12001014 Rapporto Pag. 1/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Contratto Accordo di programma 2009÷2011 con il Ministero dello Sviluppo Economico per le attività di ricerca e sviluppo di interesse generale per il sistema elettrico nazionale. Piano Annuale di realizzazione 2011. Titolo Impatto della mobilità elettrica sulle reti di distribuzione di bassa e media tensione in presenza di diverse modalità di ricarica e di generazione distribuita. Progetto Linea di Ricerca Deliverable Sintesi Progetto 10: Impatto sul sistema elettrico della potenziale diffusione dei veicoli elettrici 5 Impatto della mobilità elettrica sulle reti di distribuzione di bassa e media tensione in presenza di diverse modalità di ricarica e di generazione distribuita. Mod. RARDS v. 02 La parziale riproduzione di questo documento è permessa solo con l'autorizzazione scritta di RSE. N. pagine 108 N. pagine fuori testo Data 31/03/2012 Elaborato SSE – Antonio Valsecchi, Paolo Gramatica, Danilo Bertini Verificato SSE – Giuseppe Mauri Approvato SSE – Massimo Gallanti TTD – Michele DeNigris [inserire n.pagine fuori testo] Ricerca sul Sistema Energetico – RSE S.p.A. Società con unico socio soggetta alla direzione ed al coordinamento di GSE S.p.A. Sede Legale - 20134 Milano - Via R. Rubattino, 54 Tel. +39 023992.1 - Fax +39 023992.5370 - PEC [email protected] Reg. Imprese di Milano, P.IVA e C.F. 05058230961 R.E.A. di Milano n. 1793295 Cap. Soc. 1.100.000 i.v. ISO 9001 CH-32919 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 2/108 INDICE ..................................................................................................................................................... 2 SOMMARIO............................................................................................................................................. 4 SUMMARY............................................................................................................................................... 4 RIASSUNTO ESTESO ............................................................................................................................ 5 PROFILI DI RICARICA VELOCE....................................................................................................... 6 IMPATTO DELLA RICARICA VELOCE SULLA RETE MT............................................................ 6 ACCUMULO NELLE STAZIONI DI RICARICA PUBBLICHE........................................................ 8 IMPATTO DELLA RICARICA LENTA SULLA LINEA BT ........................................................... 10 MONITORAGGIO RICARICA VEICOLO EV.................................................................................. 11 1 INTRODUZIONE .......................................................................................................................... 12 2 SCENARIO DI MOBILITÀ 2030................................................................................................. 14 2.1 2.2 Scenario di penetrazione EV al 2030 ....................................................................................... 14 Scenario di mobilità elettrica al 2030....................................................................................... 16 3 CONFRONTO TRA LO SCENARIO DI MOBILITÀ ELETTRICA E SCENARI BASATI SU COMBUSTIBILI ALTERNATIVI ................................................................................................ 19 4 STIMA DI PROFILI DI RICARICA ........................................................................................... 22 4.1 4.2 5 Ricarica veloce ......................................................................................................................... 22 Profili di ricarica veloce ........................................................................................................... 23 LOCALIZZAZIONE DELLE STAZIONI DI RICARICA VELOCE ..................................... 25 5.1 5.2 5.3 Geolocalizzazione stazioni di rifornimento carburante ............................................................ 25 Geolocalizzazione rete MT di Lambrate .................................................................................. 25 Connessione stazioni di ricarica alla linea MT......................................................................... 27 6 STUDIO DELL’IMPATTO DELLA RICARICA VELOCE SULLE RETI MT (ANALISI LOAD-FLOW) ....................................................................................................................................... 30 6.1 Considerazioni preliminari ....................................................................................................... 30 6.2 Load-flow: analisi di sottotensione .......................................................................................... 30 6.3 Analisi dei risultati ................................................................................................................... 32 6.3.1 Analisi di picco annuo...................................................................................................... 32 6.3.2 Analisi in esercizio medio ................................................................................................ 37 7 STUDIO DELL’IMPATTO DELLA RICARICA LENTA SULLE RETI BT ........................ 40 7.1 7.2 8 Implementazione Applicativo Mare ......................................................................................... 40 Funzione “Topologia rete & Load Flow”................................................................................. 41 ACCUMULI DI ENERGIA NELLE STAZIONI DI RICARICA VELOCE........................... 52 © Copyright 2012 by RSE. All rights reserved - Activity code 1427/12 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 3/108 8.1 Tipologie di impianto ............................................................................................................... 52 8.1.1 Impianto a “serbatoio”...................................................................................................... 52 8.1.2 Impianto a “polmone” ...................................................................................................... 54 9 PIANIFICAZIONE DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE MT E BT IN PRESENZA DI STAZIONI DI RICARICA VELOCE.................................................................................................. 56 9.1 9.2 Criteri di pianificazione e di esercizio della rete di distribuzione rete MT .............................. 56 Criteri di pianificazione e di esercizio della rete di distribuzione rete BT ............................... 56 10 MONITORAGGIO DELLE RICARICHE DI UN VEICOLO ELETTRICO (EV) (PERIODO GIUGNO 2011 - FEBBRAIO 2012)................................................................................. 58 10.1 10.2 10.3 11 Sistema di monitoraggio delle ricariche ................................................................................... 59 Elaborazione dati...................................................................................................................... 64 Consumi della Colonnina di ricarica ........................................................................................ 67 CONCLUSIONI ......................................................................................................................... 71 BIBLIOGRAFIA.................................................................................................................................... 72 ALLEGATO A – MONITORAGGIO RICARICHE EV ................................................................... 73 ALLEGATO B – BREVE STORIA E CENNI SULL’EVOLUZIONE DELLA TRASMISSIONE DI POTENZA TRAMITE CIRCUITI MAGNETICI RISONANTI (TECNOLOGIA WITRICITY)........................................................................................................................................ 105 © Copyright 2012 by RSE. All rights reserved - Activity code 1427/12 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 4/108 STORIA DELLE REVISIONI Numero revisione 00 Data Protocollo Lista delle modifiche e/o dei paragrafi modificati 31/03/2012 12001014 Prima emissione SOMMARIO Il rapporto presenta lo studio dell’impatto sul sistema elettrico di distribuzione MT della potenziale diffusione di Veicoli Elettrici (EV) ipotizzata al 2020 e al 2030 in termini di diffusione delle stazioni di ricarica e di distributori “ibridi” (con pompe di carburante per combustibili fossili e punti di ricarica EV) allacciate direttamente alle reti MT o per mezzo di una linea dedicata proveniente dal lato BT di una cabina di trasformazione MT/BT. Ai fini delle mobilità, le stazioni di ricarica dovranno rispondere a diversi requisiti, essere in luoghi utili (ad esempio, come le odierne stazioni di rifornimento), ma necessitano anche di essere allacciate a un nodo della rete di distribuzione adeguato a soddisfare le richieste di potenza, oppure, in alternativa, avere a disposizione degli adeguati sistemi di accumulo locali. Sono state effettuate valutazioni sulla capacità di parte della rete elettrica di Milano di contribuire alla ricarica veloce, identificando l’ubicazione degli attuali distributori e delle cabine secondarie MT/BT alle quali è prevedibile un allaccio. È quindi stata effettuata un’analisi di load flow, tramite la quale si è valutato l’abbassamento di tensione lungo i feeder. I risultati hanno evidenziato che la ricarica veloce non costituisce un problema per la porzione di linea MT analizzata. Inoltre, l’utilizzo di adeguati acculi permettere l’allaccio dei distributori di ricarica veloce anche alle riti BT. Un’analisi simile è stata implementata anche nel software MARE, permettendo il calcolo delle cadute di tensione lungo le linee BT. Anche in questo caso la rete elettrica milanese dimostra un’alta capacità e robustezza di fronte ad una notevole diffusione della mobilità elettrica. Sono presenti inoltre due tipologie di impianto da applicare laddove la linea elettrica presenta delle criticità, di sottotensione o di sovraccarico. I due impianti, denominati “a serbatoio” e “a polmone”, permettono rispettivamente di immagazzinare l’energia necessaria al rifornimento delle auto elettriche durante la notte, e di utilizzare un piccolo “polmone” per tagliare i picchi di carico richiesti alla rete. Infine viene presentato il monitoraggio dei consumi di un veicolo elettrico e dell’infrastruttura di ricarica in dotazione a RSE. SUMMARY The report investigates the impact on distribution grids of the spread of Electric Vehicle (EV) assumed for 2020 and 2030 in terms of diffusion of fast charging stations and "hybrid" energy distributors (with fuel pumps for fossil fuels and fast charging points for EVs) connected directly to the MV networks or by means of a dedicated LV line coming from the LV side of a MV / LV substation. For the purposes of mobility, charging stations will have to meet several requirements, be in useful places (for example where there present gas stations, but also they need to be connected to a node of the distribution network adequate to meet power demands, or, alternatively, to relay upon local storage systems. Evaluations were carried out to verify the capability of part of the MV distribution network of city of Milan to support fast recharging, taking into account location of present gas stations and of MV/LV substations. Load flow analysis was used for evaluating voltage drops along MV and LV lines: results show that the direct connection of fast charging stations to MV line is not a problem for MV line. A similar analysis was also implemented in the MARE software, allowing the calculation of the voltage drops along the LV lines, in case of residential slow EV charging. Also in this case the electrical network of Milan shows high capacity and robustness to a large spread of the electric mobility. Also, two different sort of 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 5/108 fast charging stations suitable to avoid voltage drops or cable overload are presented. The first is called “Tank station” and allows to store the energy necessary for the supply of electric cars during the night, the second called “Buffer station”, uses a small "buffer" to cut load peaks and minimise plant storages. The report ends with the monitoring of the consumption of an electric vehicle and its charging infrastructure. RIASSUNTO ESTESO L’attività ha riguardato lo studio dell’impatto della ricarica lenta e veloce sulle reti BT ed MT di una grande area metropolitana Italiana rappresentata dalla città di Milano a partire dallo scenario di diffusione delle auto elettriche che prevede 10 milioni di auto plug-in circolanti nel 2030 e dello scenario di mobilità giornaliera valutato lo scorso anno e riportato in Figura 1. Figura 1 – Spostamenti nell’area milanese Un confronto tra due ipotesi evolutive: la prima che prevede la presenza di circa 10 milioni di veicoli elettrici plug-in, la seconda che prevede auto con motore a combustione interna alimentato a metano ed a GPL ha evidenziato che, rispetto alle auto attuali alimentate a metano ed a GPL caratterizzate dai consumi più bassi sul mercato, le auto elettriche plug-in comporterebbero vantaggi estremamente significativi consentendo: • risparmi annui di energia dell’ordine di 4,2 Mtep rispetto alle auto a metano e di 2,6 Mtep rispetto alle auto a GPL; • riduzioni delle emissioni annue di CO2 dell’ordine di 8,6 MtCO2 rispetto alle auto a metano e di 7,6 MtCO2 rispetto alle auto a GPL; risparmi annui sui costi dei combustibili dell’ordine di 2 miliardi di rispetto alle auto a metano e di oltre 4 miliardi di rispetto alle auto a GPL. È senz’altro possibile che le prestazioni, in termini di consumi specifici, delle auto a metano e a GPL migliorino da qui al 2030 (anno orizzonte dello scenario considerato) rispetto ai valori minimi attuali qui considerati, tuttavia la distanza rilevata nel presente studio rispetto ai benefici conseguibili dalla penetrazione delle auto elettriche appare ben lontana dal poter essere colmata. In accordo agli scenari di penetrazione dei veicoli elettrici nel parco auto italiano si prevede il dispiegamento dell’infrastruttura di ricarica pubblica che garantirà contemporaneamente la diffusione dei veicoli stessi e la loro ricarica. Queste infrastrutture saranno soprattutto costituite da sistemi di Fast Charge, in grado di erogare un’energia sufficiente a percorrere molti chilometri in pochi minuti. Le stazioni FC saranno ubicate prevedibilmente in corrispondenza degli odierni distributori di carburanti, che diventeranno quindi “ibridi”, ossia in grado di rifornire sia i veicoli tradizionali ICE sia i veicoli elettrici (EV). 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 6/108 PROFILI DI RICARICA VELOCE Il profilo di mobilità dell’area metropolitana di Milano è stato utilizzato per definire i profili di ricarica veloce, ossia in modo da caratterizzare la domanda media di energia elettrica che le EV richiedono ai distributori “ibridi” durante il corso di una giornata. Dai dati riportati nella tabella seguente si evince una richiesta media di 1 MWh di energia per il parco auto elettrico per ogni distributore ibrido. N° EV Percorrenza/giorno Consumo al km (stima) N° distributori Energia erogata ogni distributore medio ~ 300’000 30 km/giorno 0.15 kWh/km ~ 1100 giorno dal ~ 1200 kWh/giorno Sono perciò elaborati 3 profili di ricarica veloce, applicando in successione 3 ipotesi di scenario: Proporzionalità con il profilo di mobilità; Penalizzazione della notte; Penalizzazione delle ore centrali:. La Figura 2 rappresenta i 3 profili elaborati: le barre blu definiscono il profilo “proporzionale”, dato che calcolato considerando la sola ipotesi 1; le barre rosse, invece, corrispondono al profilo “Nottepenalizzata”, in cui è stata introdotta la condizione 2 (oltre all’ipotesi 1); l’ultima serie di barre (verdi) descrive invece il profilo “Notte-penalizzata con picchi”, in cui si è considerata anche l’ipotesi 3. Figura 2 - Profili di richiesta di energia per il parco auto elettrico IMPATTO DELLA RICARICA VELOCE SULLA RETE MT Secondo l’ipotesi di scenario per cui i futuri distributori ibridi saranno connessi alla rete di distribuzione MT, è stato necessario definire come gli attuali distributori sono collocati rispetto alle cabine di trasformazione della rete elettrica da studiare, valutando così quali distributori è possibile ipotizzare come allacciati direttamente alla rete. Nello scenario sviluppato sono stati virtualmente connessi solo i distributori situati ad una distanza inferiore ai 150 metri da un nodo della linea MT (Figura 3): nel complesso 28 distributori sono stati allacciati agli 11 feeder analizzati. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 7/108 Figura 3 - Geolocalizzazione di una linea elettrica MT e dei distributori di carburante Da un’analisi preliminare dell’impatto dei distributori ibridi connessi alla rete sotto esame, emergono i seguenti risultati: • Incremento della potenza massima nell’ordine del 5% • Incremento dell’energia erogata dal trasformatore AT/MT nell’ordine dell’1% • Limiti di utilizzo del trasformatore largamente non superati In base a queste considerazioni risulta evidente che la rete studiata è in grado di provvedere alla potenza e all’energia richiesta per la ricarica rapida. Tuttavia è altresì necessario valutare gli effetti che un aumento localizzato della potenza prodotta può causare sull’abbassamento di tensione nella linea MT. Vengono eseguite 4 simulazioni in cui il profilo di richiesta da rete dei distributori con ricarica veloce è scalato allo 0%, 100%, 200% e al 300% in modo da simulare differenti taglie d’impianto, dal piccolo distributore con un solo punto di ricarica alla grossa stazione di servizio con numerosi sistemi FC (Figura 4). Questa ultima distinzione permette di valutare più precisamente l’impatto nello scenario considerato; alcuni feeder della rete MT studiata si sviluppano in zone periferiche dove i distributori di carburante hanno un alto numero di pompe, clienti e, di conseguenza, combustibile venduto giornaliero. Per questo è ipotizzabile che il profilo calcolato in Figura 2 come media tra tutti i distributori dell’area, in realtà è sottodimensionato rispetto alla taglia ed al flusso di veicoli che interessa i distributori presenti. Si è perciò ipotizzato un prelievo doppio e triplo (in energia) rispetto al prelievo “base”, in modo da porsi in una situazione più coerente con la zona interessata dallo studio. Viene qui presentato un campione delle analisi effettuate sul feeder maggiormente sollecitato dalla ricarica veloce, data la presenza di più distributori connessi e la conformazione del feeder stesso (lunghezza, sezioni, numero di nodi). Nel seguito sono riportate le differenze di tensioni rispetto al caso base delle 3 simulazioni con carico EV posto rispettivamente al 100%, al 200% ed al 300% rapportate alla tensione nominale di 23 kV. Risulta evidente una proporzionalità tra l’aumento di carico EV e la diminuzione della tensione all’ultimo nodo. Tuttavia i valori massimi di abbassamento di tensione rimangono fortemente limitati sotto lo 0.5% del valore nominale. Dallo studio emerge il fatto che una rete elettrica urbana di distribuzione con queste caratteristiche (sezione quasi costante e sovradimensionata per permettere contro-alimentazione) è in grado di soddisfare la domanda di energia elettrica per EV senza violare la direttiva EN50160 (abbassamento non superiore al 10%). 