Medicina e letteratura: un’antologia Vol. 97, N. 3, marzo 2006 Pag. 173 Muore e basta! RACCOMANDAZIONE ‘‘ ‘‘ D: C’è un prodotto specifico di cui Arnold e Tessa si occupavano con particolare attenzione, che lei ricordi? R: Non è giusto. Non è possibile. D: Ghita. Stiamo cercando di capire perché è stata uccisa Tessa Quayle e per quale motivo lei ritiene che parlare di queste cose sia pericoloso per Arnold. (...) R: Li sterminava. Nei villaggi, nelle bidonville... Arnold ne era certo. Come farmaco era buono, diceva. In cinque anni potevano metterlo a punto. Sul principio di fondo non aveva niente da ridire: era a effetto rapido, poco costoso e facile da prendere. Ma avevano avuto troppa fretta. I test erano stati selettivi e non avevano coperto tutti gli effetti collaterali. Avevano fatto prove su cavie gravide, topi, scimmie, conigli e cani, senza alcun problema. Ne era sorto qualcuno quando avevano cominciato a sperimentarlo sull’uomo, ma succede sempre. È la zona d’ombra di cui approfittano le case farmaceutiche. L’importante sono le statistiche e le statistiche dimostrano quello che gli si vuole far dimostrare. Arnold era convinto che l’avessero fatto per battere sul tempo la concorrenza. Le leggi e le normative sono tali e tante che non dovrebbe essere possibile, ma Arnold diceva che invece lo era, eccome. Un conto è starsene seduti in un bell’ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, un conto è essere sul campo. D: Chi era la casa produttrice? R: Preferisco non rispondere. D: Come si chiamava il farmaco? R: Perché non l’hanno testato con maggiore attenzione? Non è colpa dei kenioti. Nel Terzo Mondo non si può chiedere, bisogna prendere quello che ti danno. D: Era il Dypraxa? R: (Incomprensibile) D: Ghita, per favore, si calmi e ci risponda. Come si chiama questo farmaco, a che cosa serve e chi lo produce? R: In Africa ci sono l’ottantacinque per cento dei casi di AIDS del mondo, lo sapevate? Quanti di questi malati hanno accesso alle cure? L’uno per cento! Non è più un problema umano, è un problema economico! Questa gente non è in grado di lavorare. La malattia annienta uomini e donne, perché qui colpisce gli eterosessuali, motivo per cui ci sono tanti orfani in giro. Questa gente non è in grado di dare da mangiare ai figli, di fare assolutamente niente. Muore e basta! D: Dunque quello a cui si riferisce è un farmaco contro l’AIDS? R: Finché Arnold è vivo non dico niente! Diciamo che è collegato. Dove c’è la tubercolosi, si sospetta l’AIDS... Non sempre, ma di solito... O almeno così diceva Arnold. D: I disturbi di Wanza derivavano da questo farmaco? R: (Incomprensibile) D: Wanza è morta a causa di questo farmaco? R: Finché Arnold è vivo non voglio parlare! Sì, Dypraxa. Adesso basta, andate via. Si richiede formalmente all’Alto Commissariato di offrire protezione alla testimone in cambio della sua piena collaborazione. Alla teste dev’essere garantito che qualsiasi informazione da lei fornita riguardo alle attività di Bluhm e della defunta Tessa Quayle non verrà utilizzata in maniera che possa nuocere a Bluhm, supposto che sia ancora vivo. RESPINTO PER MOTIVI DI SICUREZZA F. Gridley (commissario) John le Carré Da: Il giardiniere tenace, di John le Carré. Traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani. Mondadori, Milano, 2001; pagg. 259-260