Allegato 7)
CAPITOLATO PRESTAZIONALE
LAVORI MANUTENZIONE OPERE ELETTRICHE
LOTTO N. 5
LOTTO N. 6
CAPO 13 - ESECUZIONE DEI LAVORI
Art.1 – Designazione delle opere comprese nell’appalto
L'appalto contempla in generale opere di manutenzione ordinaria e straordinaria elettrica, con messa
a norma degli impianti preesistenti presso gli edifici in proprietà e in gestione all'Azienda Sanitaria.
Detta manutenzione consisterà nella prestazione, da parte dell'/gli appaltatore/i, di tutte quelle
forniture ed opere, che si renderanno necessarie, a giudizio dell'Azienda Sanitaria, per garantire la
migliore efficienza funzionale degli edifici di cui trattasi e dei servizi ospedalieri, nonché la
sicurezza d'uso dei medesimi a salvaguardia della incolumità di persone e cose, in base alla
normativa attualmente in vigore.
In particolare tutte le opere dovranno rispondere ai requisiti normativi riportati nel D.C.R. 22/02/00
N. 616 con adeguata certificazione supportata da tutti gli elementi progettuali necessari (calcoli
illuminotecnici, misure elettriche, ecc. ).
Le opere possono essere riassunte schematicamente nel seguente elenco:
a. sostituzione di apparecchi illuminanti, con relativa revisione di tutto l'impianto elettrico di
illuminazione per garantire il buon livello funzionale dello stesso e la conformità alle norme
UNI 10380;
b. sostituzione di spine, prese, cavi di alimentazione, portalampada, interruttori, con relativa
revisione e messa a norma dell'impianto elettrico;
c. revisione/sostituzione di impianti citofonici;
d. revisione ed eventuale sostituzione di: quadri elettrici , linee principali di alimentazione,
impianti di forza motrice ed utilizzazioni varie, impianti di servomeccanismi di regolazione.
Ove, per esigenze normative o per esigenze dell’amministrazione e ad insindacabile giudizio della
D.L., l’intervento di manutenzione richieda la redazione di un progetto firmato da un
professionista abilitato, la prestazione verrà considerata come necessaria e facente parte degli
obblighi del/i soggetto/i aggiudicatario/i.
Il/I soggetto/i aggiudicatario/i è/sono tenuto/i inoltre ad eseguire la manutenzione od eventuali
implementazioni degli impianti a regola d'arte, utilizzando allo scopo i materiali parimenti costruiti,
nonché a rilasciare, ove necessario le certificazioni prescritte dalla vigente normativa.
Art. 2 – Modo di esecuzione di ogni categoria di lavoro
Le modalità di esecuzione di ciascuna categoria di lavoro, o per tutte le opere comprese nel presente
appalto, devono rispondere perfettamente alle prescrizioni stabilite nel Capitolato Speciale tipo per
129
appalti di lavori elettrici del Ministero LL. PP. (edizione corrente alla data della gara d'appalto),
nonché alle prescrizioni contenute nei relativi allegati speciali.
Pertanto per i lavori facenti parte del presente appalto devono intendersi implicitamente citati come
se fossero riportati per esteso gli articoli contenuti nel Capitolato Speciale Tipo per l'osservanza
delle condizioni, norme ed oneri nello stesso contemplati.
Ove si verifichino discordanze tra le prescrizioni dei Capitolati Speciali Tipo e quelle del presente
capitolato , saranno ritenute valide queste ultime.
Per quei lavori che, previsti nell'elenco dei prezzi unitari di riferimento , non trovano esatto
riscontro nel predetto Capitolato Speciale Tipo, valgono le prescrizioni che verranno impartite
all'atto esecutivo dalla Direzione dei Lavori.
Art. 3 – Norme per la misurazione e la valutazione delle opere
Per tutte le opere dell'appalto le varie quantità di lavoro saranno determinate con misure
geometriche.
Particolarmente si conviene che valgono le norme per la misurazione dei lavori secondo quanto è
prescritto nell'art. 42-B del Capitolato Speciale Tipo per appalti di lavori del Ministero dei LL.PP.
sempreché nell'Elenco Prezzi Unitari citato, non vengano stabilite norme speciali di misurazione.
In questo caso saranno queste ultime ad avere prevalenza su quanto è stabilito nel predetto art. 42-B
del Capitolato precitato.
Non sono ammesse varianti di nessun tipo rispetto a quanto previsto nella sopraccitata
pubblicazione
Art. 4 – Opere a misura o in economia
Oltre alla manutenzione ordinaria il/i soggetto/i aggiudicatario/i è/sono tenuto/i a prestare tutte
quelle forniture ed opere, che si renderanno necessarie, a giudizio dell’Azienda Sanitaria, per
garantire la migliore efficienza funzionale degli impianti di cui trattasi e dei servizi ospedalieri,
nonché la sicurezza d'uso dei medesimi a salvaguardia della incolumità di persone e cose, in base
alla normativa attualmente in vigore.
Di norma l’esecuzione dei lavori è ordinata a misura, e solo eccezionalmente in economia. Le
eventuali opere necessarie in economia devono essere preventivamente autorizzate dal/i direttore/i
dei lavori di volta in volta tramite ordine di servizio.
L'importo delle opere in economia non potrà essere superiore al 20% (venti) del valore totale
dell'ordine stesso (calcolato sull’importo dei lavori eseguiti, prima di applicare il ribasso d'asta).
Art. 5 – Acquisti sul libero mercato
Qualora il/i soggetto/i aggiudicatario/i non dia/no corso, senza giustificato motivo, alle forniture di
opere ordinate, l’Azienda Sanitaria si riserva la facoltà di commetterle ad altra/e ditta/e,
130
addebitando la eventuale differenza in più rispetto all'onere contrattuale, al/i soggetto/i
aggiudicatario/i.
Art. 6 - Campionatura
Il/I soggetto/i aggiudicatario/i a seguito di eventuale richiesta da parte della D.L., prima dell'inizio
dei lavori, deve/ono presentare la tipologia dei materiali che intende/ono utilizzare nella esecuzione
dell'opera.
Ogni campione deve essere numerato e deve portare un cartellino col nome della Ditta costruttrice e
del/i soggetto/i aggiudicatario/i, inoltre, dovrà essere elencato in apposita distinta.
Resta esplicitamente inteso che la presentazione dei campioni non esonera il/i soggetto/i
aggiudicatario/i prescelto/i dall'obbligo di sostituire, ad ogni richiesta, quei materiali che, pur
essendo conformi ai campioni, non risultino corrispondenti alle prescrizioni del Capitolato, o che
comunque non siano di gradimento della/e D.L..
Art. 7 – Corrispondenza dei materiali e delle forniture
I materiali e le forniture dovranno corrispondere alle prescrizioni di legge, a quelle del presente
capitolato e relativi allegati nonché delle singole descrizioni riportate nell'elenco prezzi di
riferimento.
I materiali ed i componenti saranno realizzati secondo le norme tecniche di sicurezza dell'Ente
Italiano di Unificazione (UNI 9795) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI), nonché nel
rispetto di quanto prescritto dalla legislazione tecnica vigente in materia.
La/e D.L. ha/nno la facoltà di rifiutare in qualunque tempo i materiali e le forniture che non abbiano
i requisiti prescritti, che abbiano subito deperimenti dopo l'introduzione nel cantiere, o che per
qualsiasi causa non risultassero conformi alle condizioni contrattuali ed alle norme vigenti.
Il/I soggetto/i aggiudicatario/i dovrà/nno provvedere a rimuovere dal cantiere le forniture ed i
materiali rifiutati e sostituirli a sue/loro spese con altri idonei, detta operazione deve essere eseguita
con celerità ed immediatezza già a partire dal giorno successivo all'ordine del/i Direttore/i dei
Lavori; ove il/i soggetto/i aggiudicatario/i non effettuasse/ro la rimozione nel termine prescritto
dal/i Direttore/i dei Lavori, l'Azienda Sanitaria potrà provvedere direttamente ed a spese del/i
soggetto/i aggiudicatario/i, a carico del/i quale/i resterà anche qualsiasi danno derivante dalla
rimozione così eseguita.
Qualora venisse accertata la non corrispondenza alle prescrizioni contrattuali dei materiali e delle
forniture accettate e già poste in opera, si procederà come disposto dall'art. 23 del Capitolato
Generale di Appalto.
Art. 8 - Smantellamenti
A proposito degli smantellamenti si ricorda che le opere dovranno essere realizzate senza
sospendere la normale attività degli ambienti circostanti; l' /gli installatore/i dovrà/nno pertanto:
131
-
-
adottare tutti gli accorgimenti necessari ad assicurare il normale funzionamento delle parti di
edificio escluse dagli interventi, operando quando necessario in orario serale o notturno e/o
festivo senza maggiori oneri
allestire gli allacciamenti provvisori, costruire ripari, barriere e/o isolamenti, con fornitura di
linee, quadretti e apparecchiature provvisorie;
limitare al massimo il disturbo alla attività del personale che continuerà ad operare nelle parti di
edificio escluse dagli interventi;
limitare al massimo il disturbo di altre Imprese che eventualmente operassero
contemporaneamente nel cantiere;
concordare con la/e Direzione/i lavori il programma degli interventi che potranno svolgersi nelle
ore del tardo pomeriggio, di sabato e se necessario eccezionalmente anche in giorno festivo.
Nelle zone di intervento si dovrà procedere allo smantellamento degli impianti esistenti, avendo
cura di mantenere in esercizio eventuali linee in transito dirette ad altre zone.
Lo smantellamento dovrà essere eseguito operando per zone e per settori, secondo un programma
che sarà concordato con l'Ente appaltante in modo da garantire la funzionalità delle zone adiacenti a
quelle smantellate, ove occorrerà mantenere attivo il normale servizio.
Si precisa che gli interventi dovranno essere effettuati tenendo conto del decoro del cantiere con una
pulizia giornaliera.
Art. 9 – Documenti finali
Planimetrie con la chiara rappresentazione di tutti gli impianti e tutte le canalizzazioni realizzati, su
formato normalizzato UNI e utilizzando la simbologia delle norme CEI Comitato 3
Cataloghi tecnici illustrativi e manuali di uso e manutenzione di tutti i materiali usati e di tutti gli
impianti realizzati
Tutti gli adempimenti relativi alle prescrizioni della legge 46/90 anche su supporto informatico.
132
PRESCRIZIONI TECNICHE IMPIANTI ELETTRICI
LUCE E F.M. NEI LOCALI DI TIPO ORDINARIO
CAPO 14 - PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI
Art. 10 – Requisiti di rispondenza a norme, leggi e regolamenti
Gli impianti devono essere realizzati a regola d'arte, giusta prescrizione della legge 186 del
1° marzo 1968.
Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono corrispondere alle
norme di legge e di regolamento vigenti alla data di presentazione dell’offerta ed in particolare
essere conformi:
- alle prescrizioni di Autorità Locali, comprese quelle dei VV.FF.;
- alle prescrizioni e indicazioni dell'Azienda Distributrice dell'energia elettrica;
- alle prescrizioni e indicazioni del D.M. n. 314 del 23.05.1992;
- alle Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
Art. 11 – Prescrizioni riguardanti i circuiti
Cavi e conduttori:
a) isolamento dei cavi
SISTEMA DI PRIMA CATEGORIA: i cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria devono del
essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale (Uo/U) non inferiori a
450/750V, simbolo di designazione 07. Quelli utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando
devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V, simbolo di designazione 05.
Questi ultimi, se posati nello stesso tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni
nominali superiori, devono essere adatti alla tensione nominale maggiore;
b) colori distintivi dei cavi
i conduttori impiegati nella esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle
colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00722-74 e 00712. In
particolare i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti rispettivamente ed
esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. Per quanto riguarda i
conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto dai colori:
nero, grigio (cenere) e marrone;
c) sezioni minime e cadute di tensione massime ammesse
le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e dalla lunghezza dei
circuiti (affinché la caduta di tensione non superi il valore del 4% della tensione a vuoto) devono
essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di
corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEI-UNEL ultima
pubblicazione.
Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime ammesse
sono:
133
1 mmq per circuiti di segnalazione e telecomando;
1,5 mmq per illuminazione di base, per altri apparecchi di illuminazione con potenza
unitaria inferiore o uguale a 2,2 KW;
2,5 mmq per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza superiore a
2,2 KW e inferiore o uguale a 3,6 KW;
4 mmq per montanti singoli e linee alimentanti singoli apparecchi utilizzatori con potenza
nominale superiore a 3,6 KW;
d) sezione minima dei conduttori neutri
la sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di
fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mmq., la sezione dei
conduttori neutri può essere ridotta alla meta' di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia
di 16 mmq. (per conduttori in rame).
e) sezione dei conduttori di terra e protezione
la sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di
terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quella indicata
nella tabella delle norme CEI 64-8.
f) sezione minime del conduttore di terra.
Sezione del conduttore di fase
che alimenta la macchina o
l’apparecchio
mm²
Cond. Protez. Facente parte
dello stesso cavo o infilato
nello stesso tubo del conduttore
di fase
mm²
Cond. Protez. Non facente
parte dello stesso cavo e non
infilato nello stesso tubo del
conduttore di fase
mm²
Minore o uguale a 16
sezione del conduttore di fase
2,5
se
protetto
meccanicamente, 4 se non
protetto meccanicamente
Maggiore di 16 e minore o 16
uguale a 35
16
maggiore di 35
metà
della
sezione
del
conduttore di fase; nei cavi
multipol., la sezione specificata
dalle rispettive norme
metà
della
sezione
del
conduttore di fase; nei cavi
multipol,, la sezione specificata
dalle rispettive norme
la sezione del conduttore di terra deve essere non inferiore a quella del conduttore di protezione
suddetta con i minimi di seguito indicati:
Sezione minima (mmq.)
- Protetto contro la corrosione ma non meccanicamente . . . . . . . . 25 (Cu) 35 (Fe)
- Non protetto contro la corrosione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 (Cu) 50 (Fe)
In alternativa ai criteri sopra indicati e' ammesso il calcolo della sezione minima del conduttore di
protezione mediante il metodo analitico indicato nelle norme CEI 64-8 ultima edizione.
Art. 12 - Tubi protettivi, percorso tubazioni, cassette di derivazione
I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, devono essere sempre protetti e
salvaguardati meccanicamente.
134
Dette protezioni possono essere: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, condotti o cunicoli
ricavati nella struttura edile ecc. Negli impianti industriali, il tipo di installazione deve essere
concordato di volta in volta con l'Amministrazione appaltante. Negli impianti a progetto si devono
rispettare le seguenti prescrizioni:
SISTEMI DI PRIMA CATEGORIA:
- i cavi passeranno parte in cunicoli accessibili mediante apertura del coperchio superiore in
calcestruzzo e parte in passerella metallica aerea.
I tubi protettivi dei conduttori elettrici collocati in cunicoli, che ospitano altre canalizzazioni devono
essere disposti in modo da non essere soggetti ad influenze dannose in relazione a
sovrariscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa, ecc. E' inoltre vietato collocare nelle
stesse canalizzazioni colonne telefoniche o radiotelevisive.
Art. 13 – Protezione contro i contatti indiretti
Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto
elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento
dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse).
Per la protezione contro i contatti indiretti ogni impianto elettrico utilizzatore, o raggruppamento di
impianti contenuti in uno stesso edificio e nelle sue dipendenze (quali portinerie distaccate e simili)
deve avere un proprio impianto di terra ed essere collegato all'impianto di terra generale.
A tale impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili
destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche
accessibili di notevole estensione esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore stesso.
Art. 14 – Impianto di messa a terra e sistemi di protezione contro i contatti
indiretti
ELEMENTI DI UN IMPIANTO DI TERRA
Per ogni edificio contenente impianti elettrici deve essere opportunamente previsto, in sede di
costruzione, un proprio impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che deve soddisfare le
prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8. Tale impianto deve essere realizzato in modo da poter
effettuare le verifiche periodiche di efficienza e comprende:
a) il dispersore (o i dispersori) di terra, costituito da uno o più elementi metallici posti in intimo
contatto con il terreno e che realizza il collegamento elettrico con la terra;
b) il conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno destinato a collegare i dispersori fra
di loro e al collettore (o nodo) principale di terra. I conduttori parzialmente interrati e non isolati
dal terreno, debbono essere considerati, a tutti gli effetti, dispersori per la parte interrata e
conduttori di terra per la parte non interrata (o comunque isolata dal terreno);
c) il conduttore di protezione parte dal collettore di terra, arriva in ogni impianto e deve essere
collegato a tutte le prese a spina (destinate ad alimentare utilizzatori per i quali e' prevista la
135
protezione contro i contatti indiretti mediante messa a terra); o direttamente alle masse di tutti
gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione con parti metalliche
comunque accessibili.
E' vietato l'impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione
inferiore a 4 mmq. Nei sistemi TT (cioè nei sistemi in cui le masse sono collegate ad un
impianto di terra elettricamente indipendente da quello del collegamento a terra del sistema
elettrico) il conduttore di neutro non può essere utilizzato come conduttore di protezione;
d) il collettore (o nodo) principale di terra nel quale confluiscono i conduttori di terra, di
protezione, di equipotenzialità (ed eventualmente di neutro, in caso di sistemi TN, in cui il
conduttore di neutro ha anche la funzione di conduttore di protezione);
e) il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse e/o le
masse estranee (parti conduttrici, non facenti parte dell'impianto elettrico, suscettibili di
introdurre il potenziale di terra).
Art. 15 – Prescrizioni particolari per locali da bagno
DIVISIONE IN ZONE APPARECCHI AMMESSI
I locali da bagno vengono suddivisi in 4 zone per ognuna delle quali valgono regole particolari:
a) zona O - E' il volume della vasca o del piatto doccia: non sono ammessi apparecchi elettrici,
come scalda acqua ad immersione, illuminazioni sommerse o simili;
b) zona i - E' il volume al di sopra della vasca da bagno o del piatto doccia fino all'altezza di 2,25
m dal pavimento: sono ammessi o scaldabagno (del tipo fisso, con la massa collegata al
conduttore di protezione) o altri apparecchi utilizzatori fissi, purché alimentati a tensione non
superiore a 25 V, cioè con la tensione ulteriormente ridotta rispetto al limite normale della
bassissima tensione di sicurezza, che corrisponde a 50 V;
c) zona 2 - E' il volume che circonda la vasca da bagno o il piatto doccia, largo 60 cm e fino
all'altezza di 2,25 m dal pavimento: sono ammessi, oltre allo scaldabagno e agli altri apparecchi
alimentati a non più di 25 V, anche gli apparecchi illuminanti dotati di doppio isolamento
(Classe Il). Gli apparecchi installati nelle zone 1 e 2 devono essere protetti contro gli spruzzi
d'acqua (grado protezione IP x 4). Sia nella zona 1 che nella zona 2 non devono esserci
materiali di installazione come interruttori, prese a spina, scatole di derivazione; possono
essere installati pulsanti a tirante con cordone isolante e frutto incassato ad altezza superiore a
2,25 n dal pavimento. Le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per
l'alimentazione degli apparecchi installati in queste zone e devono essere incassate con tubo protettivo non metallico; gli eventuali tratti in vista necessari per il collegamento con gli apparecchi
utilizzatori (per esempio con lo scaldabagno) devono essere protetti con tubo di plastica o
realizzati con cavo munito di guaina isolante;
d) zona 3 - E' il volume al di fuori della zona 2, della larghezza di 2,40 m (e quindi 3 m oltre la vasca o la doccia): sono ammessi componenti dell'impianto elettrico protetti contro la caduta
verticale di gocce di acqua (grado di protezione IP x 1), come nel caso dell'ordinario materiale
elettrico da incasso IP x 5 quando è previsto l'uso di getti d'acqua per la pulizia del locale;
inoltre l'alimentazione delle prese a spina deve soddisfare una delle seguenti condizioni:
136
a) bassissima tensione di sicurezza con limite 50 V (BTS). Le parti attive del circuito BTS devono
comunque essere protette contro contatti diretti;
b) trasformatore di isolamento per ogni singola presa a spina;
c) interruttore differenziale ad alta sensibilità, con corrente differenziale non superiore a 30 mA;
Le regole date per le varie zone in cui sono suddivisi i locali da bagno servono a limitare i pericoli
provenienti dall'impianto elettrico) del bagno stesso, e sono da considerarsi integrative rispetto alle
regole e prescrizioni comuni a tutto l'impianto elettrico (isolamento delle parti attive, collegamento
delle masse al conduttore di protezioni, ecc.).
Art. 16 – Collegamento equipotenziale dei locali da bagno
Per evitare tensioni pericolose provenienti dall'esterno del locale da bagno (ad esempio da una tubazione che vada in contatto coli un conduttore non protetto da interruttore differenziale), è
richiesto un conduttore equipotenziale che colleghi fra di loro tutte le masse estranee delle zone 1-23 con il conduttore di protezione; in particolare per le tubazioni metalliche è sufficiente che le stesse
siano collegate con il conduttore di protezione all'ingresso dei locali da bagno.
Le giunzioni devono essere realizzate conformemente a quanto prescritto dalle norme CEI 64-8; in
particolare devono essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni. Devono essere
impiegate fascette che stringono il metallo vivo. Il collegamento non va eseguito su tubazioni di
scarico in PVC o in grès. Il collegamento equipotenziale deve raggiungere il più vicino conduttore
di protezione, ad esempio nella scatola dove è installata la presa a spina protetta dell'interruttore
differenziale ad alta sensibilità.
E' vietata l'inserzione di interruttori o di fusibili sui conduttori di protezione.
Per i conduttori si devono rispettare le seguenti sezioni minime:
- 2,5 mm2 (rame) per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi o sotto intonaco;
- 4 mm2 (rame) per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a parete.
Art. 17 – Alimentazione nei locali da bagno
Può essere effettuata come per il resto dell'appartamento (o dell'edificio, per i bagni in edifici non
residenziali).
Se esistono 2 circuiti distinti per i centri luce e le prese, entrambi questi circuiti si devono estendere
ai locali da bagno.
La protezione delle prese del bagno con interruttore differenziale ad alta sensibilità può essere
affidata all'interruttore differenziale generale (purché questo sia del tipo ad alta sensibilità) o ad un
differenziale locale, che può servire anche per diversi bagni attigui;
Art. 18 – Condutture elettriche nei locali da bagno
Possono essere usati cavi isolati in PVC tipo 1107V (ex UR/3) in tubo di plastica incassato a parete
o nel pavimento.
137
Per il collegamento dello scaldabagno, il tubo, di tipo flessibile, deve essere prolungato per coprire
il tratto esterno, oppure deve essere usato un cavetto tripolare con guaina (fase + neutro +
conduttore di protezione) per tutto il tratto dall'interruttore allo scaldabagno, uscendo, senza
morsetti, da una scatoletta passa cordone.
Art. 19 – Altri apparecchi consentiti nei locali da bagno
Per l'uso di apparecchi elettromedicali in locali da bagno ordinari, è necessario attenersi alle
prescrizioni fornite dai costruttori di questi apparecchi che possono essere destinati ad essere usati
solo da personale addestrato.
Negli alberghi un telefono può essere installato anche nel bagno, ma in modo che non possa essere
usato da chi si trova nella vasca o sotto la doccia.
Art. 20 – Protezioni contro i contatti diretti in ambienti pericolosi
Negli ambienti in cui il pericolo di elettrocuzione è maggiore sia per condizioni ambientali
(umidità) sia per particolari utilizzatori elettrici usati (apparecchi portatili, tagliaerba, ecc.) come per
esempio: cantine, garage, portici, giardini, ecc. le prese a spina devono essere alimentate come
prescritto per la zona 3 dei bagni.
Art. 21 – Coordinamento dell’impianto di terra con dispositivi di interruzione
Una volta attuato l'impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti indiretti può essere
realizzata con uno dei seguenti sistemi:
a) coordinamento fra impianto di messa a terra e protezione di massima corrente. Questo tipo di
protezione richiede 1'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè
magnetotermico, in modo che risulti soddisfatta la seguente relazione: Rt 50/Is dove Rt è il
valore in ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli e Is è il più
elevato tra i valori in ampere delle correnti di intervento in un tempo 5 secondi dei dispositivi
di massima corrente posti a protezione delle singole derivazioni;
b) coordinamento) fra impianto di messa a terra e interruttori differenziali. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè
differenziale che assicuri l'apertura dei circuiti da proteggere non appena eventuali correnti di
guasto creino situazioni di pericolo. Affinché detto coordinamento sia efficiente deve essere
osservata la seguente relazione:
Rt 50/Id dove Rt è il valore in ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più
sfavorevoli e Id il più elevato fra i valori in ampere delle correnti differenziali nominali di
intervento delle protezioni differenziali poste a protezione dei singoli impianti utilizzatori.
