caprifoliaceae - Museo Botanico UNIVPM

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ANGIOSPERME
Famiglie di interesse forestale più
significative
Caprifoliaceae
Caprifoliaceae
Famiglia CAPRIFOLIACEAE
piante erbacee, suffruticose, arbustive, arboree o lianose, con foglie opposte,
talora saldate tra loro, semplici o composte. Fiori generalmente bisessuali, con
corolla gamopetala, regolare o irregolare, con 4 o 5 stami saldati al tubo corollino
e con ovario infero; infiorescenze a cima. Il frutto è una bacca, una drupa o una
capsula.
La famiglia delle Caprifoliacee annovera 15 generi con 450 specie distribuite
nelle regioni temperate di tutto il mondo e con baricentro nell' Asia orientale.
Piante di origine molto antica, i cui resti fossili risalgono al Cretaceo, il loro
interesse pratico è legato alla utilizzazione in giardinaggio e in medicina.
CHIAVE PER LA FAMIGLIA CAPRIFOLIACEAE
1 Foglie composte imparipennate.
1 Foglie semplici, intere, dentate o lobate.
2 Corolla irregolare, bilabiata, con tubo allungato; foglie intere.
2 Corolla regolare, con tubo nullo; foglie intere, dentate o lobate.
Sambucus
2
Lonicera
Viburnum
Sambucus
Gen. Sambucus I SAMBUCHI
II genere Sambucus annovera una quarantina di specie distribuite nelle regioni
temperate, subtropicali e tropicali montane di tutti i continenti.
Piante erbacee, arbustive a arboree, hanno fusti con abbondante midollo, foglie
opposte e imparipennate, fiori piccoli, bianchi, da giallognoli a rosei riuniti in
infiorescenze a corimbo. II frutto è una drupa.
In Italia sono presenti 3 specie: una erbacea, S. ebulus; due legnose: S. nigra e S.
racemosa. In Appennino centrale, oltre al comune S. nigra, è stato segnalato,
molta raro, anche S. racemosa.
Queste piante sono utilizzate in fitoterapia e come ornamento nei giardini.
Sambucus era chiamato uno strumento musicale a corda in uso presso i Greci e i
Romani. In greco sambuce significa flauto: tale strumento si può ricavare infatti
dai rami della pianta privati del midollo.
CHIAVE PER LE SPECIE LEGNOSE DEL GENERE SAMBUCUS
1 Infiorescenze ombrelliformi appiattite;
drupe nero-violacee a maturità; rami a midollo bianco.
S. nigra
1 Infiorescenze a pannocchia ovale;
drupe rosse a maturità; rami a midollo giallo-bruno.
S. racemosa
Sambucus nigra
Sambuco comune, Sambuco nero
Morfologia
Arbusto o alberello caducifoglio alto fino a 5-8 metri, con corteccia verde da giovane e poi grigio-bruna
con fratture longitudinali e solchi profondi; rami con midollo abbondante, tenero e bianco. Foglie opposte,
picciolate, imparipennate, di odore sgradevole se strofinate, formate da 3-7 foglioline ellittiche o
lanceolate, acuminate, con margine irregolarmente seghettato. Fiori bisessuali, bianchi o giallastri, odorosi,
di 3-6 mm, riuniti in dense infiorescenze ombrelliformi. Il frutto è una drupa subsferica di 5-6 mm, lucida e
nero-violacea a maturità. Fiorisce da aprile a giugno e matura i frutti a settembre-ottobre.
Ecologia
Predilige suoli freschi, profondi e ricchi di nutrienti; vive nei boschi umidi, nelle schiarite, nelle siepi e in
ambienti ruderali come i margini delle strade, fino a 1200-1300 m. L'optimum ecologico della specie
sembra collocarsi nell'ambito dell'Alno-Ulmion, alleanza che comprende le cenosi forestali igrofile dei
suoli alluvionali e che costituisce più o meno l'equivalente medioeuropeo del mediterraneo Populion albae.
