolare totale elevato o molto elevato. o Le associazioni fisse tra due farmaci facilitano lo schema terapeutico ed aumentano la compliance. o Nei pazienti nei quali non viene raggiunto un buon controllo pressorio nonostante la terapia con due farmaci, sarà necessario utilizzare una combinazione di tre o più farmaci. o Nei pazienti non complicati e negli anziani il trattamento farmacologico dovrebbe essere iniziato gradualmente. Nei pazienti a rischio cardiovascolare elevato si dovrebbe raggiungere il target pressorio più rapidamente, preferendo una terapia di associazione ed una più rapida stabilizzazione delle posologie. o Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 25 di 49 8.2.5 ASSOCIAZIONI RACCOMANDABILI ANTIPERTENSIVI TRA ALCUNE CLASSI DI FARMACI Le seguenti combinazioni si sono dimostrate efficaci e ben tollerate : Diuretico tiazidico ed ACE inibitore o sartano, Calcioantagonista (diidropiridinico) e beta bloccante, Calcioantagonista e diuretico tiazidico, Calcioantagonista ed ACE inibitore o sartano, Diuretico tiazidico e beta bloccante (attenzione all’effetto diabetogeno ed alla S. Metabolica) 8.2.6 INTERVENTI TERAPEUTICI IN SPECIFICHE CONDIZIONI 8.2.6.1 LA SINDROME METABOLICA o La Sindrome metabolica include una serie di condizioni cliniche caratterizzate dall’associazione tra obesità viscerale, alterazioni del metabolismo glucidico, del metabolismo lipidico ed ipertensione arteriosa. La prevalenza della sindrome è elevata negli individui di mezza età e negli anziani. o La presenza di almeno 3 di questi 5 fattori di rischio : obesità addominale, alterata glicemia a digiuno, PA maggiore o uguale a 130/85, basso colesterolo HDL ed elevati trigliceridi fa porre diagnosi di Sindrome Metabolica o Il riscontro di danno d’organo a livello subclinico è frequente nei pazienti con sindrome metabolica. In questi pazienti il rischio di sviluppare eventi cardiovascolari o diabete è molto elevato. o I pazienti con sindrome metabolica dovrebbero essere sottoposti ad una accurata valutazione diagnostica del danno d’organo. In questi pazienti è indicato valutare i valori pressori anche mediante monitoraggio nelle 24 h a domicilio. o In tutti i pazienti con sindrome metabolica dovrebbero essere intraprese modificazioni dello stile di vita. Il trattamento farmacologico dovrebbe essere iniziato con farmaci che si associano ad una minore incidenza di diabete (associazione bloccanti del sistema reninaangiotensina - calcio antagonisti). Sono auspicabili una riduzione pressoria a valori inferiori alla soglia della “pressione normale-alta” anche se mancano evidenze consolidate sull’efficacia di tale strategia. o C’è comunque evidenza che il blocco renina-angiotensina è in grado di ritardare l’insorgenza dell’ipertensione. o Un trattamento con statine o con antidiabetici dovrebbe essere istituito nei pazienti con Sindrome Metabolica associata a dislipidemia o diabete. 8.2.6.2 IL TRATTAMENTO DEI FATTORI DI RISCHIO NEL PAZIENTE IPERTESO TERAPIA IPOLIPEMIZZANTE o Tutti i pazienti ipertesi con malattia cardiovascolare e diabete di tipo 2 dovrebbero ricevere un trattamento con statine. Gli obiettivi terapeutici sono un Colesterolo totale < a 175 mg/dl ed un colesterolo LDL < a 100 mg/dl. o Anche i pazienti senza storia di malattia cardiovascolare ma ipercolesterolemici (Colesterolo totale e LDL) e con un rischio cardiovascolare elevato (> 20% a dieci anni) dovrebbero essere trattati con statine. o Tale trattamento deve essere continuativo, salvo la comparsa di effetti collaterali o di situazioni che ne rendano necessaria la sospensione. Il trattamento saltuario finalizzato alla normalizzazione episodica del quadro lipidico o la mancata compliance espongono il paziente agli effetti indesiderati senza offrire alcun beneficio clinico. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 26 di 49 TERAPIA ANTIAGGREGANTE o Una terapia antiaggregante, in particolare l’impiego di aspirina a basso dosaggio, dovrebbe essere istituita in tutti i pazienti ipertesi con storia di pregressi eventi cardiovascolari non a rischio emorragico. o Nei pazienti ipertesi di età superiore a 50 anni senza precedenti patologie cardiovascolari ma con rischio cardiovascolare elevato (e/o modesto incremento della creatininemia) l’istituzione di una terapia antiaggregante con aspirina a basse dosi riduce il rischio di eventi cardiovascolari. In questi pazienti è opportuno raccomandare l’impiego di antiaggreganti solo dopo aver raggiunto un buon controllo pressorio. In tali condizioni, infatti, i benefici del trattamento sono superiori agli svantaggi legati al rischio di complicanze emorragiche. CONTROLLO GLICEMICO E’ importante raggiungere un buon controllo glicemico nei pazienti ipertesi diabetici. Gli obiettivi degli interventi terapeutici (non farmacologici e farmacologici) sono valori di glicemia post-prandiale di 108 mg/dl e di HB1AC < a 7,0. 8.2.6.3 SCOMPENSO CARDIACO Gli obiettivi del trattamento sono i seguenti Migliorare i sintomi e la qualità della vita. Ridurre i ricoveri ospedalieri e prolungare la sopravvivenza. 8.2.6.4 TERAPIA NON FARMACOLOGICA. ABITUDINI ALIMENTARI E STILI DI VITA o dieta: è importante mantenere il peso ideale (controllandolo secondo un calendario stabilito con il curante), riducendo contestualmente il colesterolo ed il consumo di sodio; o fumo: è indispensabile eliminarlo; o alcool: deve essere limitato a quantità molto moderate ed eliminato nella genesi etilica; o liquidi: l’assunzione di liquidi va concordata con il medico curante, indicativamente va limitata a un litro e mezzo al giorno. Occorre rivalutarne l'assunzione (e l'uso dei diuretici) in caso di estremo caldo, diarrea, vomito, febbre; o esercizio fisico: è consigliabile un’attività fisica regolare e moderata, concordata con il medico curante; o vaccinazioni: sono consigliate le vaccinazioni contro l’influenza e l’infezione da pneumococco. 8.2.6.5 TERAPIA FARMACOLOGICA Lo scompenso cardiaco non è una diagnosi ma un corteo di segni e sintomi clinici che raggruppa malattie cardiache con basi fisiopatologiche differenti. La terapia eziologia è quella destinata ad avere successo a lungo termine a differenza della terapia sintomatica. La terapia farmacologica dello scompenso si fonda sull’utilizzo di ace-inibitori e betabloccanti, farmaci che intervengono sull’attivazione neuro-ormonale. Tutti gli altri farmaci sono indirizzati al trattamento dei sintomi correlati. Non tutti gli scompensi sono uguali; a parte le differenti eziologie bisogna differenziare le forme prevalentemente da disfunzione sistolica da quella prevalentemente da disfunzione diastolica. La diagnosi di scompenso diastolico è spesso difficile. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 27 di 49 Il medico di medicina generale nella terapia dello scompenso svolge un ruolo importante nel : verificare che i pazienti seguano le terapie raccomandate al dosaggio raccomandato o possibile, assicurare, al variare delle necessità cliniche, i possibili aggiustamenti o autonomamente o con lo specialista attraverso il consulto o la delega. 