Pubblicazione - Attualità Elettrotecnica

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Mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori
dossier
10
SPD
numero
dicembre 2013
POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POSTALE - D.L.353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1 - DCB MILANO
10-30
pag.
Le “scartoffie”
della sicurezza
6
Visto per voi:
Come ridurre il cablaggio
7
Tavola Rotonda
SPD
10
I prodotti del Dossier
24
Un investimento
da 5 milioni di euro
34
Soluzioni fotovoltaiche
37
Schüco per la sede Globo
Il fotovoltaico dopo
il 5° conto energia
38
Nuovo tetto fotovoltaico
con tecnologia Sma
39
40
energie
alternative
La progettazione:
elemento insostituibile
49
Organo ufficiale di FederPeriti Industriali
editoriale
Rottamazione
e rifiuti
Provate ad immaginare quale sia la
quantità di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche prodotte ogni anno
in Europa. Quanto avete pensato?
Di più, di più di quanto abbiate pensato.
Si tratta di nove milioni di tonnellate di rifiuti, sostanzialmente ciascun europeo
crea dieci kilogrammi all’anno di questa
tipologia di rifiuti. E meno del 40% del totale viene trattato nel rispetto delle norme.
Ciò naturalmente comporta un degrado
ambientale che si protrarrà a lungo termine e i cui costi relativi al risanamento potrebbero esser enormi. Oltre alle leggi
esistenti, ci sono altri strumenti che possono consentire una miglior soluzione
del problema.
Uno di questi metodi è l’applicazione di
etichette intelligenti a radiofrequenza come quelle previste dal progetto WEEE
Trace, mediante le quali è possibile una
tracciabilità dal momento della raccolta
al momento dello smaltimento in un impianto di trattamento. In Spagna il sistema è già in parte utilizzato e ha consentito di gestire circa 12000 tonnellate di rifiuti nel 2013, con una riduzione del gas
serra del 12%.
Il progetto WEEE Trace ha ricevuto oltre
1,1 milioni di Euro di finanziamento dall’Unione Europea e proseguirà fino alla
metà del 2014. Perché è importante anche per noi in Italia immaginare soluzioni
di questo tipo? Per due motivi, sostanzialmente. Innanzitutto perché rifiuti di
questo genere possono anche essere
una ricchezza e una fonte di reddito, in
quanto spesso si tratta di materiali di un
certo pregio. In secondo luogo, prima o
poi, si arriverà alla “rottamazione degli impianti”. Questo interessante obiettivo che
consentirà di incrementare la
sicurezza e il confort e di
adeguare, finalmente, gli
impianti alle norme, comporterà un aumento dei
rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche. Perché non pensarci per tempo?
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
sommario
di Dino Pellizzaro
6
Le “scartoffie”della sicurezza
di Leonardo Maccapanni
10
Tavola Rotonda: SPD
a cura di Dino Pellizzaro
24
Dossier SPD: Prodotti
34
Un investimento
da 5 milioni di euro
a cura della Redazione
37
Soluzioni fotovoltaiche Schüco
per la sede Globo
a cura di Francesca Arcidiacono
38
Il fotovoltaico dopo
il 5° Conto Energia
a cura di Francesca Arcidiacono
39
Nuovo tetto fotovoltaico
con tecnologia Sma
a cura di Francesca Arcidiacono
49
rubriche
4
7
8
32
35
40
La progettazione:
elemento insostituibile
di Gianfranco Magni
Agenda
Visto per voi
Attualità
Vetrina
Dalle aziende
Energie Rinnovabili
3
agenda
corsi & aggiornamenti
CEI
Per maggiori informazioni: Tel. 02 21006280/281/286 - Fax 02 21006316
[email protected]
Verifica degli impianti di protezione contro le scariche
atmosferiche
Il corso ha lo scopo di informare e formare il verificatore sulle modalità
previste dalla guida Cei 81-2 per la corretta verifica degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche e sovratensioni con riferimento
all’analisi documentale, esame a vista, prove e misure.
MILANO, 13 dicembre
VIMAR
Per maggiori informazioni: Tel. 0424 488600 – Fax 0424 488188
www.vimar.com
Programmazione di un impianto domotico con Easytool
Professional
Il corso è destinato a tutti coloro che vogliano apprendere la programmazione e gestione di un impianto domotico By-Me attraverso il software Easytool Professional relativamente ad automazione e antifurto.
MAROSTICA (VI), 10 dicembre
GEWISS
Per maggiori informazioni: Tel. 035 946111 – www.gewiss.com
Knx basic course
Nel corso per la certificazione Knx, parte seconda, vengono affrontati tutti gli aspetti legati al software per la configurazione chiamato ETS. Durante le lezioni il partecipante riceve tutte le informazioni sulle schermate principali del programma attraverso esercitazioni pratiche su prodotti Knx funzionanti. Al termine del corso i partecipanti avranno acquisito: le caratteristiche del software ETS e le sue schermate e funzioni principali; aspetti
fondamentali come l’indirizzamento fisico e di gruppo e la configurazione
di parametri funzionali; i principali passi per la creazione di reti anche molto complesse di dispositivi. E saranno in grado di: progettare e configurare reti di dispositivi Knx per la domotica e building automation; affrontare
tutti gli aspetti di messa in servizio e manutenzione legata alle reti Knx.
RHO (MI), 10-11-12 dicembre
EUROSATELLITE
Per maggiori informazioni: Centro di formazione professionale Eurosatellite
Tel. 0575 740222 - Fax 0575 740223
[email protected] - www.eurosatellite.it
Impianti fotovoltaici
La formazione si focalizza sulla corretta progettazione ed installazione
Con la rete è meglio
Nel corso dei prossimi mesi i nostri lettori potranno usufruire di un servizio che certamente li interesserà: un nuovo sito internet per la rivista che
la redazione sta approntando. Si tratta di una svolta necessaria che è
stata ponderata in modo da consentire un’interazione tra carta e rete,
interazione che tiene conto dei diversi ruoli e delle diverse opportunità
offerte dalle due tipologie di media. Crediamo infatti che la carta stampata rappresenti ancora un elemento indispensabile per la creazione
della cultura professionale e per la divulgazione delle novità nel nostro
campo. Ma, nello stesso tempo la indiscutibile e inevitabile diffusione di
Internet, con l’amichevolezza, la velocità e la capacità di interazione
che essa offre, rappresentano l’altro corno con cui tutti gli operatori del
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dei sistemi fotovoltaici. Oltre alla parte tecnica il corso esplora in modo
dettagliato il panorama normativo del settore, gli aspetti inerenti la connessione alla rete elettrica e la redditività degli impianti.
SAN SEPOLCRO (AR)
TUTTONORMEL
Per maggiori informazioni: Tel. 011 6611212 – [email protected] - www.tne.it
L’impianto elettrico e la prevenzione incendi –
Gruppi elettrogeni
Il corso approfondisce le cause elettriche di incendio, gli aspetti della legislazione vigente che riguardano gli impianti elettrici nei luoghi soggetti al controllo dei Vigili del Fuoco e le norme tecniche particolari applicabili agli impianti elettrici nei luoghi a maggior rischio in caso d’incendio.
Impianti di rivelazione incendi, illuminazione di sicurezza, pompe e
ascensori antincendi, strutture sanitarie e uffici. Caratteristiche e parametri principali di un gruppo elettrogeno utili per una sua corretta scelta
e funzionamento.
MILANO, 10-11-12 dicembre
CRESTRON
Per maggiori informazioni: Tel. 02 92148185 – Fax 02 92729770
www.crestron.eu
Certificazione Digital Media “E” Designer+Engineer
Il corso è aperto a tutti coloro che installano i sistemi DigitalMedia. La
certificazione Dmc-E è un programma rigoroso di due giorni a seguito
del corso Dmc-D della durata di un giorno. Senza certificazione “D” non
è possibile accedere alla certificazione “E”. Si tratta di un corso sia teorico che pratico che comprende anche prove di intestazione cavi e test
diretti su sistemi DigitalMedia messi a completa disposizione dei partecipanti. Anche per questo corso è compreso un test finale con rilascio di
certificazione finale.
CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI), 12-13 dicembre
SOLON
Per maggiori informazioni: Tel. 049 9458200 – [email protected]
Opportunità dell’O&M e problematica Pid
Solon, in collaborazione con Omron Electronics e Tüv Rheinland, terrà un
incontro formativo. Durante il convegno saranno trattate due tematiche
principali. La prima, riguarderà le opportunità di business che si prospettano in ambito O&M per il 2014, con focus sul mercato del fotovoltaico in
Italia. La seconda, analizzerà le problematiche che compromettono la resa degli impianti e in particolare il fenomeno “Pid” e i suoi effetti sulla resa
del modulo, trovando ad essi delle risposte e delle possibili soluzioni.
CARMIGNANO DI BRENTA (PD), 6 dicembre
nostro settore devono convivere. È presto per anticiparne i contenuti –
a breve vi diremo – ma il nostro obiettivo è offrire due elementi complementari per la formazione. Sarà importante avere un ritorno con giudizi critici che ci permettano di migliorare quanto stiamo facendo.
Vi informeremo.
Lo Staff di Attualità Elettrotecnica
augura a tutti i lettori Buon Natale e Felice Anno Nuovo
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Le “scartoffie”
della sicurezza
Come anticipato al termine dell’articolo precedente
per qualificare le autocertificazioni previste
dalla legge sulla sicurezza del condominio
è opportuno tornare all’origine della questione
Seconda parte
di Leonardo Maccapanni
Scartoffia per antonomasia
Per capire dove si va a finire quando gli indizi sono negativi è opportuno tornare al punto
di partenza per individuare, esaminando criticamente il succedersi degli eventi, i motivi
per i quali non si può essere ottimisti. Solo
così si potrà capire se le carte della sicurezza elettrica sono documentazioni attendibili,
oltre che utili o se, invece, sono solo delle
scartoffie. Soprattutto nell’ambito civile dove
l’esempio più eclatante è costituito dalla dichiarazione di conformità. Al riguardo espongo un caso emblematico. Alcuni anni fa venni interpellato da una persona che non riusciva ad avere la dichiarazione di conformità
dall’installatore per quanto i lavori fossero
terminati. Entrando nel merito scoprii che alla base di tutto vi era un accordo tra il progettista professionista – un architetto – e l’installatore basato sul patto “io do una cosa a te (il
lavoro) a tu dai una cosa a me (la documentazione progettuale che poi io firmo come
progettista)”. Purtroppo per lui, l’architetto
non ha tenuto conto che, normalmente, gli
installatori, una volta che hanno terminato il
lavoro quasi sempre pensano immediatamente al successivo; per cui non vogliono
perdere tempo per documentare quello appena fatto. Quindi è per questo che al pseudo progettista non è arrivato nessun foglio
che lui potesse firmare per poi restituirlo –
semmai corredato da inutili fotocopie da effetto speciale – come progetto da allegare
alla dichiarazione di conformità. Dal che la
sua mancata consegna.
Abusivismo nella progettazione
e non solo
L’esposizione di questo avvenimento mi fa ricordare che durante il dibattito iniziale, oltre
modo intenso, sulla legge n. 46/90 (quando
venne corredata, anche con il mio contributo,
dall’essenziale regolamento: il D.P.R. 447) dichiarai più volte che, in realtà, erano due gli
abusivismi che questa legge doveva debellare. Quello ufficiale che a quel tempo affliggeva l’installazione – dal che i requisiti professionali – e quello mai denunciato ma diffu-
6
so dell’ abusivismo intellettuale perpetrato da
quei progettisti che si occupavano di impianti pur non sapendone nulla in quanto non erano trattati nei loro corsi di laurea. Consentito
loro dalle vecchie leggi costitutive degli ordini. Tra costoro si annoverano pochissimi ingegneri civili e moltissimi architetti. Ora le cose sono cambiate poiché solo gli ingegneri
industriali possono farlo; ma gli effetti di questa limitazione si vedranno tra qualche anno.
Comunque a fronte di un abusivismo intellettuale che diminuirà nella progettazione vi è il
rischio che se ne determini un altro negli ambiti delle verifiche, delle certificazione e di altri adempimenti tecnico burocratici per motivi che vedremo in prossimi articoli. Anticipo
che alla base vi è il malinteso che il progettista, svolgendo questi compiti, si troverebbe
in conflitto di interesse poiché potrebbe –
eventualità assai remota e comunque evitabilissima a fronte di una precisa regolamentazione – intervenire sugli impianti da lui progettati. Ma siccome questo spazio operativo
deve essere occupato è assai probabile che
tali compiti vengano svolti da persone prive
di quelle indispensabili competenze di base
che solo il progettista possiede. Per cui può
accadere che quanto da loro redatto sia da
annoverare tra le scartoffie. E, siccome questi adempimenti gravano sulle tasche dei cittadini, costoro, cominciando a rendersene
conto, diventano ostili anche nei confronti di
quelli giusti.
Si può cambiare?
A questo punto, considerato che il tutto è iniziato nel 1990 ed oggi siamo prossimi al
2014, viene da chiedersi se le cose nel tempo sono migliorate. E soprattutto se le nuove
generazioni degli installatori hanno comportamenti più virtuosi. Personalmente – ma i casi in cui mi sono imbattuto non sono in numero tale da essere probanti – nutro qualche
dubbio circa la dichiarazione di conformità.
Per quanto ne so i mezzi informatici di compilazione hanno migliorato solo la forma. In
pratica questa dichiarazione si presenta bene ma di sostanza ce ne è ben poca. Ciò no-
nostante sono moderatamente fiducioso poiché le cose sembrano cambiare. Intanto il decreto n. 36/2008 qualche paletto l’ha messo.
E lo dico io che l’ho fortemente criticato
quando era ancora in gestazione poiché peroravo una legge – di cui avevo depositato il
testo al ministero – che sarebbe stata molto
più completa di quel decreto. Poi vi è la classificazione a tre livelli degli impianti domestici che sta incidendo sul comportamento degli installatori ai fini della qualità degli impianti. Nel contempo va chiarito che quanto denunciato non necessariamente riduce l’effettivo livello di sicurezza degli impianti realizzati in questi 24 anni. Infatti, il loro mestiere
gli installatori lo sanno fare ed i prodotti ed i
componenti di impianti sono tutti di qualità.
Però vi sono tanti impianti antecedenti al
1990. E per questi la sicurezza non è garantita ne per chi abita negli appartamenti, ne
per condominio.
Dichiarazione del proprietario
Ed è proprio per tali motivi che nella nuova
legge che ne regola l’amministrazione si è affrontato questo aspetto. Ma nel numero precedente ho descritto la situazione assai confusa che vi si sta creando.
Al punto tale che un importante associazione
di amministratori di condominio ha scelto una
strada assai ambigua peraltro contestata, e
quindi non percorsa, da suoi stessi associati;
molti o pochi che siano non lo so.
Siccome il risultato sembra essere quello di
scaricare tutto sui condomini è opportuno
sensibilizzarli affinché comprendano che
qualora il loro impianto elettrico piuttosto che
del gas non sia adeguato tale situazione è
pericolosa per tutta la famiglia e per i suoi vicini di casa poiché un incendio per corto circuito piuttosto che un’esplosione per fuga di
gas oltre alla sua abitazione coinvolgerà anche il condominio. E se ciò dovesse accadere sarebbe molto grave la sua responsabilità
poiché è dal 1990 – data di promulgazione
della legge 46 – che vi è l’obbligo di adeguamento degli impianti. Ed è da qui che ripartiremo sul prossimo articolo.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
visto per voi
come ridurre
il cablaggio
aton, società per la
gestione, la distribuzione e il controllo
dell’energia, presenta i
quadri xEnergy in versione MCC con SmartWireDT. Il cablaggio ausiliario
all’interno dei cassetti
MCC e quello esterno verso il PLC, è stato sostituito
dal sistema di comunica-
E
Manutenzione e sostituzione
Per sostituire un cassetto dell iMCC, l’operatore deve semplicemente
estrarlo e sostituirlo con un altro cassetto preconfigurato, senza dover
riconfigurare l’indirizzamento delle informazioni al PLC. I moduli di comunicazione dei cassetti MCC sono stati sviluppati specificatamente
per tale scopo e assicurano il ripristino automatico delle comunicazioni precedentemente interrotte dalla sostituzione del cassetto. Lo stato
meccanico del cassetto “Inserito”, “Test” ed “Estratto” è chiaramente
segnalato da un apposito display che conferisce una maggiore sicu-
comunicazione avanzata
rezza durante i lavori di
manutenzione. I cassetti
“iMCC” sono disponibili in
due versioni: la versione
base con un interruttore
magnetotermico PKZ per
la sola segnalazione dello
stato interruttore e la versione avanzata dotata di
interruttore di protezione
motore PKE con piena capacità di comunicazione.
collaudo ottimizzato
zione Smartwire-DT di Eaton. Per l’utente i benefici
sono chiari, riduzione del
cablaggio, trasferimento
di informazioni dettagliate
dai singoli cassetti al
PLC, affidabilità e difacilità di montaggio
sponibilità dei carichi. Il
quadro iMCC xEnergy trova impiego nei processi di produzione industriale dove è richiesto un elevatissimo livello di disponibilità di informazioni delle utenze.
Un’intelligenza per la distribuzione
Il sistema SmartWire-DT di Eaton sostituisce il cablaggio per il comando
delle partenze motore all’interno dei cassetti dell MCC, il cablaggio per
la raccolta delle informazioni di stato dalle unità a cassetto in ogni singola colonna quadro, evitando così l’impiego di ulteriori moduli I/O. Il trasferimento dei dati da ogni colonna MCC verso il PLC centrale viene
gestito con bus di campo standard: Profibus-DP, CANopen, MODBUSTCP o Ethernet/IP. Combinando il sistema SmartWire-DT con xEnergy,
Eaton propone apparecchi e quadri di distribuzione intelligenti, pienamente in linea con le tendenze di mercato. I quadri iMCC xEnergy sono equipaggiati con interruttori elettronici PKE per la protezione motore; vale a dire informazioni e diagnostica di esercizio on-board, operazione complicata con l’impiego di interruttori convenzionali.
riduzione del
cablaggio
due versioni:
base
e avanzata
Sono inoltre disponibili
cassetti vuoti per applicasemplice sostituzione zioni custom. Il sistema
può essere esteso in qualdel cassetto
siasi momento aggiungendo nuovi cassetti, senza dover cambiare o modificare l’architettura del sistema. Le tipologie dei cassetti attualmente disponibili sono:
partenza motore diretta (DOL 0,06 – 160 kW), partenza motore invertita (FR 0,06 -110 kW), partenza motore stella-triangolo (SD 5,5 – 75
kW) e Partenza linea a 3 o 4 poli (FE 16/20 – 400 A).
Conclusione
Il sistema SmartWire-DT permette ai quadristi di beneficiare della
semplicità di montaggio e della riduzione degli spazi all’interno dei
cassetti MCC, l’eliminazione del cablaggio ausiliario, sia all’interno
del cassetto (comando e segnalazione partenza motore), sia all’esterno del cassetto (segnalazione delle informazioni di ogni cassetto al PLC) e risparmi considerevoli in termini di tempo di installazione
e di avviamento.
L’ottimizzazione dello spazio all’interno dei cassetti comporta di conseguenza un considerevole risparmio di materiali.
Informazioni e diagnostica
E non per ultimo, l’ottimizzazione delle operazioni di collaudo perché
Segnali digitali per il comando della partenza motore e informazioni sultutti i dati inerenti vengono trasferiti tramite un bus di campo, anziché
la posizione e lo stato dell interruttore e valori analogici del carico termidal cablaggio ausiliario convenzionale.
co del motore e le correnti effettive dello
Il software di configurazione SWD-Assist
stesso permettono di implementare la maEaton Industries (Italy) S.r.l.
permette inoltre all utente di collaudare
nutenzione preventiva per rilevare in anticiVia Papa Giovanni XXIII, 43 - 20090 Rodano (Mi)
completamente i singoli cassetti MCC,
po i guasti e avere un controllo continuo per
Tel. 02 95950353 - Fax 02 95950400
senza la necessità di collegare il sistema
una maggiore affidabilità di esercizio e [email protected]
ad un PLC.
zione dei tempi di fermo impianto.
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attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
7
attualità
confronto tra gli attori del sistema
Raee in Italia e in Europa
Giunto con successo alla sua quinta edizione, Hi Tech & Ambiente, l’annuale appuntamento sui temi della sostenibilità organizzato da Remedia
(riferimento nazionale per la gestione eco-sostenibile dei rifiuti tecnologici)
svoltosi lo scorso ottobre, ha visto al centro del dibattito il recepimento della nuova Direttiva Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche)
e di come, su questo tema strategico, i principali Paesi europei si stanno
orientando. La Commissione europea considera il riciclo un elemento fondamentale della strategia in tema di accesso alle materie prime, sia nell’affrontare le difficoltà di approvvigionamento delle risorse per l’industria sia
in chiave di sviluppo di un’economia più sostenibile. Il recepimento della
nuova Direttiva europea, previsto entro febbraio 2014 e la conseguente revisione dell’attuale D.Lgs. 151/05 devono consentire agli Stati Membri di
riciclare l’85% dei Raee generati entro il 2019, un’opportunità da non perdere per lo sviluppo del settore e per contribuire all’affermazione della
Green Economy europea. Quali sono le linee guida e le scelte fondamentali che i Governi dei principali Paesi europei stanno adottando per un efficace ed armonico recepimento della Direttiva 2012/19/EU? L’incontro ha
proposto uno stimolante
confronto con autorevoli
ospiti nazionali e internazionali, coinvolgendo i principali soggetti della filiera per capire come il recepimento
della nuova Direttiva sarà in
grado di avvicinare l’Italia
agli impegnativi obiettivi europei, con particolare riferimento ai nuovi standard ambientali e alle potenzialità
del riciclo rispetto alla sfida
dei rischi di approvvigionamento delle materie prime
strategiche.
Osservatorio
energetica
sull’efficienza
Presentati lo scorso settembre a Torino, i risultati del secondo Osservatorio
sull’Efficienza Energetica commissionato da Domotecnica in partnership con
Accenture, Axpo, Bnl ed Eni, con la finalità di comprendere gli orientamenti
delle famiglie italiane nei confronti di questo tema e delineare i trend di sviluppo del settore. L’osservatorio, realizzato da Ispo, è stato presentato in occasione del 15° Congresso Nazionale Domotecnica, un momento voluto per
permettere a operatori, aziende e istituzioni di confrontarsi sul panorama in
cui le imprese si troveranno ad operare nell’immediato futuro. Nonostante
un’ampia fetta di famiglie italiane dichiari di non volere metter mano alla propria abitazione e che non sia questo il momento giusto per fare investimenti
in efficienza energetica, nei prossimi 12 mesi saranno oltre 2,6 milioni le famiglie che hanno in previsione di effettuare interventi per migliorare le prestazioni energetiche delle proprie abitazioni, con una spesa complessiva che si aggirerebbe intorno a 10,2 miliardi di euro. Un numero importante, che potrebbe aumentare ulteriormente se si considera che quasi 6,4 milioni di famiglie
italiane si dichiarano disponibili ad un check-up energetico della propria casa e a valutare proposte di interventi. Tra i vantaggi riconosciuti all’efficienza
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energetica, la riduzione degli sprechi e dei costi in bolletta, con il 43% delle
famiglie che si aspetta un risparmio sui consumi di gas ed elettricità compreso tra il 20 e il 40%, un dato in crescita rispetto al 2012 (36%). Guardando agli
strumenti per il sostegno della domanda, si vede che la conoscenza dell’estensione e della proroga degli incentivi al 65% e per tutto il 2013 è bassa,
dato che solo poco più di un terzo del campione ne è informato; strumenti come finanziamenti ad hoc possono essere, invece, un elemento determinante
per spingere gli italiani agli investimenti in efficienza. Per gli interventi sulla
propria casa, si preferisce la professionalità e la familiarità degli artigiani specializzati, ovvero di installatori che siano in grado di seguire ogni fase del processo, dalla consulenza alla stesura del preventivo sino all’acquisto delle tecnologie e alla loro installazione.
guida per la tecnologia wireless
Anie Automazione presenta la terza edizione della “Guida per la tecnologia Wireless”. La pubblicazione è rivolta agli utilizzatori di automazione industriale
manifatturiera e di processo e presenta lo stato dell’arte delle tecnologie per il
wireless industriale con un aggiornamento anche per quanto
riguarda gli standard normativi. La guida nasce dall’esigenza, riscontrata dai soci Anie, di
fare chiarezza sulla rapida evoluzione delle soluzioni disponibili in un mercato relativamente giovane, e di aggiornare
il settore sulla normativa tecnica di riferimento ancora in elaborazione. La pubblicazione
rappresenta pertanto un utile
strumento a supporto dell’aggiornamento dei professionisti.
La Guida approfondisce le diverse tecnologie wireless usate
nell’industria facendo una analisi sia dei principali standard
riconosciuti a livello internazionale sia di alcune specifiche tecnologie proprietarie che hanno comunque raggiunto una larga diffusione. Si descrivono
pertanto i vari protocolli disponibili come: Bluetooth, Industrial WLan,
Gsm/Gprs/Edge/ Umts/Lte, WirelessHart, Wisa, ZigBee, Radio,Gps, RF-ID.
Inoltre, nel documento, viene dedicato ampio spazio alla trattazione dei temi
legati alla sicurezza (Safety e Security) nelle applicazioni wireless. La parte finale è dedicata alla presentazione di una serie di Case History relativi a: applicazione per raccolta segnali e movimentazione materiali in uno zuccherificio; console di comando wireless real-time per macchine utensili con sicurezza funzionale integrata; industrial WLan per l’automazione dei magazzini automatici e delle macchine mobili; ottimizzazione del ciclo idrico integrato grazie all’utilizzo di adeguate architetture di telecontrollo; soluzioni wireless
Bluetooth IP67 per la gestione degli I/O; tecnologia Bluetooth per l’automazione di un magazzino; wireless Ethernet una soluzione di comunicazione per
la lavorazione di polveri agricole; tecnologia Bluetooth in impianti per produzione di tubi metallici; industrial WLan per la movimentazione dei filati sintetici.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
2°Forum Internazionalizzazione
Made in Italy
Si apre la quarta stagione di Sps Ipc Drives Italia: nuove collaborazioni,
molteplici incontri e tante attività promozionali in vista dell’appuntamento 2014, a Parma dal 20 al 22 maggio. Primo appuntamento d’autunno
con un legame sempre più forte con Sps 2014 è la seconda edizione di
Fimi, Forum Internazionalizzazione Made in Italy, organizzato da Messe
Frankfurt Italia in collaborazione con il Sole 24 Ore, svoltosi lo scorso 14
novembre. Il tema dell’evento è stato infatti l’analisi dello scenario economico del Made in Italy con un focus speciale sul manifatturiero come
elemento decisivo per la competitività e il rilancio delle imprese nei mercati internazionali. Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia ha dichiarato: “ Nella prima edizione abbiamo sviluppato un
argomento centrale per le imprese italiane, l’internazionalizzazione; nella seconda, ci focalizzeremo sull’eccellenza produttiva come fattore
chiave per poter competere sui mercati globali”. Fimi è stato, come di
consueto, l’occasione di incontro con i protagonisti di case history di
successo del panorama industriale italiano quali Balocco, Fonti di Vinadio Acqua Sant’Anna, Gessi, Ferrero, Adler Group, Ima, Rittal e associazioni quali Anima, Anie, Acimit, Sistema Moda Italia, TexClubTec, ma soprattutto il confronto con l’esperienza di diversi imprenditori che, spinti
dalle difficoltà incontrate sul mercato italiano, hanno orientato la propria
politica commerciale verso l’estero, dove l’andamento della domanda a
livello mondiale si è rivelato più positivo. Un imperdibile momento di incontro per sottolineare quanto l’automazione abbia un ruolo da protagonista nella revisione dei processi produttivi. In questo scenario Messe
Frankfurt, piattaforma di riferimento internazionale, ha un ruolo primario
nel supportare e sostenere le aziende manifatturiere che si propongono
di esportare i loro prodotti affacciandosi su nuovi mercati.
Ecolamp è stato anche al cinema
Ecolamp ha portato al cinema le buone pratiche per il riciclo delle lampadine esauste: grazie all’accordo con PRS MediaGroup gli spot del consorzio senza scopo di lucro sono stati proiettati nelle sale del circuito The
Space Cinema in tutto il territorio nazionale. Dal 24 ottobre fino al 6 novembre, il video pubblicitario di Ecolamp ha accolto gli spettatori dei 36 multisala The Space e ha introdotto i film nelle 362 sale del circuito; on air 4 volte al giorno, la programmazione ha previsto un totale di oltre 20.200 proiezioni. Lo spot Ecolamp ha illustrato in soli 30’’ i vantaggi derivanti dal corretto smaltimento delle lampadine a basso consumo esauste e ha fornito
indicazioni utili per compierne la raccolta differenziata: portare il materiale
presso le isole ecologiche, localizzabili grazie all’applicazione mobile gratuita “Ecolamp: L’Isola che c’è”, o restituire la lampada esausta al rivenditore a fronte dell’acquisto di una nuova lampadina.
i rifiuti diventano vivi
con il progetto Ecolight
Alla diciassettesima edizione di Ecomondo, svoltasi a Rimini Fiere dal 6
al 9 novembre, Ecolight ha presentato una selezione di opere di
www.museodelriciclo.it. Nella Hall Sud della fiera, il progetto virtuale del
consorzio nazionale che si occupa della gestione di Raee, pile e accu-
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
mulatori esausti ha
preso corpo diventando uno spazio fisico dove poter vedere, sentire e “toccare con mano” alcune opere realizzate con l’utilizzo dei rifiuti. Il Museo del Riciclo, ha sottolineato Giancarlo
Dezio, direttore generale di Ecolight, è un progetto web nato per incrementare la sensibilità ambientale che vuole dare visibilità a quanti, utilizzando materiali di scarto, realizzano opere d’arte, installazioni, oggetti di
design e gioielli. L’arte realizzata con rifiuti vuole così essere da stimolo affinché anche la quotidiana pratica del riciclo possa essere percepita non
solo come un gesto rispettoso dell’ambiente, ma anche come una particolare forma d’arte. Ad Ecomondo il Museo del Riciclo di Ecolight ha presentato i rifiuti che diventano vivi assumendo forme umane e animali. Una sorta di “reincarnazione degli oggetti di scarto, i rifiuti hanno una nuova vita
nell’arte e nel riciclo ha concluso Dezio.
quali le potenzialità di
smart plants - smart cities?
