DATI DI PROGETTO DI CARATTERE GENERALE Dati necessari per lo sviluppo del progetto Dati assunti per sviluppare il progetto Committente Azienda ULSS 19 ADRIA Piazza degli Etruschi – Adria (RO) Cantiere Via Badini – Via Retratto ADRIA (RO) Attività Nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno Scopo del lavoro Redazione progetto impianto elettrico come identificato all’art. 1 comma 2, lettera “a” e art.5 comma 2 lettera “c” del D.M. 37 del 22.01.08 ed elaborato come richiesto dalla Guida CEI 0-2 fascicolo 2459 G – Tabella B - Classificazione TERBT Principali Leggi di riferimento • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Principali norme impiantistiche di riferimento Principali norme di prodotto di riferimento Vincoli da rispettare D.M.37del 22.01.08 • D.Lgs 81/08 CEI 64-8 • CEI 81-3 CEI 64-8/7 Sez.701 • CEI EN 62305-1/4 CEI 64-8/7 Sez.751 • CEI 103/1 CEI 64-50 • UNI 9795 CEI 64-12 • Tabelle Cei-Unel CEI 17-5 • CEI 23-20 • CEI 23-21 CEI 17-6 • CEI 23-30 CEI 17-13/1 • CEI 23-31 CEI 20-20 CEI 20-22 • CEI 23-42 CEI 20-35 • CEI 23-44 • CEI 23-49 CEI 20-40 • CEI 23-51 CEI 23-3 • CEI 34-21 CEI 23-5 • CEI 34-22 CEI 23-8 CEI 23-9 • CEI 70-1 CEI 23-12 • CEI 92-1 • CEI 96-2 CEI 23-13 • CEI 100-7 CEI 23-14 CEI 23-19 • CEI 12-15 Eventuale normativa Prevenzione Incendi Prescrizioni ASL o altri Enti E ALTRE NORME CEI ANCHE SE NON CITATE Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 1 DATI DI PROGETTO RELATIVI ALL’EDIFICIO Dati necessari per lo sviluppo del progetto Destinazione d’uso Dati assunti per sviluppare il progetto • L’unità immobiliare si articola su due piani composti da : - laboratori - laboratori con predisposizione per camera alloggio con servizio - aula polivalente - segreteria - mensa - disimpegni, corridoi e ripostigli - servizi Ambienti a maggiore rischio in caso • Vedere sezione relativa alla di incendio classificazione Luoghi con pericolo di esplosione • Non sono presenti, impianto termico funzionate in pompa di calore – sarà presente una caldaia a servizio degli impianti sanitari installata all’esterno in copertura. Luoghi conduttori ristretti • non sono presenti Locali contenenti bagni e docce • sono presenti locali con docce DATI DI PROGETTO RELATIVI ALLE INFLUENZE ESTERNE Dati necessari per lo sviluppo del progetto Temperatura minima/massima all’interno degli edifici Temperatura minima/massima all’aperto Formazione di condensa Altitudine (indicare se < o > 1000m) Presenza di corpi solidi estranei Presenza di polvere Presenza di liquidi Tipi di liquido (indicare tra le seguenti gradualità): • trascurabile • possibilità di stillicidio • esposizione alla pioggia • esposizione agli spruzzi • possibilità di getti d’acqua Condizioni del terreno Condizioni di ventilazione • Dati assunti per sviluppare il progetto +5°C / +35°C • -10°C / +40°C • • • • è prevista la formazione di condensa solo nei locali cucine e docce 4 m s.l.m. no no • Acqua • • • • • • • • si all’aperto no no no pianeggiante naturale forzata con estrattore meccanico nei servizi igienici funzionante con l’accensione delle luci e temporizzato per funzionare 5/7 minuti dopo lo spegnimento Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 2 DATI DI PROGETTO RELATIVI ALL’IMPIANTO ELETTRICO • Tipo d’intervento Limiti di competenza Esclusioni Progetto impianto elettrico e speciali comprendente: - impianto di illuminazione - impianto distribuzione f.m. - quadri elettrici - impianto di terra e collegamenti equip. - impianto citofonico - impianto telefonico e trasmissione dati - predisposizione antenna TV-SAT - predisposizione impianto FV - impianto rivelazione incendi • le competenze hanno origine a partire dal gruppo di misura Enel • le competenze terminano alle prese a spina ed alle alimentazioni di : 1. macchine e/o quadri di bordo macchina 2. apparecchi utilizzatori fissi • equipaggiamenti elettrici ed elettronici di macchine DATI DELL’ALIMENTAZIONE ELETTRICA Linea di alimentazione Punto di consegna Tensione nominale Frequenza nominale Potenza prevista in fase di progetto Corrente di cortocircuito Sistema di distribuzione Tensione dei circuiti ausiliari Massime cadute di tensione Sezioni minime dei conduttori Prescrizioni particolari relative agli apparecchi ed ai motori da alimentare Vincoli relativi alla tipologia di componenti elettrici Dati dimensionali relativi alla illuminazione • • • • • • • • • • • • • • • BT in cavo interrato Esterno al fabbricato 400/230V 50±5 % Hz 40 kW max 70 kW (dimensionamento) 16 kA TT* (vedere particolare allegato) 24V c.a. e 12 V d.c. Motori a pieno carico: 4% Motori in avviamento: 12% Illuminazione: 4 % Prese a spina : 4 % Altro: 4% Come da norme CEI Consultare le specifiche tecniche fornite dal costruttore • Attenersi alle indicazioni riportate nei manuali tecnici Laboratori piano terra 500 lux Laboratori piano primo 300 lux Segreteria 300 lux Mensa 300 lux Corridoio, disimpegni 150 lux Servizi 100 lux Si consiglia di attenersi a quanto indicato dalla norma UNI 12464/1 • • • • • • • Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 3 Sistema di distribuzione Il sistema usato per la distribuzione e' il TT dove : T = collegamento diretto a terra di un punto del sistema (neutro) T = collegamento a terra PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA DELLE PERSONE E DELL'IMPIANTO MISURE DI SICUREZZA Gli impianti dovranno essere costruiti in modo da consentire al personale addetto all’esercizio della manutenzione di circolare e di intervenire in sicurezza in ogni punto dell’impianto, secondo le circostanze, nell’ambito dei propri compiti e delle autorizzazioni concesse. Le operazioni specifiche di manutenzione, preparazione dei lavori e riparazioni, che dovranno essere effettuate in prossimità delle parti attive o sulle stesse, dovranno essere eseguite osservando le regole, le procedure e le distanze di lavoro stabilite nelle Norme CEI-EN 50110-1 e CEI-EN 50110-2 “Esercizio degli impianti elettrici”. Le modalità dei lavori, che richiedono autorizzazioni specifiche, sono stabilite dalle norme specifiche. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI Gli impianti dovranno essere costruiti in modo da evitare il contatto non intenzionale con parti attive o il raggiungimento di zone pericolose (zone di guardia) prossime alle parti attive. Si dovranno proteggere le parti attive, quelle con il solo isolamento funzionale, e le parti che possono essere considerate a potenziale pericoloso. La protezione potrà essere ottenuta con misure diverse a seconda che l’impianto sia situato in un’area elettrica chiusa oppure no. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 4 Misure per la protezione contro i contatti diretti Tipi di protezione Sono riconosciuti i seguenti tipi di protezione : • protezione per mezzo di involucri • protezione per mezzo di barriere (ripari) • protezione per mezzo di ostacoli (parapetti) • protezione mediante distanziamento La protezione contro i contatti indiretti mira ad evitare che cedimenti dell'isolamento principale facciano assumere a parti conduttrici un potenziale pericoloso per le persone. PROTEZIONE COMBINATA CONTRO I CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI Protezione mediante bassissima tensione : SELV e PELV La protezione contro i contatti diretti e indiretti è considerata assicurata quando: a) la tensione non supera 50V, valore efficace in c.a., e 120V in c.c. non ondulata. b) L’alimentazione proviene da un sistema SELV o PELV e c) Sono soddisfatte le condizioni di installazione dei circuiti indicate al punto 411.1.3, ed inoltre, quelle di cui in 411.14 per i circuiti SELV, oppure quelle di cui in 411.1.5 per i circuiti PELV Sorgenti per SELV e PELV • un trasformatore di sicurezza rispondenti alle prescrizioni di sicurezza della Norma CEI EN 61558-2-6 (CEI 96-7) • una sorgente che presenta un grado di sicurezza equivalente a quello del trasformatore di sicurezza • una sorgente elettrochimica (es. una batteria) indipendente o separata mediante separazione di protezione da circuiti FELV o da circuiti a tensione più elevata • altre sorgenti indipendenti da circuiti FELV o da circuiti a tensione più elevata (es. un gruppo elettrogeno) • alcuni dispositivi elettronici rispondenti a Norme appropriate per i quali siano stati adottati provvedimenti tali da assicurare che, anche in caso di guasto interno, la tensione ai morsetti di uscita non possa superare i valori sopra specificati. Tensioni superiori ai morsetti di uscita sono tuttavia ammesse, in caso di PELV, se ci si assicura che, in caso di contatti indiretti, la tensione ai morsetti di uscita sia ridotta nel tempo previsto dalla tabella 41 A a valori non superiori a quelli specificati sopra. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 5 Condizioni di installazione dei circuiti Le parti attive dei circuiti SELV e PELV devono essere separate le une dalle altre, dai circuiti FELV e da circuiti a tensione più elevata mediante separazione di protezione. La separazione di protezione tra i conduttori dei circuiti di ogni sistema SELV e PELV ed i conduttori di qualsiasi altro circuito deve essere realizzata ricorrendo ad uno dei seguenti metodi : - mediante conduttori separati materialmente; - con i conduttori dei circuiti SELV o PELV muniti, oltre che del loro isolamento principale, di una guaina isolante; - con i conduttori dei circuiti a tensione diversa separati da uno schermo o da una guaina metallica messi a terra; Circuiti a tensione diversa possono essere contenuti in uno stesso cavo multipolare o in uno stesso raggruppamento di cavi, a condizione che i conduttori dei circuiti SELV e PELV siano isolati, nell’insieme o individualmente, per la massima tensione presente. Le prese a spina SELV e PELV devono soddisfare i seguenti requisiti: - le spine non devono poter entrare nelle prese di altri sistemi elettrici; - le prese non devono permettere l’introduzione di spine di altri sistemi elettrici; - le prese e le spine dei circuiti SELV non devono avere un contatto per il collegamento del conduttore di protezione; - le prese e le spine dei circuiti PELV possono avere un contatto per il collegamento del conduttore di protezione; d) - Prescrizioni riguardanti solo i circuiti SELV Le parti attive dei circuiti SELV non devono essere collegate a terra e neppure a parti attive od a conduttori di protezione che facciano parte di altri circuiti. Le masse non devono essere intenzionalmente collegate: - a terra; - a conduttori di protezione od a masse di altri circuiti elettrici; - a masse estranee Se la tensione nominale supera 25V, valore efficace in c.a., oppure 60V, in c.c. non ondulata, la protezione contro i contatti diretti deve essere assicurata da : - barriere od involucri aventi un grado di protezione non inferiore a IPXXB, oppure - un isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500V, valore efficace per 1 min., o in accordo con le relative norme di prodotto. Se la tensione nominale non supera 25V, valore efficace in c.a., oppure 60V, in c.c. non ondulata, la protezione contro i contatti diretti è generalmente assicurata; le condizioni di influenze esterne che si riscontrano negli ambienti e nelle applicazioni particolari la rendano in certi casi necessaria. (Norma CEI 64-8/7). Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 6 e) - Prescrizioni riguardanti solo i circuiti PELV Quando i circuiti sono collegati a terra e non è richiesto dalla Norma il sistema SELV, si devono soddisfare le prescrizioni seguenti: • La protezione contro i contatti diretti deve essere assicurata da: - barriere od involucri aventi un grado di protezione non inferiore a IPXXB, oppure - un isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500V, valore efficace per 1 min., o in accordo con le relative norme di prodotto • La protezione contro i contatti diretti secondo il punto precedente non è necessaria se il componente elettrico si trova all’interno e all’esterno di un edificio dove sia stato effettuato il collegamento equipotenziale principale e l’impianto di terra e le masse di un sistema PELV siano connesse con un conduttore di protezione al collettore principale di terra e la tensione nominale non superi 25V, valore efficace in c.a., oppure 60V in c.c. non ondulata In ogni caso la protezione contro i contatti diretti non è richiesta se la tensione nominale dei sistemi PELV non supera 12V in c.a. o 30V in c.c. PROTEZIONE MEDIANTE ISOLAMENTO DELLE PARTI ATTIVE Le parti attive devono essere completamente ricoperte con un isolamento che possa essere rimosso solo mediante distruzione. L’isolamento dei componenti elettrici costruiti in fabbrica deve soddisfare le relative Norme. Per gli altri componenti elettrici la protezione deve essere assicurata da un isolamento tale da resistere alle influenze meccaniche, chimiche, elettriche e termiche alle quali può essere soggetto nell’esercizio. PROTEZIONE MEDIANTE INVOLUCRI E BARRIERE Le parti attive devono essere poste entro involucri o dietro barriere tali da assicurare almeno il grado di protezione IPXXB. Le aperture devono essere piccole, compatibilmente con le prescrizioni per il corretto funzionamento e per la sostituzione di una parte. Le superfici superiori orizzontali delle barriere o degli involucri che sono a portata di mano devono avere un grado di protezione non inferiore a IPXXD Le barriere e gli involucri devono essere saldamente fissati ed avere una sufficiente stabilità e durata nel tempo in modo da conservare il richiesto grado di protezione ed una conveniente separazione dalle parti attive, nelle condizioni di esercizio prevedibili, tenuto conto delle condizioni ambientali. Qualora fosse necessario togliere barriere, aprire involucri o togliere parti di involucri, questo dovrà essere possibile solo : • con l’uso di una chiave o di un attrezzo, oppure • se, dopo l’interruzione dell’alimentazione alle parti attive contro le quali le barriere o gli involucri offrono protezione, il ripristino dell’alimentazione sia possibile solo dopo la sostituzione o la richiusura delle barriere o degli involucri stessi, oppure • se, quando una barriera intermedia con grado di protezione non inferiore a IPXXB protegge dal contatto con parti attive, tale barriera possa essere rimossa solo con l’uso di una chiave o di un attrezzo. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 7 Se, dietro un barriera od un involucro, sono installati componenti elettrici che possano ritenere cariche elettriche pericolose dopo che la loro alimentazione sia stata interrotta deve essere previsto un cartello di avvertimento. PROTEZIONE MEDIANTE OSTACOLI Gli ostacoli devono impedire : l’avvicinamento non intenzionale del corpo a parti attive, oppure il contatto non intenzionale con parti attive durante lavori sotto tensione nel funzionamento ordinario Gli ostacoli possono essere rimossi senza l’uso di una chiave o di un attrezzo ma devono essere fissati in modo da impedirne la rimozione accidentale, gli stessi sono destinati ad impedire il contatto accidentale con parti attive ma non il contatto intenzionale dovuto all’aggiramento deliberato dell’ostacolo. PROTEZIONE MEDIANTE DISTANZIAMENTO Parti simultaneamente accessibili a tensione diversa non dovranno essere a portata di mano. Il distanziamento è destinato solo ad impedire il contatto non intenzionale con parti attive. PROTEZIONE ADDIZIONALE MEDIANTE INTERRUTTORI DIFFERENZIALI L’uso di interruttori differenziali, con corrente differenziale nominale d’intervento non superiore a 30 mA, è riconosciuto come protezione addizionale contro i contatti diretti in caso di insuccesso delle altre misure di protezione o di incuria da parte degli utilizzatori. L’uso di tali dispositivi non è riconosciuto quale unico mezzo di protezione contro i contatti diretti e non dispensa dall’applicazione di una delle misure di protezione specificate in precedenza (protezione mediante isolamento delle parti attive e protezione mediante distanziamento). La protezione addizionale mediante l’uso di dispositivi di protezione con corrente differenziale nominale d’intervento non superiore a 30 mA è richiesta : - nei locali ad uso abitativo per i circuiti che alimentano prese a spina con corrente di intervento non superiore a 20 A; e - per i circuiti che alimentano le prese a spina con corrente nominale non superiore a 32 A destinate ad alimentare apparecchi utilizzatori mobili usati all’esterno Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 8 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI PROTEZIONE MEDIANTE INTERRUZIONE DELL’ALIMENTAZIONE Un dispositivo di protezione deve interrompere automaticamente l’alimentazione al circuito od al componente elettrico, che lo stesso dispositivo protegge contro i contatti indiretti, in modo che, in caso di guasto, nel circuito o nel componente elettrico, tra una parte attiva ed una massa o conduttore di protezione, non possa persistere, per una durata sufficiente a causare un rischio di effetti fisiologici dannosi in una persona in contatto con parti simultaneamente accessibili, una tensione di contatto presunta superiore alla tensione di contatto limite convenzionale. Tuttavia indipendentemente dalla tensione di contatto, in alcune circostanze è permesso un tempo di interruzione, il cui valore dipende dal tipo di sistema, non superiore a 5 s oppure a 1 s. MESSA A TERRA Le masse devono essere collegate ad un conduttore di protezione nelle condizioni specifiche di ciascun modo di collegamento a terra. Le masse simultaneamente accessibili devono essere collegate allo stesso impianto di terra. COLLEGAMENTI EQUIPOTENZIALI Le masse devono essere collegate ad un conduttore di protezione nelle condizioni specifiche di ciascun modo di collegamento a terra. Le masse simultaneamente accessibili devono essere collegate allo stesso impianto di terra. Collegamento equipotenziale principale In ogni edificio il conduttore di protezione, il conduttore di terra, il collettore principale di terra e le seguenti masse estranee e/o parti conduttrici devono essere connesse al collegamento equipotenziale principale : - i tubi alimentanti servizi dell’edificio, per esempio acqua e gas; - le parti strutturali metalliche dell’edificio e canalizzazioni del riscaldamento centrale e del condizionamento dell’aria - le armature principali del cemento armato utilizzate nella costruzione degli edifici, se praticamente possibile Quando tali parti conduttrici provengano dall’esterno dell’edificio, esse devono essere collegate il più vicino possibile al loro punto di entrata nell’edificio. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 9 Collegamento equipotenziale supplementare Se le condizioni per l’interruzione automatica indicate in precedenza non possono essere soddisfatte in un impianto o in una sua parte, si deve realizzare un collegamento equipotenziale supplementare che comprenda tutte le masse simultaneamente accessibili di componenti fissi dell’impianto e tutte le masse estranee, comprese le armature principali del cemento armato utilizzato nella costruzione degli edifici, se praticamente possibile. Il collegamento equipotenziale deve essere connesso ai conduttori di protezione di tutti i componenti dell’impianto, compresi quelli delle prese a spina. Quando esistano dubbi sulla efficacia del collegamento equipotenziale locale connesso a terra, si deve accertare che la resistenza R tra ogni massa estranea simultaneamente accessibile soddisfi la seguente relazione : R ≤ UL/Ia dove : Ia è la corrente (in A) che provoca il funzionamento automatico entro 5 s del dispositivo di protezione contro le sovracorrenti Il collegamento equipotenziale supplementare è anche richiesto in alcune Sezioni della parte 7 della norma CEI 64-8, per migliorare la sicurezza anche quando i dispositivi di protezione rispettano i tempi di interruzione dell’alimentazione. In tal caso non è richiesto di soddisfare le condizioni della formula di cui sopra. SISTEMI TT Tutte le masse protette contro i contatti indiretti dallo stesso dispositivo di protezione devono essere collegate allo stesso impianto di terra. Il punto neutro o, se questo non esiste, un conduttore di linea, di ogni trasformatore o di ogni generatore, deve essere collegato a terra, in modo da permettere l’interruzione dell’alimentazione al primo guasto franco su una massa collegata al dispersore di resistenza di terra RE Nei sistemi TT di devono utilizzare dispositivi di protezione a corrente differenziale. Dovrà essere soddisfatta la seguente condizione : RE x Idn ≤ UL dove : RE è la resistenza del dispersore in ohm Ia è la corrente nominale differenziale in ampere Per ottenere selettività con i dispositivi di protezione a corrente differenziale mei circuiti di distribuzione è ammesso un tempo di interruzione non superiore a 1 s. Per ragioni di selettività, si possono usare dispositivi di protezione a corrente differenziale del tipo S in serie con dispositivi di protezione a corrente differenziale di tipo generale. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 10 PROTEZIONE CONTRO GLI EFFETTI TERMICI Le persone, i componenti elettrici fissi ed i materiali, non facenti parte dell’impianto elettrico, fissi, posti in vicinanza di componenti elettrici, devono essere protetti contro gli effetti dannosi del calore sviluppato dai componenti elettrici, o contro gli effetti dell’irraggiamento termico, in particolare per quanto riguarda i seguenti difetti : - combustione o deterioramento dei materiali; - rischio di ustioni ; - riduzione della sicurezza nel funzionamento dei componenti elettrici installati. PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI I componenti elettrici non devono costituire pericolo di innesco o di propagazione di incendio per i materiali adiacenti. Oltre alle prescrizioni della norma CEI 64-8 dovranno essere osservate tutte le relative istruzioni di installazione del costruttore. I componenti elettrici che possono raggiungere temperature superficiali tali da poter innescare l’incendio dei materiali adiacenti, dovranno essere installate in uno dei seguenti modi : - su o entro elementi costituiti da materiali che resistano a tali temperature e che abbiano una bassa conducibilità termica - dietro schermi termicamente isolati che resistano a tali temperature e che abbiano una bassa conducibilità termica - ad una distanza sufficiente a permettere una adeguata dissipazione del calore per evitare che tali temperature possano avere effetti termici dannosi sui materiali la cui conservazione potrebbe venire compromessa da tali temperature, utilizzando supporti di bassa conducibilità termica I componenti elettrici collegati all’impianto in modo permanente che nel loro funzionamento ordinario siano tali da produrre archi o scintille, devono : - essere totalmente racchiusi in elementi di materiale resistente agli archi, oppure - essere schermati, con elementi di materiale resistente agli archi, dagli elementi dell’edificio sui quali gli archi potrebbero avere effetti termici dannosi, oppure - essere installati ad una distanza sufficiente dagli elementi dell’edificio sui quali gli archi o scintille potrebbero avere effetti termici dannosi, per permettere una sicura estinzione degli stessi archi o scintille. I materiali resistenti agli archi da utilizzarsi per queste misure di sicurezza devono essere non combustibili, avere bassa conducibilità termica e presentare un adeguato spessore per assicurare una stabilità meccanica. I componenti elettrici fissi che presentino effetti di focalizzazione o di concentrazione di calore devono essere distanziati da qualsiasi oggetto fisso o da qualsiasi elemento dell’edificio in modo tale da non essere sottoposti in condizioni ordinarie a temperature pericolose. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 11 Quando i componenti elettrici installati nello stesso locale contengono liquido infiammabile in quantità significativa, si devono prendere precauzioni per evitare che il liquido in fiamme ed i prodotti di combustione del liquido stesso si propaghino alle altre parti dell’edificio. I materiali degli involucri disposti attorno ai componenti elettrici durante la messa in opera devono essere in grado di sopportare le più elevate temperature che possono essere prodotte dai componenti stessi. PROTEZIONI CONTRO LE USTIONI Le parti accessibili dei componenti elettrici a portata di mano non dovranno raggiungere temperature tali che possano causare ustioni alle persone. PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE CONTRO LE SOVRACORRENTI I conduttori attivi devono essere protetti da uno o più dispositivi che interrompano automaticamente l’alimentazione quando si produce un sovraccarico o un cortocircuito, con l’eccezione del caso in cui la sovracorrente sia limitata. I dispositivi che assicurano la protezione sia contro i sovraccarichi sia contro i cortocircuiti dovranno essere in grado di interrompere qualsiasi sovracorrente, sino alla corrente di cortocircuito presunta nel punto in cui i dispositivi sono installati. Tali dispositivi di protezione possono essere : - interruttori automatici provvisti di sganciatore di sovracorrente interruttori combinati con fusibili fusibili Dispositivi chi assicurano solo la protezione contro i sovraccarichi - sono dispositivi con caratteristiche di funzionamento generalmente a tempo inverso, il cui potere di interruzione può essere inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto in cui essi sono installati Dispositivi che assicurano solo la protezione contro i cortocircuiti Questi dispositivi possono essere utilizzati quando la protezione contro sovraccarichi sia ottenuta con altri mezzi o quando la protezione contro sovraccarico possa o debba venire omessa. Essi devono essere in grado interrompere ogni corrente di cortocircuito inferiore od uguale alla corrente cortocircuito presunta. Tali dispositivi possono essere : - interruttori automatici con sganciatori di sovracorrente - fusibili di tipo gG od aM i il di di Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 12 PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI SOVRACCARICO Devono essere previsti dispositivi di protezione per interrompere le correnti di sovraccarico dei conduttori del circuito prima che tali correnti possano provocare un riscaldamento nocivo all’isolamento, ai collegamenti, ai terminali o all’ambiente circondante le condutture. Le caratteristiche di funzionamento di un dispositivo di protezione delle condutture contro i sovraccarichi dovranno rispondere alle seguenti due condizioni : Ib ≤ In ≤Iz (1) If ≤ 1,45 x Iz (2) dove : Ib = corrente di impiego del circuito In = corrente nominale del dispositivo di protezione Iz = portata in regime permanente della conduttura If = corrente che assicura l’effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo convenzionale in condizioni definite. Protezioni contro i sovraccarichi di conduttori in parallelo Qualora lo stesso dispositivo di protezione protegga diversi conduttori in parallelo, si dovrà assumere per Iz la somma delle portate dei singoli conduttori, a condizione che i conduttori siano disposti in modo da portare correnti sostanzialmente uguali. Coordinamento tra conduttori e dispositivi di protezione Il coordinamento tra le caratteristiche del circuito da proteggere e quelle del dispositivo di protezione è rappresentato dalla seguente figura: Corrente di impiego IB Portata 1,45 IZ Caratteristiche del circuito IZ IN Corrente nominale IF Corrente convenzionale di funzionamento Caratteristiche del dispositivo di protezione Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 13 In sede internazionale la corrente If è sostituita con la corrente I2: I2 è eguale ad If per gli interruttori automatici e minore di If (valore allo studio) per i fusibili. I valori di If sono definiti nelle relative Norme di prodotto, Quando il sovraccarico è compreso tra Iz e If esso può durare a lungo senza provocare interventi delle protezioni; per questo motivo il valore della corrente di impiego IB deve essere fissato in modo tale che Iz non sia frequentemente superato. Quando il rapporto If/In è maggiore di 1,45 la condizione 2) non corrisponde alla soluzione più economica, dal momento che la conduttura non può essere sfruttata fino alla sua portata Iz. Quando la conduttura abbia lungo il suo percorso tratti con portate differenti (per es. a causa di differenti condizioni di posa), le condizioni 1) e 2) devono essere soddisfatte per la portata inferiore. PROTEZIONE CONTRO LE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO Devono essere previsti dispositivi di protezione per interrompere le correnti di cortocircuito dei conduttori del circuito prima che tali correnti possano diventare pericolose a causa degli effetti termici e meccanici prodotti nei conduttori e nelle connessioni. I dispositivi di protezione contro i cortocircuiti dovranno rispondere alle due seguenti condizioni : il potere di interruzione non deve essere inferiore alla corrente di cortocircuito presunto nel punto di installazione. Sarà ammesso l’utilizzo di dispositivi di protezione con potere di interruzione inferiore se a monte è installato un’altro dispositivo avente il necessario potere di interruzione. In questo caso le caratteristiche dei due dispositivi dovranno essere coordinate in modo che l’energia che essi lasciano passare non superi quella che può essere sopportata senza danno da parte del dispositivo situato a valle e dalle condutture protette da questi dispositivi. tutte le correnti provocate da un cortocircuito che si presenti in un punto qualsiasi del circuito devono essere interrotte in un tempo non superiore a quello che portano i conduttori alla temperatura limite ammissibile. Per i cortocircuiti di durata non superiore a 5 s, il tempo t necessario affinché una data corrente di cortocircuito porti i conduttori alla temperatura massima ammissibile in servizio ordinario alla temperatura limite può essere calcolato, in prima approssimazione, con la formula : √ t = K x S/I dove : t = durata in secondi S = sezione in mmq I = corrente effettiva di cortocircuito in ampere, espressa in valore efficace Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 14 I valori di K considerati nella verifica dell'integrale di JOULE sono: 115 per i conduttori in rame isolati con PVC/Termoplastici 143 per i conduttori in rame isolati con gomma etilenpropilenica e propilene reticolato per i conduttori in alluminio isolati con PVC per i conduttori in alluminio isolati con gomma etilenpropilenica o propilene reticolato corrispondente ad una temperatura di 160°C, per le giunzioni saldate a stagno tra conduttori in rame 74 87 115 Protezioni contro i cortocircuiti di conduttori in parallelo Un unico dispositivo può proteggere contro i cortocircuiti più conduttori in parallelo a condizione che le caratteristiche di funzionamento del dispositivo ed il modo di posa dei conduttori in parallelo siano coordinati in modo appropriato. PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI Protezione contro le sovratensioni di origine atmosferica o dovute a manovre Devono essere prese in considerazione le sovratensioni che possono apparire all’origine di un impianto, il livello ceraunico previsto e il luogo nel quale sono installati e le caratteristiche dei dispositivi di protezione contro le sovratensioni, in modo che la probabilità di incidenti dovuti alle sollecitazioni di sovratensione sia ridotta ad un livello accettabile per la sicurezza delle persone e dei beni, e anche per la continuità di servizio prevista. I valori delle sovratensioni transitorie dipendono dalla natura della rete di distribuzione (sotterranea o aerea) dell’energia elettrica, dalla possibile esistenza di dispositivi di protezione a monte dell’origine dell’impianto e dal livello di tenuta del sistema di alimentazione. Classificazione delle categorie di tenuta all’impulso Le categorie di tenuta ad impulso sono intese a distinguere differenti gradi di disponibilità dei componenti elettrici nei riguardi dell’aspettativa di continuità di servizio richiesta e di un rischio di guasto accettabile. Con la scelta dei livelli di tenuta all’impulso dei componenti elettrici il coordinamento dell’isolamento può essere ottenuto nell’intero impianto riducendo il rischio di guasto ad un livello accettabile, fornendo così una base per il controllo della sovratensione. Un numero caratteristico di una categoria di tenuta ad impulso maggiore di un altro indica una tenuta all’impulso di un componente elettrico superiore e offre la possibilità di una più vasta scelta di metodi per il controllo della sovratensione. Il concetto delle categorie di tenuta all’impulso è utilizzato per i componenti elettrici alimentati direttamente dalla rete. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 15 Descrizione delle categorie di tenuta all’impulso I componenti elettrici aventi tenuta all’impulso di categoria I sono componenti intesi ad essere collegati agli impianti elettrici fissi di edifici quando i mezzi di protezione sono situati al di fuori degli stessi componenti, sia nell’impianto fisso o tra l’impianto fisso ed il componente, per limitare le sovratensioni transitorie al livello specificato. I componenti elettrici aventi tenuta all’impulso di categoria II sono componenti intesi ad essere collegati agli impianti fissi di edifici. I componenti elettrici aventi tenuta all’impulso di categoria III sono componenti che fanno parte degli impianti elettrici fissi di edifici ed anche altri componenti per i quali si prevede un più elevato grado di disponibilità. I componenti elettrici aventi tenuta all’impulso di categoria IV sono componenti destinati per l’uso all’origine, o nella sua prossimità, di impianti elettrici di edifici, a monte del quadro di distribuzione principale. Dispositivi per il controllo delle sovratensioni La necessità dell’impiego di limitatori di sovratensione (SPD) per la protezione contro le sovratensioni dipende dalla valutazione del rischio basata sulla norma CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2), ed applicato nella Norma CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4). Se l’installazione di SPD risulta necessaria non si devono superare i livelli di tensione riportati nella tabella che segue. (tabella 44 A) I componenti elettrici devono essere scelti in modo che il loro valore nominale di tenuta all’impulso non sia inferiore alla tensione di tenuta all’impulso richiesta, come specificato nella Tabella 44 A. Possono essere utilizzati componenti elettrici aventi una tensione di tenuta all’impulso più bassa di quella indicata in tabella, se si può accettare un rischio di danno più elevato. Gli SPD ed i loro mezzi di protezione in serie devono sopportare con sicurezza le sovratensioni transitorie indicate nella norma CEI 11-1. Tensione nominale dell’impianto (*) V 230/400 277/480 400/690 1000 Tensione nominale di tenuta all’impulso richiesta per i componenti elettrici Categoria IV 6 Categoria III 4 8 6 Categoria II 2.5 4 Categoria I 1.5 2.5 Valori di competenza dei progettisti di sistemi o, in assenza di informazioni, possono essere scelti i valori riportati nella precedente linea (*) in accordo con la norma CEI 8-6 Categoria IV – Componente elettrico con tenuta all’impulso molto alta Categoria III – Componente elettrico con alta tenuta all’impulso Categoria IV – Componente elettrico con normale tenuta all’impulso Categoria IV – Componente elettrico con ridotta tenuta all’impulso Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 16 PROTEZIONE CONTRO GLI ABBASSAMENTI DI TENSIONE Devono essere prese adeguate precauzioni se un abbassamento di tensione, o la mancanza ed il successivo ripristino della tensione possono comportare pericoli per le persone o per le cose. Adeguate precauzioni devono essere prese anche quando una parte dell’impianto od un apparecchio utilizzatore possono essere danneggiati da un abbassamento di tensione. Non sono richiesti tuttavia dispositivi di protezione contro gli abbassamenti di tensione se i danni all’impianto o all’apparecchio utilizzatore costituiscono un rischio accettabile e non creano condizioni di pericolo per le persone. I dispositivi che intervengono in caso di abbassamento della tensione possono essere ritardati a condizione che l’apparecchio utilizzatore che essi proteggono può sopportare senza danni interruzioni od abbassamenti di tensione di breve durata. L’utilizzo di contattori, con apertura e richiusura ritardata, non deve impedire l’apertura istantanea di dispositivi di comando o di protezione. Le caratteristiche