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 8/108 Figura 4 - Abbassamento di tensione nelle 3 situazioni di studio: valori rapportato alla tensione nominale della rete ACCUMULO NELLE STAZIONI DI RICARICA PUBBLICHE Sono stati sviluppati due diversi prototipi di distributore ibrido che utilizza un accumulo locale in grado di erogare l’energia necessaria al parco auto elettrico, contenendo i costi di allaccio e fornitura di energia elettrica. I due impianti si differiscono principalmente per la taglia dell’accumulo e per i servizi e le strategie implementabili. Impianto a “serbatoio” Con impianto a “serbatoio” si intende l’utilizzo di un accumulo di grandi dimensioni per immagazzinare una grande quantità di energia in momenti e da fonti diverse in modo da renderla disponibile per la mobilità elettrica. L’algoritmo utilizzato per l’ottimizzazione della capacità di accumulo in funzione dei costi di esercizio prevede l’immagazzinamento di energia solo se: l’accumulo ha disponibilità (non è saturo); il prezzo dell’energia è basso (fascia notturna o incentivi); la differenza tra l’energia richiesta da EVs e quella disponibile dalla rete (in base alla potenza di allaccio alla rete stessa) è negativa (parte 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 9/108 dell’energia da rete è usata per la ricarica e la restante parte viene immagazzinata). In Figura 5 viene mostrato l’andamento dell’energia accumulata e quella richiesta da rete e da EV durante l’arco di una giornata media. Figura 5 - Impianto di ricarica con accumulo a “serbatoio”: profili di prelievo L’impianto sopra descritto è però utilizzabile ed economicamente vantaggioso solo se il costo dell’accumulo è inferiore ai 100 /kWh, ottenendo così un guadagno sulla differenza di prezzo dell’energia nelle fasce di tariffazione bi/tri-oraria. A. Impianto a “polmone” L’alto costo d’investimento dell’accumulo può limitare l’uso di impianti di grossa taglia a favore di impianti più piccoli. L’uso di questi ultimi non è più indirizzato allo spostamento del prelievo nelle ore notturne, quanto all’abbassamento dei picchi di richiesta di energia. La Figura 6 mostra un utilizzo tipico per questa tipologia d’impianto. Si può notare che sebbene il prelievo da rete sia costante durante le ore centrali della giornata e insufficiente a soddisfare la richiesta di energia da parte dei veicoli elettrici, il serbatoio accumula gli esuberi di energia e cede l’energia necessaria a seconda delle necessità. In questo modo la potenza al punto di allaccio rimane limitata e di valore modesto (circa 70 kW nell’esempio mostrato) e l’accumulo ha una taglia, e quindi un costo, limitato. In questo caso può essere prevedibile un allaccio in “antenna” dell’impianto alla linea BT, limitando così fortemente i costi d’investimento. Figura 6 - Impianto di ricarica con accumulo a “polmone”: profili di prelievo 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 10/108 IMPATTO DELLA RICARICA LENTA SULLA LINEA BT L’applicativo Software MARE è stato arricchito con la funzione “Topologia rete & Load Flow” al fine di simulare la rete nelle sue diramazioni ed eseguire in modo automatico i calcoli di load flow relativi alle registrazioni orarie disponibili. Oltre alle valutazioni di load flow, istantanee e di profili di carico registrati, la funzione permette di aggiungere profili di ricarica di veicoli elettrici dando così la possibilità di valutare l’impatto di quest’ultima sulle reti BT. L’esecuzione del load flow istantaneo con l’inserimento dei profili di Figura 7 per 149 veicoli elettrici (pari al 60% di veicoli per gli utenti MD della Sbarra 1031) mostra tensioni minime ai nodi intorno a 355V (Figura 8). Nel caso valutato, ipotizzando un profilo di ricarica legato alla mobilità con ricariche effettuate alle colonnine per ricarica lenta distribuite in città oltre alle ricariche domiciliari effettuate la sera, risulta che, con una penetrazione del veicolo elettrico pari al 60% degli utenti monofase domestici, i nodi della rete connessa alla sbarra considerata mantengono livelli di tensione entro la norma EN 50160. Figura 7 - Profilo di ricarica di 40 veicoli elettrici con maggior concentrazione nelle ore notturne alla potenza di ricarica di 3.3kW ciascuno 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 11/108 Figura 8 - Load Flow del profilo di ricarica lenta– rappresentazione 3D (surface e proiezioni) per i quattro feeder della sbarra MONITORAGGIO RICARICA VEICOLO EV Nel giugno 2011 in RSE è stato intrapreso il monitoraggio delle ricariche di un veicolo elettrico in dotazione al parco auto aziendale, per l’utilizzo del quale è stata installata, nell’area sperimentale, un’apposita colonnina di ricarica. Pur essendo un veicolo commerciale realizzato per un utilizzo prettamente urbano, in RSE la fruizione da parte di alcuni dipendenti è stata principalmente per tragitti casa-lavoro e viceversa. Il monitoraggio delle ricariche del veicolo elettrico si riferisce a un periodo di nove mesi da giugno 2011 fino a febbraio 2012, periodo in cui sono stati percorsi 9800 km. Le elaborazioni dei dati acquisiti hanno permesso di effettuare valutazioni sui consumi e sulle emissioni di CO2 (riferite alla produzione di energia elettrica necessaria per ricaricare le batterie). Il maggior utilizzo giornaliero del veicolo nel periodo di monitoraggio è risultato nel range 70-115 km con consumi fra le ricariche totali nel range 155-240 Wh/km. La valutazione delle emissioni di CO2 è stata effettuata tenendo conto del valore riferito alla Produzione lorda totale 2009 = 414 gCO2/kWh rispetto ad un veicolo endotermico equivalente con valori di emissione pari a 137 gCO2/km. La semplice valutazione sui km percorsi e sui kWh caricati ha evidenziato una riduzione di emissioni nel range 35 - 45%. 12001014 Rapporto 1 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 12/108 INTRODUZIONE Il presente Rapporto è parte integrante della documentazione delle attività di Ricerca di Sistema previste dal “Piano Annuale di Realizzazione 2011” nell’ambito del progetto “Impatto sul sistema elettrico della potenziale diffusione dei veicoli elettrici” (Area “Razionalizzazione e risparmio nell’uso dell’energia elettrica”) e ne costituisce il Deliverable n. 5. L’attività ha avuto come oggetto la valutazione dell’impatto dello scenario di mobilità elettrica elaborato nel precedente periodo di ricerca di sistema sulle reti elettriche della distribuzione sia in media che in bassa tensione. Lo scenario di riferimento elaborato nel 2010 è stato opportunamente adeguato per considerare i cambiamenti verificati durante il corrente anno introducendo anche un confronto della mobilità elettrica con altri tipi di mobilità alternativi ai combustibili tradizionali Gasolio e Benzina, ovvero il GPL, il metano e i biocarburanti. Lo scenario di mobilità al 2030 ipotizza che una parte minoritaria degli utilizzatori di veicoli elettrici possieda un parcheggio personale in cui sia possibile installare l’infrastruttura di ricarica necessaria al rifornimento domestico, ovvero la wall box. La restante parte di utilizzatori di veicoli elettrici, utilizzerà stazioni di ricarica pubbliche, sia di tipo lento (parcheggi ad accesso pubblico, supermercati, colonnine di ricarica lungo le strade - con potenze fino a 20 kW), sia veloce (stazioni di ricarica in corrente continua – con potenze superiori a 50 kW). Quindi, l’automobile elettrica sarà utilizzata in maniera molto simile alle attuali automobili, con rifornimenti di energia in apposite stazioni di ricarica. E’ ragionevole che vi sia una conversione parziale (o totale) delle odierne stazioni di servizio in stazioni di ricarica di veicoli elettrici. In quest’ottica si è ipotizzato che tutte le stazioni di servizio diventino “ibride” (con pompe di carburante per combustibili fossili e punti di ricarica EV). Riferendosi alla provincia di Milano, si è valutato quanta energia dovrà essere rifornita dal distributore “ibrido” medio e il profilo della domanda (potenza oraria nelle 24 ore). Questo studio ha evidenziato che il distributore “ibrido” richiede potenze compatibili con una connessione in media tensione. Si è quindi studiato una cabina MT, e la richiesta che competerebbe ai suoi feeder se vi fossero allacciati tutti i distributori che sono localizzati nell’area servita, andando a calcolare l’adeguatezza delle linee e la corrispondente caduta di tensione, trovando che le cadute di tensione sulle linee MT sono trascurabili. L’impatto limitato nelle cadute di tensione è una conseguenza delle odierne regole di pianificazione ed esercizio del gestore della rete di distribuzione della città di Milano. Tali regole di pianificazione ed esercizio prevedono fattori di carico per le linee MT sempre inferiori al 50% e per le linee BT sempre inferiori all’80%. Risulta evidente che le stazioni di ricarica veloce, localizzate negli attuali distributori di carburanti, introducono un ulteriore carico per la rete di distribuzione durante le ore di maggior prelievo. Sono stati perciò sviluppate delle soluzioni che abbiano come obiettivo di abbassare l’imprevedibilità dei carichi sulla rete (aleatorietà del prelievo dei clienti) e/o di evitare ulteriori sovraccarichi alla rete elettrica. La prima soluzione prevede un accumulo di medio-grande capacità in grado di accumulare l’energia richiesta dal distributore medio durante la notte e renderla disponibile ai clienti durante il giorno. Per fare ciò ognuno di questi impianti necessita di una sistema di accumulo nell’ordine dei MWh. Durante l’attività si è elaborato un algoritmo in grado dimensionare la capacità di accumulo in funzione di: costo al kWh dell’accumulo; costo al kWh prelevato da rete con tariffazione bi/tri-oraria; costi fissi di allacciamento a rete MT. In particolare utilizzando i dati attuali l’utilizzo di accumuli risulta diseconomico, in quanto i costi d’installazione dell’accumulo stesso risultano maggiori dei benefici dello spostamento del prelievo nelle ore notturne. Sono da valutare però i possibili incentivi all’utilizzo di accumuli per ottimizzare le prestazioni della rete di distribuzione, con particolare riferimento a: peak shaving; load levelling; accumulo da fonte rinnovabile per mobilità elettrica (DL 28-2011); servizi ancillari alla rete. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 13/108 Il secondo prototipo di stazione di ricarica prevede invece l’utilizzo di un “polmone” di accumulo, di taglia nettamente inferiore a quanto previsto nel precedente caso, nell’ordine dei 200-400 kWh. In questo caso il sistema di accumulo serve solo per sopperire ai picchi di carico durante il giorno e viene ricaricato anche durante le ore diurne. In questo modello, viene inoltre previsto un profilo di prelievo da rete di tipo “flat” ossia il più possibile costante nel tempo. In questo modo si ha un prelievo prevedibile durante le ore diurne consentendo una più facile regolazione della rete MT. La capacità più contenuta dell’accumulo abbassa inoltre il costo d’installazione dell’accumulo stesso. Con queste due tipologie di impianto sono stati elaborati dei profili di prelievo da rete, che riescano in entrambi i casi a soddisfare la medesima domanda da parte dei clienti. Il SW Mare è stato potenziato per effettuare i Load Flow e valutare le cadute di tensione ai nodi. La nuova funzione inserita ricostruisce lo sviluppo reale della rete in maniera più precisa della precedente, considera le resistenza e le reattanze e calcola la resistenza equivalente al nodo di consegna PBT. Infine si è monitorato l’uso e le ricariche del veicolo elettrico in dotazione a RSE. Questa attività ha permesso di rilevare i consumi specifici del veicolo in varie condizioni atmosferiche e di utilizzo e l’autoconsumo della colonnina. 12001014 Rapporto 2 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 14/108 SCENARIO DI MOBILITÀ 2030 Nei paragrafi successivi viene presentato lo scenario al 2030 utilizzato per lo studio di impatto dell’auto elettrico sulle reti di distribuzione BT e MT. In particolare viene prima presentato lo scenario di penetrazione delle auto elettriche nel parco auto italiano e successivamente lo scenario di mobilità del parco auto e come questo influisce sulla richiesta di energia elettrica delle auto elettriche. Complessivamente, nello scenario considerato, alla lenta crescita iniziale, che porta le auto elettriche ad un 3% circa del parco auto al 2020, segue una crescita più rapida, fino a raggiungere il 25% del parco auto al 2030. Nell’analisi di scenario si considerano sia auto completamente elettriche (“PEV” – Plug-in Electric Vehicles), sia auto ibride (“PHEV” – Plug-in Hybrid Electric Vehicles), la cui batteria può essere ricaricata sia dalla rete (come le PEV), sia da un motore a combustione interna presente a bordo. Con la tecnologia attuale, le batterie delle auto PEV consentono un’autonomia che si aggira attorno a 150 km: tali auto sono quindi adatte ad un uso tipicamente urbano. Al contrario, le auto ibride PHEV, caratterizzate da una superiore autonomia garantita dal motore a combustione interna, sono molto più versatili, potendo essere utilizzate anche su percorsi extra-urbani. Per tale ragione, nello scenario considerato si assume una penetrazione delle auto PHEV significativamente superiore alle PEV, con un rapporto di circa 4:1. Definite le penetrazioni percentuali delle varie tipologie di auto elettriche, occorre definire la consistenza del parco auto complessivo fino al 2030, in modo da determinare di conseguenza il numero delle auto elettriche circolanti. Basandosi sullo scenario demografico “centrale” ISTAT [2], che al 2030 prevede circa 62 milioni di abitanti ed estrapolando il trend attuale del numero di abitanti per auto, al 2030 si raggiungerebbe un valore di circa 1.55, da cui conseguirebbe un parco complessivo di circa 40 milioni di auto, di cui quindi 10 milioni elettriche, con la ripartizione tra le diverse tipologie mostrata in Figura 9. 2.1 Scenario di penetrazione EV al 2030 Sulla base degli scenari ISTAT di evoluzione della popolazione, della densità di automobili, utilizzando i più recenti studi comunitari sulla mobilità al 2030, osservando l’andamento delle politiche di incentivazione (GPL) e le restrizioni al traffico a forte emissione di particolato (diesel), si è costruito uno scenario di mobilità elettrica. Lo scenario conferma una previsione totale di circa 40 milioni di auto in circolazione, con una composizione di parco come nella figura seguente: un quarto del parco a benzina, un quarto circa ad alimentazione diesel, un decimo circa ad alimentazione gas, ed il resto suddiviso nelle diverse categorie di mobilità elettrica, pura o ibrida. Figura 9 – Composizione del parco auto al 2030 secondo lo scenario sviluppato Tenendo conto della numerosità del parco auto a livello provinciale, della disponibilità economica locale, del livello di qualità dell’aria locale, della disponibilità di posti auto privati e condominiali, si è 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 15/108 ipotizzata una ripartizione del parco autoveicoli elettrici circolante al 2030 come quello indicato in figura: Non appare ragionevole l’ipotesi di una diffusione dei veicoli elettrici omogenea dal punto di vista territoriale; la diffusione delle auto PEV/PHEV sarà, infatti, in primo luogo legata a quante auto sono già presenti (ovvero al tasso attuale di motorizzazione), con due fattori condizionanti che possono accentuare l'inserimento di tali auto: la maggior disponibilità di risorse economiche ed il livello di qualità dell’aria. Il numero di auto elettriche in ciascuna provincia sarà legato al numero totale di auto e sarà condizionato sia dalla disponibilità economica (le auto elettriche saranno ancora per un tempo non breve più costose delle auto convenzionali), sia dalla qualità dell’aria che, se scarsa, potrebbe determinare l’implementazione di un sistema di vincoli e/o incentivi in grado di favorire la penetrazione delle auto elettriche La stima per la ripartizione dei circa 10 milioni di veicoli a livello nazionale tiene conto di: • • • Dimensioni attuali del parco auto provinciale [ACI, 2009]; Livello economico provinciale (misurato sulla base del relativo PIL [Unioncamere, 2009]); Livello di qualità dell’aria provinciale (misurato secondo alcuni indicatori ISTAT [ISTAT, 2010]). Confrontando i dati ottenuti con la disponibilità attuale di parcheggio condominiale (box, posti auto), per verificare l’effettiva possibilità di ricarica notturna presso le abitazioni, emerge che solo una parte della popolazione ha la possibilità di effettuare ricariche notturne in un posto privato, mentre la restante parte dovrà utilizzare stazioni di ricarica veloce. Ciò in un’ipotesi estrema in cui la diffusione dei veicoli elettrici avvenga essenzialmente nel settore privato, mentre, nella realtà è ragionevole attendersi anche una significativa quota di veicoli elettrici ad uso aziendale e quindi con necessità di ricarica presso i luoghi di lavoro. Nella successiva figura si riporta, a livello provinciale, il numero di veicoli PEV/PHEV previsti per il 2030 ed il numero di posti auto e box disponibili secondo il censimento 2001. Si nota come nel solo caso di Roma, tra le grandi province, il numero di posti auto attuali è inferiore al numero di auto con necessità di ricarica stimate al 2030 per la stessa città. ! !! " # ! ! Figura 10 – Parco auto elettrico nel 2030 e posti auto residenziali attuali nelle principali province italiane Il risultato ottenuto di ripartizione del parco auto elettrico circolante al 2030 nelle 103 province italiane è visualizzato nella mappa mostrata nella successiva figura: 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 16/108 Figura 11 – Parco auto elettrico nel 2030 nelle 103 province italiane 2.2 Scenario di mobilità elettrica al 2030 Sono stati definiti nuovi profili di ricarica dei veicoli elettrici basandosi sull’analisi dei seguenti dati: • Spostamenti orari effettuati in auto nell’area milanese (Milano + hinterland) desunti dalla “indagine sulla mobilità delle persone nell’area milanese” (AMMA, 2007) – vedi Figura 12: il nuovo profilo di ricarica orario è stato costruito in maniera inversamente proporzionale agli spostamenti: infatti è possibile ricaricare un auto solo quando essa è ferma. 