Mce – Mostra Convegno Expocomfort, la manifestazione biennale leader nell’impiantistica civile e industriale, nella climatizzazione e nelle energie rinnovabili, in calendario dal 18 al 21 marzo 2014 in Fiera Milano, dedicherà il programma convegnistico a “Smart Plants - Smart Cities” uno
dei temi di maggior importanza per il futuro delle nostre città, dove gli edifici “Smart” saranno il fulcro di un nuovo modo di abitare all’insegna del risparmio e dell’efficienza energetica in grado di incidere positivamente sul
territorio e sulla vita delle persone. Un tema importante che andrà a coniugarsi perfettamente con l’offerta delle oltre, ad oggi, 1.500 aziende espositrici, di cui il 37% dall’estero provenienti da 52 Paesi, presenti nei quattro
macro comparti di Mce: caldo, freddo, acqua e energia. Mce 2014 proporrà, infatti, una panoramica unica sulle soluzioni e i prodotti in grado di
assicurare la massima efficienza in materia di riscaldamento, condizionamento, energie rinnovabili e idrotermosanitario, più in particolare, pompe
di calore, apparecchi e componenti per impianti termici, impianti e apparecchiature per acque primarie civili e industriali, impianti di cogenerazione, strumenti fondamentali per produrre energia per il comfort domestico
permettendo di ottimizzare costi e consumi. Il tema “Smart Plants - Smart
Cities”, sarà sviluppato attraverso tre chiavi di lettura: si partirà dall’analisi
dello scenario italiano per proseguire con le più significative case history
internazionali e finire con un quadro sulle potenzialità del mercato. I lavori prenderanno il via, mercoledì 19 marzo 2014, con il convegno “Comfort
Technology: Progettare e installare l’integrazione per l’efficienza”, nel corso del quale si farà un quadro riassuntivo sullo scenario italiano, con un
particolare focus sugli aspetti tecnici e normativi che concorrono a realizzare un’edilizia di nuova generazione, dove le tecnologie impiantistiche si
evolvono integrando diverse funzionalità che vengono gestite da innovativi strumenti di controllo. Di respiro internazionale sarà, invece, la seconda
giornata di lavori, giovedì 20 marzo 2014, durante la quale saranno presentate alcune delle più significative case history internazionali per offrire
un quadro su esempi progettuali all’avanguardia capaci di ottimizzare le
prestazioni energetiche, ridurre i consumi e integrare funzionalità e strumenti innovativi di gestione e controllo. Concluderà il programma istituzionale, il convegno di venerdì 21 marzo 2014, sulle potenzialità offerte dal
mercato, dove saranno evidenziate le tecnologie maggiormente innovative e promettenti, come le pompe di calore, le caldaie ad alta efficienza, lo
stoccaggio dell’energia oltre naturalmente alle nuove normative, per sottolineare le opportunità di business che si aprono a tutta la filiera.
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tavola rotonda SPD
a cura di Dino Pellizzaro
Se qualcuno desidera un quadro completo sulle tematiche (e sulle problematiche) relative alle sovratensioni e
alla loro ripercussione sugli impianti, nonché alle soluzioni di prodotto e di installazione che risolvono tali problematiche, non può che affidarsi all’esperienza dei relatori
di una tavola rotonda che ANIE e la nostra rivista hanno
realizzato presso la sede dell’Associazione nel mese di
ottobre. Ad essa hanno partecipato autorevoli rappresentanti delle aziende che fanno parte del sottogruppo
SPD - Limitatori di sovratensione di ANIE CSI - Associazione Componenti e Sistemi per Impianti.
Il tema – di per sé complesso – dei limitatori di sovraten-
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sione viene spesso non adeguatamente considerato in
sede di installazione, ma la recente normativa offre una
serie di indicazioni, anzi di prescrizioni, per l’installazione degli SPD anche in ambito residenziale. E allo stato
attuale pare che questo argomento sia ancora non sufficientemente noto. Certamente la lettura delle pagine che
seguono, e di quelle relative ad una vetrina di prodotti sul
tema, servirà a fare un poco di luce sul tema e ad offrire
soluzioni impiantistiche che rendano meno costosa e più
sicura, oltre che normativamente in regola, l’installazione
e la gestione degli impianti che possono essere sottoposti a questa pericolosa situazione.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
I partecipanti
ABB
Dehn
Gewiss
OBO Bettermann
Phoenix Contact
Schneider Electric
Siemens
Weidmüller
Claudio Brazzola
Lorenz Moroder
Lorenzo Riva
Francesco Fiore
Walter Nova
Alberto Siani
Michele Tedone
Simone Merlotti
Tipo, scelta e coordinamento SPD
Walter Nova - Phoenix Contact
Oggi gli impianti sono sempre più tecnologici, contengono cioè sempre di più apparecchiature elettriche ed
elettroniche sofisticate e
sensibili adibite al controllo
ed alla gestione di impianti
più o meno complessi ed
evoluti. Basti pensare ad una
industria di processo, o ad
un impianto di trattamento
acque con una notevole
quantità di segnali e di allarmi installati, ad una linea di
produzione con tutti gli automatismi che necessitano alla
sua corretta funzionalità, ma
anche ad una semplice abitazione con televisori LCD o
LED, computer, impianti stereo ecc.; in tutte le applicazioni insomma vi è la necessità di proteggere
le apparecchiature per salvaguardare le stesse da eventuali danni e per
garantire una corretta continuità di servizio all’impianto stesso. Al fine di
meglio gestire queste protezioni i comitati normativi internazionali hanno
elaborato negli anni una serie di Norme atte a identificare il livello di rischio di una installazione e definire quindi quali e quante protezioni sia
opportuno andare ad installare.
La Norma CEI EN 62305
La Norma in questione è la CEI EN 62305 suddivisa in 4 parti che va proprio ad affrontare questo “spinoso” argomento in tutte le sue sfaccetta-
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Training Manager
Amministratore Delegato
Ricerca e Sviluppo
Product Sales Engineer
Product Manager
Responsabile Norme e software tecnici
Product Manager
Product Specialist
ture utilizzando il calcolo dell’analisi del rischio. Questo calcolo prevede
innanzitutto di definire le sorgenti ed i tipi di danno alle strutture classificati da S1 a S4 a seconda dell’impatto che può avere il fulmine:
- S1: fulmine che impatta direttamente sulla struttura;
- S2: fulmine che impatta nelle immediate vicinanze della struttura;
- S3: fulmine che impatta direttamente sulle linee entranti nella struttura;
- S4: fulmine che impatta nelle vicinanze delle linee entranti nella struttura.
Una volta definita la potenziale sorgente di danno, è possibile determinare i principali tipi di danno, classificati da D1 a D3:
- D1: danno ad esseri viventi;
- D2: danno materiale alle strutture;
- D3: guasti agli impianti interni;
Ciascun tipo di danno, solo o in combinazione con altri, può causare
perdite differenti; in generale queste dipendono dalla caratteristica della struttura stessa. A causa di danneggiamenti alle strutture possono verificarsi i seguenti tipi di perdite:
- L1: perdita di vite umane;
- L2: perdita di pubblico servizio;
- L3: perdita di patrimonio culturale insostituibile;
- L4: perdita economica.
La necessità di proteggere una installazione deve essere valutata al fine
di ridurre i rischi da L1 a L3; il rischio L4 (perdita economica) viene “demandato” al proprietario dell’impianto. Sta a lui definire se e quando sia
economicamente vantaggioso montare l’impianto.
La valutazione del rischio
Al fine di accertare se una protezione sia o meno necessaria deve quindi essere effettuata la valutazione del rischio in accordo con la procedura riportata nella Norma CEI EN 62305-2 in cui devono essere considerati i rischi corrispondenti al tipo di perdita:
- R1: perdita di vite umane;
- R2: perdita di pubblico servizio;
- R3: perdita di patrimonio culturale insostituibile;
- R4: perdita economica.
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tavola rotonda
Qualora il valore di rischio R risulti superiore al valore di rischio tollerabile RT, si rende necessaria una protezione contro i fulmini.
Le misure di protezione da adottare devono essere atte a:
- ridurre i danni agli esseri viventi;
- ridurre i danni materiali alle strutture;
- ridurre i guasti negli impianti elettrici ed elettronici.
Le misure di protezione nel loro insieme costituiscono il “sistema completo di protezione” che va poi a definire 2 concetti base:
- il livello di protezione LPL (Lightning Protection Level) o livello di protezione contro i fulmini;
- le zone di protezione LPZ (Lightning Protection Zones) o zone di protezione contro i fulmini.
Il livello di protezione LPL definisce l’entità in kA del fulmine che può impattare sulla struttura da proteggere ed è suddiviso in 4 aree dai 16 kA
massimi di LPL 4 a 200 kA massimi di LPL 1. La scelta di un determinato
livello di LPL serve a dimensionare il sistema di protezione in funzione dei
parametri della corrente di fulmine definiti per quel livello. In pratica significa dimensionare l’impianto parafulmine esterno e gli SPD in base alla
corrente che li potrebbe attraversare. Per questo motivo le Norme parlano
di “Sistema di SPD” e non di singolo SPD; un sistema di SPD può essere
associato ad un determinato livello di protezione, ma non è possibile determinare un livello di protezione per ogni singolo SPD.
Le zone di protezione LPZ sono determinate dai diversi sistemi di protezione utilizzati sulla struttura: l’impianto LPS esterno, le funi di guardia, le
schermature ed i sistemi di SPD. Queste zone servono a classificare i possibili danni agli apparati interni causati dai LEMP (impulsi elettromagnetici
del fulmine). Una semplificazione del concetto di zone LPZ è che una zona LPZ posta a valle di determinate misure di protezione è caratterizzata
da una rilevante riduzione del LEMP rispetto alla zona posta a monte.
Le zone LPZ
Le Norme definiscono le zone LPZ come dei contenitori ideali in funzione della severità degli effetti dovuti al fulmine. All’interno di questi contenitori ideali la severità del LEMP è compatibile con i livelli di tenuta degli
impianti posti all’interno del volume stesso. Il confine tra una zona di protezione LPZ e la successiva è determinato dalle misure di protezione
adottate. Abbiamo varie zone:
- LPZ 0A: zona dove il pericolo maggiore è rappresentato dalla possibilità di fulminazione diretta. Gli impianti possono essere soggetti alla
corrente da fulmine totale o parziale;
- LPZ 0B: zona protetta contro la fulminazione diretta ma dove gli impianti possono essere soggetti a frazioni della corrente da fulmine;
- LPZ 1: zona in cui la corrente è limitata dalla suddivisione della corrente da fulmine e dalla presenza di SPD al confine della zona stessa;
- LPZ 2, …, LPZ n: zona in cui la corrente è ulteriormente limitata dalla
suddivisione della corrente da fulmine e dalla presenza di ulteriori SPD
ai confini delle diverse zone.
A fronte di queste suddivisioni in zone la Norma prodotto CEI EN 6164311 specifica per limitatori di sovratensione o SPD definisce una classificazione degli stessi secondo diverse modalità di prova (Tipo I, Tipo II e
Tipo III).
La classe di prova I è intesa a simulare correnti impulsive parziali condotte. Gli SPD provati secondo le modalità di prova di classe I sono raccomandati per essere installati nei punti maggiormente esposti come ad
esempio all’ingresso di linee in edifici già protetti da sistemi contro i fulmini (LPS esterni).
Gli SPD provati con i metodi di prova II e III sono sottoposti ad impulsi di
durata inferiore. Questi SPD sono generalmente raccomandati per l’installazione in punti meno esposti quali ad esempio i quadri di distribuzio-
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ne secondaria o quadri di piano oppure in prossimità di utenze particolarmente sensibili.
Alle classi di prova I, II e III corrispondono altrettante tipologie di SPD:
- SPD di Tipo 1 => Classe di prova Tipo I;
- SPD di Tipo 2 => Classe di prova Tipo II;
- SPD di Tipo 3 => Classe di prova Tipo III.
Le Norme stabiliscono chiaramente quali siano le caratteristiche minime
che i costruttori devono dichiarare al fine di consentire l’identificazione
dei prodotti; tra le caratteristiche obbligatorie le principali sono:
- tensione massima continuativa Uc;
- corrente di scarica nominale In;
- tipo di SPD con i relativi parametri di scarica:
Iimp per gli SPD di Tipo 1
Imax per gli SPD di Tipo 2
U0c pergli SPD di Tipo 3
- livello di protezione di tensione Up.
Mediante questi parametri è quindi possibile scegliere e dimensionare
correttamente gli SPD al fine di ottenere un sistema di protezione adeguato come richiesto dalle Norme CEI EN 62305.
Protezione degli scaricatori contro
le sovracorrenti
Michele Tedone - Siemens
Perché deve essere previsto
un dispositivo di protezione
contro le sovracorrenti allo
scaricatore? Soprattutto per
una questione di sicurezza.
In secondo luogo per garantire una continuità di servizio
in caso di guasto o fine vita
dello scaricatore. Lo scaricatore per come è realizzato è
un dispositivo che in condizioni normali di non intervento si presenta come un circuito aperto, senza passaggio di corrente. In presenza
di picchi di tensione di una
certa entità diminuisce velocemente la sua resistenza
diventando per breve tempo
un cortocircuito. Questa caratteristica, e per com’è collegato nell’impianto, consente di deviare verso terra le scariche con elevato contenuto energetico prima che esse attraversino i circuiti a valle.
Gli elementi caratterizzanti
Due elementi caratterizzano gli scaricatori. Nei tipi a spinterometro, caratterizzanti gli scaricatori di Tipo 1, l’aumento repentino della tensione
genera un arco elettrico fra due punte all’interno di un gas, mentre nei
modelli a varistore, caratterizzanti gli scaricatori di Tipo 2, un particolare
semiconduttore diminuisce velocemente la sua resistenza in presenza di
picchi di tensione ai suoi capi. Gli scaricatori di entrambe le tipologie
possono guastarsi o deteriorarsi durante il funzionamento di limitazione
delle sovratensioni. In particolare il varistore contenuto nel Tipo 2 può
perdere la sua caratteristica di isolamento e surriscaldarsi.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Quando durante l’intervento lo scaricatore non è in grado di sopportare
le energie in gioco, allora prima che esso diventi a tutti gli effetti un cortocircuito è necessario che un dispositivo di protezione intervenga prima che lo scaricatore provochi danni o incendi.
Si tenga presente che il “fine vita” di uno scaricatore è visibile attraverso un apposito indicatore o gestibile attraverso un contatto per la segnalazione a distanza.
In cosa consiste un dispositivo di protezione da sovracorrenti? Può essere un fusibile oppure un interruttore magnetotermico che viene installato, all’esterno dello scaricatore, con lo scopo di interrompere la corrente di cortocircuito a frequenza di 50 Hz, quando viene superata la capacità di estinzione, appunto, dello scaricatore. Una domanda frequente
che si fanno alcuni installatori è sulla scelta del dispositivo di protezione
da associare allo scaricatore.
Il costruttore risponde con i dati tecnici in quanto all’interno sono riportati i valori massimi in corrente dei fusibili o interruttori magnetotermici da
utilizzare.
Ma spesso capita che queste correnti massime siano più alte delle
protezioni di linea a monte dell’impianto.
Quindi, è possibile utilizzare protezioni da sovracorrenti con correnti
nominali più basse di quelle inserite nei dati tecnici?
Sì, anche se questo può influire sul funzionamento dello scaricatore.
In fase di attivazione, il fusibile potrebbe intervenire troppo presto e
non tutta l’energia verrebbe scaricata a terra e quindi una parte di essa fluirebbe nell’impianto.
Un altro parametro per il dimensionamento è la corrente di cortocircuito
presunta nel punto d’installazione Icc che deve essere utilizzata per definire il potere d’interruzione della protezione da sovracorrenti.
L’utilità della protezione
Ma a cosa serve la protezione contro le sovracorrenti?
Serve per due motivi: a disconnettere lo scaricatore in caso di guasto o
di fine vita e ad evitare che lo scaricatore sia sottoposto ad energie che
siano superiori a quelle esso possa sopportare.
Se non già integrato, deve essere sempre previsto un dispositivo di protezione di taglia adeguata e per questo motivo nei dati tecnici degli scaricatori sono contemplate le correnti massime dei fusibili o interruttori
magnetotermici da utilizzare sia nei collegamenti passanti a “V” (entraesci) o nei collegamenti in derivazione.
Per meglio capire l’utilizzo della protezione definiamo con:
- F1: la protezione di linea dell’impianto (a monte);
- F2: la protezione da sovracorrente (a valle di F1, inserita in serie allo
scaricatore).
Obbligo per la protezione
Quando sono obbligatorie le protezioni da sovracorrenti F2?
Abbiamo due casi.
Lo scaricatore è installato a monte delle protezione di linea F1
In questo caso la scelta della protezione F2 è legata all’energia specifica passante, lasciata passare dalla protezione da sovracorrente, che
deve essere tale da garantire che il danneggiamento dello scaricatore
non costituisca pericolo per cose e persone.
Quindi si deve fare riferimento ai dati tecnici dei costruttori che indicano
quali sono i valori massimi per le correnti nominali delle protezioni F2. Come già ribadito, il potere d’interruzione della protezione da sovracorrente
deve essere adeguato alla corrente di cortocircuito presunta nel punto
d’installazione.
Il secondo caso si riferisce alla condizione in cui le protezioni di linea F1
a monte sono presenti, ma hanno un valore superiore rispetto alle corren-
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
ti massime indicate dal costruttore per la protezione dello scaricatore.
Se la protezione F1 a monte è di per sé in grado di garantire la corretta
protezione dello scaricatore (corrente di F1 minore o uguale alla corrente massima indicata dal costruttore), è comunque consigliabile prevedere una protezione da sovracorrente F2 per avere una continuità di servizio e la possibilità di effettuare una manutenzione sezionando il ramo in
cui è installato lo scaricatore.
Le protezioni F1 e F2 devono essere opportunamente coordinate inserendo interruttori magnetotermici o fusibili che abbiano la giusta selettività in corrente garantendo quindi continuità di servizio: vale la regola
quindi che la corrente della protezione contro le sovracorrenti F2 minore
o uguale alla corrente della protezione di linea diviso 1,6.
Concludendo
Per facilitare il lavoro del progettista e dell’installatore nel catalogo dei
costruttori sono disponibili oltre ai dati tecnici i coordinamenti fra le protezioni F1 e F2 in base alle correnti nominali, alle sezioni dei cavi e alle
correnti di cortocircuito presunte. Questi dati sono ricavati da prove fatte in laboratorio e possono essere utilizzati per sfruttare al meglio le caratteristiche di funzionamento degli scaricatori.
Scaricatore a monte o a valle del differenziale?
Lorenzo Riva - Gewiss
La relazione che intercorre
tra l’interruttore differenziale e
lo scaricatore di sovratensione, in un impianto elettrico,
deve essere ben considerata
in fase di progettazione e di
installazione dell’impianto
stesso. Il primo passo da effettuare per stabilire una buona convivenza tra i due è la
scelta dello scaricatore. Scegliendo, ad esempio, uno
scaricatore che utilizza un
elemento varistore a protezione dalle sovratensioni di
modo comune MC (sovratensioni che si instaurano tra
conduttori attivi e terra) si deve tener conto innanzitutto
della fisiologia di questo elemento. Il varistore anche quando alimentato a tensione nominale, quindi
in assenza di sovratensioni, lascia fluire verso terra una piccola corrente
continuativa Ic. Tale corrente, siccome è destinata ad aumentare con
l’invecchiamento del dispositivo (decadimento delle proprietà elettriche)
sino a valori potenzialmente pericolosi per i contatti indiretti, richiede la
protezione differenziale dello scaricatore. Inoltre, a fine vita dello scaricatore, si potrebbe instaurare un cortocircuito verso terra con la necessità di intervento da parte di un dispositivo di protezione.
Ne consegue che:
- questa tipologia di scaricatore dovrà essere necessariamente installata a valle dell’interruttore differenziale. Lo svantaggio di questa modalità installativa sta nel fatto che ogni qual volta lo scaricatore dovesse
intervenire, la sovracorrente impulsiva drenata a terra scorrerebbe anche all’interno del toroide della protezione differenziale con il rischio di
13
tavola rotonda
causarne l’intervento intempestivo e gravando così sulla continuità del
servizio fornito all’utilizzatore.
- La norma CEI 64-8/5 obbliga, in questo caso, all’utilizzo di differenziali
con o senza ritardo di intervento (selettivi tipo S o istantanei) non sensibili alle correnti di scarica sino a 3 kA 8/20 µs (quindi interruttori con
particolari caratteristiche e costi più elevati rispetto ad un differenziale standard).
- Nel caso a valle di un interruttore differenziale vengano installati più
scaricatori bisognerà accertarsi, inoltre, che la somma dei singoli contributi di corrente continuativa Ic non sia talmente elevata da causare
l’intervento dell’interruttore differenziale.
Le precauzioni suddette possono essere evitate nel caso si utilizzino
scaricatori con spinterometro a protezione dalle sovratensioni di modo
comune MC. L’impiego dello spinterometro permette di non avere corrente verso terra continuativa Ic durante le condizioni nominali di lavoro
e a fine vita dello scaricatore si otterrà un circuito aperto evitando l’instaurarsi di correnti di guasto verso terra. In questo caso si può dunque
installare lo scaricatore di sovratensioni a monte dell’interruttore differenziale ottenendo i seguenti vantaggi:
- si evitano interventi della protezione differenziale a causa dell’invecchiamento dello scaricatore e consecutivo aumento pericoloso della Ic
- si evitano scatti intempestivi del differenziale che, se installato a monte,
rischierebbe di intervenire per il passaggio della sovracorrente impulsiva drenata a terra dallo scaricatore;
- protezione da danneggiamento del differenziale stesso e di eventuali dispositivi associati (ad esempio dispositivi di richiusura automatica
ARD).
Attualmente gli scaricatori più evoluti utilizzano sia il varistore che lo
spinterometro sfruttandone la sinergia con una configurazione particolare che permette di collegare lo spinterometro tra neutro e terra (protezione modo comune MC) e i varistori tra le fasi e il neutro (protezione di modo differenziale MD).
Questa configurazione combinata è generalmente identificata 1+1 (caso
monofase) o 3+1 (caso trifase) e permette l’installazione dello scaricatore a
monte dell’interruttore differenziale mantenendo le caratteristiche positive di
entrambi gli elementi varistore e spinterometro (varistori: alta velocità di intervento, bassa tensione innesco, no corrente di corto corcuito susseguente /
spinterometri: scarica alte energie, no Ic, circuito aperto a fine vita).
Quando sono obbligatorie
le varie tipologie di SPD
Francesco Fiore - OBO Bettermann
La par te IV della noma EN
62305 fornisce indicazioni in
merito alla progettazione, all’installazione e la manutenzione delle misure di protezione
per gli impianti elettrici ed elettronici allo scopo di ridurre i
danni dovuti all’impulso elettromagnetico associato al fulmine (Lemp)
Il progetto delle misure di protezione contro il Lemp si basa
sul concetto di zona di protezione. Una zona di protezione
è una porzione ideale di spa-
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zio o di impianto in cui i parametri del Lemp sono definiti a seguito dell’adozione di misure di protezione e risultano coerenti con la tenuta degli apparati presenti. Le misure di protezione contro gli effetti del Lemp,
ovvero sovratensioni e campo elettromagnetico, che si possono adottare per proteggere un apparato sono qui sotto elencate.
Messa a terra ed equipotenzializzazione. Il sistema di dispersori conduce e disperde nel terreno la corrente di fulmine. La rete d’interconnessione equipotenziale minimizza le differenze di potenziale e può
ridurre il campo magnetico.
Schermatura magnetica e percorsi dei cavi. Gli schermi locali
attenuano all’interno della LPZ il campo magnetico associato alla fulminazione diretta, o in prossimità, della struttura e riducono gli impulsi all’interno. La schermatura dei circuiti interni mediante cavi schermati o
condotti metallici minimizza gli impulsi indotti nelle linee interne. La scelta di appropriati percorsi delle linee può minimizzare le spire d’induzione e ridurre gli impulsi. La schermatura delle linee esterne entranti nella
struttura riduce gli impulsi trasmessi agli impianti interni.
Protezione con Sistema di SPD. Il Sistema di SPD limita, all’interno della struttura, gli effetti degli impulsi sia di origine esterna che interna alla struttura.
Interfacce isolanti. Le interfacce isolanti limitano gli effetti degli impulsi condotti sulle linee entranti nella LPZ.
Come detto in precedenza, in funzione delle misure di protezione adottate si possono individuare diverse zone di protezione.
Se nella struttura si intendono definire più zone di protezione con LPZ interno (LPZ 1, LPZ 2 e di ordine più elevato), gli SPD devono essere installati all’ingresso di tutte le linee, sia di energia che di segnale, in ogni LPZ.
La scelta corretta degli SPD deve tenere conto del punto di installazione
degli SPD e della corrente di scarica prevista in quel punto.
All’ingresso della linea nella struttura, ovvero al confine di
LPZ 1, si deve installare un SPD provato in classe di prova. La corrente
di prova Iimp dell’SPD deve tener conto della frazione della corrente di
fulmine prevista in quel punto d’installazione. In alternativa si possono
installare SPD provati con in classe di prova II quando le linee entranti
sono completamente all’interno di LPZ 0B o quando può essere ignorata la probabilità di danneggiamento dell’SPD per le sorgenti di danno S1
ed S3 (fulmine che impatta direttamente sulle linee entranti nella struttura e fulmine che impatta direttamente sulla struttura). Il valore richiesto
della corrente nominale di scarica In dell’SPD deve tenere conto del livello del transitorio previsto in quel punto d’installazione
In prossimità degli apparati da proteggere al confine di LPZ 2 si deve installare un SPD provato in classe di prova II con una corrente nominale
di scarica In che deve tener conto dell’impulso di corrente previsto in
quel punto dell’impianto In alternativa si può installare un SPD provato in
Classe di prova III. Questo tipo di SPD può essere installato solo quando le linee entranti sono completamente all’interno di LPZ 0B o quando
può essere ignorata la probabilità di danneggiamento dell’SPD per le
sorgenti di danno S1 ed S3.
Alla luce di quanto esposto, quando a seguito della valutazione del rischio, la struttura in esame necessita dell’installazione di un LPS esterno, per garantire la protezione degli impianti elettrici ed elettronici all’interno dell’edificio è essenziale installare in corrispondenza del collettore
principale di terra, che individua il confine della zona di protezione
LPZ1, SPD in classe di prova 1.
Alcuni esempi
Il mercato dell’edilizia moderna evidenzia la sempre più diffusa tendenza alla costruzione di grattacieli all’interno di aree urbane.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
La valutazione del rischio da fulminazione di queste strutture, generalmente, sancisce la necessità di adottare delle misure di protezione allo
scopo di ridurre la probabilità di fulminazione diretta della struttura. La
costruzione del sistema LPS e del sistema di equipotenzializzazione
prevede l’installazione di conduttori ad anello in corrispondenza di ogni
piano e la distribuzione del conduttore di protezione al piano direttamente collegato all’impianto LPS.
In questa situazione è necessario installare su tutti quadri che hanno
come riferimento di terra direttamente il sistema di captazione/dispersione un SPD in classe di prova I poiché porzioni della corrente di fulmine potrebbero insistere sui quadri stessi.
Un altro caso interessante è quello relativo alle strutture ad uso abitativo sulle quali è stato installato un sistema LPS. Generalmente la distribuzione a valle dei contatori è realizzata con l’installazione di dispositivi magnetotermici differenziali a protezione dei montanti che dal locale
tecnico raggiungono le varie unità abitative.
In caso di fulminazione diretta del sistema LPS, la corrente di fulmine
verrà veicolata a terra attraverso il sistema di calate e dispersa nel terreno attraverso l’impianto di dispersione.
Statisticamente il 50% della corrente di fulmine viene disperso nel terreno ed il restante 50% rientra all’interno della struttura attraverso i servizi entranti. Quindi attraverso il collegamento al collettore di terra principale la corrente di fulmine potrebbe interessare tutti i centralini delle
unità abitative sui quali è necessaria l’installazione di un SPD in classe
di prova I.
Altro caso abbastanza comune è quello degli insediamenti industriali
costituiti da molte unità con differenti destinazioni d’uso. L’impianto di
terra generalmente è comune a tutte le unità del complesso. Se su una
di queste viene installato un sistema LPS, su tutti i quadri delle varie
unità, a cui riporta il riferimento di terra direttamente dal sistema di dispersione, è necessario installare un SPD di classe I.
La regola generale è che se la struttura è dotata di un sistema LPS o
condivide l’impianto di dispersione con strutture protette da LPS, su tutti i quadri cui si riporta il riferimento di terra direttamente dal sistema di
dispersione è fatto necessario installare SPD in classe di prova I.
Impianti a livelli
Claudio Brazzola - ABB
Come è noto, il nuovo capitolo 37 della norma CEI 64-8
edizione 2012 ha recepito la
grossa novità introdotta dalla variante V3 alla precedente edizione. Si tratta dell’introduzione di requisiti
prestazionali negli impianti
elettrici nelle abitazioni con
la creazione di tre diversi livelli che, partendo dal minimo funzionale del livello 1,
arriva al livello 3 dove è richiesta la domotica. Forse è
un po’ meno noto che, per il
livello 3, è richiesta anche
l’installazione di SPD per la
protezione dalle sovratensioni.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Il livello 3
Mentre per il livello 1 e il livello 2 ci si limita a rendere obbligatorio l’installazione di SPD solo in caso di rischio d’incendio per fulminazione diretta
della struttura o della linea elettrica entrante, per il livello 3, ove, verosimilmente sono presenti apparecchiature costose e sensibili, si è reso
obbligatoria l’installazione di SPD, non solo per ottenere dei requisiti di
sicurezza ma anche per raggiungere requisiti prestazionali.
Sottolineo che questi SPD, che sono di Tipo 2, non sono alternativi a
quelli di Tipo 1 che eventualmente si sono installati per la protezione
contro il rischio di fulminazione diretta.
Nel caso in cui ci siano gli SPD di Tipo 1, gli SPD di Tipo 2, obbligatori nel
livello 3, devono anche essere coordinati con quelli di Tipo 1 e tra loro. E il
coordinamento si ottiene consultando la documentazione dei costruttori.
Inoltre c’è una altro aspetto di cui non si è parlato molto, ma importantissimo: la norma rende obbligatoria la predisposizione per l’installazione
degli SPD in un secondo momento, operazione che altrimenti potrebbe
essere francamente non semplice se non impossibile, e comunque con
prestazioni inferiori alle richieste.
Questa importantissima novità, introdotta dalla 64-8, è l’obbligo di portare sempre nel quadro di unità abitativa il conduttore di protezione proveniente dall’impianto di terra dell’edificio tramite un opportuno mezzo di
connessione come morsettiera o barretta.
Questo per permettere installazione di SPD a protezione contro le sovratensioni anche in un secondo tempo.