8.2.6.5.1. ACE – INIBITORI Trattamento di prima scelta (assieme ai beta-bloccanti) in pazienti con SC II-IV classe NYHA e nei pazienti con disfunzione VS (classe NYHA I). INDICAZIONI Potenzialmente tutti i pazienti con SC CONTROINDICAZIONI Storia di edema angioneurotico Stenosi bilaterale dell’arteria renale CAUTELE INTERAZIONI FARMACOLOGICHE Iperkaliemia (K+ >5.0 m.mol/L) Diuretici risparmiatori di K+ e suppl. di Disfunzione renale (creatininemia>2,5 K+, bloccanti recettori aldosterone, mg/dl) sartani, sostituti a basso contenuto di Ipotensione sintomatica o severa (PA sodio sistolica < 90 mmHg) QUALE ACE-INIBITORE ED A QUALE DOSAGGIO ? Dose iniziale (mg) Captopril 6,25 x 3 Enalapril 2,5 x 2 Lisinopril 2,5-5 Ramipril 2,5 Trandolapril 0,5 Perindopril 2,5 Dose target (mg) 50 x 3 10-20 x 2 20-35 5 x 2 o 10 4 10 COME USARLO CONSIGLI AL PAZIENTE - Cominciare con dosaggio basso. - Spiegare che il farmaco è prescritto per - Raddoppiare la dose lentamente, con ridurre i sintomi, per prevenire il intervalli non < di 2 settimane. peggioramento dello SC e le - Cercare di raggiungere la dose target o la ospedalizzazioni e per prolungare la dose massima tollerata. sopravvivenza. - In ogni caso un “po’ di ACE-inibitore” è - Illustrare i possibili effetti collaterali. meglio che niente ACE-I. Ricordare di evitare farmaci - Controllare PA, funzione renale e profilo antinfiammatori non steroidei. elettrolitico. PROBLEMATICHE CLINICHE POSSIBILI IPOTENSIONE o o o o ▪ Se asintomatica non richiede alcun provvedimento. ▪ In caso di vertigini e/o pre-sincopi rivalutare l’uso di nitroderivati o calcio-antagonisti. ▪ Se non sono evidenti segni di congestione ridurre la dose del diuretico. ▪ Se queste misure non sono sufficienti consultare uno specialista. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 28 di 49 TOSSE o ▪ La tosse è comune nei pazienti con SC, in molti dei quali può essere dovuta a problemi respiratori oppure essere segno di congestione polmonare. o ▪ La tosse da ACE-inibitori (stizzosa, secca, a provenienza faringea) non è frequente ma può richiedere la sospensione del trattamento. o ▪ Quando la tosse è effettivamente dovuta all’ACE-inibitore quest’ultimo può essere sostituito con un ARB (antagonisti del recettore dell'Angiotensina II). FUNZIONE RENALE o ▪ Un certo aumento della creatininemia e della potassiemia è da attendersi dopo inizio terapia con ACE-inibitori. o ▪ Un aumento della creatininemia fino a 3 mg/dl o fino al 50% dei valori basali è ancora accettabile. o ▪ Un aumento della potassiemia fino a 5,5 m.mol/L è accettabile. o ▪ Se l’aumento della creatininemia e/o della potassiemia è eccessivo, valutare la sospensione di farmaci nefrotossici come FANS, spironolattone, amiloride, triamterene e se non vi è congestione ridurre la furosemide. o ▪ Se nonostante le suddette misure persiste deterioramento della funzione renale, dimezzare la dose di ACE-inibitore e rivalutare la funzione renale entro 1-2 settimane. o ▪ Se la creatininemia aumenta >100% rispetto ai valori basali e/o la potassiemia >5,5 m.mol/L l’ACE-inibitore va sospeso. 8.2.6.5.2. BETA-BLOCCANTI Trattamento di prima scelta (assieme agli ACE-I) in pazienti con SC stabile II-III classe NYHA e nei pazienti con disfunzione VS (classe NYHA I) post-IMA. Vanno utilizzati in pazienti stabili e non in pazienti instabili ospedalizzati con peggioramento dello SC Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 29 di 49 INDICAZIONI CONTROINDICAZIONI Potenzialmente tutti i pazienti con SC Asma bronchiale stabile di grado lieve moderato; i pazienti con SC severo debbono essere valutati dallo specialista • CAUTELE (consultare lo specialista) • INTERAZIONI FARMACOLOGICHE SC severo (IV classe (NYHA) Verapamil, diltiazem, amiodarone, Attuale o recente (< 4 settimane) digossina instabilizzazione FC < 60/min o BAV II grado Segni persistenti di congestione periferica e polmonare • COME USARLO Cominciare con dosaggio basso Raddoppiare la dose lentamente, con intervalli non < di 2 settimane Cercare di raggiungere la dose target o la dose massima tollerata In ogni caso un “po’ di beta–bloccante” è meglio che niente Controllare PA, FC, stato clinico (segni di congestione, peso) • CONSIGLI AL PAZIENTE Spiegare che : il farmaco è prescritto per ridurre i sintomi, per prevenire il peggioramento dello SC e le ospedalizzazioni e per prolungare la sopravvivenza i benefici si manifestano lentamente in 36 mesi si può manifestare un temporaneo peggioramento durante la titolazione, facilmente superabile con adeguamenti terapeutici il peso corporeo va controllato regolarmente QUALE Β–BLOCCANTE ED A QUALE DOSAGGIO? Dose iniziale (mg) Bisoprololo 1,25 Carvedilolo 3,25 x 2 Nebivololo 1,25 Dose target (mg) 10 25-50 x 2 10 PROBLEMATICHE CLINICHE POSSIBILI IPOTENSIONE ▪ Se asintomatica non richiede alcun provvedimento. ▪ In caso di vertigini e/o pre-sincopi, rivalutare l’uso di nitroderivati o calcio-antagonisti. ▪ Se non sono evidenti segni di congestione ridurre la dose del diuretico. ▪ Se queste misure non sono sufficienti consultare uno specialista. SINTOMI E DEI SEGNI ▪ In caso di peggioramento dei segni di congestione aumentare la dose del diuretico e se questa misura non funziona dimezzare la dose del β–bloccante. ▪ In caso di marcata astenia, bradicardia dimezzare la dose del β–bloccante. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 30 di 49 ▪ Se si manifesta un peggioramento significativo dimezzare la dose del β–bloccante o interrompere il trattamento (raramente necessario); provvedere a consulenza specialistica. BRADICARDIA ▪ Se FC<50/min ed in caso di peggioramento dei sintomi dimezzare la dose del β–bloccante o interrompere il trattamento (raramente necessario). ▪ Adattare la dose di altri farmaci (digitale, amiodarone, etc.). 8.2.6.5.3. INIBITORI ANGIOTENSINA (ARB) La sicurezza e l’efficacia di un ARB in associazione con ACE-I e/o spironolattone è incerta, per cui l’associazione dei tre bloccanti del SRAA non è raccomandata. • INDICAZIONI • CONTROINDICAZIONI Potenzialmente tutti i pazienti con SC Stenosi bilaterale dell’arteria renale Trattamento di prima scelta (assieme ai beta-bloccanti) in pazienti con SC II-IV classe NYHA intolleranti agli ACE-I Possibile associazione con ACE-I in pazienti che rimangono sintomatici nonostante ACE-I, beta-bloccanti e diuretici • CAUTELE • INTERAZIONI FARMACOLOGICHE Iperkaliemia (K+ >5.0 m.mol/L) Diuretici risparmiatori di K+ e suppl. di Disfunzione renale (creatininemia >2,5 K+, bloccanti recettori aldosterone, mg/dl) sostituti a basso contenuto di sodio Ipotensione sintomatica o severa (PA sistolica < 90 mmHg) QUALE ARB ED A QUALE DOSAGGIO ? Dose iniziale (mg) Condesartan 4-8 Valsartan 40 x 2 Dose target (mg) 16-32 160 x 2 • COME USARLO • CONSIGLI AL PAZIENTE Cominciare con dosaggio basso Spiegare che : Raddoppiare la dose lentamente, con il farmaco è prescritto per ridurre i intervalli non < di 2 settimane sintomi, per prevenire il peggioramento Cercare di raggiungere la dose target o la dello SC e le ospedalizzazioni e per dose massima tollerata prolungare la sopravvivenza In ogni caso un “po’ di ARB” è meglio che niente Controllare PA, funzione renale e profilo elettrolitico Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 31 di 49 PROBLEMATICHE CLINICHE POSSIBILI IPOTENSIONE ▪ Se asintomatica non richiede alcun provvedimento ▪ In caso di vertigini, pre-sincopi, rivalutare l’uso di nitroderivati, calcioantagonisti ▪ Se non sono evidenti segni di congestione, ridurre la dose del diuretico ▪ Se queste misure non sono sufficienti, consultare uno specialista FUNZIONE RENALE ▪ Un aumento della creatininemia e di K+ è da attendersi dopo inizio terapia (accettabile fino a 3 mg/dl o fino al 50% dei valori basali e fino a 5,5 mmol/L rispettivamente). ▪ Se l’aumento di creatininemia e/o di K+ è eccessivo, valutare la sospensione di farmaci nefrotossici come FANS, spironolattone, amiloride, triamterene e se non vi è congestione ridurre la furosemide. ▪ Se persiste deterioramento della funzione renale dimezzare la dose di ARB e rivalutare la funzione renale entro 1-2 settimane. ▪ Se la creatininemia >100% rispetto ai valori basali e/o K+ >5,5 m.mol/L l’ARB va sospeso. 