1 mese in 10 immagini 6 ottobre 2011 Ogni mese, con «1 mese in 10 immagini » SYZ Asset Management propone una carrellata sull’attività economica mondiale. E poiché un’immagine vale più di mille parole, ogni mese presentiamo 10 grafici che illustrano i fatti determinanti dell’attualità economica e finanziaria, corredati da un breve commento sulla loro interpretazione. Pubblicazione a cura del team Ricerca e Analisi – SYZ Asset Management - Tel. +41 (0)58 799 10 00 - [email protected] Autore: Adrien Pichoud Il documento si basa su grafici elaborati a partire dai dati raccolti nel mese di settembre 2011. Indice 1. Revisione al ribasso delle prospettive di crescita mondiali 2. Stati Uniti – Ricaduta 3. Stati Uniti – Verso un nuovo aumento della disoccupazione? 4. Stati Uniti – La Riserva Federale lancia l’operazione Twist 5. Zona euro – La minaccia della recessione si avvicina 6. Zona euro – Ribaltamento della politica monetaria in vista 7. Svizzera – La BNS costretta ad usare l’artiglieria pesante 8. Cambio – L’euro/dollaro tra le mani della BCE 9. Mercati finanziari – Ritorna la paura… 10. Monete legate alla crescita mondiale – Brusca caduta 1. Revisione al ribasso delle prospettive di crescita mondiali • • • • Se c’è un’asset class che più di ogni altra è correlata alla crescita mondiale si tratta sicuramente delle materie prime. Le fluttuazioni della domanda si riflettono direttamente sul loro prezzo, ecco perché non sorprende la stretta correlazione che esiste fra il loro prezzo e l’andamento del PIL mondiale (vedere grafico a lato). Nelle ultime settimane, il corso di alcuni metalli industriali - in particolare del rame (23% in settembre) - ha subito una correzione particolarmente vistosa. Il rame, infatti, è un barometro molto affidabile dell’attività mondiale. Oltre il 40% della domanda mondiale di rame viene dalla sola Cina, e il minimo indebolimento della domanda cinese si riflette immediatamente sui prezzi. L’FMI ha preso atto del peggioramento delle prospettive riducendo le sue stime di crescita mondiale per il 2012 al 4.0% (contro il 4.5% precedentemente stimato). Se è vero che la revisione riguarda prevalentemente le economie sviluppate, è importante sottolineare che anche la crescita cinese è stata corretta al ribasso, dal 9.5 al 9.0%. INDICE CRB DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME E CRESCITA MONDIALE 50 6 40 5 30 4 20 10 3 0 2 -10 -20 1 -30 0 -40 -50 80 82 84 86 88 90 92 CRB SPOT COMMODITY INDEX % YoY WORLD REAL GDP (IMF) % YoY(R.H.SCALE) -1 94 96 98 00 02 04 06 08 10 Source: Thomson Reuters Datastream Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento. 1 mese in 10 immagini – ottobre 2011 2/4 2. Stati Uniti - Ricaduta • • • Dopo la brusca caduta di molti indicatori pubblicati in agosto, i dati di settembre erano attesi con particolare apprensione. Le ultime letture hanno confermato il calo della fiducia e dell’attività. I rispettivi indicatori, infatti, non sono rimbalzati (o in misura minima), restando a livelli storicamente bassi. L’impatto delle turbolenze dell’estate sulla fiducia è quindi reale. Stando ai dati più recenti, nei prossimi mesi la crescita dell’economia americana potrebbe rallentare in maniera significativa, e la possibilità di una nuova recessione non può essere esclusa. Le stime del FMI per il 2012 (crescita del PIL dell’1.8%), che di recente sono già state fortemente corrette al ribasso, potrebbero rivelarsi ancora troppo ottimistiche… INDICE COMPOSITO DELL’ATTIVITA’ E PIL ANNO SU ANNO 160 10 140 8 120 6 100 4 80 2 60 0 40 -2 20 -4 0 1980 -6 1985 1990 1995 2000 2005 2010 Philadelphia Fed +U. of Michigan consumer confidence So urce: B lo o mberg, J.M auldin's newsletter GDP YoY 3. Stati Uniti – Verso un nuovo aumento della disoccupazione? • • • Mentre all’inizio dell’anno, il progressivo miglioramento del mercato del lavoro giustificava un certo ottimismo nelle previsioni di crescita dell’economia americana, oggi è giocoforza costatare che il tanto atteso calo della disoccupazione non è avvenuto. Il tasso di disoccupazione oscilla intorno al 9%, e la creazione netta mensile di posti di lavoro nel 2011 ha superato appena, in media, le 100.000 unità; una cifra ben lontana dai 200.000-250.000 posti necessari per riassorbire la disoccupazione. In agosto il numero dei lavoratori è addirittura rimasto fermo. Con una crescita per i prossimi mesi stimata, se