Gli SPD per funzionare devono essere collegati all’impianto di terra, altrimenti non fanno protezione di modo comune, e devono avere i collegamenti il più corto possibile per evitare che cadute di tensione induttive,
si sommino alle tensione residua dell’SPD rendendoli inefficaci.
Vale la pena di ricordare che le norme CEI 81-10 descrivono i criteri per
valutare la necessità di installare SPD mediante analisi del rischio e definizione di un rischio massimo accettabile, ma nel caso di danni di tipo
economico, come i danneggiamenti alle apparecchiature per sovratensione indotte di origine atmosferica, la scelta del rischio massimo accettabile è libera perché dettata solo da motivi di tipo economico e quindi
decisa attraverso una valutazione da effettuarsi tra progettista e committente; la 64-8 invece coerentemente con il discorso prestazionale li rende obbligatori per il livello 3 per i motivi già esposti ed offre anche un metodo sufficientemente veloce per la scelta del tipo.
Nel capitolo 443 della 64-8 ci sono i requisiti che questa protezione deve avere mentre nel capitolo 534 ci sono le indicazioni su come scegliere, installare e coordinare questi SPD con un metodo molto semplificato
rispetto a quello delle norme 81.
Come installare il sistema SPD
Una volta stabilita qual è la corrente nominale necessaria, 5 kA nella
maggioranza dei casi, si deve scegliere il modo di connessioni, viene
caldamente suggerito lo schema 1+1 (o 3+1 per il trifase) con il vantaggio di non dover mettere a monte il differenziale.
Un discorso a parte merita il livello di protezione Up, perché questo parametro che rappresenta la massima tensione impulsiva che posso misurare ai capi dell’SPD durante una sovratensione e, purtroppo, sempre
inferiore a quella che in realtà arriva alle apparecchiature, perché giocano a sfavore sia l’impedenza dei collegamenti (legata alla loro lunghezza, che quindi è consigliabile che sia ridotta), sia la distanza di protezione. Inoltre va anche considerato che apparecchiature elettroniche che
vengono protette scongiurando di superare i famosi 2.5 kV per i quali sono garantiti, ma che devono sopportare molto spesso sovratensioni vicine a tale valore, pur resistendo accorciano drammaticamente la loro vita: nella valutazione economica ciò deve essere considerato, può vale-
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tavola rotonda
re la pena di spendere qualcosa in più pur di avere sovratensioni più
basse sull’apparecchio e quindi durata maggiore.
Un’altra saggia abitudine, in caso di lunghe distanze, è quella di installare SPD aggiuntivi e coordinati in prossimità dell’apparecchiatura da
proteggere. Questi SPD possono stare in un quadrettino apposito, se si
desidera usare SPD per guida DIN, oppure direttamente nella stessa
scatola da incasso nella presa.
Va però ricordato che esistono sul mercato SPD per serie civili che non
hanno il collegamento a terra, è ovvio che questi SPD non proteggono in
modo comune, ma solo in modo differenziale, la loro Up è relativa alla
tensione tra fase e neutro, non sono idonei pertanto a proteggere apparecchi in classe I, ma solo quelli in classe II Per proteggere gli apparecchi in classe I, I’SPD deve avere la protezione di modo comune, riconoscibile per la presenza del morsetto di terra sul dispositivo.
Collegamento e connessioni degli SPD
Lorenz Moroder - Dehn
Il dimensionamento delle lunghezze di collegamento degli
apparecchi di protezione da
sovratensioni è un componente fondamentale della
norma sulle installazioni elettriche CEI 64-8 parte 5, sezione 534. La protezione ottimale si ottiene quando il livello di tensione impulsiva dei
dispositivi da proteggere
coincide con il livello di protezione dell’apparecchio di
protezione da sovratensioni.
È possibile assumere che la
caduta di tensione possa
giungere, nel peggiore dei
casi, fino a un kilovolt per metro di lunghezza perciò nella
norma CEI 64-8-534 si consiglia, per la lunghezza di collegamento complessiva, sia dal lato fase verso gli SPD, sia dagli SPD verso terra, degli apparecchi di protezione da
sovratensioni in derivazioni trasversali, un valore di 0,5 m, e comunque
si raccomanda di non superare in nessun caso 1 m di lunghezza.
Per questo motivo esiste una cosiddetta tecnica a collegamento a “V” o
“entra-esci” grazie alla quale si evita di realizzare collegamenti eccessivamente lunghi. Possiamo dire che molto spesso il collegamento degli
SPD è un motivo di contestazione nei vari collaudi di impianti elettrici,
perché l’installatore, non pensando alla caduta di tensione, ritiene di far
bene lasciando magari qualche spirg a di riserva: tale situazione fa sì
che l’SPD non funzioni in modo corretto.
Una soluzione per avere una distanza conforme a quanto richiesto dalle
norme è quella di eseguire questo collegamento a “V”.
Pertanto, quando è previsto il morsetto doppio in certi SPD, sia lato fase
che lato terra si arriva con i collegamenti di fase e di neutro, si entra nel
morsetto di fase/ neutro e si esce dal secondo morsetto e si prosegue così avendo una lunghezza di collegamento che è uguale a zero, il quale
conseguentemente comporta una caduta di tensione uguale a zero.
Questo tipo di collegamento è però solo possibile fino ad una corrente
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massima continuativa dell’impianto di un certo valore, limitato dai morsetti stessi, il quale può essere per esempio di massimo 125 A con 50 Hz.
Sul lato terra il problema è un po’ diverso. Spesso in un impianto esistente il nodo collettore di terra non è disponibile. Tale situazione può verificarsi anche in un impianto nuovo, perché la struttura dell’installazione
elettrica fa sì che il quadro di distribuzione contenente gli SPD e la cassetta dei allacciamenti delle varie utenze si trovino in posizioni diverse,
ad esempio il quadro è ad una certa altezza e la scatola di derivazione
è posta quasi a pavimento, perciò si ha di nuovo circa 1 metro di distanza tra nodo e SPD, una distanza, come si è detto, eccessiva. Anche in
questo caso la norma CEI 64-8 ha dato delle indicazioni prevedendo
che in ogni quadro ci sia già il nodo equipotenziale locale, dato da quella barretta di materiale metallico a cui fanno riferimento tutte le terre delle utenze da proteggere e la terra principale dell’SPD. Se così non fosse,
se quindi questa barretta non fosse presente, diversi tipi di SPD hanno
già previsto 2 morsetti di terra collegati tra di loro di cui uno può essere
utilizzato per fare l’equipotenzialità alle utenze e l’altro costituisce il collegamento alla terra principale che normalmente si trova sul dispersore
principale (posto spesso in locali come la cantina).
Queste due particolarità del collegamento a V, sia lato fase neutro che
lato terra, purtroppo non sono per niente conosciute e possiamo anche
dire che montando SPD di piccola grandezza, cioè con un modulo di
larghezza o anche meno, spesso si ha difficoltà ad avere lo spazio sufficiente per accogliere i cavi in “entra/esci”. Per risolvere tale problema
esistono dei morsetti speciali che permettono di fare dei collegamenti in
parallelo sullo stesso morsetto. Gli apparecchi di grandezza superiore,
come spesso lo sono quelli di Tipo 1 che hanno due moduli di larghezza, hanno già previsto i due morsetti indicati con appositi segni grafici.
Quando abbiamo invece un superamento della corrente massima nominale dell’impianto è necessaria la derivazione delle fasi e neutro verso
terra: In questo caso, soprattutto quando le sezioni sono molto grandi, ci
vuole anche una debita scatola di derivazione oppure un un altro punto
di partenza per fare la derivazione verso lo scaricatore e in questo caso,
bisogna ribadirlo, la lunghezza massima di collegamento di 0,5 m è da
rispettare assolutamente altrimenti il livello di protezione dell’SPD non è
più quello previsto. Il concetto di livello di protezione è il seguente: la
norma lo indica con Up/f ed esso rappresenta la somma delle cadute di
tensione dei collegamenti all’SPD verso terra sommato al livello di protezione Up dell’SPD stesso, il valore totale Up/f è quello che poi deve essere inferiore, secondo le varie classi di tenuta, dell’isolamento all’impulso delle utenze da proteggere.
Principi generali degli SPD per segnali
Simone Merlotti - Weidmüller
Vorrei dare un contributo circa i principi di protezione da fulminazione di
impianti relativi ai segnali e alla trasmissione dati. Così come è importante proteggere adeguatamente gli impianti di distribuzione energia da
questo fenomeno grazie all’ausilio di SPD idonei, la stessa importanza si
riscontra anche per gli impianti di trasmissione dati, digitali o analogici
che siano, non dimenticandoci che tale problema riguarda anche l’onnipresente Ethernet e le linee telefoniche. Va ricordato che tali impianti utilizzano valori di tensione e di corrente molto bassi, dell’ordine delle decine di volt e di pochi milliampere, francamente di un altro ordine rispetto
alle sovratensioni indotte da fenomeni atmosferici, in alcuni casi di kilovolt
e, in certi casi decine o centinaia di kiloampere. Tali fenomeni compromettono sicuramente le linee di trasmissione dati e le apparecchiature
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
elettroniche. Queste ultime sono sempre più sofisticate, ed
hanno a bordo microprocessori, circuiti di elaborazione
dati, con intelligenza e funzionalità programmate. Altra caratteristica richiesta per tali apparecchiature è il basso consumo di energia, ottenuto con
tensioni e correnti sempre più
ridotte. Proprio per le caratteristiche suddette si evidenzia
una doppia vulnerabilità per
questi impianti in relazione alle
fulminazioni: la sensibilità alle
sovratensioni stesse che portano facilmente alla distruzione del dispositivo, colpito direttamente o indirettamente
dalla scarica atmosferica, e la non facile sostituzione del dispositivo elettronico danneggiato. Spesso infatti è necessaria una riprogrammazione
dei dispositivi stessi con tempi e costi che possono essere anche rilevanti. Esistono in commercio SPD appositamente progettati per essere installati a protezione di circuiti di segnalazione, misura e trasmissione dati. Tali SPD hanno caratteristiche di principio simili agli SPD per energia.
L’obiettivo è sempre quello di scaricare a terra la corrente scaturita dalla
sovratensione; chiaramente i livelli di energia passante e sopportata sono
molto inferiori, con correnti dell’ordine di alcuni KAmpere. I prodotti seguono normative specifiche quali la EN 61643-21 per quanto riguarda i test
superati e i relativi parametri. Per le installazioni si seguono i principi stabiliti dalla IEC 62305 e della EN 61643-22. In sintesi, in analogia con le norme relative alle linee elettriche di potenza, vengono definite tipologie di
scaricatore per ogni esigenza di zona definita, tipo di fulminazione e valore di intensità di energia da gestire.
I prodotti in commercio
La maggior parte degli SPD per segnali in commercio vengono secondo la EN61643-21 classificati nelle seguenti tipologie: D1, C3, C2, C1.
Per tipologie D1 parliamo di scaricatori testati con forma d’onda 10/350
µs, test superati equivalenti alla fulminazione diretta o accoppiamento
resistivo. Per tipologia C2 e C1 parliamo di forma d’onda di test 8/20µs,
test superati equivalenti a fulminazioni indirette per accoppiamento induttivo o capacitivo. Per tipologia C3 parliamo di forma d’onda 10/10000
µs, con test superati equivalenti a sovratensioni da fulminazione indiretta o da manovra eseguita nelle linea di energia.
Oltre ad un prodotto idoneo alla tipologia di segnale da proteggere sono necessarie anche misure progettuali per una corretta realizzazione
degli impianti. Ad esempio i cavi conduttori di segnale, se particolarmente esposti alla fulminazione diretta e con un numero di conduttori
esigui, devono essere protetti con accorgimenti aggiuntivi. Come strutture di schermo metalliche connesse a terra, oltre se necessario gli idonei sistemi LPS. I conduttori di segnale devono essere contigui, ad
esempio un cavo multipolare assolve alla funzione, sia in campo che a
bordo quadro devono essere installati opportuni SPD. In questo modo la
struttura dell’LPS la schermatura e gli SPD agiscono in maniera sinergica, scaricando a terra energie anche notevoli. La scarica da fulminazione si dividerà per ogni conduttore vicino e contiguo e per ogni SPD installato. Nel caso peggiore una scarica diretta da 150-200 kA con forma
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
d’onda di 10/350 µs, se abbiamo installato una conduttura metallica con
cavi contenenti 200 conduttori di segnale, con idonei SPD installati e gli
accorgimenti progettuali si riesce a gestire tale gravosa situazione. La
scarica residua non bloccata dalla schermatura si ripartisce sui 200 cavi,
la sovratensione è mantenuta a livelli accettabili dagli altrettanti SPD installati. Per concludere, l’investimento per le protezioni specifiche dei segnali
e linee di trasmissione dati risulta sempre ampiamente ricompensato dalla continuità di servizio impianto e dai costi di manutenzione risparmiati.
SPD in corrente continua per applicazione
in fotovoltaico
WALTER NOVA - Phoenix Contact
Il fotovoltaico negli ultimi anni ha rappresentato una risorsa importante
per le aziende italiane generando un notevole volume d’affari in tutto l’indotto. L’improvvisa esplosione di questo mercato ha però generato anche notevole confusione; infatti si è assistito nel giro di pochi mesi ad un
escalation di interesse per questo settore in cui sono confluiti gli attori
più disparati ed a volte non adeguatamente preparati. Questo vale per
tutti i livelli della filiera. Ovviamente tutto questo ha generato in breve
tempo un forte aumento dell’offerta con conseguente incremento degli
impianti realizzati ed in ultimo ha portato a successive riduzioni del Conto Energia e quindi siamo arrivati ad una fase di stallo del settore.
Oggi il comparto fotovoltaico si sta pesantemente ridimensionando e
stiamo assistendo ad una rapida involuzione con conseguente riduzione
degli attori. In breve tempo dovremmo avere un comparto maturo che
presenterà soluzioni affidabili progettate e realizzate da operatori altamente affidabili e specializzati.
A fronte del fermo degli incentivi con l’ultimo Conto Energia, si sta assistendo appunto ad una rivitalizzazione del settore dedicato essenzialmente a piccoli e medi impianti (fino a poche centinaia di kW) a discapito della realizzazione di grossi impianti a cui siamo stati abituati negli anni passati. Il messaggio essenziale che si vuole fare passare oggi non è
più che installando un impianto fotovoltaico sul tetto di casa posso guadagnare, ma che posso risparmiare sui costi dei consumi energetici
(corrente elettrica e riscaldamento). I prodotti di ultima generazione prevedono infatti la possibilità di installare impianti dotati di batterie per immagazzinare l’energia prodotta durante il giorno e poterla poi riutilizzare
nelle ore serali.
Detto questo è evidente che il settore abbia subito un forte rallentamento, ma la specializzazione degli operatori unita alle nuove tecnologie
permetterà di avere un mercato maturo e costante per gli anni a venire.
17
tavola rotonda
Il problema delle sovratensioni
A fronte di tutto questo importantissimo risulta essere il lavoro realizzato dalle aziende costruttrici di protezioni contro le sovratensioni e dagli
enti normativi nazionali ed internazionali per realizzare Norme e prodotti atti a proteggere adeguatamente gli impianti fotovoltaici dai possibili danni derivanti da sovratensioni e/o fulminazioni.
I costruttori di SPD (Surge Protective Devices) nel corso di breve tempo hanno sviluppato una serie impressionante di prodotti per seguire,
ed a volte anticipare, le evoluzioni tecniche imposte al settore dalla
continua Ricerca e Sviluppo ad esempio dei costruttori di inverter. In
un primo tempo non esistevano normative dedicate a questi prodotti,
quindi ogni costruttore intraprendeva una sua strada e sviluppava i
suoi prodotti seguendo queste linee guida interne, ma recentemente il
comitato tecnico europeo EN ha pubblicato una nuova Norma la EN
50539-11 dedicata proprio a fare chiarezza su questo argomento.
La norma pubblicata a livello europeo lo scorso anno definisce chiaramente le caratteristiche principali ed i test a cui devono essere sottoposti gli SPD per poter essere utilizzati a protezione del lato in continua
negli impianti fotovoltaici.
Dal canto suo il CEI (Comitato Elettrotecnico italiano) ha recentemente
pubblicato una guida, la CEI 81-28, frutto di un lavoro congiunto tra i
Comitati tecnici 64, 37, 81 e 82. Questa guida parte dalla consapevolezza che la necessità di realizzare una protezione contro i fulmini per
gli impianti fotovoltaici deve essere verificata effettuando le corrette
analisi del rischio ampiamente descritte nelle Norme CEI 81-10 parte 2
(CEI EN 62305-2). Questa guida è l’applicazione pratica delle Norma
CEI EN 62305 (Protezione contro i fulmini) applicata agli impianti fotovoltaici.
Abbiamo quindi a disposizione un documento che oltre a fornire tutte
le regole necessarie offre anche una serie di esempi pratici molto utili
a chiarire eventuali dubbi installativi.
Lo scopo della guida
La guida tratta una serie di esempi di impianti fotovoltaici: da quelli installati su edifici di tipo residenziale, a quelli installati a copertura di
edifici industriali fino ai grandi impianti a terra.
Lo scopo della guida è appunto quello di definire quando e quali misure di protezione siano necessarie e come devono essere installate.
L’impianto è progettato unicamente per proteggere:
- l’inverter e le sue interfacce sui lati CC e CA;
- il generatore di corrente continua (i pannelli);
- le apparecchiature per il controllo ed il monitoraggio dell’impianto
stesso.
Gli impianti fotovoltaici devono essere protetti sia sul lato Corrente Continua (lato generatore, cioè i pannelli), sia sul lato Corrente Alternata (lato rete, cioè l’allacciamento al sistema elettrico nazionale).
Sul lato Corrente Continua (DC) si proteggono i pannelli, i quadri di campo o quadri stringa e l’inverter dai possibili danni dovuti a sovratensioni,
mentre sul lato Corrente Alternata (AC) si protegge essenzialmente l’inverter dai possibili danni generati da sovratensioni o correnti da fulmine entranti attraverso la linea elettrica.
Anche ove siano presenti linee dati o di telecomunicazione collegate alle
apparecchiature di monitoraggio e controllo dell’impianto stesso devono
essere previsti appositi dispositivi di protezione.
L’importanza di proteggere adeguatamente un impianto fotovoltaico è essenzialmente la garanzia di prevenzione di danni ti tipo economico non solo per il valore dei componenti installati, ma anche e soprattutto per il mancato reddito o mancato risparmio a seguito di un fermo di produzione.
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Armonizzazione alle norme europee
della CEI 64-8
Alberto Siani - Schneider Electric
È importante oggi cercare di
fornire elementi di chiarezza
sull’applicabilità delle norme
(nazionali ed europee) e sui
regolamenti che ne vincolano
la validità.
La Norma CEI 64-8 precisa i
requisiti per la progettazione
e la realizzazione di un impianto elettrico utilizzatore di
bassa tensione e costituisce il
riferimento normativo CEI per
eseguire impianti elettrici a
regola d’arte, come espressamente richiesto dalla Legge 186/68 e dal DM 37/08 sulla sicurezza degli impianti
tecnici all’interno degli edifici.
Come già evidenziato in alcuni precedenti interventi, l’applicazione della norma CEI 64-8, in alcuni casi, è disattesa, in particolare per quanto riguarda il nuovo capitolo 37 “Ambienti residenziali - Prestazioni dell’impianto” nel quale, in condizioni specificate, si prescrive
l’utilizzo degli SPD. Non torniamo sull’argomento già ben spiegato dai
colleghi ma ne rinforziamo il concetto per capirne le ragioni.
Il Comitato di competenza
La protezione dell’impianto elettrico e dei suoi componenti contro le sovratensioni è tipicamente competenza ed ambito di lavoro del CT 64
“Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione”, il cui scopo è preparare
norme per l’installazione ed esecuzione degli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione.
In generale, e per la sua maggior parte, il contenuto tecnico della Norma CEI 64-8 è aggiornato ai più recenti documenti internazionali ed in
particolare a quelli del TC 64 del CENELEC. Le modifiche introdotte tengono conto dell’evoluzione tecnologica del settore avvenuta in questi
anni e delle nuove parti dedicate ad ambienti speciali che, man mano, si
è ritenuto di normalizzare … e penso agli impianti per applicazioni fotovoltaiche, agli impianti asserviti all’alimentazione delle stazioni di ricarica dei veicoli elettrici, ….
Nella premessa alla norma CEI 64-8 (Parte 1) è riportata una tabella così intitolata: “Corrispondenza tra norma CEI 64-8, documenti di armonizzazione HD 384, HD 60364 del CENELEC TC 64 e standard dell’IEC TC
64 60364”.
Nella tabella, in relazione alle parti specifiche relative alle prescrizioni
per la scelta, l’installazione e il coordinamento delle protezioni contro le
sovratensioni, è riportato che le due sezioni relative:
- Sezione 443 - Protezione contro le sovratensioni di origine atmosferica
o dovute a manovre
- Sezione 534 - Limitatori di sovratensioni (SPD)
sarebbero equivalenti ai capitoli omologhi della Norma Cenelec (e IEC).
Questa dichiarazione non trova però riscontro nella Norma dove le due
sezioni, per ragioni “storiche” che non stiamo qui a ricordare, si discostano in maniera importante rispetto a quanto previsto dalla Norma eu-
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
ropea. Nel seguito proviamo a identificare quali siano ad oggi i punti di
maggiore contrasto tra la norma CEI 64-8 e l’equivalente norma europea
nelle due sezioni specifiche.
Nella norma CEI, nella introduzione al par. 443, si dice che questo tratta
della protezione degli impianti elettrici contro le sovratensioni transitorie
di origine atmosferica trasmesse da un sistema di alimentazione elettrica e contro le sovratensioni di manovra generate da componenti elettrici degli stessi. Sono descritti i mezzi con cui possono essere limitate le
sovratensioni transitorie per ridurre ad un livello accettabile i rischi di
guasto negli impianti elettrici e nei componenti a questi collegati.
I valori delle sovratensioni transitorie dipendono dalla natura della rete di distribuzione (sotterranea o aerea) dell’energia elettrica, dalla possibile esistenza di dispositivi di protezione primari contro le sovratensioni a monte
dell’impianto (SPD di Tipo 1) e dal livello di tenuta ad impulso dei componenti dell’impianto elettrico utilizzatore.
La norma costituisce anche una guida relativa alla protezione contro le sovratensioni, sia quando assicurata da situazioni naturali sia quando ottenuta da dispositivi di protezione: se la protezione secondo le prescrizioni di
questa sezione non è assicurata, il coordinamento dell’isolamento tra apparecchi e componenti dell’impianto di bassa tensione viene a mancare e,
di conseguenza, deve essere valutato il rischio dovuto alle sovratensioni.
Differenze tra CEI e HD
Le differenze tra la norma CEI e l’equivalente HD si possono riassumere
in questa considerazione:
- la norma CEI (Parte 443) rimanda la necessità dell’impiego di limitatori
di sovratensioni (SPD) per la protezione contro le sovratensioni alla valutazione del rischio basata sulla Norma CEI EN 62305-2 (CEI 8110/2), ed applicato nella Norma CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4). Di fatto il CT 64 utilizza la competenza del CT 81 anche per la sola protezione contro le sovratensioni;
- le norme internazionali equivalenti (IEC e Cenelec) sono invece prescrittive fornendo criteri semplificati per la verifica delle situazioni dove si rendono necessarie le protezioni contro le sovratensioni e, in particolare, classifica i mezzi per la protezione come “naturali-intrinseci”
e “esterni - attivi”.
Il primo caso contempla la presenza di elementi dell’impianto (filtri, trasformatori, …) che naturalmente abbattono eventuali sovratensioni a livelli più bassi … se ne può e se ne deve tener conto.
Nel secondo caso si suggeriscono due criteri alternativi per la determinazione della necessità di protezione dell’impianto, uno basato sull’analisi delle condizioni esterne influenti sull’impianto e l’altro basato su
un’analisi del rischio semplificata rispetto a quella prevista dalle norme
del CT 81.
Sulla base di queste riflessioni e seguendo le regole vigenti in Cenelec,
la norma CEI dovrebbe adattare il contenuto della sua sezione 443 al capitolo equivalente della norma Cenelec (e soprattutto per il futuro ai suoi
sviluppi, peraltro in corso), fornendo ai progettisti e agli installatori uno
strumento utile e di rapida e facile applicazione che consenta loro di valutare correttamente l’opportunità e/o la necessità di installare i dispositivi di protezione (SPD).
Inoltre, per il capitolo relativo alla scelta e all’installazione degli SPD:
- la Norma CEI (Parte 534) fornisce le prescrizioni relative alla limitazione
delle sovratensioni per ottenere un coordinamento dell’isolamento nei
casi descritti dalla Sezione 443 della Norma CEI 64-8 (che rimanda alle
norme del CT 81), dalla Norma CEI EN 60664-1, dalla Norma CEI EN
62305-4. (e quindi ancora si rimanda alle regole fornite dal CT 81);
- le norme internazionali equivalenti (IEC e Cenelec) invece forniscono
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
tavola rotonda
prescrizioni relative alla limitazione delle sovratensioni per ottenere un
coordinamento dell’isolamento nei casi descritti in IEC 60364-4-44,
IEC 60664-1, IEC/TS 61312-2 and IEC 61643-12, quindi a documenti
del TC 64 e a quelli del Comitato di Prodotto (SC 37 A) per gli SPD.
Anche in questo caso, la norma CEI dovrebbe adattare la sua sezione
534 all’equivalente capitolo della norma Cenelec (e soprattutto per il futuro ai suoi sviluppi, peraltro in corso), fornendo ai progettisti e agli installatori uno strumento utile e di rapida e facile applicazione che consenta loro di scegliere, dimensionare ed installare correttamente i dispositivi di protezione (SPD). Il tutto in funzione dei parametri descritti al paragrafo 443 della norma Cenelec stessa e degli altri parametri di scelta
che influenzano le caratteristiche dell’SPD (e.g. sistema di regime di
neutro, presenza dell’LPS esterno, presenza di un SPD all’origine dell’impianto richiesta dall’applicazione delle norme CEI EN 62305 per la
protezione della struttura, etc.)
E il CT CEI 81?
Abbiamo nominato più volte il CT 81 - Protezione contro i fulmini.
Due parole di dettaglio: nel 2006 il CEI ha pubblicato la serie di norme
europee EN 62305 sull’argomento più generale della protezione delle
strutture contro gli effetti del fulmine che è composta dalle seguenti
quattro parti:
– CEI EN 62305-1: “Protezione contro i fulmini. Principi generali”;
– CEI EN 62305-2: “Protezione contro i fulmini. Valutazione del rischio”;
– CEI EN 62305-3: “Protezione contro i fulmini. Danno materiale alle
strutture e pericolo per le persone”;
– CEI EN 62305-4: “Protezione contro i fulmini. Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture”.
Questa serie di norme – arrivata oggi alla seconda edizione - si applica
all’esecuzione di nuove realizzazioni delle misure di protezione contro il
fulmine per le strutture e i servizi ad esse connessi, nonché alle trasformazioni radicali di quelle esistenti.
Nella Parte 1 si identifica in maniera precisa l’interconnessione esistente
tra le varie parti della norma da cui si evince che il sistema di protezione
contro i fulmini è un sistema integrato che comprende la protezione della
struttura e la protezione dei componenti interni alla struttura (e.g. impianti elettrici) a causa della fulminazione che interessa la struttura stessa.
Su questi argomenti, da diversi anni, in sede internazionale, utilizzando
un Joint Working Group dei Comitati Tecnici competenti (SC 37 A – CT
64 – CT 81), si sta cercando di concordare un metodo semplificato e allo stesso tempo coerente con quanto prescritto dal CT 81 da inserire all’interno della norma IEC/EN 60364, che consenta l’analisi del rischio, la
scelta e l’installazione corretta degli SPD negli impianti elettrici BT (piccoli o grandi che essi siano).
L’obiettivo è di evitare la complessità dell’analisi “completa” del rischio
di fulminazione della struttura che li contiene (ad esempio, avrebbe senso questo tipo di analisi nel caso dell’impianto elettrico di un appartamento in rifacimento???) ma anche, nello stesso tempo, di migliorare gli
attuali testi delle sezioni 443 e 534 e di renderli coerenti con quanto richiesto dalle norme del CT 81 - Protezione contro i fulmini.
Tutto ciò si basa sul principio che i Comitati Tecnici (esclusi quelli così
detti “orizzontali” che si occupano di argomenti, metodi di prova, problematiche “comuni” a prodotti e/o impianti, ad esempio CT 70 per i “Gradi
di protezione”, CT 89 per “Prove relative ai rischi da fuoco” …) sono autonomi e responsabili nello svolgimento delle attività di stesura, validazione e revisione delle norme di propria competenza (interfacciandosi
con i Comitati Tecnici ad essi correlati e mantenendo le “liaison” con le
norme contigue). Quindi i Comitati Tecnici determinano la “regola dell’ar-
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te” per il proprio ambito di competenza.
Un ulteriore tassello di questo intervento è basato sulla necessità di
chiarire quale sia il carattere dei documenti europei HD “Harmonization Document” (base della norma CEI 64-8).
Il documento HD costituisce un vero e proprio documento normativo,
spesso se ne parla e viene trattato come una sorta di Technical Report
o Technical Specification e, per questo motivo, considerato di adozione
volontaria da parte del Comitato Nazionale.
Il regolamento Cenelec specifica invece che l’HD è un documento normativo reso disponibile dal CENELEC nelle tre lingue ufficiali (inglese,
francese e tedesco).
L’elaborazione di un HD include un’inchiesta pubblica, seguita da una
procedura di approvazione con voto “ponderato” dei membri nazionali
CENELEC e dalla ratifica finale. Il documento HD è annunciato a livello
nazionale e ogni norma nazionale in contrasto deve essere ritirata.
Un membro è libero di mantenere o pubblicare una norma nazionale di
oggetto all’interno dello scopo dell’HD, purché essa sia equivalente nel
contenuto tecnico.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Attenti alla nuova 62305
Francesco Fiore - OBO Bettermann
Una piccola precisazione ma importante a proposito della normativa vigente, la 62305. Recentemente è stata
resa ufficiale l’edizione 2 della 62305 e
contestualmente in vigore ancora l’edizione 1 fino al 3 dicembre. Dal 3 dicembre le valutazioni del rischio andranno condotte secondo la edizione 2
e quindi tutte le valutazioni redatte secondo quanto era prescritto nell’edizione 1 andranno riviste secondo
quanto è descritto nell’edizione 2.
È una precisazione un po’ scomoda
per chi ha realizzato questo tipo di valutazione in tempi recenti però necessario puntualizzare questo concetto proprio perché rischiamo di avere poi impianti e valutazioni non conformi alla normativa vigente.
