Ambasciata d'Italia ad Ankara Ufficio Commerciale (Dal 28 giugno al 5 luglio 2012 - n. 19) Prot. Nr. 1832 Ambasciata d’Italia in Ankara, Ufficio Commerciale, Atatürk Bulvarı 118, 06680, Ankara, www.ambankara.esteri.it ; [email protected] ; tel. 0090-312-4574275; fax 0090-312-4574282 Responsabile: Cons. Amb. Patrizia Falcinelli Cari Amici, dopo quattro anni trascorsi ad Ankara quale Capo dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata d’Italia in Turchia, il mio mandato verrà a termine il 31 luglio prossimo, e dal 1 agosto un nuovo incarico mi attende a Roma presso il Ministero degli Affari Esteri. Inutile dire quanto mi rattristi lasciare questo Paese così interessante dal punto di vista politico, socio-economico e culturale, che già da vari anni attrae tantissime società e aziende italiane di piccole e grandi dimensioni, desiderose di esplorare le opportunità offerte dal suo grande mercato, dal suo incredibile dinamismo e dalla sua posizione geografica strategica. L’eredità più preziosa che porterò con me a Roma è senza dubbio la grande soddisfazione, che ho condiviso in questi quattro anni con colleghi e collaboratori, per le tantissime manifestazioni di stima e gratitudine ricevute dai nostri tanti interlocutori italiani e turchi (privati cittadini, aziende e istituzioni) per il sostegno che siamo riusciti a garantire in ogni occasione e per il concreto supporto fornito dalle nostre Cronache Economiche, ormai strumento di informazione imprescindibile per tutti coloro che dall’Italia seguono a vario titolo il mercato turco. Oltre ai due Capi Missione con i quali ho avuto l’onore di collaborare in questi quattro anni, ringrazio in primo luogo i miei colleghi e tutti i collaboratori dell’Ufficio Commerciale per i continui sforzi profusi per offrire sempre un servizio all’altezza delle aspettative degli utenti, nonostante le scarse risorse ed il poco personale a nostra disposizione. Un sincero ringraziamento va inoltre ai colleghi delle altre istituzioni del Sistema Italia presenti in Turchia (gli Uffici Consolari di Istanbul e Izmir, l’Ufficio ICE di Istanbul, l’Addetto Finanziario ad Istanbul, gli Istituti Italiani di Cultura di Ankara ed Istanbul, le Camere di Commercio Italiane di Istanbul e Izmir, l’Ufficio SACE di Istanbul), con i quali abbiamo operato in questi quattro anni in piena armonia e condivisione di intenti a sostegno della presenza imprenditoriale italiana in Turchia, nonché a quelli delle altre Amministrazioni italiane con i quali abbiamo condiviso i tanti sviluppi degli aspetti più tecnici della collaborazione economico-commerciale italo-turca. Pur nel dispiacere per la mia partenza dalla Turchia, mi conforta il fatto che la guida dell’Ufficio Commerciale sarà d’ora in poi nelle mani di Irene Castagnoli, alla quale faccio i miei auguri più sinceri e che saprà svolgerlo con altrettanta (se non maggiore) passione, dedizione, senso del dovere e assoluta disponibilità nei confronti di tutti gli utenti. Nell’augurare a tutti voi ogni successo per il futuro, mi farà piacere ricevere informazioni sugli sviluppi della vostra presenza e dei vostri interessi in Turchia al mio indirizzo e-mail ([email protected]) che conserverò anche al prossimo incarico. Patrizia Falcinelli 2 ULTIMI SVILUPPI • Il PIL turco cresce del 3,2% nel primo trimestre 2012. Secondo i dati resi noti nei giorni scorsi dall'Istituto di Statistica turco TürkStat, il PIL della Turchia è cresciuto del 3,2% nel primo trimestre del 2012, un dato che non coglie particolarmente di sorpresa i mercati (nonostante gli analisti stimassero una crescita lievemente inferiore per i primi tre mesi dell'anno), e che di certo non stupisce neanche le autorità di Governo che, come noto, hanno previsto per l'intero anno in corso una crescita del PIL pari al 4% (a fronte del 2,3% stimato dal Fondo Monetario Internazionale). Dopo i tassi da record messi a segno dal Paese l'anno scorso e quello precedente, quando l'economia turca era cresciuta allo straordinario ritmo rispettivamente dell'8,5% (2011) e del 9,2% (2010), è lo stesso Governo turco alla guida ora di un programmato "soft landing" dell'economia, che pare essere, come da annunci, già cominciato. Certo anche la situazione internazionale, con le varie crisi economico-finanziarie e non solo che affliggono tantissimi dei Paesi più direttamente confinanti con la Turchia e comunque alcuni tra i suoi più importanti partner commerciali, non sono esenti da riflessi sulla