Distribuzione ed utilizzazione
Europa e Asia occidentale. Molto comune in tutto il territorio italiano. E’ pianta di grande interesse
fitoterapico, tanto che anticamente si affermava che il medico si teneva lontano dalle località in cui era
presente. Fiori, frutti e corteccia possiedono proprietà diaforetiche, diuretiche, antinevralgiche e sono
efficaci anche nelle affezioni delle vie respiratorie e urinarie, oltre che contro i reumatismi; i frutti e la
corteccia sono purgativi. Pare che il decotto di foglie e corteccia sia molto utile per tenere lontano dalle
case e dalle piante coltivate cimici, formiche e altri insetti indesiderati. I frutti maturi sono utilizzati per
colorare i vini e nella confezione artigianale di marmellate. II legno del "piede" delle piante annose, duro,
compatto e suscettibile di lucidatura, puo essere impiegato per lavori di tornio. I frutti del S. ebulus sono
tossici. Questa specie si distingue da S. nigra per essere erbacea perenne invece che legnosa, per i fiori
soffusi di rosa e non bianchi e per le antere che sono violette e non bianche; inoltre a maturità
l'infruttescenza di S. nigra è pendula mentre quella di S. ebulus è eretta.
Sambucus nigra
S. nigra S. racemosa S. ebulus
Viburnum
Gen. Viburnum I VIBURNI
II genere Viburnum comprende circa 200 specie diffuse nelle regioni temperate e
subtropicali dell'Emisfero settentrionale e principalmente nell' Asia centroorientale e nelle Americhe. In Europa sono presentj tre specie: V. lantana, V.
tinus e V. opulus, tutte e tre diffuse anche in Italia e nelle Marche.
I Viburni sono piante arbustive, raramente arboree, a foglie caduche o persistenti,
semplici, intere, dentate o lobate. I fiori, piccoli, bianchi o rosei, sono riuniti in
infiorescenze corimbose. II frutto è una drupa. La loro rusticità e il loro valore
ornamentale, legato alle foglie, che in autunno si colorano in rosso o in giallo, ai
frutti rossi, bluastri o neri, alle vistose fioriture, rendono queste piante molto
adatte per giardini e parchi. Varie specie sono utilizzate in fitoterapia, soprattutto
per le proprieta purgative dei frutti e, in qualche caso, per quelle sedative e
antispasmodiche della corteccia, che contiene viburnina.
Il termine Viburnum deriva dal verbo latino viere che significa "intrecciare", con
allusione alla flessibilità dei rami.
CHIAVE PER IL GENERE VIBURNUM
1 Foglie persistenti, intere.
1 Foglie caduche, dentate o lobate.
2 Foglie dentate; fiori tutti fertili.
2 Foglie lobate; fiori esterni sterili.
V. tinus
2
V. lantana
V. opulus
Vibunum lantana
Viburno lantana, lantana, lentaggine
Morfologia
Arbusto caducifoglio alto 1-3 m, con corteccia bruno-rosea e rami giovani pubescenti.
Foglie opposte, con picciolo arcua-to di 1-2 cm e lamina di consistenza cuoiosa, ovalelanceolata o ellittica, di 4-6 x 6-12 cm, ottusa, dentellata, con pagina superiore verde-scuro,
subglabra e increspata, e pagina inferiore ruvida, con tomento grigio. Fiori bisessuali,
profumati, riuniti in dense cime corimbose del diametro di 5-10 cm; calice molto piccolo
con lobi triangolari di 1 mm; corolla brevemente campanulata, del diametro di 6-8 mm,
bianca, nel boccio talvolta arrossata, a lobi arrotondati. Drupa ovoide, appiattita
lateralmente, di 5-6 x 6-9 mm, dapprima rossa e poi nero-lucida a maturità. Fiorisce da
aprile a giugno e matura i frutti ad agosto-settembre. Specie termo-eliofila, vive nei boschi
termofili submontani e montani di caducifoglie e ai loro margini, negli arbusteti e nelle
siepi, fino a circa 1000 m. E’ specie caratteristica del Berberidion, alleanza che riunisce la
vegetazione delle siepi e deglj arbusteti del piano montano.
