U NIVERSITA' DEGLI F I SCIE ACOLTA' D NZE C S TUDI DI M M ILANO - F F ATEMATICHE, ORSO DI L AUREA IN B ICOCCA ISICHE E N ATURALI ISICA Laboratorio di Misure Nucleari e Subnucleari Studio della vita media dello stato metastabile del 57Fe Roberto Simone Pinna, Luca Pollastri, Davide Rigamonti Anno Accademico 2011-2012 Indice I Introduzione 3 II Apparato sperimentale 5 1 Scopo 2 Decadimento cobalto 3 3 3 Ramo dello scintillatore 3.1 Catena elettronica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Ramo del fotodiodo 4.1 Catena elettronica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 6 6 8 III Caratterizzazione e ottimizzazione dello scintillatore 10 5 Calibrazione voltaggio 11 6 Calibrazione shaping time 13 IV Ottimizzazione del fotodiodo SiPD 14 V Calibrazione del sistema in coincidenza 17 VI Risultati 20 5.1 Tenendo ssa la centroide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 5.2 Tenendo sso il guadagno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 7 Scelta dei parametri di formatura del segnale 8 Ottimizzazione della tensione di lavoro 9 Linearità TAC+MCA 10 Risoluzione temporale intrinseca 11 Finestre di discriminazione 12 Ritardo del ramo SiPD 1 14 16 17 18 18 19 VII Conclusioni 13 Dicoltà riscontrate e suggerimenti 2 22 22 Parte I Introduzione 1 Scopo Lo scopo di questo esperimento è quello di misurare la vita media dello stato metastabile del 57 Fe, conseguente al decadimento del 57 Co. 2 Decadimento cobalto Il 57 Co è un isotopo radioattivo del cobalto, il quale decade con un tempo di dimezzamento di circa 270 giorni in uno stato eccitato del 57 Fe. Questo decadimento avviene per cattura elettronica in un livello eccitato del 57 Fe precisamente nel 706,42 KeV e 136,47 KeV rispettivamente con una probabilità dello 0,18% nel primo caso e del 99,82% nel secondo. Considerando solamente la transizione più probabile, le uniche due strade per raggiungere il ground state sono attraverso l'emissione di un fotone di 136 KeV oppure di due fotoni di 122 KeV e 14 KeV in sequenza. Figura 2: Righe 57 Co La vita media che ci preggiamo di misurare è proprio quella dello stato metastabile che si ha con l'emissione del quanto da 122 KeV, di cui conosciamo il tempo di dimezzamento teorico, circa 82 ns. 3 Figura 1: Schema decadimento 57 Co 4 Parte II Apparato sperimentale La strumentazione utilizzata nell'esperimento consiste in: - Sorgente di 57 Co con attività nominale 370 kBq - Crate NIM per alimentazione di moduli di elettronica standard - Alimentatore bassa tensione Agilent E3620A - Generatore di impulsi Tektronix AFG 310 - Scintillatore NaI con base preamplicatrice ORTEC Mod 276 - Fotodiodo al silicio (SiPD) - Amplicatore TISCA SILENA Mod 7616 - Fast Filter Amplier ORTEC Mod 579 - Timing SCA Ortec Mod 551 - Scheda Perkin-Elmer ADC/MCA - Oscilloscopio multicanale Tektronix TDS 210 - Time to Amplitude Converter (TAC) ORTEC Mod 457 - Dual Timer CAEN Mod 2255B - TTL-NIM adapter CAEN Mod 89 - Cavi BNC da 50 Ohm e cavi LEMU - PC di controllo 3 Ramo dello scintillatore Il rivelatore a scintillazione è stato usato principalmente per rivelare i raggi γ del decadimento 57 Co →57 F e∗ a più alta energia, 122 e 136 KeV. Il cristallo scintillatore ha un diametro di 2 pollici ed è composto da Ioduro di Sodio drogato al Tallio, con tempo di scintillazione attorno ai 230 ns e λ di emissione a 415 nm. La luce emessa dal cristallo viene raccolta da un fotocatodo che genera elettroni secondari per eetto fotoelettrico, tali elettroni vengono poi moltiplicati da un fototubo a stage multipli. Fotomoltiplicatore e preamplicatore si trovano insieme nella stessa base e come uscite di segnale possiamo utilizzare l'output del preamplicatore oppure l'uscita anodica, quest'ultima presenta caratteristiche temporali migliori. Questo tipo di rivelatore non permette di misurare il gamma da 14 keV associato allo stato metastabile del Fe, poiché è presente un forte rumore a bassa ampiezza dovuto al noise elettronico del fototubo e lo spessore della nestra di alluminio che riveste il cristallo non permette il passaggio alla radiazione di bassa energia. 