Negli impianti di tipo TT, alimentati direttamente in bassa tensione dalla Società Distributrice,
la soluzione più affidabile ed in certi casi l'unica che si possa attuare, è quella con gli interruttori
differenziali che consentono la presenza di un certo margine di sicurezza a copertura degli
inevitabili aumenti del valore di Rt durante la vita dell'impianto.
138
Art. 22 – Protezione mediante doppio isolamento
In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione attiva, la
protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata adottando:
- macchine e apparecchi con isolamento doppio o rinforzato per costruzione od installazione:
apparecchi di Classe Il.
In uno stesso impianto la protezione con apparecchi di Classe Il può coesistere con la protezione
mediante messa a terra; tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra le parti metalliche
accessibili delle macchine, degli apparecchi e delle altre parti dell'impianto di Classe Il.
Art. 23 – Protezione delle condutture elettriche
Le condutture elettriche sono state calcolate per ciascuna protezione secondo le relazioni di calcolo
alle parti n. 3.
SISTEMI DI PRIMA CATEGORIA:
I conduttori che costituiscono gli impianti devono essere protetti contro le sovracorrenti causate da
sovraccarichi o da corto circuiti.
La protezione contro i sovraccarichi deve essere effettuata in ottemperanza alle prescrizioni delle
norme CEI 64-8 (fasc. 1000) cap. VI.
In particolare i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia superiore o
almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in funzione della massima
potenza da trasmettere in regime permanente).
Gli interruttori automatici magnetotermici da installare a loro protezione devono avere una corrente
nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua portata nominale (Iz)
ed una corrente di funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata (Iz).
In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni:
Ib < In < Iz
If < 1,45 Iz
La seconda delle due disuguaglianze sopra indicate e' automaticamente soddisfatta nel caso di
impiego di interruttori automatici conformi alle norme CEI 23-3 e CEI 17-5.
Gli interruttori automatici magnetotermici devono interrompere le correnti di corto circuito che
possono verificarsi nell'impianto in tempi sufficientemente brevi per garantire che nel conduttore
protetto non si raggiungano temperature pericolose.
Essi devono avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di corto circuito presunta
nel punto di installazione.
E' tuttavia ammesso l'impiego di un dispositivo di protezione con potere di interruzione minore a
condizione che a monte vi sia un altro dispositivo avente il necessario potere di interruzione (art.
6/3/02 delle norme CEI 64-8).
139
In questo caso le caratteristiche dei 2 dispositivi devono essere coordinate in modo che l'energia
specifica passante I2T lasciata passare dal dispositivo a monte non risulti superiore a quella che può
essere sopportata senza danno dal dispositivo a valle e dalle condutture protette.
In mancanza di specifiche indicazioni sul valore della corrente di cortocircuito, si presume che il
potere di interruzione richiesto nel punto iniziale dell'impianto non sia inferiore a:
25.000 A per tutti gli interruttori
Protezione di circuiti particolari:
a) devono essere protette singolarmente le derivazioni all'esterno;
b) devono essere protette singolarmente le derivazioni installate in ambienti speciali, eccezione
fatta per quelli umidi;
a) devono essere protetti singolarmente i motori di potenza superiore a 0,5 KW.
Art. 24 - IE Tubi - Condotti - Canali
I tubi da prevedere nelle varie condizioni impiantistiche devono essere:
a.
Tubo da installare sotto intonaco nelle parti:
1. PVC flessibile leggero (CEI 23-14)
2. PVC flessibile pesante (CEI 23-14)
b. Tubo da installare nel sottopavimento:
1. PVC flessibile pesante (CEI 23-14)
2. PVC rigido pesante (CEI 23-8)
c. Tubo da posare in vista (ambienti ordinari)
1. PVC flessibile pesante (CEI 23-14)
2. PVC rigido pesante (CEI 23-8)
d. Tubo da posare in vista (ambienti speciali):
1. PVC rigido pesante (CEI 23-8)
2. in acciaio zincato (UNI 3824-74)
e.
Tubo interrato :
1. PVC rigido pesante (CEI 23-8)
2. PVC flessibile pesante (CEI 23-14)
f. Canale da posare in vista:
1. in materiale isolante ( Norme CEI 23-19)
2. in metallo.
Art. 25 – Cavi – Condutture principali e secondarie
I cavi da introdurre nei tubi protettivi delle dorsali (principali e secondarie) devono essere:
- cavi flessibili NO7VK a norme CEI 20-22.
Il dimensionamento dei cavi deve tenere conto del coordinamento della protezione a monte e della
lunghezza della linea, come riportato sui calcoli elettrici allegati.
140
Art. 26 – Scatole di derivazione
Le scatole di derivazione devono avere caratteristiche adeguate alle condizioni di impiego, essere in
materiale isolante, resistenti al calore anormale ed al fuoco secondo Norme CEI 64-8 Var. 2 tab.X.
Riferimenti normativi:
- CEI 70-1
Devono poter essere installate a parete o ad incasso con sistema che consenta planarità e
parallelismi.
Nella versione da parete le scatole devono avere grado di protezione almeno Ip 20 per ambienti
ordinari Ip 44 per ambienti umidi.
I coperchi devono essere rimossi solo con attrezzo; sono esclusi i coperchi con chiusura a pressione.
Tutte le scatole devono contenere i morsetti di giunzione e derivazione e gli eventuali separatori fra
circuiti appartenenti a sistemi diversi.
Le opere edili relative alla esecuzione di scasso delle murature per l'installazione delle scatole di
derivazione ed il successivo ripristino dei muri sono comprese nei prezzi unitari delle scatole e nella
relativa mano d'opera per la posa.
Art. 27 – Prese CEE 17
Nei locali speciali o nei locali ove richiesto che l’impianto elettrico sia di tipo AD-FT le prese di
sicurezza devono avere le seguenti caratteristiche:
Prese interbloccate con dispositivo di protezione
riferimenti normativi:
- CEE17
- CEI 23-12
- CEI 70-1
corrente nominale e numero poli:
- 16:63
- 2P + T
- 3P + T
- 3P + T + N
involucro in materiale isolante resistente al cAlore anormale ed al fuoco secondo Norme
CEI 23-12
grado di protezione almeno IP44, garantito sia a spina inserita che disinserita
possibilità di installare le prese direttamente a parete oppure su apposite basi modulari
componibili isolate
interruttore di manovra con interblocco atto a rendere impossibile l’inserimento della spina sotto
tensione e l’accesso alle parti in tensione a circuito chiuso
dispositivo di protezione contro le sovracorrenti nelle diverse soluzioni:
- con interruttori automatici
141
- con fusibili
- con salvamotori
possibilità di installare interruttori differenziali
Prese
riferimenti normativi:
- CEI 17
- CEI 23-12
- CEI 70-1
corrente nominale e numero poli:
- 16:125A
- 2P + T
- 3P + T
- 3P + T + N
involucro in materiale isolante resistente al calore anormale ad al fuoco secondo Norme CEI
23-12
grado di protezione almeno IP 44, garantito sia a spina inserita che disinserita
possibilità di installazione delle prese nelle versioni:
- incasso
- sporgenti o cassetta
morsetti imperdibili.
Prese CEE 17 per tensioni < 50V
rispondenza normativa
- CEE 17
- CEI 23-12
- CEI 70-1
corrente nominale e numero poli:
- 16 e 32A
- 2P
involucro in materiale isolante resistente al calore anormale ed al fuoco, secondo Norme CEI
23-12
grado di protezione almeno IP 44, garantito sia a spina inserita che disinserita
possibilità di installazione delle prese nelle versioni:
- incasso
- sporgenti
morsetti imperdibili.
Art. 28 – Impianti elettrici di illuminazione
a) ASSEGNAZIONE DEI VALORI DI ILLUMINAZIONE DOVE VENGONO CAMBIATE
LE ARMATURE
Per i valori di illuminamento dei locali si deve fare riferimento alla norma UNI 10800. Sara'
cura della/e Direzione/i Lavori, in fase esecutiva, precisare eventuali variazioni
In generale il valore medio di illuminazione misurato su di un piano orizzontale posto a m 0,8
dal pavimento, in condizioni di alimentazione normale ha un valore pari a:
Edifici normali:
cabine elettriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
142
300 lux
uffici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
300 lux
magazzini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
150 lux
corridoi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
150 lux
locali adibiti ad uso medico sale operatorie . . 400-500 lux
ambulatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
300 lux
In particolare tutte le opere dovranno rispondere ai requisiti normativi riportati nel D.C.R.
22/02/00 N. 616 con adeguatacertificazione supportata da tutti gli elementi progettuali
necessari ( calcoli illuminotecnica, misure elettriche ecc….. )
b) TIPO DI ILLUMINAZIONE (O NATURA DELLE SORGENTI)
Il tipo di illuminazione dovrà essere il più idoneo, di cui, a titolo esemplificativo, si citano i
seguenti:
- Ad incandescenza
- A fluorescenza dei vari tipi
In ogni caso, i circuiti relativi ad ogni accensione o gruppo di accensioni simultanee, non
dovranno avere un fattore di potenza inferiore a 0,9 ottenibile eventualmente mediante
rifasamento.
L'impianto di illuminazione nelle cabine elettriche dovrà avere un grado di protezione minimo
IP44.
c) CARICO CONVENZIONALE DEGLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
La sezione dei conduttori e le protezioni elettriche degli stessi sono proporzionate per un carico
superiore rispetto ai corpi illuminanti installati.
Il fattore di contemporaneità dell'impianto di illuminazione è quindi assunto uguale ad 1.
L'impianto permette in questo modo un futuro ampliamento dei corpi illuminanti.
d) PRESE DI CORRENTE SULL'IMPIANTO LUCE
Non deve essere installata nessuna presa di corrente sull'impianto luce.
e) DISTRIBUZIONE SECONDARIA
La distribuzione secondaria deve essere comandata e protetta a mezzo di quadri elettrici eseguiti
secondo le norme CEI vigenti.
I quadri secondari di distribuzione interessano, zone o piani completi.
Essi sono installati in zone preferibilmente non accessibili al pubblico e convenientemente
protetti.
I quadri sono costruiti in modo da rendere facile l'ispezione e la manutenzione dei collegamenti
elettrici e dell'apparecchiatura.
Il numero dei quadri di distribuzione e' determinato dalle condizioni topografiche di
raggruppamento dei locali e dal criterio di non avere quadri troppo lontani dai locali di
utilizzazione, e raggiungibili con facilita'.
143
f) DISTRIBUZIONE PRINCIPALE
Si intende per distribuzione principale quella che dal quadro generale, va ad alimentare i quadri
di distribuzione secondaria.
La distribuzione principale, in linea di massima, sarà costituita da un interruttore automatico
magnetotermico generale di adeguato potere di rottura.
A valle dell'interruttore generale saranno installati degli interruttori magnetotermici di
protezione a ciascuna linea in partenza.
Le caratteristiche del quadro generale sono riportate sul corrispondente schema elettrico
esecutivo.
g) CIRCUITI
I circuiti degli impianti elettrici di illuminazione, le loro modalità di esecuzione, le cadute di
tensione massime ammesse, nonché le intensità di corrente, le sezioni e gli isolamenti minimi
per i relativi conduttori, dovranno uniformarsi alle norme CEI vigenti.
Art. 29 – Impianti di forza motrice
Impianto di forza motrice per alimentazione delle prese nei locali e delle prese CEE con interruttore
magnetotermico differenziale ad alta sensibilità all'inizio della linea sul quadro di zona.
a) DISPOSIZIONI PER LE DIMENSIONI DEI CONDUTTORI
Le dimensioni e le caratteristiche tecniche dei conduttori sono quelle riportate sugli schemi
elettrici e nel computo metrico estimativo.
Per quanto riguarda il fattore di potenza nei carichi induttivi, esso in mancanza di diversa
specificazione, verrà assunto al valore convenzionale di 0,8.
b) CIRCUITI
I circuiti degli impianti elettrici di forza motrice, le loro modalità di esecuzione, le cadute di
tensione massime ammesse, nonché le intensità massime di corrente, le sezioni e gli isolamenti
minimi ammessi per i relativi conduttori, dovranno uniformarsi alle norme CEI vigenti.
c) PRESE DI CORRENTE E RELATIVO SCHEMA GENERALE DI DISTRIBUZIONE
1. Prese, linee, fattore di contemporaneità.
Se non interverranno altre prescrizioni dell'Amministrazione appaltante si dovrà prevedere
quanto segue:
1) Le prese nei locali cabine elettriche, come dai disegni planimetrici esecutivi in scala 1:100
2) Le prese del paragrafo precedente nel caso di alimentazione di macchine e di apparecchi di
potenza superiore ad 1KW, devono essere previste a monte della presa, di interruttore
144
multipolare (neutro compreso) per permettere l'inserimento ed il disinserimento della spina a
circuito aperto.
