S t u d i o Va l f r è Dal 1998 lo Studio Valfrè lavora su tre settori: pubblicità, editoria ed Internet. Noi pensiamo che la comunicazione di una azienda debba essere integrata quanto più possibile e siamo in grado di presentarci come referente unico, per garantirvi coordinamento ottimale ed un risparmio di tempo e denaro. In questo portfolio troverete esempi del nostro lavoro ed alcune nostre riflessioni su come affrontare questi aspetti fondamentali per la comunicazione della vostra azienda. Pubblicità Dal box sui giornali alla brochure completa, l’offerta prende forma e si presenta. Editoria Il libro, che sia di carta o elettronico, vivrà per sempre. Noi seguiamo tutte le fasi del processo, dal foglio bianco al file pronto per la stampa. Internet Il web si evolve ad una velocità impensabile: per questo noi non lo perdiamo mai di vista. Dal sito vetrina alla presenza coordinata sui social media, l’ottimizzazione per i motori di ricerca ad un completo strumento di lavoro per l’azienda. Editoria Nel 1999 abbiamo cominciato a lavorare sulla nostra prima rivista e da allora non ci siamo più fermati. Oggi assistiamo i nostri clienti nello sviluppo di prodotti editoriali seguendo il processo in ogni passaggio. Il lavoro di sviluppo ed art direction non ha barriere ed è necessario saper lavorare con più soggetti e a distanza, spesso con tempi ridotti a disposizione. Sappiamo che il cliente in noi non cerca solo idee, ma anche la capacità e l’affidabilità indispensabili per seguire progetti complessi. Dal foglio bianco alla carta stampata è un viaggio bellissimo. Mi Cuba 2008 20x20 cm; 272 p; b/n e colore Mediane Editore Layout & artwork Federico Fellini 2009 20x20 cm; 304 p; b/n e colore Mediane Editore Layout & artwork Sophia Loren 2009 20x20 cm; 272 p; b/n e colore Mediane Editore Layout & artwork I protagonisti del cinema italiano 2009-2010 15x20 cm; 96-112 pp; b/n e colore Collana Mediane Editore Layout & artwork Cosmic Step 2 2010 15x20 cm; 112 pp; colore Mediane Editore Layout & artwork Walter Chiari - Un animale da palcoscenico 2011 20x20 cm; 304 pp; colore Mediane Editore Layout & artwork INTRODUZIONE: GENIUS LOCI INTRODUCTION: GENIUS LOCI “Solare ed espansivo come i pugliesi, matto ed esagerato come i veneti, entusiasta e generoso come i milanesi”: questa la definizione “geografica” spesso usata per introdurre Walter Chiari, il primo comico “globale” dell’Italia moderna, il primo ad abbandonare completamente il retaggio dialettale e localistico, innovando profondamente il modo di far ridere. La definizione segue passo per passo la biografia familiare degli Annicchiarico, questo il vero nome poi abbreviato in Chiari perché troppo lungo sulle locandine. Da Andria i genitori emigrarono a nord facendo tappa a Verona, dove l’8 marzo 1924 ebbe i natali il secondogenito Walter (preceduto da Osvaldo e seguito poi da Benito). Quando gli Annicchiarico approdarono definitivamente a Milano il vivace ragazzino non aveva che 7 o 8 anni. Fu un giro d’Italia forzato che lasciò certo una traccia nel Dna del futuro attore. Superare la dimensione vernacolare non significò infatti, per l’istrionico Walter Chiari, non conoscere e non usare il dialetto, ma anzi dominare perfettamente i dialetti, a partire dai suoi (il pugliese, il veneto, il meneghino) per allargarsi poi all’idioma dell’amata Romagna e via via a tutti gli altri dello stivale, tanto da arrivare a sostenere lunghi monologhi comici in torinese o siciliano senza la minima difficoltà. La definizione “geografica” apre quindi ad una più significativa definizione “linguistica”, perché la vera chiave dell’arte di Walter Chiari è il dominio assoluto del linguaggio, dunque della parola e quindi della cultura teatrale. Il padre Carmelo Annicchiarico era un funzionario di Pubblica Sicurezza originario di Grottaglie, la madre Enza, cui Walter da buon italiano sarà sempre legatissimo, era maestra elementare. L’ascendente familiare crea in Chiari un felicissimo connubio tra cultura “bassa” e “alta”, un legame che lui riuscirà per sempre a mantenere armonioso tra “popolare” e “nobile” (magari saltando volentieri l’anello di congiunzione, ovvero “borghese”). Uomo colto nel senso di onnivoro e curioso di tutto, Chiari poteva buttare lì, nello stesso contesto la Premio Efebo d’Oro 2011 22 23 Streisand diretti da Herbert Ross, mentre in Italia Chiari, che ne detiene per alcuni anni i diritti, la porta in scena per un’altra stagione con la stessa partner e nel 1969/70 in una seconda edizione adattata ad Alida Chelli, che il 23 marzo ’69 Walter aveva sposato. Adattamento non facile, sia pure in luna di miele, tanto che il debutto, a Trieste, de Il gufo e la gattina seconda edizione non va nel migliore dei modi. Ecco il racconto di Walter in una intervista su Il Piccolo: “Una prima indimenticabile, nella quale Alida, non accettando la mia regia e per lo stress dell’esordio, litigò con me, per cui la sera della prima mi presentai al pubblico dicendo: ‘Signori la commedia è a due personaggi: il gufo, che sarei io, e la gattina, che sarebbe la mia signora, che però è senza voce per le prove. Per cui lo spettacolo è rimandato.’ Credendo ad una presentazione walteriana paradossale, la gente rise. E ogni mio tentativo di spiegazione fu vano, per cui alla fine decisi di recitare tutto da solo. E nessuno se ne andò.” Chiari riprenderà lo spettacolo ancora diverse volte nel corso degli anni ’70 e ’80 con Patrizia Rende, Patrizia Caselli, Ivana Monti e Lory Del Santo, l’ultima in ordine di tempo, nella stagione 1990/91. Walter nei panni di Sadik e sotto in una pubblicità del ’69 p. 81 il cast di Un mandarino per Teo (1960) Walter in the role of Sadik, and below, in a ’69 commercial p. 81 the cast of Un mandarino per Teo (1960) 80 GLI ANNI ’70 ALLA ROMAGNOLA Per amore di Cesarina (1976) p. 244: Son tornate a fiorire le rose (1975) Progetti per il cinema? “Per ora niente in programma. È spiacevole dirlo, ma il cinema, dove accade di tutto, è zeppo di falsi moralisti. Fanno film come gli ultimi sexy. Così ammucchiano le amichette e poi diventano sussiegosi. Chi pensa a me? ‘Chiari? Chi, quello che è stato a Regina Coeli?’ Invece io sono il primo, l’unico attore italiano che ha sempre messo il cinema dietro il teatro, l’unico che ogni anno ha fatto compagnia.” (intervista del settembre 1971). Brutto decennio gli anni ’70 per Walter Chiari, in particolare per la carriera cinematografica. L’arresto del 1970 e i clamori mediatici che ne sono seguiti hanno chiuso le porte della televisione e anche i produttori di cinema evitano di rischiare col suo nome. Gli resta il teatro, dove può ricominciare da zero. Mentre le buone occasioni che gli vengono offerte per tornare sul set durante il decennio si contano sulle dita di una mano. Tra l’altro, sia il tipo di comicità che i moduli di produzione cinematografici sono inevitabilmente cambiati e Chiari comincia ad apprire inadeguato sia all’una che agli altri. Per una curiosa coincidenza in molti dei film degli anni ’70 Walter recita con un forte accento romagnolo, spesso nel ruolo, più o meno problematico, del marito, che tanto era distante da lui nella vita privata. 81 the one and only Italian actor who has always put cinema behind theater, the only one who has put together a cast of players every year.” (September 1971 interview). The ’70s were a bad decade for Walter Chiari, especially for his film career. Being arrested in 1970 and the consequential media clamor, closed doors to television, and filmmakers avoided taking chances with his name. Theater is the only thing left, and from there he can start again. Only a scanty handful of good deals were offered to him to return to the set during the decade. Among other things, the type of comedy and the inevitably changed film production standards put Chiari in a not suitable position now. Funny enough, in the 70s, Chiari has a strong Romagna accent in his roles; furthermore, he often plays the hubby, not his thing at all in private life. Per amore di Cesarina (1976) p. 244: Son tornate a fiorire le rose (1975) Per amore di Cesarina Per amore di Cesarina di Vittorio Sindoni, cast: Valeria Moriconi, Gino Bramieri, Cinzia Monreale (It., 1976). Un ex partigiano cinquantenne (Chiari), nome di battaglia Stalin, gestisce con la moglie e la figlia la Pensione “Tornerai” di Cesenatico, accogliendo di preferenza tedeschi. Per caso incontra dopo 30 anni l’ex compagno di brigata (Bramieri) con la bella figlia ventenne Cesarina. Ben scritta da Sindoni con il drammaturgo Ghigo De Chiara, una commedia divertente ma non priva di mezzitoni, con dialoghi sempre accurati che non scadono troppo nel pecoreccio. Il personaggio di Chiari, ancorché stereotipato (a cominciare dall’accento romagnolo) è un sensibile ritratto di uomo di mezz’età (“meglio una “Sunny and outgoing as Apulia people, mad and largerthan-life as the Venetians, enthusiastic and generous as the Milanese.” This is the ‘geographical’ definition often used to introduce Walter Chiari, the first ‘global’ comedian of modern Italy, the first to distance himself from the dialect and local heritage completely, and radically innovate the way to make people laugh. This definition follows step by step the Annicchiarico family’s biography, the real name later shortened to Chiari to fit the poster size. From Andria, his parents moved to northern Italy, stopping in Verona, where on March 8th, 1924 their second son Walter was born (preceded by Osvaldo and followed by Benito). When the Annicchiaricos finally landed in Milan, the lively boy was only 7 or 8. It was a tour the force of Italy that surely left a mark in the Dna of the future actor. Overcome the merely vernacular dimension did not mean, to histrionic Walter Chiari, not to know or use dialect, but rather to master every dialect perfectly, starting with his own (Apulia, Veneto, Milan) and down to the beloved Romagna and the rest of the Italian boot. Eventually, he’d be able to sustain long comic monologues in Turin’s dialect or