5 Figura 3: Ramo scintillatore 3.1 Catena elettronica Come misura preliminare dell'esperimento, è stata eettuata una calibrazione per il voltaggio di alimentazione del fototubo, così da valutare il punto di lavoro a cui ottenere le migliori prestazioni del rivelatore in termini di risoluzione energetica. Nella fase di calibrazione è stato utilizzato un amplicatore Ortec 572, questo apparecchio non ha particolari circuiti di ltro del segnale, come invece richiesto per il ramo del fotodiodo, poiché il segnale in ingresso legato al 122 keV viene rivelato in modo ben distinto dal rumore di fondo e lontano dal rumore a bassa ampiezza. Con questo strumento è possibile amplicare l'ampiezza del segnale in entrata da 20x a 500x e scegliere lo shaping time del segnale in un range compreso tra 0.2 e 10 µs. L'uscita dell'amplicatore viene poi inviata al MCA integrato nel PC che permetterà di analizzare lo spettro energetico. Le energie dei fotoni da rivelare sono relativamente modeste, quindi il background ambientale risulta un problema non trascurabile. Per questo motivo attorno alla sorgente è stata costruita una schermatura con mattoni di piombo dello spessore di 5 cm, così da assicurarci di ridurre il fondo ambientale e non avere misure spurie dovute alle altre sorgenti presenti nel laboratorio. Per ridurre la presenza di rumore indotto, abbiamo schermato i cavi di alimentazione e i cavi in uscita dal preamplicatore con uno strato di fogli di alluminio. 4 Ramo del fotodiodo Per misurare il fotone a 14 keV si è usato un fotodiodo a giunzione P-N di silicio, tale rivelatore ha tempi di risposta dell'ordine dei nanosecondi e quindi si presta bene per misure temporali, a patto di avere un basso rumore sul segnale in uscita. 6 Figura 4: Schermatura NaI L'ecienza di rivelazione gamma del fotodiodo è inversamente proporzionale all'energia del fotone. Fino ai 100 keV domina l'eetto fotoelettrico che permette una buona misura dell'energia del fotone, ad energie superiori si ha che l'eetto Compton e il limitato spessore della giunzione impediscono una corretta rivelazione. Il fotodiodo è schermato da una nestra sottile per permettere alla radiazione a bassa energia di raggiungere il volume vivo del rivelatore. La sorgente è stata posta subito dietro questa nestra, un'accortezza particolare è stata presa nel proteggere la nestra del fotodiodo dalla luce ambientale, infatti anche un lieve usso di luce incidente avrebbe provocato la creazione di numerose coppie di cariche nel semiconduttore, coprendo così il segnale legato alla sorgente. Quindi per coprire la sorgente e la nestra è stato applicato uno strato di nastro isolante nero e uno strato di nastro adesivo riettente. Il rivelatore è composto da un fotodiodo con spessore di 300 µm, un circuito di alimentazione e un preamplicatore. Tale sistema è provvisto anche di un ltro per l'eliminazione del rumore, due condensatori con un capo connesso a massa e l'altro connesso al diodo formano infatti un ltro passa banda che taglia il rumore a bassa e alta frequenza. Il rumore a bassa frequenza