Giovedì 10 marzo 2016 | Il #PdF contro il trollismo cattolico È stato variamente dichiarato, dai fondatori del Popolo della Famiglia, che questa nuova formazione del cattolicesimo militante in politica si ispirerebbe alla lezione grillina. Se questo è vero quanto alla forma (che è la partecipazione), non lo è più quanto alla sostanza (che è l’antipolitica): quest’ultima pare invece riprodotta da certa parte del mondo cattolico con la vocazione della prefica di Emiliano Fumaneri C’ era da aspettarselo. Solo qualche anima bella che ignora o sottovaluta l’infinita litigiosità del cosiddetto “mondo cattolico” poteva aspettarsi che la nascita del Popolo della Famiglia sarebbe stata pacificamente accolta come una filiazione non certo esclusiva (e chi lo pretende?) ma almeno legittima del Family Day. Qualche schizzo di bile acida deve aver lambito anche il povero padre Livio di Radio Maria, tanto da spingerlo martedì, nella consueta rassegna stampa della mattina, a proverbiare da par suo i seminatori di zizzania e le malelingue. È successo che fin da subito i cercatori di pagliuzze, dimentichi della trave evangelica, han sgranato il rosario dei misteri contumeliosi affannandosi ad affastellare odiose illazioni sulla “sciagurata” impresa del duo Adinolfi-Amato. Immancabili, e perfino scontate, le trite e ritrite accuse di carrierismo. Ma non sono mancati i politologi della domenica e i professorini bizzosi lesti a gufare evocando lo spettro dei partitini dello zero virgola qualcosa: in testa la lista single-issue di Giuliano Ferrara e “Io amo l’Italia” di Magdi Allam. Qualcuno ha riciclato anche malignità della prima ora come l’“indegnità morale” del divorziato risposato Adinolfi. Un testimonial assai poco spendibile, sentenziano i moralizzatori in servizio permanente effettivo, per la causa della famiglia. Qua e là è ritornata in circolo anche la vecchia teoria del complotto renziano. Mario Adinolfi, secondo questa tesi, sarebbe al soldo del premier, unito a lui da un diabolico patto. Il PdF, dicono i complottardi, è figlio di una oscura macchinazione che si prefigge il naufragio del Family Day. Che la reazione alla nascita del PdF abbia dato vita a un’ondata di trollismo cattolico è preoccupante e mostra l’imprescindibilità di un ritorno all’impegno politico. Il trollismo infatti è una specie di marker tumorale, segnala la presenza di una patologia. E il nome di questa malattia è “antipolitica”. Né il direttore né Gianfranco Amato hanno fatto mistero di essersi ispirati – sul piano operativo – al movimento grillino. Il PdF, leggiamo nell’intervista di Mario Adinolfi al Corriere della Sera, nasce come una sorta di grillismo cattolico. Il nuovo movimento vuol farsi latore di un grillismo dal volto umano, nato dal basso e intessuto non solo di reti virtuali, bensì di relazioni personali, tra esseri umani con un volto e un nome. L’obiettivo, ambizioso, è di dare un’anima al #BOLOGNA | SENTENZA DEL CDS BLOCCA IL TAR: OK ALLE BENEDIZIONI DI PASQUA di MIRKO DE CARLI C i mancava solo questa. Il Consiglio di Stato ha sospeso la sentenza del Tar Emilia-Romagna che si era dichiarato contrario alle benedizioni pasquali nelle scuole elementari Carducci e Fortuzzi alle medie di Lavinia Fontana. Tutto era partito da una ricorso, accolto dal Tribunale amministrativo regionale, promosso da un’associazione di genitori ed insegnanti con cui si chiedeva la sospensione di una delibera del collegio docenti che autorizzava le benedizioni pasquali a scuola durante l’orario extrascolastico. Davvero stucchevole leggere le reazioni di alcuni insegnanti che adducono alle motivazioni del Tar la loro contrarietà alla sospensione decisa dal Consiglio di stato: una sentenza che aveva stabilito che i riti religiosi non si potevano celebrare nelle scuole ed in tutti i luoghi pubblici. A sostegno di ciò si porta anche il fatto che solo il 10% della popolazione scolastica partecipò l’anno scorso alla benedizione Pasquale. A Bologna si certifica plasticamente un fatto dominante ormai nel mondo occidentale: escludere la dimensione religiosa dai luoghi di vita pubblica. Bene ha detto l’Arcivescovo Mons. Zuppi: ‘Escludere la dimensione religiosa dalla scuola e pensare di ridurla a una sfera meramente individuale non contribuisce all’affermazione di una laicità correttamente intesa’. Infatti mi domando: quale fastidio può destare una festività religiosa riconosciuta dallo Stato italiano? Perché di questo si tratta: si viola l’art.19 della Costituzione italiana e non si realizza alcuna tutela nei confronti delle festività cattoliche riconosciute dalla nostra Repubblica. Foto: Fotogramma da scena della lapidazione in “Brian di