SPD: il coordinamento
Alberto Siani - Schneider Electric
Può essere interessante riprendere il
tema del coordinamento tra gli SPD
che è stato trattato nel primo intervento, per ricordare alcune regole fondamentali in merito a quanto si deve fare per il coordinamento tra SPD.
Ecco alcune “regole”: occorre innanzitutto determinare la tensione di tenuta ad impulso delle apparecchiature più sensibili che si devono proteggere all’interno dell’impianto e l’SPD
(o il sistema di protezione) dovrà essere scelto con un livello di protezione Up2 almeno pari al 20% in meno
della tensione di tenuta di questa/e apparecchiatura/e.
Ci riferiamo al caso in cui il coordinamento della protezione sia necessario, perché la protezione è assicurata da più di un SPD. Inoltre, nell’effettuare il coordinamento, occorre considerare tutti i fattori che influenzano
la ripartizione delle correnti tra i due SPD della corrente In1 o Iimp1 all’origine dell’impianto BT.
In particolare, il coordinamento tra due SPD può essere ottenuto seguendo diversi approcci, ma il più delle volte è opportuno affidarsi alle tabelle
di coordinamento del costruttore degli SPD che ne conosce caratteristiche e modi di funzionamento.
Il Coordinamento della protezione va assicurato da più di un SPD. Se la
struttura, ai fini della protezione contro i fulmini, non è dotata di LPS e l'impianto non richiede un SPD di Tipo 1, può avere alla sua origine un SPD
di Tipo 2. Questa protezione potrebbe essere sufficiente in alcuni casi.
Se, invece, si devono installare altri SPD a valle per proteggere apparecchiature sensibili, il coordinamento tra tali SPD è basato anche sulla valutazione della lunghezza dei conduttori che separano i due SPD.
In generale, Up1>Up2. L’SPD 1 a monte è scelto con un livello di protezione Up1 più elevato rispetto a quello assicurato dall’SPD 2 a valle.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Comprendiamo meglio il principio di coordinamento dell’SPD.
Un unico SPD a volte è sufficiente. In questo caso l’SPD deve essere installato in prossimità dell’origine dell’impianto.
Altre volte può essere necessario prevedere un ulteriore SPD il più vicino possibile all'apparecchiatura da proteggere:
- se l'apparecchiatura è molto sensibile (apparecchiature elettroniche,
computer).
- se la lunghezza dei conduttori fra l’SPD installato all’origine dell’impianto e l'apparecchiatura da proteggere è troppo grande.
- in caso di campi elettromagnetici generati all'interno della struttura da
parte di scariche dovute a fulmini e da fonti interne di interferenza.
In questi casi, i due SPD possono quindi essere posizionati in cascata,
uno a valle dell'altro. Questa disposizione è frequente quando un SPD di
tipo 1 è utilizzato all’origine dell’impianto per la presenza di un LPS, ma
anche quando all’origine dell’impianto si ha un SPD di tipo 2 non essendoci l’LPS esterno.
Per garantire che gli SPD funzionino correttamente in una configurazione a cascata, questi devono essere "disaccoppiati", in modo da rallentare la propagazione dell'onda e al fine di garantire un corretto innesco
dell’SPD a monte. Il disaccoppiamento può essere ottenuto posizionando induttori tra gli SPD, anche se l'induttanza dei cavi utilizzati negli impianti elettrici in bassa tensione, che è circa 1 μH/m, spesso permette di
raggiungere il disaccoppiamento senza l'aggiunta di altri apparecchi.
Livello di protezione del parafulmine all’origine dell’impianto troppo alto
Se, sulla base della corrente stimata massima da deviare, si sceglie un
SPD con una Up superiore alla tensione di tenuta dell'apparecchiatura
da proteggere, diventa necessaria l'installazione di un secondo SPD.
Ad esempio si dovrebbe scegliere un SPD con una Up di 2 kV per proteggere le apparecchiature di categoria II con una tensione di tenuta pari a 2,5 kV. Se l’SPD scelto all’origine dell'impianto avesse un valore di Up
> 2 kV sarebbe necessario installare un secondo SPD il più vicino possibile al carico in modo da limitare la massima tensione al valore desiderato. Naturalmente il mio intervento non può e non vuole risolvere la questione del coordinamento tra SPS, ma ha l’obiettivo di attivare l’attenzione del progettista e dell’installatore sulla questione invitandoli a riflettere
e ad attingere alla documentazione tecnica del costruttore per affrontare e risolvere caso per caso le problematiche specifiche.
Una riflessione sui differenziali
Claudio Brazzola - ABB
Riagganciandomi a quanto già detto a proposito degli interruttori differenziali installati a monte o a valle
degli SPD vorrei approfittarne per
fare qualche riflessione aggiuntiva.
La nuova CEI 64-8, nel capitolo 37
dedicato agli impianti nelle unità
abitative, ha introdotto significative
novità anche per i differenziali che
non devono essere visti semplicemente come obbligo di installarne
almeno 2, ma come suggerimento a
realizzare un vero sistema di protezione differenziale.
Abbiamo visto che installare SPD a valle dell’interruttore differenziale
è sconsigliabile perché quest’ultimo non è protetto contro le sovraten-
21
tavola rotonda
sioni e potrebbe essere attraversato da correnti impulsive così elevate che potrebbero anche starare il relè o danneggiare il toroide, abbiamo però anche capito che se non posso scongiurare il rischio di
una corrente permanente verso terra attraverso un SPD che sta andando verso la fine vite, sono obbligato a mettere il differenziale perché il potenziale delle masse di tutto l’unità abitativa potrebbe assumere livelli pericolosi per le persone; installando SPD del Tipo 1+1 o
3+1, nel raro caso di impianto trifase, ottengo questo scopo e posso
mettere il differenziale a valle dell’SPD, ma come mi comporto con
eventuali SPD aggiuntivi che vengono installati in prossimità delle apparecchiature da proteggere?
Questi SPD, qualora dovessero intervenire potrebbero fare sganciare
il differenziale che sta nel quadro di unità abitativa: allora in presenza
di un sistema di SPD è bene pensare anche ad un sistema di RCD (interruttori differenziali): spesso non serve installare un RCD da 30 mA
istantaneo nel quadro di unità abitativa, può essere meglio utilizzare
un differenziale di tipo S cioè ritardato, con sensibilità da 300 mA che
è di gran lunga più insensibile agli scatti intempestivi e molto difficilmente può scattare a seguito di un intervento dell’SPD collocato in
prossimità dell’apparecchiatura da proteggere.
Un interruttore da 300 mA può garantire la protezione contro i contatti indiretti con tutte le masse che fanno parte dell’impianto, a valle poi,
a protezione delle prese ci vuole un differenziale da 30 mA.
Occorre quindi progettare l’impianto in modo che quelle prese, dove
serve la protezione mediante SPD aggiuntivo, siano alimentate da una
linea protetta da un differenziale da 300 mA, in prossimità della presa
posso poi installare l’SPD aggiuntivo e subito a valle il differenziale da
30 mA se non addirittura da 10 mA, tutte le altre prese dove non necessito SPD aggiuntivi possono essere alimentati da una linea protetta da un differenziale da 30 mA.
Protezione delle linee di segnale:
un approfondimento
Walter Nova - Phoenix Contact
A questo punto può essere utile un
piccolo approfondimento sulla protezione delle linee di segnali.
Indubbiamente, nella realizzazione
di un sistema di protezione contro i
fulmini è necessario proteggere tutte le linee entranti nella struttura,
comprese le linee di segnale, trasmissione dati e telefoniche.
Oggi molti impianti sono realizzati
con un notevole numero di sensori
in campo, e di segnali che trasmettono informazioni e/o ricevono impulsi di comando per effettuare delle operazioni in automatico.
Pensiamo ad esempio ad impianti quali il trattamento acque o l’industria di processo/Oil&Gas; nei quadri elettrici di queste installazioni vi
è un elevatissimo numero di cavi di segnali.
Questi segnali rappresentano il cuore di queste installazioni e quindi
devono essere protetti contro i rischi di fulminazione diretta ed indiretta ma devono anche garantire una ottimale continuità di servizio agli
impianti stessi. Oggi la modalità di fine vita più diffusa per le protezioni di segnale è il cortocircuito dei componenti interni. Con questa moda-
22
lità il componente a fine vita si mette in cortocircuito verso terra assorbendo tutta l’energia emessa dalla linea di segnale (che normalmente è di pochi V e pochi mA). Questo fa sì che non vi sia più ritorno di segnale in centrale e ciò è il sintomo dell’avvenuta fine vita dello scaricatore.
In questo modo l’operatore si accorge del fine vita del prodotto, ma solo
quando ormai il danno è fatto. Infatti nel momento stesso in cui ci si accorge del problema, la linea risulta essere non più funzionante.
Per risolvere questa problematica i costruttori di protezioni hanno sviluppato nel tempo prodotti sempre più tecnologici ed all’avanguardia, andando ad integrare al prodotto base, la protezione, funzioni sempre più sofisticate, quali ad esempio le cartucce estraibili.
Questa funzione ci permette di avere una serie di funzionalità aggiuntive
alla semplice protezione realizzata nella classica forma di un morsetto modulare:
- possibilità di estrarre la spina a fine vita lasciando inalterato il cablaggio del quadro;
- possibilità di inserire le spine di protezione nuove in un secondo momento garantendo però la piena ed ottimale funzionalità dei servizi;
- possibilità di testare le spine per verificarne lo stato in conformità a
quanto richiesto dalla norma CEI EN 62305-3 parte 7 (ispezione periodica degli impianti di protezione contro i fulmini).
Non vanno dimenticate poi le ultime innovazioni per questi prodotti, rappresentate dalla possibilità di avere un riporto dello stato sul fronte del
prodotto o addirittura in remoto; non dimentichiamoci che i segnali lavorano normalmente con 12/24 V e poche decine di mA, quindi insufficienti a far commutare un qualsiasi contatto di segnalazione che richiederebbe invece valori di corrente più elevati. Oggi invece, abbiamo bypassato
questo problema integrando delle funzionalità aggiuntive ai moduli di
protezione che funzionando con tecnologie differenti segnalano all’operatore in tempo reale lo stato di ogni singola protezione o gruppo di protezioni, con la possibilità ad esempio di segnalare anche lo stato di “raggiunto limite di performance” con il conseguente suggerimento di sostituire la spina di protezione il prima possibile, prima cioè che quest’ultima
vada definitivamente a fine vita. Con queste nuove tecnologie vengono
quindi proposti prodotti sempre più performanti e sempre più adatti alle
sofisticate applicazioni richieste dai clienti in questo campo.
Tipologie di scaricatori da utilizzare
negli impianti fotovoltaici
Michele Tedone - Siemens
Per determinare concettualmente se
in un impianto fotovoltaico è necessario installare degli scaricatori
(SPD), di quale tipologia e classe di
prova, si tengano presenti i seguenti parametri:
- la lunghezza in metri tra i componenti installati (pannelli, inverter e
quadri di distribuzione) esposti alle sovratensioni sia di origine atmosferica che di manovra;
- la densità di fulminazione.
L’installazione di uno scaricatore è
obbligatoria in presenza di un parafulmine il quale ne definisce anche la tipologia (classe di prova) che necessariamente deve essere
utilizzata. Con un impianto parafulmine dovrà essere previsto uno
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
scaricatore di Tipo 1.
Inoltre la lunghezza tra i componenti determina il numero di scaricatori che devono essere installati: è raccomandato installare degli scaricatori aggiuntivi se tale lunghezza è maggiore di 10 m.
Le tipologie di scaricatori da utilizzare
Gli scaricatori da utilizzare lato corrente continua devono essere in
grado di lavorare a tensioni nominali fino a 1000 V c.c, mentre quelli
lato corrente alternata devono essere realizzati per lavorare a tensioni nominali fino a 400 V c.a..
Le condizioni installative sono importanti per determinare le classi di
prova che gli SPD devono avere per meglio assolvere alla funzione di
protezione dalle sovratensione. Vediamo di seguito degli esempi.
Consideriamo il caso di un impianto fotovoltaico con parafulmine:
- rete in corrente continua, tra i pannelli fotovoltaici e l’inverter:
con lunghezza < 10 m: inserire un SPD Tipo 1 in prossimità del
l’inverter;
con lunghezza > 10 m: aggiungere un SPD Tipo 1 in prossimi
tà dei pannelli fotovoltaici;
- rete in corrente alternata, tra il quadro di distribuzione e l’inverter
con lunghezza < 10 m: inserire un SPD Tipo 1 nel quadro di
distribuzione;
con lunghezza > 10 m: aggiungere un SPD Tipo 2 in prossimità
dell’inverter oppure un solo scaricatore combinato Tipo 1 +
Tipo 2 nel quadro di distribuzione;
e il caso di un impianto fotovoltaico senza parafulmine:
- rete in corrente continua, tra i pannelli fotovoltaici e l’inverter:
con lunghezza < 10 m: inserire un SPD Tipo 2 in prossimità del
l’inverter;
con lunghezza > 10 m: aggiungere un SPD Tipo 2 in prossimità
dei pannelli fotovoltaici;
- rete in corrente alternata, tra il quadro di distribuzione e l’inverter;
con lunghezza < 10 m: inserire un SPD Tipo 2 nel quadro di
distribuzione;
con lunghezza > 10 m: aggiungere un SPD Tipo 2 in prossimità
dell’inverter.
In Italia è uscita la guida tecnica CEI 81-28 “Protezione contro i fulmini
d’impianti fotovoltaici” che contiene le regole ed esempi pratici per la
protezione d’impianti fotovoltaici sul tetto e a terra.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Due facce della medaglia
Simone Merlotti - Weidmüller
In riferimento a una riflessione nei
confronti di quanto detto in precedenza è importante commentare
il comportamento del cortocircuito degli SPD per segnali verso terra a fine vita.
La EN 61643-21 prevede di dichiarare il modo di comportamento a fine vita dello scaricatore per
segnale. Tale comportamento deve essere definito in due modi diversi: o in apertura o cortocircuito
verso terra.
Nel caso di corto circuito a terra a
fine vita, pur interrompendosi il
segnale che non arriva più alla centrale o al quadro elettrico dove sono poste le apparecchiature di acquisizione dati, viene mantenuta
una protezione delle linee e soprattutto delle apparecchiature collegate.
I PLC o DCS rileveranno la mancanza del segnale.
Eventuali scariche susseguenti, fatto di non poco conto, vengono deviate permanentemente a terra.
Abbiamo due aspetti: è preferibile rimanere completamente senza
protezione o avere una protezione permanente con la connessione a
terra data dal corto circuito scaricatore a fine vita?
Molto probabilmente l’utilizzatore finale preferirà sostituire lo scaricatore ma avere integra l’apparecchiatura elettronica di controllo, per gli
oneri di sostituzione noti.
Per terminare,va detto che effettivamente rispetto alla IEC 62305 che
prescrive i controlli periodici degli scaricatori a mia sensazione non è
ancora entrato nella cultura della manutenzione preventiva abituale.
Tali controlli sono assolutamente necessari per la certezza operativa
degli scaricatori.
Va aggiunto che in questo settore bisogna sempre valutare comunque costi di installazione e gestione SPD , rischi evitati e benefici derivanti.
23
dossier SPD
ABB
Lo scaricatore di sovratensione OVR T1+2
a cartucce estraibili di
ABB combina elevate
prestazioni di scarica
delle correnti impulsive da fulmine con un
livello di protezione estremamente ridotto. In tutti gli impianti di estensione
ridotta consente di realizzare, in un unico quadro e senza bobine di disaccoppiamento, sia la protezione dalla corrente da fulmine sia quella delle
apparecchiature terminali. Tra le caratteristiche di questi scaricatori, che
offrono una soluzione integrata equivalente ad uno scaricatore di Tipo 1
ed un limitatore di Tipo 2 automaticamente coordinati, si segnalano in particolare:
- alte prestazioni, con livello di protezione 1,5 kV e corrente da fulmine 25
kA per polo;
- alta continuità di servizio grazie all’estinzione della corrente susseguente fino a 15 kA;
- adatti per l’installazione a monte dell’interruttore differenziale (schema
3+1);
- riduzione del livello di protezione effettivo grazie ai morsetti doppi che
consentono il cablaggio a “V” fino ad una corrente nominale di 125 A;
- rapida manutenzione grazie all’utilizzo di cartucce estraibili.
Per centralini domestici di case e piccoli uffici, OVR PLUS è invece uno
scaricatore di sovratensioni di Tipo 2. La corrente di scarica nominale è
di 5 kA ed è ideale per salvaguardare dalle sovratensioni di origine atmosferica o di manovra le apparecchiature più delicate: televisori LCD e
plasma, computer, elettrodomestici ecc. Il fusibile integrato assicura la
disconnessione automatica del dispositivo a fine vita, senza necessità di
protezioni aggiuntive a monte; scaricatore 1P+N e fusibile di back up sono contenuti in due soli moduli. OVR PLUS può essere installato a monte del differenziale generale. Una riserva di funzionamento consente allo scaricatore di segnalare in anticipo l’esaurimento delle prestazioni,
così da provvedere alla sua tempestiva sostituzione.
Arnocanali
La linea Protection di Arnocanali propone dispositivi SPD per integrare,
nell’equipotenzialità antifulmine, l’impianto elettrico e tutte le linee di
conduttori che possono introdurre pericolose correnti di fulmine o sovratensioni all’interno di un edificio o di un’abitazione.
Gli SPD combinati della linea Isopro possono risolvere, in un unico punto di installazione all’origine dell’impianto, la protezione da sovratensione della linea elettrica, potendo garantire, nell’ambito della distanza di
protezione, alti valori di corrente di scarica e livello di protezione adatto
ad utenze particolarmente sensibili (centralina per allarme, videocitofono, etc.). Isopro viene proposta con due distinti livelli di capacità di scarica; il livello più alto è dedicato ad equipotenzializzare linee elettriche
che sono classificabili come particolarmente esposte al rischio di fulminazione, il livello più basso è invece adeguato alla soluzione di rischi di
minore esposizione. La linea Protection di Arnocanali include inoltre, la
linea Enerpro, SPD di classe T2 e T3 dedicati al controllo ed alla limitazione di sovratensioni nelle parti distanti dal punto di origine dell’impianto. La soluzione completa del problema delle sovratensioni legate a fenomeni di tipo atmosferico, prevede, l’impiego di SPD idonei, oltre che
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sulla linea elettrica, anche su linee di energia autoprodotta, di
segnale telefonico, dati,
TV/SAT. Le linee di prodotto Solarpro e Datapro forniscono risposta a questo tipo di esigenze. L’ultimo ampliamento in ordine di tempo, della linea Protection, è LEDPRO che, va a
coprire infine, diverse tipologie
di illuminazione, di tipo privato o domestico, basate sulla tecnologia
LED, particolarmente esposta e sensibile al problema delle sovratensioni quando utilizzata in applicazioni all’esterno.
Cabur
Cabur propone una nuova gamma di limitatori di tensione.
La nuova serie, che si contraddistingue per il nuovo colore grigio, utilizza un sistema di smorzamento meccanico dell’arco
elettrico che si genera quando lo
scaricatore a fine vita disconnette il varistore ormai permanentemente in cortocircuito. Non è
semplice riuscire a coordinare
protezioni contro il sovraccarico
che riescano a disconnettere il
varistore in cortocircuito senza
indesiderati interventi intempestivi; pertanto la disconnessione termica associata ad una azione
meccanica rimane la soluzione più affidabile. Tuttavia negli scaricatori per applicazioni fotovoltaiche rimane il problema dello smorzamento dell’arco elettrico, che in continua non riesce ad estinguersi senza
una apertura meccanica adeguata del contatto termico; poiché le dimensioni degli scaricatori standard non lo consentirebbero, Cabur ha
adottato un sistema meccanico che interpone una barriera isolante tra
i due contatti, assicurando così l’estinzione dell’arco ed evitando il serio pericolo di incendio dello scaricatore. La gamma Cabur comprende: scaricatori in categoria II, per la corrente sia continua sia alternata, questi ultimi in versione a 3, 4 e 5 moduli per la gestione in reti monofase e trifase; e scaricatori in versione singola modulare, per chi
desidera comporre la propria protezione autonomamente a seconda
delle esigenze.
Con.Trade
Con.Trade, società leader nella produzione di sistemi per la protezione
dalle sovratensioni, propone una nuova soluzione studiata per proteggere i sistemi di illuminazione a LED, il cui uso si sta oggi sempre più diffondendo nel campo della illuminazione pubblica. Il risparmio energetico
che l’illuminazione a LED garantisce, può essere completamente annullato qualora la vita media utile dell’impianto venga drasticamente ridotta
a seguito di un fenomeno di sovratensione. Il compito dello scaricatore
Con.Trade IL 1/10 2P LED è quello di proteggere dalle sovratensioni il lato in corrente continua di un impianto di illuminazione LED, salvaguardando così nel tempo il valore dell’investimento iniziale e la vita media del
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Il relè
nel SPD
Finder
SPD Finder tipo 7P.37
Adatto anche per sistemi Bus
RoHS
compliance
Scaricatori di sovratensione serie 7P Finder
Aiutano a proteggere tutte le apparecchiature elettriche ed
elettroniche connesse alla rete elettrica nelle industrie e nelle
civili abitazioni dalle sovratensioni di origine atmosferica e di
manovra causate da eventi legati al normale funzionamento
della rete di distribuzione dell'energia elettrica.
Gli scaricatori di sovratensione Finder Serie 7P sono adatti
per proteggere piccoli e grandi impianti fotovoltaici.
www.finder.it
Produttore di relè e temporizzatori dal 1954
dossier SPD
corpo illuminante. Con.Trade
propone tre modelli di SPD,
associati a tre differenti livelli
di tensione continua dell’impianto:
- fino a 300 V cc
- da 300 V cc sino a 385 V cc
- da 385 V cc sino a 565 V cc
La caratteristica comune a
tutti i modelli è quella di poter
essere impiegati sia in sistemi
di illuminazione in classe di
isolamento I che in classe di isolamento II. In quest’ultimo caso, il riferimento di terra dello scaricatore verrà attestato sul corpo metallico del palo o, nel caso molto particolare di sostegni in vetro resina, realizzando un
dispersore locale di terra. Tutti i modelli sono caratterizzati da un ottimo livello di capacità di scarica indiretta, potendo garantire una corrente di
scarica totale di 20 kA. Un corretto dimensionamento del sistema di protezione dalle sovratensioni non può prescindere da una adeguata scelta degli SPD da inserire anche sul lato in corrente alternata dell’impianto di illuminazione LED. Per queste ultime soluzioni, Con.Trade ha realizzato un
Manuale delle Applicazioni dove sono rappresentate la più tipiche soluzioni di impianto con le indicazioni degli SPD da inserire sia sul lato in corrente continua che sul lato in corrente alternata.
Dehn
Una novità nel campo delle
protezioni da fulmini e sovratensioni DEHN è un nuovo apparecchio di protezione della
famiglia DEHNguard, Il DEHNguard® M … CI con “fusibile
di back up” incorporato.
Anche questo nuovo scaricatore di Tipo 2, con utilizzo universale consiste in una base
con relativo modulo di protezione estraibile. La costruzione
compatta del modulo di protezione incorpora sia la vera protezione da sovratensioni che il
fusibile di protezione. La scelta
del fusibile di protezione,
spesso difficoltosa, decade con l’uso del DEHNguard® M … CI. Il fusibile
è infatti integrato all’interno del modulo di protezione. Il fusibile di protezione integrato è coordinato con la portata della corrente impulsiva necessaria. Il DEHNguard® M … CI è quindi l’apparecchio di protezione da sovratensioni ideale, comprensivo di protezione contro il corto circuito ed il tutto dell’ingombro di un solo modulo di larghezza per polo. Tramite il dispositivo di controllo Thermo-Dynamic-Control, oltre alla temperatura superficiale del varistore ad alta capacità di scarica, viene anche definita la grandezza della corrente di scarica. Il funzionamento di ogni polo è così documentato con la segnalazione ottica verde-rossa a movimento meccanico.
L’indicazione ottica segnala sia l’attivazione del controllo del varistore
Thermo-Dynamic-Control che del fusibile integrato. Questa indicazione, richiesta dalla norma, viene attivata sia per le fasi che per il polo N-PE. Tut-
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ti gli altri vantaggi già conosciuti della famiglia dei DEHNguard®, come
p.es. il blocco meccanico dei moduli, il contatto di telesegnalamento senza potenziale e la codifica dell’innesto dei moduli, sono stati trasferiti anche al nuovo DEHNguard® M … CI. In caso di necessità la sostituzione
del modulo è semplice e possibile senza attrezzi.
Eaton
Eaton, accanto ad una vasta e
profonda offerta in termini di apparecchi di Protezione Magnetotermica e Differenziale, sviluppa
e produce dispositivi per la Protezione da Fulmini e dalle Sovratensioni (PSD) da più di 40 anni.
La gamma di SPD Eaton si articola in varie versioni coprendo le
diverse esigenze in termini di Livello di protezione e prestazioni.
In primis lo Scaricatore da Fulmine SPI, con forma costruttiva a
Spinterometro incapsulato, di
classe T1 (I) secondo EN 616431 per correnti di scarica Iimp (10/350) μs da 35, 50 e fino a 100 kA. Si
passa poi al modello SPCT2 per protezione sovratensioni indirette, con
forma costruttiva a varistore a cartuccia estraibile, di classe T2 (II), correnti nominali di scarica In (8/20) μs di 20 kA. La versione “intermedia”
SPBT2, grazie alla combinazione di varistori e spinterometri a gas, offre
entrambe le protezioni (da Fulmine e da sovratensioni): di classe quindi
T1+T2 (I+II) garantisce ottimi livelli di protezione fino a Iimp (10/350) μs
di 100 kA complessivi. In tutte le Classi, T1, T2 e T1+T2, è prevista la versione con scaricatore cumulativo N/PE, realizzando le versioni “1+1” e
“3+1” necessarie per norma nei sistemi TT, ma impiegabili efficacemente anche nei TN-S. Completa il programma per la protezione in AC, il tipo SPDT3, per la protezione fine delle utenze terminali, anch’esso in forma costruttiva modulare 1P+N e 2Poli. In linea con i recenti trend applicativi in Corrente Continua, Eaton offre infine la serie SPPT2, specificatamente studiata per gli impianti Fotovoltaici, con forma costruttiva a Y (2
varistori + 1 spinterometro a gas, che garantisce l’isolamento galvanico),
di classe T2, tensioni continuative Uc da 600 a 1000 VDC.
Elettro Italia
CPT Cirprotec, insieme ad Elettro Italia, presenta la gamma CSH, scaricatori di protezione contro le sovratensioni transitorie, mettendo in
evidenza le loro alte prestazioni e il loro nuovo design.
Il team Cirprotec ha sviluppato un nuovo componente, basato sulla
tecnologia Multi Spark Gap in grafite, coordinato con un dispositivo di
innesco anticipato. Il risultato di questo studio ha fatto nascere la gamma di prodotti CSH: due scaricatori monoblocco (uno per la linea e
uno per il neutro) a guida DIN, in grado di derivare l’energia (corrente)
dell’impatto diretto del fulmine (10/350) che avviene su un sistema di
protezione esterno (parafulmine LPS), secondo IEC 61643-1. E’ indicato, come principale applicazione, a proteggere quadri di alimentazione nelle aree ad alta esposizione atmosferica, dove le strutture sono
spesso fornite con un sistema esterno di protezione contro i fulmini.
Protegge contro la fulminazione diretta (curva di scarica ad alta capa-
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
cità 10/350 μs: 50 kA per fase).
La sua alta capacità di scarica, 50 kA,
permette di essere installato in quadri
di potenza con elevate correnti di corto circuito. Inoltre, CSH offre una tensione residua di rilascio molto bassa,
consentendo alle apparecchiature
elettriche collegate a valle, che ricevono una minor quantità di energia
passante, una durata nel tempo maggiore. Infine, la gamma CSH è sviluppata per le prestazioni LCF (Leakage
Current Free) . Grazie a questo sistema, dal momento che gli SPD in
genere iniziano a deteriorarsi ricevendo le prime scariche, il dispositivo non presenta la benché minima corrente di fuga rispetto ad altri
scaricatori realizzati con tecnologia a varistori (MOV).
Finder
Finde r a m p l i a l a
gamma di scaricatori di sovratensione inserendo a catalog o u n n u o v o
SPD d i C l a s s e I I I
per il montaggio su
barra D I N 3 5 m m
che i n c o r p o r a u n
relè per la commutazione di diverse
tipologie di carico,
comprese le basse
correnti tipiche dei
sistemi domotici o
BUS. Il Tipo 7P.37,
offre la possibilità di collegamento seriale con morsetti dedicati di ingresso e uscita massimizzando così la protezione dei dispositivi elettronici sensibili collegati a valle con correnti nominali fino a 16 A.
L’SPD in configurazione 1+1, pensato per applicazioni monofase con
neutro, è dotato di LED per la segnalazione dello stato del varistore e
di un relè con contatti dorati che può essere utilizzato con logica positiva in sistemi BUS o controllati da PLC.
Questa caratteristica permette di remotare l’informazione della richiesta di intervento della manutenzione, affidando al sistema di controllo
l’incarico di inviare ad esempio una e-mail. In caso invece di protezione del carico con “priorità della protezione”, il relè può comandare la
bobina di un contattore, ad esempio il Tipo 22.32-x4x0°Finder con
configurazione contatti NC, che in caso di guasto del varistore, scollega il carico dalla rete, proteggendolo da eventuali sovratensioni
successive.
Altra caratteristica importante è che il relè viene alimentato solo in caso di guasto del SPD, quindi non è mai esposto a sovratensioni e non
aumenta i consumi di energia nell’utilizzo quotidiano. Il Tipo 7P.37 è
energeticamente coordinato con gli SPD di Classe II e anche di Classe I a catalogo, come ad esempio i Tipi 7P.0x particolarmente indicati in applicazioni industriali che associano ad alte correnti impulsive,
bassi valori di Up e garantiscono l’assenza di correnti di fuga allungando la vita del prodotto stesso.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
GE
SA BLOCK II 15 LN di GE è
lo scaricatore compatto
monoblocco appositamente progettato per gli impianti residenziali. E’ un SPD in
classe II, adatto quindi a proteggere dalle sovratensioni
di rete nelle aree urbane e residenziali con probabilità
medio/bassa di fulminazioni, in assenza di parafulmini e
di una linea aerea di distribuzione. Il prodotto offre una
protezione adeguata e sicura attraverso tramite molteplici livelli di scarico. Lo scaricatore SA BLOCK II 15 LN garantisce una protezione 1P+N (fase e neutro) con le dimensioni compatte di solo modulo DIN. Quando la è protezione giunge a fine a vita, il prodotto viene automaticamente disconnesso grazie alla protezione interna
all’apparecchio. L’utente può verificare lo stato del prodotto attraverso un
indicatore sulla parte frontale dello stesso. Questi i dati tecnici:dati tecnici: Tensione massima continuativa Uc = 275 V 50/60 Hz; corrente massima di scarica Imax =15 kA, corrente nominale di scarica In = 5 kA SA
BLOCK II 15 LN fa parte di SurgeGuard, la gamma completa di scaricatori di sovratensione pensati da GE per tutti i principali ambiti applicativi: domestico, terziario, industriale, fotovoltaico. La gamma comprende scaricatori in Classe I, Classe II e Classi I e II combinate, sia in versione monoblocco che a cartuccia estraibile, sia in AC che in DC.
