ERBARIO
Viandanti stanchi,
rifocillatevi alla mia tavola.
Berremo insieme,
cantando fino al mattino e
mangeremo i frutti che
Madre Natura ogni giorno
ci dona:
Nei boschi e nei campi, fra tronchi di grosse querce, argentee
betulle e svettanti faggi, crescono erbe e arbusti che fin dalla
notte dei tempi l'uomo usa per sfamarsi, per creare oggetti,
per adornare le case, per curarsi. Un legame di reciproca
utilità unisce strettamente il Regno Animale al Regno
Vegetale, e le piante sono essenziali per la vita sulla Terra,
ma l'uomo moderno sembra voler recidere quel legame. Il
delicato equilibrio che per milioni di anni ha contraddistinto il
rapporto piante-animali rischia di essere sconvolto ogni giorno
di più. Che fine ha fatto quel tacito patto tra uomo e natura?
Taglio indiscriminato delle foreste, immissione di agenti
inquinanti in suolo, aria, acqua, diminuzione della
biodiversità... la natura, se maltrattata, sa riprendersi, nel
lungo periodo, ma l'uomo non può aspettare. Deve avere tutto
e subito, non conosce più il tempo scandito dalle stagioni, non
lo sa più stimare... Abbiamo dimenticato, questa è la triste
verità e per chi dimentica il passato, quale futuro potrà mai
esserci?
Alcuni consigli prima di entrare: le erbe indicate nelle varie
ricette devono essere raccolte lontano dalle strade, non
devono essere state irrorate con pesticidi o fertilizzanti e
devono essere lavate con cura prima dell'uso. Non devono
essere usati fiori o piante comprate dai fioristi, garden center o
supermercati perché potrebbero essere stati trattati con
pesticidi e veleni chimici. Introdurre poco alla volta fiori ed
erbe nella dieta.
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Borragine
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Cardo mariano
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Edera
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Equiseto
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Gigaro
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Lenticchia
d'acqua
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Ortica
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Primula
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Pungitopo
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Salice
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Sambuco
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Susino
selvatico

Viola
mammola
Alcune delle piante presenti nelle schede non sono adatte al
consumo alimentare e sono quindi prive di ricette e indicate
come piante tossiche.
BORRAGINE
Borragine: Borago officinalis
Famiglia: Borraginacee
Caratteristiche: pianta annuale che può raggiungere
i 70 cm di altezza. Sia il fusto robusto che le grandi
foglie ovali sono completamente coperti di piccoli peli
ispidi. I fiori, a 5 petali di un blu profondo, pendono
da un lungo peduncolo curvato. La corolla ha la
forma di una stella a cinque punte.
Periodo di fioritura:
maggio/settembre
Habitat: spontanea nelle regioni
che si affacciano sul mediterraneo
nei terreni coltivati e nei campi di
erbacce fino ad un'altezza di 800 m di altitudine.
Curiosità: le giovani foglie si consumano crude in
insalata o cotte insieme ad altre verdure. I fiori
possono anche essere congelati in cubetti di ghiaccio
per aggiungere un tocco festivo ai punch o ai drink
freddi. Presso gli antichi romani il vino alla borragine era ritenuto un antidoto alla
tristezza. La parola Celtica "borrach" significa "coraggio"; la borragine, aggiunta al vino,
veniva usata anche dai Celti per dare coraggio ai guerrieri nell'affrontare i nemici in
battaglia. Gli antichi Greci invece la usavano per curare i mal di testa da sbronza! La
borragine incoraggia anche l'allegria; era tradizionalmente usata per decorare le case in
occasione di matrimoni. Il nome gallese per la borragine, "llawenlys", significa infatti
"erba della contentezza".
Proprietà officinali: in medicina popolare viene impiegata come rimedio contro
reumatismi e tosse, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie.
In cucina: Stelle candite
Dosi:
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20 fiori di borragine,
1 albume (il bianco dell'uovo),
1 cucchiaio di succo d'arancia,
50 g di zucchero superfino.
