Studentessa Alessia Dammaggio Classe 5 C Anno Scolastico 2007-2008 RELAZIONE INDIVIDUALE DI STORIA per l’esame di Stato TITOLO DELLA RELAZIONE Economia e società: i “Trenta gloriosi” Tra il 1945 e l’inizio 1970 le economie industrializzate conobbero una crescita spettacolare, la produzione mondiale si triplicò, tanto che questa fase fu chiamata “I Trenta Gloriosi”. Inizialmente la crescita interessò l’economia degli Stati Uniti, invece i paesi europei faticavano a ricostruire le proprie economie prive di capitali da investire e colpite dall’inflazione e dalla svalutazione monetaria. Washington, consapevole che la ripresa delle economie europee serviva la crescita dei commerci mondiali, decise che gli Stati Uniti mettessero in campo un intervento di grande portata, il piano Marshall. Il piano concedeva fondi a titolo gratuito o a tassi d’interesse bassissimi per finanziare l’acquisto di macchinari, attrezzature, materie prime. Ciò giocò un ruolo decisivo nella ricostruzione economica dell’Europa: dal 1951 fino al 1973-75 il Pil dell’Europa Occidentale crebbe del 5% l’anno. I fattori che resero possibile il grande sviluppo dell’economia occidentale furono la creazione di un ordine economico e monetario stabile definito nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods tra gli Usa e i paesi impegnati nella lotta contro l’asse, dove era necessario che i rapporti di cambio fra le diverse monete fossero fissati in base a criteri certi: si stabilì dunque la convertibilità di tutte le monete ( il valore del dollaro era poi fissato in rapporto all’oro “Golden standar”). Il dollaro acquisiva così il ruolo da moneta-base e diventava il mezzo di pagamento privilegiato per gli scambi internazionali. La supremazia del dollaro rifletteva il primato economico-politico degli Stati Uniti. Fu creata inoltre una grande banca internazionale con il compito di erogare crediti ai governi che ne facessero richiesta. Altri fattori furono: il basso costo delle materie prime e l’abbondanza delle risorse energetiche; la rapida diffusione delle innovazioni tecnologiche e di nuove materie prime, che ne conseguì un aumento della produttività industriale & diffusione di beni di consumo durevoli; espansione dei consumi di massa; il grande sviluppo dei trasporti. L’intervento dello Stato nella sfera economica ebbe un’importanza centrale, vennero generalizzate le politiche economiche Keynesiane e ciò garantì notevole stabilità. Ma il problema che le società occidentali dovettero affrontare fu quello di accompagnare la crescita con interventi che garantissero equità e giustizia sociale per evitare conflitti. La risposta politica fu l’edificazione del Welfare State (stato di benessere) o “Stato Sociale”, cioè lo stato attua interventi finalizzati al benessere dei cittadini più poveri. Esso considera suoi compiti anche: - l’istruzione di base - l’assistenza sanitaria - la sopravvivenza in caso di povertà - l’assistenza di invalidità e vecchiaia - l’accesso alle risorse culturali - la difesa dell’ambiente. Per realizzare questi interventi servono enormi risorse finanziarie, derivanti da prelievi fiscali, lo stato sociale preleva ricchezze dai ceti più alti e ne trasferisce una parte sottoforma di servizi alle fasce più svantaggiate. Il trentennio dello sviluppo economico postbellico fu accompagnato da una forte mobilità sociale: la crescita dalle produzione, dilazione dei consumi di massa, nascita di nuove professioni. Fra il 1950 e 1970 le società industriali conobbero una trasformazione della struttura occupazionale e produttiva; un primo dato è il crollo della quota di popolazione impiegata nell’agricoltura per effetto della meccanizzazione del mondo rurale e all’impiego di tecnologie. L’altro grande dato è la crescita dell’occupazione del terziario che assunse un ruolo importante. Un fenomeno dovuto alla crescente richiesta di servizi alla produzione e all’aumento dei bisogni sociali. Le trasformazioni produttive determinarono una crescita dei ceti medi: insegnanti, giornalisti, impiegati (colletti bianchi) assunsero un ruolo sempre più importante nelle aziende. Per quanto riguarda gli operai, il fenomeno più rilevante fu la diffusione “dell’operaio-massa” che era caratterizzata da un basso livello di qualificazione. La classe operai vide crescere nel dopoguerra le proprie retribuzioni e le condizioni di lavoro in fabbrica si erano fatte sempre più alienanti, provocando protesti e conflitti. Ci fu anche una forte diffusione dell’istruzione, la scolarizzazione superiore e universitaria diede luogo alla “ scolarizzazione di massa”. Questo derivò da diversi fattori: - molte famiglie furono per la prima volta in condizione di investire risorse nell’istruzione dei figli; - i sistemi produttivi esigevano una forza-lavoro sempre più professionalmente flessibile; - il sostegno all’istruzione divenne un vero e proprio diritto e che fu uno dei compiti dello stato.