Gewiss
Le sovratensioni di origine
atmosferica rappresentano
la principale causa di guasto delle apparecchiature
elettroniche e di interruzione dell’attività produttiva.
Gewiss propone una nuova
famiglia di scaricatori di sovratensione LST, in grado
di garantire una sicura protezione di tutto l’impianto
elettrico ed evitare danni
anche alle apparecchiature
più sensibili. La nuova famiglia di scaricatori di sovratensione rappresenta una
soluzione tecnologica al
passo coi tempi introducendo, oltre agli scaricatori di tipo 2, anche scaricatori tipo 1+2 e scaricatori per il fotovoltaico. In particolare, la gamma
LST di tipo combinato (tipo 1+2) permette di ottenere una protezione del
circuito elettrico sia dalle fulminazioni dirette sia da quelle indirette in un
unico dispositivo. Gli LST sono stati progettati per conoscere sempre ed
immediatamente lo stato del corretto funzionamento del dispositivo di
protezione e per facilitare la sua manutenzione. L’indicatore ottico in posizione frontale, cambiando colore da verde a rosso, segnala il raggiungimento della fine del ciclo di vita del dispositivo. Inoltre, grazie al contatto ausiliario integrato, è possibile segnalare immediatamente a distanza
tale condizione di inefficacia del dispositivo di protezione. L’estraibilità
delle cartucce, infine, rende più comoda e veloce l’operazione di sostituzione delle cartucce esaurite, senza la possibilità di commettere errori di
cablaggio. La nuova gamma LST si integra con gli altri dispositivi di protezione Gewiss, offrendo una gradevole sensazione di continuità estetica
27
dossier SPD
e stilistica. Inoltre, a garanzia di un prodotto affidabile ed efficace, la progettazione, la realizzazione e il controllo del processo sono condotti rispettando i gli standard internazionali di qualità.
Hager
La nuova gamma modulare
di SPD di tipo 2 per applicazioni fotovoltaiche di Hager è destinata a proteggere gli impianti di tipo fotovoltaico contro le sovratensioni causate da fulminazioni di tipo indiretto. I nuovi limitatori modulari Hager
sono contraddistinti dalla
sigla SPV ed utilizzano l’innovativo sistema a tre-stati
in corrente continua che
rende li molto sicuri e soprattutto pienamente rispondenti alle specifiche
richieste dai moderni impianti fotovoltaici. Il sistema
a tre-stati è basato su un
circuito a Y costituito dalla combinazione di tre varistori di protezione
con un sistema di protezione contro il corto-circuito. Questa sinergia riduce le probabilità che il limitatore non intervenga qualora si verifichi
una sovratensione nell’impianto che nei sistemi fotovoltaici può avere risvolti particolarmente pericolosi per la sicurezza. Ciò assicura la protezione del limitatore anche in caso di sovraccarico eliminando completamente il rischio d’incendio nell’impianto. Persino in caso di tensioni superiori a 1000 Vcc l’arco, che tipicamente si instaura all’interno di un limitatore convenzionale, viene immediatamente estinto e senza alcun rischio. La protezione contro il sovraccarico (e quindi gli incendi) è la principale caratteristica di questo nuovo prodotto. Un fusibile appositamente studiato e sviluppato per gli impianti fotovoltaici è stato integrato nel
circuito di protezione contro il corto-circuito per realizzare l’isolamento
elettrico di sicurezza che consente la sostituzione delle cartucce di protezione senza alcun rischio di formazione dell’arco. In un unico prodotto
Hager, è riuscita ad integrare oltre alla protezione dalle sovratensioni e
dagl’incendi anche quella per le persone.
OBO Bettermann
Per la protezione dei dispositivi più sensibili agli effetti delle sovratensioni, OBO Bettermann propone un modello di limitatore di sovratensione:
V25B+C. Si tratta di un limitatore di corrente da fulmine e di sovratensione testato in classe di prova I e II, costituito da moduli estraibili in esecuzione incapsulata senza effluvio. La parte attiva del dispositivo è costituita da uno speciale sistema di varistori, in ossido di zinco, con resistenza
variabile fortemente non lineare, che garantisce una protezione efficace
anche in caso di sovratensioni molto elevate. Sono disponibili nella versione, con e senza il modulo NPE, ovvero il modulo spinterometrico collegato tra il conduttore di neutro ed il conduttore di protezione. In quest’ultima configurazione il dispositivo è idoneo all’installazione in sistemi TT e
IT, installato “a monte” degli interruttori differenziali, in modo da garantire
così la protezione da contatti indiretti ed evitando gli sganci intempestivi
28
della rete. La caratteristica peculiare del V25 B+C risiede nel
valore molto basso del livello di
protezione, in altre parole il valore normalizzato al quale il limitatore SPD limita la tensione ai
suoi capi nel momento nel quale
esso interviene. E’ importante rilevare che, questo dato di targa
dell’SPD, deve essere inferiore
alla tenuta all’impulso dell’apparecchiatura da proteggere. Il livello di protezione del V25 B+C si attesta a Up ≤ 900 V, in corrispondenza della corrente nominale di scarica In 30 kA (8/20). Un altro dato interessante è la capacità di scarica: il V25B+C è in grado di gestire correnti dirette di fulmine con intensità pari a 7 kA (10/350) per polo e correnti da sovratensioni indotte fino ad un massimo di 50 kA per polo. La serie V25 B+C è anche disponibile nella versione con segnalazione a distanza della funzionalità del modulo di protezione.
Phoenix Contact
Gli scaricatori di sovratensione
Plugtrab PT-IQ di Phoenix Contact, adatti per le reti di segnali
di misurazione, controllo e regolazione nonché per la tecnologia dati, forniscono il monitoraggio intelligente di ogni singolo componente installato in
un circuito di protezione. La
doppia possibilità di connessione Push-in o a vite permette ora
di cablare i singoli moduli di
protezione in modo notevolmente più rapido. È disponibile
una funzione proattivo dei dispositivi di protezione da sovratensione per le interfacce di segnale. Un LED di segnalazione
a 3 stadi informa sullo stato della protezione: Verde (attiva), Rosso (non
più attiva, da sostituire) e Giallo (raggiungimento della soglia minima di
funzionamento). Il giallo svolge la funzione di segnalazione “proattiva”
in grado cioè di identificare l’avvicinarsi del fine vita prima che la protezione si interrompa definitivamente. Grazie alla segnalazione remota
l’utente è in grado di monitorare l’impianto in ogni momento e da qualunque posizione. Un controllore alimenta fino a 28 dispositivi di protezione attraverso connettori T-Bus per guida DIN, gli stessi connettori
trasmettono contemporaneamente gli stati di funzionamento di tutti i dispositivi di protezione collegati ed il lavoro di cablaggio è minimizzato
perché sia l’alimentazione che la segnalazione remota di un’intera serie
di dispositivi di protezione vengono gestite ad un livello centrale. Tutte
le varianti si compongono di un elemento base e di una spina di protezione ad innesto; in caso di necessità è sufficiente rimuovere la singola
spina senza dover scollegare le basi. La gamma di protezioni contro le
sovratensioni di Phoenix Contact si completa con l’ampia serie di prodotti dedicati a linee di energia, impianti fotovoltaici ed eolici, reti di telecomunicazione ed antenne.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Schneider Electric
In campo domestico il danno da sovratensione è facilmente evitabile,
con un investimento limitato, installando un adeguato SPD. Schneider
Electric con iQuick PF ha progettato
un SPD per rispondere alle esigenze
di impianti residenziali (o del piccolo
terziario) e proteggere dalle sovratensioni generate dai fulmini gli elettrodomestici installati nelle abitazioni. iQuick PF è un SPD di Tipo 2
(1P+N o 3P+N) offre una protezione
assicurata tramite un interruttore integrato e quindi non è necessario
valutare quale magnetotermico o fusibile coordinare a protezione; sul
fronte è disponibile inoltre un indicatore meccanico bianco-rosso che indica quando la cartuccia del dispositivo è esaurita ed è dotato di un accessorio (pettine) per permettere il collegamento rapido all’interruttore generale. iQuick PF si adatta ai recenti sviluppi normativi in ambito residenziale (CEI 64-8 cap.
37): con l’introduzione di 3 livelli prestazionali dell’impianto domestico, si deve valutare l’obbligatorietà dell’installazione di un SPD. Se
per il livello 1 (minimo consentito) e il livello 2, l’installazione di SPD è
obbligatoria solo in caso di fulminazione diretta, per il livello 3 un SPD
di Tipo 2 deve essere sempre presente per la protezione delle apparecchiature installate nell’abitazione, come ad esempio TV, condizionatori o altri apparecchi. Sempre nella suddetta CEI 64-8 è espresso
l’obbligo di portare all’interno del centralino domestico il conduttore di
protezione proveniente dall’impianto di terra al fine di permettere la
corretta messa a terra di eventuali SPD. Grazie all’esclusiva presenza
della doppia morsettiera intermedia di terra integrata, iQuick PF consente di effettuare in maniera corretta ed immediata il collegamento
della terra e garantire così il corretto funzionamento e protezione totale dell’impianto elettrico dell’abitazione.
Siei Peterlongo Electric
Siei Peterlongo Electric propone all’interno della Gamma SIEI
ARTEn una serie di Scaricatori
di Sovratensioni Serie ZL destinati alla protezione di impianti
in corrente alternata e del fotovoltaico. Questa serie di SPD è
disponibile sia in Classe B che
in Classe C avendo quindi la
capacità di proteggere da Sovratensioni atmosferiche dirette
e sovratensioni indirette.
Nel primo caso (scaricatori in
Classe B) l’inserzione avviene
generalmente nei quadri generali e principali dove i livelli di
energia prodotta da scariche
atmosferiche è molto alta.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Nel secondo caso (scaricatori in Classe C) l’impiego è destinato per la
protezione da sovratensioni indirette e quindi più deboli. Sono prescritti nei quadri secondari e riescono a ridurre il più possibile la tensione
residua proveniente da una fulminazione diretta. Il loro impiego è consigliato anche in quei casi dove si possono avere sovratensioni transitorie dovute a brusche variazioni di carico (avvio di trasformatori o motori) o variazioni di tensione da parte dell’Ente Fornitore di energia. Gli
SPD fino a 1200 Vcc per gli impianti del fotovoltaico oltre ad avere la
segnalazione ottica del guasto in ogni modulo, sono disponibili anche
con contatto ausiliario per la segnalazione a distanza di “intervenuto”.
Tutti i moduli che compongono i limitatori di sovratensioni, incorporano
la protezione termica che evita il surriscaldamento dei moduli in caso
di guasto e di conseguenza elimina i rischi d’incendio.
Siemens
Per la protezione contro le sovratensioni si ricorre all’uso di SPD. Secondo le norme internazionali la corrente generata da una sovratensione di
origine atmosferica può essere schematizzata con una forma d’onda
10/350 μs; gli SPD di Tipo 1 rientrano in questa categoria. Le correnti, invece, generate
da scarica remota di origine
atmosferica o
da commutazioni nel circuito
elettrico vengono modellizzate come forma
d’onda 8/20
μs; rientrano in
questa categoria gli SPD di
Tipo 2. Gli SPD
della famiglia
Sentron di Siemens 5SD74…,
confor mi alla
norma CEI EN
61 643-11 e IEC 61 643-1, si suddividono in tre tipologie (Tipo 1, Tipo
2 e Tipo 3) che fanno riferimento all’utilizzo dei dispositivi nei diversi
contesti installativi o zone di protezione, così come definito dalla norma CEI EN 62 305-1. Sono dispositivi modulari che vengono installati
nei quadri elettrici e nei centralini per fissaggio su guida DIN e si differenziano, nelle tre tipologie, per il sistema di distribuzione in bassa tensione (TT, TN-C, TN-S monofase e trifase) che devono proteggere. Anche le reti di comunicazione e le linee di segnale devono essere adeguatamente protette da particolari scaricatori, progettati in modo tale
da non compromettere la trasmissione dei dati e la continuità dei circuiti di comando, di misura e di controllo.
Gli scaricatori della famiglia Sentron, preposti ad assolvere questa funzione, sono codificati 5SD75…. Essi trovano largo impiego soprattutto nella protezione delle reti PROFIBUS e nelle alimentazioni della nostra gamma di PLC. Le cartucce di ricambio, ordinabili separatamente, permettono la sostituzione delle cartucce esaurite in modo rapido e
senza dover effettuare cablaggi e conseguenti messe fuori servizio
dell’intero sistema.
29
dossier SPD
Socomec
A completamento della vasta gamma di prodotti dedicati alla protezione da sovratensioni, Socomec propone i nuovi modelli di tipo 1 e
2, SURGYS G100-F e SURGYS G50FE. La gamma Socomec di scaricatori modulari SURGYS è concepita per rispondere a tutte le necess i t à d i p ro t e z i o n e
contro le sovratensioni, sia negli impianti
industriali che nei terziari, secondo quant o p re s c r i t t o d a l l a
norma IEC 61643-11.
L’impiego sempre più
frequente degli scaricatori di tipo 1 e 2 è
dovuto alle ottime
prestazioni offerte e
al buon compromesso tra ingombri e costi. Rispetto a quelli
di tipo 1, offrono un liv e l l o d i p ro t e z i o n e
Up più basso e sono
quindi più adatti alla
protezione di carichi sensibili, mantenendo comunque valori di corrente di scarica molto alti. I dispositivi di tipo 2, invece, hanno tradizionalmente caratteristiche meno prestazionali in termine di corrente
di scarica e possono quindi richiedere specifiche valutazioni d’utilizzo. Lo scaricatore di tipo 1 e 2 offre valori In e Imax più alti, così da
concedere all’utente una maggiore flessibilità al momento della scelta del prodotto idoneo. Modulari e adatte a essere installate in quadri
con guida DIN, queste protezioni sono provviste di un contatto ausiliario di segnalazione che, in ridondanza con l’indicatore frontale, informa l’operatore in caso di fine vita dello scaricatore, incrementando
la sicurezza di funzionamento del sistema.
Vimar
Il Limitatore di sovratensione SPD di Vimar è un modulo da affiancare
alle prese delle serie civili - nonché integrato negli adattatori multipli e
nelle prese mobili multiple - che fornisce protezione a tutti i tipi di elet-
30
trodomestici ad esse collegate dai danni dovuti a sovratensioni presenti nelle reti di alimentazione. Le sovratensioni nelle reti domestiche possono avere origine sia da perturbazioni atmosferiche sia da
comando, manovra o programmazione di carichi induttivi allacciati
(condizionatori d’aria, motori di bruciatori, pompe dell’acqua, reattori di lampade fluorescenti o a scarica, lavatrici, ecc.).
Scegliere di installare un SPD Vimar significa salvaguardare le apparecchiature, specialmente quelle contenenti elettronica di valore (HiFi, TV, computer, videoregistratori etc.), a fronte di un investimento irrisorio. L’SPD per la serie Eikon, ha inoltre l’esclusiva caratteristica
brevettata di “agevole sostituibilità” in sicurezza di tutta la scheda
elettronica senza dover ricorrere a tecnici specializzati. Una spia di
segnalazione rossa indica l’intervento della protezione e la necessità
della sua sostituzione (il carico rimane alimentato ma non è protetto)
mentre la spia di segnalazione verde indica la presenza della tensione di alimentazione e la protezione funzionante. La possibilità di sostituire tutta la scheda elettronica (non solo del fusibile in essa presente) dà la certezza di ripristino del funzionamento dell’SPD. Vimar
ha ottenuto per i suoi SPD la certificazione dell’IMQ con riferimento
alle CEI EN61643-11. Gli SPD Vimar sono inoltre dotati di segnalazione della perdita di protezione dovuta a sovratensioni di energia superiore al valore indicato sul prodotto come dato di targa.
Weidmüller
Per proteggere gli impianti e l’investimento sono disponibili gli SPD
Varitector PU di Weidmüller: i dispositivi di protezione contro le sovratensioni disponibili a varistore o varistore e scaricatore a gas. Soddisfano i requisiti della norma IEC/EN 61643-11:2012. Le basi dei dispositivi di protezione contro le sovratensioni possono essere ruotate
di 180°. Di conseguenza, è possibile ottimizzare i cablaggi senza ridurre la vista all’interno del quadro.
Grazie all’ampia finestra di stato, è
possibile controllare subito lo stato di
funzionamento delle cartucce estraibili. L’installazione
può essere eseguita in modo estremamente rapido e
senza l’ausilio di
utensili, grazie alle
nuove clip di montaggio su guida. Il
contatto di segnalazione remota con
la relativa presa
“PUSH IN” consente collegamenti rapidi e un monitoraggio di stato
permanente dei dispositivi di protezione contro le sovratensioni. Durante l’installazione, i dispositivi di protezione si agganciano alla base
con un riscontro udibile e tangibile. Questo facilita l’installazione e garantisce un’altissima resistenza alle vibrazioni.
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vetrina
navigatore d’impianto
per sistema domotico
Vivere la casa non è mai stato così piacevole: con il navigatore d’impianto del sistema domotico Chorus, tutta la casa è sotto controllo in ogni momento. Anche
quando si è lontani. Master di Gewiss è il nuovo cuore pensante delle abitazioni
contemporanee, il fulcro di tutti i dispositivi d’impianto che permettono di governare lo spazio domestico. Con il pannello touch screen Master Ice è possibile
controllare, da un unico punto, tutte le funzioni della casa: punti luce, tapparelle,
impianto di climatizzazione, irrigazione, dispositivi d’allarme, videocitofonico e
videosorveglianza. Quello che rende Master Ice un navigatore d’impianto alla
portata di tutti è la sua straordinaria semplicità di utilizzo. Basta la semplice pressione di un dito per azionare contemporaneamente più dispositivi, per visualizzare l’esterno dell’abitazione o per impostare la temperatura in ogni ambiente della casa. Il nuovo navigatore dell’impianto è caratterizzato da un’interfaccia utente semplice ed intuitiva, integrata nell’ambiente operativo di Microsoft Windows
8 e grazie al display multi touch consente modalità di interazione basate sull’utilizzo di “gesture” divenute ormai abituali con la diffusione di tablet e smartphone. Inoltre, l’interfaccia di Master Ice è personalizzabile con mappe, planimetrie,
immagini o icone che rendono intuitiva e immediata la supervisione e la visualizzazione di tutte le funzionalità. Creare anche gli scenari più complessi risulterà estremamente facile. Alle funzioni domotiche, il pannello Gewiss aggiunge la
possibilità di controllare e gestire anche contenuti multimediali quali messaggi
testuali a video con funzione post-it, messaggi audio, media Player, navigazione
web, Email, web radio, Rss-Feed. E con altrettanta facilità la casa potrà essere
comandata anche in caso di assenza. Il navigatore d’impianto permette infatti di
interagire con l’abitazione, utilizzando un personal computer, un tablet
PC o uno smartphone
dotati di un comune
browser. Quindi, oltre a
ricevere segnalazioni al
telefono portatile via
Sms, si potranno eseguire comandi e ricevere le
immagini provenienti dal
sistema videocitofonico
e dalle videocamere. Tutto con un semplice click.
comandi con morsetti
automatici
BTicino presenta dei morsetti automatici alternativi ai tradizionali morsetti vite/piastrina, disponibili sui principali comandi, basculanti e assiali, delle linee Axolute e Livinglight in tutte le finiture (bianco, tech e antracite). Bastano solo pochi secondi per cablare il dispositivo di comando:
riducendo così di oltre il 50% il tempo delle operazioni di cablaggio. Non
è più necessario l’impiego del cacciavite per cablare il punto luce. Per
cablare un dispositivo è sufficiente spelare il conduttore di12 mm e inserirlo nell’alveolo premendo il relativo tasto presente sul corpo del comando. Per spelare il cavo di 12 mm viene in aiuto la dima posta sul retro del
comando. Nel caso di successivi interventi di manutenzione non è necessario l’impiego di attrezzi. La tenuta della connessione automatica è
sempre ottimale, perché governata dalla forza costante di una molla. Infatti il morsetto tradizionale vite/piastrina si può allentare nel tempo a
32
causa del passaggio di corrente o di variazioni di temperatura. Questo non succede
con il morsetto automatico,
che si auto adatta alle condizioni d’uso. I nuovi morsetti
automatici hanno superato tutti i test di conformità con valori superiori a
quanto prescritto dalla norma (Cei EN 60669-1). La tenuta dei conduttori
sul nuovo morsetto automatico BTicino è superiore a quella del morsetto
vite/piastrina anche in situazioni estreme (come installazioni in treni, navi,
bordo macchina...). La molla di tenuta consente al morsetto di garantire
le condizioni di tenuta ideali anche in presenza di vibrazioni. È possibile
cablare contemporaneamente conduttori con sezione differente (è sufficiente che siano inseriti, per ciascun morsetto, sui fori d’ingresso separati). Possono essere impiegati indifferentemente conduttori flessibili multi
filari o rigidi mono anima. Sulla fase hanno un ingresso dedicato al cablaggio dei Led che consente la localizzazione del punto luce in condizioni di scarsa luminosità.
switch fibra/rame con porte
digital input/outpout
Gli switch IPV6 managed della serie Metro (MGS) di Planet Technology
proposte al mercato dalla società 4Power, sono dedicati ad installazioni dove sicurezza e continuità nelle connessioni di rete sono essenziali.
L’uso di moduli SFP (small form-factor pluggable) permette di scegliere
numero delle porte e la configurazione adatta a ogni necessità di cablaggio, in rame o fibra ottica, senza che costose interfacce rimangano
inutilizzate. Le interfacce Digital Input/Digital Output configurabili consentono l’integrazione con i più moderni sensori (radar, IR, contatti magnetici ecc.) o attuatori (combinatori, allarmi, chiusura saracinesche
ecc). Allarmi programmabili anche per interruzione dell’alimentazione o
di uno dei collegamenti di rete. Alimentazione ridondante: c.a. e due ingressi c.c. 36÷72 V (conformi specifiche telecomunicazioni). Controllo
remoto dei parametri di ogni porta (SFP-DDM), essenziale per prendere
decisioni in caso di allarme. Ottimizzati per l’installazione su reti ridondanti con rapido self recovery, per non perdere nessun pacchetto dati.
Gli switch della serie Metro sono ideali per proteggere aree critiche
(cantieri, campi fotovoltaici o eolici). Prezzo competitivo e scalabilità,
rendono la linea Metro adatta anche a installazioni per piccole imprese.
gamma di automazioni
per le porte dei garage
Faac, offre una gamma completa di automatismi per le porte dei garage e dei box auto. Grazie a ben sette modelli di attuatori, Faac è in grado di rispondere a tutte le esigenze di automazione riguardanti porte ba-
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
sculanti o sezionali,
in applicazioni residenziali, condominiali e industriali. Oltre alla completezza
della gamma, l’offerta si caratterizza anche per una grande
attenzione alla sicurezza e al risparmio
energetico. Tra questi i tre modelli adatti alle applicazioni residenziali e condominiali, uno dei
quali disponibile in tre versioni. Gli attuatori oleodinamici 593 e 595, alimentati a 230 V, si rivolgono alle porte basculanti a contrappesi fino a 3,5
m di larghezza (fino a 5 m con due attuatori master-slave). Durevoli, potenti e silenziosi, consentono un’installazione facilitata grazie al robusto longherone di fissaggio (opzionale) e garantiscono la sicurezza antischiacciamento tramite un dispositivo oleodinamico. La funzione antintrusione è
affidata al blocco idraulico in apertura e chiusura. In caso di black out, lo
sblocco può essere effettuato dall’interno del garage e (opzionalmente)
anche dall’esterno, con una chiave personalizzata. Il terzo modello di questa fascia è un attuatore elettromeccanico a traino con motore a 24 V per
porte sezionali, basculanti a molle e a contrappesi, realizzato in tre versioni: D600 e D700HS per applicazioni residenziali, D1000 per applicazioni
condominiali. La versione D700HS (High Speed) si caratterizza per una
velocità massima di azionamento di 12 metri al minuto, il doppio rispetto
alle automazioni tradizionali. Tutte le versioni offrono l’irreversibilità antieffrazione che evita l’installazione di serrature e chiavistelli, il dispositivo di
sblocco bi-stabile (brevetto Faac), un’installazione rapida e semplice grazie al binario premontato e al fissaggio dell’automazione senza utensili,
con innesto a rotazione. L’attuatore, che impiega una trasmissione a catena o a cinghia, consente la regolazione del rallentamento elettronico di finecorsa e possiede la funzione di inversione su ostacolo.
tastiera multifunzione
touch screen
Si chiama ETH-KTast la mini tastiera multifunzione firmata KBlue. Raffinata ed elegante, appartiene alla nuova famiglia di prodotti Kult, ideati e
realizzati da KBlue in collaborazione con Emo Design; una tastiera che
soddisfa esigenze di elevata qualità e sicurezza domestica, offrendo
tuttavia la massima facilità d’uso dell’impianto della propria casa.
Un display TFT a colori touch screen 2,8”, con menu ad icone grafiche
programmabili, rende KTast un’interfaccia adatta al controllo dell’impianto, di luci, automazioni, scenari domotici e temporizzazioni. È sufficiente sfiorare il display per accedere al suo menu semplice, intuitivo:
4 icone che richiamano le principali applicazioni del sistema domotico.
È possibile modificare alcune configurazioni della tastiera, come la regolazione del contrasto di testi ed immagini (0-100%) e la durata backlight. Grazie al sensore di temperatura ed umidità integrati l’utente è
in grado di visualizzare in tempo reale la temperatura e la percentuale
di umidità rilevata, lo stato dell’impianto e di impostare i valori di comfort desiderati, evitando inutili sprechi di energia.
ETH-KTast garantisce il controllo della termoregolazione (riscaldamento e raffrescamento) fino a 6 zone del sistema ETH KBlue, con la possibilità di accedere alla programmazione delle fasce climatiche giornaliere e settimanali grazie alla funzione di cronotermostato. In fase di
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
programmazione dell’impianto è possibile associare
alla tastiera fino a 32 diverse funzioni, ovvero degli scenari che possono essere
personalizzati
e selezionati
dall’utente finale all’interno
del menu, per gestire in modo veloce ed intuitivo la propria casa. Funge da tastiera d’allarme del sistema antintrusione ETH-AL01 di KBlue,
per un’integrazione sempre più completa ed efficiente.
Con un semplice tocco è possibile visualizzare lo stato dell’allarme
(acceso o spento), lo schema delle aree attive e disattive, la notifica
ed il registro degli eventi e la presenza di segnale del combinatore
Gsm che, se installato nella centrale ETH-AL01, rende possibile azionare in maniera intelligente l’allarme e le funzioni domotiche tramite
l’uso di un telefono cellulare.
spine orientabili: la sicurezza
ha una doppia direzione
Progettate per permettere di sfruttare tutti gli spazi dietro i mobili, utilizzando
anche le prese posizionate nei punti meno accessibili, le nuove spine orientabili Vimar racchiudono in un solo prodotto due diverse soluzioni di utilizzo.
Le spine, infatti, possono essere montate sia in posizione standard che angolare: basta aprire il guscio protettivo ed estrarre il blocchetto con gli spinotti, reinserirlo nella nuova posizione e richiuderlo. Una versatilità che consente di avere un ingombro minimo guadagnando più spazio.
Completamente Made in Italy e dal design ricercato, le spine orientabili Vimar sono dotate di una serie di caratteristiche che le rendono uniche: il passacavo è predisposto per il passaggio di cavi di diversi diametri; il fermacavo è di tipo antistrappo per cavi piatti e tondi; la chiusura tramite viti
garantisce un’ottima tenuta; il guscio è unico e in materiale ad alta resistenza; la vite ferma guscio è zincata e imperdibile anche a guscio aperto; le viti sono di tipo con testa a intaglio e croce, tutte azionabili con un unico cacciavite; la parte attiva è protetta da
guaina isolante, mentre gli spinotti sono
nichelati con trattamento anti corrosione. Come tutti i
prodotti Vimar, sono
coperte da 3 anni di
garanzia, ben un anno in più di quanto
prescrive la legge.
Questo a testimonianza degli elevati
standard qualitativi
che le caratterizzano.
33
un investimento
da 5 milioni di euro
Emerson Network Power investe
5 milioni di euro nel Customer
Experience Center per le soluzioni
per l’infrastruttura del data center.
In occasione dell’inaugurazione
della struttura è stata presentata
la nuova generazione
di UPS Trinergy
a cura della Redazione
merson Network Power, divisione di
Emerson, ha inaugurato un nuovo, avanzato Customer Experience Center e polo logistico a Castel Guelfo (BO). Si tratta dell’unica struttura in Europa appositamente realizzata per la pianificazione e la verifica dell’infrastruttura del data center. La superficie totale del Customer Experience Center è di 3.000
m 2 suddivisi in Witness Testing (1.700 m 2),
Show room (600 m2) e Academy (600 m2).
Il nuovo Customer Experience Center (un investimento da 5 milioni di euro) rispecchia
l’impegno di Emerson Network Power nell’offrire un’ampia gamma di soluzioni per il data
center che si adattano alla natura sempre più
complessa delle infrastrutture dei clienti. La
struttura consentirà ai clienti di provare in prima persona molteplici tecnologie, con la consulenza costante del team di R&D e dei tecnici specializzati. I clienti potranno assistere qui
a dimostrazioni di preinstallazione che illustrano le prestazioni tecniche, l’interoperabilità e
l’efficienza dei sistemi statici di continuità di
Emerson Network Power in condizioni realistiche. Sarà possibile seguire questi processi
dalla sala di controllo della struttura, dove saranno disponibili valutazioni delle prestazioni
e reporting in tempo reale, con la massima visibilità dell’area dimostrativa.