Mescolare l'albume con il succo d'arancia e montarlo a neve non troppo soda.
Immergervi i fiori di borragine ben lavati e asciugati, completamente aperti. Cospargere i
fiori con lo zucchero quindi deporli su un foglio di carta assorbente; lasciarli asciugare
per circa 8 ore. Una asciutti disporli in un vaso di vetro a bocca larga e chiusura
ermetica, separando, se necessario, con carta oleata uno strato dall'altro.
Petali di rose e fiori di viola mammola possono essere canditi con lo stesso
procedimento, ad esclusione del succo di arancia.
Attenzione! Non usare in cucina piante di borragine irrorate da erbicidi o fertilizzanti.
Raccogliere solo foglie giovani e fiori di piante lontane dalle strade. Lavarle molto bene
prima dell'uso. La borragine viene venduta in alcuni mercati di frutta e verdura spesso,
però, priva dei fiori. Non utilizzare petali di rose e fiori di viola mammola comprati nei
vivai o dal fioraio.
CARDO MARIANO
Cardo mariano: Silybum marianum
Famiglia: Composite
Caratteristiche: può raggiungere 1,5 metri
d'altezza. Ha foglie lobate con margine spinoso;
verde scuro con venature bianche che sembrano
quasi disegnare una delicata ragnatela sulla
pagina superiore della foglia. I fiori, d'un acceso
rosa violetto, sono raccolti in folti capolini con
grandi brattee spinose. I frutti sono acheni.
Periodo di fioritura: aprile/agosto
Habitat: nei pascoli, ai margini di strade e sentieri,
sui rifiuti e su terreni aridi.
Curiosità: Veniva usato dalle puerpere, in Europa,
per aumentare il latte materno. Secondo la
leggenda le macchie bianche sulle foglie sono
gocce di latte della Madonna cadute dal suo seno
mentre allattava Gesù. Da qui il nome "mariano".
Proprietà officinali: i frutti maturi contengono silimarina, una sostanza che ha azione
protettiva sul fegato e che funziona da antidoto in caso di avvelenamento da Amanita
phalloides (fungo velenoso, mortale).
In cucina: Frittelle alle erbette
Dosi:
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Rosette basali di:
Papavero
Crespigno
Crescione
Cardo mariano
Farina q.b
1 uovo
Pan grattato q.b.
Sale q.b.
Sbollentare senza cuocere completamente le
verdure, lasciarle raffreddare e, dopo averle ben
asciugate, passarle prima nella farina, poi nell'uovo sbattuto e infine nel pangrattato. A
questo punto friggerle in abbondante olio extravergine di oliva caldissimo, facendole ben
dorare. Salare dopo la cottura. Servirle calde.
Attenzione! Non usare in cucina piante di cardo mariano irrorate da erbicidi o
fertilizzanti. Raccogliere solo foglie della rosetta basale di piante lontane dalle strade.
Lavarle molto bene prima dell'uso.
EDERA (tossica)
Edera: Hedera helix
Famiglia: Araliacee
Caratteristiche: è una pianta
rampicante che, abbarbicandosi agli
alberi e ai muri per mezzo delle radici,
può arrivare a raggiungere i 20m di
altezza. Le foglie verde scuro o
variegate di bianco, inserite su fusto
legnoso, sono sempreverdi e di due tipi:
quelle inserite su rami sterili sono a 3 o
5 lobi, cuoriformi alla base, quelle
inserite sui rami fioriferi (privi di radici)
sono intere e ovali (questo fenomeno è
chiamato eterofillia: foglie diverse sulla
stessa pianta). I fiori, a 5 petali, sono
piccoli, giallo-verdi e raccolti in ombrelle.
I frutti sono bacche di colore nero-blu.
Periodo di fioritura: agosto/ottobre
Habitat: cresce nei boschi ombrosi di
latifoglie su terreni argillosi e ricchi di
sali. Crescendo si appoggia ai tronchi
degli alberi che non danneggia, infatti non è parassita ma si abbarbica alle piante ad alto
fusto solo per raggiungere il sole.
