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L’arte di coltivare l’aglio
Riccarda Pisano
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L’arte di coltivare l’aglio
la coltivazione amatoriale dell’aglio
10 passi per coltivare l’aglio in maniera intensiva
le malattie dell’aglio:prevenzione e lotta biologica
Modulo 1
La coltivazione amatoriale dell’aglio
Autrice: Riccarda Pisano
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L’arte di coltivare l’aglio
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Indice
Introduzione…………………………………………………………………………………….. . 3
Origini……………………………………………………………………………………………… ..5
Come riconoscere l’aglio……………………………………………………………………….9
Bulbilli dai fiori…………………………………………………………………………………..10
Semi dall’aglio: leggenda o realtà?...............................................................12
Come coltivare l’aglio………………………………………………………………………… 15
Semina e messa a dimora…………………………………………………………………… 16
Raccolta e conservazione amatoriale…………………………………………………… 19
I 5 consigli di Carol Schmidt: come ottenere teste d’aglio da concorso…….. 20
Come coltivare l’aglio in vaso……………………………………………………………….21
Conclusioni………………………………………………………………………………………
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Introduzione
Non è possibile gustare un piatto a
base di aglio e farla franca il suo
olezzo
si
sente
eccome
e
fa
arricciare il naso a chi ci è vicino.
Già nell’antica Roma era in uso
l’espressione “allium olere” vale a
dire puzzare d’aglio.
Questo modo di dire era riferito alle classi più umili che spesso e
volentieri mangiavano questa bulbosa così utile e così odorosa.
La sua coltivazione è diffusa da migliaia di anni a tal punto che ben
raramente questa pianta produce semi ma si propaga solo per via
vegetativa piantando gli spicchi cioè i bulbilli nel terreno.
E’ facile coltivarla ed è così utile averla sempre a disposizione , per
le sue proprietà officinali davvero straordinarie, che è un vero
peccato non piantarla nell’orto oppure, se non si ha terreno, in un
vaso sul balcone.
Parlo dell’aglio ma per essere precisa dovrei dire “gli agli” infatti
sono tante le varietà di questa aromatica così apprezzata che
variano non solo nel colore della tunica esterna, bianca o rossa, ma
anche come sapore più o meno forte a seconda delle varietà.
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C’è da notare
che, qualsiasi sia la varietà prescelta, le preziose
qualità officinali di questa bulbosa rimangano intatte.
L’aglio è così apprezzato che sono numerose le feste e le sagre che
lo vedono protagonista in varie località d’Italia e anche all’estero.
Ogni sagra festeggia il “suo” aglio ovvero la particolare varietà che
cresce in zona.
Per essere più precisa dovrei parlare di ecotipo vegetale vale a dire
di aspetti particolari che l’aglio assume vivendo in un determinato
ambiente.
Ti parlerò dell’aglio nel suo insieme: come fare per coltivarlo, le sue
numerose varietà, le sagre a lui dedicate e le sue remote origini.
In questo primo modulo tratterò nel dettaglio tutti i modi per
coltivare l’aglio: amatoriale, intensivo e in vaso.
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Origini
La coltivazione dell’aglio è così antica che
sinora non è stato possibile stabilire con
esattezza il suo luogo d’origine.
Per quanto riguarda le origini di questa
bulbosa la tesi più accreditata afferma che
l’aglio
abbia avuto origine nell’Asia centrale,
altri esperti invece ritengono sia nato nella regione del Caucaso
dove ancora oggi si trovano
in coltivazione varietà
primitive di
aglio.
Se le sue origini sono incerte
la sua diffusione è invece mondiale
infatti oggi l’aglio è diffuso non solo in Europa ma in tutto il mondo.
Questo bulbo è uno dei più antichi medicamenti usati dall’uomo
pensa che era già coltivato 3000 anni fa come una pianta
medicamentosa come attestano reperti archeologici.
Ampiamente utilizzato nell’Antico Egitto, come è documentato nel
Codex Ebers un papiro che risale al 1550 a.C. che contiene
preparazioni curative a base di aglio, veniva somministrato agli
operai che lavoravano alla costruzione delle piramidi per aumentare
il loro vigore.
