IL PARCO
SCHEDA P6
le stagioni del parco:
primavera
S
Sappiamo tutti che il variare delle stagioni e il
variare delle ore di luce e di buio hanno
un’enorme influenza sulla vita degli
organismi. Uno dei vari motivi che può
spingerci a passeggiare lungo la ricca rete di
sentieri che attraversano il PARCO DEL PO
CUNEESE è proprio questo: la curiosità e il
piacere di osservare ciò che succede nel
corso delle stagioni. Se proviamo a guardarci
intorno poco dopo che le ore di luce hanno
cominciato ad allungarsi, ad esempio, cioè
oltre il solstizio d’inverno, notiamo che la
neve non ha ancora sgombrato
completamente il terreno. I faggi che
troviamo tra i 600 e i 1400m sembrano
ancora inattivi ma le loro gemme si sono
allungate e ingrossate. Si potrà notare, poi,
che le piante del sottobosco (felci, mirtilli,
biancospino, nocciolo) in primavera
emettono le foglie in anticipo rispetto a
quelle degli strati alti, in modo da usufruire
della luce solare prima che essa venga velata
dalle chiome degli alberi. A primavera
inoltrata nei boschi, quando nuvole di
polline giallastro vengono trasportate dal
vento, le formiche costruiscono cumuli di
Scilla silvestre.
E’ un delicato fiorellino azzurro “parente” dei
gigli. Fiorisce in primavera da quote di 100 – 200
m fino ad oltre 1000 m. Quasi scomparsa in
pianura dove prosperava nel sottobosco, la Scilla
si può ancora osservare in montagna, abbastanza
localizzata, con fioritura ovviamente più tardiva
che in pianura.
Prugnoli in fiore.
Il Prugnolo è un cespuglio parzialmente spinoso
che fiorisce copioso alla fine dell’inverno. Nelle
aree più riparate e solatie non è raro scorgere le
ampie chiazze bianche dei fiori del Prugnolo già
alla fine di febbraio, per la gioia degli insetti che
in quella stagione ancora poco hanno a
disposizione per rimettersi dalle fatiche invernali.
aghi di abete e larice, piccole cince tengono
dialoghi concitati tra un abete e l’altro.
Intanto gli scoiattoli hanno già messo al
mondo la prole tra i rami più alti. Il terreno
oltre che freddo è umidissimo: riprendono
lentamente la loro attività anche gli
organismi che partecipano alla formazione
dell’humus.
Ma usciamo allo scoperto: nei prati, tra
maggio e giugno, lo splendore della
fioritura permette di riconoscere alcune
famiglie di piante. Quasi sospese sul verde si
scorgono le bianche ombrelle di fiori della
carota selvatica o di altre ombrellifere. Nella
brezza oscillano le infiorescenze a spiga di
varie graminacee, con le loro foglie lunghe e
strette. Le composite hanno vistosi
rappresentanti nelle ben note margherite,
nella cicoria selvatica, nei cardi spinosi e nel
tarassaco o dente di leone.
Vari trifogli sollevano sopra di sé i capolini dei
fiori bianchi o violetti. Diverse specie di
ranuncoli punteggiano d’un giallo brillante
tutto il prato. Non mancano le Crucifere che,
come dice il termine, hanno fiori a forma di
croce, gialli, bianchi o violacei. Ma,
naturalmente oltre a tanta ricchezza di
Con la partecipazione
della
Fondazione
Cassa
di Risparmio
di Saluzzo
IL PARCO
SCHEDA P6
le stagioni del parco: primavera
SCHEDA N. 1
vegetazione c’è dell’altro. Forse non ce ne
siamo accorti ma al nostro procedere sul
sentiero piccoli roditori che scavano gallerie
nel terreno - da cui escono per di più di
notte - si sono intimoriti. E poi ci sono gli
insetti: notiamo per primi i lepidotteri, quelli
che chiamiamo genericamente farfalle, le
galatee bianche macchiate di gocce scure,
candide cavolaie e vanesse variopinte; api
domestiche e loro parenti selvatici più o
meno pelosi, più o meno grossi; tra i
coleotteri, si potranno riconoscere crisomelidi
metallico-brillanti. Chi cerca nettare, chi
polline, chi entrambe le sostanze.
Infine, come non citare cavallette e grilli…
Tutto intorno l’attività è frenetica.
Bello. Anche perché tanto attivismo, in
genere, è contagioso.
Fiori di salice.
I Salici hanno fiori maschili e femminili distinti. Fioriscono molto presto, tanto che spesso già a gennaio
è possibile scorgerne le gemme argentate. Ai fiori seguiranno i semi, avvolti in candidi batuffoli bianchi,
come i Pioppi, che a maturazione voleranno nell’aria dando l’impressione di una vera e propria nevicata.
Giaggiolo acquatico.
E’ uno dei fiori più belli delle
zone umide della pianura. La
sua bellezza purtroppo ne ha
determinato un’accanita
raccolta, compreso il rizoma
per poterlo far fiorire nei
giardini, tanto che oggi è più
facile osservarlo vicino alle
case che nei pressi dei fossi e
degli stagni; peccato che in
quelle condizioni, non
adatte, la pianta fiorisca poco
tempo e poi muoia. Se a
questo si aggiunge che gli
ambienti del Giaggiolo sono
sempre più rari, distrutti per
far posto alle coltivazioni, si
comprende perché sia ormai
difficile scorgere in natura
questo bellissimo fiore.
Foto: Archivio CEDRAP, Mario De Casa, Franco Galetto - Testi: Samantha Rosso e Renzo Ribetto - © Parco del Po Cuneese - Mar. 02