performance turca. Ma il rallentamento di quella che fino a poco fa era stata una crescita assolutamente impetuosa va nel senso desiderato da Ankara. Anche perchè questa volta, a quanto sembrerebbero indicare i dati, un ruolo di grande importanza nel trainare la crescita nel trimestre in considerazione lo avrebbero avuto le esportazioni a fronte di una domanda interna (tradizionale motore della crescita in Turchia) relativamente contenuta. Anche questa è una buona notizia: è infatti proprio una domanda interna troppo vitale, che inevitabilmente si scarica in gran parte anche sui beni di importazione, la principale responsabile di un deficit di partite correnti che ha da tempo raggiunto livelli allarmanti in Turchia. E le buone notizie non finiscono qui: anche i dati sul commercio con l'estero per i primi cinque mesi dell'anno confermano un trend positivo, con il deficit commerciale in diminuzione del 15,5% nel solo mese di maggio. E poi ancora l'andamento di altri importanti indicatori conforta le autorità turche, che già possono contare su ottime performance di finanza pubblica (il 2011 si è chiuso con il rapporto debito pubblico/PIL al 39,4% e quello rapporto deficit pubblico/PIL all'1,3%!): sono entrambe scese sotto la soglia delle due cifre tanto la disoccupazione (al 9,9% a marzo scorso) che l'inflazione (all'8,2% a maggio di quest'anno), due mali endemici di cui soffre da sempre il Paese. In occasione di un recente incontro con l’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata, anche il Ministero dell'Economia turco si è espresso in maniera ottimistica anche sul noto squilibrio dei conti con l’estero. Si prevede infatti di chiudere l'anno con un rapporto deficit di partite correnti/PIL al di sotto dell'8% (nelle loro previsioni più rosee esso potrebbe anche scendere al 7%), facendo così registrare una decisa inversione nel pericoloso trend che aveva caratterizzato lo scorso anno e mettendo a segno un importate risultato nel contrasto a quello che di gran lunga è il punto più debole di un'economia per altri versi brillante. A questo proposito c'è però da rilevare come secondo alcuni analisti si dovrebbe in realtà presto assistere ad una perdita di slancio nel ritmo di crescita delle esportazioni turche. Più in generale, l'economia turca continua però a soffrire di alcuni rilevanti problemi strutturali e gli importanti sforzi messi in atto su vari fronti dal Governo, a cominciare ad esempio dal varo del nuovo pacchetto di incentivi agli investimenti, necessiteranno di tempo per dispiegare i propri effetti. Resta ad esempio imperativo per il Paese attuare con decisione misure che contrastino il crescente calo del risparmio privato e affrontino incisivamente problemi quali un livello di Investimenti Diretti Esteri tuttora insufficiente o 3 la bassa competitività dell'economia turca sui mercati internazionali (dovuta in primis ad una scarsa capacità di produrre beni ad alto valore aggiunto o tecnologicamente avanzati, in qualche modo resa possibile anche dalle misure di protezione più o meno velate e legittime messe in atto dal Governo a difesa dell'industria nazionale). Vi sono poi una marcata dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento energetico, una forza lavoro spesso poco preparata, un mercato del lavoro troppo rigido con costi nonostante tutto a tratti alti, una massiccia economia sommersa, il difficilissimo accesso per le donne e i giovani al mondo dell'occupazione: sono tutte sfide che attendono la Turchia, e che nonostante il comprensibile ottimismo di queste autorità, confortate di certo anche da questi ultimi dati, si fanno ancora più pressanti oggi che le nuvole della crisi coprono minacciose i cieli dei più importanti partner di Ankara. • Confermando un andamento sempre più deciso, il disavanzo commerciale della Turchia è calato ancora nei primi cinque mesi del 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 43,8 a 35,5 miliardi di dollari (-18,9%). Secondo i dati diffusi dall’Istituto di statistica turco Türkstat e rielaborati dall’ufficio ICE di Istanbul, il confronto fra il periodo gennaio/maggio 2012 con il corrispondente periodo del 2011 rivela una diminuzione del 18,9%. Se le importazioni si sono contratte dell’1,4% (passando da un valore di 98,1 ad un valore di 96,7 miliardi di dollari), le esportazioni (passate da 54,2 a 61,1 miliardi di dollari) sono aumentate del 12,7%, con un netto beneficio delle finanze pubbliche e segno che il basso valore