Il Muschio Cooperativa Sociale FRUTTI DIMENTICATI E FRUTTI PICCOLI Buona parte dei terreni che vedete coperti da arbusti, rovi, roverelle giovani, castagni ed erbe erano, in un tempo non lontano, coltivati e ricoperti da viti, da alberi da frutto, da segale, patate e altri vegetali che offrivano alimenti di sussistenza a chi abitava la montagna. Quando abbiamo deciso di “recuperare” il terreno del “Camarel” per procedere all’impianto di mirtilli arricchito in seguito di ribes e uva spina, abbiamo avuto ottimi risultati e provato la gioia di veder rivivere la montagna. Da qui, è nato il desiderio di procedere con le attività di recupero e di condividere con altri la riscoperta di una dimensione di vita a volte dimenticata o presente solo nella memoria dei nostri nonni e nei racconti. Non essendo “esperti” in agricoltura, abbiamo consultato “coloro che se ne intendono” e, tra i suggerimenti che ci sono stati offerti per valorizzare i terreni a nostra disposizione, abbiamo raccolto con entusiasmo quello di provare l’impianto dei “frutti dimenticati”. Si tratta di esemplari che erano un tempo presenti, accanto alle baite o alle case dei contadini e che nel corso dell'anno, offrivano frutti per nutrire sia le persone che gli animali arricchendo la loro dieta alimentare. Si tratta di piante che non richiedono l’uso di antiparassitari (ai tempi non esistevano!) e che possono dare frutti difficilmente reperibili sul mercato e più o meno noti, alcuni coltivati in precedenza nella nostra zona (es. il gelso che oltre alle more offriva le foglie per i bachi da seta, i meli, le susine, il sorbo, l’uva moscata..) e altri, tipici di altre regioni (Es. passiflora, corbezzolo, azzeruolo, giuggiolo, melograno). Sono piante che fioriscono e fruttificano in rotazione formando un piccolo "caleidoscopio delle stagioni" la cui visione e conoscenza siamo lieti di poter condividere con altri con la speranza di poter trasmettere l’interesse, la curiosità e la passione che ci hanno animato. 2 Il piccolo parco, con le sue diverse piante in crescita, rappresenta anche un po’ la “storia” del nostro gruppo nato e cresciuto all’insegna della diversità, grande forza della natura…per tutte le specie. Nelle pagine che seguono, potrete trovare una descrizione dettagliata degli esemplari arborei presenti nel parco che, nonostante l’impianto affrettato e non proprio specialistico, si sono adattati benissimo al nuovo habitat. Speriamo di poter condividere con voi in futuro la loro crescita e….. i loro frutti! MELOGRANO 3 Le melograne sono state raffigurate nelle tombe egizie del 2500 a.C. e rinvenute nelle tombe del Faraone Ramses IV. Nella Bibbia sono portate dagli Ebrei come simbolo di fecondità, per i loro numerosi e succosi chicchi, e come simbolo di ricchezza. I Greci conoscevano e coltivavano il melograno, i Fenici lo consideravano una pianta sacra. Era certamente coltivato a Cartagine ai tempi della sua distruzione; da qui pare sia stato introdotto a Roma dove i Romani lo consideravano simbolo dell'amicizia e della democrazia. Si tratta di un arbusto molto ramificato che può raggiungere i 5-6 metri di altezza; la sua corteccia è grigia, con fessure longitudinali; le sue foglie sono caduche, lucenti, generalmente opposte o disposte in fascetti; i fiori sono rosso vivace con 5-8 petali. Il frutto è una grossa bacca detta balausta, rosso-aranciato quando è maturo, con la buccia coriacea e diviso in logge che contengono chicchi simili a quelli del granoturco ma di colore rosso perlaceo. Del melograno vengono utilizzate tutte le parti della pianta: i frutti, gustosi e dissetanti, le foglie, i fiori e la buccia dei frutti servono a preparare infusi e decotti oppure tisane, la corteccia della radice per debellare i vermi che possono insediarsi nel nostro corpo. Il melograno cresce nel clima temperato e mediterraneo. CORBEZZOLO 4 E' un arbusto o alberello sempreverde che può raggiungere l'altezza di 5 metri, con una ruvida corteccia scura. Le foglie sono di colore verde scuro, più chiare nella pagina inferiore, lunghe 4-5 cm., ellittiche, lucide, col margine seghettato. I fiori sono piccoli e a gruppetti, di un colore che va dal bianco al roseo. I frutti sono simili alle fragole, sferici, grandi fino a 2 cm., con una superficie verrucosa e ruvida. I frutti sono commestibili ma hanno un sapore molto particolare che non a tutti è gradito. In Corsica vengono utilizzati per preparare un particolare tipo di grappa detta “vino di corbezzolo”, si preparano marmellate in Toscana è diffuso il miele di corbezzolo. Le altre parti della pianta hanno proprietà medicinali. CORNIOLO Il corniolo, originario dell’Europa sud-orientale e dell’Asia occidentale, ha pregi ornamentali per la fioritura precoce e il colore dei frutti; ne esistono alcune varietà selezionate, con foglie di diverse tonalità. 