Nazareth” (1979) dei Monty Python Apriti cielo, pochi minuti dopo l’annuncio del nuovo soggetto politico e già il gregge di Pietro si era tramutato nel campo di Agramante! Tanto i social network quanto alcuni siti d’area brulicavano di gogne mediatiche imbastite in quattro e quattr’otto dallo sforzo congiunto di mordaci cattoindignados e di cavillosi polemisti. Non c’è dubbio: si tratta di trollismo, la marea montante del trollismo cattolico. #quotidiano contro i falsi miti di progresso grillismo, del quale si adotta (parzialmente) il metodo (mobilitazione dal basso secondo la modalità della rete) ma non lo spirito antipolitico. Grillo e Casaleggio hanno catalizzato con abilità gli umori malsani prodotti dai guasti della società radicale di massa, ma non hanno in alcun modo diagnosticato l’origine della patologia né indicato una terapia per guarirla. Si può dire anzi che il grillismo abbia aggravato la malattia. Il Popolo della Famiglia, all’opposto, non nasce come polo di aggregazione di una massa risentita. Non si serve del risentimento, cioè del sintomo di una patologia, per coagulare un esercito elettorale. Nel suo DNA sono presenti tanto la diagnosi della patologia (radicalismo di massa) quanto la terapia (resistenza di popolo che si costituisce come soggetto politico ispirato dalla dottrina sociale cristiana). Viceversa, le reazioni scomposte di un certo mondo cattolico palesano una volta di più la sua sudditanza nei confronti dell’antipolitica. Esso mostra così di non avere alcun progetto, limitandosi a seguire la logica oggi imperante dello sciame digitale, la massa antipolitica per eccellenza. I promotori del ricorso al Tar parlano di ‘libera Chiesa in libero Stato’: perfetto. Nessuno chiede di celebrare ogni settimana la Santa Messa in un’aula di una scuola pubblica: quello che si chiede è di potere celebrare il rito Pasquale riconosciuto dallo Stato italiano. Con il massimo rispetto per tutti: infatti le benedizioni pasquali vengono fatte in orario extrascolastico e con la partecipazione libera di studenti e famiglie. Altrimenti perché i nostri ragazzi che frequentano le scuole italiane sono a casa durante il ponte Pasquale? Perché si è convenuto che debbano semplicemente riposare? No di certo. Perché lo Stato, la cui architrave costituzionale fu creata da uomini retti e di buon senso dopo la seconda guerra mondiale, ha avuto l’umiltà e l’intelligenza di riconoscere ciò che c’era già prima: festività cattoliche e famiglia naturale in primis. pace di sovvertire o anche solo di mettere in dubbio i rapporti di potere dominanti. Esso è capace solo di scatenare tempeste furiose (dette significativamente “shitstorms”) contro singole persone, facendone oggetto di scherno o di scandalo. Per questo il potere non teme affatto lo sciame, una moltitudine disorganica incapace di marciare in una direzione e di compattarsi per passare all’azione collettiva. Al contrario, oggi le élites dominanti hanno tutto l’interesse a propiziare la trasformazione degli oppositori in sciame digitale, vale a dire in una calca destrutturata, costitutivamente antipolitica. La figura più tipica dello sciame digitale è il troll, quella specie di sadico guastatore che abita il mondo della rete. I navigatori della rete sanno per esperienza che esistono diverse tipologie di troll. Il principe dei trolli è il cosiddetto “hater”, il rancoroso che odia tutto e tutti. L’hater è un vetrioleggiatore virtuale che esiste solo per attaccare e deridere senza pietà. Nella versione “cattolica” il troll predilige però, nemmeno a dirlo, la variante più acidognola, quella che s’ammanta di virtù: Lo sciame digitale, ha scritto il filosofo tedesco-coreano Byung-Chul Han, è una specie di assembramento senza riunione composto da individui isolati e autosegregati, una massa di solitari seduti davanti allo schermo del computer. Esso non possiede un’anima unificante come le folle solite radunarsi in grandi spazi fisici (come il Circo Massimo o Piazza San Giovanni). È una massa senz’anima o spirito contraddistinta da una estrema volatilità, una formazione instabile e volatile che si dissolve con la stessa rapidità con cui si è formata. È questa stessa fugacità a impedire lo sviluppo di energie politiche. Lo sciame digitale non sviluppa un senso del “noi”, non dà luogo a un collettivo stabile. Perciò è inca- il troll moralista. Tipicamente il troll moralizzatore è un soggetto che fa le pulci. È un puntiglioso collezionatore delle pagliuzze incastonate nell’altrui bulbo oculare, sempre per stare all’immagine evangelica. Né l’hater né il moralista intendono dialogare. Il loro scopo è far male. Il troll è una specie di avvelenatore di pozzi impegnato a