L'Amministrazione appaltante in fase di esecuzione degli impianti preciserà per ogni locale
qualsiasi variazione di prese che dovranno essere adottate.
Coefficiente di contemporaneità: per ogni tipo di presa a spina si assume in generale un
coefficiente di contemporaneità di 0,25.
2. Schema generale dell'impianto.
Gli impianti in generale saranno costituiti da : un interruttore generale, automatico, da montarsi
sul quadro generale.
Una linea generale, sempre a 5 fili (unificata con la linea luce) che alimenterà il quadro
secondario.
Quadri di distribuzione secondaria, su ognuno dei quali verranno montati interruttori con
protezione magnetotermica e differenziale.
Ogni circuito uscente dovrà essere protetto da un interruttore automatico, pure con protezione
magnetotermica con apertura e chiusura contemporanea su tutti i poli (neutro compreso).
L'interruttore di ogni circuito dovrà essere idoneo a proteggere dalle correnti di sovraccarico e
cortocircuito il conduttore di minor sezione, esistente nel circuito.
d) SCHEMI PARTICOLARI DI UTILIZZAZIONE PER I SERVIZI TECNOLOGICI
In linea di massima dovranno adottarsi gli schemi seguenti:
1. Per alimentazione delle apparecchiature elettriche degli impianti relativi a servizi
tecnologici, come:
- Impianto di riscaldamento
- Impianto di condizionamento d'aria
dovranno essere previste singole linee indipendenti, ognuna protetta in partenza dal quadro
secondario, da proprio interruttore automatico.
e) EVENTUALE RIFASAMENTO
Per ovviare ad eventuali bassi fattori di potenza dell'impianto, si è previsto un adeguato
impianto di rifasamento.
Vedere sui disegni, schemi elettrici e sulle tavole planimetriche l’impianto di rifasamento
adottato.
Art. 30 - Impianti di segnalazioni comuni per usi civili nell’interno dei
fabbricati
Le disposizioni che seguono si riferiscono agli impianti di segnalazioni acustiche e luminose, dei
tipi che si esemplificano qui appresso:
a) chiamate semplici a pulsanti, con suoneria, ad esempio per ingressi;
b) segnalazioni di vario tipo, ad esempio segnalazione di allarme cabina elettrica.
145
1. ALIMENTAZIONE
Per gli impianti di cui al punto 1, l'alimentazione potrà essere derivata alla tensione di 24 Volt,
oppure a 220 Volt con grado di isolamento adeguato. Nel primo caso l'Amministrazione
appaltante preciserà se dovrà essere prevista la possibilità di commutare l'alimentazione
derivandola da una batteria di accumulatori di riserva.
2. TRASFORMATORI E LORO PROTEZIONI
La potenza effettiva nominale dei trasformatori non dovrà essere inferiore a 5W per impianti del
tipo a) ed a 30W per gli altri, salvo maggiorazione adeguata alla complessità degli impianti.
Tutti i trasformatori saranno convenientemente protetti a 1 primario e, per trasformatori di
potenza superiore a 100W, anche sul secondario, da valvole automatiche, o con fusibili con
cartuccia a fusione chiusa. Le valvole sul primario debbono essere differenziate da quelle sul
secondario, ossia le cartucce non debbono essere intercambiabili.
Le carcasse dei trasformatori dovranno essere messe a terra. Così pure dovrà essere messo a
terra, nel caso di trasformatori monofasi (ed ove non si tratti di autotrasformatori), anche un
polo del secondario.
3. CIRCUITI
I circuiti degli impianti considerati in questo articolo, le loro modalità di esecuzione, le cadute
di tensione massime ammesse, nonché le sezioni e gli isolamenti minimi ammessi per i relativi
conduttori, dovranno uniformarsi alle norme generali espresse al par. c) dell'Art.14 - IE
Per impianti estesi, le sezioni dei conduttori dovranno in ogni caso essere tali da ridurre la
caduta di tensione onde garantire sempre un buon funzionamento dei complessi ed in particolare
delle suonerie e dei relè.
I circuiti di tutti gli impianti considerati in questo articolo dovranno essere completamente
indipendenti da quelli di altri servizi.
146
PRESCRIZIONI TECNICHE IMPIANTI ELETTRICI LUCE E
F.M. NEI LOCALI ADIBITI AD USO MEDICO
CAPO 15 – IMPIANTI ELETTRICI IN LUOGHI ADIBITI AD USO
MEDICO
Art. 31 – Protezione contro i contatti indiretti in luoghi adibiti ad uso medico
Gli impianti elettrici da realizzare nei luoghi adibiti ad uso medico devono essere eseguiti in
conformità alle Norme CEI 64-4 (fasc. 324) e relative varianti.
In questi impianti la tensione di contatto limite non deve superare i 24V.
SISTEMI DI PROTEZIONE PARTICOLARI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (Norme CEI
64-4)
Ad integrazione dei sistemi previsti nell’art. “Protezione contro i contatti indiretti”, si considerano
sistemi di protezione contro le tensioni di contatto anche i seguenti:
a) bassissima tensione di sicurezza isolata da terra e separata dagli altri eventuali circuiti con
doppio isolamento; viene fornita in uno dei seguenti moduli:
- dal secondario di un trasformatore di sicurezza conforme alle norme CEI 14-6;
- da batterie di accumulatori o pile;
- da altre sorgenti di energia che prestino lo stesso grado di sicurezza. Le spine degli
apparecchi non devono potersi innestare in prese di circuiti a tensione diversa;
b) separazione elettrica con controllo della resistenza di isolamento.
La protezione deve essere realizzata impiegando per ciascun locale circuiti protetti da tubazioni
separate alimentati da sorgenti autonome o da trasformatore di isolamento.
Il trasformatore deve avere una presa centrale per il controllo dello stato di isolamento e
schermatura metallica tra gli avvolgimenti per eliminare le correnti di dispersione. Le masse dei
generatori autonomi e dei trasformatori di isolamento devono essere messe a terra; la schematura
deve essere collegata al collettore equipotenziale a mezzo di due conduttori di protezione della
sezione minima di 6 mm.
Ai fini della protezione contro i contatti indiretti si deve tenere permanentemente sotto controllo
lo stato di isolamento dell’impianto ; a tale scopo si deve inserire tra la presa centrale del
secondario del trasformatore di isolamento ed un conduttore di protezione un dispositivo di
allarme; tale dispositivo non deve poter essere disinserito e deve indicare, otticamente ed
acusticamente, se la resistenza di isolamento dell’impianto è scesa al di sotto del valore di
sicurezza prefissato; questo valore deve essere non inferiore ai 15 kohm e possibilmente più
alto. Il dispositivo di allarme deve essere predisposto per la trasmissione a distanza dei suoi
segnali; non deve essere possibile spegnere il segnale luminoso; il segnale acustico può essere
tacitato ma non disinserito. Deve essere possibile accertare in ogni momento l’efficienza del
dispositivo di allarme: a tale scopo esso deve contenere un
147
circuito di controllo inseribile a mezzo di un pulsante. La tensione del circuito di allarme non
deve essere superiore a 24V; il dispositivo di allarme deve essere tale che la corrente che circola
in caso di guasto diretto a terra del sistema sotto controllo non sia superiore a 1 mA. Il
dispositivo di allarme deve avere una separazione, tra circuito di alimentazione e circuito di
misura, avente caratteristiche non inferiori a quelle garantite da un trasformatore di sicurezza.
Art. 32 – Sistemi di protezione contro i contatti indiretti nei diversi locali adibiti
ad uso medico (norme CEI 64-4)
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI LOCALI PER CHIRURGIA
Per i circuiti che alimentano apparecchi utilizzati per le operazioni la cui sospensione accidentale
potrebbe pregiudicare l’esito delle operazioni stesse non è consentita l’interruzione automatica al
primo guasto, fatta eccezione per quelli con potenza superiore a 5 kV A.
E’ però necessario che l’anormalità venga segnalata efficientemente e senza ritardo da un
dispositivo automatico d’allarme.
Per ogni locale per chirurgia, o gruppo di locali ad esso funzionalmente collegati, si deve prevedere
un proprio trasformatore di isolamento con tensione secondaria nominale non superiore a 220 V.
Per ogni impianto alimentato da trasformare di isolamento si deve prevedere un dispositivo di
allarme.
I segnali ottico ed acustico ed il pulsante di controllo devono essere racchiusi in una custodia
collocata in posizione ben visibile nel locale per chirurgia.
Per circuiti che alimentano lampade per illuminazione generale o utilizzatori con elevata potenza, la
cui interruzione al primo guasto non può arrecare pregiudizio né alla salute di pazienti né allo
svolgimento del lavoro, è preferibile l’inserzione sull’impianto di distribuzione generale.
In questo caso la protezione contro i contatti indiretti si realizza con la messa a terra diretta e
l’utilizzo di interruttori differenziali con corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA (la
massima tensione di contatto ammessa è di 24 V).
Le prese a spina alimentate da trasformatori di isolamento non devono essere intercambiabili con le
prese a spina collegate a circuiti soggetti ad essere interrotti in caso di guasto.
La sezione del conduttore di protezione, quando questo fa parte dello stesso cavo o è infilato nello
stesso tubo, deve essere sempre uguale a quella dei conduttori di fase.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI LOCALI SORVEGLIANZA E CURA
INTENSIVA
La protezione contro i contatti indiretti si deve realizzare secondo le prescrizioni dell’articolo
“Protezione contro i contratti indiretti nei locali per chirurgia”. Qualora nelle camere di degenza si
dovessero usare apparecchiature per sorveglianza o cura intensiva, la protezione deve essere
realizzata sempre secondo l’articolo sopra menzionato.
148
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI LOCALI PER ESAMI DI
FISIOPALOGIA
Nei locali per idroterapia e nei locali per terapia fisica, radiologia e ambulatori medici nei quali si
utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate senza anestesia generale (ambulatori
medici tipo A), la protezioni contro i contatti indiretti deve essere realizzata con uno dei seguenti
sistemi:
a) bassissima tensione di sicurezza con valore nominale non superiore a 24V;
b) protezione per separazione elettrica con controllo della resistenza di isolamento con tensione
nominale massima di 220 V nel circuito isolato;
c) messa a terra diretta e adozione di interruttori differenziali secondo le prescrizioni dell’articolo
“Protezione contro i contatti indiretti nei locali per chirurgia”.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI LOCALI DI ANESTESIA
Nei locali in cui si praticano le anestesie generali o le analgesie, la protezione contro i contatti
indiretti deve essere realizzata secondo le prescrizioni degli articoli “Protezione contro i contatti
indiretti nei locali per chirurgia” e “Protezione contro i contatti indiretti nei locali per sorveglianza
e cura intensiva”. Le prescrizioni dell’equalizzazione del potenziale non si
applicano alle masse estranee, quando in qualsiasi condizione d’uso si trovino ad un’altezza
superiore a 2,5 m dal piano di calpestio.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI LOCALI DI DEGENZA E NEGLI
AMBULATORI DI TIPO 1
Qualora sia stata adottata per uno stesso gruppo di camere di degenza o di ambulatori di tipo 1, la
protezione con interruttori differenziali con Id 30 mA, è ammesso non applicare le prescrizioni
del presente articolo.
Art. 33 – Equalizzazione del potenziale
In tutti i locali adibiti ad uso medico si deve effettuare l’equalizzazione del potenziale collegando
fra loro e al conduttore di protezione o al conduttore di terra dell’impianto tutte le masse metalliche
accessibili in un locale o al conduttore di terra dell’impianto tutte le masse metalliche accessibili in
un locale o in un gruppo di locali (norme CEI 64-4, artt. 3.3.01- 3..3.02- 3.3.03).
I conduttori equipotenziali devono fare capo ad un nodo collettore equipotenziale o ad un
conduttore di rame della sezione di 16 mm2, disposto ad anello senza giunzioni, quale collettore
lungo il perimetro del locale.
