ASSET allocation insights Dicembre 2016 L’APPUNTAMENTO MENSILE CON IL TEAM MULTI-ASSET ASPETTI SALIENTI •• Il venir meno dell’incertezza sulle elezioni statunitensi ha determinato un aumento tattico della propensione al rischio generale. •• Grazie alle dinamiche positive di crescita e inflazione, le banche centrali dei paesi sviluppati non sono più incalzate a essere ulteriormente accomodanti. •• Abbracciamo l’idea della “reflazione lunga” aumentando la nostra allocazione azionaria, in particolare nei settori o titoli statunitensi quali banche regionali, beni di consumo discrezionali e società orientate al mercato interno. Sentiment di rischio globale Propenso al rischio Avverso al rischio Preferenza per classe di attivi Azioni Titoli di Stato Credito Luc Filip Fabrizio Quirighetti Hartwig Kos Adrien Pichoud Head of Wealth Management Investments Macroeconomic Strategist Multi-Asset Strategist Economist Aspettando la prova della verità Che sorpresa! E non parlo dell’elezione di Trump a nuovo presidente degli Stati Uniti, ma piuttosto della reazione del mercato. Benché avessimo preparato i nostri portafogli per il risultato di questo rischio politico, non avevamo previsto che Mister Hyde (il candidato cattivo Trump) si sarebbe trasformato quasi all’istante in Dott. Jekyll. Sostanzialmente i movimenti verso la qualità che ci aspettavamo sono durati appena poche ore, poi i mercati hanno scontato uno scenario di “reflazione”. Vero è che nel “bassi più a lungo” probabilmente erano in troppi e i motivi di speranza, in particolare di una normalizzazione, eterni. Tuttavia, nutriamo dubbi sulla sostenibilità degli attuali trend, specialmente con questo ritmo sostenuto su tassi e dollaro. Trump sarà in grado di portare avanti il suo programma fiscale ambizioso, ma ancora vago? Come lo finanzierà? Sarà sufficiente portare la crescita economica statunitense a livelli sostenibilmente più elevati? Che impatto avranno i tassi più alti su altri settori dell’economia, come l’immobiliare residenziale, o sugli agenti economici a elevata leva finanziaria? I mercati emergenti, e la Cina in particolare, reggeranno di fronte a un dollaro forte? E per quanto riguarda la Fed e la politica monetaria statunitense? Porteranno avanti ancora molto le misure di stretta, visto quanto sta succedendo sui mercati finanziari? Fino a prova contraria, i fondamentali indicano che l’economia globale è ancora caratterizzata da un ambiente di bassa crescita nominale ed elevato indebitamento. Quindi, in questo momento i mercati precorrono di fatto loro stessi, analogamente a quanto abbiamo visto durante il tapering del 2013, nell’eurozona dopo il QE della BCE lo scorso anno o l’Abenomics in Giappone nel 2014. Di conseguenza, stiamo rettificando tatticamente i portafogli, tenendo presente che alla prova della verità il 2017 potrebbe riservare delle delusioni. In una certa misura, stiamo abbracciando l’idea della “reflazione lunga” per quanto riguarda le azioni, aumentando la nostra allocazione azionaria in particolare nei settori o titoli statunitensi quali banche regionali, beni di consumo discrezionali e società orientate al mercato interno. Anche se il programma di Trump (deregolamentazione, sgravi fiscali, rimpatrio di capitali esteri e piano per le infrastrutture) dovesse essere realizzato solo in parte, questi settori ne saranno i principali beneficiari. Con la nostra allocazione obbligazionaria abbiamo cominciato a cogliere nuove opportunità sul debito dei mercati emergenti in valuta forte, in linea con le nostre opinioni secondo cui i tassi a lungo termine e il dollaro statunitense potrebbero ben presto raggiungere un picco. Non abbiamo avuto abbastanza coraggio per rientrare in modo più aggressivo sui titoli di Stato “core”, poiché le valutazioni non sono sufficientemente convenienti a causa dell’assenza di forti catalizzatori di inversione nel breve termine. Fabrizio Quirighetti Macroeconomic Strategist 1 SYZ Wealth Management Tel. +41 (0)58 799 10 00 - [email protected] Si prega di consultare la liberatoria completa ASSET ALLOCATION INSIghts Dicembre 2016 Sintesi del panorama economico Trend e livello del PMI manifatturiero 57 Markit PMI manufacturing level Nel complesso l’attuale quadro dell’economia