Curiosità: il nome di questa pianta deriva dal latino Heud (prendere, attaccarsi) mentre
il nome della specie, helix, deriva dal greco helissein (arrampicarsi).
Viene considerata simbolo continuità e della fedeltà.
Pianta sacra a Dionisio (o Bacco), di cui ornava il capo, veniva spesso usata per
adornare i calici di vino e appesa alle insegne delle osterie per indicare mescita di vino.
Proprietà officinali: viene usata spesso nei trattamenti (ad uso esterno) contro la
cellulite.
Attenzione! L'edera è una pianta tossica in tutte le sue parti, in particolare i frutti.
EQUISETO
Equiseto: Equisetum arvense
Famiglia: Equisetacee
Caratteristiche: ha due tipi di fusti: fertili (foto
sotto) e sterili (foto a sinistra). I primi
raggiungono un'altezza di circa 30 cm, sono privi
di ramificazioni e portano sulla sommità ciascuno
una sporoteca (strobilo) che se scossa lascia
uscire le spore in una nuvola giallo-verde. I rami
fertili raggiungono i 60 cm d'altezza, sono verde
brillante e presentano nodi e ramificazioni laterali
che partono a raggiera da ogni nodo. La parete
dei fusti contiene cristalli di silice.
Periodo di fioritura: marzo/aprile (fra maggio e
giugno è sterile)
Habitat: cresce in ambienti umidi e in prossimità
di corsi d'acqua.
Curiosità: il suo nome deriva dal latino equus
(cavallo) e seta (crine), cioè "coda di cavallo". A
causa della forte presenza di silice nei fusti gli
equiseti venivano usati per lucidare oggetti in
legno e metallo.
Proprietà officinali: i fusti sterili contengono acido silicico, saponina, flavonoidi e
sostanze amare. Utile come emostatico, remineralizzante, diuretico e antitubercolare, è
usato moltissimo in preparazioni di erboristeria.
In cucina:
I contadini lo usavano in cucina come sostituto di carne e pesce
bollendone in acqua i giovani germogli fertili che poi venivano
infarinati e cotti nell'olio, oppure venivano consumati canditi
all'aceto.
In erboristeria viene utilizzato il fusto sterile essiccato al sole e
ridotto in polvere pestandolo al mortaio o passato al macinino da
caffè. La polvere così ottenuta viene consumata in quantità di un
cucchiaino da caffè diluito in acqua o mischiato a un po' di miele.
Attenzione! Non usare in cucina piante di equiseto irrorate da erbicidi o fertilizzanti.
Raccogliere solo fusti lontani dalle strade. Lavarli molto bene prima dell'uso. L'equiseto
non risulta essere una pianta tossica, ma è meglio non consumarne in grande quantità
(due cucchiaini da caffè di polvere di equiseto al giorno sono sicuri).
GIGARO
Gigaro: Arum maculatum
Famiglia: aracee
Caratteristiche: raggiunge i 40 cm di
altezza, ha la radice tuberosa, come
quella delle patate, e foglie sagittate
verde scuro screziate di bianco o
macchiate di nero e che sono presenti in
inverno. I fiori sono riuniti in
un'infiorescenza chiamata spadice e
avvolta in una foglia il cui colore va dal
bianco sporco al verdino, e che si chiama
spata. I fiori femminili si trovano alla base
dell'infiorescenza mentre quelli maschili si trovano subito sopra. Al culmine
dell'infiorescenza non ci sono fiori. I frutti, velenosissimi, sono bacche il cui colore passa
da verde lucido a rosso-arancio lucido a maturazione.
Periodo di fioritura: aprile/maggio
Habitat: cresce nei boschi di latifoglie, in mezzo a
cespugli, siepi, fossi. E' una specie protetta.
Curiosità: nello spadice è accumulato dell'amido che
viene impiegato dalla pianta per far aumentare la
temperatura all'interno della spata.
Proprietà officinali: i frutti, se ingeriti arrivano a causare
la paralisi, o la morte nei bambini, oltre ad essere
fortemente irritanti per le mucose di bocca e faringe; il
resto della pianta provoca irritazioni a contatto con la pelle.