Il nodo collettore equipotenziale o l’anello devono essere collegati al conduttore di protezione. Nei
locali per chirurgia, sorveglianza o cura intensiva, fisioterapia, idroterapia, terapia fisica, radiologia
e anestesia si applicano le seguenti disposizioni:
- non è ammesso l’impiego del collettore ad anello;
- i conduttori equipotenziali che interessano locali corredati di apparecchiature di misura o di
sorveglianza, per esempio delle funzioni del corpo, devono essere in rame con sezione minima
di 6 mm2.
Le prescrizioni sull’equalizzazione del potenziale non si applicano alle masse estranee, quando in
qualsiasi condizione d’uso si trovino ad un’altezza superiore a 2,5 m dal piano di calpestio.
149
Art. 34 – Alimentazione di sicurezza ed alimentazione di emergenza
Le alimentazioni di sicurezza e di emergenza possono essere costituite dai seguenti impianti:
gruppi elettrogeni
gruppi di continuità
plafoniere fluorescenti di tipo autonomo o in esecuzione S.A.
I tempi di intervento dei vari tipi di alimentazione di sicurezza ed emergenza è il seguente:
gruppi elettrogeni
T 15 sec.
gruppi di continuità
T = 0 sec.
plafoniere di emergenza 0,15 T 0,3 sec.
Art. 35 – Apparecchi testa-letto
Gli apparecchi testa-letto sia installati singolarmente o su travi devono essere così composti:
riferimenti normativi:
testa-letto con parti applicate: CEI 62-5
- con illuminazione indiretta
- con illuminazione notturna
- con illuminazione visita
- con illuminazione lettura
- con eventuale prese a spina
- con eventuale presa telefonica
- con eventuale presa TV
- con eventuale segnalazione acustico-luminosa
- con eventuale segnalazione fonica
- con eventuale diffusione sonora
- per eventuale gas terapeutici.
L’apparecchio deve contenere (almeno quelli di una certa complessità), gli schemi meccanici ed
elettrici per facilitare l’installazione del testa-letto, i collegamenti agli impianti elettrici e, se
presenti, ausiliari e telefonici e di distribuzione dei gas terapeutici.
L’apparecchio testa-letto deve essere considerato non protetto contro eventuali gas terapeutici
esplodenti; pertanto devono essere prese tutte le misure necessarie per evitare tale pericolo.
Art. 36 – Quadro per locali di chirurgia
I quadri elettrici per locali chirurgia devono avere le seguenti caratteristiche:
riferimenti normativi:
- CEI 17-13
- CEI 70-1
protezioni da trasformatore di isolamento in entrata ed in uscita del tipo da sovracorrente
protezioni di ogni circuito, derivato dal trasformatore d’isolamento, con interruttori automatici
dispositivo di controllo isolamento a 220V
dispositivo di controllo isolamento a 24V (per lampada chirurgica)
pannello di allarme con segnalazione ottica/acustica (a corredo del quadro)
150
cavi per circuiti di entrata e uscita del trasformatore di isolamento del tipo con guaina
protezioni con interruttore differenziale con corrente non superiore a 30mA per i circuiti non
derivati dal trasformatore d’isolamento
nodo collettore equipotenziale a cui sono connessi i conduttori di protezione degli apparecchi del
quadro e a cui devono essere connessi i conduttori di protezione e equipotenziali delle masse e
masse estranee e prese del locale di chirurgia
costruzione modulare in lamiera verniciata con polveri epossidiche, dimensioni indicative
grado di protezione almeno IP 30.
Art. 37 – Impianto di terra, conduttori di protezione
IMPIANTO DI TERRA
Per non variare il valore della resistenza di terra nel tempo, si deve porre la massima
cura all’installazione e profondità del dispersore ( esempio corrosione del dispersore,
essiccamento, congelamento del terreno, ecc.) da installare comunque nelle aree esterne
dell’edificio.
I materiali da preferire devono essere (nell’ordine):
rame
acciaio ramato
ferro zincato
ferro non zincato
altri materiali metallici
Le giunzioni fra i diversi elementi dei dispersori e fra il dispersore ed il conduttore di terra
devono essere effettuate con saldatura forte o autogena o con robusti morsetti o manicotti purché
assicurino un contatto equivalente.
Le giunzioni devono essere protette contro la corrosione.
CONDUTTORE DI TERRA
E’ il conduttore che collega il dispersore al collettore (o nodo) principale di terra ed è generalmente
costituito da conduttori di rame (o equivalente) o ferro.
Deve essere affidabile nel tempo, resistente e adatto all’impiego.
Possono essere impiegati:
corde, piattine
tubi e simili
elementi strutturali metallici inamovibili
COLLETTORE (O NODO) PRINCIPALE DI TERRA
In ogni impianto deve essere previsto (solitamente nel locale cabina o nel quadro generale) in
posizione accessibile (per effettuare le verifiche e le misure) almeno un collettore (o nodo)
principale di terra.
Per i grossi impianti deve essere costituito da una o più sbarre di metallo robusto (preferibilmente
rame) mentre, per i piccoli impianti, può essere sufficiente un morsetto.
A tale collettore devono essere collegati:
151
il conduttore di terra
i conduttori di protezione
i conduttori equipotenziali principali
i conduttori di massa a terra di un punto del sistema (solitamente il neutro)
le masse dell’impianto MT.
CONDUTTORI DI PROTEZIONE
E’ il conduttore che collega il o i collettori (o nodo) principale di terra alle masse.
Deve essere posta la massima cura alla sezione ed ai collegamenti di questi conduttori che per la
loro funzione ed estensione costituiscono, in genere, la parte più importante dell’impianto di terra.
Per i conduttori di protezione possono essere usati i seguenti materiali(CEI 64/8):
anime dei cavi multipolari
conduttori nudi
cavi unipolari
armature dei cavi elettrici
tubi protettivi elettrici
canalette metalliche
masse esterne con caratteristiche adeguate
I conduttori di protezione devono essere ispezionabili e affidabili nel tempo, protetti contro
qualsiasi danneggiamento meccanico, corrosione, ecc., che ne alteri le caratteristiche; non
devono avere inseriti dispositivi di interruzione salvo che sul collettore (o nudo) principale di terra
per effettuare le misure.
CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI
I conduttori equipotenziali devono collegare le masse e/o masse esterne per assicurare le
equipotenzialità.
Si dividono in:
principali, per il collegamento al collettore ( o nodo) principale di terra
supplementari per il collegamento al conduttore di protezione, ad esempio in una cassetta
di derivazione.
Art. 38 – Prescrizioni di carattere particolare per la protezione contro i contatti
indiretti e contro le sovracorrenti nei locali uso medico
SISTEMI DI PROTEZIONE
La protezione contro i contatti indiretti deve essere ottenuta mediante uno dei sistemi di protezione
descritti nelle Norme CEI 64-8 e 64-4, qui di seguito brevemente elencati:
1. protezione mediante massa a terra con interruzione automatica dell’alimentazione (per sistemi
TT, TN e IT) dove il valore della tensione di contatto 50V viene sostituito con il valore 24V
2. protezione per separazione elettrica con controllo della resistenza di isolamento
3. protezione mediante bassissima tensione di sicurezza BTS con tensione nominale sia in corrente
alternata sia in corrente continua non superiore a 24V
4. protezione con impiego di componenti della classe II o con isolamento equivalente.
152
Nei locali per chirurgia e nei locali per sorveglianza o cura intensiva le prese a spina per
l’alimentazione degli apparecchi in uso in questi locali devono essere protette singolarmente da
un dispositivo di protezione di massima corrente.
Art. 39 – Protezione contro i contatti indiretti nelle camere degenza e negli
ambulatori medici di tipo “1”
La protezione contro i contatti indiretti nelle camere di degenza e negli ambulatori medici di tipo”1”
deve essere ottenuta mediante uno dei seguenti sistemi di protezione descritti nelle Norme CEI 64-8
e 64-4 e qui brevemente elencati:
1. protezione mediante messa a terra con interruzione automatica dell’alimentazione
(per sistemi TT, TN e IT) dove il valore della tensione di contatto 50V viene
sostituito con il valore 24V
2. protezione per separazione elettrica con controllo della resistenza di isolamento
3. protezione mediante bassissima tensione di sicurezza BTS con tensione nominale sia
in corrente alternata sia in corrente continua non superiore a 24V
4. protezione con impiego di componenti della classe II o con isolamento equivalente
La misura di protezione contro i contatti indiretti deve essere completata con l’egualizzazione del
potenziale.
Art. 40 – Egualizzazione del potenziale nelle camere di degenza e negli
ambulatori medici di tipo “O” e “1”
Le Norme CEI 64-4 contengono le prescrizioni di seguito brevemente riassunte, per ottenere
l’egualizzazione del potenziale nella camera di degenza e ambulatori medici “0” e “1”.
Nelle camere di degenza si deve realizzare l’egualizzazione del potenziale onde evitare che masse e
masse estranee assumano potenziali diversi.
A tal fine si devono collegare con conduttori equipotenziali in rame, della sezione non inferiore
a 6 mm tutte le masse e masse estranee poste ad un’altezza inferiore a 2,5 m dal piano di calpestio e
tutti i contatti di terra delle prese a spina.
Per queste ultime la sezione del conduttore di protezione deve essere uguale alla sezione del
conduttore di fase.
I conduttori equipotenziali e di protezione devono far capo ad un nodo collettore equipotenziale e
ad un conduttore di rame disposto ad anello, senza giunzioni, della sezione di 16 mm.
Masse estranee a portata di mano si possono collegare fra loro in parallelo; un punto della
connessione deve essere collegato a mezzo di un conduttore equipotenziale al collettore
equipotenziale.
I conduttori di protezione ai contatti di terra delle prese a spina vicine fra loro possono essere
collegati ad un solo nodo ma in questo caso la sezione del conduttore di dorsale deve essere
uguale alla sezione più elevata fra i conduttori di protezione che fanno capo al nodo equipotenziale.
Il valore di resistenza dell’impianto equipotenziale non deve essere superiore a 0,15 ohm.
153
Il nodo collettore o l’anello collettore devono essere collegati all’impianto di terra di protezione a
mezzo apposito conduttore di protezione.
Le prescrizioni relative all’egualizzazione del potenziale possono essere omesse se per lo stesso
gruppo di camere di degenza e ambulatori medici di tipo “1” è stata prevista la protezione a mezzo
interruttori con dispositivo differenziale Id < 30 mA.
In questo caso si devono realizzare i collegamenti equipotenziali seguendo la regola generale delle
Norme CEI 64-8.
Art. 41 – Impianto elettrico nelle radiologie diagnostiche ed assimilate
Devono essere collegate al nodo collettore equipotenziale le parti metalliche a portata di mano (fino
a 2,5 m dal pavimento) degli apparecchi radiologici fissi e delle schermature metalliche anche se
non accessibili dei cavi di alta tensione (purché il valore della resistenza della schermatura sia
inferiore a 0,02 /m).
Detta schermatura non deve essere utilizzata per la messa a terra delle masse degli apparecchi ed
inoltre, se il valore della resistenza della schermatura è superiore a 0,02 /m, deve essere resa
inaccessibile onde evitare il contatto diretto a mezzo copertura in materiale isolante.
Gli apparecchi radiologici portatili o trasportabili possono essere collegati all’impianto di
protezione tramite una presa a spina o un contatto di terra locale.
La linea di alimentazione agli apparecchi radiologici deve avere la possibilità di essere intercettata
ed interrotta anche dall’apertura della porta (nel caso dell’impianto in funzione) all’esterno del
locale.
Gli apparecchi radiologici devono essere protetti da interruttore differenziale con corrente
d’intervento differenziale nominale non superiore a 30mA.
All’interno del locale deve essere previsto un dispositivo per l’arresto di emergenza delle parti in
movimento dell’apparecchio radiologico.
L’impianto di illuminazione deve essere suddiviso su almeno due comandi:
- luce generale (di norma a fluorescenza)
- luce di lavoro (di norma ad incandescenza).
154
1 PREMESSA
Il presente documento è stato predisposto, ottemperando agli obblighi previsti dall’art.26 del D.Lgs.
81/08 con lo scopo di ridurre o eliminare le interferenze derivanti da:
sovrapposizioni di più attività svolte da operatori di appaltatori diversi;
immessi nel luogo di lavoro del committente dalle lavorazioni dell’appaltatore;
esistenti nel luogo di lavoro del committente dalle lavorazioni, ove è previsto che debba operare
l’appaltatore, ulteriori rispetto a quelli specifici dell’attività appaltata;
derivanti da modalità di esecuzione particolari richieste esplicitamente dal committente che
comportino pericoli aggiuntivi rispetto a quelli specifici dell’attività appaltata).
