2016-01-Energie-Rinnovabili-e-Mobilita-Nota-del-socio - AEIT-TAA

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ENERGIE RINNOVABILI E MOBILITA’ ELETTRICA
Nel 2007 ho riqualificato energeticamente casa mia, superisolandola, installando un pompa di
calore geotermica da 2,5 kW per il riscaldamento, e 8 kWp di fotovoltaico i quali, fino all’agosto
2013, hanno prodotto il 100% dell’energia elettrica che serviva alla casa nell’anno solare. Niente
gas, anche la cucina è elettrica. Dall’agosto 2013 ho un’auto elettrica ad autonomia estesa che
cerco di ricaricare il più possibile quando il fotovoltaico produce. Il fotovoltaico è incentivato dal
secondo conto energia con una tariffa aumentata del 28%, quale premio per aver installato
l’impianto nel contesto della riqualificazione energetica complessiva della casa. Ho una serie di
contatori che leggo ogni mese per una statistica precisa: l’energia assorbita dalla rete, prodotta
dal fotovoltaico, consumata suddivisa tra le varie utenze, immessa in rete.
Con l’auto, In 29 mesi ho percorso 56.000 km, metà del quali a elettrico. I consumi totali della casa
sono aumentati del 22%, compensati quasi totalmente dal raddoppio dell’autoconsumo del
fotovoltaico, mentre l’assorbimento dalla rete è aumentato di poco. Pertanto, il costo è quello
del mancato scambio sul posto, 17 cnt/kWh. L’auto percorre circa 6 km/kwh e 13-15 km/litro di
benzina. Il vantaggio economico quasi non esiste, rispetto alla semplice ricarica dalla rete, magari
la notte, quando l’energia costa meno. Ma il problema vero non è economico ma ambientale ed
anche di equilibrio della rete: fotovoltaico ed eolico, non programmabili e in quantità ormai
importanti, creano problemi alla rete per compensare i quali Terna S.p.A., gestore della rete
nazionale, sta già installando grandi batterie nelle sue sottostazioni con costi notevoli non solo di
impianto, manutenzione e gestione ma anche di perdite per trasporti sulla rete, trasformazioni e
conversioni, prima che l’energia arrivi all’utente. Inoltre, poiché le rinnovabili hanno la
precedenza , in caso di sovra produzione rispetto alla domanda, viene ridotta la produzione di
centrali a combustibili fossili che devono essere indennizzate.
Ciò premesso, mi domando se la ricarica di automezzi elettrici dal fotovoltaico, non possa
diventare sistema, vista anche la diffusione capillare sul territorio degli impianti fotovoltaici.
Diffuso potrebbe esserlo già ora da parte di quelli che, avendo già un’impianto fotovoltaico,
decidano di passare all’auto elettrica e alcuni ci sono già. Ma nascono subito problemi di potenza
dell’impianto perché 8 kWp richiedono 50-60 mq di pannelli, superficie non sempre disponibile,
costi a parte. E con una potenza minore si rischia di non disporre della potenza necessaria,
finendo col prendere l’energia dalla rete. Ma poiché il classico impianto domestico da 3 kWp
produce 3.600 kWh/anno e l’autoconsumo medio è attorno al 35%, la soluzione potrebbe essere
una batteria nella quale accumulare il restante 65% dalla quale poi ricaricare l’auto. E siamo,
ancora una volta, a parlare di accumulo del quale si parla continuamente, anche se non stanno in
piedi i numeri economici e lo conferma anche l’articolo sul n° 5 di ENERGIA ELETTRICA. La ricarica
di auto elettriche potrebbe migliorare molto il bilancio dell’investimento. Ma sarebbe anche la
ragione per nuovi impianti fotovoltaici, oggi interessanti solo in caso di autoconsumo, ormai.
Ma batterie potrebbero essere collegate a tutti gli impianti di ogni potenza che potrebbero così
diventare dei distributori di energia elettrica. Le batterie potrebbero anche essere ricaricate
presso gli impianti e poi trasportate ai distributori veri e propri che, in tal modo, diventerebbero
“ibridi”. Le batterie, non essendoci limiti di peso e volume, potrebbe essere del tipo più funzionale
ed economico. In ogni caso le perdite di sistema, rispetto a quelle installate nelle sottostazioni di
alta tensione da Terna, sarebbero molto minori perché poi l’energia finirebbe nelle batterie delle
auto elettriche le quali, in pratica, andrebbero a sole e quindi a emissioni zero!
Da tenere poi ben presente che, essendo il rendimento del motore elettrico superiore al 90%
mentre quello dei motori a scoppio e diesel arriva al 20% quando va bene, il consumo energetico
in kcal è ridotto ad un quarto.
Certo, nella pratica mancano le colonnine di ricarica ed anche le auto elettriche sono poche per
giustificare investimenti nel sistema. Investimenti che, peraltro, si stanno già facendo nelle
sottostazioni. Eppure, tanto per cominciare, qualche colonnina collegata ad impianti fotovoltaici,
potrebbe già fare il suo lavoro di giorno anche senza batterie, come succede a casa mia. Ma per
smetterla di sognare, servono due volontà:
1) Da parte dei costruttori a produrre auto solo elettriche, ad un prezzo accattivante e la
possibilità c’è perche la motorizzazione elettrica è meno costosa di quella a pistoni: non
capisco perché la Yaris con due motorizzazioni costa 13.900 €, mentre la ZOE e la LEAF,
solo elettriche, ne costano da 22.000 in su + il nolo delle batterie
2) Da parte dello Stato a non trasferire sulle auto elettriche la tassazione che ora incide sui
carburanti per quasi il 70% del prezzo alla pompa: bisogna riconoscere valore all’aspetto
ambientale.
In questi giorni circola in TV la pubblicità di una marca di carburanti che avrebbe oltre 3.000
stazioni in Italia: gli impianti fotovoltaici incentivati dal GSE sono 550.551.
Marcello Pegoretti - Trento
[email protected]
14 gennaio 2016.
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