Distribuzione
Europa centro-meridionale, Africa nord-occidentale e Asia occidentale. Alpi e Appennini
fino alia Campania. Pianta poco comune, e tuttavia presente nella fascia sub-montana e
montana prevalentemente su substrato arenaceo e marnoso arenaceo.
Utilizzazioni ed etnobotanica
La specie e adatta per la costruzione di siepi. L'ingestione dei frutti, oltretutto poco
gradevoli al palato, può causare disturbi gastrici e intestinali. L 'epiteto specifico si riferisce
alia somiglianza delle foglie di questa specie con quelle di Lantana, una pianta tropicale
della famiglia delle Verbenacee
Vibunum lantana
Vibunum tinus
Viburno-tino, laurotino, lentaggine
Morfologia
Arbusto sempreverde alto 1-3 m, raramente fino a 5 m; rami giovani con corteccia rossastra e
tomentosa. Foglie opposte, con picciolo di circa 1 cm e lamina ovale o ovale-lanceolata, di 2-4
x 4-8 cm, coriacea, a margine intero, superiormente glabra, lucente e verde-scuro,
inferiormente verde-chiaro e con ciuffi di peli lungo le nervature. Fiori in corimbi composti,
densi, terminali; calice con 5 sepali saldati alia base; corolla bianca o soffusa di rosa,
campanulata, con diametro di 7-8 mm. Drupa ovoide di 4-6 mm, di colore bluastro-metallico a
maturità. Fiorisce da dicembre ad aprile; i frutti maturano da giugno a ottobre.
Ecologia
Vive nelle leccete, nella macchia mediterranea, nei boschi di caducifoglie termofile e nelle
siepi; predilige le stazioni riparate e fresche, fino a 800 m di altitudine. Nell'ambito delle unità
Quercetalia e Quercetea ilicis, V. tinus è caratteristica di associazioni afferenti al Quercion
ilicis, alleanza legata a un bioclima meso- e supramediterraneo. Tra queste, le più diffuse sono
il Viburno tini-Quercetum ilicis, a dominanza di sclerofille sempreverdi, e l'Orno-Quercetum
ilicis, associazione mista di sclerofille e caducifoglie.
Distribuzione
Regione Mediterranea, dalla Penisola Iberica e dall' Africa nord-occidentale alia Penisola
Balcanica e alia Siria. Penisola, verso Nord fino alla Liguria e alle Marche; Triestino; Sicilia e
Sardegna. In alcune zone del Nord è coltivata e inselvatichita.Frequente nei boschi termofili
mediterranei e supramediterranei
Utilizzazioni ed etnobotanica
Abbondantemente coltivata nei giardini, soprattutto per realizzare siepi e macchie. I frutti sono
purgativi.
Vibunum tinus
Vibunum opulus
Viburno palla di neve, Pallone di maggio
Morfologia
Arbusto caducifoglio alto fino a 3-4 m, con corteccia grigio-brunastra e rami giovani a sezione poligonale,
lucidi e glabri. Foglie opposte, con picciolo di 1-3 cm munito alia base di lacinie filiformi lunghe 3-5 mm;
lamina 3-5 lobata, sottile, lunga e larga fino a 12-15 cm, con lobi acuti, profondi e irregolarmente dentati;
pagina superiore glabra, verde-scuro, pagina inferiore finemente pelosa, grigio-verde. Fiori riuniti in
infiorescenze ombrelliformi del dia-metro di 5-12 cm; fiori centrali fertili (diametro 4-5 mm), fiori
periferici sterili, più grandi (diametro 1,5-2,5 cm); calice subnullo; corolla bianca, campanulata. Drupe
sferiche di 8-10 mm, rosso-lucenti a maturità. Fiorisce a maggio-giugno e matura i frutti ad agostosettembre.
Ecologia
Predilige stazioni di mezza ombra e suoli ricchi, limoso-argillosi. Vive nei boschi umidi e ai loro margini,
nelle siepi e negli arbusteti, dalla pianura fino a 1000-1100 m. E’ specie caratteristica del SaliciViburnetum opuli, associazione afferente al Berberidion (alleanza delle siepi e degli arbusteti termofili) e
derivante dalla degradazione dei saliceti a dominanza di Salix alba. E’ anche indicata come caratteristica
delle unità Alno-Ulmion e Populetalia albae, relative alle formazioni forestali igrofile dei suoli
alluvionali.