8.2.6.5.4. DIURETICI INDICAZIONI o Indicati come terapia di prima linea per risolvere i sintomi di congestione venosa e polmonare acuta e/o cronica. o Non dovrebbero essere mai usati da soli ma sempre associati ad altri farmaci (ACE-I, betabloccanti, digitale). o L’uso appropriato in termini di dosi determina il successo degli altri farmaci che si associano. o Si raccomandano i diuretici dell’ansa (furosemide, torasemide) in modo da ridurre il dosaggio a 0.5-1 mg/die/Kg associato a restrizione dietetica di sale (meno di 3 g die). CAUTELE o I diuretici dell’ansa sono più efficaci nei pazienti con insufficienza renale e/o in classe NYHA III- IV. o I tiazidici causano iponatriemia più frequentemente dei diuretici dell’ansa. o La combinazione diuretici dell’ansa + altro diuretico è utile nei pazienti in classe NYHA IIIIV con congestione resistente alla monoterapia e deve essere sempre concordata con lo specialista. o I diuretici non dell’ansa piu’ frequentemente causano innalzamento della creatinina e dell’azotemia. o Attenzione all’uso dei diuretici specie ad alte dosi nei pazienti con disfunzione diastolica. COME USARLI o Utilizzare la dose minima utile a controllare sintomi e segni di congestione. o Istruire i pazienti a controllare il peso corporeo ed a modificare di conseguenza la dose del diuretico (autodeterminazione del dosaggio). o Controllare elettroliti e funzione renale entro 1 settimana dall’inizio della terapia ed in caso di variazioni della dose. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 32 di 49 o In caso di assenza di risposta alla terapia diuretica nonostante l’aumento dei dosaggi, ad es. di furosemide, vi è motivo di nuova rivalutazione da parte dello specialista (eccessiva ipotensione, acidosi metabolica o respiratoria, ipoperfusione renale). o Non mantenere i dosaggi elevati di diuretico se vi è stata una buona risposta con calo ponderale. 8.2.6.5.5. DIGITALE (DIGOSSINA) INDICAZIONI o Pazienti con insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale a frequenza elevata. o Pazienti in classe NYHA III-IV : - sintomatici nonostante diuretici e ACE-I, - ospedalizzati per insufficienza cardiaca, - con grave disfunzione ventricolare sinistra e cardiomegalia. COME USARLA Dose : 0.125 - 0.250mg/die. Digossinemia target : 0.75-0.90 ng/ml. Dosi e livelli plasmatici più elevati > efficacia sui sintomi ma anche > rischio di tossicità. Controllo digossinemia : - se scompenso peggiora, - se funzione renale peggiora, - se farmaci interferenti, - se associato amiodarone, - se sintomi tossicità. o Sospendere se : - disfunzione renale, - tachi o bradi aritmie, - blocchi AV II-III. o o o o 8.2.6.5.6. ANTAGONISTI DELL’ALDOSTERONE INDICAZIONI o Riduce mortalità e morbilità (dimostrato alla dose media di 25mg/die in associazione con ACE inibitori). o L’aggiunta di basse dosi di spironolattone è raccomandato per i pazienti che rimangono sintomatici nonostante terapia ottimale (ACE-I, diuretico, betabloccante , digitale). o Utile anche come risparmiatore di K. o Se monitoraggio regolare rarissima l'iperkaliemia anche usando ACE inibitori. COME USARLI o In III-IV classe NYHA in associazione con ACE-inibitore e diuretico per migliorare sopravvivenza e morbilità. Nei pazienti II classe NYHA se con storia recente di Infarto Miocardico. o In pazienti con infarto miocardico complicato da disfunzione ventricolare sinistra e segni e sintomi di SC, diabete mellito. o Iniziare spironolattone 25 mg/die se potassio < 5 m.mol/lt e creatininemia <2.5 mg/dl. o Controllo dopo 4-6 giorni : se potassiemia 5-5,5 m.mol/lt dimezzare la dose. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 33 di 49 o Sospendere se potassiemia >5,5 m.mol/lt. o E’ necessario un controllo di elettroliti e creatinina trimestrale. Vediamo ora le indicazioni d’uso di altri farmaci 8.2.6.5.7. AMIODARONE la decisione rispetto a tale scelta deve essere specialistica, la necessità di proseguire con tale terapia deve essere sempre rivalutata regolarmente, verificare ogni 6 mesi test di funzione tiroidea ed epatica. 8.2.6.5.8. ANTICOAGULANTI indicazione assoluta per pazienti con fibrillazione atriale associata, nei pazienti in ritmo sinusale il trattamento anticoagulante è da considerare in caso di storia di eventi tromboembolici, aneurisma ventricolo sinistro, trombosi intracavitaria. 8.2.6.5.9. ASPIRINA dovrebbe essere prescritta in caso di associazione con coronaropatia e/o arteriopatia generale. 8.2.6.5.10. STATINE indicazione al momento solo per pazienti con nota malattia aterosclerotica vascolare. 8.2.6.5.11. NITRODERIVATI non vi sono trial di ampie proporzioni che supportino l’uso dei nitrati da soli, finalizzati al trattamento dello scompenso, utili in associazione con idralazina in caso (raro) di duplice intolleranza ad ACE-I e Inibitori della angiotensina II, ma in genere meno efficaci in termini di riduzione di mortalità e frequentemente mal tollerati alla dose target. 8.2.6.5.12. CALCIO ANTAGONISTI da prescrivere in pazienti con scompenso cardiaco con la eccezione possibile della amlodipina in caso di comorbidità, quali ipertensione non responsiva al trattamento già raccomandato e/o angina. N.B. La somministrazione degli inibitori di pompa protonica non è comunque necessaria nella terapia dello scompenso, va valutata caso per caso e riservata alle situazioni in cui sia realmente necessaria. 8.2.6.5.13. TRATTAMENTO DELLO SCOMPENSO DIASTOLICO Lo scompenso diastolico (chiamato anche meno appropriatamente scompenso con funzione sistolica conservata) è più difficile da trattare anche perché la medicina dell’evidenza offre pochi studi controllati e su grandi numeri che abbiano valutato pazienti con questo tipo di scompenso. Di seguito le Linee guida generali della terapia dello scompenso diastolico Gli Ace inibitori migliorano il rilasciamento e la distensibilità cardiaca direttamente e possono avere effetti positivi a lungo termine, mediati dagli effetti antipertensivi e dalla regressione della ipertrofia e della fibrosi. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 34 di 49 I diuretici sono necessari in caso di episodi di sovraccarico di volume ma devono essere usati con cautela perché possono ridurre il pre-carico eccessivamente. Sono molti utili nelle fasi acute congestizie, in cronico ad alte dosi rischiano di peggiorare i sintomi per eccesso di riduzione del pre-carico. I Betabloccanti possono essere utilizzati per ridurre la frequenza cardiaca ed aumentare la fase diastolica. Con lo stesso razionale possono essere usati i Ca antagonisti come il Verapamil. Un sartanico ad alte dosi ha dimostrato di ridurre le ospedalizzazioni. Cautele rispetto all’uso dei betabloccanti e dei diuretici : nel primo caso pur essendovi dati della letteratura favorevoli sull’utilizzo di questa classe di farmaci nello scompenso diastolico, considerare sempre il coinvolgimento dello specialista quando si tratta di iniziare il trattamento in pazienti con disfunzione diastolica di grado 3 e 4 (pattern restrittivo). Scompenso diastolico e fibrillazione atriale : sebbene, come del resto per lo scompenso da disfunzione sistolica, le linee guida non esprimano una superiorità della strategia sul controllo del ritmo (cioè la necessità di ottenere il ripristino del ritmo sinusale mediante terapia farmacologico o/e elettrica) rispetto alla strategia sul controllo della frequenza, recenti studi hanno evidenziato come l’impatto prognostico della fibrillazione atriale quando insorge in soggetti con disfunzione diastolica sia più pesante rispetto a quando insorge in pazienti con disfunzione sistolica. Pertanto in caso di fibrillazione atriale di recente insorgenza occorre inviare il paziente al più presto allo specialista di riferimento abituale per lo scompenso per gli opportuni provvedimenti. 8.3 J01 – ANTIBATTERICI PER USO SISTEMICO 8.3.1 CORRETTO UTILIZZO DEI FARMACI ANTIBATTERICI A seguito di una diagnosi eziologica il più delle volte presuntiva, la scelta terapeutica è quasi sempre basata su linee guida locali, nazionali o internazionali; ove possibile, va ricercata la diagnosi microbiologica che consenta una terapia mirata. La prescrizione a carico del SSN degli antibiotici iniettabili per l’uso comunitario è definita dalla Nota 55 e limitata alle seguenti condizioni: Indicazioni 1. trattamento iniettivo di infezioni gravi delle vie 2. Antibiotici iniettabili ceftazidima piperacillina+ respiratorie, delle vie urinarie, dei tessuti molli, intra- cefepime tazobactam addominali, ostetrico-ginecologiche, ossee e articolari mezlocillina amikacina trattamento iniettivo delle infezioni causate da piperacillina gentamicina microrganismi resistenti ai più comuni antibiotici, ampicillina+ sulbactam netilmicina particolarmente nei pazienti immunocompromessi tobramicina CRITERI DI SCELTA DELL’ANTIBIOTICO IN ETÀ ADULTA o o o o sensibilità del microrganismo caratteristiche del paziente (età, sesso, peso) tipo di infezione (sede, gravità) risposta al trattamento CRITERI PER L’UTILIZZO DI ASSOCIAZIONI DI ANTIBIOTICI o i trattamenti che richiedono l’utilizzo di più farmaci antibatterici di norma vengono Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 35 di 49 utilizzati in ambiente ospedaliero o l’utilizzo di più farmaci antibatterici per la terapia domiciliare deriva di norma da prescrizione specialistica e/o da valutazione epidemiologica 1. All’interno di ciascuna categoria terapeutica omogenea occorre valutare il farmaco con il miglior rapporto costo/efficacia e, laddove sia possibile, prescrivere il farmaco equivalente. 2. La terapia iniettabile, rispetto a quella orale, comporta maggiori precauzioni d’uso ed avvertenze,maggior disagio per il paziente e maggiori costi, a parità di efficacia. 3. Lo specialista nel prescrivere e o suggerire terapie, dovrà attenersi a una di queste possibilità: - suggerimento della classe terapeutica e non della molecola o nome commerciale - prescrizione sul ricettario SSN del farmaco equivalente, ove clinicamente possibile. 8.4 M01 – FARMACI ANTIINFIAMMATORI E ANTIREUMATICI 8.4.1 PREMESSA Nel recente passato la letteratura scientifica si è spesso occupata della sicurezza dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) selettivi, e non, della ciclossigenasi 2. Ritiri dal mercato, limitazioni d’uso e ridefinizione in generale del profilo beneficio/rischio hanno riguardato molte delle molecole appartenenti a questa categoria. Al momento attuale i FANS possono essere sostanzialmente accomunati in un’unica categoria, con differenze presenti soprattutto rispetto al singolo profilo di rischio e al tipo di effetti collaterali possibili. La prescrizione dei farmaci antinfiammatori non steroidei a carico del SSN è definita dalla Nota 66 e limitata alle seguenti condizioni patologiche: Indicazioni Artropatie su base connettivitica; Osteoartrosi in fase algica o infiammatoria; Dolore neoplastico; Attacco acuto di gotta. Trattamento di breve durata del dolore acuto Principi attivi aceclofenac; ibuprofene; acemetacina; indometacina; acido mefenamico; ketoprofene; acido tiaprofenico; Lornoxicam; amtolmetina guacile; meloxicam; celecoxib; nabumetone; cinnoxicam; naprossene; dexibuprofene; oxaprozina; diclofenac; piroxicam; diclofenac + misoprostolo; proglumetacina; etoricoxib; sulindac; fentiazac; tenoxicam. flurbiprofene; furprofene; Nimesulide nell’ambito delle patologie sopra descritte Le differenze nell’attività antinfiammatoria dei vari FANS sono modeste, ma vi possono essere considerevoli diversità nella risposta individuale del paziente. Secondo il British National Formulary il 60% circa dei pazienti è sensibile a ogni tipo di FANS; dei restanti, alcuni che non Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 36 di 49 rispondono a un farmaco possono trovare giovamento con un altro. Un effetto analgesico si ottiene in genere in una settimana, mentre per un effetto antinfiammatorio completo (anche dal punto di vista clinico) servono spesso anche tre settimane. Se trascorso questo tempo non vi sono risultati, è bene tentare con un altro farmaco. 8.4.2 PARTICOLARI AVVERTENZE (desunti dalla nota 66 AIFA) I FANS devono essere utilizzati con cautela negli anziani (rischi di gravi effetti indesiderati anche mortali), nelle patologie allergiche (sono controindicati nei soggetti con anamnesi positiva per allergia ad aspirina o a un altro FANS, inclusi coloro in cui un episodio di asma, angioedema, orticaria o rinite sia stato scatenato dall’assunzione di aspirina o di un altro FANS), durante la gravidanza, l’allattamento e nei difetti della coagulazione. L’impiego a lungo termine di alcuni FANS è associato a una riduzione della fertilità femminile, reversibile con la sospensione del trattamento. Nei soggetti con insufficienza renale, i FANS devono essere utilizzati con cautela, in quanto possono peggiorare la funzionalità renale; è necessario somministrare la dose minima possibile e controllare la funzionalità renale. Vari FANS possono avere un effetto epatotossico. In particolare nimesulide ha un rischio epatotossico maggiore degli altri FANS ed è controindicata nei pazienti epatopatici, in quelli con una storia di abuso di alcool e negli assuntori di altri farmaci epatotossici. Nimesulide è stata recentemente riesaminata dall’EMA dopo pubblicazioni riguardanti casi di insufficienza epatica fulminante. Il Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) ha riesaminato i dati provenienti da segnalazioni spontanee, studi epidemiologici, analisi aggregate e metanalisi. Il CHMP ha concluso