può essere introdotto dall'alimentazione e dall'induzione dovuta ai 50 Hz della rete elettrica, i segnali ad alta frequenza invece possono essere dovuti al rumore elettronico dei componenti e segnali di transiente. Il fotodiodo invece ha un capo connesso a massa e l'altro capo connesso al preamplicatore, il quale si occupa di raccogliere la carica generata dalla radiazione e convertirla in un segnale in ampiezza. Essendo questo rivelatore molto sensibile al rumore, si è provveduto a schermare i cavi di alimentazione e il corpo del rivelatore con fogli di alluminio, stessa schermatura inoltre è stata adottata con i cavi in uscita dal preamplicatore per garantire una bassa presenza di rumore indotto sui cavi. Inoltre per migliorare 7 Figura 5: Ramo fotodiodo l'accoppiamento elettrico tra i fogli di alluminio e il box metallico che contiene il rivelatore, è stato posto sul corpo del SiPD un blocco di piombo, infatti nelle misure si è notato che una variazione nella resistenza di contatto tra schermatura e box metallico provocava un eetto transiente nei conteggi dello spettro. 4.1 Catena elettronica Il fotodiodo viene polarizzato inversamente con un generatore di tensione continua che lavora tra 0 e 50 Volt. La polarizzazione permette la formazione di una regione priva di cariche estrinseche in prossimità della giunzione P-N, tale regione si comporta come una capacità. Il transito di una radiazione ionizzante in questa zona provoca la generazione di portatori intrinseci che vengono accelerati dal campo elettrico esterno applicato e permettono la collezione delle cariche agli elettrodi. Maggiore è la d.d.p. applicata ai capi del fotodiodo e minore sarà la probabilità di ricombinazione dei portatori di carica, evento che provoca perdita del segnale. D'altra parte, l'aumento della tensione di polarizzazione incrementa la corrente di buio del diodo e il rumore elettronico, inoltre le speciche del rivelatore limitano la tensione applicabile al valore di 50 Volt. L'uscita di preamplicatore del rivelatore è stata connessa mediante un cavo BNC schermato ad un Fast Filter Amplier Ortec 579. Questo amplicatore ci permette di scegliere i tempi di formatura del segnale e di amplicare l'ampiezza, è possibile infatti impostare il tempo di integrazione e di dierenziazione del segnale no a 500 ns e di avere un range di amplicazione compreso tra 15x e 500x. Il circuito di integrazione ci permette di impostare il tempo di salita dell'impulso formato, mentre il circuito di dierenziazione ci permette di scegliere il tempo di discesa dell'impulso formato. 8 Per le misure temporali, in linea teorica, si preferirebbe avere tempo di salita il più breve possibile, tuttavia nelle misure sperimentali non è stato possibile abbassare il tempo di integrazione perché la nostra capacità di distinguere il picco da 14 keV peggiorava sensibilmente. 9 Parte III Caratterizzazione e ottimizzazione dello scintillatore Con la caratterizzazione del NaI, si vuole cercare il punto di lavoro ottimizzando la risoluzione energetica ed il rapporto segnale rumore al variare della tensione di alimentazione e dello shaping time. Per questo scopo, sono state utilizzate due sorgenti campione, quella del 57 Co e del 22 Na esaminando rispettivamente il picco del 122 KeV per il 57 Co e quelli del 511 e del 1022 KeV per il 22 Na. Il primo rivelatore che abbiamo utilizzato era un NaI da 3 pollici successivamente sostituito a causa della sua risoluzione non soddisfacente. Figura 6: Graco calibrazione NaI da 3 pollici Figura 7: Spettro del 57 Co misurato con lo scintillatore 10 5 Calibrazione