Il presente documento stabilisce le modalità di gestione della sicurezza dell’appalto e costituisce
una specifica tecnica della gara in quanto promuove la cooperazione ed il coordinamento tra il
committente ed appaltatore all’attuazione delle misure di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro: pertanto è messo a disposizione ai fini della formulazione dell’offerta e costituisce specifica
tecnica, ai sensi dell’art. 68 ed allegato VIII del D.Lgs. 163/06.
Il documento è articolato in sezioni alcune delle quali sono redatte in fase progettuale di gara,
mentre altre saranno completate successivamente in collaborazione con la ditta aggiudicataria.
Essendo un documento dinamico, prima dell’inizio appalto e durante l’esecuzione, potrà essere
integrato e/o modificato a cura del committente coordinandosi e cooperando con l’appaltatore,
mediante le modalità operative indicate nel capitolo “MODALITA’ DI ATTUAZIONE DEL
COORDINAMENTO E COOPERAZIONE”
2 INFORMAZIONI FORNITE DALLA COMMITTENZA
DATI DEL COMMITTENTE:
Ragione Sociale: ASL TO 1
Sede Legale: Via San Secondo 29 - Torino
Datore di Lavoro: Dott.ssa Giovanna Briccarello
RSPP: Ing. Maria Teresa Lombardi – Via S. Secondo 29 - Torino
Medici Competenti:
Dr.ssa Vincenza Cascio – Via Tofane 71- Torino
Dott. Antonio Mosso – Via Juvarra 19 - Torino
Struttura Referente ASL (è la struttura cui compete la gestione operativa del presente appalto):
S.C. TECNICO – PROGETTI INTEGRATI “ A “
Dirigente S.C. TECNICO – PROGETTI INTEGRATI “ A “: Arch. Antonietta Pastore
Referenti Tecnici ASL designati dal dirigente di Struttura
155
Responsabile/Preposto di Servizio/Struttura, come di seguito richiamati nel documento, sono tutti i
Coordinatori della Struttura presso cui vengono svolti i lavori (Caposala nelle Strutture Sanitarie).
3 INFORMAZIONE SUI RISCHI DEGLI AMBIENTI ASL (art.26 comma 1
lettera b D.Lgs. 81/08)
La ditta aggiudicataria dovrà dichiarare per iscritto all’ASL di aver preso visione del documento
informativo pubblicato sul sito dell’ASL TO1 sui rischi generali esistenti negli ambienti dell’ASL
in cui la ditta dovrà operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla
propria attività
Informazioni ulteriori su rischi specifici degli ambienti in cui la ditta dovrà operare dovranno essere
comunicati nell’ambito delle riunioni di coordinamento che dovranno essere organizzati dalla
Struttura ASL referente come indicato al capitolo VI
4 IDONEITA’ TECNICO PROFESSIONALE DELLA DITTA (art.26 comma 1
lettera a D.Lgs. 81/08)
La ditta aggiudicataria, dovrà fornire all’ASL la documentazione minimale per poter verificare
l’idoneità tecnico professionale della ditta prevista dall’art.26 comma 1 lettera a del 81/ D.Lgs. 08
oppure, nel caso di imprese che effettuano lavori edili, dall’art.90 comma 9 lettera a del D.Lgs.
81/08.
4.1 CONTROLLI SANITARI PER ALCOOL
PER LAVORI CHE
COMPORTANO RISCHI PER L’INCOLUMITÀ DI TERZI
Qualora i lavoratori svolgano mansioni a rischio per la salute e sicurezza propria o di terzi in caso
di uso di alcol, di cui all’allegato 1 del provvedimento del 16 marzo 2006, della Conferenza
Permanente Stato Regioni, le imprese esecutrici (affidatarie e subappaltatrici) ed i lavoratori
autonomi dovranno fornire all’ASL dichiarazione attestante l’avvenuta sorveglianza sanitaria e la
conseguente idoneità a svolgere l’attività oggetto dell’appalto. La sorveglianza sanitaria dovrà
verificare sia l’assenza di uso occasionale di alcol (ai sensi dell’art. 15 della legge 30 marzo 2001),
sia l’assenza di alcol dipendenza (ai sensi dell’art. 41 comma 4 del D.Lgs. 81/2008).
4.2 CONTROLLI SANITARI PER TOSSICODIPENDENZA PER LAVORI
CHE COMPORTANO RISCHI PER L’INCOLUMITÀ DI TERZI
Qualora i lavoratori svolgano mansioni a rischio per la salute e sicurezza propria o di terzi in caso
di uso di droghe, previste nell’elenco del provvedimento, della Conferenza Unificata del 30/10/2007
(Intesa, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, in materia di assenza di
tossicodipendenza), le imprese esecutrici (affidatarie e subappaltatrici) ed i lavoratori autonomi
dovranno fornire all’ASL dichiarazione attestante l’avvenuta sorveglianza sanitaria finalizzata alla
156
verifica di assenza di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti (ai sensi dell’art. 41 comma 4
del D.Lgs. 81/2008).
5 MODALITA’ DI
COOPERAZIONE
ATTUAZIONE
DEL
COORDINAMENTO
E
A seguito dell’aggiudicazione e prima dell’inizio lavori:
Il presente documento (DUVRI) ha lo scopo di evidenziare le interferenze e le misure da adottare
per eliminare o ridurre i relativi rischi, è messo a disposizione ai fini della formulazione dell’offerta
e costituisce specifica tecnica, ai sensi dell’art. 68 ed allegato VIII del D.Lgs. 163/06.
Pertanto la ditta aggiudicataria, prima dell’inizio dei lavori, potrà formulare proposte di integrazione
o modifica del documento stesso.
Le suddette osservazioni potranno essere recepite dall’ASL mediante comunicazione scritta alla
ditta che dovrà essere anche allegata al DUVRI stesso e ne costituirà parte integrante.
Durante lo svolgimento dell’attività appaltata
In caso di problematiche di sicurezza emergenti durante l’esecuzione dell’attività la ditta, che
potrebbero causare pericoli per i lavoratori della ditta, lavoratori ASL, altre ditte o utenti e pazienti,
ottemperando all’obbligo di cooperazione previsto dall’art.26 del D.Lgs. 81/08, dovrà contattare la
Struttura ASL referente
Ogni struttura aziendale interessata dall’esecuzione dell’attività appaltata informerà invece il SPP
dell’ASL , che a sua volta . previa valutazione delle problematiche, informerà la Struttura dell’ASL
referente dell’appalto
Il coordinamento, in corso d’opera, oltre che mediante l’applicazione del presente documento
iniziale, anche sulla base delle informazioni suddette ricevute, sarà effettuato dalla Struttura
dell’ASL referente del presente appalto che potrà richiedere la collaborazione del Servizio
Prevenzione e Protezione e di altre Strutture Aziendali interessate da problematiche specifiche (S.C.
Prevenzione Rischio Infettivo, Direzione Sanitaria, S.C. Logistica, S.S. Emergenza Interna, Medico
Competente, ecc.); operativamente il coordinamento dovrà prevedere:
-
riunioni o comunicazioni in caso di operazioni che comportano rischi da interferenza specifici
per i quali occorre definire ulteriori misure aggiuntive o più dettagliate rispetto a quelle riportate
nel presente documento;
-
riunioni o comunicazioni a seguito di specifici problemi di sicurezza constatati dall’ASL o dalla
Ditta che comportano specifiche misure di prevenzione aggiuntive rispetto a quelle riportate nel
presente documento o necessità di sensibilizzazione all’effettiva adozione delle misure indicate
nel presente documento;
-
riunioni o comunicazioni inerenti modifiche tecniche, organizzative e gestionali dei luoghi di
lavori o delle procedure di emergenza;
La convocazioni di tali incontri o le comunicazioni suddette dovranno essere fatte dalla Struttura
ASL referente del presente appalto, anche a seguito di informazioni provenienti da altre Strutture
Aziendali , tra cui in particolare dal SPP, o dalla ditta aggiudicataria, nell’ambito del coordinamento
previsto dal comma 2 art. 26 del D.Lgs. 81/08.
157
I verbali delle riunioni e le comunicazioni di cui sopra dovranno essere allegati al presente DUVRI
e costituiranno parte integrante di questo documento, che in tal modo si configura come documento
dinamicamente aggiornabile.
E’obbligo di entrambe le parti, committente (attraverso la Struttura referente dell’appalto che
informerà le Strutture aziendali interessate) e ditta appaltatrice informare i propri operatori sui
possibili rischi da interferenza correlati all’appalto e sulle misure di prevenzione e protezione da
adottare.
La ditta appaltatrice dovrà informare anche i lavoratori autonomi e le ditte esecutrici da essa
dipendenti in caso di subappalto.
6 MISURE GENERALI PER RIDURRE I RISCHI DA INTERFERENZA E MISURE DI
EMERGENZA
Misure generali di comportamento negli ambienti della committenza
Compiti della ditta:
concordare tempi e modalità di esecuzione delle attività con il referente ASL, che a sua volta
interpellerà se necessario le strutture ASL interessate (es. direzioni Sanitarie di Presidio)
onde ridurre al massimo le interferenze con le attività sanitarie.
avvertire verbalmente i Responsabili di Reparto/Servizio dei luoghi di lavoro del proprio
accesso, per gli interventi lavorativi definiti nell’appalto (sempre, anche in caso di lavori
urgentissimi);
accertarsi con i Responsabili di Reparto/Servizio dei luoghi di lavoro, della necessità di
indossare/utilizzare dispositivi di protezione individuale o di osservare procedure particolari
per l’accesso (non indicate nel presente documento in quanto dovute a contingenti situazioni
di pericolo)
attenersi scrupolosamente alla segnaletica di sicurezza ed alle indicazioni fornite dal
Responsabile di Reparto o Servizio;
svolgere l’attività in sicurezza senza addurre danni a persone e cose
non abbandonare materiali o attrezzature che possono costituire fonti potenziali di pericolo
in luoghi di transito e lavoro
rispettare il divieto di fumare
rispettare il divieto di assumere alcool durante l’orario di lavoro o comunque in orari che
possono avere conseguenze sull’attività lavorativa ,nonché sostanze stupefacenti
evitare di toccare oggetti e strumenti dei quali non si conosca l’uso e comunque senza
l’autorizzazione dei Responsabili di Reparto/Servizio;
applicare le norme igieniche evitando di: portarsi le mani alla bocca o agli occhi, mangiare;
lavarsi le mani dopo aver eseguito il lavoro, coprire con cerotti o medicazioni apposite
eventuali graffi o lesioni cutanee;
non toccare i contenitori sanitari di oggetti taglienti o pungenti, rifiuti infetti o presunti tali
(simbolo di rischio biologico), contenitori per citotossici (simbolo di rischio chimico
“teschio”);
segnalare immediatamente al Responsabile del Reparto o Servizio ogni contaminazione (con
materiale biologico o chimico) che dovesse verificarsi, avvisare l’incaricato dell’Azienda
Sanitaria, e recarsi al Pronto Soccorso.
158
Compiti del Responsabile del Reparto/Servizio ASL
Fornire ai lavoratori della Ditta tutte le informazioni per specifiche misure/procedure di
sicurezza necessarie in quel momento per l’accesso e lo stazionamento in Reparto/Servizio e sui
dispositivi di protezione individuale che devono essere indossati/utilizzati;
informare dell’esecuzione dei lavori i lavoratori di altre Ditte presenti in quel momento in
reparto(ad esempio quelli incaricati dei lavori di pulizia o di operazioni di facchinaggio);
Segnalare al SPP dell’ASL, eventuali inadempimenti da parte della Ditta ai propri compiti;
Allontanare la Ditta dal Reparto/Servizio nel caso di gravi comportamenti che possono creare
pericoli immediati per la sicurezza di persone;
In caso di pericoli gravi ed immediati, dovrà allontanare i lavoratori dell’impresa, se non
impegnati in attività connesse alla particolare situazione di emergenza;
Misure di emergenza
Eventuali situazioni di emergenza se possibile dovranno essere segnalate al Personale
dell’Azienda Sanitaria presente nelle immediate vicinanze che a sua volta attiverà le misure
previste nel piano di emergenza dell’ASL.
In caso di impossibilità di contattare un lavoratore dell’Azienda Sanitaria, il lavoratore della
Ditta esterna dovrà segnalare la situazione di emergenza utilizzando i numeri di pubblica utilità
(115 Vigili del Fuoco -118 Emergenza Sanitaria).
