SCHULTZ ET AL., VITICOLTURA E INVECCHIAMENTO ATIPICO, PAG. 1 VITICOLTURA E INVECCHIAMENTO ATIPICO Hans R. SCHULTZ, Otmar LÖHNERTZ, Bärbel HÜNNECKE, Albert LINSENMEIER The Geisenheim Research Institute, von Lade Str. 1, D-65366 Geisenheim, Germany Sin dal 1988, anno in cui si iniziò a parlare di invecchiamento atipico (ATA) , sono state proposte diverse soluzioni. Comunque, non sappiamo ancora quale sia la causa dell’ATA e perché si manifesti in certi vini e non in altri. Secondo un’opinione diffusa e unanime, l’ATA ha origine nel vigneto e le pratiche enologiche possono solo ritardarne la comparsa e non possono risolvere il problema. L’ATA proviene dalla formazione del 2-aminoacetofenone (2AAP) (Rapp et al. 1993), la cui soglia di percezione è di circa 0.7-1.0 µg/L (Rapp e Versini 1995). I vini appaiono amari. Non siamo ancora in grado di indicare i processi (catena di eventi) che in ultima analisi causano il problema, anche se sappiamo che deriva da problemi fisiologici della vite. Vi sono indicazioni che la mancanza di azoto, di acqua, la vendemmia anticipata, la competizione della vegetazione ed un’eccessiva produzione possono determinare l’insorgenza dell’ATA, anche se per tutti i fattori considerati esistono eccezioni. Gestione del suolo e nutrizione azotata La carenza di azoto venne indicata come uno dei fattori chiave nella formazione dell’ATA. Il problema può essere aggravato dalla carenza di acqua, poiché l’acqua è il mezzo di trasporto dell’azoto e senza acqua anche dosi elevate di N non hanno effetto. Bassi livelli di azoto nel suolo ridurranno il livello dell’azoto assimilabile nel frutto, causando interruzioni di fermentazione e la formazione di odori sgradevoli come l’ATA ed altri. La maggior parte della crescita iniziale delle viti dopo il germogliamento è sostenuta dall’azoto e dalle riserve di carboidrati nelle parti legnose della pianta (Löhnertz 1988) e questo insieme di riserve deve essere ricostituito verso la fine della stagione. Una continua carenza di N non solo influenza il raccolto dell’anno in corso, ma ridurrà anche la quantità di N a livello delle riserve della pianta. In questi casi, anche alti dosi di fertilizzanti azotati non risolvono il problema immediatamente, poiché la pianta deve dapprima ricostituire le proprie riserve. La competizione per l’azoto e l’acqua da parte della copertura vegetale può aggravare il problema. Nei vigneti inerbiti con suoli poco profondi o con scarsa capacità di ritenzione idrica è consigliato effettuare una pacciamatura o un’erpicatura a file alterne intorno al germogliamento, in modo da disturbare la vegetazione cresciuta durante l’inverno. Il vantaggio derivante da tali pratiche è che in questo periodo dell’anno c’è ancora acqua a sufficienza nel suolo per consentire la mineralizzazione dell’azoto della frazione organica. Inoltre, questo processo durerà circa 2 -3 settimane, nel momento in cui le piante iniziano ad assorbire N dal suolo. Il secondo picco di assorbimento di N intorno all’invaiatura, quando la maggior parte dell’azoto è nel frutto, rappresenta un problema più difficilmente risolvibile. Nella maggior parte delle annate, le condizioni siccitose sono prevalenti in tale periodo (agosto), per cui la somministrazione di N o la pacciamatura non avranno effetto. Inoltre, la somministrazione di N in questo periodo è rischioso, in quanto le piogge di settembre possono portare ad un’eccessiva disponibilità di N e ad un’eccessiva crescita del frutto, portando