globale è positivo, quanto meno rispetto ai mesi scorsi. La ripresa del settore manifatturiero, nonché i trend incoraggianti in diverse economie emergenti, rendono possibile una crescita globale più equilibrata. I timori di recessione e deflazione sono svaniti e l’eventualità di un sostegno fiscale negli Stati Uniti ha alimentato l’ottimismo. D’altro lato, uno scenario come questo lascia spazio anche a politiche monetarie potenzialmente meno accomodanti nel mondo sviluppato. Inoltre, la Brexit e le elezioni statunitensi hanno messo in evidenza i rischi di risultati inattesi, accentuando l’interesse per la densa agenda politica europea del prossimo anno. In questo senso, con molte parti in movimento, è notevolmente aumentata l’incertezza relativa a previsioni macroeconomiche positive. 56 55 54 53 52 GER IND US US ISM mfg CAN ITA 51 JPN 47 FRA S.AFR TUR IDO HKG KOR 48 RUS MEX CHI 50 49 UK SPA BRA 46 45 44 43 Markit PMI manufacturing 3M chng -5 -4 -3 -2 -1 0 1 Crescita 2 3 6 7 “ La possibilità che la politica fiscale riesca a far aumentare temporaneamente la crescita [...] dipenderà dalla reale portata degli stimoli di spesa e dalla reazione di politica monetaria. ” Adrien Pichoud Economist Inflazione Il trend inflazionistico positivo, alimentato dagli effetti base correlati al prezzo dell’energia, continua a essere un fattore determinante nelle economie avanzate. Tuttavia, i livelli di inflazione effettiva rimangono bassi e inferiori agli obiettivi delle banche centrali. Le uniche economie inclini alle effettive pressioni inflazionistiche interne sono quelle che hanno registrato una forte svalutazione valutaria. Grazie alle dinamiche positive di crescita e inflazione, le banche centrali dei paesi sviluppati non sono più incalzate a essere ulteriormente accomodanti. La Fed dovrebbe riuscire ad aumentare i tassi dei Fed Fund a dicembre e potrebbe avere più margine per prorogare il trend qualora la politica fiscale statunitense si rivelasse molto stimolante. Tuttavia, sia la crescita che la situazione del debito garantiscono ancora il perdurare di politiche monetarie accomodanti a livello globale. 5 Fonte: SYZ Asset Management La dinamica di crescita è diventata sostanzialmente positiva. Guardando avanti, è fondamentale chiedersi se l’equilibrio, basso ma positivo, della crescita globale registrato negli ultimi anni potrebbe cambiare con un uso più proattivo della politica fiscale negli Stati Uniti. A tal proposito, vale la pena rammentare che i fattori strutturali alla base di tale equilibrio rimarranno in essere: indebolimento dei trend demografici ed elevato indebitamento diffuso. La possibilità che la politica fiscale riesca a far aumentare temporaneamente la crescita oltre livelli strutturalmente bassi dipenderà dalla reale portata degli stimoli di spesa e dalla parallela reazione di politica monetaria. Trend inflazionistico e deviazione dall’obiettivo della Banca centrale 5 Inflation deviation from central bank target Posizione della politica monetaria 4 4 BRA S.AFR 3 TUR IND 2 NOR 1 RUS MEX 0 -10 -9 -8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 -1 IDO 1 CAN SWE AUS -2 JPN -3 TWA 2 US 3 4 UK CHI EMU KOR SWI Yearly inflation Fonte: SYZ Asset Management 2 Si prega di consultare la liberatoria completa ASSET ALLOCATION INSIghts Dicembre 2016 Economie avanzate Economie emergenti I buoni dati economici degli Stati Uniti hanno confermato l’attuale trend di moderata espansione trainata dai consumi, che manterrà la crescita del PIL prossima al 2% per il 2016. Il risultato delle elezioni statunitensi alimenta la speculazione su un’accelerazione della crescita per il prossimo anno dovuta alla politica fiscale. Tuttavia, l’impatto è ancora difficile da quantificare e potrebbe essere in qualche misura compensato da condizioni finanziarie più stringenti. Il sostegno fiscale sarà attuato anche nel Regno Unito per contenere l’atteso rallentamento della crescita. Ciò nonostante, le pressioni inflazionistiche esercitate dalla sterlina soffieranno come un vento contrario e andranno ad aggiungersi alle incertezze del post-Brexit, legando di fatto le mani alla Banca d’Inghilterra. La solida crescita di Germania e Spagna e i trend in lento miglioramento di Francia e Italia