I greci conoscevano e apprezzavano l’aglio per le sue proprietà
medicinali e Ippocrate lo loda per le sue tante qualità officinali.
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Questo famoso medico greco ne indica l’impiego per medicare le
ferite e mette in risalto le sue qualità digestive.
L’aglio era ben conosciuto dai romani che l’apprezzavano non solo
per le sue proprietà medicinali ma anche come ottimo alimento utile
in tante preparazioni culinarie.
Inoltre va dato merito agli antichi romani di aver diffuso questo
bulbo così utile per tutto l’Impero.
Le sue qualità antisettiche venivano apprezzate nel Medioevo e i
medici usavano delle mascherine imbevute di succo di aglio per
proteggersi dalle infezioni.
L’aglio nel periodo medioevale veniva impiegato contro la febbre, le
infezioni e soprattutto per proteggersi dalla peste.
In epoca Rinascimentale venne usato
soprattutto come medicamento
perchè
le classi nobili lo disdegnavano in cucina
a motivo del cattivo alito che lascia.
Nel 1858 il chimico e biologo Luigi
Pasteur riuscì a dimostrare le qualità
antisettiche dell’aglio e la sua efficacia
nel bloccare la proliferazione dei batteri.
Queste qualità furono sfruttate da Pasteur per disinfettare le ferite
dei soldati durante la Prima Guerra Mondiale.
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Nel 1918 durante una terribile epidemia detta “la spagnola” in
Europa e in America si ricorse all’uso dell’aglio per prevenire,
disinfettare e cercare di arginare la terribile malattia.
Recenti studi su questa bulbosa hanno messo in luce la sua efficacia
in alcuni tipi di cancro.
Si continua a sperimentare questa sua importante qualità così utile
per contrastare una malattia fra le più gravi.
Per tutti questi motivi ti invito a consumare l’aglio così benefico per
la salute.
Se non ti è possibile, perché ti risulta pesante, vi sono dei
medicamenti a base di aglio venduti in erboristeria e in farmacia
ugualmente efficaci.
Attualmente il 60% della produzione mondiale di aglio è cinese e
solo il 6% è prodotto dall’Europa.
Per quanto riguarda l’Italia è al terzo posto
per la produzione di
questa bulbosa dopo la Francia e la Spagna.
L’aglio è coltivato in Italia in diverse zone, le regioni più adatte per
questa coltivazione sono la Campania, L’Emilia Romagna, il Veneto e
la Sicilia.
In Italia sono circa 3000 gli ettari interessati, con una produzione
che si aggira sulle 28mila tonnellate.
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Quasi la metà del raccolto nazionale viene venduto all’estero e la
principale importatrice è la Germania con quasi 4 mila tonnellate di
aglio acquistate ogni anno.
Il nostro paese non solo esporta ma è anche un importatore di aglio.
In
special
modo
lo
acquista
dall’Argentina, paese che
dalla
Spagna,
dalla
Cina
e
per la sua collocazione geografica
presenta un periodo di maturazione sfalsato di quasi sei mesi
rispetto a quello europeo.
Una delle principali differenze fra l’aglio prodotto in Italia e quello
invece importato riguarda la sua qualità.
Infatti in Italia abbiamo un’elevata qualità che si traduce in un buon
prezzo mentre l’aglio di importazione ha una qualità più bassa e
quindi un costo inferiore.
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Come riconoscere l’aglio
L’aglio
è
una
pianta
erbacea,
una
bulbosa della famiglia delle Liliacee e il
suo nome scientifico è Allium sativum.
Questa bulbosa ha foglie lineari, lunghe
e strette che possono raggiungere gli 80
cm di altezza con un’ampiezza di circa
15 cm.
I fiori sono riuniti in ombrelle tondeggianti, che sono portate da un
alto fusto cilindrico e eretto, sono piccoli e numerosi, di colore
bianco o rosato a seconda delle varietà.