E
34
Grazie alla possibilità di ospitare fino a 750
Witness test all’anno e un test simultaneo a
pieno carico fino a 4.000 A, il centro è unico in
EMEA. La potenza nominale totale per il Witness test è di 2,5 MVA e sarà ampliata a 5 MVA
nei prossimi tre anni. La struttura dispone di
aree dedicate alla dimostrazione di prodotti e
soluzioni chiave di Emerson in modo che i
clienti possono usufruire delle dimostrazioni
suii prodotti. La struttura presenterà la nuova
generazione di sistemi UPS Trinergy™. Trinergy combina in un’unica soluzione le tre
configurazioni di funzionamento standard del
settore e il primo UPS ad alta potenza con un
algoritmo adattivo che controlla continuamente le condizioni di alimentazione e di carico, selezionando automaticamente la modalità operativa più efficiente.
totale di proprietà, grazie a caratteristiche quali un’efficienza operativa media del 98,5% e
una maggiore densità energetica per nucleo fino a 370 kVA. I clienti beneficeranno delle installazioni a configurazione flessibile di Trinergy Cube, che permettono di inserire gli UPS in
data center di dimensioni diverse e in un maggior numero di regioni geografiche. L’unità
UPS permette anche l’hot swap a questi livelli
di potenza. In tutta la regione EMEA, Emerson
Network Power si focalizza sulla massima collaborazione con i clienti per risolverne le difficoltà tecniche e settoriali. Il nuovo Customer
Experience Center aggiunge valore a queste
relazioni, offrendo l’opportunità di provare le
più avanzate tecnologie per il data center.
L’azienda intende continuare ad offrire alcuni
dei prodotti più innovativi per l’infrastruttura del
data center presenti sul mercato.
La nuova gamma
La nuova generazione di UPS Trinergy adatta
per i data center aziendali, in quanto offre una
soluzione statica efficiente destinata a grandi
applicazioni tradizionalmente servite da UPS
rotanti. Grazie all’efficienza ottimizzata di Trinergy Cube in condizioni di carico parziale, è
prevista una riduzione del consumo energetico, con un conseguente calo delle emissioni
di CO2 e dei costi energetici. Le unità offrono
prestazioni UPS di
livello aziendale,
con scalabilità a
caldo fino a 3 MW.
La nuova gamma
Trinergy Cube è
stata progettata
sulla base degli input derivanti dagli
stretti rapporti con i
clienti di Emerson
Network Power. Le
unità Trinergy di
nuova generazione
offriranno
alle
aziende capacità
ottimizzate per la riduzione del costo
L’Academy
Il Customer Experience Center fa parte di un
investimento più ampio di Emerson Network
Power nel nuovo polo logistico in Italia, da cui
sarà anche gestita tutta la logistica regionale.
Per incrementare la qualità dell’impegno per i
clienti nella regione EMEA, Emerson Network
Power sta inoltre sviluppando in modo significativo la sua Academy destinata alla formazione del personale e dei distributori, attraverso una serie di programmi gestiti dalla sede
centrale di Bologna e proposti in tutta la regione EMEA. In questo modo il team di Emerson
Network Power continuerà a offrire elevati
standard di eccellenza e assistenza tecnica.
L’Academy in cifre
- 7 aree di formazione nella regione EMEA
- 14 aree di formazione in tutto il mondo
- 32 formatori nella regione EMEA
- 39 formatori in tutto il mondo
- 52 programmi Academy disponibili
- oltre 250 corsi di formazione erogati ogni anno
- oltre 1.400 certificati rilasciati ogni anno
- oltre 65.000 ore di corsi di formazione erogate ogni anno
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
dalle aziende
Schneider in prima linea
per l’efficienza energetica
Schneider Electric, ha partecipato lo scorso ottobre all’incontro “Efficienza energetica: il recepimento in Italia della nuova Direttiva UE”, evento
che ha rappresentato un’importante occasione per identificare la azioni
necessarie per il recepimento normativo e legislativo in Italia della Direttiva 2012/27/UE. Al convegno hanno preso parte rappresentanti istituzionali italiani ed europei, nonché Aldo Colombi, Amministratore Delegato Schneider Electric e Laura Bruni, Direttore Piano di Sviluppo e Affari
Istituzionali Schneider Electric. “Condividiamo con Kyoto Club gli sforzi
che sta facendo per sensibilizzare tutti gli attori politici, istituzionali e del
mercato sul percorso da intraprendere per raggiungere gli importanti
obiettivi di sostenibilità ed efficienza che l’Unione Europea si è posta” ha
affermato Laura Bruni, VP Affari Istituzionali Schneider Electric. “Il tema
del recepimento italiano della Direttiva europea è di assoluta rilevanza
non solo per un’azienda come Schneider Electric, specialista della gestione dell’energia, ma anche per l’intera filiera. La riqualificazione energetica degli edifici (un terzo dei consumi totali di energia), rappresenta
un’opportunità immediatamente praticabile per il nostro Paese. L’Italia
ha il secondo parco edifici più vecchio in Europa e le tecnologie di riqualificazione sono già ampiamente disponibili. Prodotti ed apparecchiature efficienti sono un primo passo essenziale, ma solo l’utilizzo sistematico dei sistemi di automazione consente di coniugare risparmio energetico costante e comfort. È necessario l’utilizzo congiunto di prodotti/ apparecchi che consumano “meno” energia insieme all’automazione che li
gestisce. Siamo pronti a collaborare con le istituzioni, il mondo accademico e le professioni per un’applicazione efficace e concreta della nuova direttiva, mettendo a disposizione le nostre competenze.” Nel contesto del convegno, è stata presentata in anteprima l’edizione 2013-14 del
concorso universitario organizzato da Schneider Electric, Kyoto Club ed
Ensiel, “Think Green, Be Efficient”: un’opportunità importante per coinvolgere i giovani laureati e stimolare la loro creatività ed innovazione sui
temi dell’efficienza energetica e dello sviluppo sostenibile.
restyling del sito e nuova versione
mobile per GE Industrial
GE Industrial Solutions, la divisione di General Electric dedicata alla produzione e vendita di prodotti per la bassa e media tensione, rinnova il sito internet e lancia la nuova versione mobile. Dedicato agli operatori del
settore, progettisti, distributori e installatori elettrici, il sito
www.ge.com/it/industrialsolutions è stato rivisto nella grafica e nei contenuti. Numerose le novità, tra le quali una nuova home page studiata per
aumentare l’usabilità del sito e ripensata per rendere più accessibili le
informazioni, la presenza di “banner” dedicati alle notizie aziendali e ai
prodotti in primo piano e la possibilità di downlodare in pochi click i disegni in 3D dei modulari. Altra importante novità di GE Industrial Solutions è il lancio della versione mobile del sito, ottimizzata per tablet e
smartphone con iOS e Android. Uno strumento nato per andare incontro alle esigenze degli utenti e dei clienti, che in questo modo avranno
la possibilità di accedere al mondo GE anche in mobilità, consultando
le informazioni su prodotti, eventi e novità direttamente dal proprio dispositivo mobile. Anche l’e-Catalogo, il tool online di GE Industrial Solutions che consente in maniera semplice ed intuitiva di ricercare e
consultare le informazioni tecniche sui prodotti GE, è da oggi fruibile
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
su dispositivi
mobili. Grazie al
nuovo strumento
l’utente potrà effettuare ricerche
approfondite sulle tecnologie GE
e, attraverso appositi menu e filtri, recuperare
con rapidità ed
efficacia tutte le
informazioni desiderate, ovunque esso sia. Tra le diverse funzionalità
offerte dall’e-Catalogue, la possibilità di confrontare i differenti prodotti, consultare le informazioni correlate al risultato della ricerca (accessori, famiglie di appartenenza ecc.), oltre a poter scaricare, con pochi
click, tutta la documentazione tecnica.
dare
luce al progetto architettura:
un talk di grande interesse
Performance in Lighting, martedì 5 novembre, ha ospitato
presso il suo show
room milanese l’incontro “Dare luce al
progetto architettura”.
L’evento, patrocinato
da Aidi, fa parte di una
serie di incontri sul tema dell’illuminazione
pubblica e privata organizzati da Performance in Lighting con il patrocinio di
Aidi. L’incontro, seguito da un numero elevato di addetti ai lavori (architetti,
giornalisti ecc.), ha visto come protagonisti tre importanti relatori: Maurizio
De Caro (Consigliere Ordine degli Architetti della Provincia di Milano), Simona Franci (Fortebis Group) e Margherita Süss (Gms Studio Associato).
Franci e Süss, partendo dall’esperienza delle rispettive attività, hanno esposto
le loro idee riguardo all’importanza che deve assumere in ogni tipo di progettazione l’aspetto illuminotecnico. Unanime è stata la denuncia di superficialità che investe la maggior parte dei progetti architettonici (di qualsiasi dimensione) per quanto concerne l’aspetto illuminotecnico, sovente liquidato “per
mancanza di fondi”. Dal talk è poi emersa quella che deve essere interpretata
come una grande opportunità di ottimizzazione e risparmio per ogni buona gestione comunale e più in generale della PA: la possibilità di affidarsi a studi tecnici e di progettazione per lo sviluppo di progetti illuminotecnici per le città, le
sue architetture, le piazze e i monumenti attraverso l’utilizzo di apparecchi e
sorgenti di ultima generazione (ambito in cui il know how di Performance in
Lighting è di assoluta qualità). Questo aspetto in particolare è stato enfatizzato
da Margherita Süss, che nei suoi interventi ha denotato l’autorevolezza di cui
è riconosciuta nel campo della gestione e manutenzione di impianti di illuminazione, nell’espletamento di gare di gestione tecnologica integrata. Più incentrata sugli interni l’affabulazione di Simona Franci, che in qualità di partner di
Fortebis Group, ha il compito di curare la corporate identity dei Brand Ferrari
e Maserati, con successiva implementazione in tutti gli showroom worldwide,
in tutti gli eventi, gli autoshow internazionali e i diversi Hub nel mondo, Maranello incluso. Attualmente Franci ricopre il ruolo di Art Director del CI Departement di Ferrari, in staff con i vertici aziendali.
35
dalle aziende
buon compleanno Scame
Scame Parre taglia quest’anno il traguardo importante dei suoi 50 anni di età e
attività in Italia e nel mondo. La celebre azienda elettromeccanica bergamasca
festeggia mezzo secolo di successi imprenditoriali e guarda al futuro. Non è soltanto Parre, in provincia di Bergamo, sede storica della celebre azienda elettromeccanica, a festeggiare un importante compleanno ma anche tutta la rete vendita diffusa in maniera capillare in Italia e le 23 società nel mondo partecipate e
collegate alla capogruppo italiana. Dalla sua fondazione Scame si è trasformata
radicalmente insieme al mercato e all’offerta di prodotti e servizi, diventando
una realtà solida e autorevole. Nella sua storia, ha dovuto trasformarsi continuamente per incontrare le esigenze dei clienti, basando quindi la propria strategia
sulla continua innovazione di idee, servizi e prodotti. Dietro l’elevato livello
qualitativo dei servizi e dei prodotti Scame, esiste un brand ricco di storia, innovazione, sostenibilità, crescita ed evoluzione, in grado nel corso degli anni di
conciliare sul mercato locale l’italianità dell’azienda con le innovazioni, i modelli e le strategie elaborate sul mercato estero.
Cinquant’anni di storia
Molto legata al territorio d’origine, dopo la fondazione nel 1963, ha sempre mantenuto la sede principale a Parre, in provincia di Bergamo, ed oggi, dopo 50 anni
di storia, conta 23 società partecipate e collegate alla capogruppo italiana. Largamente affermata sul mercato nazionale, Scame è presente presso i più importanti
distributori di materiale elettrico grazie ad una capillare ed estesa rete di vendita.
La forte presenza di Scame sui mercati internazionali è data invece dalle 19 filiali dislocate nei principali Paesi europei ed extraeuropei e dall’esportazione dei
suoi prodotti in oltre 80 Paesi. Scame produce oltre 10.000 articoli che coprono
una vasta gamma di componenti e sistemi per impianti elettrici destinati al settore civile, terziario ed industriale. Sistemi produttivi moderni dotati di montaggi
automatici robotizzati ed un accurato controllo di qualità garantiscono ai suoi
prodotti affidabilità ed elevato livello tecnologico. Nel 2012 ha raggiunto un fatturato consolidato di 80 milioni di euro. Qualità e sicurezza sono due valori cardine che Scame Parre ha sviluppato e potenziato nel corso dei suoi cinquant’anni di storia. L’alta considerazione di questi aspetti si concilia col rigido e complesso panorama normativo che regolamenta il mercato elettrotecnico, sia a livello
nazionale che comunitario. A dimostrazione del proprio impegno, nel 1993 il sistema di qualità Scame è stato certificato secondo la norma Iso 9001, e, dal 2003
l’azienda ha ottenuto la certificazione ambientale in linea con la Iso 14001.
Scame guarda al futuro: progetto New Mobility
Sostenibilità e rispetto per l’ambiente, ma soprattutto miglioramento della qualità della vita, sono i motivi che hanno spinto Scame Parre ad entrare nel settore
della mobilità elettrica proponendo sistemi di ricarica per i veicoli elettrici stradali. La mobilità elettrica rappresenta oggi una sfida fondamentale nello sviluppo di città più sostenibili e le soluzioni progettuali legate ad una mobilità
alternativa stanno ormai diventando un obiettivo concreto.
Il mercato delle auto elettriche sta decollando a fatica, a causa soprattutto degli alti costi di passaggio alla nuova organizzazione della mobilità, sia in termini di parco macchine, sia in termini di infrastrutture di ricarica, ma negli
ultimi anni è cresciuto l’interesse attorno al tema dell’auto elettrica, grazie
anche alle nuove direttive della comunità europea che ha imposto nuovi limiti in termini di emissioni di CO2 alle case automobilistiche, portandole ad investire in una mobilità alternativa e più sostenibile.
36
Matteo Marini
alla guida di
Abb in Italia
e nel Mediterraneo
Abb, Gruppo leader nelle tecnologie
per l’energia e l’automazione, ha annunciato un avvicendamento alla guida di Abb Italia e della Regione Mediterranea. Matteo Marini è stato infatti nominato country manager di Abb Italia e amministratore delegato di Abb SpA, assumendo anche il ruolo di responsabile della Mediterranean Region, che ha la sua sede in Italia e di cui
fanno parte, oltre al nostro, 17 Paesi tra cui Francia, Spagna, Grecia, Turchia, Portogallo, Paesi Balcanici, Malta, Israele e Maghreb. Matteo Marini,
nato nel 1965, ha conseguito una laurea in Economia presso l’Università
Bocconi di Milano. La sua carriera in Abb ha inizio nel 1991 e si sviluppa in
Italia, Cina e Regno Unito con diversi incarichi manageriali nell’ambito del
marketing e della gestione vendite di prodotti, sistemi e servizi destinati al
mondo dell’energia. Nel 2006 assume il ruolo di responsabile mondiale della rete di vendita delle divisioni Power Products e Power Systems, nonché
della funzione marketing and sales della divisione Power Products. Nel 2009
gli viene affidata la responsabilità di division manager per la divisione Power
Products in Italia e nella Regione Mediterranea e assume la posizione di senior vice president di Abb SpA. Dal marzo 2012 ricopre la carica di presidente di Anie Energia, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta le aziende che producono, distribuiscono e installano componenti e
sistemi per la generazione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica.
Came fornisce tecnologia
Paesi aderenti a Expo 2015
ai
Came, fra i leader riconosciuti in Italia e nel mondo nel settore della home
& building automation, sarà fornitore di tecnologia per i Paesi aderenti a Expo Milano 2015. L’azienda trevigiana, in qualità di Official partner di Expo
Milano 2015, renderà disponibile ai 60 Paesi aderenti all’Esposizione Universale che dovranno costituirsi il proprio padiglione, le automazioni e le
tecnologie di controllo accessi, di monitoraggio delle code e il sistema di
contapersone per supportarli nella gestione del flusso degli oltre 20 milioni
di visitatori attesi da ogni parte del mondo. Grazie al sistema di monitoraggio code, basato su una tecnologia di riconoscimento facciale, i Paesi
espositori potranno monitorare il numero di persone presenti in una specifica area in attesa di passare un varco, mentre la tecnologia di controllo accessi permetterà di identificare eventuali passaggi non autorizzati. Anche i
visitatori potranno beneficiare di queste informazioni e conoscere i tempi di
vista per gestire al meglio l’esperienza all’interno del sito di Expo Milano
2015. Tutti i sistemi si interfacceranno con l’innovativo modello di controllo
accessi che Came sta sviluppando per supportare Expo nella sorveglianza, nel comando e nella regolazione dei dispositivi di automazione degli ingressi pedonali e veicolari, dei parcheggi, dei padiglioni e delle altre infrastrutture del sito espositivo. Il sistema fornito da Came a Expo Milano 2015
gestirà una media di 140mila accessi al giorno, con picchi di 250mila nelle
ore di punta. Gli accessi perimetrali verranno, invece, controllati da 210 tornelli automatici, 10 dei quali sono stati appositamente studiati per gestire
l’ingresso dei visitatori diversamente abili. Il “sistema di controllo intelligente”, progettato da Came si interfaccerà con le automazioni Came di nuova
generazione, e si integra anche con il servizio ticketing e il sistema di controllo centralizzato di Expo Milano 2015.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
soluzioni fotovoltaiche
Schüco per la sede Globo
Cosmo, titolare del brand Globo, si è
affidata alla società di installazione
Energy e alla qualità delle
tecnologie Schüco per
la propria sede centrale
a cura di Francesca Arcidiacono
li impianti fotovoltaici per le strutture industriali rappresentano oggi, anche con
la chiusura dei conti energia, un mercato promettente. Grazie all’autoproduzione energetica infatti le aziende, soprattutto quelle particolarmente energivore, possono risparmiare
notevolmente sulla bolletta rendendosi in buona
parte indipendenti dall’acquisto di elettricità dalla rete. La società abruzzese Cosmo, nota catena di distribuzione di calzature, abbigliamento,
sport e prodotti di pelletteria e valigeria, si è rivolta ad Energy (Martinsicuro, Teramo) per la
progettazione, la fornitura e l’installazione del
tetto solare della propria sede centrale e polo logistico di Corropoli (TE), che serve tutti i punti
vendita distribuiti sul territorio. Le tecnologie
dell’impianto, pensate soprattutto per ottimizzare l’autoconsumo energetico della struttura, sono della società Schüco.
G
La scelta vincente
La scelta vincente è stata quella di puntare su
tecnologie di comprovata affidabilità. “La principale necessità di Cosmo, spiega il dott. Luigi
Vincitorio, incaricato all’interno dell’azienda di
seguire da vicino tutto l’iter esecutivo, era quella
di dotare la sede direzionale, una struttura dagli
elevati consumi energetici, di un impianto di
qualità e valore garantiti, capace di ottimizzare la
gestione dell’energia soprattutto in ottica di autoconsumo e di risparmio e di assicurare prestazioni durature nel tempo. Inoltre, l’opportunità
era quella di accedere agli incentivi del V conto
energia, contando sulle tariffe del primo semestre 2013”. La gestione del progetto è stata affidata a Energy (TE) che ha offerto un intervento
completo, “chiavi in mano” comprendendo la
progettazione, l’installazione fino alla consulenza
per le pratiche burocratiche relative all’allaccio
ed alla richiesta di incentivo. “Considerate le richieste della committenza di soluzioni di particolare qualità, ha dichiarato Fabio Buschi uno dei
titolari di Energy, abbiamo proposto quelle di
Schüco Italia, già nostro fornitore di fiducia, di
cui riconosciamo l’esperienza, le condizioni di
garanzia e la capacità di assicurare assistenza
tecnica anche nel lungo periodo. Una scelta che
si è rivelata vincente, visto il supporto che puntualmente ci è stato dato, sia nella selezione progettuale più adatta alla tipologia di installazione,
sia nelle fasi di realizzazione, installazione e assistenza post vendita dell’impianto”.
Schüco come unico referente
L’impianto Globo di Corropoli è installato su di
una copertura piana di circa 20 mila metri quadrati. Di potenza nominale di 750 kWp, è stato
interamente realizzato con 3.066 moduli fotovoltaici policristallini Schüco della serie MPE
245 PS60, caratterizzati da tolleranza di potenza esclusivamente positiva (0+5%) ad altissimo rendimento energetico, 7 inverter
compatti centralizzati IPE 100 con 7 quadri di
campo I-GAK 24, da 24 ingressi, mentre per
il sistema di montaggio sono stati utilizzati i
morsetti terminali e centrali OT- KH tipo 43.
Schüco è stato scelto come referente unico
per tutta la fornitura e questo ha assicurato la
massima compatibilità del sistema. Infatti la
scelta di un unico fornitore per moduli, inverter e sottostrutture, di cui Schüco garantisce
la durata, le prestazioni e la perfetta integrabilità, assicura il funzionamento ottimale dell’impianto. “In questo caso, ha sottolineato
Fabio Buschi, aver selezionato un unico interlocutore è stato utile anche per l’ottimizzazione dei tempi dell’intervento: la fase di progettazione del progetto Globo ha avuto inizio
nel mese di ottobre 2012 per proseguire da
novembre a metà febbraio 2013 con le attività di installazione e concludersi, nei tempi
previsti, con l’allacciamento dell’impianto il
26 febbraio 2013, data che ha consentito a
Cosmo di accedere e beneficiare degli incentivi previsti dal V Conto Energia per il primo semestre dell’anno.
Un consuntivo sulla resa effettiva dell’impianto è ancora prematuro, conclude Buschi, ma
abbiamo già registrato, nel periodo tra marzo
e agosto di quest’anno, una diminuzione dei
costi in bolletta di circa il 40%”.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
37
il fotovoltaico dopo il 5°
conto energia
La società Enerpoint presenta i risultati
dell’analisi realizzata in collaborazione
con Power-One sul mercato del
fotovoltaico alla fine del
5° Conto Energia
a cura di Francesca Arcidiacono
fiducia nella fine degli incentivi, ma anche una grande volontà di mettersi in
gioco per rispondere in modo efficiente
ai forti cambiamenti di mercato dell’ultimo
periodo: è quello che emerge con forza dall’indagine “Fotovoltaico: quale futuro?” realizzata lo scorso giugno da Enerpoint, top player del settore fotovoltaico, in collaborazione
con Power-One. Il sondaggio è stato realizzato per fotografare lo stato attuale del mercato fotovoltaico, prevedere gli andamenti
futuri e comprendere come muoversi in un
momento storico di transizione come quello
che l’intero settore sta attraversando. L’indagine, realizzata con metodo Cawi (Computer
Assisted Web Interviewing), è stata condotta su un campione rappresentativo di 640
operatori tra installatori, professionisti e rivenditori di materiale elettrico. Le aziende
intervistate si distinguono in modo omogeneo sul territorio, la percentuale maggiore di
operatori ha un’età compresa tra i 25 e i 54
anni, sono uomini (95,8% del totale) e per il
70% sono titolari d’azienda. Il lavoro di ricerca è iniziato indagando come si configura
l’offerta di prodotti e servizi degli operatori.
Gli intervistati hanno riferito di offrire principalmente impianti fotovoltaici (94,8%), a seguire impianti elettrici in generale (55,5%), illuminazione Led (48,4%), solare termico
(44%), caldaie e/o pompe di calore aria/acqua (38,1%), minieolico (23%) e sistemi a
biomassa (15%). Il campione dimostra quindi di essere decisamente impegnato sul
fronte fotovoltaico e che, pur cercando di diversificare l’offerta con soluzioni anche innovative, dall’altro vede sempre nel fotovoltaico un’attività strategica per garantire redditività al proprio business in un contesto di
crisi generalizzata. Per focalizzare lo scenario degli incentivi post Conto Energia, il sondaggio ha rivolto due domande incentrate
su detrazione Irpef per il mercato fotovoltaico residenziale e scambio sul posto per impianti da 20 a 200 kWp.
Sul primo tema gli intervistati si sono dimostrati preoccupati della riduzione della de-
S
38
trazione Irpef dal 50% al 36% che era prevista per fine anno e ora prorogata: secondo il
parere del 78,6% degli intervistati non sarebbe stato sufficiente a sostenere il mercato degli impianti fotovoltaici di piccola taglia. Maggiore apertura invece sulle prospettive degli
impianti da 20 a 200 kWp, che riguardano in
primis Pmi alle prese con elevati costi di elettricità: il 45,8% degli intervistati considera fattibile l’impianto di media taglia anche con il
solo scambio sul posto senza ulteriori incentivi, mentre il restante 54% ritiene che non siano realizzabili a queste condizioni. Da ultimo,
chiedendo agli intervistati le loro stime per
l’anno corrente in termini di potenza e numerosità di impianti venduti/ progettati o installati e facendo un confronto con il 2012 per
comprendere le aspettative degli operatori su
questo 2013, l’indagine registra un calo sia in
potenza sia in numerosità: gli operatori stimano di progettare/vendere/realizzare il 33% di
potenza in meno rispetto al 2012.
Essere pronti alle sfide
del mercato
I dati ci dicono
A conclusione del sondaggio, Enerpoint ha
voluto comprendere anche l’apprezzamento
per la propria Soluzione EP Star, prodotto
realizzato per rispondere alle sfide del mercato che cambia e per garantire all’operatore
in una sola fornitura tutto ciò che è necessario per installare un impianto fotovoltaico fino
a 20 kWp (moduli fotovoltaici EU o non EU,
inverter Power-One, sistemi di montaggio,
quadri c.a./c.c., estensione di garanzia a 10
anni). Chi ha già provato la soluzione EP Star
per impianti residenziali si dichiara soddisfatto dell’acquisto mentre la metà di coloro i
quali ancora non hanno avuto modo di testarla ne risulta comunque interessato per la facilità e la comodità di utilizzo, per la completezza dell’offerta e per la qualità dei materiali
inseriti. L’interesse degli intervistati risulta
elevato anche per EP Star Clima ( fotovoltaico abbinato a climatizzatori Samsung) e ancor di più per EP Star Storage (fotovoltaico
abbinato a sistema di accumulo).
“I dati emersi dall’indagine mettono in luce la
sofferenza del comparto fotovoltaico inserita in
un contesto di difficoltà e di crisi globale, commenta Paolo Rocco Viscontini, Presidente e
AD di Enerpoint. Ci ha colpito molto però la voglia di reagire degli operatori, in particolare dal
mercato arrivano due messaggi importanti che
i decisori politici non possono ignorare: prorogare (questo già fatto) se non stabilizzare la
detrazione al 50% per dare continuità al mercato dei piccoli impianti anche l’anno prossimo
in primis e credere nel ruolo strategico del fotovoltaico per aumentare la competitività delle
Pmi grazie all’abbattimento dei costi di energia
elettrica per le aziende, prosegue il presidente
e AD di Enerpoint. Il fotovoltaico ha portato con
sé un tessuto di imprese piccole e medie lungo tutta la filiera, che vantano esperienza,
know-how e passione per questo settore. È un
patrimonio prezioso che va tutelato: la ripresa
passa dalle energie pulite e rinnovabili di questo Paese, ha concluso Viscontini”.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
nuovo tetto fotovoltaico
con tecnologia Sma
Veneta Impianti sceglie inverter Sma per
due impianti fotovoltaici realizzati sul tetto
di un’azienda che confeziona capi
di abbigliamento in pelle
a cura di Francesca Arcidiacono
eneta Impianti, azienda padovana che
si occupa di progettazione, produzione
e installazione di impianti fotovoltaici, ha
realizzato due impianti ad energia solare nello
stabilimento di produzione di una nota impresa tessile della zona che confeziona abbigliamento in pelle. Per le soluzioni “chiavi in mano”, l’azienda installatrice si è affidata alla
qualità dei prodotti, sia inverter che soluzioni
di monitoraggio, firmati Sma Solar Technology.
La fase di definizione, progettazione e realizzazione degli impianti è stata curata interamente dall’azienda Veneta Impianti, da anni
impegnata nella progettazione e messa in servizio di varie tipologie di impianti, tra cui proprio quelli fotovoltaici. Veneta Impianti, azienda partner del programma Sunny Pro Club di
Sma Italia, ancora una volta ha riposto la propria fiducia nel brand tedesco, leader nel
campo degli inverter fotovoltaici. La prima
analisi fatta dall’azienda padovana è stata relativa allo sviluppo di un progetto per la possibile installazione degli impianti che permettesse di sfruttare l’ampia superficie del tetto dell’azienda. Il cliente, infatti, si è rivolto a Veneta
Impianti proprio con la volontà di realizzare
una copertura fotovoltaica che producesse
quanta più potenza possibile.
V
duli. In questa installazione, si è optato per la
scelta di 221 moduli monocristallini Sunpower e della loro struttura autoportante per tetto piano T10. Ai due impianti è stato affiancato un sistema di monitoraggio, costituito da
Sunny WebBox, il dispositivo Sma che tiene
sotto controllo, 24 ore su 24, il funzionamento
e il rendimento dell’installazione fotovoltaica,
da una Sensorbox, da un sensore eolico, da
un sensore per la temperatura ambiente e da
un sensore per la temperatura del modulo.
Progettazione degli impianti:
easy con il software Sma
La fase di progettazione degli impianti, anch’essa seguita da Veneta Impianti con il
supporto dello studio di ingegneria dell’ ing.
Andrea Pavani di Ferrara, è stata piuttosto
semplice e immediata grazie all’utilizzo del
Sunny Design, il software gratuito di Sma che
permette di configurare in maniera semplicissima e in pochi minuti il progetto. Infatti,
grazie al semplice inserimento dei dati dell’installazione, il software ha suggerito sia la
configurazione ottimale, sia la valutazione
economica dell’impianto. Uno strumento molto utile che ha dato sia all’installatore che al
cliente lo schema ideale di un impianto fotovoltaico su misura.
Struttura dell’impianto
e soluzioni Sma adottate
La parola all’installatore
I due impianti fotovoltaici, realizzati su una superficie rivestita di manto bituminoso, hanno
una potenza di 73 e di 6 kW e sono stati installati rispettivamente sul tetto dello stabilimento
produttivo e su quello degli uffici dell’azienda
produttrice di abbigliamento in pelle. Per coprire l’intera superficie su tetto piano, pari a 570
m2, sono stati utilizzati in totale 4 inverter Sma
Sunny Tripower, nella versione da 17 kW. Gli inverter trifase della famiglia Sunny Tripower si
caratterizzano per una tecnologia estremamente all’avanguardia e per un’ampia versatilità
che permette un semplice dimensionamento
dell’impianto. L’elevato grado di affidabilità e gli
alti rendimenti, che raggiungono livelli anche
oltre il 98%, sono altri due punti di forza del prodotto, che lo rendono ideale per ogni tipo di installazione e adattabile a ogni tipologia di mo-
“La sfida più grande per la realizzazione di
questo impianto è stata quella di soddisfare
le aspettative del cliente, che necessitava
avere un impianto che producesse quanta
più energia fotovoltaica possibile” ha spiegato il Per. Ind. Marco Gentile, responsabile
tecnico-commerciale dell’azienda Veneta Impianti. “Siamo stati però in grado di fornire un
progetto che rispondesse a pieno alle sue
esigenze, soprattutto grazie alla scelta degli
inverter trifase Sma, che ci hanno assicurato
non solo la massima potenza, ma anche la
massima affidabilità e un altissimo grado di
rendimento. Non è la prima volta che ci affidiamo alla qualità Sma: siamo da anni soci
del Sunny Pro Club e rinnoviamo costantemente la nostra fiducia verso Sma scegliendo i loro prodotti”.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
Dati tecnici dell’impianto
• Potenza dell’impianto: 72,267 kW
• Tipologia impianto: su tetto piano
• Numero e tipologia dei moduli: 221 moduli
monocristallini Sunpower da 327 W
• Numero e tipologia degli inverter: n. 4 Sunny
Tripower 17000 TL
• Sistema di monitoraggio: Sma Sunny WebBox,
Sma Sunny Sensorbox, sensore eolico, sensore temperatura esterna, sensore temperatura
pannello, Sma Flashview.
