Obiettivo Mercati - Il punto sui mercati azionari_ 24 Agosto 2015

24 Agosto 2015
Il punto sui mercati azionari
A cura di: Renato Zaffuto
La correzione degli indici dei mercati azionari cui assistiamo da qualche settimana ha spiegazioni
sia di natura fondamentale che tecnica. Tuttavia, come spesso accade, i bassi volumi tendono ad
amplificare il movimento.
Nell’ultimo periodo sui mercati è aumentata la
preoccupazione delle conseguenze di un
rallentamento
più
marcato
del
previsto
dell’economia cinese. Tali preoccupazioni si
trasferiscono innanzitutto sui prezzi delle materie
prime, che hanno toccato nuovi minimi, e di
conseguenza
sull’economia
mondiale,
considerato che la Cina ha contribuito a metà
della crescita mondiale nell’ultimo decennio. Il
lieve recupero, con qualche timido segnale di
stabilizzazione, del prezzo del petrolio e delle altre
materie prime industriali fra febbraio ed aprile si è
interrotto agli inizi di luglio, prevalentemente a causa dei timori sulla crescita cinese, proseguendo
pertanto nel trend discendente e toccando nuovi minimi.
Con l’estate i mercati hanno ricominciato a rivedere al ribasso sia le aspettative sulla traiettoria della
crescita economica mondiale che quelle sull’inflazione. Il tasso sui titoli decennali del Tesoro americano è
tornato al 2% e quello sul Bund sotto lo 0.60%.
Dopo la brusca risalita di maggio/giugno, i tassi
sulle obbligazioni governative sono tornati a
scendere, scontando nuovamente una minore
crescita ed una più bassa inflazione. Le
preoccupazioni sulla capacità di governo del ciclo
cinese sono la maggiore fonte di volatilità. In
realtà, quest’anno diverse riforme “di buone
intenzioni” in Cina hanno generato sfortunati
effetti collaterali di innalzamento della volatilità e
dell’incertezza sull’economia e sui mercati
finanziari.
Il presente documento ha natura meramente informativa, non ha contenuto pubblicitario o promozionale, e non contiene raccomandazioni, proposte, consigli ad
effettuare operazioni su uno o più strumenti finanziari, né costituisce un'offerta di vendita o di sottoscrizione di strumenti finanziari o una sollecitazione all'investimento
in qualsiasi forma. Le informazioni, di cui al presente documento, vengono aggiornate periodicamente e sono acquisite da fonti ritenute attendibili dal mercato, senza
che Fideuram Investimenti SGR S.p.A. possa tuttavia garantirne in assoluto la veridicità e la completezza. Le opinioni, previsioni o stime contenute nel presente
documento sono formulate con esclusivo riferimento alla data di redazione dello stesso, e non costituiscono in alcun modo un indicatore dei risultati o di qualsiasi altro
evento futuro. Fideuram Investimenti SGR S.p.A. si riserva il diritto di modificare, in ogni momento, le analisi e le informazioni ivi riprodotte.
La riforma fiscale aveva l’obiettivo di rendere più trasparenti le finanze degli enti locali, invece ha generato
conseguenze restrittive. Anche il mercato azionario sembrava un buon veicolo per ridurre il forte
indebitamento del settore privato, ma le “buone intenzioni” di favorire l’investimento azionario domestico
hanno al contrario creato una “bolla” che si è sgonfiata a partire da giugno. In pochi mesi dallo scorso
novembre l’indice della Borsa di Shanghai è più che raddoppiato, toccando valutazioni poco ragionevoli in
base ai fondamentali. Successivamente anche le aspettative sul possibile intervento delle autorità cinesi a
sostegno del listino sono andate deluse e comprese male.
L’ultima riforma in ordine di tempo è stata quella di
inizio agosto sulla modifica del meccanismo di
fixing del tasso di cambio. Molto presumibilmente
tale mossa era motivata sia dalle richieste degli
organismi internazionali per liberalizzare il mercato
dei cambi e consentire allo yuan di acquisire lo
status di riserva valutaria, che da ragioni di
competitività. Del resto, la valuta cinese ha
continuato ad apprezzarsi per oltre un decennio
verso il dollaro, ma recentemente il rallentamento
dell’economia e il combinato apprezzamento del
dollaro verso le altre monete hanno peggiorato le
condizioni di competitività dell’economia cinese. In realtà, in attesa dell’avvio di un percorso di
“normalizzazione” della Fed con il primo incremento dei tassi monetari, anche la situazione di
“ancoraggio” (semi-peg) della valuta cinese si giustificava poco con un’economia in frenata, mentre le
altre valute dei Paesi emergenti si svalutavano contro il dollaro.