Attenzione! Il gigaro è una pianta tossica in tutte le sue
parti, in particolare i frutti.
LENTICCHIA D'ACQUA
Lenticchia d'acqua: Lemna minor
Famiglia: lemnacee
Caratteristiche: sono formate da due lamine verdi,
lunghe 2-3 mm, che galleggiano sulla superficie di acque
stagnanti; hanno una sola radice lunga da 1 a 4 cm che
penzola libera nell'acqua. Ogni pianta porta un fiore
femminile, costituito da un solo carpello e due maschili,
costituiti da un solo stame. Il frutto è un achenio.
Possono galleggiare solitarie o in gruppi.
Periodo di fioritura: aprile/giugno; fiorisce molto
raramente
Habitat: acque ricche di sostanze nutritive, stagni,
paludi, fiumi o torrenti con corrente molto debole;
formano spessi tappeti che arrivano a coprire l'intero specchio d'acqua.
Curiosità: contiene cristalli di ossalato di calcio all'interno delle cellule. La Lemna minor
è chiamata anche "peste di palude" a causa del suo elevato potere di diffusione. Viene
spesso usata negli acquari ed è gradita da alcuni pesci erbivori. E' la più piccola e
semplice pianta a fiori; l'intera pianta assorbe i nutrienti direttamente dall'acqua e non
attraverso la radice.
ORTICA
Ortica: Urtica dioica
Famiglia: Urticacee
Caratteristiche: pianta perenne che può
raggiungere il metro di altezza. E'
completamente coperta di peli urticanti. I
fiori, piccoli e verdi, sono riuniti in
pannocchie pendenti. Le foglie hanno la
forma di un cuore rovesciato.
Periodo di fioritura: giugno/ottobre
Habitat: cresce in tutta Europa su terreni
ricchi di azoto. Nei pressi di ruderi, dei
campi, ai margini delle strade, nelle
radure e al limitare dei boschi.
Curiosità: i peli urticanti se toccati si
rompono in cima e versano nella ferita il
liquido contenuto sotto pressione. Il
liquido urticante, un acido resinoso, già a
dosi irrisorie provoca la comparsa di vesciche sulla pelle. Alcune specie indiane (Urtica
ferox, U. crenulata, U. urentissima) possono provocare gravi fenomeni di urticazione.
Dal fusto si ricavano fibre pregiate simili a quelle del lino. Da una specie cinese, la
Boehmeria nivea, si ricavano fibre tessili chiamate Ramiè. Aggiungendo una ventina di
foglie d'ortica alla grappa, questa si colorerà di un intenso verde smeraldo.
Proprietà officinali: le foglie giovani sono commestibili. La pianta contiene vitamina C,
carotene, istamina e molta clorofilla. Ha proprietà diuretiche, antiglicemiche, stimolanti
della secrezione lattea e sanguigna.
In cucina: Frittata alle Ortiche
Dosi per 4 persone:
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4 albumi,
3 tuorli,
ricotta q.b.,
1 mazzetto di giovani foglioline di ortica,
2 cucchiai di grana grattugiato,
un pizzico di sale fino.
Sbattere gli albumi e i tuorli, senza montarli troppo, con un pizzico di sale, la ricotta, le
foglioline di ortica appena sbollentate e tagliuzzate. Amalgamare bene aggiungendo del
formaggio grattugiato e far dorare in forno a calore moderato. Si possono preparare
frittatine monoporzione. Servire tiepido, accompagnando con prosciutto crudo o speck.
L'ortica può essere sostituita con asparagi selvatici o erbette. Questa frittata può essere
surgelata.
Attenzione! Non usare in cucina piante di ortica irrorate da erbicidi o fertilizzanti.
Raccogliere solo piante lontane dalle strade. Lavarle molto bene prima dell'uso. Si
consiglia l'uso di guanti per la raccolta e il lavaggio. Raccogliere solo i germogli più
teneri che, una volta sbollentati, perdono il loro potere urticante. Evitare di far finire in
pentola i semi perché hanno azione purgativa.