5 Allo stato naturale, si trova nelle radure e ai margini dei boschi di latifoglie sia in pianura sia in media montagna. E’ uno degli arbusti che fiorisce fin da Febbraio. Vive bene in quasi tutti i terreni, purché non siano aridi, ma preferisce i terreni calcarei. Gli antichi Persiani, i Greci e i Romani usavano il duro legno del corniolo per farne aste di giavellotti, lance e frecce e attribuivano ai frutti proprietà medicamentose. Il corniolo può diventare un alberello alto fino a 7,5 metri; la sua corteccia è squamosa e di colore bruno scuro; le foglie sono opposte e acuminate; i piccoli fiori giallastri simili a ombrelle compaiono precocemente in primavera, prima delle foglie; a essi seguono i frutti ellittici di colore rosso scarlatto, le corniole che, anche mature, conservano un sapore acidulo. La corniola è uno dei frutti dimenticati col progressivo allontanarsi della gente dalla campagna. Un tempo era assai nota per la preparazione di marmellate dal particolare gusto acidulo. Ne esisteva anche un certo commercio, a vantaggio delle popolazioni povere delle colline. Un altro uso molto antico di questo frutto è quello delle “olive di corniole”: si raccoglievano i frutti quando iniziavano a maturare e si conservavano in salamoia, come le olive. Dal loro seme si ottiene un olio usato in saponeria. Le parti della pianta hanno proprietà medicinali. 6 PASSIFLORA La Passiflora è un rampicante originario dell'America tropicale. Viene coltivata in Sud America a scopo alimentare per i suoi frutti dal gradevole sapore dolce acidulo, che vengono consumati freschi oppure utilizzati per preparare succhi, frullati, marmellate, gelatine o sciroppi. La Passiflora Caerulea è un rampicante vigoroso e rustico, apprezzato anche nei giardini per la bellezza dei fiori di colore bianco-indaco con un centro viola e verde. In fitoterapia si usa tutta la pianta per preparare tinture o estratti fluidi per combattere l’ansia e l’insonnia. GIUGGIOLO 7 Frutto oblungo, carnoso, bruno rossiccio con polpa bianco verde e nocciolo duro. I1l sapore è acidulo-dolciastro alla maturazione e decisamente dolce nelle giuggiole appassite, considerate una vera golosità. Le giuggiole, secondo la tradizione, vanno raccolte il 29 settembre, San Michele. Oltre ad essere consumate direttamente (fresche o appassite) sono utilizzate in pasticceria per confezionare canditi, sciroppi e bevande liquorose. AZZERUOLO Appartiene alla famiglia delle Rosacee. E’ un alberello che può raggiungere i 4 metri di altezza, con un portamento espanso. La sua corteccia è grigiastra, opaca, rugosa e solcata in verticale; le sue foglie sono decidue, di colore verde scuro sopra e più chiare di sotto; i fiori sono bianchi e disposti in corimbi eretti; i frutti sono “pomelli” rosso scuro, con polpa interna biancastra. Come habitat, predilige i pendii collinari in buona esposizione con substrato argilloso o calcareo. E’ diffuso nell’Europa meridionale, in Asia Minore e nel Nordafrica. Domesticato e diffuso come pianta da frutto, l’azzeruolo non ha mai avuto il successo del melo, del pero o del ciliegio, tuttavia produce piccoli pomi molto gustosi che ricordano il sapore delle nespole. In Italia si incontra qua e là in Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia. 8 GELSO BIANCO O MORUS ALBA Il gelso bianco può raggiungere un’altezza di 15 metri; ha un portamento espanso, tondeggiante e una corteccia bruna, solcata longitudinalmente. 9 Le sue foglie sono decidue, ovato-acuminate, lunghe 16-18 cm., di colore verde chiaro e un po’ più lucide sulla pagina superiore. I suoi fiori sono unisessuali; quelli maschili sono disposti in spighe e quelli femminili in glomeruli. I suoi frutti sono more eduli chiamate anche “moroni” per distinguerli da quelli del rovo. Fino a una cinquantina di anni fa il gelso bianco ha conosciuto una grande diffusione nel nostro continente per l’allevamento del baco da seta che veniva nutrito con le sue foglie poi, con l’affermarsi delle fibre sintetiche, l’allevamento del baco da seta è andato scomparendo e con esso, la coltivazione del gelso. I suoi frutti hanno un elevato contenuto di zuccheri e possono essere consumati freschi oppure usati per preparare ottime marmellate; inoltre da essi si ricava uno sciroppo ricco di zuccheri, acido malico e acido citrico, che viene usato per le sue proprietà astringenti contro le infiammazioni della faringe. 