dei dispositivi di protezione contro gli abbassamenti di tensione devono essere compatibili con le prescrizioni relative all’avvio ed all’uso degli apparecchi utilizzatori. Qualora la richiusura di un dispositivo di protezione può dar luogo a situazioni pericolose, tale richiusura non deve essere automatica CAVI E CONDUTTORI Caratteristiche dei cavi e conduttori Generalmente per la posa entro tubazioni in vista o sottotraccia si utilizzeranno conduttori con tensione nominale 450/750V, mentre per la posa entro canali o cavidotti si utilizzeranno cavi con tensione nominale 600/1000V. I conduttori impiegati nella esecuzione degli impianti dovranno essere contraddistinti dalle colorazioni previste nelle vigenti tabelle di unificazione CEIUNEL; in particolare : − − − − − − conduttore di protezione: giallo/verde conduttore neutro: blu chiaro conduttore di fase linee punti luce: grigio conduttore di fase linee prese: nero conduttore di fase linee prese sotto continuità assoluta: marrone conduttori per circuiti a 12-24-48V: rosso, o verde o altri. Nei cavi multipolari il conduttore G/V non può essere utilizzato come FASE o NEUTRO. Per quanto riguarda i conduttori di fase, dovranno essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto dai seguenti colori: Fase L1 NERO Fase L2 MARRONE Fase L3 GRIGIO Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 17 Per quanto riguarda i cavi per telecomunicazioni, le guaine dei conduttori avranno le colorazioni conformi alle tabelle CEI-UNEL 00712 e 00724. Gli impianti di classe 0 ed i circuiti di comando e segnalazione a 24V avranno i conduttori contraddistinti da colori diversi da quelli sopraelencati in modo da renderli facilmente identificabili e distinguibili da conduttori di impianti di classe diversa. La massima caduta di tensione per ogni circuito, quando sia inserito il carico nominale, non dovrà essere superiore al 4% della rispettiva tensione a vuoto. La densità di corrente nei vari conduttori non dovrà essere mai superiore a quanto disposto dall'applicazione della norme I.E.C. 364-5-523 e UNEL 35024/1. Marcatura cavi Ogni cavo sarà contrassegnato in modo leggibile e permanente con le sigle indicate negli elaborati di progetto, in modo da consentirne l'individuazione. Le marcature saranno conformi alle norme CEI 16-7 art. 3 ed essere applicate alle estremità del cavo in corrispondenza dei quadri e delle cassette di derivazione dorsali con anelli o tubetti porta etichette, ovvero tubetti presiglati o termorestringenti. Connessioni terminali Le connessioni dei cavi comprendono la formazione delle terminazioni ed il collegamento ai morsetti. La guaina dei cavi multipolari sarà opportunamente rifinita nel punto di taglio con manicotti termorestringenti. Le terminazioni saranno di tipo e sezione adatte alle caratteristiche del cavo su cui verranno montate e all'apparecchio a cui verranno collegate; si esclude qualsiasi adattamento di dimensione o sezione del cavo o del capocorda stesso. Ad ogni dispositivo di serraggio di ciascun morsetto non sarà cablato più di un conduttore; l’eventuale equipotenzializzazione avverrà tra i morsetti mediante opportune barrette “di parallelo”. I cavi, presso i punti di collegamento, saranno fissati con fascette o collari, ovvero si utilizzeranno appositi pressacavi, in modo da evitare sollecitazioni sui morsetti di quadri o cassette, ecc. Per le connessioni dei cavi di energia, di comando, di segnalazione e misura, si impiegheranno capicorda a compressione in rame stagnato, del tipo preisolato o protetto con guaina termorestringente. Tipologia dei cavi I tipi dei conduttori da impiegare negli impianti dovranno essere quelli con marchio • unipolari, tipo N07G9-K 450/750V Conduttore – corda flessibile di stagnato Isolante – elastomerico reticolato di qualità G9 Adatti per la posa entro tubazioni in vista o incassate, o sistemi chiusi similari. Adatti per installazioni fissa e protetta su o entro apparecchi d’illuminazione, all’interno di apparecchi e di apparecchiature di interruzione di comando, per tensioni fino a 1000V in corrente alternata o, in caso di corrente continua, sino a 750V verso terra. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 18 • tipo FG7(O)M1, avente le seguenti caratteristiche : - non propagante l'incendio seconda la norma CEI 20-22 III - non propagante la fiamma secondo la norma CEI 20-35 - bassissima emissione di gas tossici e di fumi opachi in caso di incendio - norme CEI 20-37 e CEI 20-38 Dati tecnici : - tensione nominale 0.6-1kV - conduttore a corda flessibile di rame rosso ricotto - isolamento in gomma HEPR ad alto modulo - guaina termoplastica speciale di qualità M1, colore verde • tipo FTG10(O)M1 - RF31-22, avente le seguenti caratteristiche : - resistente al fuoco secondo la norma CEI 20-36 - IEC 331 - non propagante l'incendio seconda la norma CEI 20-22 III - non propagante la fiamma secondo la norma CEI 20-35 - assenza di gas corrosivi in caso di incendio - norme CEI 2037 I e CEI 20-38 - ridottissima emissione di gas tossici e di fumi opachi in caso di incendio - norme CEI 20-37 II - CEI 20-37 III e CEI 20-38 Dati tecnici : - tensione nominale 0.6-1kV - tensione di prova 4kV in c.a. - conduttore a corda flessibile di rame ricotto stagnato con barriera ignifuga - isolamento elastomerico reticolato di qualità G10 - guaina termoplastica speciale di qualità M1 Criteri di dimensionamento dei cavi elettrici I cavi elettrici di potenza dovranno essere dimensionati con il metodo proposto dalle norme IEC 364-5-523, in base alla corrente di impiego, al tipo di posa, al tipo di isolante e al numero di conduttori attivi si dovrà determinare la sezione di ogni singola linea, in modo da soddisfare le esigenze di portata, tenuta al calore dell’isolante (CEI 64-8/5 tab. 52D) e resistenza ai corto circuiti ed i limiti ammessi per caduta di tensione. Quali condizioni normali la norma prevede: • Temperatura ambiente di 30°C per cavi in aria e di 20 °C per cavi interrati. • Assenza di conduttori sotto carico adiacenti a quello considerato. Per condizioni diverse da quelle normali la Norma prevede dei coefficienti correttivi. Sulle varie linee, così dimensionate, si dovranno eseguire le verifiche previste dalla Norma CEI 64-8. Sezioni minime dei conduttori Il dimensionamento dei conduttori attivi dovrà essere effettuato in modo da soddisfare - 1,5 mm2 per i circuiti di illuminazione e terminali; - 2,5 mm2 per i circuiti prese da 10A; - 4 mm2 per i circuiti prese da 16A; - 1,5 mm2 per i circuiti di comando e segnalazione; Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 19 Conduttori di neutro L'eventuale conduttore di neutro avrà la stessa sezione dei conduttori di fase nei seguenti casi: - Nei circuiti monofase a due fili, qualunque sia la sezione dei conduttori; - Nei circuiti polifase (e nei circuiti monofase a tre fili) quando la sezione dei 2 conduttori fase sia inferiore o uguale a 16 mm se in rame. 2 - Nei circuiti polifase i cui conduttori di fase abbiano una sezione superiore a 16 mm (in rame) il conduttore di neutro potrà avere una sezione inferiore a quella dei circuiti di fase (salvo schemi con diversa indicazione) se saranno soddisfatte contemporaneamente le seguenti condizioni: La corrente massima (comprese le eventuali armoniche) che si preveda possa percorrere il conduttore di neutro durante il servizio ordinario non sia superiore alla portata massima ammissibile nel conduttore stesso; La sezione dei conduttore di neutro sia almeno uguale a 16 mm2 se in rame. In ogni caso il conduttore di neutro dovrà essere protetto contro le sovracorrenti. Conduttori di protezione Il dimensionamento dei conduttore di protezione dovrà essere effettuato applicando la seguente formula: I2 t Sp = K dove: Sp = sezione dei conduttore di protezione (in mm2); I = valore efficace della corrente di guasto che può percorrere il conduttore dì protezione per un guasto di impedenza trascurabile (in A); t = tempo di intervento dei dispositivo di protezione (s); K = fattore variabile in base al tipo di conduttore e di isolante; In alternativa a quanto sopra il conduttore di protezione dovrà essere dimensionato in base alla tabella 54F delle norme CEI 64-8/5 cap. 54. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 20 CLASSIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 21 CLASSIFICAZIONE AMBIENTI Nella classificazione degli ambienti si dovrà tenere conto della diversa destinazione d’uso dei locali, del tipo e della quantità di materiali in essi contenuti secondo le tabelle. L’individuazione degli ambienti a maggior rischio in caso di incendio dipende da una molteplicità di parametri quali ad esempio : - densità di affollamento - massimo affollamento ipotizzabile - capacità di deflusso o di sfollamento - entità del danno per animali e/o cose - comportamento al fuoco delle strutture dell’edificio - presenza di materiali combustibili - tipo di utilizzazione dell’ambiente - situazione organizzativa per quanto riguarda la protezione antincendio (adeguati mezzi di segnalazione ed estinzione incendi, piano di emergenza e sfollamento, addestramento del personale, distanza del più vicino distaccamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ecc.) Al fine di definire le caratteristiche dell’impianto elettrico, detti ambienti sono raggruppati come di seguito indicato : ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per l’elevato danno ad animali e cose - Allegato A (CEI 64-8/7 art. 751.03.2) ambienti a maggiore rischio in caso di incendio in quanto aventi strutture portanti combustibili (CEI 64-8/7 art. 751.03.3) ambienti a maggiore rischio in caso di incendio per la presenza di materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito di detti materiali - Allegato B (CEI 64-8/7 art. 751.03.4) Ambienti nei quali avviene la lavorazione, il convogliamento, la manipolazione o il deposito dei materiali infiammabili o combustibili, sotto elencati, quando la classe del compartimento antincendio è pari o superiore a 30. I materiali considerati sono i seguenti : a) materiali, sia allo stato di fibre o di trucioli o granulari sia allo stato di aggregati, per i quali in pratica non si considera una temperatura di infiammabilità (es. carta, legno, manufatti facilmente combustibili, paglia, lana, grasso lubrificante, trucioli. b) materiali aventi temperatura di infiammabilità superiore a 40°C o alla massima temperatura ambiente e non soggetti a lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito con modalità tali da consentire loro il contatto con l’aria ambiente a temperature uguali o superiori a quella di infiammabilità. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 22 ESAME DELL’ATTIVITA’ L’attività in oggetto rientra nei luoghi a maggiore rischio in caso di incendio trattati dalla norma CEI 64-8/7 sezione 751 se : - rientra tra le attività indicate nel D.M. 16/02/82, soggette ai controlli di prevenzione incendi – indicate nell’allegato A della norma CEI 64-8/7 sezione 751.03.2 L’attività in oggetto non rientra tra le attività elencate nel D.M. 16/02/82 - l’ambiente è realizzato con strutture portanti combustibili secondo quanto specificato dalla norma CEI 64-8/7 - Sezione 751.03.3 L’ambiente non è realizzato con strutture portanti in legno - il compartimento presenta una classe antincendio uguale a 30 secondo quanto specificato dalla norma CEI 64-8/7 - Sezione 751.03.4 La norma considera a maggiore rischio in caso di incendio per la presenza di materiale infiammabile o combustibile gli ambienti nei quali avviene la lavorazione, il convogliamento, la manipolazione o il deposito di detti materiali quando la classe del compartimento è pari o superiore a 30. Si procede pertanto alla valutazione del carico di incendio e della classe del compartimento antincendio. CALCOLO DELLA CLASSE DI RESISTENZA AL FUOCO (DM 9/3/07) Norme tecniche di riferimento Questo documento è stato elaborato con riferimento al decreto del Ministero dell'Interno del 9/3/07 "Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco", pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 87 alla Gazzetta Ufficiale n. 74 del 29/3/07 ed entrato in vigore il 25/9/07. Carico di incendio specifico Il carico di incendio specifico è stato valutato, in accordo con il committente, nel seguente modo. Intera struttura assimilabile ad un ostello della gioventù 300 MJ/m² - superficie: 729 m² La superficie in pianta lorda del compartimento è: 729 m² Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 23 Carico di incendio specifico qf = 300,00 (MJ/m²) Classe di rischio di incendio La classe di rischio di incendio del compartimento è: II Le aree presentano un moderato rischio di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da parte delle squadre di emergenza. Misure di protezione Sistemi automatici di rivelazione, segnalazione e allarme di incendio - δn4 = 0,85 CONSIDERATO: che il valore del carico di incendio specifico di progetto è qf,d = 306,00 MJ/m 2 SI ATTESTA: che la classe di resistenza al fuoco del compartimento è: 30 L'impianto elettrico, pertanto, deve essere idoneo per i luoghi a maggior rischio in caso di incendio, secondo la norma CEI 64-8/7, art. 751.03.4 (tipo C). Conclusioni L’attività in oggetto rientra nei luoghi a maggiore rischio in caso di incendio soggetti alle prescrizioni della norma CEI 64-8/7 sezione 751 di tipo C. AMBIENTE A MAGGIORE RISCHIO IN CASO DI INCENDIO LUOGO MARCIO di TIPO “C” soggetto alla norma generale impianti CEI 64-8/7 sez. 751 Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 24 CLASSIFICAZIONE LOCALI CON BAGNI O DOCCE Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 25 LOCALI CON BAGNI O DOCCE L’attività dispone di locali con bagni e docce rientrando nei : LOCALI BAGNI O DOCCE trattato dalla Norma 64-8/7 Sezione 701 Le prescrizioni della presente Sezione sono basate sulle dimensioni di quattro Zone: Zona 0: Volume interno alla vasca da bagno o al piatto della doccia; Zona 1: Volume delimitato dalla superficie verticale circoscritta alla vasca da bagno od al piatto doccia o, in assenza del piatto doccia, dalla superficie verticale posta a 0,6 m dal soffitto della doccia; dal pavimento; e dal piano orizzontale situato a 2,25 m al di sopra del pavimento; se, tuttavia, il fondo della vasca da bagno o del piatto doccia si trova a più di 0,15 m al di sopra del pavimento, il piano orizzontale viene situato a 2,25 m al di sopra di questo fondo; Zona 2: Volume delimitato dalla superficie verticale della zona 1, dalla superficie verticale situata a 0,60 m dalla superficie precedente e parallela ad essa; dal pavimento; e dal piano situato a 2,25 m sopra il pavimento; Zona 3: Volume delimitato dalla superficie verticale esterna della zona 2; dalla superficie verticale situata a 2,40 m dalla superficie precedente e parallela ad essa; dal pavimento; e dal piano situato a 2,25 m sopra il pavimento. Le dimensioni sono misurate tenendo conto della presenza di pareti e ripari fissi. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 26 Particolare classificazione doccia Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 27 0,6m 2,40m ZONA 1 ZONA 3 ZONA 2 ZONA 0 ZONA 2 ZONA 0 ZONA 1 Dimensioni delle zone in pianta ZONA 3 0,6m 2,40m 0,6m a) Vasca da bagno b) Vasca da bagno con parete fissa e con porta che interessa le zone 2 e 3 ZONA 0 ZONA 2 ZONA 3 ZONA 0 ZONA 2 ZONA 3 ZONA 1 0,6m 2,40m ZONA 1 0,6m 2,40m 0,6m c) Doccia d) Doccia con parete fissa 120 Zona 0 e 1 1,20m Zona 0 e 1 Parete Fissa Zona 3 e) Doccia senza piatto 1,20m Minima distanza per il soffione Zona 3 f) Doccia senza piatto con parete fissa Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 28 Dimensioni delle zone in alzata ZONA 2 ZONA 3 ZONA 3 2.25 m ZONA 1 a') Variante con vano sottovasca 2.25 m a) Vasca da bagno ZONA 2 ZONA 1 ZONA 0 <0,15m ZONA 0 0,6 m 2,40 m 2,40 m 0,6 m ZONA 1 ZONA 1 ZONA 2 ZONA 3 0,6 m 2,40 m 2.25 m b) Doccia ZONA 0 1,20m 2,25m Zona 1 1,20m 2,25m 1,20m Minima distanza per il soffione Zona 1 Parete Fissa c) 1) Alzata Zona 0 d) 10 Zona 0 10 Zona 3 Zona 3 2) Alzata (con parete fissa) Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 29 I componenti elettrici dovranno avere almeno i seguenti gradi di protezione: Nella Zona 1: Nella Zona 2: Nella zona 3 IPX4 o, nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l’uso di getti d’acqua: IPX5; IPX4 o, nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l’uso di getti d’acqua: IPX5; IPX1 o, nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l’uso di getti d’acqua: IPX5. CONDUTTURE ( elettriche ) Le prescrizioni che seguono si applicano alle condutture montate a vista ed alle condutture incassate nelle pareti ad una profondità non superiore a 5 cm. Le condutture devono avere un isolamento che soddisfi le prescrizioni dell’ art. 413.2 e non devono avere alcun rivestimento metallico. Nella Zona 0: non sono ammesse condutture; Nella Zona 1: le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l ‘alimentazione degli apparecchi utilizzatori situati in tali Zone; Nella Zona 2: le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l ‘alimentazione degli apparecchi utilizzatori situati in tali Zone. Non sono ammesse cassette di derivazione o di giunzione nelle zone 0, 1 e 2. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 30 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE, SEZIONAMENTO E DI COMANDO Nella zona 0: Nella Zona 1: Nella Zona 2: Nella Zona 3: non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando, con l’eccezione di interruttori di circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12V in c.a. od a 30V in c.c., e con sorgente di sicurezza installata al di fuori delle zone 0, 1, e 2. non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando, con l’eccezione di: Interruttori di circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12V in c.a. od a 30V in c.c. e con la sorgente di sicurezza installata al di fuori delle Zone0, 1 e 2; e di Prese a spina, alimentate da trasformatori di isolamento di classe II di bassa potenza incorporati nelle stesse prese a spina, previste per alimentare rasoi elettrici. prese a spina, interruttori ed altri apparecchi di comando sono permessi solo se la protezione è ottenuta mediante: Separazione elettrica ( art. 413.5 ), individualmente, o SELV ( art. 411.1 ); o Interruzione automatica dell’alimentazione, usando un interruttore di differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA. ALTRI COMPONENTI ELETTRICI Le prescrizioni che seguono non si applicano agli apparecchi utilizzatori alimentati con SELV in accordo con le condizioni dell’art. 411.1 e di 701.411.3.7: Nella Zona 0: non si possono installare apparecchi utilizzatori; Nella Zona 1: si possono installare solo scaldacqua; Nella Zona 2: si possono installare solo: Scaldacqua; Apparecchi di illuminazione di Classe I, apparecchi di riscaldamento di Classe I ed unità di Classe I per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare per es. aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi, a condizione che i loro circuiti di alimentazione siano protetti per mezzo di interruzione automatica dell’ alimentazione usando un interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA. Apparecchi di illuminazione di Classe II, apparecchi di riscaldamento di Classe II ed unità di Classe II per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare per es. aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 31 IMPIANTO ELETTRICO Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 32 IMPIANTO ELETTRICO Oggetto dell’intervento Le principali categorie di opere da realizzare sono: • • • • • • • • • Linee principali di illuminazione normale e di emergenza Impianto di distribuzione forza motrice Quadri elettrici Impianto di terra e collegamenti equipotenziali Impianto citofonico Impianto telefonico e trasmissione dati Predisposizione impianto antenna TV-SAT Predisposizione impianto fotovoltaico Impianto rivelazione e segnalazione manuale incendi L'impianto elettrico dovrà essere realizzato utilizzando materiali dotati di marchio IMQ o equivalente ed avere il seguente grado di protezione : in generale IP 4X zona esterna IP 65/66 Per la posizione dei terminali di utilizzo degli impianti elettrici per l’abbattimento delle barriere architettoniche (D.M. n.° 236 14/06/ 1989) seguire le seguenti indicazioni : - - - - - UTILIZZATORE Interruttori di comando Altezza di installazione Altezza consigliata Campanelli e pulsanti di comando Altezza di installazione Altezza consigliata Prese luce, di utilizzo nei servizi igienici Altezza di installazione Altezza consigliata citofoni Altezza di installazione Altezza consigliata telefoni (parte più alta da raggiungere) Altezza di installazione Altezza consigliata ALTEZZA 60/140 cm 110 cm 40/140 cm 110 cm 45/145 cm 110 cm 110/130 cm 120 cm 100/140 cm 120 cm ⇒ LINEE DI DISTRIBUZIONE La linea di alimentazione, in partenza dal gruppo di misura Enel posizionato all’esterno del fabbricato, sarà realizzata con cavo multipolare FG7(O)R posato entro cavidotto portacavi dedicato in PVC corrugato flessibile a doppia parete, interrato e segnalato con apposita bandella rilevabile al metal detector. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 33 Le linee di distribuzione interne saranno realizzate in cavo non propagante l'incendio e la loro distribuzione sarà articolata nel seguente modo : - distribuzione linee dorsali impianto di illuminazione realizzate con linee elettriche in cavo FG7(O)M1 posate entro canale portacavi in metallo installato nella zona a controsoffitto Le derivazioni ai singoli punti luce saranno realizzate con conduttori unipolari tipo N07G9-K posati entro tubazioni portacavi in PVC corrugato flessibile installate sottotraccia. - distribuzione impianto forza motrice e illuminazione (comandi) realizzati con conduttori elettrici unipolari tipo N07G9-K posati all’interno di tubazioni portacavi corrugate flessibili serie pesante installate sotto pavimento e sottotraccia. Le linee elettriche installate all’esterno dovranno essere del tipo FG7. Per la realizzazione degli impianti esterni (linea alimentazione, impianto citofonico, telefonico, predisposizione illuminazione esterna) sarà realizzato uno scavo a terra a sezione obbligata, ad una profondità minima di 60/80 cm., per apertura di trincea atta alla posa in opera di condotte. Gli scavi potranno essere comuni ad altri impianti purché vengano mantenute le distanze di sicurezza e profondità indicate nel particolare riportato nella tavola IE01. Il reinterro della canalizzazione elettrica sarà preceduto dalla posa di un nastro segnalatore, resistente e imputrescibile, con bandina metallica per la rivelazione metal-detector. Le tubazioni elettriche utilizzate saranno in PVC a doppia parete, lisci internamente, adatte per posa interrata, conformi alla norma CEI 11-17, diametro interno 100//125 mm, posate su letto di sabbia e ricoperto con adeguato strato di sabbia. ⇒ COMANDO DI EMERGENZA Sarà installato un comando di emergenza atto a porre fuori tensione l’intero impianto elettrico. Tale comando sarà realizzato mediante pulsante di sgancio entro contenitore con vetro frangibile, dotato di lampada al neon per la segnalazione dello stato del circuito, il quale sarà collegato con l’interruttore generale esterno e con l’interruttore secondario dell’UPS mediante cavo FTG10(O)M1 resistente al fuoco. ⇒ IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE L’illuminazione interna è realizzato nel seguente modo: • laboratori - illuminazione realizzata con plafoniere fluorescenti lineari T5 1x49W, da plafone e a sospensione, con schermo microlenticolare, grado di protezione IP 40 • segreteria - illuminazione realizzata con plafoniere fluorescenti lineari T5 2x49W, da plafone, con schermo lamellare dark light, grado di protezione IP 20 Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 34 • mensa - illuminazione realizzata con plafoniere fluorescenti lineari T5 1x49W, da plafone e a sospensione, con schermo lamellare M2, grado di protezione IP 20 • corridoi illuminazione realizzata con plafoniere fluorescenti PL 2x26W, da incasso, riflettore in alluminio e vetro di protezione, grado di protezione IP 20 • zona servizi e scale - illuminazione realizzata con plafoniere fluorescenti dotate di lampade PL 2x18W e 2x26W – grado di protezione IP 65 • locale tecnico e locale ascensore - illuminazione realizzata con plafoniere fluorescenti lineari 2x36W e 2x58W dotate di schermo di protezione in policarbonato – grado di protezione IP 66. I centri luce interni saranno comandati mediante interruttori, bipolari, deviatori e pulsanti posti in prossimità delle porte di accesso ai locali. Oltre alla normale illuminazione sarà realizzata una illuminazione di emergenza con plafoniere autonome 1x11/24w autoalimentate, dotate di batteria ricaricabile autonomia minimo 1 ora. Le plafoniere saranno installate nella posizione indicata negli elaborati grafici si accenderanno solo in caso di mancanza di alimentazione per l’indicazione delle uscite di sicurezza, e saranno alimentate direttamente con linea dedicata derivata dal quadro elettrico che garantirà alle stesse la continuità di alimentazione. I livelli minimi di illuminazione saranno quelli previsti dalle norme CEI, pari a 5 lux in corrispondenza di scale e porte e minimo 3 lux in ogni altro ambiente al quale abbia accesso il pubblico. I corpi illuminanti previsti saranno conformi alle norme EN 60598 – CEI 34-21 ed avranno grado di protezione secondo le norme EN 60529 Negli elaborati grafici allegati al progetto sono rilevabili le varie tipologie di corpi illuminanti da installare e relativi gradi di protezione. ⇒ IMPIANTO DISTRIBUZIONE FORZA MOTRICE La distribuzione forza motrice è realizzata nel seguente modo: • locali in genere - con prese 2P+T 10 A, prese bipasso e universali 2P+T - 10/16A 250V, conformi alle norme CEI, aventi grado di sicurezza 2.1 con alveoli allineati e schermati, installate su apposite scatole portafrutto - negli uffici sono previste prese c.s. ma di colore rosso alimentate in modo preferenziale dal UPS - negli uffici saranno installate prese trasmissioni dati e telefoniche. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 35 • Mensa, corridoi e anti servizi - con prese universali 2P+T - 10/16A 250V dotate di interruttore automatico bipolare 16A, conformi alle norme CEI, aventi grado di sicurezza 2.1 con alveoli allineati e schermati, installate su apposite scatole portafrutto • Locali tecnici - con prese di tipo UNEL 2P+T - 10/16A 250V, conformi alle norme CEI, ed aventi grado di sicurezza 2.1 con alveoli allineati, aventi grado di protezione IP 55 - con prese interbloccate 2P+T 16 A 250V e 3P+N/T 16A 380V, dotate di fusibili di protezione 16 A, grado di protezione IP 55. Negli elaborati grafici allegati alla presente relazione sono indicati i vari tipi di prese e loro caratteristiche. Gli allacciamenti e derivazioni finali agli apparecchi utilizzatori sono realizzati con guaine protettive flessibili contenenti al loro interno cavi a doppio isolamento tipo FG7(O)M1 e nei punti di collegamento con scatole e apparecchi sono utilizzati appositi bocchettoni pressacavo. Le tubazioni e i loro accessori dovranno avere caratteristiche di resistenza alla fiamma in conformità alle corrispondenti norme CEI e di resistenza agli urti e schiacciamenti. Tutti gli apparecchi di comando e di derivazione saranno del tipo a frutti modulari montati su supporti in resina termoplastico, combinati in gruppi monoblocco secondo le esigenze del l'impianto. Le prese a spina dovranno essere scelte ed installate in modo da prevenire i danneggiamenti che possano presumibilmente derivare dalle condizioni dell’ambiente d’uso. Per le prese per uso domestico e similare la direzione di inserzione delle relative spine dovrà risultare orizzontale (o prossima all’orizzontale). L’asse della direzione di inserzione dovrà inoltre risultare distanziato dal piano di calpestio di almeno: - 175mm se a parete (con montaggio incassato o sporgente); - 70mm se da canalizzazioni (o zoccoli); - 40mm se da torrette o calotte (sporgenti dal pavimento). I principali cavi che costituiranno queste linee di forza sono indicati negli elaborati grafici dove oltre al tipo di cavo è riportata l’indicazione della formazione e della sezione. Con riferimento invece allo schema del quadro generale ove è riportata l’indicazione della formazione dello schema dei cavi generali di distribuzione si precisa che le caratteristiche degli stessi dovranno conservarsi costanti per tutto il loro percorso fino al relativo quadro di destinazione. Le derivazioni secondarie per l’alimentazione delle prese di corrente, non descritte negli elaborati grafici, dovranno possedere sezione non inferiore a 2.5 mmq. Riguardo invece alle derivazioni dalle linee principali, essendo la distribuzione delle dorsali di forza motrice realizzata tramite canali portacavi metallici, saranno installate delle scatole di derivazione dalle quali si dipartiranno le linee per le prese di corrente. In alternativa potrà essere derivata per ogni singolo utilizzo la relativa linea dal quadro elettrico di zona.. Maggiori precisazioni per l’utilizzo dei materiali sopra specificati si evincono dagli elaborati grafici di progetto e dalle specifiche tecniche. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 36 ⇒ QUADRI ELETTRICI Nelle immediate vicinanze del gruppo di misura ENEL, ad una distanza inferiore a 3 m, sarà installato il quadro elettrico “Q.E.E.”, realizzato con cassetta in poliestere rinforzato grado di protezione minimo IP65, contenente cablato al suo interno l’interruttore magnetotermico differenziale di protezione linea avente Idn=0.5 A e t= 60 sec., gli scaricatori di sovratensione e l’interruttore magnetotermico differenziale a protezione del cancello motorizzato. Il quadro generale al piano terra “Q.E.P.T.” e il quadro a servizio del Piano Primo “Q.E.P.P.” saranno del tipo ad armadio, di dimensioni secondo CEI 17-13/1, con strutture in lamiera di acciaio, verniciato con polveri termoindurenti a base di resine epossidiche e poliestere polimerizzato a caldo, con porta frontale trasparente, avente grado di protezione a porta chiusa minimo IP40, al loro interno saranno cablate le apparecchiature di comando e protezione delle linee elettriche di distribuzione. La protezione contro i contatti diretti verrà svolta da piastre frontali preforate e da porte trasparenti dotate di maniglie e chiave. In ogni caso dovranno essere dimensionati in modo da riservare minimo un 30% di spazio libero per eventuali sviluppi futuri . Oltre alle apparecchiature di comando e protezione, dovranno esservi installati: - morsettiera di tipo componibile a cui faranno capo tutte le linee elettriche ; - collettore di terra a cui si attesteranno i conduttori di protezione e di terra Sul fronte dei pannelli e sul retroquadro dovranno essere disposti cartelli e/o targhette che diano una chiara indicazione della funzione dei diversi elementi e delle posizioni di aperto o chiuso degli interruttori. Le indicazioni sul retroquadro potranno essere costituite da lettere o cifre o simboli riportate sugli schemi elettrici di assieme e di montaggio. Le varie apparecchiature saranno alloggiate in scomparti modulari accessibili dal fronte. In corrispondenza del retro dei singoli scomparti dovrà essere previsto lo spazio per un agevole allacciamento dei cavi di potenza ed ausiliaria in uscita. I circuiti di potenza saranno dimensionati in base alla corrente nominale dei 2 dispositivi di protezione con una sezione minima di 2.5 mm . I circuiti ausiliari, opportunamente separati da quelli di potenza e generalmente 2 protetti in canaline di PVC, saranno flessibili in rame con sezione minima di 1.5 mm e con una tensione di isolamento di 3kV. Ciascun conduttore sarà identificato ad entrambi i capi da una dicitura in conformità agli schemi funzionali e di cablaggio. Le morsettiere saranno costituite da morsetti componibili e accessibili. I quadri saranno muniti di una sbarra di terra con la funzione di collettore di terra. In prossimità della morsettiera si dovrà fissare una robusta barra forata in acciaio zincato con profilo a c, sulla quale fissare le teste dei cavi provenienti dal campo in modo che i singoli conduttori non risultino in tiro sulla morsettiera. Le apparecchiature di comando e protezione saranno tra loro coordinate secondo le indicazioni del costruttore in modo da garantire la sicurezza e l’affidabilità dell’installazione. Gli interruttori a protezione delle singole linee in partenza saranno del tipo magnetotermico con curva caratteristica "C" o “D” in relazione al tipo di utilizzatore con tarature e sezioni rilevabili dagli schemi in allegato. Le dimensioni dei quadri elettrici saranno da definire in relazione al tipo e al numero di apparecchi da installare, e secondo le norme CEI 17-13/1. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 37 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI Per contatto diretto si intende un contatto di persone con le parti attive di un circuito elettrico (neutro compreso). Si potrà accedere alle apparecchiature interne ai quadri di distribuzione solo a tensione disinserita. In alternativa la legge permette l’apertura delle porte frontali per mezzo di apposito attrezzo, se si utilizzerà questo sistema, tutte le apparecchiature elettriche all’interno dei quadri di distribuzione dovranno avere un grado minimo di protezione pari a IPXXB (IP20), pertanto le eventuali barre collettrici e gli altri apparecchi che non raggiungono questo grado di protezione, saranno protette contro i contatti diretti mediante apposita copertura in materiale isolante ignifugo, asportabile solo con l’uso di apposito attrezzo. • Le parti attive che rientrano nelle condizioni di bassissima tensione di sicurezza non hanno bisogno di essere protette. Possono essere scelti uno o più dei seguenti provvedimenti di protezione: • Mediante isolamento delle parti attive. Le parti attive devono essere completamente ricoperte con un isolante che possa essere rimosso solo mediante la sua distruzione e che sia in grado di resistere nel tempo alle sollecitazioni (meccaniche, elettriche termiche) a cui può essere sottoposto durante il servizio. • Mediante barriere o involucri. Tutte le superfici esterne devono avere un grado di protezione non inferiore a IP2X. I coperchi, le porte, le piastre di chiusura, ecc. devono essere collegate a terra se sono prossimi ad apparecchi elettrici. Le porte esterne, separate dalle apparecchiature da una controporta o da un pannello non devono essere collegate a terra. CIRCUITI INTERNI AL QUADRO Le connessioni tra parti percorse da corrente devono essere realizzate con mezzi che assicurino una pressione di contatto sufficiente e permanente e non devono subire alterazioni inammissibili a causa di sovratemperature normali, invecchiamento dei materiali isolanti, vibrazioni, dilatazioni termiche, ecc. che si producono nel servizio ordinario. La scelta delle sezioni dei conduttori all'interno del quadro è lasciata alla responsabilità del costruttore e dipende, oltre che dall'entità della corrente, dalle sollecitazioni meccaniche cui il quadro e' sottoposto, dalla sistemazione dei conduttori, dal tipo di isolamento, ecc. in generale si considerano le norme UNEL 35011-72 e IEC 364-5-523, utilizzando le tabelle per posa in tubo, per temperature di 30°, senza altri particolari coefficienti di correz ione. In generale ad ogni terminale di connessione deve essere connesso un solo conduttore: sono ammesse le connessioni di due o più conduttori a un terminale di connessione solo quando tale terminale è previsto per questo scopo. Le connessioni di alimentazione degli apparecchi e degli strumenti di misura montati su coperchi o porte devono essere installate in modo che i conduttori non possano essere meccanicamente danneggiati a seguito del movimento dei coperchi o delle porte. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 38 PROVE DI TIPO ED INDIVIDUALI Le prove di tipo vanno effettuate, per iniziativa del costruttore, su un esemplare di quadro o su parti di quadro che siano costruiti secondo lo stesso progetto o secondo progetti simili, Le prove di tipo generalmente sono effettuate dai costruttori dei singoli componenti dei quadri e fatte approvare mediante certificazione, essi comprendono le verifiche previste dalla CEI 17-13, pertanto si raccomanda di utilizzare esclusivamente quadri e parti di esso che abbiano superato le prove di tipo in questo modo all’assemblatore è prescritta la prova individuale e può allegare al collaudo i certificati dei costruttori. Le prove individuali da eseguirsi per ogni quadro fornito comprendono: • controllo del quadro ivi compreso il controllo del cablaggio e, una prova di funzionamento elettrico • prova di tensione applicata o verifica della resistenza d'isolamento • verifica dei mezzi di protezione e della continuità elettrica del circuito di protezione. L’installatore per ogni quadro deve rilasciare la dichiarazione di conformità che comprenda anche il certificato di collaudo secondo quanto sopra specificato. DATI DA FORNIRE CONGIUNTAMENTE AL QUADRO Targhe identificative Ciascun quadro deve essere corredato di una o più targhe, marcate in maniera indelebile e poste in modo da essere visibili e leggibili a quadro installato, possono essere poste anche dietro al portello, con i seguenti dati : • nome o marchio di fabbrica del costruttore • tipo, numero o altro mezzo di identificazione del quadro • norma di riferimento CEI 17-13/…. • natura della corrente e frequenza • Corrente nominale del quadro • tensioni di funzionamento nominali • tensioni di isolamento nominali • tensioni nominali dei circuiti ausiliari (se del caso) • limiti di funzionamento • corrente nominale di ciascun circuito (se del caso • tenuta al cortocircuito • grado di protezione (solo se superiore a IP 2X). • misure di protezione delle persone • condizioni di servizio (se differenti da quelle normali) • tipo di sistema di messa a terra per il quale il quadro e' destinato - PREDISPOSIZIONE TUBAZIONI PER IMPIANTO FOTOVOLTAICO E’ prevista la sola predisposizione delle tubazioni e delle scatole portafrutti al piano primo nei locali laboratorio che possono diventare alloggi. Le tubazioni dovranno avere dimensioni adeguate al passaggio dei cavi TV-SAT, essere dedicate al solo impianto in oggetto ed avere cassette indipendenti dagli altri impianti. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 39 Impianto elettrico ASCENSORE Il quadro elettrico a servizio dell’ascensore sarà alloggiato in apposito locale tecnico. In partenza dal quadro elettrico generale saranno derivate le seguenti linee di distribuzione : • linea forza motrice ascensore • linea illuminazione ascensore entrambe protette da interruttori magnetotermici differenziali di adeguato calibro e aventi rispettivamente curva caratteristica “D” e "C" L’interruttore generale forza motrice sarà dotato di bobina di sgancio comandata dal pulsante di emergenza, posto al Piano Terra dell’edificio, entro cassetta con chiusura a chiave con porta in vetro frangibile. La linea a servizio dell'illuminazione giungerà direttamente al quadro elettrico del locale macchine (Q.E.A), e da essa saranno derivate le seguenti utenze : luce cabina ascensore, luce sala macchine, luce vano corsa e linea presa 2P+T 10A/250V All'interno del locale macchine sarà presente il quadro elettrico “Q.E.A.” e il quadro elettrico ascensore fornito dalla Ditta installatrice dell’ascensore, e tutto l’impianto elettrico sarà realizzato a vista tramite tubazioni portacavi in PVC e cassette di derivazione da esterno. L’impianto luce sarà realizzato tramite una plafoniera fluorescente 2x36w, comandata tramite interruttore bipolare posto nella parte interna del locale nel muro di battuta della porta in modo che sia accessibile con mano anche dall’esterno della porta di accesso. Si dovrà garantire un livello di illuminamento pari a 200 lux ed inoltre dovrà essere presente una lampada di emergenza portatile funzionante a 24V oltre alla plafoniera di emergenza da 24W posta sopra la porta. L'impianto elettrico nel vano corsa sarà realizzato con la posa di tubo in PVC rigido posato "a vista" e l'illuminazione sarà realizzata con plafoniere ad incandescenza aventi potenza max. 60 W, installate una in corrispondenza di ogni piano e più una nella fossa. Nella fossa dell’ascensore inoltre si dovrà prevedere anche una presa da 10A monofase con sportello di protezione (IP55) necessaria nei casi di manutenzione ordinaria dell’ascensore. Raccomandazioni Si ricorda che la porta di accesso alla sala macchine deve essere apribile verso l’esterno e deve riportare gli opportuni cartelli segnalatori . Infine occorre sottolineare quanto prescritto nell’Art. 8.1.12 punto b e c del D.M. n. 236 del 14/06/1989: a) Negli edifici di nuova costruzione residenziale l’ascensore deve avere le seguenti caratteristiche : cabina di dimensioni minime di 1.30 m di profondità e 0.95 m di larghezza ; porta con luce netta minima di 0.80 m posta sul lato corto ; piattaforma minima di distribuzione anteriormente alla porta della cabina dim 1.50x1.50 m. L’ascensore in caso di adeguamento di edifici preesistenti, ove non sia possibile l’installazione di cabine di dimensioni superiori, può avere le seguenti caratteristiche : - cabina di dimensioni minime di 1.20 m di profondità e 0.80 m di larghezza ; - porta con luce netta minima di 0.75 m posta sul lato corto ; piattaforma minima di distribuzione anteriormente alla porta della cabina dim 1.40x1.40 m. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 40 RIFERIMENTI LEGISLATIVI Riferimento legislativo Titolo Note Legge 24 Ottobre 1942 n. 1415 Impianto ed esercizio di 1. Costituiva la legge quadro della ascensori e montacarichi in materia. È stata abrogata con servizio privato l’entrata in vigore del DPR 162/99 (25/06/199) DPR 29 Maggio 1963 n. 1497 Norme per gli ascensori e i 1. Riporta la Norma tecnica per montacarichi in servizio ascensori e montacarichi in servizio privato privato. 2. Riguarda gli impianti elevatori i cui progetti siano stati presentati all’amministrazione competente entro il 19/04/1991. DM 28 Maggio 1979 n. 1635 Misure sostitutive di 1. Costituisce la Norma tecnica per sicurezza ascensori e ascensori e montacarichi in servizio montacarichi a vite, a privato di tipo a vite, a cremagliera e cremagliera o idraulici idraulico. DM 90Dicembre 1987 n. 587 Attuazione delle direttive n. 1. Recepisce le direttive comunitarie 84/529/CEE e n. 84/529 e 86/312. Nell’Allegato I 86/312/CEE relative agli vengono indicate le regole tecniche di ascensori elettrici sicurezza, nell’Allegato II gli adeguamenti agli impianti presenti. 2. Riguarda gli impianti elevatori elettrici in servizio sia privato che pubblico costruiti dopo il 09/04/1991. DPR 28 Marzo 1994 n. 268 Regolamento recente 1. Recepisce la direttiva comunitaria attuazione della direttiva n. 90/486 estendendone l’applicazione 90/486/CEE relativa alla agli ascensori idraulici. disciplina degli ascensori 2. Si applica gli impianti elevatori elettrici, idraulici o idraulici in servizio sia privato che oleodinamici pubblico costruiti dopo il 29/10/1994. DPR 30 Aprile 1999 n. 162 Regolamento recente 1. Rende obbligatoria l’applicazione norme per l’attuazione della direttiva 95/16/CEE dal 1 Luglio della direttiva 95/16/CEE 1999 sugli ascensori di nuova sugli ascensori e di costruzione (Cap. I) e disciplina semplificazione dei l’esercizio degli ascensori (Cap.II). procedimenti per la 2. Come tutte le direttive del nuovo concessione del nulla osta approccio, obbliga il costruttore al per ascensori e rispetto dei requisiti essenziali di montacarichi nonché sulla sicurezza elencati nell’Allegato I. il relativa licenza di esercizio rispetto delle norme armonizzate (es. UNI EN 81.1 e UNI EN 81.2 Ed. 1999) comporta la presunzione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza. Relativamente agli impianti elettrici utilizzatori, per questo tipo di impianti, le competenze dell’installatore elettrico riguardano i circuiti di forma motrice e di illuminazione che non appartengono all'impianto elevatore. L’impianto elevatore ha definizioni e delimitazioni diverse a seconda del disposto legislativo che si applica. L’impianto elettrico dell’ascensore ha infatti inizio: a) secondo il DPR 1497/63 (art. 6 e 10; parere CNR 670206/138): • per i circuiti di forza motrice: a valle dell’interruttore generale di portineria (anche se telecomandato) o di quello al piano terreno o dell’interruttore generale nel locale macchinario sia se azionato da telecomando posto al piano terreno sia se il telecomando aziona un interruttore posto fuori dal locale macchinario (parere CNR 790907/400) Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 41 • per i circuiti di illuminazione: a valle dell’interruttore generale posto nel locale macchinario b) secondo il DM 587/87 e DPR 162/99 (Norme UNI EN 81.1 e 1 e 2): • per i circuiti di forza motrice: dall’interruttore generale di forza motrice, compreso lo stesso interruttore • per i circuiti di illuminazione: dall’interruttore del circuito di illuminazione della cabina, compreso lo stesso interruttore. Bisogna poi considerare che alcuni circuiti di illuminazione quali il circuito luce vano corse, luce locale macchinario, circuito prese a spina dovranno soddisfare alcune prescrizioni richieste dalle Norma tecniche (UNI EN 81.1 e 2) per quanto riguarda sia le caratteristiche elettriche sia le condizioni di installazione. Per tale motivo queste parti di impianto verranno realizzate dell’installatore elettrico e dovranno comunque essere concordate con la ditta che realizzerà o avrà in manutenzione l’impianto elevatore. L’interruttore generale fuori dal locale macchinario viene richiesto per tutti gli impianti soggetti al campo di applicazione del DPR 1497/63. I successivi DM 587/87 e il DPR 268/94, secondo la circolare del Ministero dell’Industria n. 42/90 del 09/04/90, rimandano alle Norme nazionali per quanto riguarda l’impianto elettrico a monte dell’interruttore generale FM del locale macchinario. Ne deriva che non tutti gli articoli del DPR 1497/63 sono abrogati e, in particolare, restano valide le prescrizioni di detto decreto riguardante l’interruttore generale fuori dal locale macchinario. Ne consegue che per tale circolare, resta obbligatoria l’installazione di un interruttore generale forza motrice fuori dal locale macchinario anche per gli impianti elevatori soggetti al DM 587/87 e al DPR 268/94. Tale interruttore non deve togliere tensione all’impianto di illuminazione. Per il DPR 162/99, i requisiti essenziali di sicurezza di cui all’Allegato I, si ritengono soddisfatti se si seguono le regole di sicurezza previste dalle Norme armonizzate UNI EN 81.1 e UNI EN 81.2, le quali non prevedono tale interruttore. Ne consegue che per gli impianti nuovi soggetti a tale decreto non sussiste l’obbligo di installazione di detto interruttore. ⇒ IMPIANTI SPECIALI Fanno parte degli impianti speciali l’impianto telefonico e trasmissione dati, l’impianto TV-SAT, l’impianto di chiamata di emergenza, l’impianto rivelazione incendi e segnalazione chiamata stanze e servizi. Questi impianti saranno realizzati con tubazioni e cassette separate da quelle dell’impianto elettrico, dovranno essere eseguiti secondo le indicazioni fornite dai tecnici specialistici del settore e dovranno essere installati in tubazioni dedicate e separate dagli impianti di energia. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 42 ⇒ IMPIANTI TELEFONICO E TRASMISSIONE DATI L’impianto telefonico e trasmissione dati usufruiranno degli stessi cavi a 8 conduttori del tipo a BUS. Essi saranno posati nel canale principale di distribuzione, posto nel controsoffitto, in apposito scomparto e le derivazioni ai connettori dati e telefonici saranno realizzate con tubazioni dedicate. Le prese telefoniche e trasmissione dati, saranno del tipo civile, installate a parete in scatole di materiale termoplastico. Per gli impianti telefonici e trasmissione dati verrà predisposta l’installazione di una rete rispondente alla categoria 6 realizzata con cavo UTP (Unshielded Twisted Pair) o FTP a scelta del committente, in grado di supportare tutte le applicazioni presenti attualmente sul mercato. Tutti questi impianti dovranno essere installati in scomparti separati dagli impianti di energia come già specificato in precedenza. Le indicazioni che seguono sono generiche e intendono fornire all’installatore informazioni tecniche sul cablaggio strutturato. Al termine dei lavori l’installatore dovrà fornire alla committenza la certificazione delle prese dati e della rete Lan realizzata. Premessa Il cablaggio strutturale permette di distribuire applicazioni differenti, quali reti informatiche e telefoniche, all’interno degli edifici; rappresenta lo strumento più efficace per trasportare le migliaia di miliardi di bit che viaggiano da un punto all’altro di un moderno ufficio. È costituito da un sistema di cavi di telecomunicazione, di prolunghe ed elementi di connessione che permette il collegamento di apparecchiature per la tecnologia dell’informazione. Si noti che il cablaggio strutturato riguarda solamente componenti passivi. Pur offrendo svariate possibilità applicative, il cablaggio strutturato viene generalmente impiegato per la distribuzione dei segnali telematici quali fonia, video e dati. La realizzazione di un cablaggio strutturale assicura grandi prestazioni, un’elevata flessibilità e l’abbattimento dei costi e dei tempi di modifica della configurazione di rete, dovuto alla rapidità con cui è possibile ridisegnare la mappa delle varie postazioni di lavoro. Le norme applicabili Le prime di norme relative ai sistemi di cablaggio strutturato sono le EIA/TIA 568 del 1991(Electronic Industry Association e Telecomunication Industry Association) e riguardano principalmente i criteri di progetto, le prestazioni dei singoli componenti e del sistema nel suo complesso. Le norme hanno subito diversi aggiornamenti che hanno portato all’ultima edizione EIA/TIA 568-B (2001) dalla quale deriva anche la classificazione dei sistemi di cablaggio comunemente usata dagli operatori del settore, cioè cat. 3, cat. 5, 5E. Le norme EIA/TIA 569 e EIA/TIA 606 riguardano l’installazione e la predisposizione degli spazi per l’alloggiamento dei sistemi di cablaggio. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 43 Le prime edizioni delle norme ISO/IEC 11801 e CENELEC 50173 (1995) vengono aggiornate fino ad arrivare alla stesura definitiva della serie CENELEC 50174 (2000), relativa alle regole di installazione. Le norme EIA/TIA, ISO/IEC e CENELEC sono simili fra loro ma presentano inevitabili discrepanze legate ai diversi mercati di riferimento, alle differenze sui livelli di prestazione richiesti all’impianto. In Italia le norme CENELEC sull’argomento sono state recepite dal CT 306 del CEI. Le regole di progettazione e di installazione relative ai sistemi di cablaggio strutturato sono definite nelle norme CEI 303-14 e relativa variante V1, CEI 306-3, 306-4 e 3065. Le norme del CT 305 relative agli impianti telefonici interni si occupano del cablaggio strutturato nella quinta edizione della norma CEI 103-1/13 “Impianti telefonici interni – Parte 13: Criteri di installazione e reti”. In quest’ultima edizione sono riportate soltanto alcune indicazioni della norma europea EN 50173. Categoria USA Direttive ANSI/EIA/TIA Classe EUROPA Norma EN 50173 Frequenza Attenuazione 5 5e 6 7 D D E F 100 MHz 125 MHz 200 o 250 MHz 600 MHz 23,2 dB 20,7 dB 26,8/30,4 dB 46,1 dB La struttura di un impianto Un sistema di cablaggio strutturato può essere scomposto in sei sottosistemi secondo gli standard normativi: - area d’ingresso: la zona di arrivo dei cavi di centrale portati del gestore telefonico; - sala macchine (o locale tecnico): contiene le apparecchiature attive del sistema telematico; - armadio (o distributore) di edificio; - cablaggio verticale di edificio: dorsale verticale che attraversa tutto l’edificio; - dorsali: collegamenti condivisi per portare gruppi di segnali a distanza; - armadio (o distributore) di piano: da qui parte il cablaggio orizzontale; - cablaggio orizzontale: raggiunge le prese delle singole postazioni di lavoro; - presa utente; - area di lavoro: include i collegamenti tra le prese delle singole postazioni di lavoro e i dispositivi utente. La struttura dell’impianto è gerarchica e a stella: parte dal locale tecnico o dall’armadio principale (zona quadro generale piano terra), per poi diramarsi verso le postazioni di lavoro. L’armadio di permutazione, a cui fanno capo tutte le prese di utente, dovrà essere posizionato in modo tale da poter garantire la posa dei cavi rispettando i parametri di lunghezza massima ammessi dalla normativa. In genere, la posizione ottimale dell’armadio è centrale sul piano dell’edificio e posizionato in modo da facilitare le operazioni di installazione, connessione, verifica e permutazioni successive. Gli armadi di permutazione sono costituiti da strutture modulari. I rack. Nel caso in cui l’armadio sia posizionato in locali tecnici dedicati, è ammesso l’uso di armadi con struttura aperta, mentre se sia posizionato in aree accessibili, si consigli l’utilizzo di armadi con struttura chiusa da portelli di protezione. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 44 Ogni rack dovrà poter contenere i pannelli di permutazione (patch panel), i pannelli passacavi per mantenere organizzati i cordoni di permutazione, gli apparati attivi ed eventuali pannelli ciechi riservando almeno 1/3 della struttura libera per successive espansioni. La struttura rack che costituisce l’armadio di permutazione di piano, contiene i pannelli di permutazione del tipo modulare in categoria 6, con jack modulari a 8 pin (RJ45) e con connessione ad incisione di isolante. Per facilitare il riconoscimento delle aree di lavoro e distinguere i servizi telefonici da quelli informatici, ogni settore di connessione sul patch panel dovrà essere identificata con una colorazione e con una segnalazione numerica. Tutte le permutazioni sui patch panel all’interno dell’armadio di piano dovranno essere effettuate con patch cord di categoria 6 I cavi dovranno avere una lunghezza massima di 5 m ed essere terminati con plug modulari a 8 posizioni (RJ45). La rete informatica realizzata con cablaggio strutturato ha una struttura ben definita in cui ogni singolo elemento è identificato e specificato. I diversi elementi possono essere di tipo passivo o attivo. Al tipo attivo appartengono i componenti di rete nei quali le informazioni vengono elaborate, amplificate, filtrate o distribuite, come i router, i bridge e gli hub. Gli hub in particolare sono dei veri e propri concentratori di informazioni, in cui queste convergono per poi essere ridistribuite agli utenti della rete per mezzo dei patch panel. I tratti di cablaggio dorsale e orizzontale dell’edificio appartengono agli elementi passivi come i dispositivi che costituiscono i punti di terminazione e permutazione. Il cablaggio strutturato è caratterizzato dall’utilizzo dei seguenti elementi passivi: 1.tipologia a stella della struttura 2.cavo twistato a 4 coppie 3.connettori RJ45 per la trasmissione dati e per la telefonia 4.categoria 6 per tutti i componenti del sistema Cat. 5e – 100 Mhz Proposta di norma Attenuazione ACR Cat. 6 – 200 Mhz Proposta di norma Attenuazione ACR 24 dB 11 dB 26.8 dB 10,1 dB Infra + 5e 20,7 18 Infra + “5 21 27 Infra + 6 28 12 L’abilitazione di nuove prese o lo spostamento di prese già esistenti, avviene tramite i cordoni di permutazione (patch cord) che uniscono i 2 pannelli di permutazione su cui sono attestate le linee in entrata da una parte e la postazione di lavoro dall’altra. TELEFONIA – Effettuando la permutazione (cioè lo scambio di destinazione delle informazioni) è possibile spostare un’utenza telefonica senza modificare il numero di telefono. DATI – L’operazione di spostamento di una postazione di lavoro o l’attivazione di una postazione già cablata sarà semplice e veloce grazie alla permutazione sui corrispondenti pannelli del quadro di piano. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 45 Cablaggio orizzontale Il cablaggio orizzontale è la parte centrale del sistema e comprende: - le prese telematiche RJ45 predisposte in prossimità delle postazioni di lavoro - i cavi di distribuzione - gli armadi di piano contenenti i pannelli di patch panel che rappresentano i punti di concentrazione delle varie linee di collegamento. Questa parte dell’impianto è invariabile rispetto alle applicazioni e ad essa fanno riferimento i limiti di prestazione richiesti dalle norme. Le norme indicano nel collegamento presa-pannello di permutazione la parte del sistema che deve avere i requisiti di trasmissione relativi alla categoria prevista. Tutti i componenti del cablaggio orizzontale devono rispondere ai requisiti degli standard. Le norme EN 50173-174 pongono particolare attenzione alla lunghezza ed alla struttura del cablaggio orizzontale che deve soddisfare alcuni requisiti: - la lunghezza massima tra la presa utente RJ45 e l’armadio di permutazione non deve superare i 90 m; - i cordoni di permutazione (patch cord) ed il collegamento tra la presa RJ45 ed il posto di lavoro devono avere una lunghezza massima di 5 m per un totale complessivo dell’intera linea di massimo 100 m. I tipi di cavi utilizzabili nel cablaggio orizzontale saranno: - cavo UTP non schermato a 4 coppie – categoria 6 - cavo FTP schermato a 4 coppie – categoria 6 - cavo fibra ottica multimediale. In funzione delle dimensioni dell’impianto e delle esigenze dell’utenza, i cavi utilizzati nel cablaggio strutturato sono in rame a 4 coppie (più utilizzato) o fibra ottica. Impianti schermati e non schermati I sistemi schermati offrono una maggiore immunità ai disturbi elettro-magnetici e quindi una migliore efficienza nella trasmissione dei segnali. Inoltre limitano l’emissione di disturbi, con conseguente riduzione dell’inquinamento dell’ambiente circostante. Questi impianti impiegano componenti dotati di una schermatura realizzata con fogli o calze per i cavi e con gabbie metalliche per i connettori. Si ricorre ad un impianto schermato in funzione delle prestazioni di trasmissione desiderate, al luogo d’installazione e alle esigenze dell’utenza. Sigla UTP FTP STP S-FTP S-STP Acronimo Unishielded twisted pair Foiled twisted pair Shielded twisted pair Shielded - foiled twisted pair Shielded - shielded twisted pair Significato Cavo non schermato Cavo schermato con foglio di alluminio Cavo schermato con calza di rame Cavo schermato con calza di rame e foglio di alluminio Cavo con doppia schermatura: sulla singola coppia e sulle quattro coppie Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 46 Flessibilità dell’impianto Ai sistemi di cablaggio strutturato è associato il principio della permutazione che assicura nel tempo la possibilità di riconfigurare o modificare l’installazione. All’interno delle cassette o armadi di permutazione (RG o SR) troveranno posto i pannelli telefonici o i patch panel e gli hub informatici collegati ai server aziendali. Il collegamento avviene tramite i patch cord che assegnano ad una presa RJ45 del posto di lavoro o un computer (patch cord collegato all’hub informatico) o a un telefono/fax (patch cord collegato a pannello telefonico). Semplicemente spostando o inserendo un patch cord sul fronte quadro è possibile creare un nuovo posto di lavoro o mantenere le impostazioni (collegamento informatico e numero di telefono) in caso di spostamenti di ufficio. ⇒ PREDISPOSIZIONE TUBAZIONI E SCATOLE PER IMPIANTO ANTENNA TV-SAT E’ prevista la sola predisposizione delle tubazioni e delle scatole portafrutti al piano primo nei locali laboratorio che possono diventare alloggi. Le tubazioni dovranno avere dimensioni adeguate al passaggio dei cavi TV-SAT, essere dedicate al solo impianto in oggetto ed avere cassette indipendenti dagli altri impianti. ⇒ IMPIANTO DI CHIAMATA SERVIZI DIVERSAMENTE ABILI E LOCALI DOCCIA I servizi per diversamente abili ed i locali con doccia o vasca saranno dotati di impianto di chiamata a tirante (docce e vasca) e a pulsante (lavandini per diversamente abili) con segnalazione ottico acustica della chiamata nei corridoio interessati e nella zona accoglienza al piano terra. All’interno dell’anti servizio saranno installate lampade di segnalazione al fine di individuare il locale interessato dalla chiamata di emergenza. L’annullamento della chiamata avverrà solo dall’interno del locale interessato. L’impianto sarà alimentato in bassa tensione di sicurezza e sarà distribuito su tubazioni portacavi dedicate. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 47 - IMPIANTO RIVELAZIONE INCENDI Lo scopo del presente relazione è quello di fornire i criteri per la realizzazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione d’incendio e dei sistemi fissi manuali di segnalazione d’incendio. Riferimenti normativi La presente norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l’ ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti). UNI 7546-16 Segni grafici per segnali di sicurezza- Parte 16: Pulsante di segnalazione incendio UNI 11224 Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi UNI EN 54-1 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 1: Introduzione UNI EN 54-2 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 2: Centrale di controllo e di segnalazione UNI EN 54-3 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 3: Dispositivi sonori di allarme incendio UNI EN 54-4 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 4: Apparecchiatura di alimentazione UNI EN 54-5 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio Rivelatori di calore – Parte 5: Rivelatori puntiformi UNI EN 54-7 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 7: Rivelatori di fumo – Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione UNI EN 54-10 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 10: Rivelatori di fiamma – Rivelatori puntiformi UNI EN 54-11 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 11: Punti di allarme manuali UNI EN 54-12 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Rivelatori di fumo – Parte 12: Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminosi Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 48 UNI EN 54-16 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 16: Apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale UNI EN 54-17 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 17: Isolatori di cortocircuito UNI EN 54-20 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 20: Rivelatori di fumo ad aspirazione UNI EN 54-24 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 24: Componenti di sistemi di allarme vocale – Altoparlanti UNI EN 54-25 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d’ incendio – Parte 25: Componenti che utilizzano collegamenti radio UNI EN 13501-1 Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione Parte 1: Classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua CEI EN 50200 Metodo di prova per la resistenza al fuoco di piccoli cavi non protetti per l’uso in circuiti di emergenza Termini e definizioni Ai fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni di cui alla UNI EN 54-1 e i termini e le definizioni seguenti: Altezza di un locale: Distanza tra il pavimento e il punto più alto dell’ intradosso del soffitto o della copertura, quando questa costituisce il soffitto. Area: Una o più zone protette dal sistema. Area specifica sorvegliata: Superficie a pavimento sorvegliata da un rivelatore automatico d’ incendio determinata utilizzando il raggio di copertura. Nota: Esempi di copertura sono riportati nei punti 5.4.2.3 e 5.4.3.4. Compartimento: Parte di edificio delimitata da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata e organizzata per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi (1). Punto: Componente connesso al circuito di rivelazione, in grado di trasmettere o ricevere informazioni relative alla rivelazione d’ incendio (comprende i dispositivi A e D della figura 1). Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 49 Raggio di copertura: Distanza massima in aria libera senza ostacoli che può esserci fra un qualsiasi punto del locale, soffitto e/o sovrastruttura sorvegliato e il rivelatore più vicino. Nel caso di soffitti inclinati tale distanza viene riferita al piano orizzontale. Sorveglianza di ambiente: Sorveglianza estesa a un intero locale o ambiente. Sorveglianza di oggetto: Sorveglianza limitata a un macchinario, impianto o oggetto. Zona: Suddivisione geografica dei locali o degli ambienti sorvegliati, in cui sono installati uno o più punti e per la quale è prevista una propria segnalazione di zona comune ai diversi punti. Caratteristiche dei sistemi Finalità I sistemi fissi automatici di rivelazione d’ incendio hanno la funzione di rivelare automaticamente un principio d’ incendio e segnalarlo nel minore tempo possibile. I sistemi fissi di rivelazione manuale permettono invece una segnalazione nel caso di incendio sia rivelato dall’uomo. In entrambi i casi, il segnale di allarme incendio è trasmesso e visualizzato in corrispondenza di una centrale di controllo e segnalazione ed eventualmente ritrasmesso ad una centrale di ricezione allarmi e intervento. Un segnale di allarme acustico e/o luminoso può essere necessario anche nell’ ambiente interessato dall’ incendio ed eventualmente in quelli circostanti per soddisfare gli obbiettivi del sistema. 1) Definizione tratta dal Decreto Ministeriale 30/11/83 “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”. Scopo dei sistemi è di: - favorire un tempestivo esodo delle persone, degli animali nonché lo sgombero di beni; - attivare i piani di intervento; - attivare i sistemi di protezione contro l’ incendio e eventuali altre misure di sicurezza. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 50 Componenti I componenti dei sistemi fissi automatici di rivelazione d’ incendio sono specificati (2) nella UNI EN 54-1 I sistemi fissi automatici di rivelazione d’ incendio, oggetto della presente norma, devono in ogni caso comprendere (vedere figura 1): - rivelatori automatici d’ incendio (A); - punti di segnalazione manuale (D); - centrale di controllo e segnalazione (B); - apparecchiatura di alimentazione (L); - dispositivi di allarme incendio (C). Oltre a tali componenti possono essere collegate al sistema le funzioni E - F, J - K e G - H della figura 1. Nei sistemi fissi di sola segnalazione manuale sono assenti i rivelatori automatici d’ incendio. (3) Figura (1): Esempio che illustra i componenti di un sistema di rivelazione e allarme incendio Legenda A B C D E F G H J K L Rivelatore(i) d’ incendio Centrale di controllo e segnalazione Dispositivo(i) di allarme incendio Punto(i) di segnalazione manuale Dispositivo di trasmissione dell’ allarme incendio Stazione di ricevimento dell’ allarme incendio Comando del sistema automatico antincendio Sistema automatico antincendio Dispositivo di trasmissione dei segnali di guasto Stazione di ricevimento dei segnali di guasto Apparecchiatura di alimentazione C A E F J K G H D L Nota 1: Gli elementi G e H possono richiedere alimentatori separati. Nota 2: Le linee che collegano i diversi componenti indicano i flussi di informazione e non le interconnessioni fisiche. Nota 3: Per i collegamenti agli elementi G è necessaria la segnalazione di guasto sulla centrale per corto circuito o interruzione di linea come previsto dalla UNI EN 54-2. 1)La compatibilità dei componenti è trattata nella UNI EN 54-13. 2) Esempio tratto dalla figura 1 della UNI EN 54-1:1998. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 51 Progettazione e installazione dei sistemi fissi automatici Estensione della sorveglianza Le aree sorvegliate devono essere interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione. All’interno di un’area sorvegliata, devono essere direttamente sorvegliate dai rivelatori anche le seguenti parti, con alcune eccezioni successivamente descritte: - locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e comunicazione, nonché vani corsa degli elevatori, ascensori e montacarichi; - cortili interni coperti; - cunicoli, cavedi e passerelle per cavi elettrici; - condotti di condizionamento dell’ aria, e condotti di aerazione e di ventilazione; - spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati. Possono non essere direttamente sorvegliate dai rivelatori le seguenti parti, qualora non contengano sostanze infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici, ad eccezione, per questi ultimi, di quelli strettamente indispensabili all’ utilizzazione delle parti medesime: - piccoli locali utilizzati per servizi igienici, a patto che essi non siano utilizzati per il deposito di materiali combustibili o rifiuti; 2 - condotti e cunicoli con sezione minore di 1 m , a condizione che siano correttamente protetti contro l’ incendio e siano opportunamente compartimentati; - banchine di carico scoperte (senza tetto); - spazi nascosti, compresi quelli sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati, che: - abbiano altezza minore di 800 mm, e - abbiano superficie non maggiore di 100 m2, e - abbiano dimensioni lineari non maggiori di 25 m, e - siano totalmente rivestiti all’ interno con materiale di classe A1 e A1FL secondo la UNI EN 13501-1, - non contengano cavi che abbiano a che fare con sistemi di emergenza (a meno che i cavi non siano resistenti al fuoco per almeno 30 min secondo la CEI EN 50200); - vani scale compartimentati; - vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi purché facciano parte di un compartimento sorvegliato dal sistema di rivelazione. Suddivisione dell’ area in zone L’ area sorvegliata deve essere suddivisa in zone, secondo quanto di seguito specificato, in modo che, quando un rivelatore interviene, sia possibile individuarne facilmente la zona di appartenenza. Le zone devono essere delimitate in modo che sia possibile localizzare rapidamente e senza incertezze il focolaio d’ incendio. Ciascuna zona deve comprendere non più di un piano del fabbricato, con l’eccezione dei seguenti casi: vani scala, vani di ascensori e montacarichi, edifici di piccole Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 52 dimensioni anche se a più piani, ciascuno dei quali può costituire un’ unica zona distinta. La superficie a pavimento di ciascuna zona non deve essere maggiore di 1600 m2. Più locali non possono appartenere alla stessa zona, salvo quando siano contigui e se: - il loro numero non è maggiore di 10, la loro superficie complessiva non è maggiore 2 di 600 m e gli accessi danno sul medesimo disimpegno; oppure - il loro numero non è maggiore di 20, la loro superficie complessiva non è maggiore di 1000 m2 e in prossimità degli accessi sono installati segnalatori ottici di allarme chiaramente visibili, che consentono l’ immediata individuazione del locale dal quale proviene l’ allarme. I rivelatori installati in spazi nascosti (sotto i pavimenti sopraelevati, sopra i controsoffitti, nei cunicoli e nelle canalette per cavi elettrici, nelle condotte di condizionamento dell’ aria, di aerazione e di ventilazione, ecc.) devono appartenere a zone distinte. Deve inoltre essere possibile individuare in modo semplice e senza incertezze dove i rivelatori sono intervenuti. Si deve prevedere localmente una segnalazione luminosa visibile. Se una medesima linea di rivelazione serve più zone o più di 32 punti, la linea deve essere ad anello chiuso e dotata di opportuni dispositivi di isolamento, conformi alla UNI EN 54-17, in grado di assicurare che un corto circuito o una interruzione della linea medesima, non impedisca la segnalazione di allarme incendio per più di una zona. In una zona possono essere compresi rivelatori sensibili a fenomeni differenti purché i rispettivi segnali siano univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione. I punti di segnalazione manuale possono essere collegati ai circuiti dei rivelatori automatici purché i rispettivi segnali siano univocamente identificabili alla centrale di controllo e segnalazione. Criteri di installazione Generalità I rivelatori devono essere installati in modo che possano individuare ogni tipo di incendio prevedibile nell’ area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale e in modo da evitare falsi allarmi. La determinazione del numero di rivelatori necessari e della loro posizione deve essere effettuata in funzione di quanto segue: - tipo di rivelatori; - superficie e altezza del locale; - forma del soffitto o della copertura quando questa costituisce il soffitto; - condizioni di aerazione e di ventilazione naturale o meccanica del locale. In ciascun locale facente parte dell’ area sorvegliata, con le sole eccezioni specificate in precedenza, deve essere installato almeno un rivelatore. Ai fini della presente norma le parti come: locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e comunicazione, vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi, cortili interni ecc… devono essere considerati come locali. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 53 Nei controsoffitti e nei sotto pavimenti i rivelatori puntiformi sono posizionati come indicato nei prossimi paragrafi. Rivelatori puntiformi di fumo I rivelatori puntiformi di fumo devono essere conformi alla UNI EN 54-7. Particolare attenzione deve essere posta nell’ installazione dei rivelatori di fumo, dove: - la velocità dell’ aria è solitamente maggiore di 1 m/s; - la velocità dell’ aria possa essere occasionalmente maggiore di 5 m/s. Il numero di rivelatori deve essere determinato in modo che non siano superati i valori riportati nel prospetto A. Un esempio di corretta installazione è riportato nelle figure 1 e 2. Prospetto (A): Posizionamento rivelatori puntiformi di fumo su soffitti piani o con inclinazione rispetto all’ orizzontale α ≤ 20° e senza elementi sporgenti Altezza (h) dei locali (m) h≤6 6<h≤8 8 < h ≤ 12 12 < h ≤ 16 a) Tecnologia di rivelazione Raggio di copertura (m) Rivelatori puntiformi di fumo b) b) 4,5 4,5 NU NU (UNI EN 54-7) a) Vedere figura 1 b) Applicazioni Speciali previste in ambienti particolari dove è ipotizzabile l’ utilizzo della tecnologia dei rivelatori di fumo solo ed esclusivamente se l’ efficacia del sistema viene dimostrata con metodi pratici oppure mediante l’ installazione di rivelatori a piani intermedi. Figura (1): Esempi di copertura per rivelatori puntiformi di fumo Legenda a) Locale con dimensioni tra loro simili b) Locale con dimensioni in pianta tra loro diverse 1 2 3 Area protetta da ogni rivelatore Locale protetto Rivelatore Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 54 a) b) Figura (2): Esempio di corretto posizionamento dei rivelatori puntiformi di fumo Legenda 1 2 α Soffitto Pavimento Inclinazione del soffitto o copertura - - Per i locali a soffitto (o copertura) inclinato (a spiovente semplice, a doppio spiovente e assimilabili) formante un angolo con l’ orizzontale maggiore di 20° si deve installare, in ogni campata, una fila di rivelatori nel piano verticale passante per la linea di colmo nella parte più alta del locale; nei locali con copertura a shed o con falda trasparente si deve installare, in ogni campata, una fila di rivelatori dalla parte in cui la copertura ha pendenza minore e ad una distanza orizzontale di almeno 1 m dal piano verticale passante per la linea di colmo. Prospetto (2): Posizionamento rivelatori di fumo su soffitti con inclinazione (α) rispetto all’ orizzontale > 20° e senza elementi sp orgenti Altezza (h) dei locali (m) h≤6 6<h≤8 8 < h ≤ 12 12 < h ≤ 16 a) a) c) Inclinazione Raggio di copertura (m) b) 20° ≤ α ≤ 45° 7 7 7 AS b) α > 45° 7,5 7,5 7,5 AS Vedere figura 2 Applicazioni Speciali previste in ambienti particolari dove è ipotizzabile l’ utilizzo della tecnologia dei rivelatori di fumo solo ed esclusivamente se l’ efficacia del sistema viene dimostrata con metodi pratici oppure mediante l’ installazione di rivelatori a piani intermedi. La distanza tra i rivelatori e le pareti del locale sorvegliato non deve essere minore di 0,5 m, a meno che siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici o comunque ambienti aventi larghezza minore di 1 m. Parimenti devono esserci almeno 0,5 m tra i rivelatori e la superficie laterale di correnti o travi, posti al disotto del soffitto, oppure di elementi sospesi (per esempio: condotti di ventilazione, cortine, ecc.), se lo spazio compreso tra il soffitto e la parte superiore di tali elementi o strutture è minore di 15 cm. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 55 Le massime e le minime distanze verticali ammissibili fra i rivelatori ed il soffitto (o la copertura) dipendono dalla forma di questo e dall’ altezza del locale sorvegliato; in assenza di valutazioni specifiche possono essere utilizzati i valori indicati nel prospetto 5. Prospetto (3): Distanze dal soffitto (o dalla copertura) dei rivelatori puntiformi di fumo Altezza del locale m h≤6 6<h≤8 8 < h ≤ 10 10 < h ≤ 12 Distanza dell’ elemento sensibile al fumo dal soffitto (o dalla copertura) in funzione della sua inclinazione rispetto all’ orizzontale α ≤ 15° 15° < α ≤ 30° α > 30 min. max. min. max. min. max. cm cm cm cm cm cm 3 20 20 30 30 50 7 25 25 40 40 60 10 30 30 50 50 70 15 35 35 60 60 80 L’ altezza dei rivelatori puntiformi di fumo rispetto al pavimento non deve essere maggiore di 12 m, fatto salvo il caso di altezze fino a 16 m, considerato applicazione speciale (vedere prospetto 3). Nella protezione dei locali, allo scopo di evitare ostacoli al passaggio del fumo, nessuna parte di macchinario e/o di impianto e l’ eventuale merce in deposito deve trovarsi a meno di 0,5 m a fianco o al disotto di ogni rivelatore. Nei locali con soffitto (o copertura) a correnti o a travi in vista i rivelatori devono essere installati all’ interno dei riquadri delimitati da detti elementi come precisato nel prospetto 6 tenendo conto delle seguenti eccezioni: - qualora l’ elemento sporgente abbia una altezza ≤ 5% rispetto all’ altezza massima del locale, si considera come soffitto piano; - qualora l’ altezza massima degli elementi sporgenti sia maggiore del 30% dell’ altezza massima del locale il criterio di ripartizione dei rivelatori nei riquadri non si applica ed ogni singolo riquadro viene considerato come locale a sé stante; - qualora gli elementi sporgenti si intersechino (per esempio soffitto a nido d’ ape), vedere il paragrafo successivo. Criteri di installazione dei rivelatori puntiformi di fumo nei locali dotati di impianti di condizionamento e di ventilazione Gli impianti di ventilazione sono così definiti: - impianti che vengono progettati e realizzati per garantire il benessere delle persone; - impianti che vengono progettati e realizzati per garantire parametri ambientali con finalità legate a processi produttivi o di conservazione. In entrambi i casi, devono essere presi accorgimenti tali da evitare che in prossimità del rivelatore ci sia una velocità d’ aria maggiore di 1 m/s. Nei locali in cui la circolazione d’ aria risulta elevata, cioè al disopra dei normali valori adottati per gli impianti finalizzati al benessere (per esempio: nei centri di elaborazione dati, nelle sale quadri, ecc.), il numero di rivelatori di fumo installati a soffitto, o sotto eventuali controsoffitti, deve essere opportunamente aumentato per Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 56 compensare l’ eccessiva diluizione del fumo stesso. Detto numero deve essere determinato moltiplicando quello calcolato secondo i paragrafi successivi, per il coefficiente indicato nel prospetto 4. Prospetto (4): Rivelatori puntiformi di fumo in ambienti con circolazione d’ aria elevata Prodotto raggio rivelatori per il numero di ricambi/h Coefficiente maggiorativo a) ≥ 40 2 a) Se il prodotto raggio rivelatore per ricambi d’ aria/h è particolarmente elevato è necessario effettuare valutazioni specifiche che possono portare ad un aumento dei rivelatori da installare e/o all’ installazione di un sistema di rivelazione supplementare a diretta sorveglianza dei macchinari. I rivelatori installati nei locali dotati di impianti di condizionamento e di ventilazione devono essere uniformemente distribuiti a soffitto come specificato precedentemente, con il rispetto di quanto segue: - se l’ aria è immessa nel locale in modo omogeneo attraverso un soffitto forato, ciascun rivelatore deve essere protetto dalla corrente d’ aria otturando tutti i fori entro il raggio di 1 m dal rivelatore stesso; - se l’ aria è immessa tramite bocchette, i rivelatori, sempre distribuiti in modo uniforme, devono essere posti il più lontano possibile dalle bocchette stesse; - se la ripresa d’ aria è fatta tramite bocchette poste nella parte alta delle pareti in vicinanza del soffitto, i rivelatori, oltre ad essere uniformemente distribuiti, devono essere posti in modo che uno di essi si trovi in corrispondenza di ogni bocchetta di ripresa; - se la ripresa d’ aria è fatta tramite bocchette poste a soffitto, i rivelatori devono essere sempre distribuiti uniformemente a soffitto ma il più lontano possibile dalle bocchette stesse. Nei locali come gli spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati, qualunque sia la loro altezza e dimensione, devono essere direttamente sorvegliati, a parziale modifica di quanto specificato in precedenza, se contengono cavi elettrici e/o reti dati presentano rischio di incendio. In detti spazi, se la loro altezza non è maggiore di 1 m, il numero di rivelatori da installare è quello determinato nel paragrafo dedicato ai rivelatori puntiformi di fumo moltiplicato per i dovuti coefficienti. DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO RIVELAZIONE INCENDI Centrale di controllo e di segnalazione La centrale sarà ubicata in luogo permanentemente e facilmente accessibile, protetto, per quanto possibile, dal pericolo di incendio diretto, da danneggiamenti meccanici e manomissioni, esente da atmosfera corrosiva, tale inoltre da consentire il continuo controllo in loco della centrale da parte del personale di sorveglianza oppure il controllo a distanza. In ogni caso detto locale sarà: - sorvegliato da rivelatori automatici d’incendio - dotato di illuminazione di emergenza ad intervento immediato in caso di assenza di energia elettrica di rete. La centrale sarà installata in modo tale che tutte le apparecchiature componenti siano facilmente accessibili per le operazioni di manutenzioni. Alla centrale di controllo e segnalazione faranno capo : - i rivelatori automatici di fumo; - i punti manuali di segnalazione; Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 57 - i pannelli di ripetizione del segnale di allarme; i pannelli di segnalazione ottico/acustica; il combinatore telefonico ; La centrale sarà in grado di ricevere ed interpretare simultaneamente, emettendo le opportune segnalazioni tutti i segnali provenienti dai rivelatori e dai punti manuali di segnalazione ; Rivelatori di fumo L’impianto è costituito principalmente da rivelatori ottici di fumo, sensibile a tutti i tipi di fumo con valutazione analogica della quantità di fumo presente nella camera di misura. Il segnale analogico viene trasmesso alla centrale che provvede ad analizzare e a visualizzare lo stato di funzionamento del rivelatore. Dalla centrale è possibile impostare un certo livello di sensibilità per ogni singolo rilevatore. Tale livello viene poi mantenuto costante nel tempo grazie alla precisa indicazione analogica che viene fornita tramite la continua interrogazione del rivelatore. Dalla centrale è possibile definire il livello di allarme, di guasto o di manutenzione per ogni singolo elemento. L’elemento sensibile è dotato di circuito di identificazione, il quale assegna l’indirizzo del rivelatore per mezzo di due interruttori decimali rotativi. Il rivelatore è dotato delle seguenti caratteristiche: - indicazione ottica d’allarme con due led a luce rossa fissa in caso di allarme. In caso di funzionamento normale è possibile avere i due led lampeggianti oppure spenti; - dispositivo di antimanomissione incorporato; - dispositivo di prova incorporato (“reed” magnetico); - test remoto dalla centrale; - grado di protezione IP43; Punti di segnalazione manuale Il sistema fisso automatico di rivelazione d’incendio sarà completato con un sistema di segnalazione manuale costituito da punti manuale di segnalazione, anch’essi dotati di segnali univocamente identificabili dalla centrale. Allo scopo saranno utilizzati pulsanti manuali indirizzabili con vetro a rompere, dotato di Led di segnalazione di avvenuto azionamento, in contenitore in plastica adatto al montaggio a vista e verranno disposti in prossimità delle vie di fuga cosi come i pannelli ottico-acustici. I punti manuali di segnalazione saranno installati in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, ad un’altezza compresa tra 1 e 1,4 m. I punti manuali di segnalazione saranno protetti contro l’azionamento accidentale, i danni meccanici e la corrosione. I guasti e/o l’esclusione del sistema automatico non metterà fuori servizio quello manuale e viceversa. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 58 In corrispondenza di ciascun punto manuale di segnalazione dovranno essere riportate in modo chiaro e facilmente leggibile le istruzioni per l’uso, nonché essere disponibile, nel caso di punto sottovetro, un martello per la rottura del vetro. Avvisatori acustici e luminosi di allarme Saranno installati avvisatori di allarme ottico acustici interni, in grado di dare un allarme percepibile nelle vicinanze del punto di installazione, del tipo autoalimentato La segnalazione di allarme verso l’esterno è affidata a una sirena da esterno che entrerà in funzione manualmente o solo in caso di allarme estremo. L’avvisatore di allarme esterno sarà costruito con componenti di caratteristiche adeguate all'ambiente in cui si trovano ad operare e con un adeguato grado di protezione. Elementi di connessione I cavi devono essere del tipo utilizzato per gli impianti elettrici, con caratteristiche come indicate dal fabbricante. La sezione minima di ogni conduttura di alimentazione dei componenti (rivelatori, punti manuali, ecc.) deve essere di 0.5 mmq. I cavi utilizzati nel sistema di rivelazione incendio devono essere resistenti al fuoco per almeno 30 minuti secondo la CEI EN 50200, a bassa emissione di fumo e zero alogeni o comunque protetti per tale periodo. Nei casi in cui venga utilizzato un sistema di connessione ad anello chiuso, il percorso dei cavi deve essere realizzato in modo tale che possa essere danneggiato un solo ramo dell’anello. Pertanto per uno stesso anello il percorso dei cavi in uscita dalla centrale deve essere differenziato rispetto al percorso di ritorno in modo tale che il danneggiamento (per esempio fuoco) di uno dei due rami non coinvolga anche l’altro ramo. Le interconnessioni possono essere eseguite : 1) con cavi in tubo sotto strato di malta o sotto pavimento ; 2) con cavi posati in tubi a vista; 3) con cavi a vista. I cavi devono essere con guaina; la posa deve garantire i cavi contro i danneggiamenti accidentali. I cavi se posati insieme ad altri conduttori non facenti parte del sistema, devono essere riconoscibili almeno in corrispondenza dei punti di ispezione. VERIFICA DEI SISTEMI Generalità Il mantenimento delle condizioni di efficienza dei sistemi è di competenza dell’utente che dovrà provvedere : - alla continua sorveglianza dei sistemi; - alla loro manutenzione, richiedendo, dove necessario, le opportune istruzioni al fornitore A cura dell’utente deve essere tenuto un apposito registro, firmato dai responsabili, costantemente aggiornato su cui devono essere annotati : - i lavori svolti sull’impianto in oggetto Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 59 - le prove eseguite - i guasti, le relative cause e gli eventuali provvedimenti attuati per evitarne il ripetersi; - gli interventi in caso di incendio Operazioni inerenti alla verifica La verifica, da effettuare secondo la UNI 11224, comprende : - l’accertamento della rispondenza del sistema al progetto - il controllo che i componenti siano conformi alla relativa parte della UNI EN 54 - il controllo che la posa in opera sia stata eseguita in conformità alla UNI 9795 - l’esecuzione delle prove di funzionamento, di allarme incendio, avaria e di segnalazione di fuori servizio A verifica avvenuta secondo la UNI 11224, da parte del personale tecnico specializzato nel settore, dovrà essere rilasciata un’apposita dichiarazione. Ispezioni periodiche Gli impianti di rivelazione incendi ed i relativi componenti, in quanto impianti ed attrezzature di protezione antincendio, devono essere oggetto di sorveglianza e controlli periodici, al fine di mantenerli in efficienza, tale obbligo spetta al datore di lavoro o al titolare dell’attività. Le attività di sorveglianza, controllo e manutenzione devono essere svolte da personale competente e qualificato, in conformità alle disposizioni legislative e regolamentari vigenti, e sono finalizzate a rimuovere qualsiasi causa, deficienza, danno, ecc. che possa pregiudicare il corretto funzionamento dell’impianto. Ogni sistema in esercizio deve essere sottoposto almeno due volte all’anno, con l’intervallo non minore di 5 mesi, ad una ispezione allo scopo di verificarne lo stato di efficienza. L’accertamento deve essere formalizzato nell’apposito registro ed eventualmente mediante certificato di ispezione evidenziando, in particolare : - le eventuali variazioni riscontrate, sia nel sistema sia nell’area sorvegliata, rispetto alla situazione dell’ultima verifica precedente - le eventuali deficienze riscontrate Operazioni occasionali Dopo ogni guasto o intervento dei sistemi, l’utente deve : - provvedere alla sostituzione tempestiva degli eventuali componenti danneggiati - fare eseguire, in caso di incendio, un accurato controllo dell’intera installazione al fornitore incaricandolo, nel contempo, di ripristinare la situazioni originale, qualora fosse stata alterata Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 60 Prescrizioni di carattere generale RIEPILOGO PRESCRIZIONI COMUNI DI PROTEZIONE CONTRO L’INCENDIO PER I COMPONENTI ELETTRICI ESCLUSE LE CONDUTTURE I componenti elettrici devono essere limitati a quelli necessari per l’uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture, le quali possono anche transitare Nel sistema di vie d’uscita non devono essere installati componenti elettrici contenenti fluidi infiammabili Negli ambienti nei quali è consentito l’accesso al pubblico e la presenza di pubblico, i dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione, devono essere posti in luogo a disposizione esclusiva del personale addetto o posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo Tutti i componenti elettrici devono rispettare le prescrizioni contenute nella Sezione 422, della norma CEI 64-8, sia in funzionamento ordinario dell’impianto sia in situazione di guasto dell’impianto stesso, tenuto conto dei dispositivi di protezione. 