PRIMULA
Primula: Primula vulgaris
Famiglia: Primulacee
Caratteristiche: le foglie, di colore
verde chiaro, rugose e glabre sopra,
pelose nella pagina inferiore, sono
disposte a rosetta. Dal centro della
rosetta partono i gambi dei fiori,
lunghi circa 10 cm. I fiori sono di
colore giallo pallido con piccole
macchie più scure alla base dei
petali. I petali sono 5 e sono fusi alla
base.
Periodo di fioritura: febbraio/aprile
Habitat: luoghi umidi e ombrosi,
lungo i ruscelli e nei boschi di
latifoglie, comune in tutta Europa.
Curiosità: in Italia esistono 50 specie di primule, molte sono vivacemente colorate.
Quasi tutte le specie sono protette, soprattutto quelle a fiore rosso. Il nome Primula
deriva dal latino primus, primo, a indicare la comparsa precoce dei fiori non appena
finisce il gelo invernale.
Proprietà officinali: possiede virtù curative, grazie alla presenza di saponina e di due
glucosidi (primaverina e primulaverina) sostanze che vantano proprietà neurotoniche,
antireumatiche, espettoranti e sudorifere. Nel Medioevo venivano usate le foglie come
decotto per i reumatismi e con le radici venivano realizzati infusi per l'emicrania. Inoltre il
succo estratto dalle foglie si usava come cosmetico per attenuare macchie e rughe.
In cucina: Rolatine alle Primule
Dosi per 4 persone:
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2 manciate di corolle di primula,
12 fettine di carne di vitello,
12 fettine di prosciutto cotto,
senape dolce,
20 gr di burro,
olio,
farina q.b.,
mezzo bicchiere di vino bianco,
Marsala q.b.,
1/4 di dado,
sale.
Le fettine di carne di vitello devono essere sottili come per fare il carpaccio. Spalmare un
velo sottile di senape dolce su ogni fettina di carne e sovrapporle una fettina di
prosciutto. Arrotolare con delicatezza ma strettamente. Sciogliere 20 grammi di burro in
una padella antiaderente e unire 2 o 3 cucchiai di olio. Adagiarvi le rolatine, una alla
volta, dopo averle velocemente passate nella farina. Lasciare che si formi una leggera
crosticina prima di girarle delicatamente (non sarà necessario legarle). Bagnare con
mezzo bicchiere di vino bianco e far evaporare. Unire alcune cucchiaiate di acqua, 1/4 di
dado e 2 manciate di corolle di primula private del calice verde. Spruzzare appena con
Marsala. Far cuocere 5 minuti e poi servire decorando con primule.
Le foglie più giovani possono essere consumate in insalata, da sole o unite ad altre
erbe, ma sono ottime anche lessate e condite come gli spinaci con olio e limone.
Possono essere utilizzate anche per fare torte salate, oppure aggiunte nei minestroni e
nelle zuppe. I fiori, insieme a parte del pedicello, servono per preparare ottime frittate ed
un gradevolissimo tè lievemente calmante che può essere somministrato come bevanda
serale per favorire il sonno anche ai bambini. Aggiunti al vino gli conferiscono una grazia
tutta particolare. I fiori canditi sono dolci deliziosi.
Attenzione! Non usare in cucina fiori di primula irrorati da erbicidi o fertilizzanti.
Raccogliere solo i fiori di piante lontane dalle strade. Lavare i fiori molto bene prima
dell'uso. Non utilizzare i fiori di primule comprate dal fioraio o nei vivai. Se si raccolgono
le foglie, reciderle raso terra lasciando intatta la parte centrale della rosetta, così
cresceranno altre foglie.