screditare, a delegittimare con sadica aggressività qualche personaggio pubblico (ad attirare i troll sono spesso i personaggi più che i temi). Il trollismo moraleggiante non è altro che un aggiornamento del «partito devoto» sferzato da Péguy: la compagine di coloro che per innalzare se stessi devono abbassare tutto quel che li circonda. È quel cristianesimo impregnato di una religiosità fin troppo umana, impegnato a essere “buono” contando solo sulle proprie forze. E che fatalmente finisce per annaspare nelle torbide acque del moralismo, riducendosi a far mostra di uno sterile eticismo. Un partito di troll si condanna all’infecondità del qualunquismo. E questo è certamente il modo peggiore, in assoluto, per dare seguito al Family Day. n Qui il problema è una altro: sfruttare la stagione dei falsi miti di progresso e delle ipocrite e pretestuose battaglie per i cosiddetti diritti civili per eliminare il fatto religioso dalla vita pubblica del paese. Non è un caso che, i questi giorni, scoppia anche la polemica per le benedizioni pasquali in Comune a Bologna. Spett.le Intel Media Pubblicità s.r.l. Via S. Antonio, 30 70051 BARLETTA (BA) alla c.a. n. fax Barletta, 23 aprile 2015 Ns. Rif.: C201500791/P201501102/SER/LU01 OGGETTO: Prenotazione spazi pubblicitari (Legale) Con la presente Vi preghiamo di prenotare il seguente spazio pubblicitario: Testata La Croce #quotidiano Inerente il ns. cliente: N° Moduli Data Pubblicazione 1 (1 X 1) 28 aprile 2015 Impon. Euro 35,00 Comune di Seravezza Via XXIV Maggio 22 55047 Seravezza (LU) P. IVA: 00382300465 CF ed avente per oggetto esito: servizi di trasporto scolastico Vi informiamo che la fattura relativa alla pubblicazione in oggetto e completa del giustificativo di stampa dovrà essere intestata alla ns. società (P.IVA n. 04656100726) con pagamento a 90 gg. d.f.. Distinti saluti. INFO S.r.l. Nelle torri di piazza Liber Paradius, dal 14 al 16 marzo, sono in calendario le benedizioni pasquali per i dipendenti comunali. La protesta parte dall’Uaar giustifica la propria contrarietà col fatto che le benedizioni andrebbero svolte in orario extralavorativo e non negli uffici comunali. A questo punto rivolgo un appello all’Uaar e ai promotori del ricorso al Tar emiliano-romagnolo: perché non imbracciare la battaglia costituzionale di eliminare le festività cattoliche dalla Costituzione italiana invece di rendersi ridicoli con battaglie di retrobottega come quelle già messe in campo? Perché il punto è questo. Si vuole stravolgere il concetto di laicità dello Stato rendendolo sempre più simile ad ateismo di stato. Tutto ciò che a che fare con la fede (cattolica) non può essere ammesso nei luoghi pubblici e nella vita pubblica. #quotidiano contro i falsi miti di progresso www.lacrocequotidiano.it Organo dell’Associazione “Voglio la Mamma” R oma al numero 235/2014 del 21 ottobre 2014 ISSN: 2420-8612 EDITORE: Social Network s.r.l.s. - Piazza del Gesù 47 - 00186 Roma registrato al tribunale di DIRETTORE RESPONSABILE: Mario Adinolfi [email protected] REDAZIONE: Piazza del Gesù 47 - 00186 Roma CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PER LA PUBBLICITÀ COMMERCIALE: Media Place s.r.l., Via della Moscova 6/8, 20121 Milano tel. +39 0229060342 Via Antonio Cantore 5, 00195 Roma tel. +39 0695583350 Per info su abbonamenti e inserzioni pubblicitarie scrivere a: [email protected] Per la tua pubblicità legale su La Croce contatta Intel Media Pubblicità s.r.l.: [email protected] tel. +39 0883347995 fax. +39 0883390606 seguici su www.facebook.com/lacrocequotidiano Stessa dinamica vista per le unioni civili: il matrimonio non più come il luogo dei diritti e dei doveri di un uomo ed una donna ma il luogo del desiderio temporaneo di due soggetti contraenti (che rassomigliano sempre di più ad oggetti di quel desiderio). Questo è il mutamento antropologico in corso nel paese ed in tutto l’occidente. La partita in gioco è dunque grave e di vastità enorme: non possiamo esimerci dal prenderne parte. Per questo Il Popolo della Famiglia a Bologna plaude alla sospensiva del Consiglio di Stato e si farà ‘difensore civico’ di tutte quelle famiglie e dipendenti pubblici che, desiderosi di ricevere le benedizioni pasquali in calendario, troveranno ostacoli o pressioni indebite esercitate da qualsivoglia associazione locale o nazionale. La politica ha il dovere di tornare a difendere i propri valori costitutivi e la propria identità incardinata nei principi costituzionali: la libertà religiosa, intesa anche come rispetto delle festività cattoliche riconosciute in Costituzione, va difesa a spada tratta. Compromessi non sono tollerabili. Noi saremo in prima linea a Bologna per questo.