NOTIZIARIO DEL CIRCOLO FOTOGRAFICO LA GONDOLA IL CIRCOLO, FONDATO NEL 1948, E' B.F.I. DAL 1987 ANNO XXV luglio/agosto 2000 numeri 9-10 questo foglio rappresenta lettera circolare, inviata gratuitamente su richiesta e diffusa in 500 copie PUBBLICITÀ’, ETICA E FOTOGRAFIA calendario di settembre Il gran divorzio, dunque, si è consumato; sabato 29 aprile, dopo diciotto anni di jointventure commercial/creativa, l'azienda Benetton e Oliviero Toscani si sono definitivamente separati. Ne parlo come sempre in prima persona, affrontando argomenti non canonici e altamente opinabili, dopo che altre due volte (handicap e Venezia) sono intervenuto su queste pagine a dire la mia sulle “male fatte” fotografiche dell’ineffabile Oliviero. Ma la vicenda testè conclusa ha generato tante e tali implicazioni, non solo sul piano fotografico, da rendere inevitabile un ulteriore e sperabilmente definitivo ritorno sull’argomento. Sin dall’inizio delle campagne pubblicitarie Benetton si era voluto far credere, chissà perché, che il fine commerciale, cioè il profitto, passasse in second’ordine rispetto al profilo "etico" dell'operazione, vale a dire la denuncia, senza ipocrisia e infingimenti, dei mali e misfatti della nostra società ov- - tutte le serate di settembre saranno dedicate alla visione e critica delle opere dei Soci - martedì 26 settembre parte di buon mattino la spedizione in Croazia (vedasi articolo a pagina 3) - si rammenta che per andare in Croazia non serve il passaporto: basta la carta di identità valida per l'espatrio vero l’amplificazione di situazioni generalmente riservate ai sentimenti “privati” della collettività. Perché imprenditori capaci ed intelligenti come i Benetton avrebbero dovuto d’un colpo abbandonare il tradizionale “modus operandi” pubblicitario per avventurarsi in un terreno minato qual’è la comunicazione sociale? Avrebbero potuto, ad esempio, creare una fondazione per i reietti di ogni colore, un centro di ricerca per malattie rare o dar vita a iniziative filantropiche di ampio consenso. E ancora, se proprio fotografia sociale doveva essere, perché non affidarsi ad altri autori già ampiamente speri- mentati sulla materia, penso a Salgado o Berengo Gardin oppure, a ritroso nel tempo, a Eugene Smith o Lewis H. Hine, nelle cui immagini si trovano una profondità di messaggio e una ampiezza di valori universalmente riconosciuti? Si è voluto invece ricorrere a situazioni ed episodi di grana grossa, volgari nella proposta e di una facile e talvolta triviale metafora. Ne ricordiamo alcuni: il cavallo nero che “monta” la cavalla bianca (squisito auspicio di congiunzioni interrazziali), il neonato, sporco di sangue e con il cordone ombelicale attaccato, contro un muro di preservativi (vedi cosa succede a non usare il condom?), il bacio fra un prete e una suora (sarebbe ora che costoro si sposassero!), il morto ammazzato di mafia,e così via sino a giungere ai primissimi piani di perfetti sconosciuti che una didascalia ci informa essere dei condannati a morte. Perché dunque Toscani, con queste foto, e non Salgado? Perché sotto c’è una precisa azione pubblicitaria, tesa a raggiungere, attraverso immagini di facile lettura e di sicura (?) presa, il target prefissato dall’azienda Benetton. Chi compra i maglioni è una fetta di pubblico ben individuata dal marketing che con queste immagini shock intende far ricordare anche il marchio; un pubblico necessariamente ampio, di profilo culturale e intellettuale, diciamo così, medio, tale da recepire senza difficoltà il messaggio della foto di Toscani piuttosto che quello di Salgado. La pretesa funzione sociale della campagna Benetton è quindi facilmente smontata; solo mero fine commerciale che tuttavia viene salvato da Omar Calabrese (1) per il quale “i messaggi shock hanno dato un’identità all’azienda”. Affermazione, questa, molto pericolosa; se per farsi