della Lira turca accoppiato ad un’alta produttività continua a sostenere la crescita dell’economia. Nel periodo di riferimento l’interscambio del Paese con il mondo ha raggiunto un valore di 157,8 miliardi di dollari, a fronte dei 152,3 miliardi di dollari del 2011, mentre il disavanzo commerciale con la UE è diminuito lievemente, passando da 11,8 a 11,1 miliardi di dollari (le esportazioni verso la UE sono scese da 26 a 24 miliardi, mentre le importazioni dall’Unione sono passate da 37,9 a 35,6 miliardi di dollari). Entrambi i valori delle esportazioni e delle importazioni con l’Unione Europea sono diminuiti di circa il 6%, anche se il peso degli scambi della Turchia con la UE continua a rappresentare una percentuale rilevante del totale, pari a circa il 38%. Nella graduatoria dei principali partner commerciali (verso i quali il saldo della Turchia è in passivo) al primo posto, con un valore di 14 miliardi di dollari, troviamo la Germania, dalla quale la Turchia ha importato per 8,4 miliardi e verso la quale ha esportato per 5,5 miliardi di dollari (saldo:-2,9 miliardi). Al secondo posto si è collocata la Russia, con 12,9 miliardi di dollari di interscambio (10,2 miliardi le importazioni turche, 2,6 miliardi le esportazioni, saldo: -7,6 miliardi), al terzo l’Iran con 10,5 miliardi di interscambio (6,2 miliardi di importazioni turche, 4,2 miliardi di esportazioni, saldo: -1,9 miliardi), al quarto la Cina con 9,6 miliardi di dollari (8,6 miliardi di importazioni turche ed 1 miliardi di esportazioni, saldo: -7,6 miliardi), al quinto gli USA con 8,5 miliardi di dollari (6,1 miliardi di importazioni e 2,3 miliardi di esportazioni, saldo: -3,8 miliardi), al sesto l’Italia, con 8 miliardi di dollari (5,4 miliardi di importazioni turche dall’Italia e 2,6 miliardi di esportazioni dalla Turchia verso l’Italia, saldo:- 2,7 miliardi). Nel periodo in questione l’Italia si conferma quinto cliente della Turchia (dietro a Germania, Iran, Iraq, Regno Unito) e sesto fornitore (dietro a Russia, Cina, Germania, Iran, USA). Circa l’interscambio con i Paesi limitrofi, è da segnalare un aumento con l’Arabia Saudita (+40%, 2,5 miliardi in valore) e l’Egitto (+36% e 2,1 miliardi in valore). Variazioni percentuali notevoli, ma su valori assoluti non alti, riguardano l’interscambio con la Libia, Continua il calo del disavanzo commerciale della Turchia. 4 (aumentato del 137% e pari a 947 milioni di dollari) e quello con la Siria (-61%, 302 milioni di dollari). (Fonte Ufficio ICE di Istanbul) • Il Parlamento turco approva la nuova normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Parlamento turco ha approvato nei giorni scorsi, a ridosso della chiusura per la pausa estiva, la Legge sulla salute e la sicurezza sul lavoro che risponde ad una esigenza particolarmente sentita e alla ribalta negli ultimi mesi a seguito dei numerosi incidenti sul lavoro avvenuti in varie località del Paese. La materia formava prima parte integrante dei contratti di impiego ed era quindi sottoposta a contrattazione. La nuova normativa distingue i luoghi di lavoro in tre categorie: quelli molto pericolosi, quelli pericolosi e quelli meno pericolosi. Le aziende operanti mediante luoghi di lavoro molto pericolosi dovranno assumere esperti in materia di sicurezza sul lavoro con certificati di classe A; quelle con luoghi di lavoro pericolosi impiegheranno esperti con certificati di classe B; e quelli con luoghi di lavoro meno pericolosi, esperti con certificati di classe C. I datori di lavoro saranno responsabili del mantenimento delle condizioni sanitarie e di sicurezza del lavoratori sul posto di lavoro e dovranno provvedere a periodiche valutazioni dei relativi rischi. In assenza di tali valutazioni, l’attività lavorativa nei settori minerario, della lavorazione dei metalli, delle costruzioni e delle materie chimiche pericolose (che ricadono tutti sotto la categoria delle attività molto pericolose), potrà essere sospesa ed i datori di lavoro dovranno continuare a pagare i lavoratori o trovare per loro un impiego con retribuzione analoga. I lavoratori sono inoltre esentati dal lavoro finché le condizioni sanitarie e di sicurezza previste dalla legge non saranno garantite. Parallelamente sarà vietata l’attività lavorativa da parte di quei lavoratori che siano sotto gli effetti dell’alcool o di narcotici. Ai datori di lavoro che contravverranno agli obblighi di legge sarà comminata una multa pari a 2000 TL per ogni violazione, mentre per quelli