• Superficie coperta dall’installazione: 570 m2
Cos’è il Sunny Pro Club
Nato per supportare quotidianamente i clienti
Sma, il Sunny Pro Club è un programma speciale di collaborazione rivolto specificatamente ai
professionisti del settore: Sma mette a disposizione dei soci del Club la propria struttura marketing
con competenze specifiche e servizi professionali
personalizzati. L’arma vincente del Club sono sicuramente i numerosi servizi offerti, che si adattano alle più diverse esigenze: dalla stampa di materiali cartacei ed espostivi personalizzati con il
logo e i contatti del socio (come brochure, volantini e banner pubblicitari), ai campioni di inverter
dimostrativi per fiere ed eventi, dai corsi di tecniche di vendita, suddivisi in residenziale e business, agli eventi di aggiornamento sulle principali novità del settore. Inoltre, i soci hanno a disposizione una linea telefonica prioritaria per l’assistenza tecnica, che minimizza i tempi di attesa e
garantisce un supporto immediato. È gratuita e
permette di registrare quanti numeri di telefono il
socio necessita. A questo si aggiungono i 3 canali
di visibilità, che permettono ai soci di promuoversi con i propri clienti, vedendo inseriti i contatti
dell’azienda sul sito internet Sma, sull’App gratuita Solarchecker e sulle riviste di settore, tramite articoli dedicati agli impianti realizzati.
Tutte offerte del Club, come la modalità di iscrizione, sono consultabili sul sito
www.SunnyPROClub.it.
39
attualità
Anie/Gifi firma un protocollo
d’intesa
Anie/Gifi, AssoRinnovabili e IFI hanno firmato un protocollo d’intesa con lo
scopo di iniziare un percorso comune verso la creazione di un’associazione
unica che, con oltre 700 imprese, sarebbe il maggiore rappresentante di un
settore che occupa già oggi 130.000 addetti. “Ci siamo trovati concordi,
hanno dichiarato i presidenti Emilio Cremona (Anie/Gifi), Agostino Re Rebaudengo (AssoRinnovabili) e Alessandro Cremonesi (IFI), nel ritenere che
l’ulteriore sviluppo della filiera rinnovabili, intesa come il settore dei produttori di energia rinnovabile, dei produttori di impianti e dei fornitori di componenti e servizi, passi anche per un’aggregazione della rappresentanza. Con
un’unica voce, il settore rafforzerà le sue posizioni in tutte le sedi istituzionali
e su tutti i temi rilevanti, a partire dai provvedimenti legislativi in atto, sul quale presenteremo subito proposte congiunte per lo sviluppo e l’occupazione
nel nostro Paese”. “Alle aziende operanti nel settore delle rinnovabili, ribadiscono i presidenti, dobbiamo il rispetto per quanto fatto nel recente passato
e quanto sarà possibile fare nel prossimo futuro in termini occupazionali e in
termini di ricerca e sviluppo in Italia. Non vogliamo che si ripetano errori senza una analisi vera e concreta delle opportunità per l’industria, il mercato e
per l’economia del sistema Paese”.
Gse: 4 milioni di certificati bianchi
Oltre 4 milioni di certificati bianchi (TEE). Tanti sono i titoli che indicano il
conseguimento di un risparmio energetico di un milione di tonnellate
equivalenti di petrolio emessi tra febbraio e settembre. Lo comunica il
Gse secondo quanto disposto dall’articolo 6, comma 5, del decreto del
Ministero dello Sviluppo Economico del 28 dicembre 2012.
ciclo di incontri per
l’energia sostenibile
Lo scorso 4 novembre, si è svolto a Porto Mantovano, il primo appuntamento del ciclo di incontri “Patto dei Sindaci e Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile”, organizzato da Agire e da La ESCo del Sole (Energy
Service Company), in collaborazione con Fondazione Cariplo e con il
patrocinio della Provincia di Mantova. La serata informativa, rivolta a tutti i cittadini, verteva sul tema “Riduzione delle emissioni e risparmio
energetico: un dovere per tutti”. Il Comune di Porto, come circa altri cinquemila enti in Europa, ha aderito al Patto dei Sindaci, movimento europeo composto da enti locali e amministrazioni pubbliche, che si prefiggono di ridurre del 20% le emissioni di CO2 entro il 2020, tramite pratiche di risparmio e di efficientamento energetico.
dai sistemi di accumulo
notevoli risparmi
Anie Energia ha presentato lo scorso settembre a Roma, il primo studio
nazionale sui benefici dei sistemi di accumulo elettrochimico, non solo
per il sistema elettrico, ma anche per l’utente finale. Secondo lo studio
una diffusione massiva di questa tecnologia, che ha la finalità di trattenere l’energia in eccesso generata durante il giorno permettendo di uti-
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energie
alternative
lizzarla durante la
notte, incrementa
l’autoconsumo dell’energia fotovoltaica
dal 30% al 70% determinando un notevole risparmio per i
proprietari degli impianti e benefici rilevanti per il sistema elettrico, calcolati da Anie Energia in oltre 500 milioni di
euro annui. In un momento delicato per il comparto del fotovoltaico come
l’attuale, l’adozione dei sistemi di accumulo per gli impianti residenziali appare come una valida opportunità di far crescere ulteriormente il fotovoltaico domestico anche dopo la chiusura del Quinto Conto Energia e la fine
delle tariffe incentivanti sull’energia prodotta, facilitando il raggiungimento
della grid parity. Inoltre, il costo delle batterie scenderà del 50% nei prossimi 3/5 anni, permettendo una più capillare diffusione. Nello studio, Anie
Energia ha calcolato dettagliatamente i benefici di sistema, sulla base di
uno scenario di penetrazione dei sistemi di accumulo del 20% (ovvero 5
milioni di impianti fotovoltaici a fronte dei 25 milioni di famiglie italiane). Il risparmio maggiore deriverebbe dalla riduzione dell’energia tagliata a causa di overgeneration (eccesso di generazione sulla domanda), quantificata in 234,4 milioni di euro, subito seguito dai 147,1 milioni risparmiati dalla
riduzione di capacità termoelettrica derivante dal livellamento del picco di
domanda serale di energia. Si aggira intorno a 72,8 milioni invece il taglio
dei costi derivanti dall’investment deferral sulla rete di distribuzione dovuta
alla riduzione della potenza richiesta, senza contare poi il risparmio generato dalla riduzione delle perdite di rete (quantificato in 17,4 milioni) e dalla
diminuzione delle emissioni di CO2 (43,1 milioni).
Gse sulla regolazione
regionale
rapporto
Il Gse pubblica il rapporto “Regolazione regionale della generazione
elettrica da fonti rinnovabili” come da D.Lgs. 28/2011 (art.14). È presentato, in chiave comparativa, il quadro aggiornato al 30 giugno 2013 degli interventi compiuti dalle Regioni per attuare, modificare o integrare le
norme nazionali in materia di autorizzazioni per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il rapporto considera i regimi
autorizzativi specifici, le procedure di valutazione ambientale connesse,
i procedimenti amministrativi per la concessione di acque superficiali e
di risorse geotermiche; un complesso di funzioni amministrative quasi
tutte conferite alle Regioni e, in molti casi, da queste delegate alle Province. È esaminato, inoltre, l’esercizio della facoltà attribuita alle Regioni
di individuare aree non idonee alla installazione di impianti alimentati da
fonti rinnovabili. Il rapporto sarà periodicamente aggiornato. Nella sezione del sito “Autorizzazioni” sono disponibili le informazioni sui regimi autorizzativi vigenti a livello regionale, nella sezione “Cerca la normativa” è,
invece, accessibile la normativa regionale e nazionale.
sistemi di accumulo:
urge una rapida normativa
La nota pubblicata dal Gse in data 20 settembre, avente per oggetto:
“Impianti incentivati dal Gse: interventi di modifica della configurazione
impiantistica mediante installazione di sistemi di accumulo”, evidenzia
come sia ormai quanto mai necessario ed urgente il completamento del
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
energie
alternative
processo di normazione tecnica e regolazione delle modalità di connessione alla rete dei sistemi di accumulo per l’ottimizzazione dell’energia
autoprodotta dagli impianti a fonte rinnovabile in bassa e media tensione. “È evidente, ha dichiarato Nicola Cosciani, presidente Gruppo Sistemi di Accumulo, Anie Energia, che c’è un forte interesse da parte degli
operatori di mercato ad installare i sistemi di accumulo nell’ambito degli
impianti Fer per migliorare l’autoconsumo e, quindi, ridurre i costi dell’energia elettrica”. “Auspichiamo, ha concluso Cosciali, una rapida e
positiva conclusione del processo di istruttoria tecnica volta ad accogliere nelle vigenti norme Cei 0-16 e 0-21 le disposizioni idonee ad
abilitare l’integrazione dei sistemi di accumulo elettrochimico negli schemi di impianto ammissibili per la connessione delle fonti rinnovabili, incentivate e non, alla rete elettrica. Sarà poi necessario un rapido intervento regolatorio dell’Aeeg a valle dell’emanazione delle varianti di
norme Cei 0-16 e Cei 0-21.
prorogata la detrazione
per il fotovoltaico
Nell’ultima bozza di “Legge di stabilità” approvata, è prorogata al 31
dicembre 2014 la detrazione Irpef del 50% per la realizzazione di impianti
fotovoltaici. Dal 1° gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2015, la detrazione Irpef passerà al 40%.
aperitivo con
Energia
Lo scorso 23 ottobre nel Comune di Mezzago si è svolto “Aperitivo con
Energia”, un nuovo evento informativo sulla riqualificazione energetica
delle case uni e bifamigliari organizzato da Infoenergia in collaborazione con l’azienda Teicos e rivolto ai Comuni soci. L’obiettivo è quello di
sensibilizzare la cittadinanza sui vantaggi della riqualificazione energetica integrale della propria abitazione e dell’opportunità rappresentata
dagli incentivi fiscali vigenti, recentemente confermati e potenziati. La
manifestazione è proseguita il 25 ottobre nel Comune di Villasanta,
l’8 novembre a Misinto e il 23 novembre a Usmate e Velate.
inclusione immediata nel
Sistema Raee per i sistemi FV
La nuova Direttiva Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) pubblicata il 24 luglio 2012, deve essere recepita in Italia entro il
prossimo 14 febbraio 2014. La Direttiva prevede l’inclusione immediata
per i moduli fotovoltaici nel Sistema Raee nazionale. Nel recepimento,
saranno indicati molteplici aspetti di particolare importanza per lo smaltimento dei prodotti, quali ad esempio:
• la classificazione dei moduli fotovoltaici, di tipo domestico o professionale: differenze e impatto sui produttori;
• le modalità operative e finanziarie di funzionamento del Sistema Raee;
• gli impatti conseguenti per i produttori;
• distinzione fra rifiuti nuovi e storici.
Oltre ai moduli fotovoltaici, la Direttiva prevede l’esclusione dal campo di
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
applicazione delle “installazioni
fisse di grandi dimensioni”. Tuttavia vi è il rischio di inclusione
nel sistema di ciò che oggi consideriamo componentistica d’impianto, ad esempio degli inverter
fotovoltaici. Risulta quindi di particolare importanza iniziare a definire la posizione dei produttori su tali argomenti, nell’ottica di una presentazione della stessa alle istituzioni.
i
lastrici solari non pagano l’Imu
Lo scorso 22
luglio il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato la risoluzione n. 8/DF
del 22 luglio 2013 in merito all’esenzione dell’applicazione Imu. Nell’ipotesi
di realizzazione di un impianto fotovoltaico su lastrico solare, la risoluzione
chiarisce che il lastrico solare, in quanto categoria fittizia (ossia tipologia di
immobile iscritta al catasto senza attribuzione di rendita catastale), durante
la fase di costruzione dell’impianto fotovoltaico non può essere qualificato
come area edificabile ai fini dell’imposta municipale propria (Imu). La Risoluzione precisa anche che il lastrico solare, appartenente sia a edifici pubblici che a quelli privati, è parte integrante dell’edificio esistente e concorre
alla determinazione complessiva della rendita catastale delle unità immobiliari facenti parte dell’edificio stesso.
no alla procedura semplificata per
impianti FV frazionati
La realizzazione di opere dedicate alla produzione di energia elettrica alimentate da fonti rinnovabili necessita dell’autorizzazione paesaggistica e se
un grande impianto viene frazionato in più parti non si può ricorrere alla procedura semplificata. Sono le conclusioni cui è giunta la Corte di Cassazione
con la sentenza 26636/2013. In linea con altre pronunce, la Cassazione ha
affermato che gli interventi dedicati alla produzione di energia elettrica a
fonti rinnovabili devono essere giudicati compatibili sia sotto l’aspetto ambientale sia sotto quello paesaggistico. Ai sensi del Decreto Legislativo
387/2003, la costruzione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili sono soggetti all’autorizzazione
unica. Gli impianti di piccola taglia, fino a 1 MW elettrico, possono invece essere realizzati con la Pas, procedura abilitativa semplificata, come previsto
dal Decreto legislativo 28/2011. Nel caso preso in esame dalla Cassazione,
l’impianto fotovoltaico era
stato frazionato in tre parti,
ciascuna da 1 MW elettrico,
ma la realizzazione faceva
capo ad un unico soggetto.
Dal momento che mancava
l’autorizzazione paesaggistica, la Corte ha quindi disposto il sequestro dell’impianto. (Fonte: EdilPortal.com)
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case history
energie
alternative
distributore Conergy realizza
la prima solar farm di Malta
tecnologia Sma per il più grande
impianto FV del Giappone
È imminente l’inizio dei lavori per la realizzazione della prima solar farm di
Malta che porterà la firma di ElectroFix Energy, distributore autorizzato Conergy sull’isola. Il progetto, commissionato da Medserv, azienda maltese
leader nella fornitura di servizi e logistica per il settore del gas e del petrolio, dovrebbe concludersi a metà del prossimo anno. Per realizzare l’impianto verranno utilizzati 8.211 pannelli fotovoltaici Conergy PowerPlus
250/255 W. I moduli Conergy PowerPlus sono stati scelti per le alte prestazioni e l’elevata produzione energetica. Garantiscono infatti una potenza
nominale maggiore, fino a +3%, grazie alla tolleranza di potenza positiva
e alla garanzia di 25 anni sulle prestazioni. In questo modo l’impianto è in
grado di produrre una quantità maggiore di energia nel corso della sua vita utile. Inoltre, i moduli Conergy PowerPlus sono caratterizzati da elevata
robustezza e resistenza, grazie alla capacità di carico che li rende adatti a
tutte le condizioni atmosferiche, alla salsedine e all’ammoniaca. Medserv
ha dichiarato che per realizzare l’impianto verranno messi a disposizione
gli ampi spazi sovrastanti i tetti dei suoi magazzini nel Freeport di Malta.
L’impianto su tetto della solar farm da 2,05 MWp produrrà una media di
3420 MWh all’anno ed eviterà di immettere nell’atmosfera circa 2975,30
tonnellate cubiche di CO2 all’anno. I moduli verranno installati in parte su
tetto piano e in parte su tetto inclinato e saranno collegati a 6 inverter Conergy 300C. Attraverso questo progetto, Malta si avvicinerà di un altro
passo agli obiettivi fissati dall’EU in termini di energia rinnovabile.
È stato inaugurato lo scorso novembre con una cerimonia ufficiale a Kagoshima, una città del Giappone meridionale, il più grande impianto fotovoltaico del Paese. 140 inverter centralizzati Sunny Central 500CP-JP
e 1260 Sunny String-Monitor di Sma garantiranno un alto livello di rendimento e un monitoraggio puntuale dell’impianto da 70 MW gestito dalla
Kagoshima Mega Solar Power Corporation.
La messa in servizio del più grande impianto fotovoltaico del Giappone
con tecnologia Sma sottolinea l’eccellente posizionamento dell’azienda
in questo importante mercato. Grazie alla rete di vendita e assistenza locale nonché alle soluzioni specifiche pensate per il mercato giapponese, la società è nella posizione ideale per beneficiare dell’elevata crescita prevista in questo Paese, uno dei mercati del futuro. Già all’inizio dello scorso anno, Sma ha fondato a Tokio una società locale per la vendita e l’assistenza tecnica; qualche mese dopo, registrava un altro importante successo, ovvero la certificazione Jet (Japan Electrical Safety &
Environment
Te c h n o l o g y
Laboratories)
per gli inverter Sunny Boy
per impianti
installati su
tetto, pronti
quindi per essere venduti
nel mercato
nipponico.
Inoltre, recentemente, Sma
è stata la prima azienda produttrice straniera a ottenere la certificazione Jet per l’inverter trifase Sunny Tripower 10000TLEE-JP. La normativa giapponese non prevede una certificazione Jet per gli inverter centralizzati in grandi impianti fotovoltaici di tipo industriale; nonostante
ciò, Sma ha testato gli inverter della serie Sunny Central CP-JP tramite
severe prove, simili a quelle previste per la certificazione Jet per l’installazione di impianti su tetto. Ne è risultato che gli inverter possono
essere installati all’aperto senza alcun tipo di criticità e che sono in
grado di resistere anche alle avverse condizioni meteorologiche tipiche del Giappone meridionale, come ad esempio correnti d’aria ad
elevato contenuto salino e forti tifoni.
Trina Solar fornisce 5 MW ad Espe
Trina Solar ha recentemente fornito 5 MW ad Espe, azienda italiana che
opera nella progettazione e installazione di impianti di energia pulita, per
la realizzazione di un campo solare in Romania. L’impianto fa parte di un
progetto Espe da 20 MW. Inizialmente saranno realizzate due installazioni da 2,5 MW ciascuna su una superficie di 12 ettari che forniranno
6.6GWh annui generando un risparmio di circa 3.700 tonnellate di CO2
all’anno. I 10.000 moduli fotovoltaici Trina Solar utilizzati nel progetto,
con potenza di 240 o 245 W, saranno collegati direttamente alla rete elettrica rumena. I moduli policristallini Trina Solar PC05 sono stati scelti per
il loro 15% di efficienza, la loro capacità di generare fino a 245 W e le alte prestazioni in condizioni di luce scarsa. Inoltre questo modulo, il più
popolare tra le soluzioni Trina Solar, è in grado di sopportare un carico di
neve fino a 5400 Pa ed ha una resistenza al vento fino a 2400 Pa. Tutti i
pannelli di Trina Solar sono dotati di una garanzia di fabbrica di 10 anni
e una garanzia di rendimento di 25 anni.
impianto
eolico da 81 MW Siemens nelle Filippine
Siemens Energy ha ricevuto il suo primo ordine
per un impianto eolico a Caparispisan in Pagudpud, Illocos Norte, nelle Filippine. I clienti sono
Northern Luzon Upc Asia Corporation, AC Energy Holdings, e Philippine Investment Alliance for
Infrastructure, che comprende Government
Service Insurance System, Apg e Macquarie Infrastructure Holdings (Filippine). La fornitura prevede l’installazione di 27 turbine eoliche directdrive SWT-3.0-101, con una potenza di 3 MW e
un diametro del rotore di 101 m. L’accordo com-
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prende anche cinque anni di attività di service. L’installazione e la messa in servizio delle turbine eoliche sono previste per il 2014. L’energia eolica nelle
Filippine occupa una piccola percentuale della produzione totale di energia, ma il potenziale di energia eolica da installare è notevole. Secondo le statistiche del Global Wind Energy Council, le Filippine, essendo uno dei più importanti mercati eolici
emergenti in Asia, hanno avuto nel 2011 una capacità eolica installata di 33 MW, e si prevede l’installazione di oltre 500 MW entro il 2020.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
energie
alternative
villetta ancora piú verde con l’impianto New Light
Un altro intervento di pregio, studiato nel dettaglio da New Light (BL), per soddisfare una
particolare esigenza del committente: integrare nella propria abitazione un impianto fotovoltaico per dare risposta agli aumentati bisogni energetici di una villetta già costruita in
bioedilizia. Per soddisfare questa richiesta
New Light ha scelto di progettare e installare
un impianto integrato innovativo, utilizzando
pannelli con tecnologia policristallina capaci
di generare 5,6 kWp di potenza, tale infatti il
nuovo fabbisogno energetico, generato da
differente assetto abitativo, cui il committente
voleva dare risposta attraverso un approvvigionamento da fonte rinnovabile. L’obiettivo,
oltre a quello di contenere le spese per i consumi, era principalmente
quello di dare una risposta efficiente e coerente con le scelte che già
avevano portato il committente a scegliere di costruire la propria abita-
il ministero dell’ambiente
I moduli solari Hit Panasonic sono stati
scelti per i nuovi uffici del Ministero dell’Ambiente tedesco, un “edificio a consumo netto di energia nullo” in grado di generare tutta l’energia necessaria in modo autonomo.
E in tal senso, Panasonic sostiene con fiducia che i moduli solari “HIT” raggiungeranno l’obiettivo. I moduli si basano su una cella solare costituita da un sottile wafer al silicio monocristallino, circondata da ultrasottili strati di silicio amorfo. La società AS Solar, distributore tedesco di Panasonic, ha
fornito 281 moduli “HIT H250” con un’efficienza del modulo pari al 18.0% e una capacità nominale di 70 kWp. La
speciale tecnologia “HIT” fornisce una maggiore efficienza di conversione
e una maggiore generazione di energia all’interno di uno spazio limitato. In
zione in bioedilizia, per poter continuare a
dare seguito ad uno stile di vita incentrato
sul rispetto per l’ambiente e l’efficienza
dell’approvvigionamento, senza incidere
sull’usuale stile di vita e sul comfort.
Tecnicamente si è proceduto alla rimozione delle tegole di copertura, per un’area
pari a quella della superficie dei pannelli
da posare, senza intaccare l’involucro della
casa. Da qui, selezionando moduli di spessore contenuto, si è passati alla posa di una
guaina isolante (a completa garanzia contro infiltrazioni), cui è seguita la posa di travetti in legno a cui sono stati agganciati i
moduli. La posa si è conclusa con la realizzazione dei collegamenti elettrici e la realizzazione di una canalina esterna per condurli sino all’inverter che il committente ha scelto di posizionare
nel piano interrato della casa.
tedesco sceglie Panasonic
aggiunta al sistema solare fotovoltaico, l’edifico beneficia di innumerevoli altri elementi
di energia rinnovabile quali una pompa di
calore ad acqua per riscaldamento e raffreddamento e pannelli solari termici per fornire l’acqua calda. Inoltre, l’edificio è dotato
di un sistema di ventilazione d’aria forzata
con una unità di recupero del calore che migliora efficacemente il clima interno. Tutti
questi sistemi, oltre che al consumo regolare di energia per l’illuminazione e le attrezzature per l’ufficio, sono alimentati da pannelli
solari. L’edificio è quindi in linea con l’articolo 9 della legislazione UE in materia di efficienza energetica degli edifici,
secondo cui gli edifici occupati e di proprietà di autorità pubbliche devono
essere edifici a consumo netto di energia nullo entro il 2019.
Sorgent.e inaugura il parco eolico di Ariano Irpino
Sorgent.e, player internazionale, cui fanno capo oltre 30 società, del settore delle energie
rinnovabili, tramite la sua controllata Gongolo,
ha effettuato la messa in servizio del parco eolico di Ariano Irpino, comune di 23 mila abitanti in provincia di Avellino. La costruzione
dell’impianto è stata realizzata da S.T.E. Energy, impresa di Sorgent.e, che ha realizzato anche la sottostazione ad alta tensione per conto di Terna, dislocata a una distanza di 6 km
dall’impianto e che consente la messa in rete
dell’energia prodotta. S.T.E. Energy inoltre si
occupa dell’Operation & Maintenance del
parco, che si andrà ad aggiungere ai numerosi impianti già gestiti in Italia e nel mondo. Il parco è disposto in una zona collinare a 700 metri sul
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
livello del mare ed è composto da 5 turbine
eoliche da 2 MW l’una, per una potenza installata totale di 10 MW. A regime l’impianto è in grado di produrre oltre 20 milioni di
kilowattora all’anno rispondendo così al
fabbisogno di circa 8.500 famiglie ed evitando l’emissione in atmosfera di circa
24.000 tonnellate di CO2.
Oltre alla realizzazione del parco eolico e
della sottostazione, Sorgent.e, con la collaborazione dell’Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento) e di Repower, ha
promosso un’iniziativa di sensibilizzazione
sul tema delle energie rinnovabili puntando ad un concorso rivolto alle
scuole locali che si è concluso nell’aprile di quest’anno.
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vetrina
SMA
ottimizzazione della gestione
dell’energia domestica
Affinché tutto
sia sotto controllo per sfruttare in maniera
efficace la corrente FV, Sunny Home Manager mette a
disposizione
un’intera gamma di funzioni
per un monitoraggio continuo dell’impianto e una gestione intelligente
dell’energia, oltre a offrire la soluzione integrata di gestione dell’energia
Sma Smart Home, costituendone il centro di controllo. I gestori degli impianti fotovoltaici possono farsi un’idea chiara sui flussi di energia nella loro abitazione e sanno quando sfruttare al meglio l’energia solare grazie ai
consigli personalizzati. Inoltre tramite le prese radio Sunny Home Manager
è in grado di attivare e disattivare a distanza comuni dispositivi come lavatrici, lavastoviglie o pompe di calore. In questo modo non solo si aumenta
ulteriormente l’autoconsumo, ma è anche possibile rilevare profili di consumo personalizzati per i singoli apparecchi, individuando così quelli dai
consumi troppo elevati. Sunny Home Manager consente di monitorare
in modo comodo e costante qualsiasi impianto fotovoltaico privato. Basta una semplice messa in servizio grazie alla procedura guidata per
assicurarsi la chiara visualizzazione dei dati tramite Sunny Portal con
tutte le funzioni base. Grazie alla rapida visualizzazione in tempo reale,
il gestore dell’impianto è sempre informato sui valori energetici: i dati
vengono aggiornati ogni 10 s e ciò fornisce un contributo decisivo alla
sicurezza del rendimento. I contatori con interfaccia S0 e D0 consentono di rilevare produzione FV, prelievo e immissione in rete. Un ruolo fondamentale hanno i consigli formulati da Sunny Home Manager, elaborati dal dispositivo sulla base del profilo di consumo dell’abitazione e delle previsioni meteorologiche relative al luogo di installazione e le conseguenti stime di generazione FV. Sunny Home Manager è inoltre in grado di prendere in considerazione le tariffe a fasce orarie ed è quindi
predisposto per le future modifiche del mercato energetico.
CONERGY
moduli per tetti inclinati, piani
e sistemi a terra
Dopo il grande successo dei moduli Conergy PowerPlus, Conergy lancia sul mercato la nuova gamma Conergy E che amplia il portafoglio di
prodotti Premium dell’azienda rispondendo alle più specifiche richieste
di ogni utilizzatore. Interamente Made in Germany, sono stati pensati per
ogni ambito, dai progetti residenziali ai grandi parchi fotovoltaici e per
molteplici tipologie di tetto: inclinato, piano e sistemi a terra.
Sono disponibili con classi di potenza 245P e 250P, dotati di tolleranza
sulla potenza positiva (-0/+4,99 Wp), vetro ARC antiriflesso, una speciale cornice cava da 40 mm con fori di drenaggio e resistenza fino a 5400
Pa. Ogni modulo conta 60 celle policristalline, misura 1660x990x40 mm
per un peso totale di 20 kg. Conergy E garantisce alti rendimenti anche
in presenza di luce diffusa e gode di un ottimo rapporto qualità /prezzo.
Si tratta di moduli molto semplici da installare grazie ai pratici connettori
44
energie
alternative
già pre-montati e inoltre sono perfettamente
combinabili con gli inverter e i sistemi di montaggio Conergy.
I nuovi moduli e i loro componenti rispettano
standard di qualità e criteri di accettazione definiti da Conergy per garantire una qualità eccellente e un prodotto a lunga durata. I prodotti Conergy E hanno una garanzia di 10 anni e una garanzia lineare sulla potenza fino a 26 anni (fino
all’80% della potenza nominale).
MARCUCCI
impianto eolico che non si fa sentire
Lafayette Dynamik è l’ultima
innovazione presentata da
Marcucci, nota nella distribuzione di strumentazione e
componentistica elettronica.
Si tratta di un impianto eolico
che basa il suo funzionamento sullo sfruttamento di una
delle risorse tra le più preziose e facilmente accessibili
per la produzione di energia
elettrica: il vento. I vantaggi di
questa fonte di energia naturale sono molti: è una fonte sicura, rinnovabile e assolutamente non inquinante. Inoltre, gli impianti eolici sono facilmente rimovibili e il loro smantellamento consente il totale
recupero dell’area che li ospita. Grazie al suo design unico ed essenziale, il generatore proposto da Marcucci si adatta facilmente a diversi generi di suolo e può essere installato anche in zone impervie come l’alta
montagna o il fronte mare. Dynamik garantisce, inoltre, una notevole riduzione del rumore. Infatti, ciò che lo contraddistingue dalle tradizionali pale delle turbine eoliche è la sua particolare tecnologia, appositamente studiata per eliminare fino alla metà del rumore: con una velocità del
vento 12 m/s, a dieci metri di distanza, il rumore è infatti di appena 58
dBA. Con una potenza nominale di 400 W con velocità del vento a 45,06
km/h (12.5 m/s) e un voltaggio di 12 V, Dynamik è il candidato con tutte
le carte vincenti per portare energia pulita in casa. Insieme all’apparecchio viene offerto in dotazione un controller utile a gestire la ricarica
energetica delle batterie, garantendone un’efficienza inalterata nel tempo. È possibile, inoltre, installare più batterie contemporaneamente e diversi generatori, a seconda della quantità di energia di cui si ha bisogno.