che i benefici delle formulazioni sistemiche di nimesulide sono ancora superiori ai rischi, purché l’uso sia circoscritto alle condizioni in acuto e che nimesulide per uso sistemico non sia più impiegato nel trattamento dell’osteoartrosi dolorosa che, essendo una condizione cronica, accresce il rischio che sia assunto a lungo termine, con un conseguente aumento del rischio di danno epatico. In sintesi nimesulide va prescritta esclusivamente per il trattamento di seconda linea ed è indicata soltanto nel trattamento del dolore acuto . Tutti i FANS sono controindicati nello scompenso cardiaco grave. Gli inibitori selettivi della ciclossigenasi 2 sono controindicati nella cardiopatia ischemica, nelle patologie cerebrovascolari, nelle patologie arteriose periferiche e nello scompenso cardiaco moderato e grave. Gli inibitori selettivi della ciclossigenasi 2 devono essere usati con cautela nei pazienti con storia di insufficienza cardiaca, disfunzioni del ventricolo sinistro o ipertensione, così come in caso di edema per cause diverse e quando vi sono fattori di rischio Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 37 di 49 cardiovascolare. In alcuni studi il diclofenac ha mostrato un rischio cardiovascolare simile all’etoricoxib. Il Committee on Safety of Medicines britannico avverte che i FANS non devono essere somministrati a soggetti con ulcera peptica attiva o pregressa e che gli inibitori selettivi della ciclossigenasi 2 sono controindicati in caso di ulcera peptica attiva. Secondo la stessa fonte ogni peggioramento di asma può essere attribuito all’assunzione di un FANS. Anche se è preferibile astenersi dalla prescrizione di FANS in soggetti con un’ulcera gastrointestinale o un sanguinamento in atto o pregresso, e sospenderli nel caso in cui si verifichino queste condizioni, non si deve trascurare il fatto che molti pazienti affetti da gravi malattie reumatologiche (come l’artrite reumatoide) possano trarre beneficio dall’uso dei FANS per il controllo della sintomatologia dolorosa. Qui di seguito viene riportata una tabella riassuntiva su questi medicinali ed il loro corretto impiego in terapia. ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI E CORRETTA APPLICAZIONE NOTA 66 NELLA TERAPIA ANTIINFIAMMATORIA E ANTIDOLORIFICA UTILIZZO FANS FANS+IPP COXIB Utilizzo appropriato Soggetti non in terapia con ASA e senza precedenti eventi GI Soggetti - con precedenti gravi eventi GI - in terapia con steroidi - in terapia cronica con anticoagulanti Soggetti - in terapia con steroidi o con precedenti gravi eventi GI oppure - in terapia cronica con anticoagulanti oppure - per terapie di lunga durata (>3 settimane) Utilizzo inappropriato - Pazienti con precedenti eventi GI - Pazienti con patologia cardiovascolare - Pazienti con ridotta funzionalità epatica e/o renale Soggetti che non presentino rischi legati all’età o a terapia concomitanti e senza eventi GI pregressi - Terapie in acuto e/o di breve durata - Soggetti senza fattori di rischio ANNOTAZIONI 1. Vanno attentamente valutati sia il rapporto costo/beneficio sia i fattori di rischio nell’utilizzo a lungo termine nell’artrite reumatoide e nelle altre artropatie infiammatorie. 2. Nelle patologie osteoarticolari degenerative, i FANS non sono farmaci di prima scelta. 3. All’interno di ciascuna categoria terapeutica omogenea occorre valutare il farmaco con il miglior rapporto costo/efficacia e, laddove sia possibile, prescrivere il farmaco equivalente. 4. Vi sono modeste differenze nell’attività antinfiammatoria dei diversi FANS, ma differenze notevoli della risposta individuale del paziente, soprattutto per quanto riguarda gli effetti collaterali. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 38 di 49 5. Prima di prescrivere qualunque antinfiammatorio occorre valutare attentamente il rischio cardiovascolare, gastrointestinale (HP + /-) e renale. 6. Le note AIFA non prevedono l’associazione COX IB + IPP nella gastroprotezione. Per maggiori approfondimenti si rimanda alla bibliografia riportata nella nota 66. 8.5 M05 – FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELLE MALATTIE DELLE OSSA 8.5.1 OSTEOPOROSI L’osteoporosi “è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da riduzione e alterazioni qualitative della massa ossea che si accompagnano ad aumento del rischio di frattura. Sono considerate ‘primitive’ le forme postmenopausali e senili. Le osteoporosi ‘secondarie’ sono determinate da un ampio numero di patologie e farmaci”. L’osteoporosi rappresenta una malattia di rilevanza sociale, la cui incidenza aumenta con l'età sino ad interessare la maggior parte della popolazione ultraottantenne; la prevalenza stimata in Italia è di circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione di uomini. Il trattamento dell’osteoporosi deve essere finalizzato alla riduzione del rischio di frattura. I provvedimenti non farmacologici (adeguato apporto di calcio e vitamina D, attività fisica) o la eliminazione di fattori di rischio modificabili (fumo, rischi ambientali di cadute) non hanno controindicazioni e possono quindi essere raccomandati a chiunque. Per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale in Italia sono disponibili numerosi farmaci: BiFosfonati (BF) (acido alendronico, ibandronico, risedronico, zoledronico, clodronico), raloxifene e bazedoxifene, ranelato di stronzio, teriparatide e ormone paratiroideo, denosumab. Alendronato risedronato (ad uso orale) e zoledronato (ad uso endovenoso) sono registrati per il trattamento dell’osteoporosi maschile e dell’osteoporosi indotta da glucocorticoidi; per la forma idiopatica maschile è anche registrato teriparatide nell’osteoporosi severa od in presenza di nuove fratture vertebrali o femorali durante trattamento con BF. Oltre all’ampio impiego nelle malattie metaboliche coinvolgenti le ossa, i BF rappresentano anche la terapia di riferimento per diverse patologie oncologiche che coinvolgono l’apparato scheletrico, quali l’ipercalcemia nei soggetti con metastasi ossee secondarie a tumori solidi o a mieloma multiplo, nelle quali in genere vengono utilizzati ad alto dosaggio e per via parenterale. L’utilizzo di farmaci è sempre associato a potenziali rischi per cui il loro utilizzo deve essere riservato ai pazienti a rischio più elevato di frattura, che sono poi gli unici per i quali esiste una adeguata documentazione di efficacia. L’utilizzo di farmaci è anche condizionato dal rapporto tra vantaggi e svantaggi la cui stima individuale è spesso complessa e deve tener Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 39 di 49 conto di aspetti di farmaco-economia. Ciò appare particolarmente rilevante per l’utilizzo di teriparatide, da riservare ai pazienti più gravi e quindi a maggior rischio di nuove fratture. La rimborsabilità in SSN e quindi la prescrivibilità su ricettario regionale, per i diversi principi attivi sono in ogni caso dipendenti dalle indicazioni registrate (presenti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, RCP) e dalle condizioni di rimborsabilità definite dall’AIFA; particolare attenzione deve quindi essere posta dal prescrittore a tali condizioni. 