12001014 Rapporto Pag. 17/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Figura 12 - Spostamenti orari effettuati in auto nell’area milanese (Milano + hinterland)[5] • • Disponibilità per le auto elettriche di un posto auto privato attrezzato, utilizzabile per la ricarica notturna e conseguente valutazione della numerosità di auto elettriche che dovranno necessariamente far ricorso ad infrastrutture di ricarica pubbliche; Focalizzazione sulle grandi città (>150000 ab.): o si è ipotizzata una penetrazione doppia (50%) di auto elettriche rispetto alla media nazionale (25%); o il numero di abitazioni con posto auto privato (dati ISTAT censimento2001), era di 2.2 milioni nelle grandi città e 12.55 milioni altrove; 22 milioni di abitazioni erano occupate e 5.3 milioni non occupate; 29 milioni di famiglie (ovvero di abitazioni occupate); o ipotesi al 2030: 3.6 milioni di abitazioni con posto auto privato, 17.65 milioni altrove ed una penetrazione delle auto elettriche nei posti auto privati superiore del 25% rispetto alla penetrazione nel parco auto. Con queste ipotesi si è dedotto che al massimo il 64% della domanda può essere allocato nelle ore notturne ed almeno il 36% nelle ore diurne. Parte dell’energia ricaricata durante il giorno dovrà essere fornita in maniera veloce, da infrastrutture paragonabili agli odierni distributori di carburanti. La ricarica lenta è evidentemente impossibile da implementare in queste strutture, dato che necessita di un tempo di ricarica nell’ordine delle ore (ricarica lenta fino a 50 kW); sarà quindi necessario dotare queste stazioni di ricarica di dispositivi in corrente continua in grado di erogare potenze fino a 50 kW (attuali) o 100 kW (previsioni). Ricarica NOTTURNA [milioni di EV] Ricarica DIURNA [milioni di EV] Grandi città 2,25 1,75 Resto d’Italia 4,15 1,85 TOTALE 6,4 3,6 È immediato ipotizzare che le attuali stazioni di rifornimento carburanti saranno quindi riconvertite in stazioni “ibride” dotate cioè sia di impianti per la distribuzioni di benzine e petroli, sia di impianti per la ricarica rapida (fast charge). 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 18/108 L’utilizzo del veicolo elettrico sarà quindi assimilabile a quello del veicolo a combustione interna, fornendo lo stesso servizio, rifornendosi negli stessi spazi e in tempi simili, ma in grado di eliminare (PEV) o abbattere (PHEV) le emissioni di CO2 e inquinanti nelle zone urbane. Utilizzando i dati di vendita di carburanti ed il numero di distributori convenzionali presenti attualmente nel territorio milanese (circa 1100), si è calcolato che un distributore medio dovrà fornire ogni giorno nell’ordine di 1 MWh di energia ai veicoli elettrici. 12001014 Rapporto 3 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 19/108 CONFRONTO TRA LO SCENARIO DI MOBILITÀ ELETTRICA E SCENARI BASATI SU COMBUSTIBILI ALTERNATIVI In [1] si è sviluppato ed analizzato uno scenario che prevedeva una rilevante penetrazione di auto elettriche plug-in (10 milioni di EV al 2030) ed i relativi risultati, in termini di consumi e costi di combustibili fossili e di emissioni di CO2, sono stati posti a confronto con uno scenario alternativo in cui le auto elettriche erano sostituite da auto con motore a combustione interna alimentato a benzina ed a gasolio, e caratterizzate da emissioni specifiche significativamente ridotte rispetto agli standard attuali1 e pari a 95 gCO2/km, obiettivo di lungo termine (post 2020) citato nel Regolamento europeo n. 443/2009 [2]. Nel presente capitolo il medesimo scenario di penetrazione di EV plug-in verrà posto a confronto con scenari nei quali le auto elettriche sono sostituite da auto con motore a combustione interna alimentato, rispettivamente, a metano ed a GPL. Difficile dire quali saranno le prestazioni, in termini di consumi specifici, di auto a metano ed a GPL nel 2030, anno orizzonte dello scenario considerato: nello studio qui riportato ci si limiterà a prendere a riferimento i più bassi valori di consumo specifico nel ciclo urbano delle city car alimentate con tali combustibili attualmente in vendita sul mercato italiano. Tali consumi specifici risultano essere pari a circa 8 m3/100 km per le auto a metano ed a circa 9 l/100 km per le auto a GPL. Si evidenzia che tali consumi corrispondono ad emissioni specifiche di CO2 non proprio contenute, e pari a 154 gCO2/km per le auto a metano ed a 145 gCO2/km per le auto a GPL. Prendendo a riferimento le percorrenze annue assunte in [1], con i consumi specifici sopra riportati ne consegue un consumo complessivo di circa 8,8 miliardi di m3 di metano (pari a 7,24 Mtep) e di circa 9,9 miliardi di litri di GPL (pari a 5,65 Mtep). Lo scenario di penetrazione di EV plug-in descritto in [1] valutava l’impatto di due diversi profili temporali di ricarica: il “Profilo 1”, caratterizzato da una distribuzione più uniforme dei prelievi nelle varie ore in seguito ad una gestione “intelligente” dell’infrastruttura di ricarica, ed il “Profilo 2”, caratterizzato invece da prelievi più concentrati la sera e nelle prime ore della notte. In tali casi, la produzione aggiuntiva di energia elettrica dovuta alla penetrazione delle auto elettriche implicava consumi aggiuntivi di gas naturale e di carbone pari a 3,06 Mtep con il Profilo 1 ed a 3,08 Mtep con il Profilo 2. Di conseguenza, i risparmi di energia conseguibili con le auto elettriche nel caso del Profilo 1 risulterebbero pari a 4,18 Mtep rispetto alle auto a metano ed a 2,59 Mtep rispetto alle auto a gasolio, mentre con il Profilo 2 risulterebbero pari a 4,16 Mtep rispetto alle auto a metano ed a 2,57 Mtep rispetto alle auto a gasolio. Tali risparmi nei consumi di combustibili fossili si traducono in corrispondenti risparmi nelle emissioni di CO2. A fronte di emissioni aggiuntive nel settore elettrico per l’alimentazione degli EV pari a 8,2 MtCO2 con il Profilo 1 ed a 8,3 Mt con il Profilo 2, le emissioni delle auto a metano risulterebbero pari a 16,9 MtCO2 e quelle delle auto a GPL risulterebbero pari a 15,9 MtCO2. Le auto a metano implicherebbero quindi emissioni aggiuntive pari a 8,7 MtCO2 rispetto al Profilo 1 ed a 8,6 MtCO2 rispetto al Profilo 2, mentre le auto a GPL implicherebbero emissioni aggiuntive pari a 7,7 MtCO2 rispetto al Profilo 1 ed a 7,6 MtCO2 rispetto al Profilo 2. È possibile infine effettuare una valutazione in termini economici dei risparmi di combustibili fossili ottenibili dalle auto elettriche rispetto a quelle a metano ed a GPL, valorizzando il metano per auto allo stesso prezzo considerato per il metano utilizzato nella generazione elettrica nello scenario analizzato 1 A titolo di esempio, le emissioni specifiche medie delle auto nuove immatricolate nel mese di Febbraio 2012 in Italia sono state pari a 128,2 gCO2/km (fonte: UNRAE), quindi già al di sotto dell’obiettivo di 130 gCO2/km previsto dal Regolamento europeo n. 443/2009 per il 2015. 12001014 Rapporto Pag. 20/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici (pari a 9,43 /GJ) e valorizzando il GPL al prezzo industriale comunicato dal Ministero dello Sviluppo Economico2 per il mese di Febbraio 2012, pari a 507,41 /1000 litri (si intende infatti qui valutare l’impatto economico a livello di sistema e non in termini di costi per l’utente finale). A fronte di costi di combustibile aggiuntivi nel settore elettrico per l’alimentazione degli EV pari a 850 M con il Profilo 1 ed a 934 M con il Profilo 2, i costi del metano per auto risulterebbero pari a 2,859 G , mentre i costi del GPL risulterebbero pari a 5,010 G . Le auto a metano implicherebbero quindi costi aggiuntivi pari a 2,008 G rispetto al Profilo 1 ed a 1,925 G rispetto al Profilo 2, mentre le auto a GPL implicherebbero costi aggiuntivi pari a 4,159 G rispetto al Profilo 1 ed a 4,076 G rispetto al Profilo 2. Nella seguente Tabella 1 sono sintetizzati i risultati dello studio sopra riportati. Auto a Metano 3 Auto a GPL Consumo specifico 8 m /100 km 9 l/100 km Emissioni specifiche 154 gCO2/km 145 gCO2/km 8,8 Gm3 9,9 Gl Energia primaria consumata 7,24 Mtep 5,65 Mtep Consumi aggiuntivi rispetto a EV – Profilo 1 4,18 Mtep 2,59 Mtep Consumi aggiuntivi rispetto a EV – Profilo 2 4,16 Mtep 2,57 Mtep 16,9 MtCO2 15,9 MtCO2 Emissioni aggiuntive rispetto a EV – Profilo 1 8,7 MtCO2 7,7 MtCO2 Emissioni aggiuntive rispetto a EV – Profilo 2 8,6 MtCO2 7,6 MtCO2 Costi di combustibile 2,859 G 5,010 G Costi aggiuntivi rispetto a EV – Profilo 1 2,008 G 4,159 G Costi aggiuntivi rispetto a EV – Profilo 2 1,925 G 4,076 G Combustibile consumato Emissioni di CO2 Tabella 1: Confronti tra lo scenario di penetrazione di auto elettriche descritto in [1] e scenari alternativi che prevedano la sostituzione delle auto elettriche con auto alimentate a metano od a GPL. In conclusione, rispetto alle auto attuali alimentate a metano ed a GPL caratterizzate dai consumi più bassi sul mercato, le auto elettriche plug-in comporterebbero vantaggi estremamente significativi. Lo scenario descritto in [1], che prevede la penetrazione di 10 milioni di EV, consentirebbe infatti: • • • risparmi annui di energia dell’ordine di 4,2 Mtep rispetto alle auto a metano e di 2,6 Mtep rispetto alle auto a GPL; riduzioni delle emissioni annue di CO2 dell’ordine di 8,6 MtCO2 rispetto alle auto a metano e di 7,6 MtCO2rispetto alle auto a GPL; risparmi annui sui costi dei combustibili dell’ordine di 2 miliardi di rispetto alle auto a metano e di oltre 4 miliardi di rispetto alle auto a GPL. È senz’altro possibile che le prestazioni, in termini di consumi specifici, delle auto a metano ed a GPL migliorino da qui al 2030 (anno orizzonte dello scenario considerato) rispetto ai valori minimi attuali qui 2 Si veda http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/prezzimedi.asp?prodcod=5&anno=2012. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 21/108 considerati, tuttavia la distanza rilevata nel presente studio rispetto ai benefici conseguibili dalla penetrazione delle auto elettriche appare ben lontana dal poter essere colmata. 12001014 Rapporto 4 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 22/108 STIMA DI PROFILI DI RICARICA In accordo agli scenari di penetrazione dei veicoli elettrici nel parco auto italiano si prevede il dispiegamento di un’infrastruttura di ricarica per il pubblico che garantirà contemporaneamente la diffusione dei veicoli stessi e la loro ricarica. Queste infrastrutture saranno soprattutto costituite da sistemi di Fast Charge, in grado di erogare un’energia sufficiente a percorrere molti chilometri in pochi minuti. Le stazioni FC saranno ubicate prevedibilmente in corrispondenza degli odierni distributori di carburanti, che diventeranno quindi “ibridi”, ossia in grado di rifornire sia i veicoli tradizionali ICE sia i veicoli elettrici (EV). 4.1 Ricarica veloce Uno dei punti deboli delle varie tecnologie di ricarica già in uso, che di fatto limitano fortemente (per il momento) la diffusione dei veicoli elettrici, è il tempo di ricarica, inteso come tempo medio per un “pieno” di energia che permetta di percorrere una lunga distanza (es. 80 km). Questa tempo è nell’ordine dei minuti, se non secondi, (dall’apertura alla chiusura dello sportello del serbatoio) per quanto riguarda le vetture ICE, mentre può variare da 10 ore (ricarica lenta) a poche decine di minuti (ricarica veloce) per le auto elettriche, in funzione della potenza dell’apparato di ricarica (da pochi kW a decine di kW). In un’auto elettrica un “pieno” di energia nell’ordine dei 20 kWh (valore plausibile della capacità della batteria di un’auto elettrica) richiede 15 minuti a 100 kW (tenendo conto del rendimento tra rete e batteria). Le possibili leve su cui agire per ridurre questo tempo sono rappresentate dalla diminuzione della richiesta di energia, ossia una miglior efficienza della locomozione elettrica (strada poco percorribile data la già alta efficienza della trazione elettrica), e dall’aumento della potenza massima di erogazione del punto di ricarica. L’aumento eccessivo della potenza installata in un punto di ricarica (per ricariche veloci) porta ad un aumento non giustificato dei costi di installazione dell’impianto, in funzione della diminuzione del tempo di ricarica. La Figura 13 evidenzia come il trade-off tra costi d’installazione e accorciamenti nel tempo di ricarica portino, in funzione degli attuali prezzi di strumentazione e dispositivi, ad un ottimo di circa 50 kW come potenza nominale del punto di ricarica [6]. Figura 13 – Trade-off tra costi dell’infrastruttura di ricarica veloce ed il tempo di ricarica in funzione della potenza di ricarica[6] 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 23/108 Non si esclude che, con l’evolversi delle tecnologie e soprattutto con l’abbassamento progressivo dei costi d’installazione, questo limite possa spostarsi notevolmente fino a potenze dell’ordine dei 100 kW, che porterebbe di fatto ad un tempo di ricarica medio (80 km ricaricati) nell’ordine dei 7 minuti, un tempo ragionevole per una ricarica “veloce” da effettuarsi ad un distributore di energia elettrica. 4.2 Profili di ricarica veloce Il profilo di mobilità presentato nel paragrafo 2.2 è stato utilizzato per la definizione di profili di ricarica veloce, ossia in modo da caratterizzare la domanda media di energia elettrica che le EV richiedono ai distributori “ibridi” durante il corso di una giornata. Dai dati si evince quindi una richiesta media di 1 MWh di energia per il parco auto elettrico per ogni distributore ibrido. Sono stati perciò elaborati 3 profili di ricarica veloce, applicando in successione 3 ipotesi di scenario: 1. Proporzionalità con il profilo di mobilità: i rifornimenti (di carburante o di energia elettrica) avvengono quando gli automobilisti si spostano, quindi la richiesta di energia (elettrica per quanto riguarda gli EV) è proporzionale nei vari momenti della giornata agli spostamenti dell’intero parco auto. 2. Penalizzazione della notte: durante la notte i rifornimenti sono più sporadici anche in proporzione ai pochi spostamenti della popolazione. In quest’ottica vengono quindi “penalizzate” le ore notturne, suddividendo il totale dell’energia giornaliera in una certa percentuale (x %) nelle 13 ore del giorno e la percentuale complementare (1-x %) per le ore della notte. 3. Penalizzazione delle ore centrali: durante le ore centrali del giorno i rifornimenti avvengono in maniera meno frequente che nelle ore del mattino e della sera, mentre una buona parte degli automobilisti affronta il tragitto cosiddetto casa-lavoro. Nelle ore centrali del giorno, quindi, viene ripartita solo una certa percentuale (y %) dell’energia assegnata precedentemente alle ore diurne, mentre nelle ore di mattino e sera (picchi del profilo di mobilità) viene assegnata la percentuale complementare (1-y %). L’applicazione di queste ipotesi è stata eseguita in maniera automatizzata e parametrica utilizzando lo strumento VBA di Excel. È stata creata una macro di calcolo che utilizza come input solo il quantitativo complessivo di energia per l’intera giornata ed il profilo di mobilità. I parametri per la definizione dell’output sono le due percentuali (x e y) che ripartiscono l’energia giornaliera nelle varie fasce introdotte dalle ipotesi 1-3. La Figura 14 rappresenta i 3 profili elaborati dalla macro, in modo da esaltarne le differenze. Le barre blu definiscono il profilo “proporzionale”, dato che calcolato in ottemperanza della sola ipotesi 1. Le barre rosse, invece, corrispondono al profilo “Notte-penalizzata”, in cui è stata introdotta la condizione 2 (oltre che ovviamente l’ipotesi 1). L’ultima serie di barre (verdi) descrive invece il profilo “Notte-penalizzata con picchi”, in cui si è considerata anche l’ipotesi 3. Una singola barra definisce il quantitativo di energia (in kWh) prelevata dal parco auto elettrico attraverso la rete di distributori. Dato che si riferisce ad un periodo di 1 ora, lo stesso valore corrisponde al valore medio di potenza di prelievo da rete nel periodo considerato. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Figura 14 – Profili di richiesta di energia per il parco auto elettrico Pag. 24/108 12001014 Rapporto 5 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 25/108 LOCALIZZAZIONE DELLE STAZIONI DI RICARICA VELOCE Secondo l’ipotesi di scenario per cui i futuri distributori ibridi saranno connessi alla rete di distribuzione MT, è stato necessario definire come gli attuali distributori sono collocati rispetto alle cabine di trasformazione della rete elettrica da studiare, valutando così quali distributori è possibile ipotizzare come allacciati direttamente alla rete. Per questo sono state condotte parallelamente due attività di geolocalizzazione, una riguardante la rete MT, comprensiva di nodi (cabine) e collegamenti, l’altra riguardante l’ubicazione attuale dei distributori di carburante. 5.1 Geolocalizzazione stazioni di rifornimento carburante È stato utilizzato il software Google Earth (disponibile al sito earth.google.com/intl/it/ ) per individuare con precisione la posizione degli attuali distributori di carburante che operano nella zona di Milano, coperta dalla rete MT attestata alla cabina di Lambrate. Sono stati individuati 28 distributori e per ognuno si è derivata la posizione GPS in coordinate standard (vedi Figura 15). Tale mappatura è stata archiviata attraverso un file .kml, che utilizza la stessa sintassi del linguaggio XML, ma è di immediata interpretazione da parte di applicativi Google. Figura 15 – Geolocalizzazione delle stazioni di rifornimento carburanti 5.2 Geolocalizzazione rete MT di Lambrate Utilizzando il database fornito da A2A, è stato ricavato il percorso delle linee di media tensione connesse ad una semisbarra della cabina AT/MT di Lambrate (via Rubattino, Milano). 