SOLARMAX
inverter per impianti dalle grandi
dimensioni
Gli impianti fotovoltaici di grandi dimensioni necessitano di una sempre
maggiore competitività nei confronti di quelli tradizionali in termini di capacità produttiva e profittabilità. Per tale ragione, Sputnik Engineering
presenta SolarMax RX (da 500 e/o 600 kW), un potente inverter centralizzato caratterizzato da elevata flessibilità di utilizzo grazie al design
modulare, capace di ridurre in maniera significativa i costi di gestione
dei grandi impianti per Utility Scale. Quando viene utilizzato insieme al
controller per impianto fotovoltaico MaxWeb NX SPC, la potenza attiva e
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
reattiva dell’impianto stesso
possono essere direttamente controllate in corrispondenza del punto di accesso
alla rete, fornendo così un
contributo essenziale alla
sua stabilità. Per consentire
il monitoraggio dell’impianto, infine, SolarMax offre il
nuovo data logger MaxWeb
NX pro che consente il monitoraggio costante dell’impianto da remoto, registrando dati, rendimenti
ed eventi, e generando automaticamente allarmi nell’eventualità di malfunzionamenti dell’impianto FV. SolarMax RX consiste di quattro unità di
potenza indipendenti (da 125 e/o 150 kW ciascuna) e può essere utilizzato sia in modalità con singolo tracker MPP (per un’ottimizzazione del carico parziale e gestione dell’errore) sia nella modalità a quattro tracker MPP
(multi-MPPT). Quest’ultima, ad esempio, permette di minimizzare le perdite di energia nel caso di ombreggiamenti temporanei causati dal passaggio di formazioni nuvolose, o da moduli con diverso orientamento. SolarMax RX lavora con un’elevata tensione in ingresso e può essere direttamente collegato a un trasformatore di media tensione di tipo standard,
consentendo di ridurre ulteriormente i costi di gestione.
SCHNEIDER ELECTRIC
gamma di inverter
Schneider Electric presenta per la conversione dell’energia solare diverse soluzioni innovative per applicazioni residenziali, commerciali e offgrid. Tra questi tre nuovi inverter ad elevata efficienza: Conext RL, destinato ad applicazioni residenziali, Conext TL, indicato per applicazioni
commerciali, e infine l’innovativo inverter off grid Conext XW.
Conext RL è un inverter transformerless monofase per applicazioni residenziali, flessibile ed efficiente; è disponibile con livelli di potenza da 3,
4, e 5 kW. Il prodotto, con un’elevata efficienza di conversione di picco
del 97,5%, è stato progettato in modo da poter massimizzare gli indici di
produzione di una grande varietà di impianti, situati sia su singoli che differenti edifici con diversi orientamenti. Conext TL completa la gamma esistente del 15 e 20 kW, aggiungendo i nuovi modelli da 8 e 10kW. È un inverter transformerless trifase
che si presenta come la soluzione ideale per edifici
commerciali, per parcheggi
e per impianti fotovoltaici decentralizzati con taglie inferiori al MegaWatt. L’efficienza
di picco di oltre il 98%, e
l’ampio range di Mppt (350850 V) massimizzano il ritorno dell’investimento. Conext
XW è una soluzione unica
per le applicazioni off-grid,
residenziali, commerciali,
già noto nel mercato offgrid negli Usa ed ora disponibile anche nel nostro Paese, in taglie da 4kW 230V24Vcc, 4,5kW 230V-48Vcc
e 6 kW 230 V-48 Vcc.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
vetrina
energie
alternative
SOLON
sistema di accumulo che si fa in quattro
Solon SOLiberty, l’innovativo sistema di accumulo energetico di Solon,
da oggi è disponibile in quattro diverse capacità di accumulo, per un’installazione customizzata a seconda dei reali fabbisogni energetici del
cliente. Questo sistema, completamente costruito con tecnologia Made
in Italy, non solo
è in grado di ridurre significativamente i costi
per l’acquisto di
energia elettrica, con una drastica diminuzione delle bollette
energetiche, ma
rappresenta soprattutto uno
strumento ideale per raggiungere il traguardo della completa autonomia energetica, arrivando a coprire il fabbisogno energetico fino al 90% annuo. Il nuovo dispositivo, che funziona con
batterie riciclabili al piombo/gel che ora garantiscono una capacità di
accumulo dai 3,3 kWh ai 10 kWh, è disponibile in due versioni: c.c. per
nuovi impianti e c.a. per impianti già esistenti. In questo modo sia che si
tratti di riconvertire gli impianti esistenti o di installarne di nuovi, con Solon SOLiberty i proprietari di impianti fotovoltaici possono usufruire di
questa soluzione che garantisce l’indipendenza nei consumi domestici.
Le quattro versioni ora disponibili sono: 3,3, 6,7, 8,5,10 kWh.
Da sottolineare infine che i sistemi di accumulo Solon sono completamente passivi, lavorando ad isola e a valle del sistema, perciò non modificano in nessun modo i flussi di energia.
duzione di calore nell’eventualità di un ombreggiamento. La tecnologia
può essere utilizzata per tutte le tipologie standard di moduli fotovoltaici, siano essi monocristallini che policristallini. In molti casi, non c’è bisogno di modificare gli impianti per integrare il sistema nel processo di
produzione dei moduli. Oltre al miglioramento nella sicurezza del sistema di alimentazione, la nuova soluzione assicura che i sistemi siano
conformi alle normative e linee guida già in vigore, o in preparazione.
NEDAP
PowerRouter Solar Battery
PowerRouter Solar Battery consente di sfruttare al meglio l’impianto fotovoltaico e di utilizzare in modo ottimale l’energia solare autoprodotta.
Con questa tecnologia, il PowerRouter determina se utilizzare l’energia
istantaneamente, immagazzinarla nelle batterie o immetterla in rete. Non
BOSCH SOLAR ENERGY
sistemi di spegnimento
intelligenti per moduli FV
Bosch Solar Energy presenta un sistema di spegnimento automatico per
moduli fotovoltaici composto da un dispositivo elettronico inserito in una
scatola di giunzione ottimizzata appositamente per il modulo e da
un’unità di controllo per applicazioni di tipo commerciale e residenziale.
La tecnologia utilizzata consente la disconnessione automatica dei moduli dalla rete elettrica in diverse situazioni, come per esempio durante
il trasporto, l’installazione e la manutenzione del sistema, o in casi di
emergenza, quali incendi o allagamenti, senza incorrere in alcun rischio di scossa elettrica. I componenti elettronici intelligenti in ogni
scatola di giunzione garantiscono lo spegnimento automatico dei singoli moduli e dell’intero sistema anche quando l’alimentazione principale di un edificio viene interrotta. Il sistema di spegnimento può essere attivato anche da un segnale di controllo esterno all’istallazione, come il sistema di allarme antincendio, o da un interruttore di emergenza. Diversamente dai tradizionali sistemi di spegnimento, una volta terminata la situazione di emergenza, il sistema si riavvia automaticamente, in modo da assicurare il regolare funzionamento.
Se paragonato ai tradizionali diodi Schottky, i diodi di bypass attivi nella scatola di giunzione del modulo, riducono significativamente la pro-
46
sono necessari inverter o cavi aggiuntivi: basta collegare al PowerRouter i pannelli solari, le batterie, le utenze e la rete.
Tra le caratteristiche: disponibile nelle versioni da 5,0, 3,7 e 3,0 kW;
Battery Manager piombo-acido 24 V c.c. integrato; sistema compatto,
facile da installare, “tutto in uno”; compatibile con tutte le moderne tecnologie PV, compreso il film sottile; 2 tracker MPP completamente indipendenti; monitoraggio e gestione tramite connessione internet integrata. È una soluzione ideale per l’autoconsumo.
Nella maggior parte degli ambiti domestici il consumo si concentra
nelle ore serali, mentre la maggior parte dell’energia solare viene generata durante il giorno. Il PowerRouter utilizza l’energia solare autoprodotta immagazzinando il surplus d’energia nelle batterie per poterla utilizzare in un secondo momento. Quanta più energia autoprodotta
si utilizza (ottimizzazione fino al 70%), tanto meno si è dipendenti dalla rete e dai prezzi crescenti dell’energia.
Connettendo il PowerRouter a internet mediante la connessione internet integrata, puoi accedere a informazioni dettagliate sul sistema (per
esempio sulle prestazioni, sui consumi, e sul rendimento solare e sullo
stato delle batterie). Il PowerRouter può essere anche aggiornato in remoto con software e funzioni nuove, per potere adattare facilmente il
sistema e restare sempre aggiornati.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
dalle aziende
Siemens numero uno in
sostenibilità
Siemens è stata classificata come l’azienda più sostenibile all’interno del
prestigioso indice internazionale Dow Jones sulla sostenibilità (Djsi)
pubblicato da un’associazione di investitori. La posizione raggiunta dimostra l’incontestata leadership della società sul tema sostenibilità in
sette settori industriali. Questo riconoscimento, ricevuto da Siemens anche lo scorso anno, è il più alto che un’azienda possa raggiungere nel
Djsi. Inoltre, Siemens è stata ancora una volta classificata come l’azienda più sostenibile del proprio settore, che fa parte del segmento Capital
Goods. Di questo settore industriale fanno parte anche General Electric,
Philips e 3M. Siemens ha ulteriormente migliorato la propria posizione rispetto allo scorso anno, ricevendo il suo punteggio migliore. Le tecnologie rispettose dell’ambiente sono per Siemens un settore di business importante e in continua crescita. Dal 2008, la società ha incrementato il
fatturato generato dai prodotti e dalle soluzioni “verdi” da 19 miliardi a 33
miliardi di euro, una cifra che oggi equivale al 42% del fatturato totale.
Nell’esercizio fiscale 2012, l’offerta ecofriendly di Siemens ha permesso
ai clienti di tagliare le proprie emissioni di CO2 di circa 332 milioni di tonnellate. Siemens ha inoltre ricevuto una valutazione molto positiva nel
Carbon Disclosure Project (Cdp) grazie agli sforzi sostenuti nell’ambito
della riduzione della CO2 e nella battaglia contro il cambiamento climatico. La Cdp è supportata da più di 722 investitori istituzionali che, assieme, amministrano asset per un totale di oltre 87 trilioni di dollari.
finalizzata l’acquisizione di
Conergy Italia
Kawa Capital Management, ha firmato ufficialmente l’acquisizione delle
unità di vendita e servizio di Conergy Germania, Italia, Regno Unito e
Australia. La transazione si è conclusa dopo una prima fase di trattativa
iniziata lo scorso 19 luglio con un documento preliminare di intesa siglato tra le parti. Durante la prima fase, verso la fine di agosto, Kawa aveva
già acquisito le unità di vendita Conergy in Canada, Stati Uniti, Singapore e Thailandia. Conergy Italia ha quindi ora come socio unico un operatore finanziario che ha forti obiettivi di sviluppo del fotovoltaico a lungo
termine. Questo apre grandi possibilità e un futuro interessante all’impresa di Vicenza nata nel 2005 che con gli oltre 400 MW installati solo in
Italia è tra le filiali europee più attive del gruppo, nonché una delle realtà più consolidate nel panorama fotovoltaico nazionale. Lavorando con
Kawa, oltre a componenti, impianti e servizi l’azienda sarà in grado di
proporre anche soluzioni di finanziamento, diventando la prima impresa
del comparto fotovoltaico con un’offerta così ampia.
Sputnik Engineering amplia
il consiglio di direzione
Seguendo la nuova linea strategica, il produttore svizzero di inverter
Sputnik Engineering (SolarMax) ha deciso lo scorso settembre di ampliare il proprio consiglio di direzione mediante la creazione delle nuove
posizioni di Chief Technical Officer (Cto) e Chief Operating Officer (Coo).
In tal modo, l’azienda sarà in grado di reagire ai futuri cambiamenti del
mercato in maniera più rapida e con maggiore flessibilità. Il ruolo di Cto
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
energie
alternative
viene assunto da
Andreas Mader,
già alla guida
del dipartimento
di ricerca e sviluppo (R&D) dal
2009. Thomas
Staubli, nuovo
Coo, anch’egli
presente in Sputnik Engineering dal 2011, rivestiva già il ruolo di Head of Supply Chain
Management (Scm). La creazione di queste due nuove posizioni dirigenziali riflette l’importanza riposta dall’azienda nelle aree di R&D e Operations. Lo sviluppo di prodotti innovativi e di tecnologie dal futuro promettente sono aspetti cruciali per assicurare il continuo successo di Sputnik
Engineering. In qualità di Cto, Andreas Mader guiderà l’intera area per
garantire il nuovo e futuro sviluppo dei prodotti SolarMax, così come si
occuperà della gestione dell’intero ciclo di vita. Il nuovo Coo Thomas
Staubli guiderà invece le aree Scm, produzione e servizi (post vendita e
riparazione). Tra i suoi obiettivi l’ottimizzazione dei servizi e dei processi
di riparazione al fine di garantire ai clienti SolarMax, ovunque essi siano,
servizi semplificati e di elevata qualità uniti a veloci tempi di risposta.
Sma mette a confronto tecnologia
e finanza sul futuro del FV
Si può ancora investire nel fotovoltaico? Quali sono gli ingredienti per il
successo di un investimento nel settore? Come fare, a chi rivolgersi e soprattutto quali modelli finanziari seguire? Sono stati questi gli argomenti
principali del convegno “PV Investment Grade” organizzato dall’Energy
& Strategy Group del Politecnico di Milano e da Sma Italia lo scorso 4 ottobre presso il Campus Bovisa di Milano, una tavola rotonda per discutere del futuro degli impianti fotovoltaici su edifici commerciali e industriali realizzati in market e grid parity. Il settore del fotovoltaico sta vivendo un periodo di grandi cambiamenti. Le nuove tecnologie e soprattutto
le nuove possibilità di investimento hanno mutato l’approccio degli stakeholder finanziari verso il mondo delle rinnovabili. Con la fine dei vari
Conti Energia nel nostro Paese, infatti, l’attenzione degli operatori e degli investitori è stata rivolta verso mercati esteri, in cui incentivi maggiori
hanno favorito una crescita più veloce degli investimenti “verdi”.
“Non è vero che il mercato italiano si è fermato con la fine degli incentivi
statali”, ha dichiarato Valerio Natalizia, Amministratore Delegato di Sma
Italia. Nel 2012 l’Italia ha attirato quasi 15 miliardi di investimento e nel
2013 la previsione è di continuare in questa direzione. Certo, c’è stato un
cambiamento, che continuerà a ripercuotersi sugli attori che operano in
questo settore. Da un lato la tecnologia e dall’altro la finanza, stanno ridefinendo modelli di business in modo da rendere sostenibili gli investimenti nel fotovoltaico anche nel nostro Paese”.
L’obiettivo del convegno “PV Investment Grade: finanza e tecnologia nel
nuovo fotovoltaico” è stato quello di coniugare i punti di vista di diversi
stakeholder del settore fotovoltaico e finanziario ed evidenziare gli
aspetti fondamentali del nuovo modello di business che permette di rendere sostenibile, anche in Italia, un investimento fotovoltaico, da qualche
centinaio di kW fino a diversi MW portando esempi concreti di progetti
sviluppati in market e grid parity. Particolare attenzione è stata dedicata
al ruolo delle banche, per comprendere come la loro posizione cambi in
47
dalle aziende
ottica di finanziamenti
nell’era del
fotovoltaico
senza incentivi. “Gli operatori del fotovoltaico in Italia” ha argomentato nel suo intervento il Prof. Vittorio Chiesa,
Direttore Energy&Strategy Group “hanno dimostrato nel corso degli ultimi
anni una capacità di adattamento al contesto esterno, con i continui
cambiamenti nell’architettura normativa e nella geografia dei competitor,
che è decisamente sopra la media dei settori industriali, innestando un
percorso virtuoso fatto di innovazione tecnologica ed efficienza di costo”. “Certo la situazione attuale appare particolarmente difficile, ha continuato Chiesa, ma vi sono ancora opportunità per le imprese più innovative di fare business nel nostro Paese”. Senza dimenticare, come
emerso chiaramente dalla Tavola Rotonda finale che ha visto il confronto diretto fra tutti i relatori, che nel “rimettere in moto il mercato” può giocare un ruolo importante anche l’efficientamento e la gestione della considerevole base installata di impianti fotovoltaici esistenti in Italia.
Trina Solar
insignita del
System Integration
premio
La soluzione Trinasmart della società Trina Solar ha vinto il Solar Industry
Award 2013 nella categoria System Integration. Il riconoscimento è stato
attribuito per l’innovazione e l’eccellenza tecnologica di Trinasmart. Questo riconoscimento segue a ruota il premio dello scorso anno attribuito a
Jifan Gao, presidente e amministratore delegato di Trina Solar, nella categoria Solar Award for Excellence (Individuale). Trinasmart è un ottimizzatore di prestazioni integrato nei moduli Trina Solar in silicio monocristallino della serie Honey M, che consente il monitoraggio e il controllo
degli array a livello di singolo modulo e permette di aumentare le prestazioni del sistema fino al 20%. Gli utenti hanno accesso in tempo reale a
tutti i dati del modulo tramite il proprio smartphone o portatile, con la
possibilità di disattivare l’intero array con un solo clic in caso di emergenza. Il sistema si arresterà automaticamente in caso accada un evento critico, come una mancanza di corrente nell’edificio. Funziona con tutti i tipi di inverter, non richiede cavi aggiuntivi, e consente di installare
stringhe di moduli più lunghe del 30%. Trinasmart migliora anche la sicurezza del sistema fotovoltaico: in caso di guasto elettrico (es. arco
elettrico), spegne automaticamente i moduli interessati. Inoltre, nel caso
di un incendio esterno i moduli possono essere completamente disattivati, eliminando l’alta tensione e aumentando così la sicurezza dei vigili
del fuoco in opera durante l’emergenza. Trinasmart aumenta la sicurezza degli edifici ed è conforme alle vigenti e future normative europee che
richiedono la capacità di spegnimento per bassa tensione.
Schüco sceglie di comunicare
in modo originale
È innovativa la modalità con cui Schüco ha presentato al mercato italiano,
in occasione di Made Expo, la “rivoluzione SimplySmart”, la nuova gamma
di finestre e facciate in alluminio che porterà significativi miglioramenti dal
punto di vista della funzionalità e della semplicità costruttiva.
48
energie
alternative
Si è scelto infatti
di utilizzare un
sistema di comunicazione
originale, implementato appositamente per l’azienda, che ha sostituito la presenza dei campioni di infissi
allo stand: niente angolari o profili dunque, ma solo presentazioni multimediali in movimento, fatte di schermate, film, dettagli costruttivi e “zoommate” che, su un monitor completamente touch di 6x2 metri e numerose altre
postazioni interattive, hanno fatto da protagoniste durante tutte le giornate
di fiera. La soluzione multimediale pensata per il lancio della gamma SimplySmart e per far conoscere le novità Schüco ha permesso infatti di comunicare con estrema facilità e incisività contenuti anche di elevata complessità tecnologica che, anziché disperdersi nelle classiche esposizioni
fieristiche, hanno da subito suscitato curiosità e interesse. Questo approccio ha permesso allo staff dei tecnici Schüco di fornire informazioni ampiamente documentate, grazie a una soluzione flessibile per la gestione e la
consultazione degli argomenti replicata in più postazioni di lavoro. L’allestimento Schüco ha consentito quindi di organizzare, sia presentazioni “a
tutto schermo”, per relazionare a una platea di ospiti, sia approfondimenti
“on to one” su percorsi verticali, per soddisfare le singole richieste di informazioni. Oltre alla funzionalità multi-touch del monitor 6x2 (per la gestione
fino a 6 gruppi di utenti contemporaneamente) sono state allestite 4 postazioni con monitor 42 pollici e 8 iPad, per un totale di 18 stage di lavoro.
quanta energia positiva a Bolzano
“La prima energia rinnovabile siamo noi”. È stato questo il leit-motiv del
convegno “Energie” organizzato da Corriere Innovazione e ospitato lo
scorso settembre presso la sede della società Salewa di Bolzano. Un
evento che ha richiamato un prestigioso panel di relatori tra cui il ministro
allo sviluppo economico Flavio Zanonato. È stata un’occasione per discutere dei temi legati all’energia del futuro: efficienza, risparmio e soprattutto
fonti rinnovabili. Non si è fatta solo teoria, ma sono emersi casi concreti di
soluzioni di successo, come quello illustrato da Heiner Oberrauch, presidente di Salewa, che ha voluto condividere con i presenti la propria esperienza con il nuovo headquarter operativo dalla fine del 2011. Non solo
una costruzione indipendente sotto il profilo energetico, ma anche un luogo dove poter “vivere” una migliore qualità della vita, con un asilo interno,
una palestra di arrampicata e altre facility che hanno reso la sede Salewa
un vero milestone nella città di Bolzano. Dopo il benvenuto di Oberrauch,
il convegno ha avuto inizio con il primo intervento del ministro Zanonato
che, dopo aver fotografato numericamente la situazione energetica italiana
ha ricordato che: “il nostro obiettivo è ridurre significativamente il costo dell’energia e stiamo lavorando su un decreto legge per il taglio di 3 miliardi di
Euro di costi che si trasformeranno in 600 milioni di risparmio per le famiglie, e il resto sarà a tutto vantaggio dell’industria”. Inoltre, partendo dall’esperienza di Salewa e di altre iniziative
sul territorio alpino, il
ministro ha ricordato
che un altro traguardo sarà quello di “efficientare” il nostro
sistema, ovvero consumare meno (…e
meglio) energia.
attualità elettrotecnica - dicembre 2013 - numero 10
La progettazione:
elemento insostituibile
a queste pagine che sistematicamente mostrano il crescere dei sistemi e dei componenti, in sostanza il crescere della tecnologia,
non mi stancherò mai di ripetere che il futuro sta nella professionalità, perché una prestazione o una fornitura risulta professionale solo
quando, sin dall’inizio, si è pianificato quanto si deve fare, impiegando
gli uomini, i mezzi e le risorse adeguate. Affidando alla ricerca la insostituibile motivazione che porta alla soddisfazione. Guidare un’automobile, ad esempio, richiede una preparazione adeguata, che non si soddisfa con il solo conseguimento della patente di guida, ma che cresce
con l’uso pratico, ad esempio imparando a guidare su percorsi innevati, piuttosto che prendere dimestichezza con il montaggio e l’utilizzo delle catene da neve.
D
Il progresso tecnologico migliora la vita
Solo 100 anni fa queste conoscenze non erano necessarie per la popolazione che non usava e quindi non si doveva confrontare con i
problemi derivanti dalle autovetture e della circolazione stradale, ma
questa, come altre invenzioni, ha migliorato la vita degli uomini come
prima aveva fatto il treno e così come lo avevano fatto anche altre applicazioni dell’umana tecnologia. Il principio sopraesposto vale per
tutti i manufatti dell’uomo, che sono sempre più performanti, sempre
più confortevoli, sempre più insostituibili per le normali esigenze di vita di quasi tutta la popolazione. A fronte di quanto detto, non è possibile non considerare e non condividere l’uso dei sistemi suddetti che
richiedono per la loro costruzione e la manutenzione non ordinaria, interventi di “specialisti” perchè il risultato sia gratificante per l’utente.
Gli specialisti, sempre più necessari
Negli edifici gli impianti elettrici, quelli idraulici, quelli di climatizzazione o
elettronici, ecc. devono essere all’altezza del momento per il compito che
devono svolgere, del risultato che vogliamo ottenere e che ci attendiamo.
Questo vale anche per le attività pubbliche e produttive, dove è difficile
stare al passo con i tempi quando la burocrazia rifiuta il costruttivo contributo dell’automazione al pari di una azienda manifatturiera che vorrebbe
produrre con sistemi e metodi di qualche decennio fa. In questo mondo
sempre più ricco di opportunità, di gratificazioni, di aumentate aspettative
di vita, la fa da padrona la competizione che ci dà, come risultato, quanto detto sopra. Le continue innovazioni rifiutano la cultura del creazionismo per quella obbligata dell’evoluzione, ma fanno crescere ovviamente
e consequenzialmente l’asimmetria informativa, che impedisce la reale
diffusione della informazione a tutti i livelli. Una delle dimostrazioni più evidenti è il fatto che acquistando un’autovettura, viene consegnato un libretto di istruzioni
sempre più corposo, anche solo rispetto a
trent’anni fa, che rimanda sempre di più a interventi di specialisti per la risoluzione delle
varie problematiche. Anche gli attrezzi in dotazione per la riparazione della autovettura ,
sono sempre numericamente inferiori a quelli
di qualche anno fa, quando erano tanti quasi
come quelli contenuti nella cassetta degli attrezzi di un idraulico.
Si deve saper competere
Sono sempre esistiti, e quindi esistono ed esisteranno sempre manufatti diversi per concezione, costruzione e conduzione, che rispec-
attualità elettrotecnica - novembre 2011 - numero 9
chiano le conoscenze, l’esigenza, le disponibilità del periodo in cui sono
stati realizzati. Gli edifici costruiti negli scorsi secoli non hanno le caratteristiche asismiche di quelli attuali. Evidentemente per la non scientifica
conoscenza dei problemi e la disponibilità di adeguata tecnologia. Oggi
ci sono soluzioni che possono rendere sicuro il vivere anche nei vecchi
edifici come in un edificio di moderna concezione. Ma in questo nuovo
mondo ricco di opportunità e di soluzioni, come ripeto, c’è più competizione e si deve saper competere. Per competere si deve essere e quindi si deve sapere, per evitare di diventare preda, anche in buona fede, di
quelle strutture commerciali-industriali che offrono le soluzioni alle richieste, quando addirittura “creano” le esigenze, per la ragione che lo scopo
delle aziende è quello di tutti noi, non filantropico, ma quello di guadagnare producendo. Ma ovviamente e non ci può essere un prodotto o
una soluzione valida per tutti i casi, come non può esistere un’azienda
che ha fatto prodotti ottimali per tutte le esigenze, funzionali a risolvere
tutte le richieste secondo le aspettative del cliente.
La progettazione come elemento insostituibile
del processo produttivo
Ogni azienda che produce e commercializza ha interesse ad utilizzare i propri prodotti per ragioni economiche, di posizione e di rafforzamento del Brand, ma può anche utilizzare prodotti di terzi. Ma soprattutto progetta. E’ evidente quindi che la progettazione come elemento
di pianificazione per il raggiungimento dei risultati con le risorse disponibili è insostitibile. Ognuno di noi, come i nostri manufatti, è diverso per costituzione, per modo di vivere, permettetemi il paragone: è
necessario che i nostri abiti siano sempre più su misura, per ragioni di
comfort, di economia e di efficienza, come devono essere le cose nel
mondo ormai “globalizzato”. Si evidenzia quindi la insostituibilità del
progettista tecnico, dove la sua obbligazione di mezzi si trasforma
sempre di più in una obbligazione di risultato, garantita dalla formazione permanente e dall’assicurazione per i rischi professionali. I periti industriali liberi professionisti hanno tutto questo, l’assicurazione per
legge è una garanzia, la formazione, per i periti industriali, è un obbligo deontologico vecchio di dieci anni, ancora prima che diventasse
un obbligo per legge. Ma i periti industriali hanno qualcosa di più, perché sono portatori di almeno una reale specializzazione fondata su
una preparazione pratica, oltre che teorica, e come in una scuola guida per la patente auto hanno studiato assieme teoria e pratica. Prima
di essere abilitati all’esercizio professionale. Non solo nozioni quindi.
Oggi ci sono molte più garanzie di ieri. Più specializzazione, più formazione, l’assicurazione, e i clienti possono essere gratificati superando le loro
asimmetrie informative, affidandosi a chi
sa fare, a chi conosce il peso della fatica
fisica del fare e non solo quello di portare
il foglio con un titolo. Insomma, i Periti industriali liberi professionisti, da sempre
sono in prima linea nella battaglia. Non
soltanto a dirigere e coordinare dietro una
scrivania dove la visione e le informazioni
possono arrivare distorte e non in tempo
reale. Ed inoltre affidarsi ai periti industriali fa risparmiare, che non fa mai male.
Gianfranco Magni Segretario Nazionale
FederPeriti Industriali
1
in copertina
elenco inserzionisti
Arteleta
31
Cinisello Balsamo (Mi)
Finder
25
Almese (To)
Con.Trade
1°cop
Bergamo
ITC
3
Dehn Italia
19
Bolzano
Sputnik Engineering
45
Giussano (MB)
Elettrocanali
4°cop
Scanzorosciate (Bg)
Vimar
2°cop
Marostica (Vi)
Elvox
Mensile di informazione per installatori, progettisti, rivenditori
numero 10 anno 15 dicembre 2013
Bagnacavallo (Ra)
5
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amministrazione e pubblicità
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20123 Milano
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Segreteria di Redazione Lorena Famularo
Pubblicità Cristina Cisamolo
Sales Manager
e-mail: [email protected]
Hanno collaborato
Claudio Brazzola, Francesco Fiore,
Gianfranco Magni, Simone Merlotti,
Lorenzo Moroder, Walter Nova,
Lorenzo Riva, Alberto Siani,
Michele Tedone
in questo numero si parla di
Art Direction
Andreas Waibl
4Power
Abb
Agire
Anie Automazione
32
10-24-36
40
8
Elettro Italia
26
Performance in Lighting
Emerson Network Power
34
Phoenix Contact
Enerpoint
38
ReMedia
Eurosatellite
35
10-28
8
4
Salewa
48
36
Anie Csi
10
Faac
32
Scame
Anie Energia
40
FederPeriti Industriali
49
Schneider Electric 10-29-35-45
Finder
27
Schüco
Anie/Gifi
40-41
37-48
Arnocanali
24
GE
27
Siei Peterlongo Electric
AssoRinnovabili
40
GE Industrial Solutions
35
Siemens
10-29-42-47
Bosch Solar Energy
46
Gewiss
Sma
39-42-44-47
BTicino
32
Gse
40
Socomec
Cabur
24
Hager
28
Came
36
Ifi
40
Solarmax - Sputnik
Engineering
Infoenergia
41
KBlue
33
La Esco del Sole
40
Marcucci
44
Cei
Conergy
Con.Trade
Crestron
Dehn
Domotecnica
Eaton
4
42-44-47
24
4
10-26
8
7-26
Mce
46
New Light
43
9
Obo Bettermann
Ecolight
9
Omron Electronics
41
9
Nedap
Ecolamp
EdilPortal.com
4-10-27-32
Panasonic
10-28
4
43
Solon
Sorgente.e
Sps/Ipc/Drives Italia
Teicos
Trina Solar
29
Tariffe abbonamenti
Annuale Italia € 36,00
Annuale estero € 66,00
Una copia € 3,60
Abbonamento
sul c/c postale n° 43429208
oppure a mezzo vaglia o assegno bancario
intestato a:
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Piazza Sant’Agostino, 22
20123 Milano
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4-46
43
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41
42-48
4
Tüv Rheinland
4
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30
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