Distribuzione
Europa, Asia occidentale e settentrionale, Africa nord-occidentale. Alpi, Padania, Appennino centrosettentrionale, Basilicata. Rara nella nostra regione.
Utilizzazioni ed etnobotanica
I fiori e la corteccia possiedono proprietà antispasmodiche, astringenti e diuretiche; le foglie e i frutti sono
purgativi, emetici, astringenti e rinfrescanti. Se ingeriti in grande quantità, i frutti possono provocare
irritazione dell'apparato digerente e convulsioni. E’ coltivata come pianta ornamentale per le eleganti
infiorescenze, per le ricche produzioni di frutti di un colore rosso-corallo e per il fogliame che in autunno
assume una bella colorazione rossastra. Nei giardini e coltivata spesso la forma orticola a fiori sterili.
Vibunum opulus
Lonicera
Gen. Lonicera I CAPRIFOGLI
I Caprifogli, conosciuti anche con il termine di Madreselve, appartengono al genere
Lonicera, molto polimorfo e diffuso, con circa 200 specie, in un ampio territorio
dell'Emisfero boreale (Europa, Asia, Africa e America) e in particolar modo dell'Asia
centro-orientale. Per l'ltalia sono conosciute, allo stato spontaneo, 10 specie, di cui 5 sono
presenti nelle Marche (L. alpigena, L. xylosteum, L. implexa, L. caprifolium, L. etrusca).
In varie regioni e anche nelle Marche è presente, spontaneizzata, l'esotica L. japonica.
I Caprifogli sono piante arbustive o lianose con foglie opposte, semplici, libere o saldate
alla base, persistenti o caduche. I fiori, spesso profumati, sono bisessuali, con corolla
bianca, gialla, rosa o violetta, tubulare o imbutiforme e bilabiata; essi sono disposti in vari
tipi di infiorescenze e spesso riuniti a due. I frutti sono bacche rosso-violacee, gialle o
nere, a volte concresciute a due.
Queste piante hanno ottime attitudini ad essere impiegate in giardinaggio sia per la loro
rusticità sia per altre caratteristiche come il profumo e la bellezza dei fiori, la vistosità
cromatica dei frutti ed il portamento.
Le foglie e i fiori dei Caprifogli possiedono proprietà antisettiche, espettoranti,
astringenti, diuretiche e sudorifere. Le bacche, se ingerite, possono risultare tossiche.
Nelle regioni hymalayane e siberiane le bacche, dolci, di alcune specie, vengono pero
consumate fresche o in confetture.
Il nome del genere Lonicera si deve a Linneo che la dedicò al medico e botanico Adamo
Lonicer, vissuto a Francoforte nel XVI secolo.
Lonicera
CHIAVE PER IL GENERE LONICERA
1 Arbusti non rampicanti con fusti eretti; fiori appaiati su peduncolo comune.
2
1 Piante lianose; infiorescenze con 2 o numerosi fiori.
4
2 Frutto formato da 2 bacche rosse saldate insieme più o meno completamente;
foglie ad apice acuto lunghe 10-15 cm.
L. alpigena
2 Frutto formato da 2 bacche accoppiate, libere o brevemente saldate alla base;
foglie ad apice acuto o ottuso, lunghe 4- 7 cm.
3
3 Peduncoli lunghi come i fiori (che misurano 1 0-15 mm) o poco più;
foglie ad apice acuto; bacche di 5-6 mm.
L. xylosteum
3 Peduncoli lunghi 2-4 volte i fiori (che misurano circa 10 mm);
foglie ad apice ottuso; bacca di 7-10 mm.
L. nigra
4 Fiori riuniti a due su un peduncolo comune; bacche appaiate.
L. japonica
4 Fiori riuniti a 3 o piu, bacche non appaiate.
5
5 Infiorescenza portata da un peduncolo comune al di sopra del paio di foglie
superiori connate a formare una brattea a coppa.
