Legno nero nella vitcultura altoatesina

Il legno nero
una malattia in espansione nei vigneti dell’Alto Adige
Negli ultimi anni in numerosi vigneti della Bassa Atesina e della Val d’Isarco sono state
ripetutamente osservate viti con vistosi accartocciamenti fogliari di colorazione gialla o rossa e con
tralci mal lignificati. Le analisi eseguite su campioni fogliari raccolti nelle due zone evidenziavano
che numerose viti erano positive al leg
no nero. Particolarmente colpiti risultano i vigneti piú
giovani, anche se una certa propagazione della malattia è osservabile pure in vigneti piú vecchi. La
percentuale delle viti con sintomi è da considerarsi comunque abbastanza ridotta; solo in casi
sporadici l’attacco assume dimensioni rilevanti. Il nome ‘legno nero’ è stato coniato per indicare
quei tralci non lignificati su viti malate che, morendo durante l’inverno, assumono una colorazione
nerastra.
Le cause
Il legno nero viene causato da batteri privi di parete cellulare che vivono nei vasi floematici delle
viti. Questi batteri, piú conosciuti con il nome di fitoplasmi, sono parassiti biotrofi obbligati che si
sviluppano solamente nel tessuto vivo dell’ospite. Questo rende difficile sia il loro isolamento, sia
l’accertamento della loro presenza. I fitoplasmi, a cui appartengono anche gli agenti patogeni degli
scopazzi del melo, possono proliferare sia nel floema delle piante sia nelle ghiandole salivari
d’insetti omotteri, quali le cicaline. La diffusione della malattia avviene attraverso un insetto
vettore, che succhiando da una pianta infetta, trasmette successivamente il fitoplasma ad altre piante
ospiti.
Secondo le conoscenze attuali l’infezione delle viti avviene principalmente in due luoghi ben
distinti:
- Nei vivai durante la produzione di barbatelle
- Nei vigneti per mezzo d’insetti vettori, come per es. la cicalina Hyalesthes obsoletus.
I sintomi del legno nero
I sintomi del legno nero si manifestano su foglie, su infiorescenze e su tralci di vite. Piú facilmente
si possono diagnosticare i sintomi sulle foglie poiché si evidenziano nettamente sia durante l’estate,
e soprattutto nel periodo successivo alla
vendemmia. In tale periodo infatti le foglie
sintomatiche iniziano ad accartocciarsi ai bordi
verso il basso acquisendo un aspetto angoloso.
Le foglie di cultivar a bacca bianca assumono in
prevalenza una colorazione gialla, mentre quelle
a bacca rossa evidenziano un colore rosso
intenso ben visibile anche da lontano. Inoltre
esse diventano piuttosto fragili, sviluppando un
rumore metallico quando vengono schiacciate in
mano. I tralci colpiti da legno nero lignificano di
rado, rimanendo verdi fino in inverno.
Occasionalmente è possibile osservare la
formazione di pustole tra gli internodi. Tralci
infetti da legno nero mostrano in molti casi una
lignificazione limitata al nodo del tralcio mentre
la parte tra due nodi rimane di colore verde. Il Foto 1: Tipico arrotolamento di una foglia di
vite colpita da legno nero
Foto 2: Attacco di legno nero su tralcio. Sfondo grigio per
migliorare l’espressione dei sintomi.
legno nero è presente però anche su viti con tralci
lignificati. Frequentemente, le infiorescenze sui tralci
di viti infette muoiono e si seccano dopo la fioritura.
Se la comparsa dei sintomi della malattia avviene
solamente alla fine dell’estate, sui tralci infetti è Foto 3: Attacco di legno nero su varietà da vino
possibile notare la presenza di bacche dall’aspetto rosso: è evidente la colorazione rossa delle foglie di
raggrinzito, immaturo e di sapore amaro. Le bacche vite, p.es. qui su Lagrein
con tali caratteristiche non debbono essere raccolte
per nessun motivo.
Durante il primo anno d’attacco quasi tutti i tralci
evidenziano chiaramente i tipici sintomi della
malattia. Negli anni successivi i sintomi compaiono
spesso in forma piú ridotta ed in modo circoscritto su
uno o pochi tralci. In tal caso la qualità dell’uva è
compromessa solamente sui tralci sintomatici, mentre
i grappoli su tralci asintomatici non manifestano
evidenti riduzioni qualitative.