1. I componenti elettrici non devono costituire pericolo di innesco o di propagazione di incendio per i materiali adiacenti 2. I componenti elettrici che possono raggiungere temperature superficiali tali da poter innescare l’incendio dei materiali adiacenti, devono essere installati in uno di seguenti modi : - su od entro elementi costituiti da materiali che resistano a tali temperature e che abbiano bassa conducibilità termica - dietro schermi termicamente isolati che resistano a tali temperature e che abbiano una bassa conducibilità termica - ad una distanza sufficiente a permettere un’adeguata dissipazione del calore per evitare che tali temperature possano avere effetti termici dannosi sui materiali la cui conservazione potrebbe venire compromessa da tali temperature, utilizzando supporti di bassa conducibilità termica 3. I componenti elettrici collegati all’impianto in modo permanente che nel loro funzionamento ordinario siano tali da produrre archi o scintille, devono : - essere totalmente racchiusi in elementi di materiale resistente agli archi, oppure - essere schermati - essere installati ad una distanza sufficiente dagli elementi dell’edificio sui quali gli archi o le scintille potrebbero avere effetti termici dannosi, per permettere una sicura estinzione degli stessi archi o scintille 4. I componenti elettrici fissi che presentino effetti di focalizzazione o di concentrazione di calore devono essere distanziati da qualsiasi oggetto fisso o da qualsiasi elemento dell’edificio in modo tale che questi oggetti od elementi non possano essere sottoposti, in condizione ordinarie, a temperature pericolose. 5. Quando i componenti elettrici installati nello stesso locale contengono liquido infiammabile in quantità significativa, si devono prendere precauzioni per evitare che il liquido in fiamme ed i prodotti di combustione del liquido stesso si propaghino alle altre parti dell’edificio 6. I materiali degli involucri disposti attorno ai componenti elettrici durante la messa in opera devono essere in grado di sopportare le più elevate temperature che possano essere prodotte dai componenti stessi Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 61 Gli apparecchi di illuminazione dovranno essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi ultimi sono combustibili, ed in particolare per i faretti e i piccoli proiettori tale distanza dovrà essere : a) fino 100W - 0.5 mt b) da 100 a 300W - 0.8 mt c) da 300 a 500W - 1.0 mt Le lampade e altre parti componenti degli apparecchi d’illuminazione devono essere protette contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche PRESCRIZIONI COMUNI DI PROTEZIONE CONTRO L’INCENDIO PER LE CONDUTTURE Le condutture elettriche devono essere realizzate in modo da non essere né causo di innesco né causa di propagazione di incendi indipendentemente dai fattori elettrici e/o fisici che li hanno causati. Le condutture elettriche che attraversano le vie d’uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano. I conduttori dei circuiti in c.a. devono essere disposti in modo da evitare pericolosi riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo. TIPI DI CONDUTTURE AMMESSE Le condutture devono essere realizzate in uno dei modi indicati : 1) condutture di qualsiasi tipo incassate in strutture non combustibili 2) condutture realizzate medianti cavi in tubi protettivi e canali metallici con grado di prot. almeno IP 4X 3) conduttore realizzate con cavi multipolari munite di conduttore di protezione 4) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi metallici o involucri metallici, senza particolare grado di protezione 5) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione , contenuti in tubi protettivi o involucri, entrambi : - costruiti con materiali isolanti - installati in vista (non incassati) - con grado di protezione almeno IP 4X 6) binari elettrificati e condotti sbarre con grado di protezione IP 4X PROTEZIONE DELLE CONDUTTURE ELETTRICHE I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere installati all’origine dei circuiti Le condutture, nei sistemi TT, devono essere protette con dispositivo a corrente differenziale avente corrente nominale di intervento non superiore a 300 mA anche ad intervento ritardato REQUISITI DELLE CONDUTTURE PER EVITARE LA PROPAGAZIONE DELL’INCENDIO Per le condutture la propagazione dell’incendio lungo le stesse deve essere evitata in uno dei modi seguenti : a) utilizzando cavi “non propaganti la fiamma” in conformità alle norme CEI 20-35 b) i cavi sono installati individualmente in tubi protettivi o involucri con grado almeno IP 4X c) utilizzando cavi “non propaganti l’incendio” installati in fascio in conformità alle norme CEI EN 50266 Prescrizioni aggiuntive per gli impianti elettrici negli ambienti di cui Art. 751.04.4 Tutti i componenti dell’impianto ad esclusione delle condutture, e inoltre gli apparecchi di illuminazione ed i motori, dovranno essere posti entro involucri aventi grado di protezione non inferiore a IP 4X. I componenti elettrici devono essere ubicati o protetti in modo da non essere soggetti allo stilicidio di eventuali combustibili liquidi. Tali prescrizioni dovranno essere applicate a tutto l’ambiente considerato, qualora il materiale combustibile sia ben definito, prevedibile e controllabile, la zona entro il quale gli Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 62 impianti elettrici ed i relativi componenti devono avere grado di protezione IP 4X può essere delimitata dalla distanza del volume del materiale combustibile oltre la quale le temperature superficiali, gli archi e le scintille che possono prodursi nel funzionamento ordinario e in situazione di guasto, non possono più innescare l’accensione del materiale combustibile stesso. In mancanza di elementi di valutazione delle caratteristiche del materiale e del comportamento in caso di guasto dei componenti elettrici, si dovranno assumere distanze non inferiori a : 1.5 m in orizzontale in tutte le direzioni 1.5 m in verticale, verso il basso 3 m verso l’alto Prescrizioni per impianto di illuminazione: L’alimentazione finale, dalla scatola di derivazione al punto luce, potrà essere realizzata con cavi di sezione minima 1,5mmq., l’entra/esci dalle scatole di derivazione dovrà essere realizzata con appositi raccordi tubo/scatola e cavo/scatola. Nella figura che segue vengono rappresentati due sistemi di alimentazione di faretti per controsoffitto: -ALIMENTAZIONE DIRETTA DALLA RETE ALIMENTAZIONE A BASSA TENSIONE DI SICUREZZA (SELV) NON SUPERIORE A 25 V Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 63 Prescrizioni per la distribuzione sul controsoffitto: I cavi possono essere installati sul controsoffitto entro tubi, canali o passerelle, fissati sulle pareti o a soffitto. E’ ammessa la posa dei cavi con guaina direttamente nel controsoffitto, a condizione che il controsoffitto ne regga il peso. E’ consigliabile limitare tale tipo di posa ai soli allacciamenti degli apparecchi di illuminazione o a piccole derivazioni. Figura - a) POSA NON CONSENTITA CAVI UNIPOLARI SENZA GUAINA CONTROSOFFITTO METALLICO O ISOLANTE Figura - bb) CAVO "N1VV-K" CONTROSOFFITTO METALLICO CAVO "H07V-K" TUBO PROTETTIVO ISOLANTE Figura - c) CAVO "H07V-K" CONTROSOFFITTO METALLICO TUBO PROTETTIVO METALLICO legenda: condizione di posa non consentita; condizione di posa corretta con conduttori senza guaina posati all’interno di tubazioni portacavi in PVC e con cavi con guaina direttamente posati sul controsoffitto; Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 64 condizione di posa con tubazioni metalliche; Nei casi in cui il controsoffitto sia metallico, si dovrà realizzare la messa a terra dello stesso come rappresentato in figura seguente: Figura - a) CONTROSOFFITTO METALLICO Figura - bb) CONTROSOFFITTO METALLICO Figura - c) CONTROSOFFITTO METALLICO legenda: apparecchio di illuminazione di classe II: non è necessario collegare a terra il controsoffitto; apparecchio di illuminazione di classe I collegato a terra: non è necessario collegare a terra il controsoffitto; apparecchio di illuminazione con involucro isolante ma non di classe II: la parte di controsoffitto in contatto con l’apparecchio deve essere collegata a terra; Nella realizzazione dell’impianto elettrico sul controsoffitto, si dovrà tenere conto degli apparecchi di illuminazione e altri servizi quali le condotte dell’impianto di condizionamento. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 65 Prescrizioni per i tubi protettivi: Le tubazioni e i loro accessori dovranno avere caratteristiche di resistenza alla fiamma in conformità alle corrispondenti norme CEI. Le dimensioni interne dei tubi protettivi devono essere tali da permettere l’agevole infilaggio dei cavi dopo la messa in opera dei tubi stessi. Le giunzioni, le derivazioni e le connessioni agli apparecchi saranno realizzate con dispositivi tali da : • consentire la facile inserzione nei loro alloggiamenti delle estremità dei conduttori da connettere • permettere la giunzione senza provocare riduzioni della sezione dei conduttori • non alterarsi in ambiente umido • mantenere in permanenza la pressione di contatto E’ raccomandato un diametro interno dei tubi almeno uguale a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi da contenere. E’ comunque consigliabile sovradimensionare i tubi per eventuali usi futuri. Figura : il diametro interno dei tubi deve essere almeno 1,3 volte il diametro circoscritto al fascio dei cavi Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 66 E’ permesso posare conduttori di sistemi elettrici a tensione diversa nella stessa conduttura solo se tutti i conduttori sono isolati per la tensione nominale più elevata. Sarà inoltre necessario verificare che le dimensioni del canale siano sufficienti a contenere il fascio di cavi. Prescrizioni per i canali: Il canale dovrà assicurare la protezione meccanica dei cavi, permetterne la posa senza tiro, avvolgimenti o passaggi che possono danneggiare l’isolamento dei cavi stessi. Nei canali la sezione occupata dai cavi di energia, tenuto conto dal volume occupato dalle connessioni, non deve superare il 50% della seziona utile del canale stesso. Tale prescrizione non si applica ai cavi di segnalazione e comando e ai cavi per telecomunicazione. Figura : Posa dei cavi nei canali Figura - a) Figura - b) 1/2A A A 1/2A Legenda: la sezione occupata dei cavi di energia non deve superare la metà della sezione del canale i cavi di segnale o di comando possono superare la metà della sezione del canale. Se un o stesso canale è utilizzato per cavi di energia e per cavi di segnale deve essere munito di setti separatori; in alternativa, si può passare all’interno del canale un altro canale di dimensioni ridotte o un tubo protettivo, o infine si possono utilizzare cavi di segnali isolati per la tensione nominale dei cavi di energia. Se si utilizzano canali o tubi metallici tutti i cavi del medesimo circuito devono essere installati nello stesso tubo o canale, per evitare riscaldamenti dovuti a correnti indotte. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 67 Esempi di posa dei cavi di energia e di segnale in canale portacavi: Figura - a) CAVI DI SEGNALE CAVI DI ENERGIA SETTO SEPARATORE Figura - b) a) CAVI DI SEGNALE ENTRO PROPRIO TUBO PROTETTIVO CAVI DI ENERGIA Figura - c) a) CAVI DI SEGNALE CAVI DI ENERGIA Legenda: con setto separatore; con tubo protettivo supplementare; con cavi di segnale isolati per la tensione nominale richiesta per i cavi di energia; Prescrizioni cassette e connessioni Le cassette devono essere saldamente fissate alle strutture. Sono preferibili le cassette con coperchio fissato con viti, mentre sono sconsigliabili i coperchi ancorati con graffette. E’ consigliabile che connessioni e cavi posati all’interno delle cassette non occupino più del 50% del volume interno della cassetta stessa. Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 68 Le connessioni ( giunzioni e derivazioni ) vanno eseguite con appositi morsetti, con o senza vite. Non è consentito ridurre la sezione dei conduttori, né lasciare parti conduttrici scoperte. Le connessioni devono essere accessibili per manutenzione, ispezioni e prove, per questo motivo sono in genere ubicate entro cassette. Le connessioni non sono ammesse nei tubi, di sezione circolare o di altra forma; sono sconsigliate dentro le scatole portafrutto. Le connessioni entro i canali sono ammesse, anche se nel minor numero possibile, a condizione che i dispositivi di connessione abbiano isolamento e resistenza meccanica equivalente a quella dei cavi e grado di protezione almeno IPXXB; le giunzioni devono unire conduttori delle stesse caratteristiche e colore delle anime. Figura : Connessioni nei canali: Figura - b) a) Figura - b) a) Figura - c) b) Legenda: è preferibile che le connessioni siano effettuate in apposite scatole fuori dal canale; Le connessioni entro il canale sono ammesse, purché le parti attive non siano accessibili al dito di prova; Le giunzioni devono unire cavi delle stesse caratteristiche e dello stesso colore; Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 69 Per non superare il riempimento massimo del 50% del canale occorre tenere conto anche dello spazio occupato dalle giunzioni. E’ ammesso l’entra esci sui morsetti ad esempio di un presa o di un apparecchio per alimentare un altro apparecchio, ad esempio di illuminazione, purché esistano doppi morsetti, o questi siano dimensionati per ricevere la sezione totale dei conduttori da collegare IMPIANTO DI MESSA A TERRA Le caratteristiche dell’impianto di terra dovranno soddisfare le prescrizioni di sicurezza e funzionalità dell’impianto elettrico. Collegamenti a terra La scelta e l’installazione dei componenti dell’impianto di terra dovranno essere tali che: il valore della resistenza di terra sia in accordo con le esigenze di protezione e di funzionamento dell’impianto elettrico l’efficienza dell’impianto di terra si mantenga nel tempo le correnti di guasto e di dispersione a terra possano essere sopportate senza danni, in particolare dal punto di vista delle sollecitazioni di natura termica, termomeccanica ed elettromeccanica i materiali abbiano adeguata solidità o adeguata protezione meccanica, tenuto conto delle influenze esterne Dovranno essere prese precauzioni per ridurre i danni che, per effetto elettrolitico, l’impianto di terra possa arrecare ad altre parti metalliche prossime al dispersore. Dispersori Il dispersore può essere costituito da : tondi, profilati, tubi ; nastri, corde; Il tipo e la profondità di messa in opera dei dispersori dovranno essere tali che fenomeni di essiccamento o di congelamento del terreno non aumentino la resistenza di terra del dispersore al disopra del valore richiesto. Conduttori di terra e di protezione I conduttori di terra dovranno essere calcolati secondo le formule indicate nella norma Cei 64-8 - Art. 543.1.1, oppure scelti secondo quanto indicato nella stessa norma all’Art. 543.1.2 - tabella 54F di seguito riportata : Sezione dei conduttori di fase dell’impianto S (mmq) S ≤ 16 16 < S ≤ 35 S > 35 Sezione minima del corrispondente conduttore di protezione Sp (mmq) Sp = S 16 Sp = S/2 inoltre dovranno avere le sezioni minime indicate nella tabella seguente : Protetti meccanicamente Non protetti meccanicamente Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 70 Protetti contro come tabella sopra 16 mmq (rame) la corrosione 16 mmq. (Fe Zn)* Non protetti contro 25 mmq. (rame) la corrosione 50 mmq. (Fe Zn)* * zincatura secondo la Norma CEI 7-6 oppure con rivestimento equivalente Il collegamento di un conduttore di terra ad un dispersore dovrà essere effettuato in modo accurato ed elettricamente soddisfacente. La sezione di ogni conduttore di protezione che non faccia parte della conduttura di alimentazione non dovrà essere inferiore a : 2.5 mmq. se è prevista una protezione meccanica 4 mmq. se non è prevista una protezione meccanica Qualora un conduttore di protezione sia comune a diversi circuiti, la sua sezione dovrà essere dimensionata in funzione del conduttore di fase avente la sezione più grande. Collettore o nodo di terra In ogni impianto dovrà essere usato un morsetto od una sbarra per costituire un collettore principale di terra al quale si dovranno collegare i seguenti conduttori : i conduttori di terra i conduttori di protezione i conduttori equipotenziali principali i tubi alimentanti servizi dell’edificio (acqua, gas, ecc.) parti strutturali metalliche dell’edificio e canalizzazioni del riscaldamento centrale e del condizionamento dell’aria Sul conduttore di terra, in posizione accessibile, dovrà essere previsto un dispositivo di apertura che permetta di misurare la resistenza di terra ; tale dispositivo potrà essere convenientemente combinato con il collettore principale di terra. Questo dispositivo dovrà essere apribile solo mediante attrezzo, dovrà essere meccanicamente robusto e dovrà assicurare il mantenimento della continuità elettrica. Impianto di terra L’impianto di terra dell’attività sarà realizzato con dispersori in acciaio zincato a “X” lunghezza 2 metri sezione 50x50x5 mm, intercollegati con corda in rame nudo sezione 50 mmq. Il collegamento con il quadro elettrico generale interno sarà realizzato con conduttore N07V-K giallo verde sezione 25 mmq. Il conduttore farà capo a morsetti equipotenziali di terra entro un’apposita scatola di derivazione, o entro i quadri elettrici di zona, i quali saranno collegati i conduttori di terra di tutto l’impianto elettrico interno. Dovranno essere realizzati collegamenti equipotenziali delle masse metalliche non facenti parte dell’impianto elettrico quali, tubazioni metalliche, ecc., mediante conduttori di sezione minima 6 mmq.. La distribuzione del filo di protezione alle utenze (con filo colorato secondo tabella UNEL 00722) dovrà essere fatta congiuntamente e con lo stesso percorso del filo di linea. RACCOMANDAZIONI Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 71 A fine lavori dovranno essere rilasciati i seguenti documenti : - rapporto di verifica dell’impianto - dichiarazione di conformità secondo D.M. 37 del 22.01.08 - relazione con tipologia dei materiali impiegati - fascicolo manutenzione impianto elettrico e speciali NORME TECNICHE DI ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI Azienda ULSS 19 ADRIA - Progetto nuovo Centro Educativo Occupazionale Diurno – Via Badini Via Retratti – ADRIA (RO) 72