I lavoratori della ditta in caso di incendio dovranno preoccuparsi di :
o Interrompere il lavoro, rimuovere le attrezzature in uso che potrebbero creare
intralcio
o Mettere in sicurezza l’attrezzatura potenzialmente pericolosa (bombole
ossiacetileniche, solventi, ecc)
o Abbandonare l’area, mettendosi in salvo attraverso i percorsi di fuga indicati dal
personale ASL e/o segnalati in loco e convergendo ordinatamente nel punto di
raccolta indicato
In caso di infortunio segnalare sempre l’evento al personale dell’ ASL presente in loco.
Per infortuni di maggior rilievo ricorrere a:
Pronto soccorso del P.O. più vicino;
118, informando comunque il Personale ASL che deve immediatamente chiamare gli addetti
Primo Soccorso presenti nella Sede.
Per infortuni di minor rilievo ricorrere a:
Pronto soccorso del P.O. più vicino;
159
Informare il Personale ASL che deve chiamare gli addetti Primo Soccorso presenti nella
Sede ed utilizzare la cassetta di pronto soccorso; in caso di necessità recarsi comunque al
Pronto Soccorso dell’Ospedale di zona più vicino (Osp. Mauriziano, Osp. Molinette, Osp.
Martini).
Si ricorda che presso il P.O. Oftalmico il Pronto Soccorso è attivo solo per problemi oculistici
(pertanto si deve ricorrere al Pronto Soccorso del P.O. Oftalmico solo per infortuni relativi agli
occhi).
7 ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI SPECIFICI DA INTERFERENZA E MISURE
DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Sulla base delle informazioni riportate nel documento informativo pubblicato sul sito dell’ASL TO1
sui rischi generali esistenti negli ambienti dell’ASL e sulle generali misure di prevenzione e di
emergenza, cui si rimanda, vengono individuati i seguenti rischi da interferenza per quest’appalto:
160
RISCHI INTRODOTTI DALLA DITTA NEI CONFRONTI DI LAVORATORI ASL,
UTENTI E ALTRE DITTE
Fase
Pericolo
Descrizione pericolo
Accesso dei
mezzi nelle
aree
aziendali
Investimento di
persone
Rischio correlato al fatto
che la ditta può accedere ai
cortili aziendali per
scaricare materiali con
interferenza col passaggio di
mezzi e persone (utenti e
dipendenti)
Scarico di
materiale da
mezzi
Caduta di
materiali su
persone
Rischio correlato al fatto
che durante lo scarico dei
materiali possono transitare
persone nella zona
Basso
Trasporto di
materiali da
zona di
scarico a
zona di
lavoro /
spostamento
da accesso
all’area
aziendale
sino a luogo
di lavoro e
viceversa
Investimento di
persone durante
il trasporto di
materiali da zona
scarico a zona di
lavoro
Rischio dovuto al fatto che
lungo il percorso per il
trasporto dei materiali dal
luogo di scarico a quello di
lavoro possono verificarsi
investimenti di persone,
tenendo conto della
presenza di molti utenti
delle strutture sanitarie, del
trasporto di materiali da
parte della ditta di
facchinaggio o operatori
dell’ ASL, del trasporto di
pazienti su barelle e
carrozzelle, della presenza
di pazienti con portaflebo.
Basso
Igienico sanitari
In ambiente sanitari , con
pazienti immuno depressi,
lo spargimento di polveri o
sporcizia, comporta rischio
di infezioni ospedaliere,
anche in corridoi generali
Basso
Investimento di
persone con
materiali
Rischio dovuto al fatto che
considerando l’assenza di
montacarichi dedicati, il
materiale disposto sulle
ascensori può investire
durante la corsa della cabina
persone.
Basso
Trasporto
materiali su
ascensore
161
Valore
rischio
Basso
Misure prevenzione
Accedere nei cortili a passo d’uomo
con veicoli
Utilizzare veicoli con avvisatore
acustico in retromarcia
Rispettare il percorso concordato con
la struttura referente ASL
Accedere con veicoli nelle ore
concordate con ASL
Utilizzare la zona di scarico
concordata con la struttura referente
ASL
Effettuare lo scarico/carico nelle ore
concordate con la struttura referente
ASL
Transennare la zona di scarico
Verificare la zona di scarico con
persona a terra
Seguire i percorsi che devono essere
preventivamente concordati con la
struttura referente ASL
Effettuare il trasporto di materiale/
attrezzature ingombranti nelle ore
concordate con la struttura referente
ASL
Porre attenzione a dislivelli (ad
esempio giunti di dilatazione)
In caso di materiale ingombrante che
in fase di spinta non permette di
vedere il percorso davanti, operare in
due persone di cui una con funzione di
guida.
Porre attenzione nei corridoi a
presenza di porte che si aprono sui
corridoi stessi
Porre attenzione particolare alla
presenza di letti e barelle su cui
vengono trasportati pazienti
Assolutamente evitare di percorrere
percorsi accessibili a utenti e pazienti
con materiale di risulta attrezzature o
indumenti che comportano rischio di
rilascio in ambiente di sporcizia o
polveri, definendo preventivamente
con il referente ASL percorsi
alternativi
Utilizzare l’ascensore per trasporto
materiali ed attrezzature quando non
sono presenti persone (non salendo se
sono presenti altre persone e
impedendone la salita durante la
corsa)
Accostare alla parete della cabina
l’attrezzatura e mantenerla ferma
durante la corsa
Effettuare l’operazione con due
persone
Fase
Pericolo
Descrizione pericolo
Durante le
lavorazioni
della ditta
Inciampo o
scivolamento
provocato a
persone in zona
di lavoro
Rischio presente se nell’area
di lavoro possono esserci
persone che transitano o
stazionano (in particolare
pazienti trasportati su letti ,
barelle o carrozzelle)
Produzione o
dispersione
polveri
La produzioni di polveri in
locali dove sono presenti
pazienti immunodepressi,
comporta il grave rischio di
infezioni
Basso
Disagi a pazienti
per produzione
rumori
Rischio presente in caso di
lavorazioni che provocano
disturbi a pazienti già di per
se stessi provati da
condizioni di stress e disagi
a causa della malattia
Basso
162
Valore
rischio
Basso
Misure prevenzione
Delimitare l’area con transenne, porte
chiuse, ecc e cartelli di divieto di
accesso.
Se non è possibile, non lasciare mai
cavi o altri ostacoli (es. attrezzi,
utensili, ecc.) nelle zone di transito; in
caso di impossibilità per tempi
strettamente necessari collocare i cavi
in posizione parallela alle pareti,
confinare il loro passaggio in zone
delimitate da transenne e nelle zone di
transito coprirli con canaline o nastro
adesivo giallo/nero.
Verificare sempre preventivamente
che i cavi e le prolunghe siano integri
Lasciare un sufficiente passaggio per
le persone transitanti o bloccare il
percorso di transito
Contattare il SPP in caso di
interruzione o limitazione delle vie di
fuga
In caso di versamento di liquidi,
provvedere all’asciugatura immediata
ed alla segnalazione del pericolo con
apposita segnali
In caso di lavorazioni che necessitano
di copertura dei pavimenti con teli che
provocano possibilità di scivolamento,
impedire l’accesso alla zona con
barriere e cartelli
In caso di lavori che possono produrre
polveri in strutture sanitarie,la ditta
deve informare preventivamente la
Struttura dell’ASL referente
dell’appalto che deve sempre
contattare la Struttura Prevenzione
rischio infettivo (tel.01170952603)
con cui congiuntamente definire nel
dettaglio le misure di
compartimentazione previste dal
documento “Linee guida per la
prevenzione della produzione e
dispersione di polveri durante
l’esecuzione di attività edili nelle
strutture Sanitarie dell’ASL TO1 (PS
PREVINF15) e controllarne
l’applicazione.
Concordare con il referente ASL i
tempi più opportuni per minimizzare i
disagi.
Concordare in caso di lavorazioni
rumorose il metodo di lavoro che
minimizza i disagi per i pazienti
Fase
Smaltimento
rifiuti
Pericolo
Descrizione pericolo
Procurata
interruzione
energia elettrica
L’attivazione di
apparecchiature con elevato
assorbimento di potenza può
comportare gravi
conseguenze in caso di
intervento delle protezioni e
blackout in locali dove si
svolgono attività sanitarie
Rischi igienicosanitari
In ambiente sanitari , con
pazienti immuno depressi,
la presenza di rifiuti in fase
di deposito possono
rilasciare polveri o sostanze
che comportano rischi di
infezioni
Basso
Intralcio per
depositi di
materiali o
attrezzature
Rischio presente nelle aree
interne a causa del transito
di pazienti su barelle e
carrozzelle ma anche nelle
arre esterne, a causa
dell’affollamento di
persone, veicoli ed
attrezzature di lavoro
Basso
163
Valore
rischio
Basso
Misure prevenzione
Contattare preventivamente il
referente ASL, in caso di operazioni
che possono comportare l’intervento
degli interruttori automatici per
protezione da sovraccarico (inserzione
ed avviamento di attrezzature
elettriche di potenza superiore a 2 kW)
o differenziale (presenza di acqua o
elevata umidità sviluppatisi in
conseguenza delle operazioni svolte)
I rifiuti vanno nel più breve tempo
possibile allontanati dalle aree di
proprietà ASL.
Eventuali depositi temporanei di rifiuti
devono comunque essere localizzati in
aree confinate la cui ubicazione deve
essere stabilita dall’ASL, in modo da
minimizzare il rischio igienicosanitario.
Se possibile la ditta non deve
depositare nelle aree dell’ASL
attrezzature e materiali vari, eccetto i
casi di impossibilità a trasferirli in
caso di necessità di impiego che
devono essere valutati dall’ASL.
In tali casi comunque l’area destinata
a contenere attrezzature e materiali
dovrà essere ubicata in sito concordato
con il referente ASL in modo da
minimizzare il rischio di intralcio alla
circolazione e transito di persone
RISCHI PRODOTTI DA AMBIENTI DI LAVORO E ATTIVITA’ DELL’ASL E ALTRE DITTE NEI
CONFRONTI DELLA DITTA
FASE
PERICOLO
DESCRIZIONE
VALORE
MISURE PREVENZIONE
PERICOLO
RISCHIO
Accesso dei
Investimento di
Rischio correlato al fatto
Basso
Rispettare il percorso concordato
mezzi nelle
operatori della ditta
che la ditta può accedere
con la struttura referente ASL
aree aziendali
ai cortili aziendali per
Rispettare i percorsi pedonali
scaricare materiali con
Accedere ai cortili nelle ore
interferenza col
concordate con ASL
passaggio di mezzi e
Avvisare le altre persone
attrezzature, per cui
transitanti delle manovre previste
occorre evitare il rischio
dagli operatori della ditta in caso
di investimento degli
di situazioni di pericolo percepite
operatori della ditta da
dagli operatori della ditta e
parte di veicoli , carrelli
concordare contestualmente
elevatori, transpallets
specifiche precauzioni da adottare
o sfasamenti temporali delle
operazioni.
Scarico di
Caduta di materiali su Rischio correlato al fatto
Basso
Utilizzare la zona di scarico
materiale da
operatori della ditta
che durante lo scarico dei
concordata con la struttura
mezzi
materiali possono
referente ASL
transitare persone nella
Effettuare lo scarico/carico nelle
zona che investono gli
ore concordate con la struttura
operatori della dita in
referente ASL
fase di scarico e
Transennare la zona di scarico
conseguentemente essi
Verificare la zona di scarico con
potrebbero essere
persona a terra
investiti dai materiali
Scivolamento
Rischio generico
Basso
Utilizzare la massima
correlato a percorsi
precauzione.
esterni con possibile
Privilegiare orari con luminosità
presenza di pioggia,
esterna naturale
ghiaccio e neve, con
scarsa illuminazione
nelle aree esterne.
Nei percorsi interni vi è
rischio di scivolamento
sui pavimenti (non si
conosce il grado di
attrito), soprattutto nelle
zone vicino agli ingressi
da area esterna nelle
giornate di pioggia, o a
seguito di lavaggio dei
pavimenti che sono
ancora bagnati (si ricorda
che la ditta delle pulizie è
comunque obbligata ad
apporre gli appositi
cartelli di pericolo da
entrambe le zone di
accesso all’area bagnata),
oppure percorrendo le
scale fisse
164
FASE
PERICOLO
DESCRIZIONE
PERICOLO
Rischio presente nelle
scale fisse, a causa di
possibili dislivelli nei
pavimenti oppure in
presenza dei giunti di
dilatazione nei corridoi.