voltaggio Col nuovo scintillatore, la calibrazione del voltaggio rispetto al picco del 122 KeV è stata eseguita in due dierenti modi: Tenendo ssa la centroide Tenendo sso il guadagno 5.1 Tenendo ssa la centroide Con questo metodo si è cercati di tenere ssa la centroide del picco ad un canale nello spettro, variando il guadagno dell'amplicatore al variare del voltaggio. Figura 8: Graco risoluzione vs voltaggio 5.2 Tenendo sso il guadagno Nella ricerca della miglior risoluzione, abbiamo inizialmente lavorato utilizzando un guadagno di 32,5, ma questo non ci consentiva di raggiungere tensioni superiori ai 750 V. Abbiamo quindi ripetuto le stesse operazioni usando un guadagno minore, pari a 10. 11 Figura 9: Graco risoluzione vs voltaggio Figura 10: Graco risoluzione vs voltaggio Confrontando i risultati dei due diversi metodi di lavoro, è stata scelta una tensione di lavoro pari a 800 V. 12 6 Calibrazione shaping time Nuove misure alla ricerca del punto di lavoro ottimale, sono state svolte variando lo shaping time tra 0,5 µs a 10 µs, per migliorare la risoluzione del picco del 122 KeV. Figura 11: Graco risoluzione vs shaping time Abbiamo scelto quindi uno shaping time pari a 2 µs ottenendo una risoluzione energetica percentuale pari a 7, 96 ± 2 · 10−2 %. 13 Parte IV Ottimizzazione del fotodiodo SiPD Il primo passo nell'ottimizzazione del fotodiodo, è stato quello di separare la strumentazione dedicata al fotodiodo e quella dello scintillatore in due dierenti rack. In precedenza di ciò, infatti, si notava un segnale di rumore periodico veramente importante. Un'ulteriore analisi svolta all'ottimizzazione del sistema, è stata quella di confrontare il segnale di noise variando gli elementi connessi al rack ( TiSCA, TAC, ecc ) e variando il gain dell'amplicatore a cui era collegato il fotodiodo, senza però riscontrare particolari dipendenze e problematiche. Figura 12: Spettro del 57 Co misurato con SiPD 7 Scelta dei parametri di formatura del segnale Variando i parametri di formatura del segnale, si può ottenere una miglior risoluzione temporale ed energetica. Quest' ultima infatti, permette una miglior distinzione del picco rispetto al segnale di rumore a bassa energia. Abbiamo studiato l'andamento della risoluzione (sul picco del 122 KeV ) al variare della τ di derivazione mantenendo costante quella di integrazione a 500 ns, e viceversa. 14 Figura 13: Graco risoluzione vs τ derivazione Figura 14: Graco risoluzione vs τ integrazione Un circuito CR-RC è un ltro passa banda ed è quindi vantaggioso scegliere valori simili della costante di integrazione e di dierenziazione diminuendo la banda passante ( che comprende tutte le frequenze comprese tra 1/τCR e 1/τRC ) per ottenere un miglior rapporto segnale rumore, visibile anche direttamente con sull'oscilloscopio. Abbiamo quindi variato i tempi di formatura ( 200ns o 500ns ) mantenendo costante la condizione τCR = τRC e calcolato la risoluzione percentuale sul picco del 122 KeV. 15 τCR = τRC 200 500 Risoluzione % 3,95 3,08 Tabella 1: Tabella parametri formatura vs risoluzione Abbiamo quindi scelto una formatura τCR = τRC =500ns. In generale sarebbero consigliati tempi di integrazione τRC ridotti, per diminuire il tempo di salita del segnale, utile per misure temporali. 