8.5.2 BIFOSFONATI (BF): PROFILO DI SICUREZZA L’impiego di BF nella pratica clinica può associarsi alla comparsa di alcuni problemi di tollerabilità, in grado di ridurre la compliance al trattamento o portare alla rivalutazione del rapporto rischio-beneficio in specifici gruppi di pazienti. Tra i disturbi più frequenti si segnalano quelli a carico del tratto gastrointestinale superiore, comunque già di base relativamente comuni nelle donne in età avanzata che sono le principali assuntrici di BF18. Lievi disturbi gastro-esofagei sono stati riportati nel 20-25% dei trattati con formulazioni orali di BF nei primi anni successivi alla loro commercializzazione. L’incidenza di queste reazioni è stata ridotta (al 5,5-8,2%) mediante la diffusione nella pratica clinica di indicazioni specifiche sulla corretta assunzione di questi medicinali, che comporta la somministrazione dopo digiuno prolungato (di solito la mattina), l’ingestione di almeno 250 ml di acqua e il mantenimento della posizione eretta per le 2 ore successive, in modo da minimizzare l’azione chimica irritativa diretta sulla mucosa esofagea. L’applicazione di queste istruzioni ha ridotto anche la comparsa di reazioni più severe, sebbene rare, come esofagite e perforazione esofagea, che inizialmente nella fase postmarketing erano state segnalate in circa 1 caso ogni 9.000 trattati. I disturbi gastrointestinali rappresentano comunque ancora una delle principali cause di scarsa aderenza (=assunzione nelle modalità e nei tempi prescritti dal medico) e persistenza (=tempo che intercorre tra l’inizio della terapia e la sua interruzione) del trattamento con BF; un’opzione per aumentare il livello di compliance è rappresentata dall’allungamento degli intervalli di somministrazione passando da una frequenza giornaliera ad una settimanale o mensile. Fino ad un terzo dei soggetti trattati con BF, soprattutto per via parenterale ma anche con elevate dosi orali, può manifestare sintomi di malessere generale (cosiddetta “sindrome acuta simil-influenzale”) quali astenia, febbre, cefalea, mialgia e artralgia, che in genere si risolvono in 1-3 giorni. Questi episodi sono più frequenti e severi alla prima somministrazione e si Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 40 di 49 attenuano o scompaiono in quelle successive; nei rari casi in cui la sindrome è molto accentuata e protratta può essere consigliata una terapia steroidea per 2-3 giorni. Il meccanismo alla base delle reazioni di fase acuta associate a BF contenenti azoto sembra correlato all’inibizione della via del mevalonato, in cui il BF induce la produzione rapida e copiosa di alcune citochine proinfiammatorie. In alcuni studi è stata descritta l’associazione tra BF, in particolare alendronato e zolendronato, e comparsa di fibrillazione atriale grave. E’ tuttavia importante porre attenzione e monitorare l’eventuale insorgenza di fibrillazione atriale durante la terapia con BF, valutando i rischi e i benefici caso per caso, soprattutto in soggetti con una storia di fibrillazione atriale o una predisposizione a svilupparla per altri fattori (tra cui diabete mellito, coronaropatie e scompenso cardiaco, sesso femminile, età avanzata). Altre reazioni avverse gravi, sebbene rare, emerse nella fase post-marketing riguardano i disturbi oculari come uveiti, scleriti e alterazioni del visus, che spesso sono reversibili solo alla sospensione del trattamento e le osteo-artro-mialgie croniche. Un aumentato rischio di fratture femorali atipiche è stato riportato con i BF, analogamente a quanto di recente segnalato per denosumab. L’osteonecrosi della mandibola e della mascella (di seguito ONM) è una reazione avversa riportata sempre più frequentemente nell’ultimo decennio durante il trattamento con BF soprattutto per via parenterale ma anche orale, oltre che con denosumab. L’incidenza di ONM varia dal 1,2 al 9,9% nel trattamento endovenoso e generalmente dipende dalla dose e dal tempo di esposizione del paziente ai BP. Nella famiglia dei BP, gli aminobisfosfonati e soprattutto quelli più potenti che vengono somministrati per via orale o endovenosa sono maggiormente correlati allo sviluppo di ONM (es. alendronato, ibandronato, pamidronato, e acido zoledronico). Attualmente, l’esatto meccanismo che porta alla reazione non è noto ma la letteratura internazionale riporta, come fattori patogenetici primari per l’insorgenza dell’ONM, l’alterata capacità di rimodellamento osseo e riparazione indotta da questi farmaci nonché l’ipovascolarizzazione ad essi associata. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 41 di 49 9. IL PRONTUARIO ALLA DIMISSIONE. INDICAZIONI SPECIFICHE: TABELLE Di seguito si riportano le indicazioni condivise dalle strutture a contratto operanti nell'ASL di Lecco rispetto al prontuario alla dimissione per i gruppi indicati. N.B. I prezzi di riferimento sono riferiti alla lista di trasparenza AIFA aggiornata al 15 Maggio 2015. ATC PRINCIPIO ATTIVO CONFEZIONAMENTO PREZZO DI DDD RIFERIMENTO € B03 B03AA B03AA07 B03BA B03BA01 B03BA03 B03XA B03XA01 FARMACI ANTIANEMICI FERRO BIVALENTE, PREPARATI ORALI FERROSO SOLFATO VITAMINA B12 (CIANOCOBALAMINA E DERIVATI) CIANOCOBALAMINA IDROXOCOBALAMINA ALTRI PREPARATI ANTIANEMICI EPOETINA ALFA BIOSIMILARE EPOETINA ALFA EPOETINA BETA B03XA02 EPOETINA ZETA BIOSIMILARE DARBEPOIETINA B03XA03 METOSSIPOLIETILENGLICOLE-EPOETINA BETA C07 C07CB C07CB03 COSTO NOTE AIFA DDD € MEDICINALE EQUIVALENTE 40 UNITA' 105MG USO ORALE RC 4,91 0,2 0,24 NO 5 UNITA' 1000 MCG - USO PARENTERALE 6 UNITA' 1000 MCG – USO ORALE O PARENTERALE 4,71 11,88 20 0,02 NO 1 UNITA' 2000 UI/1ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 4000 UI/ 0,4 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 1000 UI/0,5 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 10.000 UI/1 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 2000 UI/0,5 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 4000 UI/0,4 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 40000 UI/1 ML- USO PARENTERALE 1 UNITA' 2000 UI/0,3ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 3000 UI/0,3ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 30.000 UI/06 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 5000 UI/03ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 4000UI/0,4ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 10 MCG/0,4 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 20 MCG/0,5 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 50 MCG/0,5 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 80 MCG/0,4 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 100MCG/0,3 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 150MCG/0,3 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 200MCG/0,3 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 250MCG/0,3 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 30MCG/0,3 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 50MCG/0,3 ML - USO PARENTERALE 1 UNITA' 75MCG/0,3 ML - USO PARENTERALE BETABLOCCANTI 28,09 56,23 16,54 165,40 33,05 66,15 455,78 25,63 38,43 372,67 64,01 56,23 32,31 64,61 161,55 258,47 335,13 502,70 670,27 837,84 100,54 167,57 251,35 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 1 TU 4,5 mcg 4,5 mcg 4,5 mcg 4,5 mcg 