La pubblicità degli occhiali da sole sui periodici e i suoi riflessi sulle vendite ha un altissimo indice di diffusione, ma soprattutto di lettura, questi produttori hanno il 90% di presenza sulle 61 pagine pubblicate nelle quali compaiono, in misura molto modesta, anche altre aziende di produzione. Dall’analisi compiuta scaturiscono molti dettagli sulle strategie di comunicazione delle singole aziende, ma in questa sede ci interessava soprattutto evidenziare i riflessi che queste campagne possono avere sui comportamenti degli ottici e sull’andamento delle vendite degli occhiali da sole che è uno dei loro principali problemi gestionali. I cinque produttori citati commercializzano, in Italia, stando alle informazioni direttamente disponibili, 99 brand fra quelle di proprietà e quelle gestite su licenza. Di queste le brand pubblicizzate sono soltanto 27, quindi molto meno di un terzo di quelle che vengono proposte agli ottici. Fra quelle pubblicizzate i modelli presentati sono 41 rispetto alle migliaia di modelli che vengono proposti, nell’ambito delle collezioni, due volte l’anno agli ottici. P.O. Professional Optometry ha esaminato un campione delle campagne pubblicitarie di cinque produttori di occhiali da sole, realizzate sull’inserto “IO DONNA” del Corriere della Sera La stampa periodica, come abbiamo potuto rilevare dall’articolo sulla pubblicità dell’accessorio moda, l’occhiale da sole, che compare su questo numero di P.O. Professional Optometry, rappresenta il principale canale attraverso il quale l’industria delle montature comunica con i consumatori, ma non solo, perché la pianificazione delle campagne pubblicitarie è anche uno degli argomenti di vendita principali nei rapporti con gli ottici. Il periodo esaminato dalla ricerca è quello a cavallo del Mido che coincide con il momento focale della presentazione zioni e con le decisioni degli otti sto delle nuove collezioni. Sono stati raccolti i dati relativi a gne effettuate fra la metà di april zio di giugno su “Io Donna” da: Allison, De Rigo, Luxottica, Marc Safilo. Queste cinque aziende controllan una quota di mercato dominante in Italia e sono leader, particolarmente Luxottica e Safilo, in molti altri paesi dove alcuni di lor come è noto, controllano impo catene di distribuzione. Natural questi marchi sono anche i main stor pubblicitari con una quota pari all’80% di tutti gli investim del settore. Nel campione esam su “Io Donna” - mezzo che, essend distribuito con il Corriere della Sera ) $! ! ' ! &&&" ! (%## " MARKETING 6 i Marcello Lipp ALVIERO MARTINI - 2 USCITE - SOLE DONNA SISLEY - 3 USCITE - SOLE DONNA BELSTAFF - 1 USCITA - SOLE DONNA · sette pagine di pubblicità, relative a tre brand, si rivolgono al consumatore con una motivazione più o meno articolata come quella della Mont Blanc e di Persol o estremamente sintetica come quella di Salvatore Ferragamo: in tutti i casi si fa un uso massiccio all’inglese - nota costante dell’ottica peraltro - con la conseguente ulteriore segmentazione del target e scarsa incisività della comunicazione della ragione d’acquisto; · in due pagine della pubblicità del brand Sting, i volti dei due modelli (un uomo e una donna) sono privi di occhiali e sono truccati per visualizzare ill concetto “your personal designer”; · le immagini riprodotte sulle pagine pubblicitarie coincidono, nella maggior parte dei casi, con quelle utilizzate sui materiali di merchandising nelle vetrine e nei punti di vendita ottici; · ovviamente, considerato il periodo e il mezzo usato, la presenza di pubblicità per montature da vista o occhiali da sole da uomo, è del tutto marginale. Le conclusioni che si potrebbero trarre sono numerose, ma avrebbero bisogno di essere valutate nell’ambito di un campione più ampio. Certamente emerge la complessità del rapporto Brand e modelli pubblicizzati sono una piccola punta dell’iceberg della produzione che dovrebbe orientare le scelte del consumatore e aiutare il sell-out selettivo dai punti di vendita ottici. Si deve tener conto naturalmente che i produttori nazionali ed esteri presenti sul mercato italiano sono molto di più di quelli rilevati nella pubblicità presa in esame. Se si entra nel dettaglio della comunicazione emergono strategie di comunicazione non molto diverse da produttore a produttore nell’impostazione e nell’elaborazione dei concept pubblicitari che possono essere così riassunti: · tutte le pubblicità sono a pagina intera quasi sempre nella pagina di destra; · in tutta la pubblicità compare sempre la brand, non sempre il codice e la descrizione del modello presentato e il nome del produttore; · su 53 pagine esaminate 7 hanno come elemento di comunicazione la foto e il nome di testimonial quali: Moran Atias, Brian Adams, Halle Berry e Asia Argento. Si tratta di testimonial rivolti a un target di consumatori molto definito, per età e tendenze, che esclude la fascia più interessante per gli ottici quella del sole vista, composta da una popolazione di ametropi ultra quarantenne; MARKETING 8 MARKETING 9 modello supera le pochissime unità vendute. La complessità e l’ampiezza dell’offerta di montature non hanno finora consentito una disciplina efficace dell’organizzazione dell’offerta, neanche dove sono stati applicati i principi del category management. I riflessi più pesanti di questo scollegamento fra produzione e capacità di assorbimento del mercato si ha sulla gestione degli ordini. Da una ricerca che abbiamo effettuato su un campione di ottici medio/grandi è risultato che, nella prima settimana di giugno, periodo di conclusione della rilevazione, il numero medio di ordini “aperti” (consegna parziale delle montature ordinate) era di 4/5 per fornitori, con situazioni in cui l’ordine più vecchio risaliva al 2005. In questo quadro è difficile definire un rapporto razionale fra vendite, giacenze e acquisti e quindi programmare i flussi di prodotto lungo la filiera come si fa in quasi tutti gli altri settori economici. L’evoluzione in corso del sistema distributivo, in cui al rapido sviluppo delle catene si associa la crescita di nuove aggregazioni, determinerà inevitabilmente una nuova fase dei rapporti fra industria, gruppi e catene della distribuzione al cui centro ci saranno, oltre, naturalmente, alla contesa sugli spazi di controllo delle risorse, temi come quello di un maggior equilibrio fra offerta, capacità di assorbimento del mercato e investimenti in pubblicità e strumenti di trade marketing e merchandising. L’attenzione al “media” punto di vendita cresce con il crescere del peso della distribuzione e con la creazione di nuovi strumenti di merchandising, oltre la consueta cartotecnica. fra produzione e mercato in termini di equilibrio fra domanda e offerta e la conseguente efficienza del sistema. In particolare l’impostazione complessiva della comunicazione sembrerebbe contribuire all’eccessivo frazionamento delle quote di mercato per brand e modello che si evidenzia in tutta la sua importanza quando si esaminano i movimenti di magazzino, anche di punti di vendita ottici di grande dimensione, da cui risulta che nessun MARKETING 10