8 Ottimizzazione della tensione di lavoro Considerando che la massima tensione applicabile al fotodiodo sia 50 V, abbiamo studiato la risoluzione energetica del picco del 122 KeV, al variare della tensione di polarizzazione. Figura 15: Graco risoluzione vs tensione Abbiamo quindi scelto come parametri di ottimizzazione per il SiPD una tensione pari a 48 V, considerando il progressivo miglioramento della risoluzione all'aumentare del voltaggio. Si è notato inoltre un'importante diminuzione del rumore per una tensione maggiore di 20 V. 16 Parte V Calibrazione del sistema in coincidenza Per le misure in coincidenza, è stato utilizzato il seguente schema: Figura 16: Schema misura in coincidenza 9 Linearità TAC+MCA Per analizzare lo spettro temporale delle misure in coincidenza è stato usato un modulo TAC Ortec 457, la sua funzione consiste nel convertire intervalli di tempo ∆t in valori di ampiezza V, in modo linearmente proporzionale. Il segnale in ampiezza viene poi letto dal MCA che si occuperà di restituire uno spettro discreto. Prima di eettuare le misure di coincidenza con la sorgente, è stato opportuno vericare che la relazione ∆t tra start e stop in arrivo al TAC e ampiezza del segnale letto dal MCA fosse lineare nel range di interesse. Per misurare la relazione abbiamo utilizzato un impulsatore per generare un'onda squadrata, frequenza 1 KHz e ampiezza 1 Volt. L'uscita dell'impulsatore viene inviata ad un TTL-NIM adapter che si occupa di convertire la forma del segnale da squadrata a NIM come richiesto dalle speciche di ingresso del TAC. L'uscita NIM è stata poi sdoppiata in 2 rami, un ramo è stato connesso direttamente all'entrata di start del TAC e il secondo ramo è stato connesso al dual timer, il quale ci ha permesso di scegliere un ritardo arbitrario da introdurre sul secondo ramo che agirà da stop. Mediante un oscilloscopio sono stati misurati con precisione i ∆t tra start e stop e attraverso la MCA abbiamo studiato i segnali in uscita dal TAC. Le 17 misure sono state svolte in un range di ∆t no a 2 µs e guadagno 1x e 2x, con particolare attenzione all'intervallo [0 − 1] µs, poiché in misura con la sorgente ci si aspetta di avere ∆t intrinseci (legati alle diverse caratteristiche temporali delle catene elettroniche) intorno ai 600 ns. I risultati sperimentali hanno evidenziato una buona linearità del sistema. 10 Risoluzione temporale intrinseca Per studiare l'incertezza temporale intrinseca del sistema, si è utilizzato l'impulsatore per generare un onda squadrata, 1 KHz, 0.6 V da inviare agli ingressi di test dei rivelatori. La congurazione e i parametri strumentali testati sono gli stessi usati per eettuare le misure di coincidenza con la sorgente. L'onda in ingresso nel fotodiodo è stata opportunamente attenuata poiché l'ampiezza di test richiesta dal SiPD è minore rispetto a quella richiesta per lo scintillatore. Lo spettro misurato è una gaussiana, la cui FWHM ci indica la risoluzione temporale migliore raggiungibile con questo setup sperimentale. −3 Il valore ottenuto è stato ∆t . t = 0.283 ± 1 · 10 11 Finestre di discriminazione Il modulo Timing SCA del ramo fotodiodo e il modulo Amp-SCA del ramo scintillatore sono dotati di potenziometri che permettono di regolare le nestre di accettanza dello SCA, queste permettono di selezionare l'ampiezza degli impulsi su cui agirà il trigger, così da generare un impulso logico solo per i segnali lineari che corrispondono alla radiazione da studiare. 18 La calibrazione accurata delle nestre è di grande importanza per ridurre i segnali spuri dovuti al rumore e per avere uno spettro di coincidenza che sia eettivamente correlato con i fenomeni sici da analizzare. Una volta ssati i parametri di guadagno degli amplicatori, l'apertura delle nestre è stata calibrata separatamente per ogni rivelatore utilizzando il segnale dovuto alla sorgente radioattiva. Con il MCA è stato analizzato lo spettro energetico prodotto dal rivelatore e contemporaneamente l'impulso logico prodotto dallo SCA è stato usato come segnale di gate del MCA. In questo modo è stato possibile scegliere i valori opportuni delle nestre, così da isolare il picco di interesse nello spettro energetico. 