manterranno l’eurozona sulla strada giusta verso una crescita del PIL dell’1,5% e allenteranno la pressione sulla Banca Centrale Europea. L’economia svizzera beneficia del momentum europeo e globale positivo, nonostante la spada di Damocle del franco svizzero più forte penda ancora sulle sue previsioni. In Giappone, gli indicatori economici sono alquanto migliorati e il PIL è stato migliore delle attese. La crescita ha nuovamente accelerato in India, che rimane l’economia dei mercati emergenti più grande e con il ritmo di crescita più elevato, sostenuta dalla domanda interna, da una politica monetaria accomodante e da riforme strutturali. In Cina, l’impatto di una valuta più debole e l’impulso immobiliare dello scorso anno hanno portato a una stabilizzazione della crescita e un allentamento delle pressioni deflazionistiche. L’economia brasiliana si sta ancora muovendo verso il fondo, ma si prevede migliorerà gradualmente il prossimo anno. La Russia sta uscendo dalla recessione, sollevata dall’aumento dei prezzi di petrolio e dalla produzione. Il crollo della lira turca alimenta le pressioni inflazionistiche in Turchia, rafforzando le fragilità delle previsioni macroeconomiche. L’economia messicana ha accusato il colpo dell’elezione di Donald Trump: il ribasso del peso messicano probabilmente rafforzerà le pressioni inflazionistiche e porterà la banca centrale a un’ulteriore stretta della politica monetaria. Adrien Pichoud Economist Lo stimolo fiscale continua a essere limitato dagli attuali livelli di debito e deficit 110% 0% 100% 90% -5% 80% 70% -10% 60% -15% 2000 2002 2004 Budget balance (% of GDP) 2006 2008 2010 2012 Public debt (% of GDP) - RHS 2014 2016 50% Fonte: SYZ AM, Datastream 3 Si prega di consultare la liberatoria completa ASSET ALLOCATION INSIghts Dicembre 2016 Gruppo di strategie d’investimento: principali conclusioni Rischio e duration Con le elezioni statunitensi ormai alle spalle, è venuta meno una delle principali incertezze politiche dell’autunno. Gli investitori si sono inoltre rassegnati ad avere Donald Trump come 45° Presidente degli Stati Uniti. La reazione dei mercati a questo profondo cambiamento politico è stata per certi versi inattesa e ha visto, oltre allo choc reflazionario del prezzo dei titoli di Stato, il rally delle azioni e del dollaro statunitense. Benché all’orizzonte vi siano ancora incertezze a livello politico e monetario (referendum costituzionale italiano, riunione della BCE e decisione sui tassi della Fed), bisogna riconoscere che il risultato elettorale ha fatto anche un po’ di chiarezza. Pertanto, la posizione di rischio è stata incrementata di un livello passando da “avversione” a “lieve avversione”, mentre la nostra valutazione di duration resta a “lieve avversione”. “ Il discorso post-elettorale con cui Donald Trump ha annunciato potenziali tagli alle tasse e investimenti nelle infrastrutture ha catalizzato una rotazione settoriale di proporzioni epiche. Visto il posizionamento estremo degli investitori in titoli cari e difensivi, questa rotazione potrebbe benissimo continuare. Hartwig Kos Multi-Asset Strategist Mercati azionari ” Per quanto riguarda le valutazioni azionarie vi sono stati cambiamenti solo marginali. Se da un lato le revisioni degli utili societari hanno continuato a migliorare, dall’altro anche i rendimenti obbligazionari hanno registrato notevoli cambiamenti, lasciando il quadro complessivo relativamente fiacco. Come indicato nei mesi precedenti, ulteriori aumenti dei rendimenti dei titoli di Stato, similmente a quanto avvenuto dopo le elezioni statunitensi, potrebbero rappresentare un serio problema per le valutazioni azionarie future in assenza di una ripresa degli utili societari. In termini di preferenze regionali, Stati Uniti e Canada sono saliti da “lieve avversione” a “lieve preferenza”. Questa variazione è stata dettata dal fatto che l’elezione di Donald Trump a nuovo presidente degli Stati Uniti segna un chiaro cambio di regime nella politica statunitense e i mercati prevedono che ad esso farà seguito anche un cambio di regime nelle politiche monetarie. Il discorso post-elettorale con cui Donald Trump ha annunciato potenziali tagli alle tasse e investimenti nelle infrastrutture ha determinato