va bene, al 2%, ma probabilmente inferiore, non si può escludere un nuovo aumento della disoccupazione. Quanto basta per deprimere il morale delle famiglie e mantenere bassa la domanda interna finale. VARIAZIONE DELLA DISOCCUPAZIONE E DEL PIL NELL’ARCO DI UN ANNO 10% -3 8% -2 6% -1 4% 0 2% 1 0% 2 Declining GDP growth & rising unemployment -2% -4% -6% 1950 3 4 5 1960 1970 1980 1990 2000 GDP YoY (LHS) Unemployment Rate - diff 1y ago (RHS, inverted) 2010 Source: Bloomberg 4. Stati Uniti – La Riserva Federale lancia l’operazione Twist • • • Sullo sfondo del cedimento dell’attività e della mancanza di margini di manovra nella politica di bilancio, spetta ancora una volta alla politica monetaria il compito di tentare di rilanciare l’economia americana. Ma, a differenza di quanto avvenne nel 2010, la Riserva Federale questa volta ha deciso di non appesantire ulteriormente il suo bilancio. Ha scelto invece di ottimizzare l’allocazione, trasferendo dal breve al lungo termine le scadenze nel portafoglio titoli. In previsione di un tasso a breve termine che resterà a zero almeno fino al 2013, la scelta di spostare lo sforzo sulle scadenze più lunghe (il « twist ») - al fine di abbassare ulteriormente il costo dei finanziamenti per le famiglie e le imprese americane - appare infatti giudiziosa. Il 21 settembre, la Fed ha deciso di allungare la duration per abbassare i tassi per le scadenze più lunghe. Una decisione ampiamente anticipata che ha portato i tassi a 30 anni sotto il 3%. TASSO D’INTERESSE DEL TESORO USA NEL 2011 5.00 4.50 4.00 3.50 3.00 2.50 2.00 1.50 1.00 0.50 0 JAN FEB Treasury 30 year rate Treasury 10 year rate Treasury 5 year rate MAR APR MAY JUN JUL Treasury 2 year rate AUG SEP Source: Thomson Reuters Datastream Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento. 1 mese in 10 immagini – ottobre 2011 3/4 5. Zona euro – La minaccia della recessione si avvicina • • • L’inversione del ciclo economico nella zona euro avviene con sorprendente rapidità. Mentre all’inizio dell’anno i paesi europei del nord mostravano un dinamismo da fare invidia ai paesi del sud, ora è l’insieme dell’unione monetaria che rischia di ricadere in recessione. Lo suggeriscono le ultime letture degli indici d’attività: in settembre, l’indice PMI manifatturiero è risultato ancora una volta inferiore a 50 segnalando una contrazione per il 2° mese successivo. In Germania la crescita del settore si è arrestata e la tendenza non è affatto incoraggiante… Lo stesso avviene nel settore dei servizi. Il rischio di contrazione del PIL della zona euro prima della fine dell’anno è quindi ben reale. Dopo la spettacolare divergenza in termini di crescita osservata nel 2010 e all’inizio del 2011 fra paesi del nord e sud dell’Europa, il ritorno alla convergenza avviene a velocità accelerata. Ma verso il basso… INDICI PMI MANIFATTURIERI NELLA ZONA EURO 65 60 55 50 45 40 35 30 2006 2007 Euro area 2008 Germany 2009 France 2010 2011 So urce: B lo omberg 6. Zona euro – Ribaltamento della politica monetaria in vista • • • La Banca Centrale Europea è stata una delle poche banche centrali dei grandi paesi sviluppati a rialzare il tasso guida nel 2011. Con due rialzi di 25 pb, il tasso Refi è salito all’1,50%. Il dinamismo economico della maggior parte della zona euro ha fatto temere alla Banca Centrale la comparsa di tensioni inflazionistiche. Se non fosse scoppiata la crisi del debito sovrano, la BCE avrebbe agito già alla metà del 2010. All’inizio del 2011 ha approfittato dell’apparente tregua sul fronte del debito per recuperare il suo « ritardo ». Purtroppo il ribaltamento del ciclo economico che ha colpito anche i paesi del nord Europa cambia radicalmente le carte in tavola. All’inizio di settembre, l’impostazione della BCE si è modificata, ed è probabile che la sua prossima mossa sarà il taglio dei tassi. Prima della fine dell’anno? INDICE DEL SENTIMENT ECONOMICO NELLA ZONA EURO E VARIAZIONE SU 6 MESI DEL TASSO GUIDA DELLA BCE 150 120 100 110 50 100 0 -50 90 -100 80 -150 -200 70 -250 60 99 00 01 02 03 04 EMU ECONOMIC SENTIMENT IN DEX 6M ECB REFI RATE CHANGE (BP)(R.H.SCALE) -300 05 06 07 08 09 10 11 Sourc e: Thoms on Reuters Datas tream 7. Svizzera – La BNS costretta a usare l’artiglieria pesante • • • Nell’ultimo numero di questa pubblicazione titolavamo: « La BNS tenta di contrastare l’apprezzamento del CHF ». Con un successo che fino allora era