L. etrusca
5 Infiorescenza inserita direttamente sull'ultimo paio di foglie superiori
connate a coppa.
6
6 Pianta sempreverde; corolla con labbra di 8-11 mm; stilo pubescente;
bacca rosso-arancio o giallastra a maturità.
L. implexa
6 Pianta caducifoglia; corolla con labbra di 15-18 mm; stilo glabro;
bacca rosso o arancio a maturità.
L. caprifolium
Lonicera alpigena
Caprifoglio alpino, Madreselva alpina, Ciliegia bastarda
Morfologia
Arbusto caducifoglio a portamento eretto alto 1-3 m, con rami giovani brunorossastri muniti di due coste longitudi-nali. Foglie opposte, picciolate, con lamina
ellittico-acuminata di 5-8 x 10-14 cm, a bordo ondulato, superiormente lucida e
verde-scuro, inferiormente piu chiara. Fiori bisessuali a simmetria bilaterale,
appaiate su un peduncolo di 2-5 cm all'ascella delle foglie; corolla imbutiforme
labiata, lunga 10-18 mm, verde-gialliccia o rosso-bruna. Le bacche, subsferiche
(diametro 10-12 mm) sono concresciute a due e sono di colore rosso-lucido.
Fiorisce da maggio a luglio e matura i frutti ad agosto-settembre.
Ecologia
Vive nelle boscaglie miste di latifoglie mesofile e soprattutto nelle faggete, ai loro
margini e nelle schiarite, fino a 2100 m. E’ inserita tra le specie caratteristiche del
Fagion sylvaticae, alleanza che riunisce le faggete medioeuropee.
Distribuzione
Catene montuose dell'Europa meridionale, dai Pirenei ai Carpazi. Alpi e Appennini.
Sui rilievi montuosi della regione.
Utilizzazioni ed etnobotanica
Le bacche sono tossiche e possono provocare vomito, crampi, convulsioni e disturbi
renali.
Lonicera alpigena
Lonicera xylosteum
Caprifoglio legnoso, Madreselva legnosa
Morfologia
Arbusto caducifoglio alto 0,5-2 m, molto ramificato, a rami giovani sottili, pelosi, violacei.
Foglie opposte, con picciolo di 5-7 mm e lamina largamente ovato-ellittica, acuta all'apice,
di 2-3 x 5-6 cm, con pelosita appressata sulle due pagine e margine ciliato. Fiori appaiati su
peduncolo comune di 15-20 mm (lungo come i fiori o poco piu); corolla bilabiata di 10-15
mm, bianca e in seguito gialla-stra o rosea. Bacche sferiche di 5-6 mm, libere o
concresciute a due solo alla base, di colore rosso-lucido. Fiorisce da maggio a luglio e
matura i frutti ad agosto-settembre.
Ecologia
Predilige suoli ricchi, freschi e profondi; vive nei boschi eutrofici di latifoglie (querceti,
querco-carpineti, faggete ecc.), ai loro margini, nelle chiarie e negli arbusteti. E’ specie
caratteristica della classe Querco-Fagetea, che riunisce le cenosi forestali temperate di
caducifoglie.
Distribuzione
Europa e Asia centro-settentrionale. In tutto il territorio escluso la Sardegna e le Isole
minori. Frequente in tutta la regione.
Utilizzazioni ed etnobotanica
Con il suo legno particolarmente duro si costruivano, un tempo, pipe, calci dj fucile e
utensili vari. L'epiteto specifico xylosteum deriva proprio dai terminj greci xylon = legno e
osteon = osso, Con riferimento alia durezza del legno.
Lonicera xylosteum
Lonicera implexa
Caprifoglio mediterraneo, Madreselva mediterranea
Morfologia
Liana sempreverde, con fusti rampicanti o eretto-scandenti, lungi fino a 6 m.
Foglie opposte, le inferiori spatolate, sessili o ristrette in breve picciolo, di 2-3 x
3-5 cm, le superiori concresciute fra loro. Fiori sessili in fascetti inse-riti al
centro di una brattea ellittica a forma di coppa; corolla bianco-rosea a giallastra
con tubo pubescente di 2-3 cm e labbra di 8-11 mm. Bacca ovoide di 5-6 mm,
rosso-arancio a giallastra a maturita. Fiorisce da aprile a giugno, matura i frutti
ad agosto-settembre.