10 SORBO O SORBUS DOMESTICA Il sorbo domestico è una specie indigena dell’Europa meridionale; in Italia cresce spontaneo nei boschi e ai margini dei campi e viene coltivato per il frutto. Nell’antichità, il frutto del sorbo domestico era usato per farne una bevanda alcolica; veniva fatto fermentare insieme al grano e se ne ricavava una bevanda simile al sidro che viene ancora oggi prodotta nell’Europa centrale. Il frutto può avere forma di piccola mela o di piccola pera; è commestibile allo stato fresco soltanto quando è molto maturo o quando le gelate l’hanno addolcito. In campagna, si ottiene la maturazione cogliendo i frutti acerbi e astringenti e stendendoli poi sulla paglia, come si fa con le nespole. Le sorbe avevano anche un uso medicinale per combattere le coliche. Il sorbo domestico ha una crescita piuttosto lenta e non ha particolari esigenze di terreno, ma predilige i suoli calcarei. Il legno presenta venature, è compatto e, se ben stagionato, può essere lucidato molto bene; è utilizzato in falegnameria. DIOSPIRO O KAKI Il nome deriva da una parola composta greca che significa «divino frumento» in relazione alla squisitezza dei suoi frutti, i cachi. Essi hanno un elevato valore alimentare dovuto all'alta percentuale di glucidi (zuccheri), una discreta percentuale di proteine e una elevata presenza di Vitamina A e C. Nell'insieme, i cachi forniscono abbondanti energie in quantità inferiore solo alle banane e ai mandarini; da qui il detto popolare secondo cui mangiare un caco è come mangiare un uovo. Sia i frutti che le 11 foglie hanno anche proprietà medicinali ed erano usati dai nostri nonni come calmanti o regolatori intestinali. Il Kaki è un albero sempreverde alto fino a 20 m., con una fitta chioma rotonda. Le sue foglie sono di colore grigio scuro nella pagina inferiore e verde scuro lucido nella pagina superiore. I fiori hanno piccole corolle a quattro petali di colore bianco gialliccio. I frutti sono simili ai pomodori, di gusto gradevole. La raccolta ha luogo a Ottobre-Novembre dopo che le foglie sono cadute e, generalmente, dopo le prime brinate. I frutti possono essere raccolti ancora duri e fatti maturare piano piano nella paglia o in un luogo caldo. Questa pianta proviene dalla Cina o dal Giappone ma viene spesso piantata nella zona mediterranea. La specie presente nel nostro parco si chiama caco-vaniglia o caco-mela: questa specie si differenzia perché commestibile fin dalla raccolta (non deve essere ammezzito), per la polpa color cioccolato e per via dei semi. CASTAGNO O CASTANEA SATIVA Il castagno è un bell’albero dalla chioma ampia e tondeggiante. Un tempo costituiva la base dell’economia di molte regioni collinose e montane, sia per i suoi frutti, molto nutrienti, sia per 12 il suo legname usato anche per le travature dei tetti. Oggi la coltivazione del castagno è molto regredita a causa di una grave epidemia di mal dell’inchiostro e dei profondi mutamenti economici e sociali intervenuti nell’organizzazione delle regioni montane. La corteccia e le foglie hanno proprietà medicamentose e sono usate per preparare infusi e decotti. La specie presente nel nostro parco è denominata “marrone chiuso di pejo”. Pur se può sembrare strano considerare il castagno un “frutto dimenticato” in quanto ancora presente nella nostra cultura, la presenza di questa pianta nel nostro parco vuole ulteriormente sottolineare come i nostri castagneti, allora fondamentali per la sussistenza della nostra gente (non a caso veniva chiamato “l’albero del pane”, sono ormai stati completamente abbandonati a se stessi, senza cura e senza un minimo di pulizia che possa garantire la sussistenza di queste eccezionali piante. NOCE Juglans Regia La tradizione vuole che sotto il noce si celebrasse il gran sabbah delle streghe e il concetto di magia è legato a questo albero da antichissime credenze, forse, a causa di alcune sue caratteristiche osservabili e note. Il noce, ad esempio, è un albero che non viene colpito dal fulmine, e questa sua immunità gli ha creato attorno un'aureola di magia. Il perché di questa esclusione è forse dovuto alla presenza di un alone prodotto dalle sostanze aromatiche contenute nelle foglie fresche, che formerebbe una zona di scarsa conducibilità elettrica. Inoltre, un detto popolare raccomanda di non mettersi a dormire all'ombra del noce, se non si vuole prendere il mal di 13 testa: anche questo potrebbe essere collegato alla presenza di oli volatili nell'area occupata dalle fronde del noce. Il seme, la noce, viene raccolto in autunno quando cade dopo essersi liberato dal mallo che lo protegge e lo mantiene attaccato ai rami. Il frutto è squisito consumato fresco e secco, è molto nutriente e utilizzato per preparare molti dolci tra cui la «cupeta». L'olio di noce viene utilizzato anche