ricordare è necessario ricorrere all’azione traumatica si deve purtroppo ammettere che la miglior ”promotion” del XX° secolo sia appartenuta senza alcun dubbio ad Adolf Hitler. Un' ancora di salvezza potrebbe tuttavia venire dal fatturato; se la provocazione aves(1) (2) se generato sostanziosi incrementi delle vendite, a nulla varrebbero le recriminazioni. Tutto soggiace alla logica del profitto. Ma neanche sotto questo profilo le cose sono andate benissimo, tant’è che appena i mercati americani hanno iniziato il boicottaggio degli “stores” Benetton a causa delle foto dei condannati a morte, la casa di Ponzano, sublime esempio di coerenza aziendale, ha pensato bene di prendere le distanze da Toscani in via definitiva. Sull’efficacia di questa campagna, infine, si è recentemente espresso un consesso di trenta fra i migliori marketing directors italiani (2) che, fra le cinque iniziative pubblicitarie più in voga, ha giudicato quella di Benetton/Toscani la più brutta, meno efficace e meno redditizia; in compenso, la più provocatoria ma al tempo stesso la meno creativa. Tutto male, dunque, per Benetton e Toscani e tutto bene per gli altri? Non è cosi; fermo restando il principio che il fine ultimo della pubblicità è quello di far vendere il prodotto, non credo ci siano maggiori responsabilità civili e morali per Benetton piuttosto che per Barilla o Perugina. Forse la pubblicità propugnatrice di stili di vita irraggiungibili e chimerici, che sfrutta bassamente sentimenti e desideri e spinge a modelli di consumo aberranti e ineludibili non ha "eticamente” pari responsabilità? Repubblica del 30.4.2000 pag. 26 Sole / 24 Ore del 19.6.2000 pag. 41 E’ quindi dall’azione pubblicitaria in generale che le distanze vanno prese; una pubblicità oggi giunta al parossismo produttivo che sta letteralmente uccidendo la comunicazione sociale parlata, vista e scritta, in una commistione perversa fra realtà e finzione e quella al servizio di questa al punto da non poter quasi più distinguere dove finisca l’una e inizi l’altra. Da tutto ciò ci si può difendere solo con un pensiero forte, una capacità di giudizio che ci consenta di scegliere o rifiutare; cosa non facile in una società che ha progressivamente azzerato ogni archetipo morale e ogni principio etico in nome di un affrancamento dei costumi e dei comportamenti che spesso significa solo degrado. A Toscani non si rimprovera di aver fatto gli interessi di Benetton “ad ogni costo”; gli rimproveriamo di aver offeso la nostra intelligenza e quel che resta della nostra capacità di discernimento che per le "majors” è evidentemente ridotta al lumicino. In uno spot fra i più in voga Paolo Rossi (il comico) candidamente afferma: ”Lo so che prima facevo la pubblicità a Stream ma a casa mia ho sempre visto D+”; vale a dire vi ho ingannato per mesi (e forse sto continuando a farlo!). Non pretendiamo altrettanto da Toscani, ma almeno non ci tratti da deficienti; se in questo crepuscolo di civiltà abbiamo qualcosa da salvare è quell’autonomia di pensiero che fino a nuovo ordine ci distingue ancora dagli animali. MANFREDO MANFROI re Sandro; al neo-nonno (uno dei pochi del Circolo, nonostante l’età media dei soci) le congratulazioni della Gondola. SI CHIUDE LIBRI RICEVUTI Venerdì 14 luglio la Gondola alza i remi e va in cavana; si conclude così la stagione 1999/2000 che è stata densa di impegni, di appuntamenti e di soddisfazioni. A tutti i soci, Ordinari e Onorari, alle loro famiglie, agli amici che ci leggono, un cordiale "buone vacanze” e un arrivederci a venerdì 8 settembre, quando riapriremo i battenti. Dal Sig. BOTTAN ROBERTO vice Presidente degli Artigiani mestrini, riceviamo il bel volume “MOVING, il viaggio e il movimento nella fotografia di LIFE” tratto dalla mostra omonima testè conclusasi negli spazi degli Scavi Scaligeri a Verona; un grazie per il bel dono e un arrivederci