PUNGITOPO
Pungitopo: Ruscus aculeatus
Famiglia: Liliacee
Caratteristiche: è un cespuglio
sempreverde che raggiunge un'altezza
compresa tra i 30 e 100 centimetri. Le parti
a forma di foglia, coriacee e fornite di una
spina alla sommità, sono in realtà i rami e si
chiamano cladodi, mentre le vere foglie
sono le minuscole brattee che si trovano
alla base dei cladodi. I fiori, piccoli e verdi,
larghi 3 millimetri, sbocciano al centro dei
cladodi, sulla parte superiore, dove si
formano infine i frutti, tonde bacche rosse
che maturano in inverno.
Periodo di fioritura: primavera
Habitat: cresce in Europa centrale e
meridionale su dirupi aridi e sassosi, luoghi
boschivi (soprattutto querceti e faggeti) e
macchia; predilige le zone calde e i terreni
calcarei; sporadica.
Curiosità: viene usato per ornamento. La trasformazione dei rami e la riduzione delle
foglie a piccole brattee sono dovute all'adattamento ad un clima secco. I semi torrefatti,
sono stati usati in passato come succedaneo del caffè. Nel Medioevo il pungitopo veniva
usato per scacciare i topi dalle cantine; da qui il nome.
Proprietà officinali: Le radici del pungitopo vengono raccolte tra settembre e
novembre, il rizoma viene pulito ed essiccato al sole. La radice e il rizoma del pungitopo
contengono saponine steroidi, dall'azione vasocostrittrice e antinfiammatoria, e rutina,
che ha azione protettiva dei capillari. Il rizoma è proteico e diuretico; viene usato per
combattere le emorroidi e contro il gonfiore delle gambe.
In cucina: Frittata di Pungitopo
Dosi per 4 persone:
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germoglio di pungitopo,
uova,
latte q.b.,
farina,
olio,
aglio,
pepe,

un pizzico di sale fino.
Tagliare i germogli di pungitopo in segmenti di pochi centimetri. Cuocerli in padella con
poco olio, un po' d'acqua e una punta d'aglio. Versare il tutto sulle uova sbattute con il
latte, la farina, sale e pepe.
I germogli possono essere lessati legandoli in piccoli mazzi e facendoli cuocere con le
cime rivolte verso l'alto; quindi possono essere consumati in insalate o minestre.
Attenzione! Non usare in cucina piante di pungitopo irrorate da erbicidi o fertilizzanti.
Raccogliere solo germogli di piante lontane dalle strade. Lavarle molto bene prima
dell'uso. Raccogliere solo i germogli più teneri. I germogli devono essere raccolti in
primavera, tra marzo e maggio; hanno un gusto un po' amarognolo ma gradevole.
Devono essere consumati solo freschi.
SALICE
Salice: Salix alba
Famiglia: Salicacee
Caratteristiche: questo albero può raggiungere l'altezza
di 30 m. I rami, color verde oliva, sono flessibili ed elastici
mentre la corteccia del tronco, di colore grigio marrone, è
attraversata da crepe longitudinali. Le foglie sono
caduche, lanceolate e acuminate con margini seghettati;
il loro colore è verde nella pagina superiore e grigio
argento in quella inferiore, ricoperta da una fine peluria. I
fiori, piccolissimi, sono riuniti in fitte spighe chiamate
amenti, mentre i frutti sono delle capsule sferiche.
Periodo di fioritura: marzo/aprile.
Habitat: spesso cresce in boschetti sulle rive dei fiumi e
dei laghi.
Curiosità: con i rami si costruiscono pertiche e i giovani getti, chiamati vimini, vengono
usati per intrecciare ceste, in particolare la specie Salix viminalis è coltivata per fare
vimini, Salix babylonica, il salice piangente, è coltivata come specie ornamentale. Dal
legno, leggero, si ricava la cellulosa. Per molti popoli il salice rappresenta l'albero sacro
della vita al quale si attribuiva il simbolo del rinnovamento ciclico e della fecondità.
Proprietà officinali: la corteccia contiene salicina, sostanza dalle proprietà febbrifughe,
antinfiammatorie e analgesiche. Dalla salicina, attraverso vari studi, si arrivò, alla fine del
XIX secolo, alla creazione dell'aspirina (acido acetilsalicilico). Al contrario dell'Aspirina la
salicina non procura problemi a livello gastrico.