per preparare lozioni abbronzanti e cosmetiche. Il mallo, quando è ancora verde, viene usato per preparare il nocino (un liquore), oppure per tinture dei capelli o di altri materiali. Come per il castagno, anche se questa pianta non costituiva un supporto fondamentale per la sussistenza della nostra gente, abbiamo ritenuto opportuno ospitare la specie per ricordare la sua presenza nella nostra tradizione contadina. MELO RUS JAMBUN La pianta madre è stata reperita nel comune di Inverso Pinasca (TO). E’ un albero con vigoria medio-elevata con un epoca di 14 fioritura tardiva (2° - 3° settimana di maggio), il raccolto invece è precoce (3° decade di agosto). Le caratteristiche dei frutti sono: pezzatura molto grossa, aspetto attraente, forma conica breve, asimmetrica, buccia lisca, rugginosità a livello della cavità peduncolare. Il colore di fondo è giallo-verde. La polpa ha un colore bianco, tessitura fine, tipo croccante e sapore dolce acidulo. Il frutto è poco suscettibile alla ticchiolatura. ACTINIDIA ARGUTA L’actinidia (Actinidia Chinensis Planch) è una specie originaria della Cina, in particolare della valle dello Yang-Tze, dove è conosciuta con il nome di Mihoutao o Yang Tao. Nelle province percorse da questo fiume, le popolazioni locali raccolgono i frutti delle piante spontanee da tempi immemorabili, per consumarli poi durante tutto l’inverno tali e quali, come confettura o come succo fermentato. Le testimonianze cinesi sull’uso dell’Actinidia come pianta da frutto e da giardino risalgono alla dinastia Min (1200 a.C.) e sono contenute nel libro di antichi poemi e cantate Shi Juig. Dello stesso periodo sono le citazioni nei testi del famoso erborista Li Shi-Zhen. Nel primo dizionario di termini cinesi lo Er Ya (300-200 a.C.) il frutto è indicato come una medicina contro la febbre, mentre si ricorda nel contesto l’uso dell’acqua, in cui venivano fatti bollire pezzi di tralcio, come colla per rendere particolarmente resistente la carta da scrivere. In Europa fu introdotta nel 1847 dall’esploratore Robert Fortune, reduce da una spedizione scientifica condotta in Cina pe4r conto della Royal Societyof Horticulture di Londra ma di 15 questa prima importazione restarono solamente degli specimen. La specie fu reintrodotta in Inghilterra ad opera del botanico E. H. Wilson, che spedì dalla Cina, dove si trovava per una missione esplorativa, alcuni semi ai vivai Weitch & Son, i quali presentarono al pubblico nel 1903 le prime piante. Non è noto quando la specie sia arrivata in Italia; le prime citazioni risalgono al 1934 anno in cui l’Actinidia figura nel catalogo del Giardino Allegra di Catania. Sempre agli inizi del secolo, la pianta fu introdotta quasi contemporaneamente in altri due continenti: l’America Settentrionale e l’Australia. In Italia le prime coltivazioni sorsero verso la fine degli anni ’60 in Lombardia, sul Lago Maggiore, in Puglia e in Emilia Romagna, seguite tra il ’72 e il ’74 da nuovi impianti nel Veneto, in Trentino, in Friuli Venezia Giulia, nel Lazio, nella zona dell’Agro Pontino, in Sicilia nel Catanese e infine in Piemonte nel Cuneese. Nel 1985 con una superficie che, secondo le stime del Ministero dell’Agricoltura superava i 5000 ettari, l’Italia ha assunto il ruolo di secondo produttore mondiale dopo la Nuova Zelanda. PERO MARTIN SECCO (SIN. MARTINSEC, MARTINO, ROUSSELET D’HIVER) Pero di origine molto antica il cui luogo di provenienza è incerto. Pur essendo nota la varietà nei secoli precedenti, viene citata in varia letteratura per tutto l’Ottocento in cui comincia l’interesse mercantile. In Italia è coltivata nella coltura promiscua insieme a varietà similari. Il frutto è piccolo o medio turbinato con superficie lievemente e variamente irregolare. Peduncolo lungo, sottile, diritto o sensibilmente arcuato, inserito all’apice spesso. Calice aperto o semiaperto con sepali visibilmente carnosi situati in una cavità poco profonda. Buccia abbronzata, sottile, sfumata di rosso con numerose lenticelle. 