Battere la crisi grazie al bosco La storia di integrazione del giovane

Battere la crisi grazie al bosco
La storia di integrazione del giovane vivaista nigeriano trapiantato a Pistoia
Darlington Osayemwenre Idahoragbon si racconta all’assemblea nazionale dei giovani
imprenditori di Coldiretti
Roma, 21 maggio 2013. Si identifica nell'araucaria, una pianta di origine sudamericana che si è ‘integrata’
benissimo a Pistoia, ed il suo principale fornitore (il bosco). Darlington Osayemwenre Idahoragbon, 28enne
nigeriano e vivaista pistoiese, ha raccontato la sua storia di integrazione all’Assemblea di Coldiretti Giovani
Impresa dal titolo: 'L’Italia è il futuro', martedì 21 maggio, al Parco della Musica a Roma, dove oltre duemila
giovani, provenienti da tutte le regioni italiane hanno messo in campo la loro voglia di costruire il loro futuro
in Italia, nonostante le grandi difficoltà Darlington è uno dei quasi 20mila lavoratori stranieri che hanno
trovato un lavoro, o hanno creato una propria impresa in agricoltura in Toscana (Dati Caritas – Migrantes).
“Darlington è uno dei tanti esempi di integrazione, imprenditorialità e intraprendenza - ha commentato Paolo
Giorgi, Delegato Giovani Impresa Toscana e della Provincia di Pistoia-. L’agricoltura è stata un’opportunità
non solo lavorativa, ma anche umana. La sua vita è fatta di abbandoni e di ricongiungimenti, di amore per la
terra che lo ha accolto, Pistoia, e passione per le piante”.
Di fronte ai duemila ‘colleghi’ imprenditori agricoli Darlington ha raccontato gli inizi della sua “carriera”
come imprenditore agricolo: “Appena arrivato in Italia, nel 2003, sono rimasto subito colpito dal verde
intenso delle piante e dalla ricchezza di acqua di Pistoia -ha detto Darlington Osayemwenre Idahoragbon nel
corso dell'intervento alla presenza del Presidente della Coldiretti Sergio Marini, al Delegato Coldiretti
Giovani Impresa Vittorio Sangiorgio e al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo-. Da quasi
un anno, dopo lungaggini burocratiche varie, finalmente sono diventato un imprenditore agricolo a tutti gli
effetti. Il mio vivaio è in altura a Maresca, sull'Appennino Pistoiese. Produco abete bianco, normandiano,
faggio, criptomeria, araucaria”.
Proprio l'araucaria ha un significato particolare per Darlington: è una pianta che viene da lontano
(Sudamerica) che si è adattata benissimo alla terra pistoiese. Proprio come il giovane nigeriano che ha
realizzato il proprio sogno sulla montagna pistoiese, e che ha una particolare tecnica per approvvigionarsi.
“Produco piante partendo dai semi che recupero direttamente dal bosco, che è il mio principale fornitore -ha
spiegato la sua particolare tecnica Darlington alla platea dell'assemblea-. Mi arrampico sulle piante che
intendo riprodurre, dove in cima alle stesse trovo il guscio del seme, che getto a terra. Poi seleziono e copro
con foglie di faggio. Da quel momento inizia il miracolo spontaneo della natura e del ciclo della vita che mi
dà le piante da vendere”. Candidato all'Oscar Green (15 le imprese pistoiesi candidate), il premio nazionale
patrocinato dalla Presidenza della Repubblica Italiana organizzato da Coldiretti Giovani Impresa,
Darlington “rappresenta la multiculturalità di cui il settore agricolo è ricco –ha concluso Giorgi–. La sua
storia è di insegnamento non solo per i giovani immigrati e stranieri ma per tutti i giovani che oggi sono alla
ricerca di un futuro. Lui è un esempio che questo futuro è possibile e che le difficoltà possono essere
superate con buona volontà coraggio e umiltà.
La storia di Darlington Osayemwenre Idahoragbon. L'intervento integrale all'Auditorium della
Musica a Roma, nel costo dell'assemblea organizzato da Coldiretti Giovani Impresa: 'L'Italia è il
futuro'.
Ciao a tutti, mi chiamo Darlington e vengo da Pistoia, sono nato in Nigeria 27 anni fa, a BENIN CITY
cittadina di circa 800.000 abitanti situata a circa 1500 km da Lagos, primo maschio e terzo figlio di una
famiglia composta da babbo mamma e 1 fratello e 2 sorelle.
Mio padre ci ha lasciato ben presto per cercare lavoro in America come carpentiere, io sono rimasto con mia
madre lavorando e aiutandola a vendere per strada prodotti alimentari, friggeva “akara’ (farina di fagioli) e
cercavamo di sopravvivere.
Al compimento del mio diciottesimo anno ho raggiunto mia madre in Italia a Pistoia dove era venuta qualche
anno prima a cercare fortuna e lavoro.
Sono rimasto subito colpito dal verde intenso delle piante e dalla ricchezza di acqua di questa terra e dopo un
piccolo periodo di adattamento ho iniziato ad avvicinarmi al mondo del vivaismo osservando i gesti ed
apprendendo le tecniche vivaistiche. Mi sono messo a studiare, ho imparato la lingua italiana e appreso le
nozioni andando a lavorare con il compagno di mia madre. Mi sono appassionato in particolar modo ad una
pianta, l’araucaria, infatti essa viene da lontano come me ma si è adattata al clima e ai terreni pistoiesi,
crescendo in maniera maestosa ma le sue foglie spinose ricordano a tutti la sua origine sud americana. Nel
2011 il compagno di mia madre ha deciso di ritirarsi dalla sua attività e mi ha ceduto la sua azienda
vivaistica e dopo lungaggini varie (permessi soggiorno-licenze- e quanto altro) sono diventato un
imprenditore agricolo a tutti gli effetti. Produco ABETE BIANCO, NORMANDIANO,FAGGIO,
CRIPTOMERIA, ARAUCARIA e la maniera nella quale riesco anche a produrre ciò che vendo è
particolarmente moderna, e innovativa: infatti il mio “rivenditore” principale dove opero i miei
approvvigionamenti di materie prime, è il bosco!!!! Infatti salgo sulle piante che intendo riprodurre, dove in
cima alle stesse trovo il guscio del seme, che getto a terra, per poi recuperare, e lavorare passandoli al vaglio
setacciando e ottenendo i semi che interro e copro con foglie di faggio o castagno.
Le mie aspettative sono di produrre e vendere altri prodotti penso agli ortaggi e frutta ma soprattutto trovare
una stabilità sia di vita che economica che nel passato mi è mancata. In Campagna Amica ho trovato un
marchio che identifica i miei prodotti e la loro storia legata alle mie origini, a come li produco, e anche in
questo la COLDIRETTI, mi è vicina.
Da otto mesi sono in Giovani Impresa e per me è motivo di orgoglio, ho conosciuto tanti ragazzi che
lavorano in agricoltura e stanno nascendo progetti di interscambio molto interessanti.
Insieme ci troviamo a discutere di problemi e proviamo a trovare soluzioni, sempre insieme e senza alcuna
distinzione di età esperienza o colore della pelle, tutti insieme per dare forza e amore alla costruzione della
nostra filiera agricola tutta italiana.