per future collaborazioni. AVVISO IMPORTANTE Martedì 26 settembre, a cura del Centro Arti Visive diretto dall’amico Virgilio Giuricin, si inaugurerà a Rovigno un’antologica della Gondola; è la prima fuori dei confini nazionali dopo moltissimi anni e molti Soci hanno espresso il desiderio di partecipare all’evento. Si partirà al mattino del 26 con pernottamento a Rovigno e ritorno il giorno successivo; per organizzare bene il trasporto (con autovetture di alcuni soci) ma soprattutto il soggiorno (serve una prenotazione anticipata) è indispensabile che chi intende partecipare lo comunichi al Presidente a stretto giro di Notiziario. AFFERMAZIONI DEI NOSTRI SOCI PIERGIORGIO BONASSIN espone “Rivisitazioni” dal 15 al 22 luglio presso il centro AGFA, Fotoamatori Galluresi di Arzachena (Sassari) GIOVANNI CARLO SALA ha inaugurato il 17 giugno scorso presso la Galleria Due Colonne di Via Poerio (Mestre) la personale “Sri Lanka” GIORGIO NICOLINI presenta “L’America” dal 1 al 31 luglio presso Photomarketin Via Giustizia a Mestre; assieme ad altri fotografi espone “ReligioNostra” presso l’Abbazia di Sesto al Reghena (PN) Curiosità fotografiche di tempi passati: LIETI EVENTI FOTOGRAFICI l’altro Yul Brynner di Giorgio Giacobbi E’ nato LUCA RIGHETTO, nipote del nostro ConsiglieYul è conosciuto dal pub- blico dei teatri e del cinema, pochi però conoscono Yul Brynner fotografo di tutto rispetto. Ricordo una sua personale a Parigi attorno agli anni 60 in una galleria, se la memoria non mi tradisce, di Rue Lamotte-Picquet. Cinquanta fotografie, ritratti stupendi di attori sul set, ma anche “tranches de vie” di sapore squisitamente patois. Yul, figlio di poveri emigranti ebrei russi, scolaro tredicenne in un collegio francese dal quale se ne scappò dimostrando fin da ragazzo la sua determinazione e l’insofferenza per le convenzioni, si unì alla compagnia teatrale dei suoi compatrioti Georgy e Ludmilla Petoeff. Poi azzardò il grande passo e sbarcò negli U.S.A. e nelle città dalla East Coast alla WestCoast si esibì da saltimbanco, trapezista, uomo di circo, per passare poi, fu la sua grande vocazione, alla TV e al teatro; memorabile la sua interpretazione nel ruolo del Re del Siam in “The King and I” la commedia musicale che tenne cartellone a Broadway per parecchi anni. E poi attore di cinema fra i più grandi. E fu proprio sui set a Hollywood che con la sua Leica cominciò a scattare fotografie nei momenti di relax della troupe e durante la lavorazione dei films. Nelle sue immagini fotografiche non convenzionali appare chiaro il suo proposito di voler smitizzare l’attore, quel mostro sacro che il pubblico ditutto il mondo conosce e adora. Le sequenze quasi cinematografiche di Sophia Loren che interpreta una scena del film "Houseboat" ci restituiscono la vera seducente sensualità carnale della attrice napoletana, tipica femmina mediterranea. Il magnifico ritratto poi di Deborah Kerr ripresa con il viso aperto e chiaro ad una irrefrenabile risata di gioia prende forma non soltanto nel volto nobile della bella attrice inglese ma in tutto il suo corpo, nella posizione delle lunghe braccia e nelle affusolate, delicate mani che evocano carezze e sognati paradisi. Yul Brynner, attore, fotografo, immagine fotografica lui stesso quale appare nella foto di Inge Morath. Caro, buono e cordiale Yul, anche se poi sul set si trasformava in uomo duro, rude e implacabile come nel mai dimenticato “I Magnifici 7". Finzioni e magia del cinema e grande maestria dell’attore. Ma l’autentico, romantico e melanconico, l’altro Brynner si svela soltanto nella sua fotografia che fu il grande e forse inappagato amore della sua vita. giugno 2000 G. Giacobbi. F O N D A Z I O N E CASSA DI RISPARMIO DI VENEZIA I SOCI DEL CIRCOLO FOTOGRAFICO LA GONDOLA SI RIUNISCONO OGNI VENERDI' ALLE ORE 21 PRESSO LA SEDE SOCIALE ALLA GIUDECCA - C/O CENTRO CIVICO