una vivace performance sui mercati azionari statunitensi. Inoltre, è servito da catalizzatore per una rotazione settoriale di proporzioni epiche, con settori ciclici in impennata a fronte di settori difensivi di tipo obbligazionario sotto pressione. A nostro parere, visto il posizionamento estremo degli investitori in titoli cari e difensivi, la rotazione a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane potrebbe benissimo continuare, anche se Donald Trump abbassasse i toni della sua retorica reflazionistica. Le azioni del Regno Unito sono state declassate a causa di un rally di buona parte del mercato azionario e al miglioramento delle valutazioni imputabile alla debolezza della sterlina. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a sostanziali revisioni al rialzo degli utili societari che, a nostro parere, sono troppo ottimistiche. L’ulteriore debolezza della sterlina non è così scontata, motivo per cui abbiamo rettificato la nostra valutazione. Anche l’Asia emergente è stata declassata, in parte per motivi di valutazione, ma soprattutto per il sentiment a breve termine negativo sul commercio internazionale visto il risultato delle elezioni statunitensi. Mercati obbligazionari Benché i rendimenti sui principali mercati obbligazionari occidentali abbiano registrato una correzione significativa nelle ultime settimane, riteniamo sia ancora troppo presto per cambiare la posizione prudente sulla duration adottata nei mesi scorsi. Per esempio, il premio alla scadenza dei Treasury USA decennali, che misura il premio di rischio che gli investitori richiedono per sostenere il rischio di movimenti incerti dei tassi d’interesse a breve termine, è salito di oltre 60 punti base dalla fine di settembre. Eppure, il livello di questo premio di rischio è attualmente di otto punti base, ancora di gran lunga inferiore rispetto ai livelli ante tapering del 2013, quando il premio di rischio era passato da 24 a 180 punti base nel giro di pochi mesi. In sintesi, la vendita di obbligazioni cosiddetta reflazionaria registrata nelle ultime settimane è stata, a nostro parere, una semplice rettifica da una soddisfazione estrema sulla politica monetaria statunitense a una soddisfazione ancora discreta. Sui mercati obbligazionari sovrani occidentali, Regno Unito e Germania sembrano per certi versi più interessanti. Per quanto riguarda i segmenti obbligazionari diversi, le obbligazioni emergenti in valuta forte appaiono più interessanti. Questo segmento è stato fortemente penalizzato dal rafforzamento del dollaro statunitense e dai timori dell’imposizione di restrizioni commerciali da parte di Donald Trump una volta insediatosi. Messico, Sudafrica e Turchia sono stati duramente colpiti dalla disfatta obbligazionaria seguita alle elezioni presidenziali statunitensi. Le obbligazioni turche decennali in USD si collocano su livelli di rendimento più elevati rispetto al dopo tapering del 2013 e sono molto prossime al livello di rendimento registrato durante la vendita sui mercati emergenti del 2011, quando la Turchia ha vissuto una pronunciata crisi di finanziamento. “ La vendita di obbligazioni cosiddetta reflazionaria registrata nelle ultime settimane è stata, a nostro parere, una semplice rettifica da una soddisfazione estrema sulla politica monetaria statunitense a una soddisfazione discreta. Hartwig Kos Multi-Asset Strategist ” Forex, investimenti alternativi e liquidità Il GBP è stato portato a “lieve preferenza” da “lieve avversione”: a parte ciò non vi sono stati cambiamenti. A più lungo termine, riteniamo che l’elemento chiave per gli investitori nel 2017 sarà la direzione del dollaro statunitense. Benché nel breve termine la valuta USA abbia ancora spazio per andare al rialzo, a più lungo termine non siamo tanto rialzisti sul dollaro quanto la maggior parte degli investitori. La valuta è cara e la recente forza del dollaro ha già contribuito a una buona dose di stretta monetaria negli Stati Uniti, consentendo potenzialmente alla Fed di essere più rilassata di quanto si aspetti il mercato. Hartwig Kos Multi-Asset Strategist 4 Il presente documento di marketing è stato redatto dal Gruppo SYZ (di seguito denominato «SYZ»). 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