Il rischio è
particolarmente
significativo spostando
carrelli con ruote piccole
con possibilità di
ribaltamento dello stesso
e investimento degli
operatori dal materiale a
causa del ribaltamento
del carrello.
Il rischio è
particolarmente elevato
nei locali tecnici (centrali
termiche e di trattamento
aria, locali macchina
degli ascensori, cunicoli,
cantine, ecc.
Rischio dovuto al fatto
che il materiale disposto
sulle ascensori può
investire durante la corsa
della cabina gli operatori
della ditta.
VALORE
RISCHIO
Basso
Basso
Accostare alla parete della cabina
l’attrezzatura e mantenerla ferma
durante la corsa
Effettuare l’operazione con due
persone
Inciampo e caduta
Vi è rischio di inciampo
e caduta, con possibile
investimento degli
operatori della ditta da
materiale, in fase di
uscita o entrata dalla
cabina, a causa del
dislivello col pianerottolo
Basso
Porre attenzione al dislivello fra
cabina e pianerottolo
Pizzicamento arti
superiori
Esiste rischio di
pizzicamento degli arti
superiori introducendo
materiali di larghezza
considerevole in
relazione alla larghezza
della porta della cabina
Vi è rischio di traumi da
movimentazione dei
carichi in fase di uscita o
entrata dalla cabina a
causa del dislivello con il
pianerottolo
Basso
Spingere il materiale ingombrante
senza infilare le mani
nell’interstizio con la cabina
Basso
Effettuare l’operazione con due
persone
Inciampo
Trasporto
materiali su
ascensore
Investimento di
operatori della ditta
con materiali
Traumi da
movimentazione da
carichi
165
MISURE PREVENZIONE
Utilizzare la massima precauzione
Fissare sempre il materiale sui
carrelli, ponendo particolarmente
attenzione al caso di materiale
alto
FASE
PERICOLO
DESCRIZIONE
PERICOLO
Rischio correlato al fatto
che pur non essendoci in
ASL TO 1 strutture di
riferimento per malattie
infettive, non si può
comunque escludere con
assoluta certezza la
presenza di pazienti con
malattie infettive ,
soprattutto in pronto
soccorso, pediatria e
pneumologia (vedi nota
informativa)
VALORE
RISCHIO
Basso
Accesso ai
reparti /
ambulatori
Biologico provocato
da attività ASL
Cauta dall’alto per
operatori ditta
Rischio presente nel caso
in cui le lavorazioni della
ditta possono avvenire in
luoghi non protetti da
caduta dall’alto
Basso
Chimico provocato da
attività ASL nei
confronti della ditta
Rischio generico
correlato all’accesso in
locali con attività
sanitaria in cui possono
essere utilizzati sostanze
o preparati pericolosi, in
particolare laboratori,
sale operatorie, anatomia
patologica, obitorio (vedi
nota informativa)
Basso
166
MISURE PREVENZIONE
Presentarsi sempre prima di
entrare in reparto/ ambulatorio al
personale sanitario
Il Responsabile /preposto del
reparto deve allontanare i
lavoratori della ditta in caso di
presenza di rischi per malattie
infettive se possibile, e in caso di
intervento della ditta non
differibile, far adottare le misure
di prevenzione e controllo
previste nelle linee guida per le
misure di isolamento
L’ASL dovrà fornire gli eventuali
DPI necessari
La presenza di zone con pericolo
di caduta dall’alto accessibili
durante le lavorazioni devono
essere individuate
preventivamente in fase di
sopralluogo con la struttura
referente ASL individuando
congiuntamente i dispositivi di
protezione collettivi o individuali
per ogni specifica situazione
In ogni caso , comunque, prima di
effettuare specifici lavori che
comportano rischi di caduta
dall’alto dovrà essere
congiuntamente definita tra la
ditta ed il referente ’ASL la
misura di prevenzione e
protezione (ponteggi fissi e
mobili, sistemi di accesso e
posizionamento a fune ed altre
attrezzature per lavori in quota) e
le modalità operative di
attuazione (es. punti di
ancoraggio)
Attenersi sempre alle indicazioni
fornite dal personale di reparto o
struttura
Evitare di toccare bottiglie e
contenitori vari contenenti
prodotti chimici utilizzati
dall’ASL
In caso di presenza di odori o
constatazione di versamenti di
prodotti su superfici varie,
contattare immediatamente il
responsabile/preposto di struttura
FASE
PERICOLO
DESCRIZIONE
PERICOLO
La possibilità di venire in
contatto con pazienti
psichiatrici,
tossicodipendenti e
comunque con pazienti e
parenti in stato di
agitazione, comporta
rischio di aggressioni
verbali e, con minore
probabilità, fisiche
Rischio presente in caso
di accesso a zone
controllate e sorvegliate
(vedi nota informativa)
VALORE
RISCHIO
Basso
Radiazioni laser nei
confronti lavoratori
ditta
Rischio presente in caso
di accesso a zone con
apparecchiature laser
(vedi nota informativa)
Basso
Danneggiamento
manufatti in amianto
Rischio presente in caso
di lavorazioni che
comportano demolizioni
in edifici con presenza di
amianto (vedi nota
informativa) , ma anche
solo nel caso di
spostamento di arredi su
pavimenti con amianto
ricoperto mediante PVC
o forature di manufatti
contenenti amianto
(pavimenti, pannelli delle
pareti).
Basso
Aggressioni nei
confronti lavoratori
ditta
Radiazioni ionizzanti
nei confronti
lavoratori ditta
167
Basso
MISURE PREVENZIONE
Non lasciare incustoditi attrezzi e
materiali ovunque, ponendo
particolare attenzione in
psichiatria, pronto soccorso,
pediatria
Non interloquire con pazienti e
parenti che devono essere
gentilmente invitati a rivolgersi al
personale sanitario ASL
Accedere alle zone controllate e
sorvegliate solo quando non vi
sono macchine radiogene in
funzione e comunque previa
autorizzazione del personale
sanitario presente
Accedere alle zone con presenza
di apparecchiature laser solo
quando non vi sono laser in
funzione e comunque previa
autorizzazione del personale
sanitario presente
Lavori di demolizione dovranno
essere eseguiti con cautela,
utilizzando a scopo precauzionale
guanti monouso e DPI per la
protezione delle vie respiratorie;
in caso vengano trovati materiali
“sospetti” i lavori dovranno essere
immediatamente sospesi e la ditta
dovrà interpellare il referente
ASL, previa chiusura del locale
interessato per impedire l’accesso
a terzi (in caso di effettiva
presenza di amianto il locale
dovrà poi essere sigillato con
indicazione della condizione di
pericolo).
Non si possono effettuare lavori
di foratura, taglio, o azioni simili
(es. spostamento mobili pesanti)
che possano danneggiare o
lesionare i manufatti. In caso che i
lavori possano potenzialmente
causare danneggiamento dei
manufatti occorre contattare il
referente ASL preventivamente
affinché contatti il SPP e la SC
Manutenzione Tecnica (se il
referente non appartiene a tale
Struttura) al fine di valutare la
fattibilità dell’intervento ed
adottare
FASE
PERICOLO
Folgorazione dei
lavoratori della ditta
DESCRIZIONE
PERICOLO
Rischio generico
correlato all’utilizzo di
apparecchiature elettriche
collegate ad impianti dei
locali dell’ASL TO1.
Rischio specifico durante
lavori di demolizioni o
per operazioni che
comportano interventi
sugli impianti elettrici
168
VALORE
RISCHIO
Basso
MISURE PREVENZIONE
Non effettuare mai interventi o
riparazioni sugli impianti elettrici
o sulle macchine se non si è in
possesso di conoscenze specifiche
o delle caratteristiche di
professionalità previste dalla
legislazione vigente.
Non utilizzare assolutamente
impianti deteriorati (es.: prese
staccate o inadatte all’utilizzo
delle apparecchiature): nel caso
occorre immediatamente avvertire
il referente ASL.
Contattare per la disattivazione
elettrica degli impianti alimentanti
i locali oggetto dell’intervento.
In caso di demolizione, od opere
che possano interessare od
interferire con gli impianti, la
ditta dovrà preventivamente
informarsi presso il referente ASL
dell’eventuale presenza di
conduttori in tensione.
I lavoratori dell’impresa dovranno
porre particolare attenzione
durante l’inserzione o
disinserzione delle spine in prese
con alveoli non protetti.
Segnalare al referente
dell’Azienda Sanitaria palesi
situazioni di pericolo (prese
staccate dal muro, quadri elettrici
aperti, ecc).
Ogni intervento di tipo elettrico
dovrà essere obbligatoriamente
effettuato dagli elettricisti interni
o da ditte esterne qualificate su
mandato della S.C. Manutenzione
Tecnica.
Stante la possibilità di attività
Sanitarie in corso, potrebbe non
essere possibile disattivare
generalmente tutti gli impianti
elettrici per cui è probabile che
nelle zone interessate dai lavori ci
siano dei conduttori in tensione,
conseguentemente gli operatori
della ditta appaltatrice dovranno
adottare tutte le cautele del caso,
soprattutto quando vengono
eseguite le operazioni di
demolizione.
Durante lavorazioni di
demolizione i lavoratori dovranno
essere dotati delle apparecchiature
idonee al rilevamento di cavi in
tensione, anche sotto traccia.
Prima della foratura di muri, è
necessario accertare, l’eventuale
presenza di tubazioni o impianti
elettrici incassati tramite apposita
strumentazione di buona qualità.
FASE
PERICOLO
Correlati ad uso di
attrezzature ASL
Ustioni
DESCRIZIONE
PERICOLO
Rischio presente in caso
di accesso in alcuni locali
(cucina, centrale termica,
sterilizzazione)
VALORE
RISCHIO
MISURE PREVENZIONE
La ditta non può utilizzare
attrezzature di lavoro dell’ASL
Disporre e in caso di necessità
indossare di guanti antiustione e
indumenti anticalore in caso di
lavori in locali a rischio in
prossimità di apparecchiature che
comportano pericolo di ustione
Assente
8 DETERMINAZIONE COSTI DELLA SICUREZZA
Sulla base dei rischi da interferenza individuati, l’attuazione delle relative misure da adottare
comporta i seguenti costi per la ditta aggiuntivi rispetto a quelli previsti per le misure di
prevenzione e protezione per rischi correlati all’attività specifica dell’appaltatore,
indipendentemente dal luogo in cui l’attività viene espletata.
-Costi aggiuntivi per esecuzione lavori nelle ore notturne o nei giorni festivi:
- Costi per compartimentazione ai fini di evitare dispersione di polveri:
- Costi per delimitazione percorsi-aree di lavoro:
- Costi aggiuntivi correlati all’esigenza di utilizzo di attrezzature di lavoro meno impattanti
sull’attività dell’ASL ma che richiedono tempi più lunghi di esecuzione
Totale costi per la sicurezza delle interferenze:
oneri per la sicurezza ( valutazione preliminare costi per la sicurezza relativa ai rischi da
interferenza non soggetti a ribasso d’asta )
Gli oneri per la sicurezza sono risultati pari a €. 10.000,00 così ripartiti:
Tipologia
Partecipazione a riunioni da parte del
Direttore tecnico di cantiere
Partecipazione del capo cantiere ai
sopralluoghi con il coordinatore
Compartimentazione aree di lavoro in
cartongesso
Oneri supplementari per lavorazioni da
eseguirsi nelle giornate di sabato e
domenica
Varie ed eventuali e/o varianti in corso
d’opera
Fornitura e posa in opera di cartellonistica
di sicurezza
TOTALE
Quantità
10
Costo unitario
30,00
Costo totale
300,00
20
20,00
400,00
13
500,00
6500,00
10
20
200,00
2350,00
10
25,00
250,00
10.000,00
169
9. INFORMAZIONI RICHIESTE ALL’APPALTATORE
DATI DELL’APPALTATORE
Ragione sociale
Sede legale:
Datore di Lavoro:
RSPP::
Medico Competente:
Referente dell’Appalto: (persona che costituisce l’interfaccia con il committente per le
comunicazioni relativi a problemi di sicurezza)
ALTRE INFORMAZIONI O OSSERVAZIONI
OPPORTUNO FORNIRE AL COMMITTENTE
CHE
L’APPALTATORE
RITIENE
Il suddetto documento viene sottoscritto dalla ditta per presa visione ed accettazione:
Torino, _____________________
Firma del Datore di lavoro della ditta _____________________________________________
170