SAMBUCO
Sambuco: Sambucus nigra
Famiglia: Caprifoliacee
Caratteristiche: è un arbusto che raggiunge i 10
metri di altezza; il fogliame si presenta folto, la
corteccia è grigia con piccoli rigonfiamenti
rossicci. Le foglie sono verde scuro sulla pagina
superiore e più chiare su quella inferiore. I fiori
sono piccoli, bianchi e delicatamente profumati,
riuniti in grandi ombrelle (corimbo). I frutti sono
delle bacche sferiche nerastre con picciolo rosso
scuro e un piccolo nocciolo all'interno.
Periodo di fioritura: maggio/giugno. Le bacche
raggiungono la maturazione in autunno.
Habitat: cresce in tutta Europa su terreni ricchi di
azoto, argillosi e molto umidi. Ai margini del
boschi o nelle radure e nelle discariche vicine ai
centri abitati.
Curiosità: dal Sambuco è possibile ricavare
varie tinture: nera dalla corteccia, verde dalle foglie, blu o lilla dai fiori e rosso scuro dalle
bacche, che venivano usate spesso per colorare il vino di rosso scuro. Il legno che si
ricava dal tronco è tenero e di color bianco - giallastro, può essere usato per costruire
piccoli oggetti, quali giocattoli, pettini e cucchiai di legno.
Generazioni di bambini hanno svuotato i fusti di questa pianta per farne fischietti e
cerbottane.
Proprietà officinali: i frutti contengono vitamina C e
sono impiegati nella preparazione di marmellate ad
effetto leggermente lassativo. L'infuso di fiori ha
un'azione sudorifera.
In cucina: Frittelle di Sambuco
Dosi per 4 persone:
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200 g di ombrelli floreali di Sambuco,
200 g di farina,
1 cucchiaio di olio di oliva,
2 albumi,
2 bicchieri di olio di arachidi,
una grattugiata di noce moscata,
una macinata di pepe,
un pizzico di sale fino.
Mescolare in una ciotola la farina con l'olio, il sale, il
pepe e la noce moscata. Unire tanta acqua fredda da
ottenere un impasto non troppo morbido. Lasciare riposare la pastella per 30 minuti fuori
dal frigo. Montare gli albumi a neve fermissima, incorporarli alla pastella. Fare scaldare
l'olio di arachidi in una padella. Immergere gli ombrelli di Sambuco nella pastella,
friggerli nell'olio ben caldo finché diventano dorati. Scolarli dalla frittura con un mestolo
forato, appoggiarli su carta assorbente da cucina. Servirli caldissimi con l'aperitivo.
Attenzione! Non usare in cucina ombrelli di Sambuco trattati con erbicida o fertilizzanti.
Raccogliere solo ombrelli lontani dalle strade. Lavarli molto bene prima dell'uso.
Foglie, frutti immaturi e corteccia giovane sono velenosi!!!
SUSINO SELVATICO
Susino selvatico o Prugnolo: Prunus
spinosa
Famiglia: Rosacee
Caratteristiche: cresce come arbusto
o cespuglio fino ai 3m d'altezza. Il
tronco e i rami sono scuri e pieni di
spine dure. Le foglie sono lanceolate a
margine seghettato, pelose e arrotolate
quando sono giovani, glabre e verde
vivo quando crescono. I fiori, a 5 petali,
compaiono prima delle foglie; sono
bianchi, macchiati di rosa, e molto
profumati. I frutti sono drupe
nerobluastre e molto aspre; sono
coperte da una patina cerosa chiamata
pruina.
Periodo di fioritura: marzo/aprile
Habitat: cresce ai margini dei boschi e
ai bordi delle strade, in terreni caldi e
assolati.