4 mcg 4 mcg 4 mcg 4 mcg 4 mcg 4 mcg 4 mcg 14,06 16,54 16,54 16,52 16,54 16,54 12,82 12,81 12,42 12,81 14,06 14,54 14,54 14,54 14,54 13,41 13,41 13,41 13,41 13,41 13,41 13,41 1 0,13 PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. PHT con P.T. BETABLOCCANTI SELETTIVI ED ALTRI DIURETICI ATENOLOLO + CLORTALIDONE Prontuario alla dimissione Release 7.0 30 UNITA' (50+12,5) MG - USO ORALE Pagina 42 di 49 4,03 SI ATC PRINCIPIO ATTIVO CONFEZIONAMENTO PREZZO DI DDD RIFERIMENTO € 30 UNITA' (100 + 25) MG - USO ORALE C08CA COSTO NOTE AIFA DDD € MEDICINALE EQUIVALENTE 6,99 1 0,23 SI 14 UNITA' 10 MG - USO ORALE 3,26 5 0,12 SI 28 UNITA' 5 MG - USO ORALE 3,74 5 0,13 SI 14 UNITA' 60 MG - USO ORALE 8,21 30 0,29 SI 14 UNITA' 30 MG - USO ORALE 5,52 30 0,39 SI 5,63 30 0,17 SI 2,04 4,09 0,24 0,24 0,24 0,00 0,00 SI SI 4,67 5,21 13.33 6,64 0,24 0,24 0,24 0,24 0,00 0,00 0,00 0,00 SI SI SI SI 4,23 3,26 3,09 3,48 2,10 7,14 2,48 2,85 50 10 10 10 10 4 2,5 2,5 0,17 0,12 0,22 0,12 0,30 0,24 0,09 0,101 SI SI SI SI SI SI SI SI 5,60 9,23 6,15 80 0,15 8 0,20 0,00 0,22 SI SI SI 7,57 1 0,27 SI 5,64 13,00 7,96 - 30 20 20 10 0,30 0,11 0,27 DERIVATI DIIDROPIRIDINICI C08CA01 C08CA05 C08DA C08DA01 C08DB C08DB01 C09AA C09AA01 C09AA02 C09AA03 C09AA04 C09AA05 C09CA C09CA03 C09CA04 C09CA06 C09DA C09DA01 C10 C10AA C10AA01 C10AA05 C10AA07 C10AC C10AC C10AX C10AX06 AMLODIPINA NIFEDIPINA 14 UNITA' 20 MG - USO ORALE (RP) DERIVATI FENILALCHILAMINICI VERAPAMIL CLORIDRATO 30 UNITA' 80 MG - USO ORALE 30 UNITA' 120 MG - USO ORALE 5 UNITA' 5 MG - USO PARENTERALE DERIVATI BENZOTIAZEPINICI DILTIAZEM CLORIDRATO 50 UNITA' 60 MG - USO ORALE 24 UNITA' 120 MG - USO ORALE 36 UNITA' 200 MG - USO ORALE 14 UNITA' 300 MG - USO ORALE ACE INIBITORI NON ASSOCIATI CAPTOPRIL 50 UNITA' 25 MG - USO ORALE ENALAPRIL MALEATO 14 UNITA' 20 MG - USO ORALE 28 UNITA' 5 MG - USO ORALE LISINOPRIL DIIDRATO 14 UNITA' 20 MG - USO ORALE 14 UNITA' 5 MG - USO ORALE PERINDOPRIL ARGININA 30 UNITA' 4 MG - USO ORALE RAMIPRIL 14 UNITA' 5 MG - USO ORALE 28 UNITA' 2,5 MG - USO ORALE ANTAGONISTI DELL'ANGIOTENSINA II, NON ASSOCIATI VALSARTAN 28 UNITA' 80 MG - USO ORALE IRBESARTAN 28 UNITA' 300 MG - USO ORALE CANDESARTAN CILEXETIL 28 UNITA' 8 MG - USO ORALE ANTAGONISTI DELL'ANGIOTENSINA II E DIURETICI LOSARTAN + IDROCLOROTIAZIDE 28 UNITA' (50+12,5) MG - USO ORALE SOSTENZE MODIFICATRICI DEI LIPIDI INIBITORI DELLA HMG COA REDUTTASI SIMVASTATINA 28 UNITA' 20 MG - USO ORALE ATORVASTATINA CALCIO TRIIDRATO 30 UNITA' 80 MG - USO ORALE 30 UNITA' 20 MG - USO ORALE ROSUVASTATINA SALE DI CALCIO 28 UNITA' 10 MG - USO ORALE SEQUESTRANTI DEGLI ACIDI BILIARI COLESTIRAMINA 12 UNITA' 4G - USO ORALE ALTRE SOSTANZE MODIFICATRICI DEI LIPIDI OMEGA POLIENOICI (ESTERI ETILICI DI ACIDI 20 UNITA' 1000 MG 85% - USO ORALE Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 43 di 49 13 13 13 13 SI SI SI NO 13 SI 14 11,67 2 ATC PRINCIPIO ATTIVO H01 H01AA H01AA02 H01AA02 H01BA H01BA02 H01CB H01CB02 J01 J01AA02 J01AA02 J01CA J01CA01 J01CA04 GRASSI POLINSATURI) ORMONI IPOFISARI, IPOTALAMICI ED ANALOGHI ACTH TETRACOSACTIDE TETRACOSACTIDE VASOPRESSINA ED ANALOGHI DESMOPRESSINA SOMATOSTATINA ED ANALOGHI OCTREOTIDE ANTIBATTERICI PER USO SISTEMICO TETRACICLINE DOXICICLINA ICLATO 100MG PENICILLINE AD AMPIO SPETTRO AMPICILLINA SODICA AMOXICILLINA TRIIDRATO CONFEZIONAMENTO PREZZO DI DDD RIFERIMENTO € J01CA12 J01CR J01CR01 J01CR02 J01DE J01DE01 J01DD J01DD01 J01DD04 J01DD08 J01FA J01FA01 J01FA09 J01FA10 J01FF J01FF01 J01GB J01GB01 J01MA J01MA02 J01MA12 1 UNITA' 1 MG/ML RP - USO PARENTERALE 1 UNITA' 0,25 MG/ML - USO PARENTERALE NOTE AIFA DDD € 13,00 9,50 0,250 0.250 10 UNITA' 4MCG/1ML USO PARENTERALE. - MEDICINALE EQUIVALENTE - NO NO 40 SI 4,0 100 UNITA' 1MG/5ML USO PARENTERALE 26,38 0,700 0,04 10 UNITA' 100 MG - USO ORALE 2,35 100 0,24 SI 1,07 1,90 2,12 4,44 2 1 1 14 0,00 0,00 0,00 0,03 55 SI SI SI SI 1,81 2 4,83 55 SI 7,90 1 6,42 1 8,54 2 17,08 NO 3,40 4,96 9,66 4 2 400 0,01 0,01 2,01 SI SI SI 500 500 500 300 0,01 0,02 1,31 1,24 0,74 1,20 SI SI SI SI SI SI 18,79 1,8 0,01 SI 2,89 240 6,64 3,91 6,79 3,90 6,25 1 1 0,5 0,5 0,00 0,00 0,00 0,00 1 UNITA' 1000 MG - USO PARENTERALE 12 UNITA' 500 MG - USO ORALE 100 ML 5% - USO ORALE PIPERACILLINA SODICA 1 UNITA' 2000 MG - USO PARENTERALE ASSOCIAZIONI DI PENICILLINE, INCLUSI GLI INIBITORI DELLE BETA-LATTAMASI AMPICILLINA 1 UNITA' (500+250) MG - USO PARENTERALE AMOXICILLINA TRIIDRATO/POTASSIO 12 UNITA' (875+125) MG - USO ORALE CLAVULANATO 70 ML (80+11,4) MG/ML - USO ORALE CEFALOSPORINE DI QUARTA GENERAZIONE CEFEPIMA 1 UNITA' 1000 MG - USO PARENTERALE CEFALOSPORINE DI TERZA GENERAZIONE CEFOTAXIMA SODICA 1 UNITA' 1000 MG - USO PARENTERALE CEFTRIAXONE DISODICO 1 UNITA' 1000 MG - USO PARENTERALE CEFIXIMA 5 UNITA' 400 MG - USO ORALE MACROLIDI ERITROMICINA LATTOBIONATO 1 UNITA' 1000 MG - USO PARENTERALE 1 UNITA' 500 MG - USO PARENTERALE CLARITROMICINA 100 ML 2,5% - USO ORALE 100 ML 5% - USO ORALE 14 UNITA' 500 MG - USO ORALE AZITROMICINA DIIDRATO 3 UNITA' 500 MG - USO ORALE LINCOSAMIDI CLINDAMICINA FOSFATO 5 UNITA' 600 MG - USO PARENTERALE ALTRI AMINOGLICOSIDICI TOBRAMICINA SOLFATO 1 UNITA' 100 MG - USO PARENTERALE FLUOROCHINOLONI CIPROFLOXACINA CLORIDRATO MONOIDRATO 10 UNITA' 250 MG - USO ORALE 6 UNITA' 500 MG - USO ORALE LEVOFLOXACINA EMIIDRATO 5 UNITA' 250 MG - USO ORALE 5 UNITA' 500 MG - USO ORALE Prontuario alla dimissione Release 7.0 COSTO Pagina 44 di 49 6,27 4,18 6,56 12,38 10,35 6,32 2 2 55 SI SI SI SI SI ATC PRINCIPIO ATTIVO CONFEZIONAMENTO PREZZO DI DDD RIFERIMENTO € L03 L03AA L03AA02 L04 L04AA L04AA06 FATTORI STIMOLANTI DELLE COLONIE FILGRASTIM BIOSIMILARE IMMUNOSOPPRESSORI IMMUNOSOPPRESSORI SELETTIVI ACIDO MICOFENOLICO L04AD L04AD01 INIBITORI DELLA CALCINEURINA CICLOSPORINA L04AX L04Ax01 M01 M01AB M01AB01 AZATIOPRINA INDOMETACINA M01AB05 DICLOFENAC SODICO M01AB15 M01AE M01AE01 KETOROLAC SALE DI TROMETAMOLO DERIVATI DELL'ACIDO PROPRIONICO IBUPROFENE M01AE03 M05 M05BA M05BA03 M05BA08 100 UNITA' 250 MG - USO ORALE 50 UNITA' 500 MG - USO ORALE 100 UNITA' 180 MG - USO ORALE 50 UNITA' 360 MG - USO ORALE MEDICINALE EQUIVALENTE PHT con P.T. 89,42 74,97 - 50 UNITA' 25 MG - USO ORALE 56,48 50 UNITA' 50 MG - USO ORALE 109,50 30 UNITA' 100 MG - USO ORALE 122,98 1 UNITA' 100 MG/ML 50ML USO ORALE 201,09 10 UNITA' 50MG/ML 5 ML- USO PARENTERALE 142,27 ALTRI IMMUNISOPPRESSORI 50 UNITA' 50 MG - USO ORALE 13,38 FARMACI ANTINFIAMMATORI ED ANTIREUMATICI DERIVATI DELL'ACIDO ACETICO 25 UNITA' 25 MG - USO ORALE 1,45 25 UNITA' 50 MG - USO ORALE 2,69 30 UNITA' 50 MG - USO ORALE 3,51 6 UNITA' 75 MG - USO PARENTERALE 1,93 3 UNITA' 30 MG - USO PARENTERALE 2,16 Pagina 45 di 49 NOTE AIFA DDD € 1 UNITA' 30 MU/0,5ML USO PARENTERALE 30 UNITA' 600 MG - USO ORALE 30 UNITA' 400 MG - USO ORALE KETOPROFENE SALE DI LISINA 6 UNITA' 160 MG - USO PARENTERALE FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELLE MALATTIE DELLE OSSA BIFOSFONATI ACIDO PAMIDRONICO SALE DISODICO 1 UNITA' 30 MG - USO PARENTERALE 1 UNITA' 90 MG - USO PARENTERALE ACIDO ZOLEDRONICO MONOIDRATO 1 UNITA' 4MG - USO PARENTERALE Prontuario alla dimissione Release 7.0 COSTO 3,72 2,78 2 2 0,01 0,01 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 11,3 10,95 10,25 10,05 14,23 SI SI SI NO NO 0,150 0,80 SI 0,1 0,1 100 100 