Foto 4: Lignificazioni irregolari soprattutto tra
internodi e formazione di „pustole“ nere (piccoli
punti neri sul tralcio vedi la freccia) si osservano su
tralci attaccati da legno nero.
Foto 5: Attacco precoce di legno nero porta a formazione Foto 6: Un tralcio attaccato da legno nero su una vite
di grappoli necrotizzati. Tipica è anche la lignificazione asintomatica sulla parte restante (vedi foglie sullo
irregolare
dei
tralci. sfondo)
Confusioni possibili
Sintomi simili a quelli del legno nero possono essere anche causati anche dalla vorace cicalina
bufalo Stictocephala bisonia. La cicalina bufalo è stata importata accidentalmente dall’America del
Nord e puó essere notata singolarmente sui tralci delle viti, sia in base alla sua grandezza, sia per il
suo aspetto particolare.
Notevolmente piú frequenti sono i danni causati dalla sua grande voracità. Infatti essa porta ad un
inanellamento o meglio ad un ingrossamento dei tralci, provocando sia variazioni nella colorazione
delle foglie antistanti il punto attaccato, sia l’accartocciamento dei bordi, entrambi sintomi
paragonabili a quelli del legno nero. Al di sotto del punto attaccato dalla cicalina bufalo sul tralcio,
le foglie si sviluppano invece normalmente e ciò esprime una sostanziale differenza
dall’infestazione da legno nero.
Foto 7: La cicalina bufalo (Stictocephala bisonia).
Foto 8: Quadro tipico di tralcio danneggiato da cicalina
bufalo.
Foto 9: Anellatura del tralcio di vite causato da cicalina
bufalo.
Foto 10: Ingrossamenti su tralci di vite causati da
cicalina bufalo.
La malattia dell’accartocciamento fogliare
Anche la malattia dell’accartocciamento fogliare provoca sulle viti sintomi paragonabili a quelli del
legno nero. I bordi delle foglie si accartocciano fortemente, sviluppando a seconda della cultivar
una colorazione variabile tra il rosso ed il giallo. A differenza del legno nero, le nervature fogliari
rimangono però di colore verde. Contrariamente a quanto accade per il legno nero i primi sintomi
dell’accartocciamento fogliare si manifestano sulle foglie basali espandendosi poi alle foglie
superiori. Nel caso in cui venissero notati i sintomi, appena citati, dovrebbe essere interpellato un
tecnico, oppure fatta eseguire un’analisi di laboratorio, per escludere la presenza di legno nero.
Oltre all’accartocciamento fogliare ed ai danni causati dalla cicalina bufalo, anche le lesioni a
livello del legno e dei tralci possono portare a sintomi confondibili con quelli del legno nero. Per
una diagnosi sicura dovrebbero essere presi in considerazione anche in questo caso i segni di
riconoscimento del legno nero.
L’insetto vettore: Hyalesthes obsoletus
La cicalina Hyalethes obsoletus predilige ambienti caldi ed
attacca un numero elevato di piante ospiti tra le quali quelli
le piú importanti sono l’ortica ed il convolvolo.
Lo sviluppo delle larve, che succhiano la linfa dalle radici
delle piante ospiti, avviene nel terreno. Durante i mesi
invernali con l’aumento delle gelate, le larve molto
sensibili alle basse temperature penetrano negli strati piú
profondi del terreno. Dopo la metá di maggio, invece, inizia
il volo degli adulti. Gli adulti alati cercano nuove piante
ospiti, insediandosi sulle radici dove deporranno le loro
uova per dar luogo ad una nuova generazione. Le piante
sulle quali Hyalesthes obsoletus può compiere il suo intero
ciclo vitale vengono definite ‘piante ospiti’. Al contrario le
piante sulle quali si alimentano esclusivamente gli adulti e
non le larve vengono chiamate ‘piante nutritive’. In questo
Foto 11: Hyalesthes
microscopio binoculare.
obsoletus
al
contesto la vite non è né una pianta ospite, né una
pianta con funzioni alimentari. Le foglie della vite
vengono punte pertanto occasionalmente da quelle
cicaline che ricercano nuove piante ospiti. Una sola
puntura è sufficiente perché la fitoplasmosi venga
trasmessa alla vite. Ultimi studi escluderebbero una
diffusione del legno nero attraverso viti infette, dato
che Hyalesthes obsoletus non depone le sue uova
sulle radici della vite.