che non si avvarranno di un medico o di uno specialista di sicurezza del lavoro l’ammenda sarà di 5000 TL. Un’apposita campagna stampa a livello nazionale, regionale e locale sarà lanciata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di garantire le condizioni sanitarie e di sicurezza sul lavoro previste dalla nuova legge, sulla lotta all’impiego in nero e sugli adempimenti in materia di sicurezza sociale. Secondo i dati pubblicati dall’ente pubblico di sicurezza sociale SGK a fine 2011, sarebbero stati circa 63.000 gli incidenti sul posto di lavoro avvenuti nel Paese nel 2010, mentre si sarebbero verificati 530 casi di malattia professionale, di cui 10 con esito mortale, numeri che, secondo il partito di opposizione CHP, collocano la Turchia al primo posto in Europa per numero di incidenti sul lavoro e al terzo a livello mondiale. • Nuovi importanti investimenti esteri in Turchia, e intanto aumentano gli investimenti in private equities. Oltre all’interesse dell’americana Caterpillar ad investire in Turchia (vedi Cronache Economiche n. 18), il Ministro dell’Industria Nihat Ergün ha annunciato che la società farmaceutica americana Baxter intenderebbe accrescere le sue capacità produttive in Turchia, investendo 180 milioni USD, mentre una società giapponese non meglio specificata avrebbe acquistato dei terreni in Tracia per produrre apparecchi per il Computer Numeric Control (CNC). Anche Calvin Cho, Presidente della coreana LG, si è detto fiducioso del nuovo schema di incentivi agli investimenti appena varato dal Governo turco e intenderebbe quindi stabilire un impianto produttivo nel Paese. Tra gli altri annunci di futuri investimenti significativi vi sono quello dall’ISPAT (l’Agenzia turca per la promozione degli investimenti) circa 5 l’intenzione dell’indiana Aditya di estendere in Turchia la sua produzione di fibre tessili con un investimento di 500 milioni USD; e quello della cinese Weygu che, assieme al partner turco TEYO, dovrebbe investire nel prossimo futuro 1,2 miliardi USD per un impianto elettrico a carbone nella zona di Adana. Accanto a questi investimenti produttivi, sono in corso vari negoziati nel settore delle private equities, per le quali il Governo ha pure istituito degli incentivi. La società europea di private equity Cinven Partners ha raggiunto un accordo per l’acquisizione delle quote di maggioranza nel fornitore di sistemi di allarme turco Pronet per una somma che si collocherebbe tra i 300 ed il 350 milioni di Euro. La turca Transturk Holding ha inoltre firmato un accordo di equity partnership con la società Universal Capital Partners, con sede a New York. Il fondo di investimenti turco Turkven e la sua sussidiaria Nemo Apparel, basata nei Paesi Bassi, ha acquisito il 50% della turca Koton per 500 milioni USD. Koton è uno dei marchi più noti in Turchia nel settore del tessile e dell’abbigliamento, con una rete di 284 negozi, dei quali 200 in Turchia. Infine, il produttore di vetro turco Trakya Cam ha annunciato di aver firmato un accordo per l’acquisizione del 90% della romena Glass Corp S.A., attraverso la sua sussidiaria Trakya Investment BV (basata nei Paesi Bassi). Per tale acquisizione Trakya Cam dovrebbe sborsare 3,6 milioni di Euro a fronte di un investimento totale nell’azienda che dovrebbe collocarsi attorno ai 55 milioni di Euro. • Secondo alcuni dati recentemente resi noti dal Ministro dell’Economia Zafer Çağlayan, nei primi cinque mesi del 2012 le aziende di costruzioni turche avrebbero firmato contratti all’estero per 88 progetti, per un valore di 6,33 miliardi USD. La parte del leone i contractor turchi l’anno fatta in Turkmenistan, dove, sempre nei primi cinque mesi del 2012, hanno ottenuto lavori per un valore di 2,6 miliardi USD, facendo del Paese centroasiatico il secondo mercato estero per il comparto turco delle costruzioni dopo la Russia (dal 1991 ad oggi la Turchia avrebbe realizzato in Turkmenistan progetti per 30 miliardi USD, mentre sarebbero stati in totale 6535 i progetti realizzati all’estero, in 94 Paesi, per un valore di 213,2 miliardi USD). Più in particolare, le aziende turche sono impegnate in Turkmenistan nella realizzazione di complessi sportivi, porti, scuole, ospedali, autostrade, pronti, ferrovie, piattaforme di esplorazione, impianti industriali, hotel e infrastrutture sociali. Non c’è comunque solo il mercato turkmeno nel mirino dei contractor turchi: è infatti di questi ultimi giorni l’aggiudicazione al consorzio TAV (azienda di costruzioni che gestisce anche i più importanti aeroporti turchi) della gara per la realizzazione del nuovo terminal aeroportuale di Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), in partenariato con la greca CCC (Consolidated Contractors Company) e Arabtec di Dubai, un progetto del valore di oltre 3 miliardi USD da completare in 49 mesi. • aggiunto nto prodotto da un Secondo Eurostat un turco produce la metà del valore aggiu europeo. Secondo alcune stime preliminari dello European Comparison Programme Vanno forte i contractor turchi all’estero, soprattutto in Turkmenistan. (ECP), il PIL procapite turco a parità di potere d’acquisto (PPS) è ammontato nel 2011 al 52% della media UE, in crescita quindi rispetto al 49% calcolato per il 2010. L’indice per la Turchia è inferiore a quello registrato da tutti gli Stati membri UE, ad eccezione di Romania (49%) e Bulgaria (45%). Eurostat ha anche pubblicato un altro indicatore di ricchezza che si riferisce all’effettivo livello di consumo dei nuclei familiari. In termini di consumo individuale (AIC), l’indice della Turchia è stato pari a 58, più alto di quello di Estonia (57), Croazia e Lettonia (58), Romania (47) e Bulgaria (44). 6 • Turchia: meta prediletta dei vacanzieri e delle crociere. crociere. Secondo il rapporto “Tourism Highlights 2012”, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, la Turchia, al sesto posto nella classifica mondiale delle destinazioni turistiche più popolari, è l’unico Paese tra i top 10 ad aver registrato un miglioramento delle proprie performance in materia di attrazione dei flussi turistici. Scavalcando la Gran Bretagna nella suddetta classifica, la Turchia è infatti il Paese oggi la meta prediletta dai vacanzieri tra le regioni del Mediterraneo, con 29,3 milioni di arrivi internazionali registrati nel 2011 (sono in aumento gli arrivi dal Medio Oriente e dall’Europa), con ottime probabilità, entro i prossimi dieci anni, di entrare a far parte delle prime 5 destinazioni. In questo contesto, un importante ruolo nell’aumento dei flussi turistici in entrata in Turchia è svolto dal turismo crocieristico, che negli ultimi nove anni ha fatto registrare un incremento dell’83% in termini di approdi ed un +276% negli arrivi di passeggeri, passando dalle 887 navi del 2003 (per un totale di 582.000 passeggeri) alle 1.623 del 2011 (corrispondenti a 2,2 milioni di passeggeri). Gli arrivi delle navi da crociera nei maggiori porti turchi (soprattutto quelli di Istanbul, Izmir, Kuşadası, Bodrum, Marmaris, e Antalya) hanno fatto registrare un incremento medio del 10% annuo ed un progressivo aumento nel numero di visitatori sbarcati sul territorio: +10,8% (2004); +17,4% (2005); +34,1% (2006); +34,6% (2007); +17,3% (2008), +15% nel 2010 e +18% lo scorso anno; con un calo verificatosi solo durante il 2009 (-7,5%) come conseguenza della crisi economica globale. Nei primi cinque mesi del 2012, 300 navi da crociera hanno portato in Turchia 353.000 turisti. • TAI all’83° posto e Aselsan al 76° 76° nella lista di Defense News News. Per la prima volta, TAI (Turkish Aerospace Industries) entra a far parte della lista delle 100 maggiori aziende a livello mondiale redatta per il 2012 dalla rivista statunitense Defense News. La lista, guidata dall’americana Lockheed Martin, piazza infatti TAI all’83° posto, mentre un’altra azienda turca già presente in lista, Aselsan (operante nel settore dell’elettronica militare), migliora la sua posizione e si aggiudica il 76° posto. Nell’esprimere la sua grande soddisfazione, il Direttore Generale di TAI, Muharrem Dörtkaşlı, ha messo in evidenza con la stampa locale i recenti traguardi raggiunti dall’azienda, che negli ultimi 5-6 anni ha visto aumentare di dieci volte il proprio fatturato annuo, sino a raggiungere gli 850 milioni USD, un successo che sembra destinato a proseguire nel futuro. Anche Cengiz Ergeneman, Direttore Generale di Aselsan, è fiducioso sulle future performance della sua azienda, il cui obiettivo è quello di piazzarsi tra le prime 50 nella lista di Defense News. ECONOMIA E POLITICA ECONOMICA • La International International Finance Corporation (IFC) conta di investire nei prossimi anni in Turchia 2 miliardi USD. La posizione geografica strategica della Turchia, porta di transito tra i mercati europei e quelli del Medio Oriente, il suo solido sistema bancario ed un settore privato altamente sviluppato rappresentano, secondo quanto dichiarato alla stampa turca da Lars