16 La caratteristica polpa giallastra semifine si presenta croccante, granulosa, zuccherina con accentuato profumo o lieve retrogusto aromatico. Il torsolo è medio-lungo. Il Martin secco è da cuocere, di qualità molto buona. Matura da Dicembre a Febbraio ed è da conservarsi in fruttaio o in frigorifero. Resiste perfettamente e a lungo impaccato o avvolto in velina in imballaggi chiusi a temperatura ambiente nei mesi invernali. Altre varietà interessanti già presenti nel parco: La rosa canina 17 Parti utilizzate: Fiori e frutti. Raccolta: i fiori si raccolgono in primavera quando sono ancora in boccio. I frutti si raccolgono a fine autunno quando sono ben maturi. Conservazione: L'essiccazione dei boccioli deve avvenire all'ombra. per il frutto l'essiccazione è problematica ed è consigliabile utilizzare una fonte di calore artificiale. i fiori devono essere conservati in recipienti ermetici, i frutti essiccati anche in recipienti di legno o porcellana. Proprietà attribuite: Fiore: sedative, e lassative 18 leggere. Frutti: antidiarroiche, diuretiche, antiscorbutiche. in virtù dell'alto contenuto in vitamina C. Impieghi: Dei boccioli conservati si usano solo i petali in infusi. I frutti secchi possono essere impiegati, previa liberazione dai peli e dai semi, per decotti. Dal giardino alla cucina: La marmellata ottenuta con i frutti secchi raccolti a maturazione completa (dopo la prima gelata) è ottima, anche se un po’ laboriosa da preparare. Prugnolo - Prunus Spinosa - Famiglia Rosacee Questo grande arbusto, che occasionalmente assume dimensioni di alberello, è spontaneo in Italia, e cresce ai margini delle zone boschive, nelle siepi e ai bordi dei campi. Forma macchie spinose così impenetrabili da fornire protezione alle altre piante che crescono sotto, tenendo lontani uomini e animali. Anche gli uccelli trovano protezione per i loro nidi tra i suoi rami spinosi. Il frutto, blu nero, noto come prugnola o susina di macchia, viene usato per marmellate e liquori, e per insaporire il gin. Si ritiene che il prugnolo possa essere uno degli antenati dei diversi susini coltivati. Il legno ha alburno giallo chiaro e durame marrone. E’ duro e resistente e può essere lucidato. Siccome non è mai disponibile in assortimenti di varie dimensioni, viene usato per attrezzi agricoli, intarsi e bastoni da passeggio. I frutti, ridotti a fuoco lento alla pasta, erano usati comunemente come antidiarroico. Le foglie, essiccate su una piastra, e leggermente torrefatta può servire come infuso, al posto del tè. Il prugnolo uno dei primi arbusti a fiorire; può avere pregi ornamentali nei giardini naturalistici. Le Foto: 19 Prima il primo anno 20 Durante Autunno 2000 21 Prima Autunno 2000 22 Sabrina con il gelso Liliana in un momento di pausa 23 Saverio con il Corniolo 24 Rosy e il giuggiolo Davide con il melograno 25 Massimo con il corbezzolo Il momento dell’impianto del “pesante” azzeruolo 26 I percorsi didattici: NELLA NATURA LA DIVERSITA' E' RICCHEZZA PREMESSA L'associazione e la cooperative sono sorte e operano allo scopo di promuovere e agevolare l'integrazione di persone, anche disabili e svantaggiate, e di concorrere al miglioramento della qualità della vita con interventi ed esperienze a contatto con la natura e con l'ambiente. Le iniziative e gli interventi condotti a partire dal 1997 nella zona della Bassa Valle e sulla "Costiera dei Cech" nelle Prealpi Retiche, si sono esplicati in vari ambiti con particolare impegno nel settore agricolo procedendo all'impianto e alla coltivazione di piante di particolare pregio e interesse che producono "piccoli frutti" (mirtilli, ribes, uva spina, more) o "frutti dimenticati". Il duplice scopo che ci si é prefissati é stato quello di conoscere e valorizzare la diversità sia delle persone che delle specie, e quello di tutelare e perseguire un rapporto armonico con l'ambiente naturale. OBIETTIVO L'obiettivo unificante della proposta sarebbe quello di offrire un'esperienza di impatto emotivo e conoscitivo da cui emerga il valore inestimabile della diversità nel tutelare e garantire il rispetto e l'armonia tra natura e uomo e tra uomo e uomo. Verranno offerti spunti, informazioni e documentazioni che permettano ai docenti e ai bambini di approfondire ed ampliare gli argomenti e le problematiche presenti auspicando l'ampliamento di quanto emerso e il mantenimento di contatti successivi all'incontro. I programmi che qui vengono proposti hanno quindi un obiettivo educativo ambientale ed etico-sociale; la visita verrà guidata sia da "esperti" che potranno offrire ragguagli e informazioni specifiche sulle piante in oggetto e sulle specie animali e vegetali che concorrono alla biodiversità nei contesti, sia dai "diversi" protagonisti/attori del processo di intervento agricolo che potranno offrire testimonianze dirette sulle fasi e sui processi che hanno portato ai risultati attuali. Verrà offerta ai bambini la possibilità di operare un confronto tra l'ambiente naturale di partenza e il suo presentarsi in seguito alle modifiche e agli interventi attraverso l'osservazione e la scoperta, e la piacevole esperienza di vivere a contatto con persone che, integrandosi e collaborando, proprio grazie alla "diversità", hanno concorso alla creazione di un bene comune. PROGRAMMA PRIMAVERILE "Piccoli frutti e aria di primavera" 9.30 - 10.30 - Accoglienza dei bambini e degli insegnanti presso la coltivazione di piccoli frutti ai "Prati del Bitto" in Comune di Cosio Valtellino; relazione sulle caratteristiche e gli impieghi e le proprietà dei frutti e racconto delle fasi che hanno portato all'impianto da parte dei protagonisti e partecipanti. 