12 Ritardo del ramo SiPD Se non viene introdotto alcun ritardo arbitrario nel sistema, si ha che il ramo del fotodiodo risulta più veloce rispetto al ramo dello scintillatore, quindi gli impulsi logici correlati al 14 keV arrivano al TAC prima degli impulsi correlati al 122 keV. Tuttavia il Timing SCA del ramo fotodiodo è dotato di un potenziometro che permette di introdurre un ritardo nell'emissione del segnale logico, tale ritardo può essere scelto nel range [0.1 − 1.1] µs. Questa caratteristica ha permesso di scegliere un ∆t arbitrario tra gli impulsi dei due rami, senza dover ricorrere ad altri moduli (ad es. Dual-Timer) che potrebbero introdurre rumore o complicazioni nello spettro. Aumentando opportunamente il valore del ritardo introdotto dal Timing SCA, si è fatto in modo che il segnale dello scintillatore agisca da start per il TAC e il segnale del SiPD agisca da stop, con un ∆t complessivo tra i due impulsi pari a 580 ns. 19 Parte VI Risultati Lo spettro previsto dall'acquisizione del segnale è la convoluzione di una gaussiana e di una funzione esponenziale attesa sulla parte destra della gaussiana stessa. Sono stati acquisiti ed analizzati vari spettri variando il ritardo sul canale del fotodiodo. Per il t delle curve abbiamo scelto di utilizzare root, convolvendo la curva esponenziale con un noise gaussiano: N (t) = C + t − t0 − σ 2 /τ t − t0 σ2 A √ exp(− + 2 ) · [1 + erf ( )] 2 τ 2τ 2σ Calcolando analiticamente la funzione siamo in grado di estrapolare il parametro τ direttamente dalla distribuzione sperimentale. τ = 583, 1 ± 5, 9 canali Avendo a disposizione uno spettro di 2µs in 8192 canali, il fattore di conversione tra canali e ns è 0,24. Otteniamo quindi un vita media pari a: τ = 142, 3 ± 1, 4 ns Figura 17: t spettro 20 Figura 18: Analisi spettro 21 Parte VII Conclusioni Abbiamo misuranto la dierenza temporale tra i fotoni emessi in corrispondenza della creazione e del decadimento dello stato metastabile del 57 Fe ottenuto dal 57 Co. Gli spettri risultanti hanno rispettato le attese mostrando evidentemente la curva esponenziale su fondo gaussiano. La vita media τ ottenuta, pari a 142,3 ± 1,4 ns è consistente con quella teorica che è di 141,4 ns. 13 Dicoltà riscontrate e suggerimenti Nel corso dell'esperimento abbiamo riscontrato del rumore che si presentava casualmente sul segnale proveniente dal fotodiodo quando entrambi i rami utilizzati per la coincidenza erano alimentati dallo stesso rack. Questo problema non si è più presentato una volta separati i rami su due rack diversi. Una dicoltà presentata durante questa esperienza di laboratorio è stata l'eccessiva rumorosità del fotodiodo. Si è riusciti comunque a ridurlo notevolmente isolando la nestra di silicio dalla luce naturale, creando una schermatura di alluminio per il rivelatore e i cavi e un fondo in armaex per ridurre il microfonismo. Un'ulteriore possibile soluzione potrebbe essere inserire un Filtro Passa-Basso tra l'alimentatore ed il preamplicatore. Questo perchè, si è notata l'alta frequenza del rumore di fondo. Riferimenti bibliograci http://www.nucleide.org/DDEP_WG/Nuclides/Co-57_tables.pdf G.F.Knoll, Radiation detection and measurements, 3rd edition, Wiley & Sons. ROOT analysis framework, http://root.cern.ch/drupal/. http://adsabs.harvard.edu/full/1992ApJ...399L.137K 22