Ecologia
Specie eliofila e xerofila, predilige stazioni aperte ed e un tipico elemento della
macchia mediterranea; vive anche nelle leccete basse e nelle siepi;
sporadicamente si rinvie-ne anche nei boschi supramediterranei, fino a 800 m.
E’ specie caratteristica della classe Quercetea ilicis (vegetazione a sclerofille
sempreverdi del Bacino Mediterraneo).
Distribuzione
Bacino Mediterraneo, dalla Penisola Iberica e il Nordafrica fino alia Grecia.
Penisola, a Nord fino alia Liguria e alle Marche; Sicilia, Sardegna e Isole
minori. Si accompagna, in tutta la regione, alle altre specie della macchia
mediterranea.
Lonicera implexa
Lonicera caprifolium
Caprifoglio comune, Madreselva comune, Abbracciabosco, legabosco
Morfologia
Liana caducifoglia con fusti rampicanti lunghi fino a 5 m. Foglie opposte, le
inferiori ovato-ellittiche, sessili o ristrette in breve picciolo, larghe fino a 6 cm e
lunghe fino a 10 cm, le superiori concresciute fra loro. Fiori sessili in fascetti
inseriti al centro di una brattea ellittica a forma di coppa (come in L. implexa);
corolla di colore bianco-crema, a volte con sfumature rossastre, con tubo lungo
fino a 3 cm e lab bra di 15-18 mm. Bacca ovoide di circa 8 mm, rossa o arancio a
maturità. Fiorisce da maggio a luglio e fruttifica ad agosto-settembre.
Ecologia
Predilige suoli ricchi, calcarei, con un certo grado di umidità e vive nei boschi
misti di caducifoglie e ai loro margi-ni, nelle macchie e nelle siepi, fino a 1200 m.
E’ inclusa tra le specje caratterjstiche delle unità Prunetalia e Rhamno-Prunetea
(vegetazione degli arbusteti pionieri e delle siepi). Alcuni Autori la includono tra
le caratteristiche della classe Querco-Fagetea, che comprende le cenosi forestali
temperate di caducifoglie.
Distribuzione
Europa sud-orientale fino al Caucaso. In tutto il territorio con esclusione di Sicilia
e Sardegna. Nelle boscaglie, nei boschi e nelle siepi, collinari e montani, di tutta
la regione.
Lonicera caprifolium
Lonicera etrusca
Caprifoglio etrusco, Madreselva etrusca
Morfologia
Lianosa caducifoglia, con fusti molto ramosi, rampicanti o eretto-scandenti,
lunghi fino a 3 m. Foglie basali picciolate, obovate, di 2-3,5 x 4-5 cm, acute,
pelosette; le inferiori sessili, le superiori concresciute alla base. Fiori riuniti in
fascetti su un peduncolo comune di 2-3 (6) cm; i pedunco-li sono a loro volta
inseriti al centro di una brattea a forma di coppa; corolla con tubo biancastro di
circa 3 cm e labbro inferiore giallo-roseo. Bacca subsferica, di 4-7 mm, rossocorallo a maturità. Fiorisce a maggio-giugno e matura i frutti ad agosto-settembre.
Ecologia
Vive nelle siepi, nelle boscaglie, nei boschi termofili (querceti e leccete) e ai loro
margini, fino a 1100 m. E’ inclusa tra le specie caratteristiche dell'ordine
Quercetalia ilicis, (formazioni forestali a dominanza di sclerofille sempreverdi).
E’ anche una delle specie caratteristiche del Cytision sessilifolii (Prunetalia,
Rhamno-Prunetea).
Distribuzione italiana
Regione Mediterranea. In tutto il territorio italiano, rara al nord. Nella nostra
regione frequente nelle siepi, negli arbusteti, nella macchia mediterranea e nei
boschi di caducifoglie termofile.
Lonicera etrusca
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