L’aglio si coltiva per il suo bulbo sotterraneo racchiuso da una
decina di foglie, chiamate tuniche sterili, sottili e semitrasparenti
che hanno una funzione protettiva.
Il bulbo si suddivide in vari spicchi o bulbilli che presentano la faccia
dorsale convessa e che sono la parte della pianta che si utilizza.
I bulbilli sono anche gli organi di propagazione della pianta stessa.
Un bulbo può arrivare a pesare sino a 150 g e contenere sino a 20
spicchi ma in genere ne contiene una decina.
Ogni pianta di aglio produce un solo bulbo sotterraneo più o meno
grande.
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Bulbilli dai fiori
Pochi sanno che se si lasciano gli
scapi fiorali e i fiori dell’aglio
sbocciano
per
poi
appassire
questa pianta non dà origine a
semi ma a piccoli bulbilli che si
possono piantare.
Conservano tutte le caratteristiche
della pianta madre essendo dei cloni.
Non conviene piantarli perché prima che sviluppino una testa
grande passano dai 3 ai 5 anni.
Tuttavia, per alcune varietà di aglio raro, è conveniente piantarli
perché il potenziale di moltiplicazione, dando ogni scapo fiorale
anche 100 bulbilli, è di gran lunga maggiore.
Inoltre, non essendo a contatto col terreno, non
ospitano alcune
malattie dell’aglio che si trasmettono alla discendenza tramite le
moltiplicazione dei bulbilli della testa.
I ceppi di aglio ottenuti in questo modo si adattano maggiormente
alle condizioni del terreno e del clima e le piante risultano più
vigorose.
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In alcune nazioni si trovano in commercio questi bulbilli, come per
esempio il Canada che diffonde in questo modo fra gli appassionali
specie di aglio rare.
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Semi dall’aglio: leggenda o realtà?
Alcuni esperti
ritengono che
i parenti selvatici dell’aglio,
circa 10.000 anni fa, fossero
conosciuti e consumati dalle
tribù nomadi che vagavano
per le steppe asiatiche e si
siano in questo modo diffusi
per
tutto
il
continente
asiatico.
Ci sono prove che questo bulbo è coltivato e usato come pianta
officinale in Cina e in India da più di 5000 anni e in Egitto la sua
coltivazione risale a ben 2000 anni fa.
Al fine di ottenere bulbi più grandi, con spicchi più numerosi e con
un gusto migliore, gli steli fiorali sono stati rimossi o sono stati
selezionate varietà con ridotta potenzialità di fioritura.
Migliaia di anni di selezione attiva da parte dell’uomo hanno portato
l’aglio a perdere la sua fertilità e le varietà di aglio oggi esistenti
sono completamente sterili, si riproducono solo per via vegetativa.
Se anche gli scapi fiorali vengono lasciati sulla pianta a maturare,
producono piccoli bulbi, cloni della pianta che li ha prodotti, e non
semi.
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La sterilità sessuale dell’aglio pone dei problemi perché riduce
notevolmente il suo potenziale per quanto riguarda la qualità, la
resa e la resistenza ai parassiti.
Il
ripristino
della
fertilità
in
questa
coltura
permetterebbe nuove combinazioni genetiche
così
importante
che potrebbero
migliorarne le varietà, la robustezza e la qualità.
Per riuscire ad ottenere semi dall’aglio si è
partiti da
antiche
varietà che vengono coltivare in Asia centrale nella regione del
Caucaso.
Nel 1980 i Giapponesi hanno fatto diverse spedizioni in queste zone
e coltivando i bulbi che avevano portato
sono riusciti a far
sviluppare dei fiori fertili che hanno generato semi, purtroppo questi
semi avevano un basso indice di fertilità.
Nel
1998
un
importante
progetto
per
ripristinare la fertilità dell’aglio è stato avviato
in Israele con lo scopo di produrre aglio di alta
qualità per un più ampio progetto denominato
“Aglio e salute” che mira a studiare l’influenza
dell’aglio sulle malattie umane.
Si sono avviate numerose spedizioni nella regione del Caucaso da
dove sono stati portati in Israele più di 300 genotipi di aglio
provenienti da popolazioni che li coltivavano localmente.
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La regione caucasica è conosciuta come il centro primario di
origine dell’aglio e la fonte principale e più ricca della sua diversità
genetica.
Togliendo dalle infiorescenze i bulbilli e coltivando con pazienza
queste varietà primitive di aglio gli studiosi israeliani sono riusciti
ad ottenere semi di aglio fertili.
Piantati hanno prodotto piccoli bulbi di aglio senza bulbilli.
Questi bulbi
sono molto differenti l’uno dall’altro come colore,
come forma e come qualità e probabilmente contengono la maggior
parte delle variabilità genetiche a livello mondiale della pianta
dell’aglio.
Gli studi e le sperimentazioni sono ancora in corso e ci sono alte
probabilità che in futuro si possa effettuare il commercio dei semi
di aglio su vasta scala.
La riproduzione sessuale può essere usata per migliorare la specie,
per renderla più qualitativa e robusta, secondo me è una strada
interessante che, con le dovute cautele, merita di essere percorsa.
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Come coltivare l’aglio
L’aglio è una pianta che tollera un’ampia varietà di climi ma
necessita in inverno di un periodo di uno o due mesi di “freddo”.
In questo periodo la temperatura deve rimanere fra gli 0 gradi e i
10° C.,
la temperatura ottimale di germinazione è sui 15-20° C.
Per quanto riguarda la varietà ti consiglio di impiegare quella che si
coltiva nella tua zona già abituata al tipo di clima e di terreno.
Questa bulbosa vuole terreno leggero e fertile ma non concimato di
recente.
Ricordati di curare bene il drenaggio del terreno, facendo in modo
che non vi siano ristagni di acqua, perché il bulbo è soggetto a
muffe e marciumi se il suolo rimane bagnato troppo a lungo.
Considera che questa pianta viene piantata in autunno e in
primavera, periodi che possono essere particolarmente piovosi,
ecco perché è così importante curare il drenaggio.
Piantalo in posizione aperta e assolata perchè possa beneficiare
dell’aria e dei raggi solari.
Questa pianta, per fortuna, non teme il vento anche se è forte.
Niente concimazione organica per l’aglio io evito anche quella
minerale basta un normale terreno soffice e fertile.
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Semina e messa a dimora
Scegli con cura i bulbilli da un
grosso
bulbo
attenzione
che
maturo
sia
facendo
sano
senza
macchie o tracce di malattie.
L’aglio per produrre grossi bulbi con
numerosi bulbilli ha bisogno di un
lungo periodo di crescita quindi dove il clima lo consente è meglio
piantare i bulbilli in autunno.
La pianta impiega dalle 16 alle 36 settimane per portare a
maturazione i bulbi secondo le varietà e il periodo nel quale sono
stati piantati.
Se abiti in una zona con inverni molto rigidi e umidi, oppure
il
terreno dove vuoi piantare l’aglio è pesante, ritarda la piantagione
all’inizio della primavera.
Puoi ugualmente piantare in autunno anche in questi casi però abbi
l’accortezza di piantare i bulbilli in moduli da semina uno per
sezione.
Poni il contenitore in posizione riparata ma all’aperto perché i
bulbilli possano beneficiare del necessario periodo di freddo.
In primavera, appena iniziano a germogliare, trapiantali a dimora.
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Quindi puoi piantare l’aglio in due periodi distinti: in autunno le
varietà di aglio tardive e in primavera le varietà di agli precoci.
Pianterai in autunno, in ottobre novembre prima delle gelate, a
dimora gli agli delle varietà bianche che raccoglierai da fine giugno
a inizio agosto.
Invece pianterai in primavera, appena le gelate forti sono finite, in
febbraio marzo, le varietà di agli rosa o rossi che vengono raccolti a
luglio.
Per la piantagione scegli bulbilli grossi con la punta intatta
germoglieranno con più facilità e rapidamente.
Pianta ciascuno spicchio dritto con la base piatta rivolta verso il
basso, a una profondità di circa 5 cm.
La distanza di piantagione fra bulbo e bulbo è di circa 15 cm in file
distanti 30 cm.
Puoi piantare alcuni spicchi d’aglio ai piedi di altre piante le
proteggeranno da afidi e altri indesiderati insetti.
L’aglio si consocia con numerosi ortaggi ma non piantarlo vicino alle
cipolle, ai porri e alle patate.
Per quanto riguarda il terreno l’aglio vuole un terreno ben drenato,
soffice e fertile ma non concimato di recente.
Non concimare l’aglio con una concimazione organica io evito anche
quella minerale.
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Per quanto riguarda le annaffiature stai scarsa nei periodi piovosi e
innaffia se dovesse esserci siccità per far inturgidire bene gli
spicchi.
E’ importante sarchiare spesso il terreno per eliminare le malerbe
che sottraggono alla pianta di aglio acqua e nutrimenti.
Se dovesse andare in fiore
togli lo scapo fiorale, già sviluppato
ma prima che i fiori siano sbocciati,
lo puoi
consumare o
conservare sott’olio come una rara bontà.
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Raccolta e conservazione amatoriale
Non appena noti che le foglie dell’aglio iniziano ad appassire scava
e estrai i bulbi
perché potrebbero germogliare di nuovo e se lo
fanno è alta la probabilità che durante la conservazione marciscano.
Maneggiali con cura, quando li estrai e nella fase di conservazione,
perché la testa d’aglio fresca è delicata e si ammacca con facilità.
Metti i bulbi distesi all’aria per almeno una decina di giorni.
E’ meglio se puoi appenderli a mazzi o in trecce lavorando le loro
foglie.
L’importante è che prendano aria e che quando li
ritiri in
magazzino siano ben secchi.
Puoi appendere le trecce o i mazzi oppure conservare l’aglio in
cassette di legno da tenere in un posto asciutto,
semi-buio (non al
buio), a una temperatura di 5-10° C.
Conservato in questo modo l’aglio può durare sino a 10 mesi a
seconda delle varietà.
Non tutte le varietà di aglio sono adatte alla conservazione.
Si conservano molto bene gli agli bianchi, come la cultivar detta
“aglio bianco di Piacenza”, altre varietà invece non si conservano
così a lungo.
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I 5 consigli di Carol Schmidt: come ottenere
teste d’aglio da concorso
Carol Schmidt è un coltivatore americano di aglio che partecipa alle
gare che premiano la più grande testa di aglio e
che ha vinto
numerosi premi in palio.
Intervistato, ecco il metodo che ha
rivelato, per riuscire ad avere le più
grosse e perfette teste d’aglio che
sono risultate le vincitrici.
1) Per la semina seleziona i più
grossi bulbilli che hai.
2) Piantali con molto spazio attorno perché abbiano modo di
ingrossarsi senza trovare ostacoli.
3) Fertilizza il terreno con un concime completo prima di
piantarli, poi dai ancora concime in primavera quando iniziano
a germogliare,
in seguito concima leggermente ogni due
settimane sino ad un mese prima della raccolta.
4) Elimina con cura tutte le erbacce.
5) Taglia le infiorescenze non appena compaiono.
Non so se questi consigli permettono di ottenere grosse teste
perché non li ho sperimentati però mi sembrano molto sensati.
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Come coltivare l’aglio in vaso
Non è difficile coltivare l’aglio in vaso.
Tieni
conto
rimane
però
occupato
che
il
per
contenitore
un
tempo
abbastanza lungo prima che si possa
raccogliere le teste di aglio.
L’importante è che curi
il drenaggio del
terreno che deve essere ottimo perché i bulbilli soffrono i ristagni
idrici e il terreno troppo umido.
Se spesso è troppo bagnato i bulbilli sono soggetti a marciumi.
Ecco come procedere per ottenere delle belle teste di aglio in vaso.
Per prima cosa scegli un vaso piuttosto largo di almeno 40 cm di
larghezza.
Sistema sul fondo uno strato di argilla espansa o di ghiaia e
riempilo con del buon terriccio da orto.
Scegli una bella testa di aglio perfettamente sana, puoi prendere
anche l’aglio biologico che si compra al supermercato, il migliore
però è l’aglio da semina che si acquista nei consorzi o nei garden
più forniti.
L’aglio da semina sceglilo della varietà che cresce nella tua zona,
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quindi che è già adattata al clima, così è più facile che venga su
bene con delle belle teste grandi.
Togli alcuni bulbilli scegliendo quelli più grandi, che sono i più forti e
che si svilupperanno meglio.
Piantali tenendo conto che fra l’uno e l’altro occorre mantenere una
distanza di almeno 10 cm.
Spingi nel terreno soffice lo spicchio di aglio facendo attenzione che
la parte piatta sia sotto e sopra rimanga la parte appuntita che è
quella che germoglierà.
Affondalo di circa 5 cm sotto la superficie del terreno coprendolo poi
con un velo di terra.
Posiziona il contenitore contro un muro in un posto riparato e
soleggiato.
Non dimenticare di bagnare il vaso se la terra dovesse essere
completamente asciutta facendo attenzione però che non rimanga
troppo umida.
Controlla spesso il
siano
attaccate
contenitore e fai attenzione che le piante non
da
insetti
o
marciumi
che
potrebbero
compromettere l’intera produzione di aglio.
Quando noti che le foglie iniziano ad ingiallire è il momento di
iniziare la raccolta dei bulbi che possono essere lasciati
nel vaso
sino all’essiccazione completa della loro parte aerea.
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E’ importante non dare più acqua da quando ci si accorge che le
foglie iniziano a seccare.
Conserva le teste di aglio in casa dopo averle fatte seccare per
alcuni giorni all’aria.
Tienile fuori dal frigo, in una cassetta di legno, o appendile
in
trecce dopo averle pulite dalla terra e dalle radici senza però
intaccare gli spicchi di aglio della testa.
Se vuoi fare la treccia non togliere la parte fogliosa secca ma aiutati
con questa per creare la treccia stessa.
Così sistemato l’aglio, se è di una qualità che si conserva, può
durare anche 8-9 mesi.
NB. Se non vuoi coltivare l’aglio in un contenitore singolo, o non
hai
posto dove sistemarlo, puoi piantare i vari spicchi negli altri
vasi specialmente nei contenitori dove hai piantato le rose.
Ottieni così un duplice risultato: tieni lontano gli afidi dalle tue rose,
perché questi insetti non sopportano l’odore dell’aglio, e a tempo
debito puoi raccogliere ottime teste.
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Conclusioni
La coltivazione dell’aglio può dare delle belle soddisfazioni anche al
coltivatore inesperto.
Per chi non ha tempo di coltivare l’aglio in una parcella dell’orto,
oppure se non se la sente di metterlo in un vaso sul balcone, basta
che infili nel terreno qualche spicchio, magari vicino alle insalate
nell’orto o in qualche vaso di rose, e l’aglio crescerà bene
ugualmente.
Avrà la soddisfazione di raccogliere teste d’aglio che gli sono
costate poco spazio, poco tempo e poca fatica.
Un importante accorgimento: agli spicchi che vuoi piantare non
togliere la pellicina altrimenti non possono più germinare.
Attenzione poi a posizionarli correttamente nel terreno ovvero con
la parte più appuntita, da dove nascerà il germoglio, verso l’alto.
Li puoi raccogliere appena vedi che le loro foglie iniziano ad
appassire.
Portali subito in cucina e avrai il piacere e la soddisfazione di
gustare l’aglio fresco ricco di sostanze officinali e con un gusto e un
profumo insuperabili.
Con
la
coltivazione
amatoriale
potrai
difficilmente reperibile in commercio:
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gustare
l’aglio
fresco
non esitare e pianta l’aglio
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L’arte di coltivare l’aglio
Riccarda Pisano
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