Thunell, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato della IFC (International Finance Corporation che fa capo alla Banca Mondiale), vantaggi significativi che, nonostante l’attuale crisi globale e dell’Eurozona, conferiscono al Paese 7 una maggiore resistenza alle crisi economiche e finanziarie. Per questa ragione, l’IFC conta di investire entro il 2015 nel Paese 2 miliardi USD. Oltre agli investimenti già fatti, che ammontano a 100 milioni USD, Thunell ha aggiunto che l’IFC ha in programma investimenti fino a 500 milioni USD entro la fine dell’anno fiscale 2012. La Turchia – ha aggiunto Thunell - ha già realizzato importanti riforme per il rafforzamento della sua economia e dovrebbe continuare di questo passo per sostenere la sua crescita economica, soprattutto quella delle piccole e medie imprese. Per raggiungere tale scopo, a suo giudizio il Paese dovrebbe migliorare le condizioni lavorative, valorizzare i talenti, promuovere una maggiore competitività attraverso il miglioramento della qualità dell’istruzione elementare, assicurando efficienza dell’impiego, una maggiore trasparenza e produttività nelle istituzioni pubbliche e lo sviluppo delle infrastrutture. Tra il 2008 ed il 2011, l’IFC ha investito in Turchia oltre 350 milioni USD per lo sviluppo regionale di 15 diverse aziende turche in progetti volti all’eliminazione delle disparità tra uomini e donne, all’aumento dell’efficienza energetica ed alla promozione e sviluppo delle aree sottosviluppate. Grazie agli ottimi risultati ottenuti negli ultimi cinque anni, la sede della IFC ad Istanbul è passata dall’essere un hub regionale ad un Centro Operativo multi-area di importanza capitale, secondo solo a quello di Washington, dal quale vengono gestite le attività in Europa Centrale, Orientale e Meridionale, in Asia Centrale, nel Medio Oriente e nel Nord Africa. • Moody’s rivede al al rialzo il rating di Istanbul, Smirne e della TOKI. Facendo seguito all’upgrade del rating del Paese (Cronache Economiche n. 18), il 21 giugno Moody’s ha innalzato la valutazione anche delle Municipalità di Istanbul e di Smirne (da Ba2 a Ba1) e di TOKI (Toplu Konut Idaresi Başkanlığı, Turkey's Housing Development Administration), l’agenzia governativa di progettazione e sviluppo edilizio (da Ba2/A3.tr a Ba1/A1.tr). Si tratta di “rating su scala nazionale” (National Scale Ratings - NSRs), ovvero di misure di valutazione che non sono confrontabili a livello globale, ma che tuttavia consentono di effettuare una comparazione fra soggetti diversi all’interno dello stesso contesto nazionale. La variazione in positivo è stata determinata sostanzialmente dal miglioramento del rating del Paese, visti gli stretti legami degli enti locali con l’Amministrazione Centrale dello Stato: Istanbul e Smirne ricevono circa l’80% delle proprie entrate operative dal Governo, sotto forma di imposte raccolte centralmente e ridistribuite su base mensile. In particolare, il rafforzamento delle entrate tributarie e la solidità della crescita economica a livello nazionale e locale hanno determinato un aumento del gettito a favore delle grandi municipalità di Istanbul e Smirne. In aggiunta a questo, la gestione dinamica delle aziende municipalizzate ha reso più agevole la gestione delle pressioni sulla spesa e ha consentito di consolidare ampi surplus operativi. Per altro verso, tuttavia, gli ambiziosi programmi di investimento perseguiti dalle due città hanno indotto l’accumularsi di un forte debito: a fine 2011, l’indebitamento diretto e indiretto di Istanbul e Smirne ammontava, rispettivamente, a 3,8 miliardi di USD e a 718 milioni USD, all’incirca pari al 108% e all’84% delle corrispondenti entrate operative dell’anno. Fra i fattori che dovrebbero calmierare la situazione in prospettiva, Moody’s ha citato sia un approccio prudente agli investimenti, sia la strategia, seguita dalla municipalità di Istanbul, di fare leva sulla propria ampia dotazione patrimoniale per ridurre il fabbisogno di finanziamento. Anche l’upgrade di TOKI è legato al miglioramento del rating sovrano, dato il suo status di soggetto sostanzialmente pubblico e il proprio ruolo di ente per la realizzazione dei piani edilizi del Governo. Inoltre, TOKI ha sperimentato risultati finanziari positivi, grazie sia all’espansione delle 8 attività, sia al limitato indebitamento. In prospettiva, Moody’s ritiene che TOKI dovrebbe riuscire a realizzare il vasto insieme di commesse del suo portafoglio senza un eccessivo