30 0,16 0,16 0,23 0,72 0,72 66 66 66 66 66 NO NO SI SI SI 0,17 0,19 66 SI SI 800 800 150 60 60 4 PHT PHT PHT PHT SI SI NO NO SI SI SI 10. FARMACI BIOSIMILARI I farmaci di origine biologica e biotecnologica presentano una complessità maggiore dei farmaci di sintesi, per quanto riguarda la struttura fisico-chimica. Sono costituiti da proteine ottenute per mezzo di tecniche di DNA ricombinante, originate da linee cellulari geneticamente modificate, in grado di trascrivere la proteina di interesse farmacologico che, una volta purificata, può essere utilizzata per la somministrazione nell’uomo. Se da un lato un vasto numero di farmaci biotecnologici è in fase di sviluppo clinico, dall’altro la prima generazione di farmaci biologici si sta rapidamente avvicinando alla scadenza brevettuale o l’ha già superata. Pertanto copie di questi farmaci biotecnologici, non più soggetti a copertura brevettuale, possono quindi essere prodotte e commercializzate da industrie farmaceutiche, La normativa, in Europa, prevede che l’AIC (Autorizzazione per l’Immissione in Commercio) per tutti i farmaci biotecnologici, e quindi anche per i biosimilari, deve essere richiesta seguendo unicamente la procedura centralizzata all’European Medicines Agency http://www.ema.europa.eu . Il fondamento per l’ottenimento dell’AIC per i farmaci biosimilari è rappresentato dallo sviluppo di specifiche “Linee Guida sui medicinali biologici simili” in grado di garantire la qualità, la sicurezza e l’efficacia dei prodotti. I produttori devono dimostrare sia la somiglianza del farmaco con l’originatore (comparabilità), sia la ripetibilità del processo produttivo (similarità). L’obiettivo è quello di dimostrare che qualità, efficacia e sicurezza del farmaco biosimilare siano confrontabili con quelle del farmaco di riferimento. Oltre all’esercizio di comparabilità, sui farmaci biosimilari devono essere effettuati anche studi preclinici di valutazione dell’attività biologica del farmaco che devono essere mirati a dimostrare la sovrapponibilità dell’azione biologica di un farmaco biosimilare a quella del farmaco originatore. Le autorità regolatorie non hanno ritenuto applicabile ai farmaci biosimili la legislazione vigente per i farmaci generici per una serie di motivazioni tecnicoscientifiche relative a differenze sostanziali tra generici e biosimili. Come per il medicinale generico il prezzo di un farmaco biosimilare e inferiore almeno del 20% rispetto al suo medicinale di riferimento. DEFINIZIONI: Farmaco Biologico: “Un medicinale biologico è quello che contiene una o più sostanze attive derivate da una fonte biologica; alcune di queste sostanze attive possono essere già presenti nell’organismo umano ad esempio proteine come l’insulina, l’ormone della crescita e l’eritropoietina. I medicinali biologici sono molecole più grandi e più complesse rispetto ai medicinali non biologici. Soltanto gli organismi viventi sono in grado di riprodurre tale complessità Farmaco Biosimilare: “Un prodotto medicinale sviluppato da un nuovo produttore, simile ad un farmaco biologico noto (originatore di riferimento). Un farmaco biosimilare contiene lo stesso principio attivo dell’originator e deve essere usato per trattare le stesse malattie, alla stessa dose e usando la stessa via di somministrazione” Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 46 di 49 Farmaco Originator: “Qualunque farmaco biologico autorizzato e commercializzato nell’Unione Europea per il quale sia scaduta la copertura brevettuale" Nella tabella seguente si riporta la suddivisione ATC con il nome dei medicinali riferite ai farmaci originatori, ai biosimilari e agli altri farmaci biologici con brevetto. Principio Attivo ATC Eritropoietine (α,β,ζ) B03XA01 Originator (medicinale biologico a brevetto scaduto) Eprex ® Absenamed NeoRecormon Eporatio Biosimilare ® ® Binocrit ® Retacrit ® Medicinale Biologico (a brevetto non scaduto) ® Darbepoetina B03XA02 Aranesp Metossi PEG Epoetina β B03XA03 Mircera Somatropina H01AC01 Genotropin ® Omintrope ® ® Nutropin AQ ® Zomacton ® Norditropin Humatrope Saizen Filgrastim L03AA02 Neupogen ® Granulokine Nivestim ® ® ® ® ® Ratiograstim Zarzio ® ® ® Tevagrastim ® Lenograstim L03AA10 Myelostim ® Granocyte ® PEGfilgrastim L03AA13 Neulasta LIPEGfilgrastim L03AA14 Lonquex ® ® I farmaci biologici rappresentano una risorsa terapeutica essenziale per il trattamento di una varietà di malattie gravi e debilitanti per molte delle quali non erano in passato disponibili opzioni terapeutiche efficaci. Inoltre i Biosimilari possono essere utilizzati nell’ambito della Legge n.648/1996,che ha previsto, tra l’altro, che per il trattamento di una patologia per la quale non sia disponibile una valida alternativa terapeutica possono essere impiegati ed erogati a carico del SSN farmaci autorizzati per altra indicazione terapeutica (utilizzo off- Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 47 di 49 label) per i quali siano disponibili dati di sicurezza ed efficacia raccolti in studi clinici almeno di fase II previo parere della Commissione consultiva Tecnico Scientifica (CTS) dell’AIFA. Per motivi di sviluppo e produzione del farmaco, questi medicinali sono gravati da costi particolarmente onerosi per il SSN, per il quale la corretta allocazione delle risorse terapeutiche ed economiche rappresenta una sfida costante. In questo scenario i medicinali biosimilari possono svolgere un ruolo nodale offrendo l'opportunità di garantire l'accesso ai farmaci biologici per tutti i pazienti che ne necessitano e contribuendo, nel contempo, alla sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari. Per approfondimenti si rimanda al position Paper AIFA sui prodotti biosimilari e al protocollo di utilizzazione dei farmaci biosimilari nei pazienti di nuova diagnosi. Il Position Paper chiarisce la posizione dell’Agenzia in tema di sostituibilità dei medicinali biologici in precedenza coperti da brevetto con biosimilari, fornendo gli elementi di valutazione sia rispetto alle implicazioni sul versante della sostenibilità economica, sia rispetto a quelle prioritarie sul versante della tutela della salute. A seguito dei chiarimenti in merito all’impiego dei farmaci biosimilari, pervenute dopo la pubblicazione del position pater , AIFA ha ritenuto di riaprire la consultazione pubblica sul documento. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 48 di 49 11. IMPLEMENTAZIONE PREVISTE E MONITORAGGIO: AZIONI Come già ricordato il presente Prontuario costituisce la sesta release di uno strumento che necessariamente è dinamico ed oggetto di implementazione. Il Prontuario è reperibile sul sito dell’Aziende Sanitaria Locale di Lecco al seguente indirizzo www.asl.lecco.it Il Prontuario viene aggiornato annualmente da un gruppo di lavoro interaziendale composto dai referenti dell’ASL, delle strutture a contratto e con la presenze dei professionisti delle cure primarie (Medici di Medicina Generale e Pediatri di Famiglia). Il predetto gruppo avrà in compito anche di stendere/aggiornare le indicazioni prescrittive (farmaco utilizzazione) coniugando la scelta professionale con l’economicità di quest’ultima. Prontuario alla dimissione Release 7.0 Pagina 49 di 49