ad eventuali problemi di sviluppo di botrite. Per questa ragione, l’applicazione di fertilizzanti fogliari contenenti N potrebbe rappresentare una soluzione del problema, anche se la composizione ottimale di questi fertilizzanti è tuttora argomento di studio. In alcuni casi si riesce a ridurre la quantità di 2AAP (Hünnecke et al. 2001) e l’impatto sensoriale è meno forte. In uno studio fatto sul lungo periodo riguardante la fertilizzazione azotata sul Riesling, non si è trovata alcuna correlazione tra la formazione dell’AAP e la concentrazione dell’azoto nel mosto (Linsenmeier, non pubblicato). Anche quando la concentrazione di aminoacidi nel succo è elevata, si può sviluppare l’ATA. La vendemmia del 1996 ne è stata un esempio, con una concentrazione di aminoacidi molto alta accompagnata da un’elevata incidenza di insorgenza dell’ATA. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2005, N.3/1 SCHULTZ ET AL., VITICOLTURA E INVECCHIAMENTO ATIPICO, PAG. 2 -1 tot. amino-N (µg berry ) L’irrigazione può contribuire ad evitare l’ATA. Ciò potrebbe essere o non essere correlato ad un maggiore assorbimento dell’azoto, in quanto lo zinco e il manganese, che sono importanti coenzimi nel metabolismo del lievito, possono aumentare sensibilmente con l’irrigazione (Werwitzke 2002, non pubblicato). Da fastidio che i vini Riesling derivanti da prove di irrigazione siano stati giudicati più amari di quelli derivanti da vigneti non irrigati, in cui l’amaro spesso accompagna l’ATA. La densità di impianto può influenzare molto non solo l’assorbimento dell’azoto, ma anche la percezione sensoriale del fruttato nel Riesling. In impianti ad alta densità, le radici sono costrette a crescere negli strati di terreno più profondi e ciò comporta l’assorbimento di maggiori quantità di acqua e N durante i periodi di stress; ciò porta ad una maggiore concentrazione di amino acidi nel mosto e nei vini. Infatti raddoppiando la densità di impianto in un vigneto con un inerbimento del 100%, la concentrazione degli amino acidi aumentava a sufficienza per rimanere al di sopra di 10001300 mg/L, soglia necessaria per avere fermentazioni “normali” (Rapp and Versini1996). La scelta del portinnesto potrebbe rientrare nella strategia del viticoltore nella lotta contro l’ATA, anche se non vi sono ancora dati in merito. Si pensò che la rimozione delle foglie nella zona fruttifera potesse far diminuire il contenuto di N nel frutto fino a causare problemi fermentativi (Betamini e Malossini 1998). Si può calcolare che l’azoto contenuto nelle foglie rimosse dalla zona fruttifera nelle viti di Riesling possa spigare la differenza di amino acidi tra il controllo e le particelle defogliate. Ciò fa sorgere il dubbio se questo strumento di gestione della chioma possa realmente causare problemi di ATA (Schultz 1999). Comunque, risultati recenti non hanno indicato nessun effetto della rimozione delle foglie sulla produzione di 2AAP (Hoenicke et al. 2001). Alte rese sono state spesso associate alla formazione dell’ATA (Schwab et al., 1996), ma ancora una volta eccezioni alla regola rendono necessarie ulteriori valutazioni sulla relazione di causa-effetto tra diversi fattori nel vigneto e l’insorgenza dell’ATA. Le viti potate al minimo per esempio, producono molto di più delle viti potate. Nonostante le produzioni di 25-30 t/ha di tali viti paragonate alle rese di 10-12 t/ha delle viti potate, non è stato riscontrato l’ATA nei vini derivanti dalle viti potate al