onere in termini finanziari, in un contesto di legislazione stabile e di supporto e controllo da parte del Governo centrale. Per quanto riguarda i futuri sviluppi, si ricorda che di fatto il rating e l’outlook delle grandi municipalità e di TOKI sono strettamente correlati a quelli dell’emittente sovrano: variazioni di quest’ultimo sono destinate a riflettersi in maniera pressoché diretta sui primi. Fra i fattori di rischio potenziale, oltre al già citato eccessivo ricorso all’indebitamento per gli investimenti, vi è anche la possibile emersione di consistenti poste fuori bilancio. (fonte Addetto Finanziario ad Istanbul) ENERGIA • Firmato l’Accordo Intergovernativo turcoturco-azero per il progetto di gasdotto TANAP. È stato firmato il 26 giugno scorso ad Istanbul l’Accordo intergovernativo turco-azero relativo alla realizzazione del Trans-Anatolian Natural Gas Pipeline Project (TANAP), che fa seguito all’intesa preliminare conclusa sei mesi fa per l’istituzione di un apposito consorzio. I negoziati, la cui conclusione era attesa entro aprile, si sono poi protratti a causa della molteplicità dei punti in discussione, essendo incluso nell’Accordo Intergovernativo anche l’Host Government Agreement. Il TANAP, il cui valore è stimato attorno ai 7 miliardi di USD e la cui costruzione dovrebbe iniziare entro la fine del 2013 (o al massimo all’inizio del 2014) per essere completata in sei anni, è finalizzato al trasporto di 16 bcm di gas naturale proveniente dal giacimento azero di Shakh Deniz 2, dei quali 6 bcm destinati alla Turchia ed i rimanenti 10 bcm destinati al mercato europeo. Nel corso della cerimonia, cui hanno partecipato il Premier turco Erdoğan ed il Presidente azero Aliyev, assieme ai rispettivi Ministri dell’Energia e ai top manager delle aziende sopra menzionate, il Primo Ministro Erdoğan ha tenuto a sottolineare l’importanza del progetto non solo per la collaborazione strategica esistente tra Ankara e Baku nel settore dell’energia (che conta già su due progetti di capitale importanza come l’oleodotto Baku-Tblisi-Ceyhan ed il gasdotto Baku-Tblisi-Erzurum) ma anche quale riaffermazione del ruolo primario di Turchia e Azerbaijan nella realizzazione del cosiddetto Corridoio Sud, contribuendo in tal modo in maniera determinante alla propria sicurezza energetica e a quella del continente europeo, con il quale l’Azerbaijan consolida il proprio legame organico proprio attraverso la Turchia (nelle parole dello stesso Erdoğan). ANNUNCI E GARE • Workshop Emilia Romagna, organizzato dalla Camera di Commercio Italiana in Turchia. La Camera di Commercio Italiana in Turchia, in collaborazione con CNA Reggio Emilia, organizza incontri bilaterali con le aziende italiane, che avranno luogo nei giorni 12-13 luglio 2012 ad Istanbul. Da parte italiana, parteciperanno agli incontri aziende operanti nei settori della meccanica, dell’alluminio, dell’elettronica e della meccanica di carpenteria. Gli interessati agli incontri bilaterali con le aziende italiane o 9 con quelle turche potranno contattare alla Camera di Commercio la Sig.ra İpek Erden Ulusöver ([email protected]) al numero telefonico +90 212 244 22 68 entro il 1 luglio 2012. • 6º Censimento dei Luoghi del Cuore” promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Il Ministero degli Affari Esteri italiano informa che, sino al 31 ottobre 2012, è possibile partecipare, attraverso il sito web www.iluoghidelcuore.it, al 6º “Censimento dei Luoghi del Cuore”, per la prima volta aperto ai cittadini di tutto il mondo. L’iniziativa promossa dal FAI - Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è stata lanciata nel 2003, riscuotendo anno dopo anno grande successo e superando ogni aspettativa. Scopo dell’iniziativa è quello di testimoniare come il nostro Paese, con la sua storia millenaria ed il suo patrimonio d’arte e natura, incanti l’animo di ogni viaggiatore, diventando spesso la seconda patria per ciascun cittadino del mondo. Ed è proprio ai cittadini di ogni nazionalità, italiana o estera, che si rivolge il censimento, che invita a segnalare il proprio luogo italiano del cuore (un giardino, dimora, bosco, isola, campanile, chiesa, sentiero…) da tutelare e proteggere. L’iniziativa si propone di individuare, nel nostro immenso patrimonio culturale, artistico, storico e naturale, i luoghi più amati dai cittadini di tutto il mondo e raccogliere più segnalazioni possibili: attraverso il sito web sopra indicato, con le cartoline (disponibili in