stato limitato… Davanti alla « grave minaccia per l’economia svizzera » che deriva dalla sopravvalutazione del CHF, la banca nazionale si è vista costretta a usare le maniere forti: l’introduzione di un cambio minimo EUR/CHF a 1.20, che è pronta a difendere « acquistando valute in quantità illimitata». Una dichiarazione che i mercati hanno preso sul serio visto che la speculazione sul CHF si è fermata. Per ora, la credibilità della BNS sembra maggiore di quanto non fosse in primavera 2010, quando – in seguito ai suoi interventi - le sue riserve valutarie sono esplose. Ma a che prezzo e per quanto tempo? FRANCO SVIZZERO CONTRO EURO E RISERVE VALUTARIE IN DIVISA DELLA BANCA NAZIONALE SVIZZERA 000'S 400 1.00 350 1.10 300 1.20 250 1.30 200 1.40 150 1.50 100 1.60 50 0 1.70 2006 2007 2008 2009 SW FOREIGN CURRENCY RESERVES,IN CONVERTIBLE FOREIGN CU RRENCIE EU R/CHF (R.H . INVERTED SCALE)(R.H.SCALE) 2010 2011 Sourc e: Thom s on Reuters Datas tream Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento. 1 mese in 10 immagini – ottobre 2011 4/4 8. Cambio – L’euro/dollaro fra le mani della BCE • • • Dall’inizio del 2011, l’andamento del cambio euro/dollaro è stato quasi esclusivamente guidato dalle anticipazioni sulla politica monetaria e dal differenziale dei tassi d’interesse a breve termine. Questa situazione di per sé non ha nulla di strano, ma è sorprendente constatare che i sussulti della crisi del debito sovrano europeo quest’anno non abbiano praticamente nessuna ripercussione sulla moneta unica, quando questa è comunque è al centro del fenomeno. Invece, è proprio la posizione della BCE che ha determinato le tre fasi del cambio EUR/USD osservate nel 2011: apprezzamento, quando il mercato scontava la volontà della BCE di rialzare il tasso guida; relativa stabilità, quando la BCE ha aumentato il tasso come annunciato; forte ribasso in settembre, dopo l’allentamento dei toni della BCE che apre la strada a un possibile taglio dei tassi. CAMBIO EUR/USD DALL’INIZIO DELL’ANNO 1.50 ECB turns dovish 1.48 1.46 1.44 1.42 1.40 ECB behaves as expected 1.38 1.36 1.34 1.32 ECB turns hawkish 1.30 1.28 JAN EUR/USD FEB MAR APR MAY JUN JUL AUG SEP Source: Thomson Reuters Datastream 9. Mercati finanziari – Ritorna la paura… • • • Una (sgradevole) sensazione di déjà vu… Crescenti timori per il settore bancario e la sua esposizione ad attivi tossici, per i livelli di capitalizzazione e l’accesso alla liquidità: tutto questo fa pensare al « remake » di un film piuttosto recente… Solo che questa volta a essere nel mirino non sono le banche americane ma quelle europee. E gli attivi tossici non sono i subprime ma i debiti sovrani dei paesi dell’Europa periferica. L’impatto sui mercati finanziari è simile: nuove tensioni sul mercato interbancario evidenziate dall’aumento del TED Spread; forte movimento di fuga verso la qualità a favore del dollaro, come avvenne nel 2008 (e in primavera 2010 al momento del 1° episodio della crisi greca). La paura è tornata sui mercati finanziari! TED SPREAD IN EUROPA E INDICE DEL DOLLARO DAL 2007 200 90 180 88 160 86 140 84 120 82 100 80 80 78 60 76 40 74 20 72 0 70 2007 2008 TED SPREAD EU R U S DOLLAR INDEX(R.H.SCALE) 2009 2010 2011 Sourc e: Thoms on Reuters Datas tream 10. Monete legate alla crescita mondiale – Brusca caduta • • • Dall’estate 2009, le monete dei paesi emergenti e quelle delle economie strettamente legate alla crescita si sono fortemente apprezzate. Il dinamismo dell’attività e i rialzi dei tassi d’interesse hanno attirato crescenti flussi di capitali. Il loro apprezzamento è stato meno mercato nei confronti dell’euro, sostenuto dal rialzo dei tassi della BCE nel 2011. Questa tendenza di recente si è bruscamente rovesciata. In agosto, dai primi timori per la crescita mondiale è venuto un primo allarme che ha provocato una forte caduta della maggior parte di queste monete. In settembre il movimento si è ulteriormente accentuato. Le peggiori prospettive dell’attività da un lato, le anticipazioni di allentamento delle politiche monetarie e la corsa ai beni rifugio dall’altro hanno determinato un forte deprezzamento delle monete emergenti e delle « commodities ». ANDAMENTO DI UN PANIERE DI MONETE CONTRO L’EURO 102 100 98 96 94 92 90 88 86 84 1 8 15 AU G 22 29 5 12 19 26 SEP AUD BRL INR ZAR CAD RU B Source: Thomson Reuters Datastream Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento.