I biostimolanti e il loro metodo di applicazione sul Giglio L.A.

De Lucia e Vecchietti:
I biostimolanti e il loro metodo di applicazione sul Giglio L.A.
Biostimolanti ed effetti della loro applicazione sulla qualità
degli steli e sul sistema di crescita delle radici del Giglio L.A.
B. De Lucia e L. Vecchietti
(Departimento di Scienze Agroambientali e Territoriali, Università di Bari “Aldo Moro”)
Sommario
Lo scopo di questa ricerca è stato quello di
valutare gli effetti di tre nuovi diversi
biostimolanti agricoli, ottenuti da proteine
idrolizzate provenienti da alghe (M.A.E.), epitelio
animale (A.P.H.), ed erba medica (H.S.), messi a
confronto con un trattamento di controllo
(acqua distillata) su ciclo colturale, qualità degli
steli e sistema di crescita delle radici, sulla
varietà fuori suolo “Brindisi” L.A. I biostimolanti
sono stati applicati otto volte sia in applicazione
fogliare che radicale. I tre prodotti hanno
ottenuto risultati simili tra loro e migliori rispetto
all’acqua, e in particolare: il ciclo colturale si è
concluso in anticipo, la pagina fogliare è risultata
più grande e più verde, le gemme a fiore hanno
sviluppato un diametro maggiore; l’apparato
radicale mostrava un allungamento notevole.
I valori del peso secco dello stelo e del tubero,
infine, sono risultati maggiori rispetto a quelli
del trattamento di controllo. I biostimolanti
ottenuti da epitelio animale differivano,
rispetto a quelli di origine vegetale e a base di
alghe, in numero di gemme a fiore (stesso
valore del controllo), peso fresco e secco delle
foglie, e gemme e radici dello stelo (valori più
alti rispetto al controllo). Per quanto riguarda la
qualità dello stelo reciso, se da un lato
l’applicazione
radicale
ha
determinato
l’aumento della lunghezza dello stelo, dall’altro
il trattamento fogliare ha apportato un
aumento del numero di gemme a fiore. Per
quanto concerne i bulbi, invece, l’applicazione
fogliare ha fatto crescere il valore più alto del
peso fresco. In rapporto all’acqua, l’A.P.H. in
applicazione fogliare ha anticipato entrambi i
raccolti di nove giorni.
Parole chiave: bulbi fiorali – agricoltura sostenibile – sostanze umiche – estratto di alghe marine –
proteine animali idrolizzate – amminoacidi
Introduzione
Nella moderna floricultura l’introduzione di metodi
innovativi è essenziale al fine di ottenere qualità e
rese sufficienti e sostenibili. Una proposta efficace
consiste nell’applicare alle colture i biostimolanti, o
cosiddetti “promotori di crescita”, ovvero prodotti
non-fertilizzanti
e
non-inquinanti,
sostanze
organiche naturali, prive di sostanze chimiche o di
regolatori sintetici di crescita della pianta, in grado
di migliorare metabolismo, crescita, salute, resa e
qualità delle piante (BERLYN e SIVARAMAKRISHNAN
1996; ZHANG e SCHMIDT 1999). Il loro ruolo è anche
quello di potenziare la capacità di assorbimento dei
nutrienti forniti dal concime (FRANKENBERGER e
ARSHAD 1995), modificando così la struttura della
radice,
incrementandone
lo
sviluppo
e
predisponendo la pianta a un maggiore
assorbimento delle sostanze nutritive (ERTANI e al.
2009). Recentemente la letteratura internazionale
ha presentato numerosi biostimolanti disponibili in
commercio, che si dividono in tre macro-categorie:
sostanze umiche (H.S.), ottenute da pareti cellulari
lignificate (ad esempio la proteina dell’erba medica
idrolizzata) e che agiscono come le citochinine e le
auxine (O’DONNELL 1973; SANDERSON e JAMESON
1986); estratti di alghe marine (M.A.E.)
(l’Aschophyllum nodosum L. è la più impiegata in
agricoltura), contenenti componenti chimici che
influenzano la crescita della pianta come le
citochinine e le auxine (CROUCH e VAN STADEN 1993);
e proteine animali idrolizzate (A.P.H.) presenti in
HYDRO FERT S.r.l.
Sede legale: Via A. Einstein, 21 – 76123 Andria (BT)
Deposito e uffici: Via dei Fornai, 1 m/n – 76121 Barletta (BT)
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De Lucia e Vecchietti:
I biostimolanti e il loro metodo di applicazione sul Giglio L.A.
sostanze di origine animale come epitelio, peli o
sangue, che danno origine a una serie di composti a
base di azoto organico conosciuti come
amminoacidi (monopeptidi) con diversi pesi
molecolari (Polo e al. 2006).
La ricerca sui biostimolanti è d’altronde fortemente
orientata verso lo studio e la sperimentazione
dell’efficacia e dell’efficienza di nuovi prodotti sulle
caratteristiche bio-agronomiche delle specie
coltivate.
Nonostante siano stati pubblicati moltissimi scritti
sull’impiego dei biostimolanti in frutticoltura e
orticoltura, poche sono le pubblicazioni dedicate
all’impiego di questi prodotti in floricoltura: VAN
STADEN e al. (1994) e RUSSO et al. (1994) su
calendula, VERNIERI e al. (2005) e VUJOŠEVIĆ (2007) su
piante messe a dimora. Inoltre, non sono presenti
ricerche sugli effetti dei bio-stimolanti sul Lilium.
Esso appartiene a una delle sei più importanti
specie di bulbi fiorali al mondo (DE HERTOGH e LE
NARD 1993) ed è interessante per l’applicazione dei
biostimolanti poiché ha due tipi di radice: radice
dello stelo, che si sviluppa al di sopra del bulbo
principale sullo stelo fiorale e radice basale, che si
sviluppa dalla base del bulbo (radici a bulbo), ed è
generalmente contrattile (WAISEL 1998). La
coltivazione fuori suolo in serra per la produzione di
gigli ha molti vantaggi rispetto alla produzione in
suolo, tra i quali creare la struttura fisica ideale alla
ritenzione idrica e all’aerazione,
evitare
l’insorgenza di malattie da impoverimento del
terreno, e controllare meglio la nutrizione della
pianta (DE LUCIA e al. 2003). Lo scopo di questa
ricerca è stato di valutare, nella coltura fuori suolo
del giglio L.A., gli effetti e le interazioni di tre nuovi
diversi biostimolanti agricoli e il loro metodo di
applicazione su ciclo colturale, qualità dello stelo e
sviluppo dell’apparato radicale.
Materiali e metodi impiegati
Piante impiegate e applicazioni dei trattamenti
Questo studio è stato condotto dal Dipartimento di
Scienze Agroambientali e Territoriali dell’Università
di Bari, in Italia meridionale (41°07’ N, 16°52’ E),
durante il periodo autunno-invernale (da novembre
2009 a marzo 2010). I bulbi di Lilium “Brindisi” (L.A.:
L. longiflorum × L. x. elegans), ibridizzati da Vletter
& Den Ham Beheer nel 2000, di 18-20 cm di
circonferenza, provenienti dall’Olanda, sono stati
piantati il 20 novembre in coltivazione fuori suolo,
in contenitori marroni in PVC (di 21 cm di diametro)
riempiti con perlite, coltivati in serra a temperatura
controllata (20° C/15° C giorno/notte, 60% di
umidità relativa, fotoperiodo naturale) e fertirrigati
da un sistema di micro-irrigazione contenente una
soluzione nutriente corretta col metodo di
Hoagland. Le piante sono state trattate a seconda
delle condizioni microclimatiche e in base alla fase
di crescita; l’EC e il pH della soluzione nutriente
erano rispettivamente di 1.2 e 6.3 mS cm-1.
Le piante sono state trattate in applicazione fogliare
(F) e radicale nella perlite (D) con tre diversi tipi di
nuovi biostimolanti in commercio: B1 (M.A.E. –
Hydro Alga), B2 (A.P.H. – Hydro Gold Super) e B3
(H.S. – Vigor L Rapido), ciascuno messo a confronto
con B0, un trattamento di controllo (acqua
distillata); sono stati condotti otto trattamenti
sperimentali.
M.A.E. è composto al 30% da Aschophyllum
nodosum (L.) estratto di aghe marine Le Jolis
contenenti ormoni come le citochinine (56 ppm) e
le auxine (456 ppm).
A.P.H. contiene idrolizzati enzimatici derivanti da
epitelio animale. Il prodotto è ottenuto dall’idrolisi
enzimatica in condizioni alcaline dei globuli rossi dei
bovini; ha un alto contenuto di amminoacidi L-α e
amminoacidi liberi e un’alta concentrazione di azoto
organico (Tabella 1). H.S. è ottenuto dall’idrolisi
enzimatica dell’estratto proteico a base di
amminoacidi e peptidi dell’erba medica (Medicago
sativa L.). Esso contiene il 15% di C organico, il 4,5%
di N organico, il 28% amminoacidi totali e il 3,5% di
amminoacidi liberi.
I sopracitati biostimolanti sono stati applicati otto
volte (ogni settimana dalla comparsa delle prime
dieci foglie alla differenziazione delle gemme a
fiore, alla dose di 1,5 g L-1 in soluzione con acqua
distillata, come suggerito dall’azienda che ha fornito
i prodotti commerciali. F è stato applicato con un
nebulizzatore manuale sulle foglie delle piante di
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I biostimolanti e il loro metodo di applicazione sul Giglio L.A.
giglio fino a gocciolamento e D alla dose di 150 mL
per vaso.
Analisi della crescita delle piante
All’apertura della prima gemma fiorale, le piante
sono state raccolte. È stata calcolata la lunghezza
del ciclo colturale (in qualità di numero di giorni
trascorsi dall’impianto alla fioritura) e lo stelo reciso
è stato separato dall’apparato radicale. L’analisi
della crescita della pianta è stata effettuata
utilizzando sia misurazioni bio-morfometriche, sia
misurazioni del peso fresco e secco su organi epigei
(stelo, foglie e gemme a fiore) e apparato radicale
(bulbi, radici degli steli e radici dei bulbi). Il peso
secco è stato misurato dopo averli messi ad
asciugare in forno a 70° C per 72 ore; la superficie
della foglia è stata misurata con un metro areale
(Delta-T, dispositivo della Decagon, Pullmann,
Washington, USA); l’indice SPAD è stato calcolato
con lo SPAD Chlorophyll Meter (Minolta Camera
Co., Lts, Osaka, Giappone).
Tabella 1. Composizione delle proteine idrolizzate utilizzate nel trattamento sperimentale con A.P.H. (un
campione analizzato).
Tipo di amminoacido
mg L-1
Tipo di amminoacido
mg L-1
Amminoacidi totali
Acido aspartico
Acido glutammico
Alanina
Arginina
Cisteina+cistina
Fenilalanina
Glisina
Idrossiprolina
Valina
56,30
3,37
5,42
5,94
2,90
0,08
1,13
13,00
5,89
1,27
Isoleucina
Istidina
Leucina
Lisina
Metionina
Prolina
Serina
Tirosina
Treonina
Triptofano
0,82
3,62
1,90
1,66
0,45
7,37
0,71
0,46
0,43
0,02
Statistiche
Il test sperimentale è stato condotto utilizzando
quattro blocchi randomizzati; ciascuno di essi
includeva otto trattamenti (quattro biostimolanti e
due metodi applicativi). Ogni trattamento è
consistito in 4 copie con 20 piante per ogni copia.
I dati sono stati oggetto di analisi della varianza a
due vie (ANOVA), al fine di studiare gli effetti di:
biostimolanti (acqua, M.A.E., A.P.H., H.S.), metodo
di applicazione (F e D) e loro interazione sul ciclo
colturale, qualità dello stelo e crescita dell’apparato
radicale.
Le differenze statistiche tra i metodi sono state
determinate dai test di Student-Neuman-Keuls
(S.N.K.) al livello di significatività di P < 0,05.
Risultati
I risultati sperimentali ottenuti mostrano che i
biostimolanti impiegati nel trattamento del giglio
hanno mostrato effetti benefici su ciclo colturale,
qualità dello stelo e crescita dell’apparato radicale.
I gigli trattati con i biostimolanti hanno un ciclo
colturale più breve, in media 4,5 giorni inferiore a
quello delle piante trattate solo con acqua (Tabella
2). Si è inoltre riscontrata un’interazione
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I biostimolanti e il loro metodo di applicazione sul Giglio L.A.
significativa tra impiego di biostimolanti e metodo
di applicazione sul ciclo colturale. Le piante
sottoposte ad applicazione fogliare sono fiorite
prima di quelle trattate per via radicale (in media
78 contro 81 giorni). Il ciclo colturale più corto, in
media di 77 giorni, è stato registrato quando
l’A.P.H. in applicazione fogliare. L’A.P.H. nel
nebulizzatore, messo a confronto con la
nebulizzazione della sola acqua, ha anticipato il
momento del raccolto di nove giorni (Fig. 1). La
fioritura anticipata dei gigli trattati con
biostimolanti fogliari potrebbe essere il risultato di
uno sviluppo più veloce della pianta dovuto a un
buon apparato radicale.
L’altezza dello stelo è stata modificata
significativamente solo dall’applicazione dei
biostimolanti: gli steli di giglio più lunghi sono stati
ottenuti con il trattamento radicale, ovvero 100,6 e
96,8 cm rispettivamente, con un aumento medio
del 4% (Tabella 2). Il trattamento con biostimolanti
4
ha fatto registrare un aumento delle dimensioni
della pagina fogliare, con una media del 26%,
rispetto al trattamento effettuato con l’acqua.
A.P.H. ha mostrato i valori più alti (fino ad ora),
simili a quelli ottenuti con M.A.E. e H.S. Nessuna
differenza è stata rilevata nel numero di foglie per
stelo. Tutti i biostimolanti hanno ottenuto effetti
positivi sull’indice SPAD: hanno mostrato di avere
un significativo potere di accrescimento rispetto
all’acqua, con un aumento in media del 7%. Il
numero di boccioli per stelo è stato influenzato da
entrambi i metodi sperimentali: A.P.H. ha fatto
registrare valori alti, tanto quanto quelli ottenuti
con l’acqua, mentre non si è registrata nessuna
differenza significativa tra M.A.E. e H.S. Messa a
confronto con l’applicazione radicale, l’applicazione
fogliare ha notevolmente aumentato il numero di
boccioli: 5,0 e 6,4 boccioli rispettivamente, con una
crescita media del 28%; l’interazione B x A si è
dimostrata significativa.
Tabella 2. Effetti e metodo di applicazione dei biostimolanti su ciclo colturale, caratteristiche morfofisiologiche e peso fresco degli organi epigei e ipogei.
Trattamenti
Ciclo
colturale
(d)
Altezza
stelo
(cm)
Foglie
(n)
Pagina
fogliare
(cm2)
Indice
SPAD
Boccioli
(n)
Diametro
gemma
(mm)
Lunghezza
A.R.a
(cm)
P.F.b
stelo
(g)
P.F.
foglie
(g)
P.F.
gemme
(g)
P.F.
bulbi
(g)
P.F.
radici
dei
bulbi
(g)
P.F.
radici
degli
steli
(g)
Rapportoc
R/S
44,0 b
43,4 b
17,4
32,5 c
21,9 c
33,4 c
53,7 a
40,5 b
19,6
45,4 b
32,8 b
47,9 b
53,9 a
46,2 a
19,7
52,1 a
36,1 a
52,5 a
46,1 b
39,0 b
19,7
46,3 b
34,5 b
53,6 a
Biostimolanti (B)
Acqua
84,6 b
97,7
71,8
10,2 b
57,6 b
7,0 a
20,0 b
10,2 b
M.A.E.
80,9 a
101,2
69,7
12,3 a
61,7 a
5,5 b
22,5 a
12,3 a
A.P.H.
78,5 a
98,4
69,1
12,9 a
62,3 a
6,2 a
21,7 a
12,9 a
H.S.
80,8 a
98,3
67,1
12,0 a
61,2 a
5,2 a
22,1 a
12,0 a
72,0 a
69,0
ab
68,0
ab
66,0 b
69,2
12,1
62,1
6,4 a
21,4
12,1
66,9
51,2
43,8
19,5
45,8 a
31,5
48,4
69,7
11,7
59,7
5,0 b
21,7
11,7
66,1
50,2
37,0
18,4
41,7 b
31,3
47,6
NS
*
NS
NS
**
NS
*
NS
*
*
**
NS
**
NS
*
NS
*
NS
*
NS
NS
NS
**
*
**
NS
**
NS
NS
NS
NS
NS
*
NS
NS
NS
NS
NS
NS
*
*
NS
Metodo di applicazione (A)
Appl.
80,8
96,8 b
foliare
Radi100,6
81,6
cale
a
Significatività
B
*
A
NS
BxA
*
A.R. = Apparato radicale.
b
P.F. = Peso fresco.
c
= Valori registrati escludendo il peso fresco dei bulbi.
Livelli di significatività: NS = non significativo; * = P < 0,05; ** = P < 0,01; SNK a < 0,05. Metodi con le stesse lettere all’interno della
stessa colonna non sono significativamente diversi (P < 0,05) secondo il test S.N.K.
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I biostimolanti e il loro metodo di applicazione sul Giglio L.A.
I valori più alti sui boccioli fiorali si sono registrati
nelle piante trattate con biostimolanti, con una
crescita media del 10% rispetto all’acqua. L’uso di
biostimolanti ha profondamente influito sulla
lunghezza delle radici, facendo registrare un
aumento del 20%, rispetto all’acqua (Tabella 2). Alla
fine del periodo sperimentale, le piante trattate con
i biostimolanti hanno accumulato della biomassa
fresca negli organi epigei e ipogei della pianta
(Tabella 2). Per quanto concerne il peso fresco dello
stelo i valori più alti sono stati registrati con l’acqua,
M.A.E. e A.P.H., mentre tra l’acqua e H.S. si nota
una differenza lievemente significativa. Il peso
fresco delle foglie è stato influenzato dai
biostimolanti: rispetto all’acqua e a H.S., M.A.E. e
A.P.H. hanno mostrato un aumento significativo; in
A.P.H. notiamo un aumentato del peso fresco della
gemma, rispetto a M.A.E. e H.S. (un aumento medio
del 13%).
Rispetto alle altre sostanze e all’acqua, A.P.H. ha
significativamente e fortemente migliorato il peso
fresco sia delle radici a bulbo che delle radici a stelo.
A.P.H. ha aumentato in media del 14% il peso fresco
delle radici a bulbo e del 7% delle radici a stelo
rispetto agli altri due biostimolanti e del 65% del
peso fresco delle radici a stelo rispetto all’acqua.
L’applicazione fogliare migliora significativamente il
peso fresco delle radici a bulbo, se messo a
confronto con l’applicazione radicale: 45,8 e 41,7 g
rispettivamente, con un aumento medio del 10%. Il
valore B x A è significativo.
Il valore più alto sul rapporto tra massa fresca del
germoglio e quella delle radici si è riscontrato nelle
piante trattate con A.P.H. e H.S.; nessuna differenza
è stata trovata con
Fig. 1. Influenza dell’interazione tra biostimolanti e
loro applicazione sul ciclo colturale.
il metodo di applicazione dei biostimolanti (Tabella
2).
L’impiego dei biostimolanti ha notevolmente
influenzato il peso secco dello stelo, mostrando una
crescita media del 20% rispetto all’acqua. M.A.E. e
A.P.H. hanno ottenuto un effetto positivo sul peso
secco delle foglie, se paragonate a H.S. e all’acqua
(Tabella 3). Il peso secco dei boccioli fiorali è stato
condizionato da entrambi i fattori sperimentali:
A.P.H. si è rivelato il biostimolante più efficace
nell’incrementare il peso secco del bocciolo fiorale
(più 20% rispetto ad altri trattamenti). Il metodo di
applicazione fogliare ha notevolmente aumentato il
peso secco del bocciolo fiorale, rispetto al metodo
di applicazione radicale: rispettivamente 5,0 g e 3,9
g, con una crescita media del 28%. Per quanto
riguarda il peso secco dei bulbi, tutti i biostimolanti
si sono rilevati più efficaci dell’acqua; A.P.H. ha
ottenuto risultati positivi sul peso secco delle radici
a bulbo, se paragonato agli altri biostimolanti e
all’acqua (Tabella 3).
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De Lucia e Vecchietti:
I biostimolanti e il loro metodo di applicazione sul Giglio L.A.
Tabella 3. Effetto dei biostimolanti e del loro metodo di applicazione sul peso secco degli organi epigei e
ipogei.
Radici a
Radici a
Rapporto
Trattamenti
Stelo
Foglie
Gemme
Bulbo
bulbo
stelo
A/Rc
Biostimolanti (B)
Acqua
8.21 b
5.45 b
4.37 b
2.26 b
2.28 d
1.31 c
0.26 c
M.A.E.
9.43 a
6.96 a
4.55 b
2.84 a
4.09 b
2.62 b
0.41 b
A.P.H.
9.72 a
6.92 a
5.27 a
2.96 a
5.73 a
3.61 a
0.56 a
H.S.
9.26 a
5.94 b
4.39 b
2.92 a
3.70 c
2.44 b
0.41 b
Metodo di applicazione (A)
Foliare
9.31
Radicale
9.22
Significatività
B
A
BXA
*
NS
NS
6.67
6.59
5.01 a
3.92 b
2.79
2.64
4.01 a
3.65 b
2.44
2.43
*
NS
NS
*
*
NS
*
NS
NS
*
NS
NS
*
NS
NS
*
NS
NS
Livelli di significatività: NS = non significativo; * = P <0.05; ** = P < 0.01; SNK < 0.05. Valori con le stesse
lettere all’interno di una colonna non sono significativamente diversi (P < 0.05) secondo il test S.N.K.
Discussione
I biostimolanti sono impiegati insieme ai
trattamenti standard di fertilizzazione per
migliorare l’efficacia dell’impiego di nutrienti o la
qualità dei prodotti (HECKMAN 1994).
I risultati riportati in questo studio indicano che i
biostimolanti esaminati sono in grado di anticipare
notevolmente il periodo di raccolta del giglio
“Brindisi”, probabilmente favorendo la fioritura
grazie all’irrobustimento della pianta nelle fasi di
crescita e all’ottimo sviluppo dell’apparato radicale
(Tabella 2). ABETS e YOUNG (1983) e STIRK e al. (2004)
hanno dimostrato che il concentrato di alghe
marine induce fioritura e allegagione precoci in
alcune colture. I nostri risultati sono simili alle
scoperte di VERNIERI e al. (2005), in Impatiens e
Salvia e di MARFÀ e al. (2009) sulle fragole:
l’applicazione di idrolizzati enzimatici da
emoglobina animale (P.H.H.), nello specifico sangue
suino, hanno avuto effetti positivi sull’anticipazione
della maturazione. L’analisi sulla crescita in questa
ricerca ha mostrato che i biostimolanti hanno
significativamente aumentato la pagina fogliare del
giglio “Brindisi”. In M.A.E. ciò è dovuto in parte
all’effetto diretto dei biostimolanti contenenti
betaine. BLUNDEN e al. (1997) e COSTA al. (2006)
hanno dimostrato che l’applicazione esogena di
questi composti ha un effetto simile a quello delle
citochinine. FERRINI e NICESE (2002) hanno trovato
nelle piantine di Quercus robour valori più alti sullo
sviluppo della pagina fogliare e nel peso secco delle
foglie nelle piante trattate rispetto al controllo.
Nelle nostre condizioni sperimentali tutti i
biostimolanti hanno ottenuto valori di SPAD più alti
nelle foglie delle piante trattate a paragone con le
piante trattate solo con acqua (Tabella 2). I nostri
risultati concordano con quelli di BLUNDEN e al.
(1997): l’applicazione a basso dosaggio di estratto di
Ascophyllum nodosum è efficace sul fogliame di
pomodoro, grano, orzo e mais. Questa crescita nel
contenuto di clorofilla è stato il risultato della
riduzione della degradazione della clorofilla, che
potrebbe essere causata in parte dalle betaine
nell’estratto di alghe marine (WHAPHAM e al. 1993).
Negli stessi esperimenti sui prodotti biostimolanti a
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De Lucia e Vecchietti:
I biostimolanti e il loro metodo di applicazione sul Giglio L.A.
base di amminoacidi a catene corte di peptidi, come
l’A.P.H., è stato osservato un aumento del numero
dei fiori (FILITI e al. 1986).
Nel giglio “Brindisi”, la produzione, insieme al peso
fresco degli organi epigei e ipogei, è aumentata con
l’uso di A.P.H., rispetto ai trattamenti con acqua,
M.A.E. e H.S.. Questi risultati concordano con quelli
di MARFÀ e al. (2009) che hanno ottenuto risultati
positivi sui valori del peso fresco delle piante di
fragola.
Nelle nostre ricerche sperimentali, l’evidente
incremento dello stelo e del bulbo è stato rilevato in
relazione al peso secco (Tabella 3), confermando
l’efficacia dei biostimolanti, se comparati all’acqua.
Considerando che alcuni ricercatori hanno
dimostrato che i biostimolanti possono aumentare
la crescita delle radici, i nostri risultati concordano
con quelli di VAUGHAN (1974) che ha affermato che
gli acidi umici possono migliorare soprattutto lo
sviluppo delle radici attraverso l’allungamento delle
cellule radicali.
In conclusione, i tre nuovi biostimolanti hanno dato
risultati simili tra loro e migliori rispetto al
trattamento con acqua, per i seguenti parametri: il
ciclo colturale è stato più breve, le foglie hanno
sviluppato una pagina fogliare più sviluppata e sono
risultate più verdi, i germogli fiorali hanno ottenuto
un diametro maggiore; l’apparato radicale si è
allungato notevolmente. I valori del peso secco di
stelo e bulbo sono risultati più alti del controllo.
Il biostimolante a base di epitelio animale (A.P.H.)
differisce da quello vegetale (H.S.) e da quello a
base di alghe (M.A.E.), nel numero di germogli
fiorali (stessi valori del controllo), nel peso secco e
fresco di foglie, germogli e radici dello stelo (valori
più alti di quelli del controllo) (Tabella 2 e 3).
Per quanto riguarda la qualità dello stelo reciso, se,
da un lato, il metodo di applicazione radicale ha
migliorato l’altezza dello stelo, dall’altro,
l’applicazione fogliare ha aumentato il numero di
steli e germogli fiorali. Per quanto concerne le radici
dei bulbi, l’applicazione fogliare ha fatto registrare i
valori di peso fresco più alto.
L’A.P.H. in applicazione fogliare, se paragonato
all’acqua, in entrambi i casi ha fatto anticipare la
raccolta di nove giorni (Fig. 1).
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