Curiosità: i frutti sono commestibili e
vengono impiegati nella preparazione di
marmellate e bevande alcoliche. Corteccia, fiori, semi e foglie contengono una sostanza
che produce acido cianidrico, tossico, e che si riconosce per odore e sapore simili a
quello delle mandorle amare. I frutti sono molto graditi da uccelli, lepri e volpi. Nelle
antiche credenze popolari il susino selvatico era considerato un albero magico in grado
di ospitare sia il bene che il male. Si riteneva che proteggesse le case dal fuoco e dai
fulmini e gli uomini dalle malattie, dalle calamità e dai demoni. A volte il legno del pruno
era usato per costruire bacchette magiche.
Proprietà officinali: i frutti hanno proprietà antinfiammatorie e sono ricchi di vitamina C,
mentre i fiori calmano la tosse e sono leggermente lassativi e diuretici.
In cucina: Liquore di
Prugnolo
Dosi:
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700 g di frutti di susino
selvatico
1.5 litri di grappa
250 g di zucchero
250 g di acqua
1 pizzico di cannella
1 stecca di vaniglia
Bucare i frutti del susino
selvatico e metterli in un
recipiente di vetro a chiusura
ermetica insieme alla grappa,
alla cannella e alla vaniglia.
Lasciarli macerare per poco più di un mese. Alla scadenza filtrare il contenuto del
recipiente e mischiarlo allo sciroppo ottenuto facendo bollire l’acqua con lo zucchero
(lasciarlo raffreddare prima di mischiarli). Lasciare riposare per almeno un altro mese.
I frutti devono essere raccolti solo a completa maturazione (intorno a settembre) perché
risultano poco più dolci.
Attenzione! Non usare frutti trattati con erbicida o fertilizzanti. Raccogliere solo frutti
lontani dalle strade. Lavarli molto bene prima dell'uso.
VIOLA
Viola mammola: Viola
odorata
Famiglia: violacee
Caratteristiche: le
foglie, raccolte in una
rosetta basale, sono
cuoriformi e dentate sui
margini. Le piantine
sono alte circa 15
centimetri. I fiori, di
colore viola scuro e
intensamente profumati,
sono formati da 5 petali
di cui quello inferiore ha
la forma di uno sperone.
Periodo di
fioritura: marzo/aprile; gennaio/aprile nei luoghi più caldi.
Habitat: in tutte le zone d'Europa dal clima temperato; nelle boscaglie, nei pressi di
cespugli e siepi, ai margini dei sentieri.
Curiosità: da sempre la viola mammola è simbolo di pudore, modestia, timidezza. Il
nome generico viola deriva dal latino, ma ha la sua prima radice nel greco íon, con
significato di violetto. Nell'antichità questi fiori venivano usati per fare le corone. I fiori
essiccati possono essere utilizzati per insaporire il tè nero.
Proprietà officinali: viene coltivata per estrarne un olio essenziale molto profumato che
pare abbia un effetto calmante sul sistema nervoso. Dal rizoma vengono ricavate
sostanze ad effetto espettorante, utilizzate per il trattamento del catarro bronchiale.
In cucina: Sciroppo di viole
Dosi:
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60 g di petali di viole profumatissime,
300 g di zucchero,
1,5 dl d'acqua.
Versate l'acqua bollente sui petali delle viole sistemati in un recipiente di terracotta o di
porcellana, aspettate che si raffreddi, lasciando riposare per circa 2 ore, poi filtrate. Fate
decantare il liquido per almeno un'altra ora, in modo che le scorie si depositino sul fondo
del recipiente, quindi versate adagio in una pentola di acciaio inossidabile, trattenendo
sul fondo del contenitore il residuo che rimane. Aggiungete lo zucchero e ponete al
fuoco portando
lentamente a ebollizione. Quando lo sciroppo raggiunge una densità appena inferiore al
miele, lavatelo dal fuoco e fate raffreddare subito, immergendo il recipiente in acqua
fredda corrente.
Imbottigliate e tappate bene. Conservate in luogo fresco e asciutto.
Attenzione! Non usare in cucina fiori di viola mammola irrorati da erbicidi o fertilizzanti.
Raccogliere solo i fiori di piante lontane dalle strade. Lavare i fiori molto bene prima
dell'uso. Non utilizzare i fiori di viola mammola comprati dal fioraio o nei vivai.