in Sicilian, without the slightest difficulty. The term “geographical” opens up a more meaningful definition of “language” because the real key to the art of Walter Chiari is the absolute control of language, therefore of the idiom and then the theatrical culture. Carmelo Annicchiarico, his father, was a police officer originally from Grottaglie, and the mother Enza, whom Walter, typical Italian, will always be very close to, was an elementary school teacher. The family heritage creates in Chiari a happy marriage between “low” and “high” culture, a bond that forever he will be able to maintain harmonious, between “popular” and “noble” (perhaps skipping on purpose the bridge between the two, “bourgeois”). Educated man in the sense of omnivorous and curious about everything, Chiari could throw in the same context a dirty pun and a Shakespeare quote, even in the original language. Among the great postwar Italian actors, he was the one mezz’età che una mezza sega!”). L’interprete è all’altezza della situazione, anche se tende a urlare troppo. Alcuni siparietti da avanspettacolo (il “gramelot” tedesco coi clienti della pensione) e scene più intense si alternano fino alla svolta necessariamente patetica nel finale. Le grazie di Cinzia Monreale, centellinate dal copione, danno un valore aggiunto al film. 242 THE 70s ROMAGNA STYLE Plans for future movies? “Nothing planned yet. It ‘s unfortunate to say, but cinema, where anything goes, is full of false morality. They make films like the recent sexy flicks, pile up girlfriends and then become self-conceited. Who is going to think about me? Chiari who? The guy sent to Regina Coeli prison? Despite them all, I am by Vittorio Sindoni, cast: Valeria Moriconi, Gino Bramieri, Cinzia Monreale (It., 1976). A former partisan in his fifties (Chiari), nom de guerre Stalin, runs with his wife and daughter the Tornerai boarding house in Cesenatico, accepting preferably German clients. By chance, he runs into his former Brigade comrade (Bramirei) after 30 years, there with the beautiful twenty-year-old daughter Cesarina. Well-written by Sindoni alongside playwright Ghigo De Chiara, it’s a fun comedy, yet not without less bright tones, with accurate dialogues never regressing in a much too boorish fashion. Chiari’s part, while stereotypical (the Romagnolo accent to begin with), is the sensitive portrait of a middle-aged man (“better middle-aged than half-assed!”). His acting holds the stage, although he tends to scream a bit too much. Some vaudeville entr’actes (the German “Gramelot” with the boarding house guests) and more intense scenes alternate until the necessarily pathetic turning point toward the ending. The graces of Cinzia Monreale, seeping through the script, add importance to the film. 243 Walter Bonanno lighting designer Catalogo 2005-6 24x28 cm; 112 p; b/n e colore Layout & artwork CEAST Prospetti tecnici 24x28 cm; 112 p; b/n e colore Layout & artwork CD Cover Mediane Editore Layout & artwork Logo e immagine coordinata È il primo impatto dei clienti con l’azienda e, secondo noi, deve parlare dell’azienda stessa, non di chi lo disegna. Ovviamente a parole e’ facile, ma raggiungere il risultato è più complicato: per nuove aziende c’è una immagine del tutto nuova da inventare, mentre per quelle che vogliono solo rinfrescare il marchio hanno una tradizione di cui tenere conto. Disegnare una identità per una azienda è un lavoro complesso, che va ben oltre il disporre lettere e colori su un foglio ma è una delle più belle esperienze che offre il nostro lavoro. Internet La cosa certa è che quello che andava bene due o tre anni fa oggi non basta più. L’invasione dei blog e dei social media ormai sono compiute e dobbiamo gestirle al meglio, mentre analizziamo le nuove tendenze per essere pronti quando arriverà’ la prossima rivoluzione. Un sito completo può essere non solo una vetrina, ma un vero strumento di lavoro per risparmiare tempo e migliorare l’efficienza. Aree specifiche per utenti, intranet, e-commerce possono trasformare un sito in un luogo complesso ma indispensabile per il vostro business. 45 Parallel Consulting Walter Bonanno CEAST SpA Autostrada dei Fiori Centro Ricerche Archeologiche Torino Pubblicità Che sia su un quotidiano nazionale, su una rivista straniera di settore o un filmato 3D per una fiera importante, tutto è comunicazione. Oggi la pubblicità è ovunque, in mille forme, in ogni momento ed e’ importante conoscere queste nuove modalità di comunicare, per declinare al meglio il messaggio sui vari supporti oggi disponibili. Abbiamo avuto la fortuna di occuparci di pubblicità tradizionali così come di forme più moderne ed interattive, dalla carta stampata al video e possiamo farlo anche per voi, integrandoci con la vostra strategia o aiutandovi a svilupparne una nuova. Proprio perché i budget pubblicitari si riducono in questo periodo, è fondamentale sapere di poter ottenere il massimo dal proprio investimento. 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