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 26/108 Nel seguito si farà riferimento agli elementi riportati in figura Figura 16: • Nodi: sono i punti interruzione dei cavi della linea MT; possono corrispondere a cabine secondarie, cabine utenti MT e/o a sezionatori di manovra • Linee: sono i tratti di cavo (sotterraneo o aereo) che uniscono due nodi consecutivi • Feeder: l’insieme di nodi e linee che dalla cabina primaria di Lambrate si diramano radialmente Figura 16 - Terminologia utilizzata nella trattazione sulla rete MT La rete MT di Milano rappresentata in questo modo ha l’apparenza di una rete radiale pura; in realtà l’ultimo nodo di ogni feeder è in generale connesso ad un feeder connesso ad un’altra cabina primaria attraverso un sezionatore normalmente aperto. L’utilizzo di questa architettura permette, in caso di guasti o manutenzioni, di controalimentare i feeder da diverse cabine primarie. In particolare è stato possibile individuare con un’accuratezza di poche decine di metri la posizione dei nodi (interruzioni della linea) ed il percorso di cavi o linee aree. Questo ha permesso di ricavare una visualizzazione accurata di una parte della rete di distribuzione della parte est di Milano (Figura 17). La mappatura della rete è stata memorizzata in un file .kml, che comprende la posizione e l’indirizzo dei nodi, la posizione della cabina AT/MT di Lambrate e i percorsi dei feeder. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 27/108 Figura 17 – Geolocalizzazione di nodi e linee di parte della rete MT di Milano 5.3 Connessione stazioni di ricarica alla linea MT Per lo studio d’impatto della ricarica veloce è stata considerata l’ipotesi per cui tutti i distributori attualmente presenti nell’area di Milano, nello scenario al 2030 saranno convertiti in distributori “ibridi”, dotati cioè di impianti tradizionali per carburanti e di almeno una postazione per la ricarica veloce. Ciò significa che alla domanda tradizionale di energia elettrica di queste stazioni di rifornimento verrà ad aggiungersi uno dei profili elaborati precedentemente. La connessione delle stazioni di ricarica veloce alla linea di distribuzione MT è considerata effettuata agli attuali nodi, ossia punti di interruzione del cavo MT; in realtà potrebbe essere prevedibile un allacciamento in “antenna”, ossia interrompendo il cavo in un punto intermedio tra due nodi. L’ipotesi è stata fatta, soprattutto per utilizzare la topologia di rete attuale, di cui si hanno dati relativi a consumi elettrici giornalieri, nel simulatore di rete. Nello scenario sviluppato sono stati virtualmente connessi solo i distributori situati ad una distanza inferiore ai 150 metri da un nodo della linea MT (Figura 18); l’individuazione dei distributori da connettere alla linea è stata facilitata dall’inserimento di dischi a di raggio prefissato a 50 m, 100 m e 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 28/108 150 m dal distributore stesso (Figura 19): nel complesso 28 distributori sono stati allacciati agli 11 feeder analizzati, come riportato in Tabella 2. Figura 18 - Connessione delle stazioni di rifornimento alla linea MT studiata secondo lo scenario sviluppato 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Figura 19 - Connessione dei distributori alla rete MT; dischi di raggio 50, 100 e 150 metri Codice Feeder N° distributori connessi LA23062 LA23063 LA23064 LA23066 LA23067 LA23071 LA23128 LA23129 LA23134 LA23931 LA23936 Totale 4 5 2 2 6 3 1 1 4 28 Tabella 2 - Distributori connessi alla rete MT Pag. 29/108 12001014 Rapporto 6 6.1 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 30/108 STUDIO DELL’IMPATTO DELLA RICARICA VELOCE SULLE RETI MT (ANALISI LOAD-FLOW) Considerazioni preliminari Per l’analisi quantitativa dell’impatto della ricarica dei veicoli elettrici sulla rete elettrica di Milano è stato utilizzato un software che permette di valutare gli effetti di sovraccarico e sovra/sotto-tensione su una grande rete di distribuzione (BT e MT). È stato utilizzato un database fornito da A2A comprendente la topologia di rete (rete MT attestata alla cabina primaria di Lambrate, in via Raffaele Rubattino), la nomenclatura dei nodi (cabine MT/BT e cabine utenze) e dati riguardanti il consumo elettrico nei nodi corrispondenti ad una giornata di Gennaio. Questi carichi si riferiscono ad una condizione di lieve sollecitazione delle linee, dato che la rete MT di Milano, è dimensionata in modo tale da garantire, nella maggior parte dei casi, un fattore di utilizzo inferiore al 50 %, rispetto al flusso di potenza massimo definito dal limite termico dell’isolamento. Per questo motivo i profili di carico utilizzati nelle simulazioni sono scalati per un opportuno fattore moltiplicativo (scale-factor) in modo da ottenere curve più coerenti con gli scenari e le situazioni sotto studio. Da un’analisi preliminare dell’impatto dei distributori ibridi connessi alla rete sotto esame, emergono i seguenti risultati: • Incremento della potenza massima nell’ordine del 5% • Incremento dell’energia erogata dal trasformatore AT/MT nell’ordine dell’1% • Limiti di utilizzo del trasformatore largamente non superati In base a queste considerazioni risulta evidente che la rete studiata è in grado di provvedere alla potenza e all’energia richiesta per la ricarica rapida. Tuttavia è altresì necessario valutare gli effetti che un aumento localizzato della potenza prodotta può causare sull’abbassamento di tensione nella linea MT. 6.2 Load-flow: analisi di sottotensione Il load flow è il calcolo della potenza attiva e reattiva in transito sui singoli nodi della rete, tensioni e correnti in modulo e fase, basato sulla conoscenza della potenza prodotta dai generatori e assorbita dai carichi, in condizione statica e di non guasto. Per impostare il calcolo è necessaria la conoscenza quindi del bilancio di potenza in tutti i punti di generazione e consumo, con l’eccezione del nodo “di saldo” necessario per chiudere il bilancio della potenza. I nodi si distinguono in diversi tipi: PQ, PV, a seconda dei parametri che durante il calcolo sono impostati preliminarmente dall’utente: la maggior parte dei carichi è di tipo PQ, cioè con potenza attiva e reattiva note; un nodo PV rappresenta un carico munito di regolatore che mantiene la tensione ad un valore costante. I dati d’ingresso sono quelli relativi alle potenze attive e reattive dei nodi di prelievo e di generazione: P e Q, oppure S e cos( ), impedenza chilometrica e lunghezza delle linee, grandezze caratteristiche dei trasformatori. Il risultato del calcolo è dato dai valori di corrente, in modulo e fase, tensione, potenza attiva e reattiva dei vari elementi e nodi, con percentuali di carico, perdite in linea. Per questo studio sono stati valutati con particolare attenzione i fattori di utilizzo delle linee, ossia il rapporto tra la corrente passante e la massima corrente transitabile in una linea, e l’abbassamento di tensione nei nodi; insieme, queste due grandezze possono dare un’indicazione della capacità della rete di supportare la ricarica veloce dei veicoli elettrici. Per quanto riguarda il fattore di utilizzo di linee e feeder sono stati utilizzati limiti diversi nelle varie simulazioni, a seconda della situazione che si è voluto simulare. Per quanto riguarda invece l’abbassamento di tensione si è tenuto conto di quanto indicato nella EN 50160. La tensione di esercizio di ogni nodo della rete deve essere mantenuta entro un intervallo pari al ±10% del valore nominale. E’ opportuno precisare come il limite inferiore di tensione “accettabile” sulla rete di distribuzione in MT non sia in realtà coincidente con il limite inferiore indicato dalla EN 50160 (-10%), in quanto è da 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 31/108 considerare la presenza dei trasformatori MT/BT e delle linee di distribuzione in BT, che distribuiscono l’energia fino all’utente finale, comportando a loro volta un’ulteriore caduta di tensione. Ne risulta la necessità di mantenere un opportuno margine fra la tensione del nodo della rete di distribuzione in MT e il valore minimo di tensione accettabile, margine quantificabile in circa il 5% della tensione nominale. In definitiva, il range di esercizio “accettabile” del sistema di distribuzione in MT spazia dal +10% al 5% della tensione nominale. Il software restituisce per ogni nodo di ogni feeder il valore di tensione ogni quarto d’ora (96 valori per un giorno simulato); in questo modo per ciascun feeder si hanno a disposizione 96·Nn valori di tensione, dove Nn è il numero di nodi di cui è composto il feeder. Questi valori di tensione vengono visualizzati in una rappresentazione 3D, come in Figura 6.3 ottenuta dalla simulazione di una giornata in assenza di ricarica veloce sul feeder di codice LA23071. La tensione della cabina primaria AT/MT è fissata (nel simulatore) a 23 kV. Nelle simulazioni sono stati utilizzati 4 tipi di carichi connessi alla rete MT: • Cabina secondaria con potenza installata <= 400 kVA • Cabina secondaria con potenza installata di 630 kVA • Utente MT con cabina privata • Distributore ibrido (impianto di ricarica rapida) EV In Figura 20 sono presenti le curve caratteristiche di questi carichi; le prime 3 caratteristiche (cabine secondarie e utenti MT) sono riferite alla taglia dei trasformatori o della potenza disponibile. In questo senso quindi uno scale-factor pari a 1 (100%) della curva relativa agli utenti MT corrisponde ad una potenza massima pari a circa il 75% della potenza disponibile (curva arancione). La curva relativa alla ricarica dei veicoli elettrici è invece rapportata al massimo valore di energia richiesta secondo il profilo di Figura 14. Figura 20 – Curve dei carichi connessi alla rete MT studiata Trattandosi di una rete puramente passiva, la tensione diminuisce progressivamente allontanandosi dalla cabina primaria lungo i vari feeder. In Figura 21 è mostrato un esempio di caduta di tensione di un 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 32/108 feeder della rete studiata in una situazione di carico medio-alto (ore centrali del giorno). L’abbassamento in questo caso è di circa il 2.5% nel nodo terminale, ossia quello più distante dalla cabina primaria. Figura 21 – Esempio di caduta di tensione in un feeder: ore 12.00 6.3 Analisi dei risultati Di seguito vengono presentati i principali risultati delle simulazioni ottenute. Per meglio evidenziare gli effetti delle stazioni di ricarica rapida connesse alla rete MT, sono state eseguite più simulazioni con diverse configurazioni e diverse tipologie di carico. I risultati presentati nel seguito si riferiscono a 2 diverse situazioni di studio: 1. Analisi di picco annuo 2. Analisi in esercizio medio 6.3.1 Analisi di picco annuo Per queste simulazioni sono state utilizzate le seguenti considerazioni: • Situazione che si verifica poche volte durante l’anno (periodo estivo) • Fattore di utilizzo dei feeder superiore al 50% ma comunque inferiore al limite termico (100%) • Ogni distributore con ricarica veloce si comporta come un carico puramente passivo con il profilo di richiesta “proporzionale” (paragrafo 0) Per poter simulare un utilizzo critico della potenza disponibile nei feeder sono stati utilizzati dei fattori di scala (scale-factor) pari a 1.5 per le cabine secondarie e 1.3 per le utenze MT. All’interno della porzione di rete MT studiata non tutti i feeder subiscono effetti rilevanti dalla ricarica rapida a causa del ristretto numero di distributori connessi oppure perché trattasi di feeder di breve lunghezza, in cui l’abbassamento di tensione non rappresenta un particolare problema di esercizio. Si è quindi scelto di presentare l’impatto di ricarica veloce sui due feeder più sollecitati, sia per la presenza di vari distributori ibridi connessi (secondo il nostro scenario) sia per la lunghezza dei tronchi e la conseguente criticità della sotto-tensione. I due feeder studiati hanno come codice identificativo LA23071 e LA23936 e sono connessi rispettivamente a 6 e 4 distributori ibridi. In prima analisi è stata simulata una giornata in assenza di ricarica veloce (eliminando quindi i carichi EV della figura Figura 20) e sono stati utilizzati i risultati come riferimento per le successive simulazioni. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 33/108 Per quanto riguarda il feeder LA23071, si ha un abbassamento di tensione massimo, nel nodo più distante dalla cabina primaria, nell’ordine dei 200 V (Figura 22), pari a circa lo 0.86 % della tensione nominale, lontano dal limite di “accettabilità” fissato al 5%. Figura 22 - Rappresentazione 3D della caduta di tensione lungo il feeder LA23071 in un giorno: condizione base Nella Figura 23 invece è presentata la simulazione della stessa giornata dello stesso feeder, ma con l’aggiunta della ricarica veloce. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 34/108 Figura 23 - Rappresentazione 3D della caduta di tensione lungo il feeder LA23071 in un giorno: carichi EV aggiunti Risulta evidente che le due figure sono molto simili, con eccezione del valore minimo toccato dalla curva ( Vmax = 200 V nel primo caso e Vmax = 240 V nel secondo caso). In Figura 24 viene rappresentata la differenza tra le due precedenti, rapportata alla tensione nominale (23 kV). In formule: ∆V % = VEV − VnoEV ⋅100 VN dove VEV è la tensione calcolata nella simulazione con l’aggiunta di carichi EV, VnoEV è la tensione calcolata in assenza di carichi EV e VN è la tensione nominale della linea MT, che in questo caso vale 23 kV. Si può valutare quindi nel punto più distante dalla cabina primaria, e quindi il più critico, un abbassamento massimo dovuto alla sola ricarica veloce di veicoli elettrici nell’ordine dell’1‰ rispetto alla tensione nominale. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 35/108 Figura 24 - Differenza tra simulazione con EV e simulazione senza EV: abbassamento di tensione massimo sul feeder LA23071 nell'ordine dell'1 per mille della tensione nominale In Figura 25b si può valutare con più dettaglio come la differenza dell’abbassamento di tensione nel nodo più lontano del feeder segue fedelmente, con segno opposto, la curva dei carichi EV presente in Figura 20. Figura 25 – Dettaglio della differenza di tensione tra le due simulazioni effettuate sul feeder LA23071 Le analoghe rappresentazioni per il feeder LA23936 (Figura 26, Figura 27 e Figura 28) mostrano andamenti del tutto simili, con un abbassamento massimo percentuale nel punto più lontano dell’1.4 ‰. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 36/108 Figura 26 - Rappresentazione 3D della caduta di tensione lungo il feeder LA23936 in un giorno: carichi EV aggiunti Figura 27 - Differenza tra simulazione con EV e simulazione senza EV: abbassamento di tensione massimo sul feeder LA23936 nell'ordine dell'1 per mille della tensione nominale 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 37/108 Figura 28 - Dettaglio della differenza di tensione tra le due simulazioni effettuate sul feeder LA23936 6.3.2 Analisi in esercizio medio Le ipotesi di esercizio considerate sono: • Fattore di utilizzo dei feeder sempre al di sotto del 50% (limite imposto per rendere possibile la contro-alimentazione in caso di guasti o manutenzione) • Ogni distributore con ricarica veloce si comporta come un carico puramente passivo con il profilo di richiesta “proporzionale” • Vengono eseguite 4 simulazioni in cui il profilo di richiesta da rete dei distributori con ricarica veloce è scalato allo 0%, 100%, 200% e al 300% Questa ultima distinzione permette di valutare più precisamente l’impatto di impianti di taglie differenti; alcuni feeder della rete MT studiata si sviluppano in zone periferiche dove i distributori di carburante hanno un alto numero di pompe, clienti e, di conseguenza, combustibile venduto giornaliero. Per questo è ipotizzabile che il profilo calcolato in 4.2 come media tra tutti i distributori della provincia di Milano, in realtà è sottodimensionato rispetto alla taglia ed al flusso di veicoli che interessa i distributori presenti. Si è perciò ipotizzato un prelievo doppio e triplo rispetto al prelievo “base”, in modo da porsi in una situazione più coerente con lo scenario sviluppato. Come per le simulazioni precedenti, viene qui presentato un campione delle analisi effettuate sui feeder maggiormente sollecitati dalla ricarica veloce, data la presenza di più distributori connessi e la conformazione dei feeder stessi (lunghezza, sezioni, numero di nodi). Nel seguito sono riportate le differenze di tensioni rispetto al caso base delle 3 simulazioni con carico EV posto rispettivamente al 100%, al 200% ed al 300% per i feeder LA23071 (Figura 29) e LA23936 (Figura 30). Risulta evidente una proporzionalità tra l’aumento di carico EV e la diminuzione della tensione all’ultimo nodo. Tuttavia i valori massimi di abbassamento di tensione rimangono fortemente limitati sotto lo 0.5% del valore nominale. Risulta quindi che la rete studiata è in grado di alimentare le utenze per la ricarica rapida, rimanendo nei limiti imposti dalla EN50160. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 38/108 Figura 29 - Rappresentazione 3D dell'impatto della ricarica rapida sul feeder LA23071 in situazione di esercizio medio con 3 scale-factor 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 39/108 Figura 30 - Rappresentazione 3D dell'impatto della ricarica rapida sul feeder LA23936 in situazione di esercizio medio con 3 scale-factor 12001014 Rapporto 7 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 40/108 STUDIO DELL’IMPATTO DELLA RICARICA LENTA SULLE RETI BT 7.1 Implementazione Applicativo Mare Nell'ambito della gestione delle reti di distribuzione di energia elettrica è importante monitorare istante per istante la potenza fluente nelle linee al variare dei carichi e della configurazione della rete stessa. Questi calcoli comportano la determinazione delle tensioni nodali della rete a partire dai parametri circuitali delle linee e dalle grandezze nodali note, quelle che tipicamente si misurano ai nodi della rete (ossia potenze richieste dai nodi cosiddetti utilizzatori, potenza attiva iniettata e tensione impressa nei nodi generatori). Allo scopo l’applicativo Software MARE è stato implementato con la funzione “Topologia rete & Load Flow” al fine di simulare la rete nelle sue diramazioni ed eseguire in modo automatico i calcoli di load flow relativi alle registrazioni orarie disponibili (168 ore consecutive della terza settimana di gennaio 2010). La funzione “Topologia rete & Load Flow”, inserita nello schema logico di Figura 31, esegue le seguenti operazioni: • • • • 3 Conversione delle informazioni contenute nei campi del database in una struttura ad albero (tree) dove vengono rappresentati i nodi e le loro linee di diramazione. Costruzione del file, compatibile con il programma utilizzato per i calcoli di Load Flow, contenente la descrizione dei nodi; delle linee e l’inserimento dei carichi elettrici nei nodi terminali di consegna (PBT). Esecuzione del programma DISCOVER3 [3] del quale si utilizzano i calcoli di Load Flow prodotti in un file di testo (.csv) contenente i valori di tensione ai nodi. Visualizzazione e aggiornamento dei valori di tensione sulla struttura (tree) della Topologia della rete. DISCOVER è un programma di OPF (Optimal Power Flow) che modellizza il sistema elettrico in esame in termini di equazioni di load flow in corrente alternata ed effettua su di esso un processo di ottimizzazione per individuare il punto di funzionamento ottimale secondo criteri predefiniti. 12001014 Rapporto Database Pag. 41/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Funzione Topologia rete & Load Flow Visualizzazione Topologia rete & Load Flow MARE - LabVIEW DISCOVER (Utilizzo calcoli di Load Flow) Figura 31 - Schema logico funzionale di elaborazione dei dati 7.2 Funzione “Topologia rete & Load Flow” La funzione è stata implementata partendo dal Database disponibile dove, nella tabella CONSISTENZA RETE BT MI, viene descritta la topologia della rete in esame. L’applicativo esegue la conversione delle informazioni contenute nei campi della tabella e genera una struttura ad albero (tree) che rappresenta la rete con i nodi e linee di diramazione. Nell’esecuzione della funzione, subordinata alla scelta della tabella Consistenza Rete da analizzare e della/e sbarra/e (Figura 32), vengono anche effettuati i calcoli di Load Flow. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 42/108 Figura 32 - Menù principale di MARE dove eseguire la funzione “Topologia rete & Load Flow” Il risultato della funzione si presenta come in Figura 33 dove la struttura di descrizione della rete fornisce informazioni che si possono riassumere come nel seguente esempio: N° - Sbarra BT cabina secondaria; portata trasformatore [kW] e tensione primario espressa [kV] Nome Feeder e tensione secondario [kV] Nome nodo rigido BT; distanza [km], portata cavo [A], resistenza [ohm], reattanza [ohm] e tensione al nodo [kV] Nome nodo di consegna PBT; distanza [km], portata cavo [A], resistenza [ohm], reattanza [ohm] e tensione al nodo [kV] Nome nodo rigido BT; distanza dal nodo rigido precedente [km], portata cavo [A], resistenza [ohm], reattanza [ohm] e tensione al nodo [kV] Nome nodo di consegna PBT; distanza [km], portata cavo [A], resistenza [ohm], reattanza [ohm] e tensione al nodo [kV] Nome morsetti cassetta BT; distanza dal nodo rigido precedente [km], portata cavo [A], resistenza [ohm], reattanza [ohm] e tensione al nodo [kV] Nome nodo di consegna PBT; distanza [km], portata cavo [A], resistenza [ohm], reattanza [ohm] e tensione al nodo [kV] Nome nodo rigido BT; distanza dal nodo rigido precedente [km], portata cavo [A], resistenza [ohm], reattanza [ohm] e tensione al nodo [kV] di consegna PBT; istanza Nome nodo di consegna PBT; distanza [km], portata cavo [A], resistenza [ohm], reattanza [ohm] e tensione al nodo [kV]. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 43/108 Figura 33 - Topologia della rete – esempio di schematizzazione ad albero (tree) Nella rappresentazione le sbarre sono di colore grigio (blu se evidenziate), mentre i feeder; i nodi rigidi e quelli di consegna risultano verdi o rossi a seconda se rientrano oppure no nel limite di tensione previsto dalla normativa EN 50160 (90% della tensione nominale). Per ciascun nodo viene riportato, come ultimo valore, il livello di tensione frutto dei calcoli di Load Flow eseguiti dal Programma DISCOVER, al quale viene dato in input un file appositamente formattato suddiviso in record o linee di descrizione come segue: • • 4 linea P - direttive utente dove vengono impostati i parametri per l’esecuzione del programma DISCOVER linee N - descrizione dei nodi con i parametri di tensione e gli eventuali carichi per i nodi di consegna PBT4 Carichi applicati ai nodi di consegna PBT - Gli attuali dati disponibili sono le registrazioni della potenza attiva nella settimana dal 18/01/2010 al 24/01/2010, mentre le registrazioni della potenza reattiva non sono complete. In fase di inserimento dei carichi nel file per l’esecuzione del Load Flow la potenza reattiva è stata calcolata moltiplicando la potenza attiva per 0.9. L’inserimento delle ricariche 12001014 Rapporto • • • SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 44/108 linee L - descrizione delle linee di collegamento dei nodi con i parametri di lunghezza ed elettrici (corrente max, R e X) linea T - descrizione del trasformatore MT/BT collegato alla sbarra linee G – descrizione dei generatori, in questo caso fittizi, che alimentano il trasformatore. La Figura 34 mostra la scheda “Topologia rete & Load Flow” completa dei controlli e visualizzatori. Nel riquadro in alto a sinistra oltre ai pulsanti di esecuzione del programma di load flow è presente l’indicatore dell’esito dell’analisi ricavato dal file di output. Sono possibili due analisi di Load Flow una puntuale dove viene analizzato un istante temporale e l’altra dove viene analizzato un intero profilo eseguendo l’analisi per ciascun punto che descrive il profilo di carico. Figura 34 - Scheda “Topologia rete & Load Flow” nella situazione di carico all’istante del cursore rosso ore 20:00 del 20/01/2010 L’esecuzione dell’analisi istantanea viene attivata tramite l’apposito pulsante oppure spostando il cursore rosso sul grafico delle registrazioni della sbarra selezionata e quindi modificando il carico applicato ai nodi di consegna. L’applicativo rilancia automaticamente l’esecuzione del programma per il Load Flow, per l’istante considerato, ed aggiorna i valori di tensione ai nodi nella finestra di rappresentazione della rete (vedi Figura 33). dei veicoli elettrici è stato effettuato applicando per ciascun PBT un numero di veicoli pari alla percentuale degli utenti MD afferenti allo stesso. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 45/108 L’esecuzione dell’analisi del profilo è limitata ad una sola sbarra e viene attivata tramite l’apposito pulsante che prevede l’esecuzione ripetuta del programma di Load Flow per il numero totale dei punti che descrivono il profilo. I risultati vengono poi presentati in modalità grafica 3D nella scheda “Load Flow profilo” (Figura 35). Figura 35 - Visualizzazioni grafiche 3D (surface e proiezioni) dell’andamento delle tensioni per il profilo di carico settimanale (168 valori orari) relativo ai quattro feeder della sbarra 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 46/108 La variazione della colorazione indica l’allontanamento dalla tensione nominale di 380V fino a diventare rossa in prossimità del limite inferiore peri 90% di Vn (in questo caso il livello minimo raggiunto è di 360V per il feeder 02). La funzione “Topologia rete & Load Flow” è stata completata con la possibilità di addizionare al carico un profilo di ricarica per i veicoli elettrici. Sono stati previsti due tipi di profilo tipo A e tipo B. Il primo, estremo a gradino, dove contemporaneamente il numero totale di veicoli elettrici relativi a una percentuale di utenti MD (monofase domestico) si connettono alla rete per la ricarica giornaliera (Figura 36) Figura 36 - Profilo tipo A (ricarica contemporanea di 40 veicoli elettrici a partire dalle ore 20 per 6 ore alla potenza di ricarica di 3.3kW ciascuno) Il secondo, più veritiero, dove il totale dell’energia di ricarica giornaliera richiesta dagli stessi veicoli elettrici si suddivide nella giornata secondo un profilo di mobilità degli autoveicoli [4] (Figura 12 e Figura 37). Per il profilo B è stata scelta la ricarica prevalente alla sera e nelle prime ore della notte del Profilo 2 (Figura 38). 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 47/108 Figura 37 - Profili orari di ricarica: Profilo 1 (gestione controllata) Profilo 2 (concentrazione ore serali/notturne) Figura 38 - Profilo tipo B (ricarica di 40 veicoli elettrici con maggior concentrazione nelle ore notturne alla potenza di ricarica di 3.3kW ciascuno) 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 48/108 Con la funzione implementata sull’applicativo “MARE” è possibile eseguire simulazioni di ricarica dei veicoli elettrici sulla rete di distribuzione. L’esecuzione del Load Flow istantaneo con l’inserimento dei profili A e B per 149 veicoli elettrici (pari al 60% di veicoli per gli utenti MD della Sbarra 1031) mostra: nel primo caso quattro nodi sotto il livello minimo di tensione, mentre nel secondo il livello rientra con tensioni minime ai nodi intorno a 355V (Figura 39 e Figura 40). Figura 39 - Load Flow nella situazione di carico aumentata del profilo A di ricarica EV 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 49/108 Figura 40 - Load Flow nella situazione di carico aumentata del profilo B di ricarica EV L’esecuzione del Load Flow per il profilo nella stessa situazione di carico precedente fornisce i seguenti risultati per i due casi analizzati (Figura 41 e Figura 42) 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 50/108 Figura 41 - Load Flow del profilo con ricarica A – rappresentazione 3D (surface e proiezioni) per i quattro feeder della sbarra 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 51/108 Figura 42 - Load Flow del profilo con ricarica B – rappresentazione 3D (surface e proiezioni) per i quattro feeder della sbarra 12001014 Rapporto 8 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 52/108 ACCUMULI DI ENERGIA NELLE STAZIONI DI RICARICA VELOCE Le stazioni di ricarica veloci DC sono in grado intrinsecamente di fornire i servizi ausiliari alle utenze di distribuzione. Questo è dovuto principalmente alla presenza di un convertitore di tensione AC/DC, che in genere ha la possibilità di un controllo bidirezionale disaccoppiato delle potenze attive e reattive Considerando la funzione primaria della stazione di carica, la potenza attiva sarà fissata dal carico lato DC (EV in questo caso), che è intermittente e discontinua per sua stessa natura. L’utilizzo di unità di stoccaggio sul lato DC può provvedere alcune funzionalità simili alla generazione distribuita, dove è sempre presente un serbatoio di accumulo lato DC che è in grado sia di accumulare che restituire energia quando richiesto. La dimensione e la risposta dinamica in accumulo/erogazione di questa energia determinerà quindi la capacità della stazione di carica nel suo complesso di fornire ulteriori servizi accessori alla rete di distribuzione. Come funzione secondaria, il convertitore AC/DC è in grado di controllare la potenza reattiva in qualsiasi momento, indipendentemente dallo stato dei carichi lato DC, finché la tensione della linea viene mantenuta. Utilizzando il controllo della potenza reattiva capacitiva, è quindi possibile effettuare un controllo della tensione sul punto di collegamento (con o senza accumulo locale). Inoltre, una stazione di ricarica rapida con un accumulo locale può tollerare un’interruzione di corrente elettrica per un certo periodo, supplendo con l’erogazione dell’energia immagazzinata e mantenendo alcuni servizi locali in esecuzione. Questo dipende in larga misura dalla capacità, dalle caratteristiche e dallo stato della batteria nell'istante dell'interruzione dell’alimentazione. Nel corso dell’attività sono stati elaborati due diverse tipologie di impianto che è possibile applicare ai distributori ibridi affinché eroghino l’energia necessaria al parco auto elettrico, contenendo i costi di allaccio e fornitura di energia elettrica. 8.1 Tipologie di impianto Le diverse tipologie di impianto sviluppate si possono denominare: • A serbatoio • A polmone Nel seguito verranno presentate entrambe con particolare attenzione al ruolo dell’accumulo ed ai servizi ancillari che è in grado di erogare. 8.1.1 Impianto a “serbatoio” Con impianto a “serbatoio” si intende un accumulo di grandi dimensioni utilizzato per immagazzinare una grande quantità di energia in momenti e da fonti diverse in modo da renderla disponibile per la mobilità elettrica. Il paradigma di funzionamento più ovvio per questo impianto consiste nell’accumulare energia durante le ore notturne, quando il costo al kWh è basso e c’è esubero di produzione, ed erogare energia agli EVs durante il giorno, contenendo fortemente l’impatto sula rete. La Figura 20 mostra chiaramente che il profilo di richiesta di energia da parte del parco auto elettrico che utilizza la rete di ricarica veloce ha un picco di prelievo in corrispondenza del picco dei carichi tradizionali connessi alla rete MT (tra le 16 e le 20). Per questo motivo la ricarica rapida connessa alla rete di distribuzione MT può comportare un sovraccarico locale della rete. Lo scopo dell’utilizzo di un accumulo ad alta capacità può essere proprio quello di spostare i picchi di carico in ore in cui la rete è normalmente scarica. L’algoritmo utilizzato per l’ottimizzazione della capacità di accumulo in funzione dei costi di esercizio prevede l’immagazzinamento di energia solo se: • L’accumulo ha disponibilità (non è saturo) • Il prezzo dell’energia è basso (fascia notturna o incentivi) • La differenza tra l’energia richiesta da EVs e quella disponibile dalla rete (in base alla potenza di allaccio alla rete stessa) è negativa (parte dell’energia da rete è usata per la ricarica e la restante parte viene immagazzinata) 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 53/108 Tuttavia, data la difficoltà della definizione di politiche incentivanti sull’accumulo di energia in fasce orarie diurne, si è ipotizzato un accumulo solo durante la notte. In Figura 44 viene mostrato l’andamento dell’energia accumulata e quella richiesta da rete e da EVs durante l’arco di una giornata media. Durante la notte (prezzo basso, bassa domanda, accumulo vuoto) avviene la ricarica dell’accumulo a piena potenza (200 kW); durante il giorno invece, l’energia immagazzinata è distribuita agli EVs secondo il profilo di richiesta. È stato inoltre elaborato un algoritmo di ottimizzazione che compara i costi di investimento e di esercizio di un impianto di questo tipo con i costi di esercizio di un impianto senza accumulo. L’algoritmo tiene conto di una serie di parametri: • Numero di cicli di carica/scarica, che definiscono la vita utile dell’accumulo • Prezzi dell’energia nelle 3 fasce di tariffazione tri-oraria (F1, F2 e F3) • Efficienza delle fasi di carica/scarica • Costo dell’accumulo in funzione dell’energia massima immagazzinabile e disponibile (taglia dell’accumulo) In maniera automatica viene fornito un grafico di comparazione dei costi accumulati a fine vita utile dei due impianti con e senza accumulo in funzione della taglia dell’accumulo, come in Figura 43. Figura 43 – Comparazione costi di impianto con e senza accumulo Dalle simulazioni effettuate risulta evidente che una situazione descritta dalla Figura 43, ossia in cui viene trovato almeno un punto di maggiore economicità dell’impianto di accumulo, si verifica solo se il costo d’investimento per l’accumulo stesso è nell’ordine dei 100 /kWh, e se il differenziale di prezzo nelle fasce orarie è marcato, condizioni attualmente non verificate. Come presentato nel paragrafo 6.3 la ricarica rapida sulla rete MT ha un impatto modesto che non giustificherebbe un uso su larga scala di accumuli di grande capacità (dati anche gli alti costi d’investimento); tuttavia, la disponibilità di un accumulo di questa taglia può assicurare una serie di servizi accessori che il distributore ibrido può fornire alla rete e che possono contribuire economicamente al ritorno d’investimento. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 54/108 Figura 44 – Andamento grandezze caratteristiche dell’impianto a “serbatoio” ottimizzato 8.1.2 Impianto a “polmone” L’alto costo d’investimento dell’accumulo può limitare l’uso di impianti di grossa taglia a favore di impianti più piccoli. L’uso di questi ultimi non è più indirizzato allo spostamento del prelievo nelle ore notturne, quanto all’abbassamento dei picchi di richiesta di energia. L’accumulo più limitato può infatti servire da “polmone” per sopperire ai picchi di carico ed essere ricaricata più volte durante l’arco di una giornata. È stato elaborato un algoritmo per la determinazione del miglior compromesso tra taglia di accumulo e potenza installata; esso calcola i costi di esercizio dell’impianto in uno spazio bi-dimensionale potenzaenergia (d’accumulo) verificando ed escludendo situazioni di disservizio (istanti in cui non è possibile erogare l’energia richiesta dal carico). L’algoritmo individua l’impianto ottimo che minimizza contemporaneamente il costo di esercizio e la potenza installata. La Figura 45 mostra un utilizzo tipico per questa tipologia d’impianto. Si può notare che sebbene il prelievo da rete sia costante durante le ore centrali della giornale e insufficiente a soddisfare la richiesta di energia da parte dei veicoli elettrici, il serbatoio accumula gli esuberi di energia e cede l’energia necessaria a seconda delle necessità. In questo modo la potenza al punto di allaccio rimane limitata e di valore modesto (circa 70 kW nell’esempio di Figura 45) e l’accumulo ha una taglia, e quindi un costo, limitato. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Figura 45 - Andamento grandezze caratteristiche dell’impianto a “polmone” ottimizzato Pag. 55/108 12001014 Rapporto 9 9.1 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 56/108 PIANIFICAZIONE DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE MT E BT IN PRESENZA DI STAZIONI DI RICARICA VELOCE Criteri di pianificazione e di esercizio della rete di distribuzione rete MT La rete di distribuzione di A2A Reti Elettriche in area Milano è quasi esclusivamente costituita da linee in cavo sotterraneo. Per i carichi alimentati da linee sotterranee, in particolare per la rete MT, risulta di fondamentale importanza poter disporre di una possibilità di rialimentazione, essenzialmente per i seguenti motivi: • i carichi e le utenze servite sono in genere piuttosto elevati; • la riparazione di una linea sotterranea comporta tempi assai maggiori di quelli necessari per guasti su linee aeree. Lo schema tipico della rete MT cittadina è costituito da linee dorsali a sezione costante, che iniziano e terminano in Cabine Primarie AT/MT distinte, sezionabili nelle cabine MT/BT collegate in entra-esce, come indicato nella Figura 46. Tale struttura di rete viene detta “a congiungenti”. Cabina MT/BT Cabina MT/BT con sezionamento normalmente aperto Cabina AT/MT Figura 46 - Schema semplificato della rete MT “a congiungenti” In condizione di esercizio normale, le linee MT sono utilizzate in configurazione radiale, sezionate in una cabina di trasformazione MT/BT indicativamente a metà percorso, in modo da ridurre al minimo le cadute di tensione e le perdite di rete. In condizioni di emergenza, per consentire la completa rialimentazione di tutto il carico di ogni linea MT, sia in caso di guasto lungo la linea sia in caso di indisponibilità di una delle Cabine Primarie AT/MT a cui la linea è attestata, la portata della linea deve essere maggiore o uguale al carico massimo previsto su tutta la sua lunghezza (da una cabina AT/MT all’altra). L’utilizzazione massima di ogni singola linea MT in condizioni standard è quindi limitata generalmente al 50% della sua portata nominale. 9.2 Criteri di pianificazione e di esercizio della rete di distribuzione rete BT Per la rete di distribuzione BT in ambito urbano, valgono in linea di principio gli stessi criteri utilizzati per la rete MT. Trattandosi però di rete molto più capillare che alimenta, per ogni trasformatore MT/BT 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 57/108 o per singola dorsale BT, carichi meno elevati e un numero di utenze decisamente inferiori, si accettano condizioni di pianificazione/esercizio meno rigorose. La struttura di rete non sempre è tale da garantire una completa rialimentazione di tutti i carichi e l’indice di utilizzazione della rete si spinge normalmente verso valori più elevati. Il limite massimo di utilizzo di trasformatori MT/BT e relative linee BT in condizioni standard, è considerato da A2A Reti Elettriche generalmente pari al 80% del relativo valore nominale. 12001014 Rapporto Pag. 58/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici 10 MONITORAGGIO DELLE RICARICHE DI UN VEICOLO ELETTRICO (EV) (PERIODO GIUGNO 2011 - FEBBRAIO 2012) Nel giugno del 2011 in RSE è stato intrapreso il monitoraggio delle ricariche di un Veicolo elettrico in dotazione al parco auto aziendale, per l’utilizzo del quale è stata installata, nell’area sperimentale, un’apposita colonnina di ricarica. Data l’autonomia (160 km dichiarata dal costruttore) e la possibilità di ricarica delle batterie limitata solo ad alcune colonnine installate in zone centrali di Milano, il suo utilizzo è stato confinato entro un’area che copre distanze del raggio di circa 50 km. Pur essendo un veicolo commerciale realizzato per un utilizzo prettamente urbano, in RSE la fruizione da parte di alcuni dipendenti è stata principalmente per tragitti casa-lavoro e viceversa. I percorsi effettuati hanno coperto per oltre il 77% aree extraurbane mentre il resto si è suddiviso in parti uguali nelle aree urbane e miste (Figura 47). Utilizzo Veicolo Elettrico 100.0 90.0 % percorsi effettuati 80.0 70.0 60.0 50.0 40.0 30.0 20.0 10.0 0.0 urbano misto extraurbano Tipo di percorso Figura 47 - Tipologia di percorso effettuato Dato il tipo di utilizzo anche le ricariche mostrano una predominanza di ricariche totali (89% durante il giorno) rispetto al 9% delle parziali (Figura 48). Sono presenti anche eventi sia di ripristino del livello di carica dovute all’auto-scarica delle batterie al litio sia di pre-riscaldamento in fase di ricarica. 12001014 Rapporto Pag. 59/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Ricariche veicolo elettrico 100.0 90.0 % tipo di ricarica 80.0 70.0 60.0 50.0 40.0 30.0 20.0 10.0 0.0 Totale Parziale Ripristino Tipo di ricarica Figura 48 - Tipologia di ricariche effettuate 10.1 Sistema di monitoraggio delle ricariche Per il monitoraggio delle ricariche è stato utilizzato un Analizzatore di Power Quality Janitza modello UMG 511 (Figura 50) connesso via interfaccia Ethernet alla rete dati aziendale. Lo strumento è stato installato immediatamente a monte dell’alimentazione trifase della Colonnina (Figura 50 e Figura 51) ed acquisito tramite un PC in rete con il programma GridVis della Janitza. Figura 49 - UMG 511 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 60/108 Figura 50 - Posizionamento dei TA (30/5A) Figura 51 - Schema multifilare di potenza per alimentazione Colonnina di ricarica (particolare della connessione dell’analizzatore Janitza) Il programma GridVis prevede la visualizzazione online delle grandezze di interesse oltre alla loro memorizzazione in un database con medie ogni 60 secondi. Sono state effettuate un totale di 138 ricariche, il 96% delle quali c/o la colonnina installata in RSE, mentre il 4% c/o colonnine situate in Milano. Nell’andamento dei grafici di ricarica, sotto riportati, si riconoscono gli steps descritti in http://en.wikipedia.org/wiki/Lithium_ion_battery#cite_note-58 dove la procedura di carica delle batterie agli Ioni di Litio (più celle in serie) viene caratterizzata in tre step: 1. CC 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 61/108 2. Balance (non richiesto una volta che la batteria è bilanciata) 3. CV dove: In CC viene applicata la corrente di carica alla batteria fino al raggiungimento della tensione limite per ogni cella. In Balance viene ridotta la corrente di carica (o ciclata on e off per ridurre la corrente media) mentre lo stato di carica delle singole celle è compensato da un circuito di bilanciamento5, fino a quando la batteria è bilanciata. In CV viene applicata una tensione costante pari alla massima tensione di cella per il numero di celle in serie della batteria. La corrente gradualmente diminuisce asintoticamente a zero, fino a quando la corrente è inferiore ad una soglia di circa il 3% della corrente costante di carica iniziale. Nelle figure seguenti si riconoscono le prime due fasi CC e Balance (Figura 53 e Figura 57) e la terza fase a tensione costante CV (Figura 55 e Figura 59). Per quest’ultima, la durata è nettamente differente fra le due ricariche (7 e 45 minuti) dove sicuramente la temperatura ambiente (Agosto e Dicembre) gioca un ruolo importante per il riconosciuto problema della ricarica alle basse temperature. Figura 52 - Ciclo completo Figura 53 - Amplificazione fase di bilanciamento 5 Il circuito di bilanciamento serve a massimizzare la capacità di ciascuna cella per rendere tutta la sua energia disponibile per l'uso e aumentare la durata della batteria. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Figura 54 - Andamento Corrente e Tensione (gradino di tensione da rete di alimentazione) Figura 55 - Amplificazione fase CV (tensione costante) Figura 56 - Ciclo completo Pag. 62/108 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Figura 57 - Amplificazione fase di bilanciamento Figura 58 - Andamento Corrente e Tensione Figura 59 - Amplificazione fase CV (tensione costante) Pag. 63/108 12001014 Rapporto Pag. 64/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici 10.2 Elaborazione dati Il monitoraggio delle ricariche del veicolo elettrico si riferisce ad un periodo di nove mesi da giugno 2011 fino a febbraio 2012. Nei nove mesi di monitoraggio sono stati percorsi 9800 km suddivisi in percorrenze mensili variabili fra 600 e 1500 km (Figura 60). Le elaborazioni dei dati acquisiti hanno permesso di effettuare valutazioni sui consumi e sulle emissioni di CO2 (riferite alla produzione di energia elettrica necessaria per ricaricare le batterie). Per avere dei valori corretti dei consumi si è proceduto ad effettuare i calcoli fra due ricariche complete (tipo pieno di carburante) rapportando la differenza fra l’energia totale erogata a fine ricarica e quella all’inizio rispetto ai km percorsi nel relativo intervallo (Figura 61)6. Il maggior utilizzo giornaliero del veicolo nel periodo di monitoraggio è risultato nel range 70-115 km con consumi fra le ricariche totali nel range 155-240 Wh/km. La massima percorrenza effettuata fra due ricariche totali, senza ricariche parziali intermedie, è stata di 137 km a 143 Wh/km. Percorrenze kilometriche mensili 1800 1600 1400 kmpercorsi 1200 1000 800 600 400 200 0 giu-11 lug-11 ago-11 set-11 ott-11 nov-11 dic-11 gen-12 feb-12 Mesi Figura 60 - Percorrenze kilometriche mensili 6 L’energia misurata dallo Janitza è affetta da un autoconsumo dell’elettronica interna della colonnina pari a circa +1% del valore rilevato. Questa valutazione è stata possibile una volta reso disponibile il valore dell’energia erogata sulla colonnina. 12001014 Rapporto Pag. 65/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Wh/km Consumi fra ricariche totali 300.0 290.0 280.0 270.0 260.0 250.0 240.0 230.0 220.0 210.0 200.0 190.0 180.0 170.0 160.0 150.0 140.0 130.0 120.0 110.0 100.0 max percorrenza 137km a 143Wh/km 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 210 220 230 km percorsi giu-11 lug-11 ago-11 set-11 ott-11 nov-11 dic-11 gen-12 feb-12 Figura 61 - Consumi fra ricariche totali I consumi medi mensili fra ricariche totali sono compresi fra 180 e 225 Wh/km passando dai mesi estivi a quelli invernali (Figura 62). Consumi medi fra ricariche totali 240.0 220.0 200.0 180.0 Wh/km 160.0 140.0 120.0 100.0 80.0 60.0 40.0 20.0 0.0 giu-11 lug-11 ago-11 set-11 ott-11 nov-11 dic-11 gen-12 feb-12 mesi Figura 62 - Consumi medi mensili La valutazione dei consumi progressivi calcolata sul totale dell’energia caricata e dei kilometri percorsi è mostrata in Figura 63. A parte i primi due mesi di assestamento l’andamento con questo tipo di valutazione si attesta intorno ai 180 Wh/km nei mesi estivi per poi aumentare fino a 195Wh/km nei mesi 12001014 Rapporto Pag. 66/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici invernali. Sicuramente per l’aumento dobbiamo considerare anche il maggiore utilizzo delle luci e non tanto la climatizzazione dell’abitacolo in quanto il veicolo dispone di un sistema autonomo a gasolio. Consumi progressivi 250.0 240.0 230.0 Wh/km 220.0 210.0 200.0 190.0 180.0 170.0 Giu-11 km Lug-11 km 945 Ago-11 km 1144 Set-11 km 737 Ott-11 km 1043 Nov-11 km 1514 Dic-11 km 943 Gen-12 km 1409 Feb-12 km 1528 160.0 95 00 10 00 0 10 50 0 90 00 85 00 80 00 75 00 70 00 65 00 60 00 55 00 50 00 45 00 40 00 35 00 30 00 25 00 20 00 15 00 10 00 0 50 0 150.0 km percorsi progressivi Wh/km progressivi Figura 63 - Consumi medi progressivi La valutazione delle emissioni di CO2 è stata effettuata tenendo conto del valore riferito alla Produzione lorda totale 2009 = 414 gCO2/kWh (dati da sito TERNA – tabelle Confronti internazionali) rispetto ad un veicolo endotermico equivalente con valori di emissione pari a 137 gCO2/km. Nel grafico di Figura 64 vengono riportate le emissioni mensili calcolate per il veicolo elettrico e per il veicolo endotermico di confronto oltre all’andamento della riduzione % di CO2 che si attesta fra il -35 e il -45%. • kgCO2 Veicolo Elettrico = (gCO2/kWh * kWhricarica)/1000 • kgCO2 Veicolo Endotermico = (gCO2/km * kmpercorsi)/1000 12001014 Rapporto Pag. 67/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici 240 1600 225 1500 210 1400 195 1300 180 1200 165 1100 150 1000 135 900 120 800 105 700 90 600 75 500 60 41.4 47.5 45.9 47.3 44.3 45 40.5 33.5 36.0 35.5 400 300 30 200 15 100 0 km totali percorsi kg CO2; % rid CO2 Emissioni CO2 fra ricariche totali 0 giu-11 lug-11 ago-11 set-11 ott-11 nov-11 dic-11 gen-12 feb-12 mesi kgCO2 Veicolo elettrico kgCO2 Veicolo termico eq. % riduzione CO2 km percorsi mensili Figura 64 - Valutazione e confronto emissioni di CO2 10.3 Consumi della Colonnina di ricarica Il consumo degli apparati elettronici della colonnina di ricarica (Figura 65 e Figura 66) è stato misurato tramite le letture effettuate su un Analizzatore di Power Quality Janitza modello UMG 511 inserito immediatamente a monte dell’alimentazione trifase della stessa (vedi schema Figura 67). 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Figura 65 - Colonnina di ricarica installata nell’area sperimentale RSE Figura 66 - Vista delle due tipologie di prese per la ricarica Pag. 68/108 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 69/108 Figura 67 - Schema multifilare di potenza per alimentazione Colonnina di ricarica (particolare della connessione dell’analizzatore Janitza) I consumi, suddivisi in bimestri, sono stati ricavati dalle letture dell’energia contabilizzata per ciascuna fase e riportati nelle Tabelle seguenti: Consumi Maggio – Giugno 2011 Data & Ora 30/05/2011 15:05 30/06/2011 15:05 Differenza Ricariche EV Totale Energia totale sulle tre fasi: Consumo colonnina: Consumi Luglio – Agosto 2011 Data & Ora 30/06/2011 15:05 31/08/2011 15:05 Differenza Ricariche EV Totale Energia totale sulle tre fasi: L1 L2 L3 [Wh] [Wh] [Wh] 9 8 238 121240 234 15290 121231 226 15052 120910 321 226 15052 15599 Wh (per 31 giorni) 503.19 Wh/giorno. L1 L2 L3 [Wh] [Wh] [Wh] 121240 234 15290 471840 684 45300 350600 450 30010 349910 690 450 30010 31150 Wh (per 62 giorni) 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 70/108 Consumo colonnina: 502.42 Wh/giorno. Consumi Settembre – Ottobre 2011 Data & Ora L1 L2 L3 [Wh] [Wh] [Wh] 31/08/2011 15:05 471840 684 45300 31/10/2011 15:05 812920 2317 78500 Differenza 341080 1633 33200 Ricariche EV 339880 Totale 1200 1633 33200 Energia totale sulle tre fasi: 36033 Wh (per 61 giorni) Consumo colonnina: 590.70 Wh/giorno. Consumi Ottobre – Novembre 2011 Data & Ora 30/09/2011 15:05 30/11/2011 15:05 Differenza Ricariche EV Totale Energia totale sulle tre fasi: Consumo colonnina: L1 L2 L3 [Wh] [Wh] [Wh] 620070 1389 60980 1064840 3362 95660 444770 1973 34680 443650 1120 1973 34680 37773 Wh (per 61 giorni) 619.23 Wh/giorno. Consumi Novembre – Dicembre 2011 Data & Ora 31/10/2011 15:05 31/12/2011 15:05 Differenza Ricariche EV Totale Energia totale sulle tre fasi: Consumo colonnina: L1 L2 L3 [Wh] [Wh] [Wh] 812920 2317 78500 1272890 4399 113420 459970 2082 34920 458890 1080 2082 34920 38082 Wh (per 61 giorni) 624.29 Wh/giorno. L’aumento dei consumi a partire da Settembre 2011 è imputabile all’intervento di aggiornamento dell’Hardware e del Software della colonnina effettuato il giorno 13/09/2011. Le ultime due tabelle, volutamente sovrapposte di un mese, mostrano un consumo intorno ai 620 Wh/giorno (25.8 W) rispetto ai 500 Wh/giorno (20.8 W) dei mesi precedenti l’intervento. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 71/108 11 CONCLUSIONI L’attività ha avuto come oggetto la valutazione dell’impatto dello scenario di mobilità elettrica elaborato nel precedente periodo di ricerca di sistema sulle reti elettriche della distribuzione sia in media che in bassa tensione. Lo scenario considera che una buona parte dei possessori di veicoli elettrici (EV), pari a circa il 30% sul totale di EV presenti nel parco auto, utilizzi stazioni di ricarica pubbliche, sia di tipo lento (parcheggi ad accesso pubblico, supermercati, colonnine di ricarica lungo le strade - con potenze fino a 20 kW), sia veloce (stazioni di ricarica in corrente continua – con potenze superiori a 50 kW). Le odierne stazioni di servizio saranno convertite in stazioni “ibride”, con pompe di carburante per combustibili fossili e punti di ricarica veloce per EV. Riferendosi alla provincia di Milano, si è valutato quanta energia dovrà essere rifornita dal distributore “ibrido” medio ottenendo un valore pari a circa 1 MWh; si è inoltre stimato il profilo della domanda di energia da parte delle auto elettriche (potenza oraria nelle 24 ore). L’analisi svolta ha evidenziato che il distributore “ibrido” richiede potenze compatibili con una connessione in media tensione. Si è quindi studiato una cabina MT, e la richiesta che competerebbe ai suoi feeder se vi fossero allacciati tutti i distributori che sono localizzati nell’area servita, andando a calcolare l’adeguatezza delle linee e la corrispondente caduta di tensione, trovando che le cadute di tensione sulle linee MT sono trascurabili, in quanto la ricarica veloce comporta un abbassamento inferiore allo 0.5% della tensione nominale. L’impatto limitato nelle cadute di tensione è una conseguenza delle odierne regole di pianificazione ed esercizio del gestore della rete di distribuzione della città di Milano. Tali regole di pianificazione ed esercizio prevedono fattori di carico per le linee MT sempre inferiori al 50% e per le linee BT sempre inferiori all’80%. Risulta evidente che le stazioni di ricarica veloce, localizzate negli attuali distributori di carburanti, introducono un ulteriore carico per la rete di distribuzione durante le ore di maggior prelievo. Sono stati perciò sviluppate delle soluzioni che abbiano come obiettivo di abbassare l’imprevedibilità dei carichi sulla rete (aleatorietà del prelievo dei clienti) e/o di evitare ulteriori sovraccarichi alla rete elettrica. La prima soluzione prevede un accumulo di medio-grande capacità in grado di accumulare l’energia richiesta dal distributore medio durante la notte e renderla disponibile ai clienti durante il giorno. Per fare ciò ognuno di questi impianti necessita di una sistema di accumulo nell’ordine dei MWh. Durante l’attività si è elaborato un algoritmo in grado dimensionare la capacità di accumulo in funzione di: costo al kWh dell’accumulo; costo al kWh prelevato da rete con tariffazione bi/tri-oraria; costi fissi di allacciamento a rete MT. In particolare utilizzando i dati attuali l’utilizzo di accumuli risulta diseconomico, in quanto i costi d’installazione dell’accumulo stesso risultano maggiori dei benefici dello spostamento del prelievo nelle ore notturne. Sono da valutare però i possibili incentivi all’utilizzo di accumuli per ottimizzare le prestazioni della rete di distribuzione, con particolare riferimento a: peak shaving; load levelling; accumulo da fonte rinnovabile per mobilità elettrica (DL 28-2011); servizi ancillari alla rete. Il secondo prototipo di stazione di ricarica prevede invece l’utilizzo di un “polmone” di accumulo, di taglia nettamente inferiore a quanto previsto nel precedente caso, nell’ordine dei 200-400 kWh. In questo caso il sistema di accumulo serve solo per sopperire ai picchi di carico durante il giorno e viene ricaricato anche durante le ore diurne. In questo modello, viene inoltre previsto un profilo di prelievo da rete di tipo “flat” ossia il più possibile costante nel tempo. In questo modo si ha un prelievo prevedibile durante le ore diurne consentendo una più facile regolazione della rete MT. La capacità più contenuta dell’accumulo abbassa inoltre il costo d’installazione dell’accumulo stesso. Con queste due tipologie di impianto sono stati elaborati dei profili di prelievo da rete, che riescano in entrambi i casi a soddisfare la medesima domanda da parte dei clienti. Il SW Mare è stato potenziato per effettuare i Load Flow e valutare le cadute di tensione ai nodi. La nuova funzione inserita ricostruisce lo sviluppo reale della rete in maniera più precisa della precedente, considera le resistenza e le reattanze e calcola la resistenza equivalente al nodo di consegna PBT. Infine si è monitorato l’uso e le ricariche del veicolo elettrico in dotazione a RSE. Questa attività ha permesso di rilevare i consumi specifici del veicolo in varie condizioni atmosferiche e di utilizzo e l’autoconsumo della colonnina. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 72/108 BIBLIOGRAFIA [1] M. Benini, A. Gelmini, P. Gramatica, F. Lanati, G. Mauri: “L'impatto degli scenari di diffusione di PEV/PHEV sul sistema energetico nazionale e sulla rete di media e bassa tensione”, Rapporto RSE n. 11001070, 31 Marzo 2011. [2] Regolamento (CE) n. 443/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 Aprile 2009 che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove nell’ambito dell’approccio comunitario integrato finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri, eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:140:0001:0015:IT:PDF [3] A. Garzillo, A. Gelmini, M. Innorta (ENEL – SRI –AT/UDS), M. V. Cazzol (CESI): “DISCOVER: Uno strumento di OPF per la valutazione dei contratti bilaterali e per la risoluzione delle congestioni” ENEL SRI-AT-UDS-99 [4] Benini Michele, Gelmini Alberto, Gianinoni Iva Maria, Mauri Giuseppe, Gramatica Paolo, Lanati Fabio: “Impatto sul sistema elettrico della potenziale diffusione dei veicoli elettrici”, Rapporto RSE n. 11001070, Marzo 2011 [5] Comune di Milano - Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio: “Indagine sulla mobilità delle persone nell'area milanese”, Dicembre 2007. [6] www.chademo.com 12001014 Rapporto Pag. 73/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Elaborazioni mensili: Utilizzo; Consumi Wh/km ed Emissioni CO2 Nel seguito vengono riportate le elaborazioni mensili (giugno 2011 - febbraio 2012) dell’utilizzo del veicolo elettrico con le valutazioni dei consumi e delle emissioni di CO2 . Giugno 2011 - Utilizzo veicolo elettrico Rilievi progressivi fra ricariche complete 700 140 650 130 597 577 120 600 557 110 100 462 450 90 400 350 300 70 60 247 250 50 194 200 115.8 112.0 107.0 90.6 67.3 49.7 30 40.5 25.7 6.7 50 28 14.3 68 100 40 103118 21.4 150 0 80 348 31 /0 5/ 20 11 02 /0 6/ 20 11 04 /0 6/ 20 11 06 /0 6/ 20 11 08 /0 6/ 20 11 10 /0 6/ 20 11 12 /0 6/ 20 11 14 /0 6/ 20 11 16 /0 6/ 20 11 18 /0 6/ 20 11 20 /0 6/ 20 11 22 /0 6/ 20 11 24 /0 6/ 20 11 26 /0 6/ 20 11 28 /0 6/ 20 11 30 /0 6/ 20 11 km progressivi 500 Data kWh assorbiti km percorsi 20 10 0 kWh progressivi 550 12001014 Giugno 2011 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 urbano urbano misto misto urbano misto extra urbano misto misto extra 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km Pag. 74/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici kg CO2 km percorsi Rapporto km percorsi Tipo percorso 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Giugno 2011 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi urbano urbano misto misto urbano misto extra urbano misto misto extra Tipo percorso 12001014 Rapporto Pag. 75/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Luglio 2011 - Utilizzo veicolo elettrico Rilievi progressivi fra ricariche complete 1700 340 1542 1600 1368 1300 280 260 1164 1200 240 1041 1100 1000 800 200 180 160 647 280.1 267.0 252.3 246.0 226.0 210.7 191.3 171.7 166.7 157.1 140 120 100 04 /0 7/ 20 11 06 /0 7/ 20 11 08 /0 7/ 20 11 10 /0 7/ 20 11 12 /0 7/ 20 11 14 /0 7/ 20 11 16 /0 7/ 20 11 18 /0 7/ 20 11 20 /0 7/ 20 11 22 /0 7/ 20 11 24 /0 7/ 20 11 26 /0 7/ 20 11 28 /0 7/ 20 11 30 /0 7/ 20 11 01 /0 8/ 20 11 122.6 126.5 700 607626 600 118.6 220 904 883 831 796 900 500 300 1253 150.2 km progressivi 1400 320 kWh progressivi 1500 1472 1399 Data km percorsi Luglio 2011 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi extra extra urbano urbano misto misto misto urbano misto misto misto urbano extra urbano Tipo percorso Wh/km km percorsi kWh assorbiti 12001014 Pag. 76/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Luglio 2011 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi kg CO2 km percorsi Rapporto extra extra urbano urbano misto misto misto urbano misto misto misto urbano extra urbano Tipo percorso Agosto 2011 - Utilizzo veicolo elettrico Data kWh assorbiti km percorsi 485.0 465.9 448.3 431.9 414.7 380.0 398.2 kWh progressivi 2072 1986 362.5 346.6 330.2 308.7 2388 2283 2184 600 580 2686 560 540 2573 520 2480 500 480 460 440 420 400 380 360 340 320 300 03 /0 8/ 20 11 05 /0 8/ 20 11 07 /0 8/ 20 11 09 /0 8/ 20 11 11 /0 8/ 20 11 13 /0 8/ 20 11 15 /0 8/ 20 11 17 /0 8/ 20 11 19 /0 8/ 20 11 21 /0 8/ 20 11 23 /0 8/ 20 11 25 /0 8/ 20 11 27 /0 8/ 20 11 29 /0 8/ 20 11 31 /0 8/ 20 11 km progressivi Rilievi progressivi fra ricariche complete 3000 2900 2800 2700 2600 2500 2400 2300 2200 2100 2000 1907 1822 1900 1800 1706 1700 1600 1500 12001014 Agosto 2011 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km Pag. 77/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici kg CO2 km percorsi Rapporto km percorsi Tipo percorso 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Agosto 2011 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra Tipo percorso 12001014 Rapporto Pag. 78/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Settembre 2011 - Utilizzo veicolo elettrico Rilievi progressivi fra ricariche complete 3423 650 3400 3300 610 3178 3200 590 3081 3100 3000 2900 570 2960 2909 550 530 2838 490 2600 470 576.4 540.9 527.0 510.8 450 02 /0 03 9/1 /0 1 04 9/1 /0 1 05 9/1 /0 1 06 9/1 /0 1 07 9/1 /0 1 08 9/1 /0 1 09 9/1 /0 1 10 9/1 /0 1 11 9/1 /0 1 12 9/1 /0 1 13 9/1 /0 1 14 9/1 /0 1 15 9/1 /0 1 16 9/1 /0 1 17 9/1 /0 1 18 9/1 /0 1 19 9/1 /0 1 20 9/1 /0 1 21 9/1 /0 1 22 9/1 /0 1 23 9/1 /0 1 24 9/1 /0 1 25 9/1 /0 1 26 9/1 /0 1 27 9/1 /0 1 28 9/1 /0 1 9/ 11 2500 613.5 2700 594.5 510 559.2 2800 2734 493.4 km progressivi 630 3293 kWh progressivi 3500 Data 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 km percorsi Settembre 2011 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi extra extra extra extra extra extra extra extra Tipo percorso 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km km percorsi kWh assorbiti 12001014 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Pag. 79/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Settembre 2011 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 kg CO2 km percorsi Rapporto extra extra extra extra extra extra extra extra Tipo percorso Ottobre 2011 - Utilizzo veicolo elettrico Rilievi progressivi fra ricariche complete 4600 820 4462 4378 4400 740 4117 4100 720 4001 4000 700 3900 3851 3900 680 3760 3800 660 Data kWh assorbiti km percorsi 805.8 803.5 786.2 769.8 750.4 734.7 716.0 700.2 640 690.4 674.6 634.6 3600 3547 653.5 3649 3700 04 /1 0/ 11 06 /1 0/ 11 08 /1 0/ 11 10 /1 0/ 11 12 /1 0/ 11 14 /1 0/ 11 16 /1 0/ 11 18 /1 0/ 11 20 /1 0/ 11 22 /1 0/ 11 24 /1 0/ 11 26 /1 0/ 11 28 /1 0/ 11 30 /1 0/ 11 km progressivi 760 4199 4200 3500 780 4296 4300 800 620 600 kWh progressivi 4500 4466 12001014 Pag. 80/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Ottobre 2011 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi Wh/km km percorsi Rapporto urbano extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra Tipo percorso Valore fuori scala: • 12° valore – Wh/km fra ricariche = 565 (valore non attendibile del consumo dovuto ad intervento tecnico su auto) 12001014 Pag. 81/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Ottobre 2011 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi kg CO2 km percorsi Rapporto urbano extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra Tipo percorso Novembre 2011 - Utilizzo veicolo elettrico 1104.0 1087.7 1088.8 1068.0 1050.6 1031.6 1015.3 998.2 980.4 Data kWh assorbiti km percorsi kWh progressivi 5267 964.5 945.7 928.6 911.4 888.5 872.7 832.7 823.3 814.5 5012 4912 4826 5181 5098 5712 5598 5504 5421 5339 1160 5980 1140 5898 5896 1120 5799 1100 1080 1060 1040 1020 1000 980 960 940 920 900 880 860 840 820 800 02 /1 1/ 20 11 04 /1 1/ 20 11 06 /1 1/ 20 11 08 /1 1/ 20 11 10 /1 1/ 20 11 12 /1 1/ 20 11 14 /1 1/ 20 11 16 /1 1/ 20 11 18 /1 1/ 20 11 20 /1 1/ 20 11 22 /1 1/ 20 11 24 /1 1/ 20 11 26 /1 1/ 20 11 28 /1 1/ 20 11 30 /1 1/ 20 11 km progressivi Rilievi progressivi fra ricariche complete 6200 6100 6000 5900 5800 5700 5600 5500 5400 5300 5200 5100 5000 4900 4800 4615 4700 4563 4600 4515 4500 4400 12001014 Pag. 82/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Novembre 2011 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km km percorsi Rapporto extra urbano extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra Tipo percorso Valori fuori scala: • 4° valore - km percorsi = 211 (totale comprendente due ricariche parziali) • 17° valore – Wh/km fra ricariche = 530 (auto ricollegata alla colonnina dopo aver percorso 2 km – valore non attendibile del consumo dovuto probabilmente al sistema di controllo della carica) 12001014 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Pag. 83/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Novembre 2011 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi kg CO2 km percorsi Rapporto extra urbano extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra Tipo percorso Dicembre 2011 - Utilizzo veicolo elettrico Rilievi progressivi fra ricariche complete 7000 6923 1350 6844 6752 6800 1225 6424 1200 6299 6300 1175 6227 6149 1150 Data kWh assorbiti km percorsi 1311.5 1292.5 1272.2 1254.7 1237.3 1221.6 1203.1 1191.5 1170.8 1125 1155.7 1138.3 1122.9 6076 01 /1 2/ 20 11 03 /1 2/ 20 11 05 /1 2/ 20 11 07 /1 2/ 20 11 09 /1 2/ 20 11 11 /1 2/ 20 11 13 /1 2/ 20 11 15 /1 2/ 20 11 17 /1 2/ 20 11 19 /1 2/ 20 11 21 /1 2/ 20 11 23 /1 2/ 20 11 25 /1 2/ 20 11 27 /1 2/ 20 11 29 /1 2/ 20 11 km progressivi 6384 6400 5900 1250 6515 6500 6000 1275 6587 6600 6100 1300 6674 6700 6200 1325 1100 1075 kWh progressivi 6900 12001014 Pag. 84/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Dicembre 2011 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi extra extra extra urbano extra extra extra extra extra urbano extra extra Tipo percorso 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km km percorsi Rapporto 12001014 Pag. 85/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Dicembre 2011 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi kg CO2 km percorsi Rapporto extra extra extra urbano extra extra extra extra extra urbano extra extra Tipo percorso Gennaio 2012 - Utilizzo veicolo elettrico 1591.5 1556.8 1571.6 1518.3 1539.1 1500.2 1481.3 1462.3 1436.2 1456.6 1415.2 1378.9 1397.2 1346.8 1609.7 Data kWh assorbiti km percorsi kWh progressivi 8152 7397 7310 7233 7164 7089 1362.9 1328.2 7580 7500 7716 7608 8082 8000 7898 7810 1750 8332 1725 8248 1700 1675 1650 1625 1600 1575 1550 1525 1500 1475 1450 1425 1400 1375 1350 1325 1300 05 /0 06 1/1 /0 2 07 1/1 /0 2 08 1/1 /0 2 09 1/1 /0 2 10 1/1 /0 2 11 1/1 /0 2 12 1/1 /0 2 13 1/1 /0 2 14 1/1 /0 2 15 1/1 /0 2 16 1/1 /0 2 17 1/1 /0 2 18 1/1 /0 2 19 1/1 /0 2 20 1/1 /0 2 21 1/1 /0 2 22 1/1 /0 2 23 1/1 /0 2 24 1/1 /0 2 25 1/1 /0 2 26 1/1 /0 2 27 1/1 /0 2 28 1/1 /0 2 29 1/1 /0 2 30 1/1 /0 2 31 1/1 /0 2 1/ 12 km progressivi Rilievi progressivi fra ricariche complete 8500 8400 8300 8200 8100 8000 7900 7800 7700 7600 7500 7400 7300 7200 7100 7003 7000 6900 6800 6700 12001014 Gennaio 2012 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 extra extra extra extra extra extra extra extra misto extra extra extra extra extra extra extra extra 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km Pag. 86/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici kg CO2 km percorsi Rapporto km percorsi Tipo percorso 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Gennaio 2012 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi extra extra extra extra extra extra extra extra misto extra extra extra extra extra extra extra extra Tipo percorso 12001014 Rapporto Pag. 87/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Febbraio 2012 - Utilizzo veicolo elettrico Data kWh assorbiti km percorsi 1935.7 1917.9 1902.2 1883.5 1870.0 kWh progressivi 9603 9533 1855.4 1839.5 1824.4 1807.4 1790.2 1773.3 1754.7 1738.4 8851 1721.4 1704.1 1681.8 1663.8 1645.6 1624.9 8771 8681 8604 9235 9154 9083 9001 8926 9459 9388 9316 2075 9860 2050 2025 9770 9687 2000 1975 1950 1925 1900 1875 1850 1825 1800 1775 1750 1725 1700 1675 1650 1625 1600 02 /0 2/ 20 12 04 /0 2/ 20 12 06 /0 2/ 20 12 08 /0 2/ 20 12 10 /0 2/ 20 12 12 /0 2/ 20 12 14 /0 2/ 20 12 16 /0 2/ 20 12 18 /0 2/ 20 12 20 /0 2/ 20 12 22 /0 2/ 20 12 24 /0 2/ 20 12 26 /0 2/ 20 12 28 /0 2/ 20 12 km progressivi Rilievi progressivi fra ricariche complete 10100 10000 9900 9800 9700 9600 9500 9400 9300 9200 9100 9000 8900 8800 8700 8511 8600 8500 8413 8400 8300 8200 12001014 Pag. 88/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Febbraio 2012 - Consumi (rilievi fra ricariche complete) 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Wh/km ricariche Wh/km prog. km percorsi extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra misto extra extra extra extra Tipo percorso 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Wh/km km percorsi Rapporto 12001014 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Pag. 89/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Febbraio 2012 - Emissioni CO2 (rilievi fra ricariche complete) kg CO2 ZE kg CO2 1.5 dCi km percorsi extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra extra misto extra extra extra extra Tipo percorso 34.0 32.0 30.0 28.0 26.0 24.0 22.0 20.0 18.0 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 kg CO2 km percorsi Rapporto 12001014 Rapporto Pag. 90/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Ricariche Veicolo Elettrico Nel seguito viene riportata una raccolta di ricariche del veicolo elettrico effettuate c/o la colonnina installata c/o RSE. La raccolta presenta i grafici, ricavati dai valori mediati ogni 60 secondi del database dell’applicativo GridVis della Janitza, corredati dalle corrispondenti tabelle elaborate7. I grafici della potenza attiva di una ricarica mostrano la connessione alla rete, uguale per tutti, dove istantaneamente viene raggiunta la potenza di ricarica; la fase di carica vera e propria con andamento a dente di sega e la parte finale della durata variabile (rilevata) da 5 a 50 minuti con una chiusura rapida sotto il kilowatt. Prima ricarica Ora [hh.mm] Data 30/05/2011 7 start 15.10 stop 17.58 Energia attiva [Wh] durata 2.48 start stop 8 8878 Il colore delle Tabelle si differenzia dal tipo di ricarica: ___ ricariche parziali; ___ ricariche totali diff. 8870 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data 08/06/2011 Pag. 91/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici start 8.51 stop 11.04 Energia attiva [Wh] durata 2.13 start 23270 stop 30420 diff. 7150 Nell’amplificazione del grafico precedente si nota che le variazioni diverse dall’andamento a dente di sega della Potenza attiva durante la carica, sono da imputare a variazioni della tensione di alimentazione della colonnina. 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data 09/06/2011 Pag. 92/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici start 14.34 stop 15.55 Energia attiva [Wh] durata 1.21 start 30430 stop 34660 diff. 4230 Conferma delle variazioni rilevate sull’andamento della Potenza attiva dovute a variazioni della tensione di alimentazione della colonnina. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 93/108 Snapshot della registrazione on-line degli andamenti della Potenza attiva e reattiva nella fase terminale della 5a ricarica. La riduzione del carico fino a zero ha una durata di circa 15 minuti. Ricarica parziale (parte finale chiusa rapidamente) 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data 10/06/2011 Pag. 94/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici start 9.52 stop Energia attiva [Wh] durata 13.56 Sono confermate le variazioni dovute alla tensione 4.04 start 34670 stop 48090 diff. 13420 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 95/108 Snapshot della fase terminale della 6a ricarica dove si vede il differente andamento rispetto alla 5a. Il cavo è stato staccato durante la ricarica. 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data Pag. 96/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici start 14/06/2011 7.31 stop 10.23 Energia attiva [Wh] durata 2.52 start 49520 stop 58750 diff. 9230 Snapshot che conferma gli andamenti della Potenza attiva e reattiva durante la fase terminale dell’8a ricarica Ricarica totale più lunga 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data 4/08/11 Pag. 97/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici start 11.03 stop 17.34 Energia attiva [Wh] durata 6.31 start stop 314290 335790 diff. 21500 Ricarica dell’ultimo giorno prima della chiusura estiva Ora [hh.mm] Data 11/08/11 start 10.29 stop 15.46 Energia attiva [Wh] durata 5.17 start 368230 stop 385640 diff. 17410 12001014 Rapporto Pag. 98/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici L’auto ricaricata dopo 12 giorni di non utilizzo nel periodo di chiusura estiva ha caricato 1190Wh denotando una auto-scarica delle batterie valutabile in circa 99Wh/giorno8 (0.45% al giorno della capacità totale delle batterie 22kWh) Ora [hh.mm] Data 23/08/11 8 start 15.38 stop 16.03 Energia attiva [Wh] durata 0.25 start 385780 stop diff. 386970 1190 Una volta caricata, l’energia accumulata nella batteria tende a diminuire nel tempo anche se essa non è collegata ad alcun carico. La scarica avviene a causa della corrente che scorre attraverso la resistenza interna presente tra anodo e catodo e quella dovuta all’isolamento tra i due elettrodi. Nel caso delle pile al litio, i documenti tecnici mostrano una decrescita dell’energia accumulata pari al 10% in 12 settimane alla temperatura di 20 °C, cioè circa lo 0.1% al giorno. Tale decrescita è funzione della temperatura e aumenta al 38% a 60 °C, cioè allo 0.45% al giorno. Quindi nell’uso giornaliero delle batterie questo tipo di perdita può essere trascurato, mentre esso può intervenire significativamente quando le batterie dovessero essere lasciate a 60 °C per più giorni (ad esempio autovettura elettrica parcheggiata al sole estivo). 