10.30 - 11.00 - Trasferimento in pullman in località Cadelsasso (700 metri s.l.m.) sulla costiera dei Cech, per la visita del mirtilleto al "Camarel". 11.00 - 12.20 - Breve passeggiata (10') fino alla coltivazione che si estende su circa 2000 mq. di un terreno a terrazzamenti. Visita al mirtilleto con descrizione delle piante coltivate, della flora e della fauna presenti e con relazione delle attività svolte per operare il recupero ambientale. I bambini avranno modo di operare un confronto, attraverso osservazione e induzione, tra il "prima" e il "dopo" l'intervento. 12.20 - 12.30 - Ritorno a piedi verso il nucleo abitativo di Cadelsasso. 27 12.30 -14.00 - PRANZO Opzioni: - Consumo di colazione al sacco all'aperto o in luogo coperto in Cadelsasso. - Consumo di pranzo con piatti tipici presso un'azienda agrituristica di Categno raggiungibile in 20' con un percorso parte in pullman e parte a piedi . 14.00 - 15.30 - Costruzione di aquiloni in piccoli gruppi o altre attività creative. 15.30 - 17.00 - "Varo" o "lancio" degli aquiloni in Cadelsasso o in località S.Bernardo raggiungibile con 20' di pullman, in prossimità del nucleo abitativo di Civo. La scelta della località é determinata dalla presenza costante di brezza proveniente dal lago di Como. 17.00 - Ritorno PROGRAMMA AUTUNNALE (Ottobre) "Musica e sapori del bosco" Questa visita avrà luogo solo sulla Costiera dei Cech, in località Cadelsasso o nelle sue vicinanze, in concomitanza con la raccolta delle castagne. Ore 9.30 - Accoglienza dei bambini nella piazzetta di Cadelsasso. Passeggiata nel bosco in direzione del "Parco dei frutti dimenticati" adiacente il mirtilleto. Osservazione delle piante (corbezzoli, giuggiolo, gelso, sorbo da frutto, azzeruolo, caco vaniglia, melograno, passiflora, vecchie viti, meli e peri), distribuzione di immagini e schede informative sulle piante. Ore 11.00 - Raccolta di castagne nel bosco e breve storia del castagno e degli usi e proprietà dei suoi frutti. Ore 12.20 - Ritorno in località Cadelsasso a) Consumo di colazione al sacco b) Consumo di pranzo da "Olesia" - agriturismo in loc. Categno Possibile proiezione di diapositive Ore 14.30 - In piccoli gruppi, costruzione di strumenti musicali con materiali del bosco. "Concerto" con gli strumenti fabbricati. Ore 15.30 - Cernita e preparazione delle castagne "braschée". Ore 16.00 - Merenda a base di castagne Ore 16.30 - 17.00 - Rientro a casa. 28 La prima gita scolastica al Parco con i bambini di Gravedona 29 Con un giretto …. al mirtilleto 30 La prima proposta di TURISMO SOCIALE UN GIRO NEL MUSCHIO Una gita solidale alla “costiera dei Cech” (Valtellina Sondrio) maggio – ottobre Programma: ore 10.00: accoglienza presso la stazione di Morbegno, trasferimento presso il Torchio di Cerido e relativa visita guidata. Dopo la visita ci sposteremo con i mezzi presso il vicino paese di Dazio dove, dopo una breve passeggiata di cinque minuti raggiungeremo la località dove pranzeremo** . Dopo il pranzo ci avvieremo per un trekking di 45 minuti circa attraversando la solitaria frazione di Regolido e che ci porterà fino al “Camarel” dove effettueremo una visita guidata della coltivazione di mirtilli giganti e del “Parco dei frutti dimenticati”. Successivamente, dopo un’altra passeggiata di ca. 15 minuti, ci sposteremo presso il solivo borgo di Cadelsasso dove offriremo tè e biscotti e alcune dimostrazioni di laboratori artistico artigianali nonché una veloce proiezione di diapositive “Le erbe selvatiche in cucina” con relativi consigli per l’uso. Al termine ci sarà la possibilità di effettuare una breve ricognizione del borgo e di curiosare tra le nostre bancarelle. Ore 17.00: trasferimento presso la stazione con i mezzi Un gruppo di visitatori In omaggio per ogni gruppo i libretti autoprodotti “L’albero del pane” e “Il parco dei frutti dimenticati”. Numero minimo persone: 15 – massimo 26 Si accettano solo prenotazioni con 15 giorni di anticipo Autunno: aggiunta dei braschée (caldarroste) **Il pranzo prevede Polenta, salsiccie, bevande e caffé (esclusi gli extra). In caso di cattivo tempo la gita verrà rinviata – pagamento al mattino. Treni da Milano: andata part. ore 8.15 – arr. ore 9.50 – ritorno: partenza ore 17.52 – arrivo ore 19.30 Attenzione: trattasi di proposta finalizzata alla sensibilizzazione rispetto alle potenzialità “dimenticate” di persone portatrici di handicap e alle numerose possibilità di un miglioramento della vita delle stesse. L’organizzazione e la realizzazione sarà infatti condotta anche da persone disabili. 