La diffusione della fitoplasmosi per mezzo di
Hyalesthes obsoletus avviene solamente nel
momento in cui la cicalina adulta si sviluppa da una
larva giá infetta con legno nero, dato che in base
alle conoscenze attuali la vita dell’adulto è troppo
breve per consentire l’assimilazione, l’incremento e
la trasmissione dell’agente patogeno del legno nero. Foto 12: Hyalesthes obsoletus al microscopio
Solo una parte delle piante ricercate dallo binoculare (dettaglio).
Hyalesthes obsoletus può essere infettata dal fitoplasma del legno nero. Secondo fonti
bibliografiche soprattutto convolvolo ed ortiche sono infettate dalla fitoplasmosi del legno nero.
Misure per la difesa
Contro il legno nero non è attuabile la difesa diretta. Nei vigneti giovani, come anche in quelli piú
vecchi è consigliabile estirpare le viti sintomatiche. Una completa ripresa delle viti è infatti
improbabile, anche se i sintomi della malattia si manifestano diversamente a seconda dell’annata.
L’ampiezza degli aspetti sintomatologici comprende sia viti apparentemente sane, sia viti con pochi
o tutti i tralci attaccati. Nel momento in cui si integra l’impianto vecchio con viti nuove, occorre
prestare molta cura a queste ultime per evitare fallanze. Le viti trapiantate possono essere comunque
nuovamente colpite dal legno nero, attraverso la puntura dell’insetto vettore Hyalesthes obsoletus.
Come misura di difesa indiretta, per evitare la comparsa di Hyalesthes obsoletus nell’anno in cui si
fa il nuovo vigneto, si dovrebbe provvedere alla risemina di trifoglio o di altre piante erbacee lungo
il filare. Questa è una misura agronomica molto vantaggiosa nei vigneti piú vecchi, attaccati da
legno nero.
Un’ulteriore misura preventiva nei vigneti è l’eliminazione del convolvolo e delle ortiche mediante
trattamenti mirati con erbicidi. Sulle superfici cosí trattate, con tempismo ed in modo parallelo
occorre effettuare opportune risemine per evitare la ricrescita soprattutto del convolvolo.
Per evitare che le cicaline attacchino con maggior frequenza la vite, durante la fase di volo dello
Hyalesthes obsoletus, da metà maggio fino all’inizio di agosto, debbono essere banditi tutti i
trattamenti erbicidi.
Nei vigneti piú vecchi, nel caso in cui l’attacco aumentasse anno dopo anno, si dovrebbero
pianificare anche idonee pacciamature accessorie per incrementare lo sviluppo di colture erbacee
alternative dell’interfilare. Contemporaneamente la striscia lungo il filare non dovrebbe essere
trattata ulteriormente con erbicidi, che favorirebbero la crescita indiscriminata del convolvolo, ma
dovrebbe essere attuato piuttosto uno sfalcio dell’erba.
L’incremento del legno nero è legato in determinati casi a quesiti ancora irrisolti ed è oggetto di
ulteriori ricerche particolarmente intense.
Al momento attuale non si può ancora escludere che accanto allo Hyalesthes obsoletus ci siano altri
vettori, in grado di contribuire alla diffusione di questa fitoplasmosi. Con ciò le misure di difesa qui
proposte sono solo un primo contributo per rallentare la propagazione della malattia. Esse tuttavia
non sono affatto una garanzia assoluta per circoscrivere la malattia del legno nero. La presenza di
viti che manifestano sintomi di giallumi, dovrebbe essere segnalata all’Ufficio Provinciale per la
frutti-viticoltura (0471-415086).
Il legno nero sulla vite mostra i medesimi sintomi provocati anche dalla flavescenza dorata.
Anch’essa è una fitoplasmosi causata da batteri. Solamente analisi di laboratorio permettono con
certezza la differenziazione tra le due malattie. L’espansione di quest’ultima malattia avviene molto
piú rapidamente, poiché la flavescenza dorata viene trasmessa dalla cicalina Scaphoideus titanus, la
quale compie il ciclo unicamente sulla vite. Risulta dunque di fondamentale importanza eseguire
una precisa diagnosi d’un eventuale attacco precoce di flavescenza dorata, per poter poi
programmare tempestivamente la difesa del vigneto anche contro lo Scaphoideus titanus.
Christian Roschatt, Centro per la sperimentazione agraria di Laimburg
Traduzione di Christian Pisetta