12001014 Rapporto Pag. 99/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Ricariche totali con differenti chiusure Ora [hh.mm] Data 22/09/11 start 7.44 stop 13.23 Energia attiva [Wh] durata 5.39 start 547250 stop 565580 diff. 18330 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data 27/09/11 Pag. 100/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici start stop 10.25 15.45 Energia attiva [Wh] durata 5.20 start stop 582880 600950 diff. 18070 Ricariche giornaliere in più steps Ora [hh.mm] Data 7/10/11 (I) Data 7/10/11 (II) start 9.46 start 11.45 stop 11.02 Ora [hh.mm] stop 13.03 Energia attiva [Wh] durata 1.16 durata 1.18 start 660220 664400 Energia attiva [Wh] start 7/10/11 (III) start 13.33 stop 17.18 stop 664400 Ora [hh.mm] Data stop 668760 diff. 4180 diff. 4360 Energia attiva [Wh] durata 3.45 start 668760 stop 681310 diff. 12550 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data 11/11/11 start 9.23 stop 14.29 Energia attiva [Wh] durata 5.06 start 11/11/11 start 15.24 stop 17.06 stop 895870 Ora [hh.mm] Data Pag. 101/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici 913220 diff. 17350 Energia attiva [Wh] durata 1.42 start 913220 stop 918690 diff. 5470 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data 16/12/11 Pag. 102/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici start 8.35 stop 12.25 Energia attiva [Wh] durata 3.50 start stop 1152630 1164250 diff. 11620 Prelievo di energia partito automaticamente dopo notte a bassa temperatura (<-5°C) con auto rimasta connessa alla colonnina. La potenza di prelievo risulta intorno a 3kW. L’evento è dovuto all’attivazione del sistema di pre-riscaldamento in fase di ricarica. Il pre-riscaldamento funziona programmando un'ora di inizio sul computer di bordo dell’auto elettrica e attivando il pre-riscaldamento, se la batteria è completamente ricaricata, un'ora prima della partenza, il riscaldamento si attiva e si prolunga per circa 30 minuti prima che si riprenda il veicolo. Ora [hh.mm] Data 20/12/11 start 5.56 stop 7.24 Energia attiva [Wh] durata 1.28 start stop 1182820 1187260 diff. 4440 12001014 Rapporto Pag. 103/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Dilatazione (50 minuti) del tempo di completamento della ricarica con temperatura ambiente al di sotto di 7 °C. Ora [hh.mm] Data 21/12/11 Data 21/12/11 start 8.01 start 10.34 stop 10.24 Ora [hh.mm] stop 11.52 Energia attiva [Wh] durata 2.23 durata 1.18 start stop 1187380 1195400 Energia attiva [Wh] start stop 1195400 1198550 diff. 8020 diff. 3150 12001014 Rapporto Ora [hh.mm] Data 03/02/12 start 9.44 stop 16.13 Ultima ricarica del periodo di monitoraggio Energia attiva [Wh] durata 6.29 start stop 1540870 1561590 Ora [hh.mm] Data 29/02/12 Pag. 104/108 SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici start 9.55 stop 15.15 diff. 20720 Energia attiva [Wh] durata 5.20 start stop 1789100 1806900 diff. 17800 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 105/108 To achieve wireless power transfer in a way that is practical and safe, one needs to use a physical phenomenon that enables the power source and the device (in this case, the mobile phone) to exchange energy strongly, while interacting only weakly with living beings and other environmental objects, like furniture and walls. The phenomenon of coupled resonators precisely fits this description. Two resonant objects of the same resonant frequency tend to exchange energy efficiently, while interacting weakly with extraneous off-resonant objects. A child on a swing is a good example of a resonant system. A swing exhibits a type of mechanical resonance, so only when the child pumps her legs at the natural frequency of the swing is she able to impart substantial energy into the motion of the swing. Another example involves acoustic resonances: imagine a room with 100 identical wine glasses, but each filled with wine up to a different level, so that each resonates at a different frequency (that is, they each emit a different tone or note when tapped, by a utensil, for example). If an opera singer enters that room and sings a very loud single note, the glass having the corresponding resonant frequency can accumulate enough energy to shatter, while the other glasses are unaffected. Coupled resonators are said to operate in a strongly coupled regime if their energy transfer rate is substantially higher than the rate at which they lose energy due to factors such as material absorption and radiation. In the strongly coupled regime, energy transfer can be very efficient. These considerations are universal, applying to all kinds of resonances (e.g., acoustic, mechanical, electromagnetic, etc.). Solja i and his colleagues at MIT (Karalis and Joannopoulos) set out to explore and develop the physical theory of how to enable strongly coupled magnetic resonators to transfer power over distances that would enable the kind of wireless device charging that Solja i first imagined. Their theoretical results were published first in 2006, and again in 2008 in the Annals of Physics. Once the physical theories were developed, Solja i and his team (Kurs, Karalis, Moffatt, Joannopoulos, Fisher) set out to validate them experimentally. The theory was developed to cover a broad range of coupled resonator systems, but the experimental work focused on proving that magnetically coupled resonators could exchange energy in the manner predicted by the theory and required for the wireless charging or devices, such as cell phones. The team explored a system of two electro-magnetic resonators coupled through their magnetic fields. They were able to identify the strongly coupled regime in this system, and showed that strong coupling could be achieved over distances that greatly exceeded the size of the resonant objects themselves. The team had proven that in this strongly coupled regime, efficient wireless power transfer could be enabled. Their successful experiment was published in the journal, Science, in 2007. The experimental design consisted of two copper coils, each a self-resonant system. One of the coils, connected to an AC power supply, was the resonant source. The other coil, the resonant capture device, was connected to a 60 watt light bulb. The power source and capture device were suspended in mid-air with nylon thread, at distances that ranged from a few centimeters to over 2.5 meters (8.2 ft). Not only was the light bulb illuminated, but the theoretical predictions of high efficiency over distance were proven experimentally. By placing various objects between the source and capture device, the team demonstrated how the magnetic near field can transfer power through certain materials and around metallic obstacles. Thus Prof. Solja i ’s dream of finding a method to wirelessly connect mobile electric devices to the existing electric grid was realized. WiTricity Corp. was soon launched to carry this technology forward from the MIT laboratories to commercial production 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 106/108 At first glance, WiTricity’s technology for power transfer appears to be traditional magnetic induction, such as is used in power transformers, where conductive coils transmit power to each other wirelessly, over very short distances. In a transformer, an electric current running in a sending coil (or “primary winding”) induces another current in a receiving coil (or “secondary winding”). The two coils must be very close together, and may even overlap, but the coils do not make direct electrical contact with each other. However, the efficiency of the power exchange in traditional magnetic induction systems drops by orders of magnitude when the distance between the coils becomes larger than their sizes. In addition to electric transformers, other devices based on traditional magnetic induction include rechargeable electric toothbrushes, and inductive “charging pads” which require that the object being charged be placed directly on top of, or very close to, the base or pad supplying the power. The power exchange efficiency of some induction systems is improved by utilizing resonant circuits. These so-called resonantly enhanced induction techniques are used in certain medical implants and highfrequency RFIDs for example. However, to the best of our knowledge, WiTricity’s founding technical team was the first to discover that by specially designing the magnetic resonators, one could achieve strong coupling and highly efficient energy exchange over distances much larger than the size of the resonator coils, distances very large compared to traditional schemes. The June 5, 1975 NASA JPL Goldstone Demonstration of directed radiative microwave power transmission successfully transferred 34kw of electrical power over a distance of 1.5km Artist rendering of European Space Agency Aeolus Satellite with laser beam pointing at the Earth's atmosphere. Aeolus will use laser Doppler radar to better understand weather phenomena. Credits: ESA/AOES Medialab. WiTricity’s technology for power transfer is non-radiative and relies on near-field magnetic coupling. Many other techniques for wireless power transfer rely on radiative techniques, either broadcasted or narrow beam (directed radiation) transmission of radio, or light waves. Broadcasted radiation of radio frequency energy is commonly used for wireless information transfer because information can be transmitted over a wide area to multiple users. The power received by each radio or wireless receiver is miniscule, and must be amplified in a receiving unit using an external power supply. Because the vast majority of radiated power is wasted into free space, radio transmission is considered to be an inefficient means of power transfer. Note that while more energy can be supplied to the receiver by “cranking up the power” of the transmitters in these systems, such high power levels may pose a safety hazard and may interfere with other radio frequency devices. “Directed radiation”, using highly directional antennas, is another means of using radio transmission to beam energy from a source to a receiver. However, directed radiation—in particular microwave radiation—may interact strongly with living organisms and certain metallic objects. Such energy transfer methods may pose safety hazards to people or objects that obstruct the line-of-sight between the transmitter and receiver. These limitations make directed radio transmission impractical for delivering substantial levels of wireless power in a typical consumer, commercial, or industrial application. In fact, defense researchers are exploring the use of directed energy systems to deliver lethal doses of power to targets in space and on the battlefield. In addition to radio waves, visible and invisible light waves can also be used to transfer energy. The sun is an excellent radiative source of light energy, and industry and academia are working hard to develop photovoltaic technologies to convert sunlight to electrical energy. A laser beam is a form of directed light radiation, in which visible or invisible light waves may be formed into a collimated beam, 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 107/108 delivering energy in a targeted way. However, as in the case of directed radio waves, safe and efficient transmission of laser power requires a clear line of sight between the transmitter and receiver. As mentioned at the beginning of this section, WiTricity’s technology is based on non-radiative energy transfer. It does not require a clear line of sight between the power sources and capture devices and it is safe for use in typical home, hospital, office, or industrial environments. MRI machines use “magnetic resonance imaging” to produce diagnostic images of soft tissue. Many people assume that WiTricity’s “Resonant Magnetic Coupling” must be similar to magnetic resonance imaging (MRI) technology, however, the technologies are similar in name only. MRI is, as its name suggests, a technology for using magnetism as a basis for diagnostic imaging of soft tissue in the human body. It utilizes a strong DC magnet to orient the magnetic fields of atoms within tissues, and radio frequency fields to manipulate those atoms in a selective way, so that tissues and structures can be imaged clearly. The “resonance” referred to in “MRI” refers to the resonance of atomic structures. MRI is not considered to be a method for wireless power transfer. In the late 1800’s and early 1900’s, at the dawn of the electrification of the modern world, some scientists and engineers believed that using wires to transfer electricity from every place it was generated to every place that it could be used would be too expensive to be practical. Nikola Tesla, one of the most well-known of these scientists, had a vision for a wireless world in which wireless electric power and communications would reach around the world, delivering information and power to ships at sea, factories, and every home on the planet. Tesla contributed significantly to our understanding of electricity and electrical systems and is credited with inventing three-phase AC power systems, induction motors, fluorescent lamps, radio transmission, and various modes of wireless electric power transfer. WiTricity technology for power transfer is different than the technologies proposed by Tesla, but his work is referenced and acknowledged in the scientific articles published by WiTricity’s founding technical team. WiTricity's mode of wireless power transfer is highly efficient over distances ranging from centimeters to several meters. We define efficiency as the amount of usable electrical energy that is available to the device being powered, divided by the amount of energy that is drawn by the WiTricity source. In many applications, efficiency can exceed 90%. And WiTricity sources only transfer energy when it is needed. When a WiTricity powered device no longer needs to capture additional energy, the WiTricity power source will automatically reduce its power consumption to a power saving “idle” state. Contact WiTricity to learn the efficiency and distance ranges that can be achieved in your applications. The magnetic near field has several properties that make it an excellent means of transferring energy in a typical consumer, commercial, or industrial environment. Most common building and furnishing materials, such as wood, gypsum wall board, plastics, textiles, glass, brick, and concrete are essentially “transparent” to magnetic fields—enabling WiTricity technology to efficiently transfer power through them. In addition, the magnetic near field has the ability to “wrap around” many metallic obstacles that might otherwise block the magnetic fields. WiTricity’s applications engineering team will work with you to address the materials and environmental factors that may influence wireless energy transfer in your application. WiTricity’s technology is a non-radiative mode of energy transfer, relying instead on the magnetic near field. Magnetic fields interact very weakly with biological organisms—people and animals—and are scientifically regarded to be safe. Professor Sir John Pendry of Imperial College London, a world renowned physicist, explains: “The body really responds strongly to electric fields, which is why you can cook a chicken in a microwave. But it doesn't respond to magnetic fields. As far as we know the body has almost zero response to magnetic fields in terms of the amount of power it absorbs." Evidence of the safety of magnetic fields is illustrated by the widespread acceptance and safety of household magnetic induction cooktops. 12001014 Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 108/108 Through proprietary design of the WiTricity source, electric fields are almost completely contained within the source. This design results in levels of electric and magnetic fields which fall well within regulatory guidelines. Thus WiTricity technology doesn’t give rise to radio frequency emissions that interfere with other electronic devices, and is not a source of electric and magnetic field levels that pose a risk to people or animals. Limits for human exposure to magnetic fields are set by regulatory bodies such as the FCC, ICNIRP, and are based on broad scientific and medical consensus. WiTricity technology is being developed to be fully compliant with applicable regulations regarding magnetic fields and electromagnetic radiation. WiTricity systems can be designed to handle a broad range of power levels. The benefits of highly efficient energy transfer over distance can be achieved at power levels ranging from milliwatts to several kilowatts. This enables WiTricity technology to be used in applications as diverse as powering a wireless mouse or keyboard (milliwatts) to recharging an electric passenger vehicle (kilowatts). WiTricity technology operates in a “load following” mode, transferring only as much energy as the powered device requires. WiTricity technology is being designed so that it can be easily embedded into a wide variety of products and systems. The physics of resonant magnetic coupling enables WiTricity engineers to design power sources and devices of varying shapes and sizes, to match both the packaging requirements and the power transfer requirements in a given OEM application. WiTricity has designed power capture devices compact enough to fit into a cell phone.