minimo persino nelle annate “ATA” come il 1999, in cui invece i testimoni iniziano a dare segni di ATA! Questa tendenza è stata confermata in altre varietà in altre regioni viticole della Germania. La vendemmia anticipata sembra essere un fattore scatenante dell’ATA, Amino-N during fruit ripening 1992 (Riesling) indipendentemente dalla varietà. Vi è una chiara correlazione tra l’azoto 350 nel frutto e il ritardo della vendemmia 18° control (no fertilizer) senza considerare la concentrazione N-application 300 degli zuccheri (fig. 1). Nonostante 30kg/ha before bloom aumenti il rischio di insorgenza e N-application 17° 60kg/ha after bloom diffusione della botrite e di altre malattie 250 quando si ritarda l’epoca della vendemmia nelle regioni con climi più 200 ° Brix freddi, la vendemmia più tardiva sembra 15° essere di gran lunga lo strumento più 13° 150 efficace e più sicuro contro l’ATA. 100 8° 9° 50 0 60 80 100 120 140 160 180 200 juice sugar conc. (g/L) VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2005, N.3/1 Fig. 1: Andamento del contenuto totale degli amino acidi negli acini di Riesling nel corso della maturazione nel 1992. I dati provengono da prove effettuate con diversi fertilizzanti azotati. Le cifre indicano gradi Brix (adattato da Prior 1997). SCHULTZ ET AL., VITICOLTURA E INVECCHIAMENTO ATIPICO, PAG. 3 Articolo tratto dalla relazione presentata al 31° Annual New York Wine Industry Workshop. Bibliografia Bertamini, M., Malossini, U. (1998) Free amino acid levels of musts: effect of canopy management and microclimatic conditions on vines. In: Proc. GESCO Symp. Changin, Switzerland, 26-28 May 1998, 144-149. Hoenicke, K., Simat, T.J., Steinhart, H., Geßner, M., Köhler, H.J., Schwab, A., Christoph, N. (2001) Indole acetic acid in musts and wines – importance with regard to the formation of an „untypical ageing note (ATA) in wine. VI. Int. Symp. New Oenological Methods and Wine Quality, Stuttgart, 113-119. Hünnecke, B., Steinberg, B., Weber, M., Kürbel, H., Rauhut, D., Löhnertz, O., Schultz, H.R. (2001) Influence of foliar fertilizers on fermentation and wine ingredients and off-flavor compounds. VI. Int. Symp. New Oenological Methods and Wine Quality, Stuttgart, 60-66. Löhnertz, O. (1988) Untersuchungen zum zeitlichen Verlauf der Nährstoffaufnahme bei Vitis vinifera L. (cv. Riesling). Geisenheimer Berichte, Forschungsanstalt Geisenheim, 156 pp. Prior, B. (1997) Einfluss der Stickstoffversorgung auf die löslichen Aminosäuren in den Organen von Vitis vinifera (cv. Riesling) und auf die Qualität des Mostes und des Weines. Diss. Universität Giessen, 221 pp. Rapp, A., Versini, G., Ullemeyer, H. (1993) 2-Aminoacetophenon: Verursachende Komponente der “Untypischen Alterungsnote” (Naphtalinton, Hybridton) bei Wein. Vitis 32: 61-62. Rapp, A., Versini, G. (1995) Fehlaroma: Die untypische Alterungsnote. Der Deutsche Weinbau 9: 18-21. Rapp, A., Versini, G. (1996) Influence of nitrogen compounds in grapes on aroma compounds of wines. Vitic. Enol. Sci. 51: 193-203. Schultz, H.R. (1998) Entblätterung der Traubenzone – keine Muß-Maßnahme. Das deutsche weinmagazin 19: 21-26. Schwab, A., Peternel, M., Köhler, J., Heigel, K.-P. (1996) Die untypische Alterungsnote im Wein. IV: Beeinflussung durch weinbauliche Maßnahmen. Rebe & Wein 6:181-187. VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2005, N.3/1 SCHULTZ ET AL., VITICOLTURA E INVECCHIAMENTO ATIPICO, PAG. 4 VINIDEA.NET – RIVISTA INTERNET TECNICA DEL VINO, 2005, N.3/1