31 NOTE SULLA COSTIERA DEI CECH La costiera dei Cech: zona di particolare interesse, sia naturalistico che architettonico ed etnografico, è il termine utilizzato per riferirsi al versante retico valtellinese fra Colico e Talamona, tratto piuttosto uniforme e privo di valli profonde, assai soleggiato. Nella “costiera” sono presenti diversi paesini situati principalmente nella fascia che va dai 500 agli 800 mt. di altitudine, appositamente costruiti in quota per evitare l’insano ambiente del fondovalle un tempo regno delle zanzare. Gli abitanti di questi paesini sono chiamati Cech, nome che vuol significare “vivaci” “avventurosi” (Guido, il nostro presidente, quale Cech originale, lo dimostra) e probabile memoria di antenati di stirpe Franca: il nome pare infatti che derivi da Francesc, oppure da “ciechi” (alla fede) perché furono gli ultimi a convertirsi al cristianesimo. Cerido è un piccolo abitato ben conservato che presenta ancora alcune rarità architettoniche, nascosto nei castagneti si trova a pochi chilometri da Morbegno. Qui visiteremo l’antica casa che ospita il "Museo della vinificazione" e uno dei torchi più grandi d'Europa: una costruzione in legno di castagno gigantesca con una leva lunga 15 metri. Assieme al torchio potremo osservare tutti gli attrezzi una volta utilizzati per la vinificazione. Questo torchio, risalente al XVII secolo, è uno degli ultimi rimasti a ricordare lo spirito di cooperazione che contraddistingueva le famiglie della precedenti generazioni. Molte famiglie infatti si sono unite per realizzarlo, l’utilizzo e la manutenzione veniva diviso rispettando precisi turni. Dazio raggiungibile da Morbegno (5 km) o dalla strada che parte da Mello dopo aver passato Civo e Serone. Il nome dovrebbe derivare dalla tassa che pagava al locale feudatario chi doveva transitare il bestiame in direzione Val Màsino. Il paese è caratterizzato da una piana a 600 mt. di altitudine con campi e prati, alberi da frutta, viti e fiori. Dazio è a volte detto “il paese dei romani” e gli emigrati tornano spesso al luogo di origine. La sua vocazione turistica viene evidenziata dalle nuove villette che, seppur discrete, evidenziano il contrasto con le vecchie abitazioni. Da Dazio una strada porta alla solitaria Regolido, frazione ormai quasi disabitata, dalla quale si transitava per scendere ad Ardenno. Cà del Sasso è una piccola frazione del comune di Civo situata a 747 m. di altitudine e a 8 Km. da Morbegno. Trattasi di un piccolo agglomerato urbano quasi completamente dimenticato. Viene descritta da pochissime guide, una di queste, curata dal sig. Mario Gianasso, cita testualmente: “ … dai nomi belli e risonanti che sembrano preannunciare la vicina val Màsino. Molto pittoresche sono le case fitte e rustiche che si accostano l’un l’altra in una singolare armonia di colori chiari e di intonaci tra i quali spiccano le facciate in pietra viva , resa cupa e nerastra dal tempo”. Come tutti i piccoli paesi di montagna è stato oggetto, negli ultimi anni, di un rapido spopolamento a favore della bassa valle (ormai bonificata) o addirittura della zona di Milano o di Roma. L’attuale popolazione residente, di ca. 25 abitanti, evidenzia questo calo e la tendenza a diventare la classica zona di villeggiatura estiva. Solo per quindici giorni all’anno, i proprietari delle case ripopolano completamente il paese. Nel 2000 abbiamo assistito al ritorno della cicogna dopo diciassette anni di assenza. 32 AIUTATECI A MIGLIORARE QUESTA EDIZIONE FORNENDOCI QUALSIASI INFORMAZIONE, CONOSCENZA, RICETTA, SEME CHE RIGUARDI I FRUTTI DIMENTICATI L’ASSOCIAZIONE RINGRAZIA TUTTI I VOLONTARI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA RIUSCITA DEL “PARCO DEI FRUTTI DIMENTICATI” NELLA FRAZIONE DI CADELSSASSO DEL COMUNE DI CIVO e in particolare ATTILIO LOCATELLI E IL DOTT. BOUNUS ROBERTO 33 Il Muschio Cooperativa Sociale L’Associazione di Volontariato è stata costituita il 15-2-97 ed ha i seguenti scopi: arginare il fenomeno dell’emarginazione di persone disabili e/o svantaggiate, svolgere attività finalizzate al recupero ambientale e promuovere attività culturali, agricole, artigianali, ecc.. L’Associazione è iscritta all’Albo Regionale delle Associazioni di Volontariato al foglio n. 603 progressivo 2408 sezione A (sociale) (Decreto n. 6064 del 6-1198) e all’Albo delle Associazioni di Solidarietà Familiare (Decreto 28608 del 14/11/00). La Piccola Cooperativa Sociale, con scopi similari, è stata costituita il 21-05-2002 ed è Iscritta al registro Prefettizio delle