tutte le filiali di Intesa Sanpaolo e le Banche del Gruppo, presso le Delegazioni ed i Beni FAI sul territorio) e con la raccolta di firme spontanee organizzata da Comitati e Associazioni locali. Quante più persone si mobiliteranno spontaneamente per un luogo, tanto più il FAI potrà agire nel concreto per dare seguito alla segnalazione, sollecitando le competenti Istituzioni locali, nazionali ed internazionali, affinché mettano a disposizione le forze necessarie per salvaguardarlo, o intervenendo direttamente, quando possibile, nel suo recupero. • Nuovo modello di invito per i visti per affari. Le Autorità italiane hanno informato che è stato predisposto un nuovo modello di lettera di invito per affari, che dovrà essere utilizzato d’ora in poi dalle imprese italiane che invitano stranieri per motivi di affari e che contiene tra l'altro anche l'avviso obbligatorio relativo al Diritto di informazione sui dati inseriti nel Visa Information System, di cui all'articolo 37 del Regolamento (CE) n. 767/2008. Il modello in questione è scaricabile anche dalla pagina web dell’Ambasciata al link http://www.ambankara.esteri.it/NR/rdonlyres/91A7B652-3458-48CE-A951D9D2C1CD394D/18152/Moduloaffari.doc. INDICATORI MACROECONOMICI • Crescita del PIL. Dopo una chiusura del 2008 con una crescita pari all’1,1%, nel 2009 il PIL ha risentito pesantemente della crisi finanziaria internazionale (-4,8%), registrando tuttavia una netta inversione di tendenza nell’ultimo trimestre, segnale che la ripresa economica era cominciata. Questa tendenza si è poi confermata fin dai primi mesi del 2010 con un +9,2%, cui ha fatto seguito una crescita del PIL nel 2011 pari all’8,5% (12% nel primo trimestre, 8,8% nel secondo, 8,2% nel terzo, 5,2% nel quarto). 10 • Inflazione annua: La forte contrazione dell’attività economica ha determinato nel 2009 un calo sensibile dell’inflazione anche in Turchia, attestatasi a fine anno al 6,53%. Il 2010, che ha fatto registrare un andamento altalenante, si è concluso con un tasso di inflazione pari al 6,4%, il più basso registrato negli ultimi 41 anni e inferiore all'obiettivo dichiarato dal Governo per quell’anno del 7,5%. Dall’inizio del 2011, dopo aver toccato il valore minimo storico a marzo 2011 (3,9%), l’inflazione è tornata a crescere, e l’anno si è chiuso con un tasso di inflazione a due cifre pari al 10,45% lontano dalle previsioni del Programma a Medio Termine 2012-2014 nel quale il Governo turco aveva previsto un tasso di fine 2011 del 7,5%. • Interscambio con l’Italia: Dopo essersi posizionata nel 2010 al quarto posto nella graduatoria dei Paesi partner della Turchia con un interscambio pari a 16,7 miliardi di dollari (di cui 10,2 miliardi di esportazioni e 6,5 miliardi di importazioni), anche nel 2011 l’Italia si è confermata quarto partner commerciale del Paese, dopo Germania, Federazione Russa, Cina e subito prima degli Stati Uniti, con un interscambio che ha raggiunto la cifra di 21,3 miliardi di dollari (record assoluto nelle relazioni italo-turche, +28% rispetto all’anno precedente) ed articolato in esportazioni pari a 13,45 miliardi di dollari (+32,63%, quinto Paese fornitore) ed importazioni pari a 7,85 miliardi di dollari (+20,76%, quarto mercato di sbocco per le merci turche). A fine 2011 il saldo era ancora una volta attivo per l'Italia e ammontava a 5,6 miliardi dollari. Nei primi cinque mesi del 2012 l’Italia è al sesto posto nella graduatoria dei Paesi partner, dopo Germania, Federazione Russa, Iran, Cina e Stati Uniti, con un interscambio pari a 8,04 miliardi di dollari (-11,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) articolato in esportazioni italiane pari a 5,4 miliardi di dollari (-0,8%, sesto Paese fornitore) ed importazioni dalla Turchia pari a 2,6 miliardi di dollari (-26,8%, quinto mercato di sbocco per le merci turche). Il saldo è attivo per l'Italia e ammonta a 2,7 miliardi di dollari. BORSA DI ISTANBUL Borsa di Istanbul (IMBK-100): 62986 punti al 4 luglio 2012 (0.42 %) CAMBIO al 5 luglio 2012: 1 Euro = TL 2,2661 1 USD = TL 1,8019 A cura di: Patrizia Falcinelli Capo dell’Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara Irene Castagnoli Vice Capo dell’Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara Redazione: Francesca Lo Magro Ufficio Economico e Commerciale 11 dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara In collaborazione con: Zeynep Demirtaş Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata d’Italia ad Ankara 12