Nonostante la recente “svalutazione controllata” sia stata di poco più del 3%, quindi trascurabile, sui
mercati permane un certo scetticismo sulle vere intenzioni e si teme che la svalutazione possa essere di
fatto di maggiore entità. Inoltre, con l’uscita di alcuni dati macro piuttosto deboli, sui mercati è aumentata
la preoccupazione che il rallentamento dell’economia cinese possa essere più pronunciato del previsto e
con maggiori conseguenze sul resto del mondo. Le incertezze sul governo del ciclo economico cinese e
sulla capacità di mantenere una crescita del PIL nell’intorno del 7% sono considerevolmente aumentate,
innescando un’ondata di ribassi su materie prime ed asset rischiosi (sia azionario che credito), oltre che di
deprezzamento delle valute dei Paesi emergenti.
In questo contesto, gli indici azionari dei mercati
emergenti hanno ulteriormente ampliato la sottoperformance nel corso dei mesi estivi. Nelle
ultime settimane di agosto, inoltre, anche i
mercati avanzati hanno subito una marcata
correzione.
Con dati macroeconomici che segnavano un lieve
rallentamento e con i bassi volumi estivi,
l’accentuarsi dei timori sulle conseguenze della
crisi cinese hanno fatto prevalere sui mercati
azionari avanzati aspetti tecnici di breve dopo un
prolungato periodo rialzista.
Il presente documento ha natura meramente informativa, non ha contenuto pubblicitario o promozionale, e non contiene raccomandazioni, proposte, consigli ad
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evento futuro. Fideuram Investimenti SGR S.p.A. si riserva il diritto di modificare, in ogni momento, le analisi e le informazioni ivi riprodotte.
Il vero quesito oggi sui mercati azionari è se questa sia una “salutare correzione” come quella
dello scorso settembre/ottobre oppure sia qualcosa di più. Le attuali preoccupazioni sono che la Fed
possa iniziare la “normalizzazione” della politica monetaria con il primo aumento dei tassi di interesse
mentre l’economia mondiale sta prendendo un percorso di rallentamento. Si parla già di un ulteriore
Quantitative Easing, probabilmente in ottobre, per il Giappone; di conseguenza, di nuova necessità di
stimoli.
Il mercato teme che all’incertezza sul governo del ciclo economico cinese si possa aggiungere un errore
di politica monetaria negli USA, con un incremento anticipato dei tassi. Tuttavia, come spesso accade nel
periodo estivo, i movimenti vengono amplificati a causa dei bassi volumi. Un conto è aggiustare
lievemente al ribasso le aspettative sulla crescita economica mondiale quando per il secondo semestre ci
si aspettava un’accelerazione, un altro è temere realmente una spirale di deflazione.
Le Banche centrali, a partire dalla Fed, hanno ultimamente chiarito che la loro azione dipenderà dai dati
macro che usciranno e questo dovrebbe aiutare a ridurre le preoccupazioni su possibili errori. Nel
frattempo gli occhi rimarranno puntati sulle autorità cinesi e sulla loro capacità di riuscire a mantenere una
traiettoria di crescita intorno al 7%, anche con possibili interventi fiscali espansivi, mentre le aspettative sul
primo incremento della Fed si stanno spostando. Ciò, a sua volta, favorisce un rafforzamento dell’euro sul
dollaro, che, a sua volta, non aiuta le Borse europee.
Elaborazione di Renato Zaffuto, Responsabile team di Gestione Mercati Azionari in Fideuram Asset Management Ireland.
Documento a cura del team Comunicazione e Supporto Commerciale di Fideuram Investimenti SGR.
Per ogni richiesta di informazioni si prega di contattare il team Comunicazione e Supporto Commerciale
e-mail: [email protected]
Fideuram Investimenti SGR
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