cooperative al n. 75 e al n. 34 della sezione “sociale” decreto del 3-06-2002 nonché all’Albo Regionale delle Cooperative Sociali ai sensi L/r 16/93: decreto n. 12880 dell’8/7/2002 Allo stato attuale le attività in corso sono: “Progetto CAMAREL” (settembre 1997): recupero di un fondo terrazzato di ca. 2.000 mq., ubicato nel comune di Civo, Frazione Cadelsasso, che da oltre 25 anni non viene coltivato, concesso in locazione per un periodo di 15 anni. Mirtilli in primavera Su tale appezzamento è stata realizzata una coltivazione di piante di mirtillo gigante essendo presenti le condizioni ottimali per una buona riuscita di tale coltura. L’obiettivo principale del progetto e, dell’Associazione, è quello di fornire un ambiente che possa prevedere forti contenuti socializzanti e formativi con particolare attenzione alle persone diversamente abili. A tale fine sono stati 34 effettuati degli interventi per rendere quanto migliore possibile l’accessibilità alle persone non deambulanti; Il mirtilleto “Progetto ARCOIRIS” poi “SELVA” (dicembre 1998): grazie alla collaborazione con la sezione Anffas di Sondrio e con la Fondazione Sansi Martino, che ha messo a disposizione un immobile in Morbegno, Largo Maurizio Quadrio e successivamente la nuova sede e terreni in Cosio Valtellino, in via Lombardia (donazione di Don Ugo Sansi), il progetto prevede l’offerta di servizi educativi e occupazionali rivolti in particolare a persone dis-abili e in generale a persone con difficoltà di apprendimento e/o svantaggiate e/o a rischio di emarginazione. Sono proposte: - attività per persone adulte caratterizzata da una forte connotazione lavorativa e attenzione alle dinamiche relazionali nonché allo sviluppo delle potenzialità atte a favorire il più possibile un’autonomia di vita (servizio convenzionato con i Comuni del mandamento e la locale Azienda Sanitaria); - attività più specificatamente educative attraverso la musica, il computer, il movimento, la pittura, ecc. “Progetto PRATI” (febbraio 1999): avviato nel febbraio 1999 in collaborazione con la Fondazione Fojanini per effettuare una ulteriore piantagione di piccoli frutti (more, uva spina, ribes, lamponi) e di un orto presso il fondo messo a disposizione dal “Comitato Pro Fondazione Sansi Martino” ubicato in loc. Prati del Bitto nel Comune di Cosio Valtellino; “Progetto PARCO DEI FRUTTI DIMENTICATI (febbraio 2000): bonifica di una ulteriore area di 1.500 mq. in Cadelsasso con l’impianto di frutti “dimenticati”: azzeruolo, gelso, susine di pagno, pero martin sec, giuggiolo, sorbo, corbezzolo, ecc.; “Progetto Saraceno” (attualmente in sospeso a causa di eventi franosi) 35 Il giorno della mietitura progetto sperimentale supportato dalla locale Comunità Montana e teso a fornire indicazioni rispetto alla re-introduzione della coltivazione del grano saraceno. Progetto Saraceno: il saraceno in fiore Progetto Saraceno: la frana del 26-11-02 PROGETTI IN CORSO”: “EQUAL”: a valere sul fondo sociale europeo per lo sviluppo di aree rurali depresse e per favorire l'occupazione e basato principalmente su attività sociali facendo riferimento a agricoltura e turismo etico; “TORCHIO”: ristrutturazione di un vecchio rudere vicino al fondo di Cadelsasso da utilizzare per le attività istituzionali. 36 Il “Torchio” prima e allo stato attuale. Il Progetto è stato finanziato dalla FONDAZIONE CARIPLO. Progetti nel “cassetto”: PROGETTO GIOIA DI CAVALCARE: assieme all'associazione Gruppo della Gioia di Talamona: attività di avvicinamento al cavallo o all'asino Cosio Valtellino - SO - Via Lombardia tel. e fax 0342 635238 email [email protected] sito: www.provincia.so.it/associazioni/muschio 37 In collaborazione con: "Fondazione Sansi Martino" con sede in Cosio Valtellino, Via Prati del Bitto, istituita con testamento da Sansi Don Ugo deceduto a Nazareth il 14 aprile 1997. La casetta realizzata dalla Fondazione Sansi Martino sui Prati donati da Don Ugo Sansi 38 Associazione Amici del Bambino ONLUS Via Martello n. 8 23017 MORBEGNO (SO) Casella Postale n. 84 Tel. 0342 614373 Fax 0342 600322 L’Associazione ha per oggetto lo studio, la promozione e la realizzazione di tutte le iniziative atte alla TUTELA del BAMBINO che necessiti sia di ricovero ospedaliero che di intervento in ambito familiare e istituzionale. 39 SIAMO una Associazione senza scopo di lucro che opera nel campo della formazione con orientamento alla PSICOSINTESI e alla psicologia transpersonale e che promuove un nuovo rapporto con la TERRA ricercando le radici della propria identità anche attraverso la tradizione intesa come saggezza del tempo CREDIAMO nella capacità di ognuno di ridisegnare il proprio progetto di vita attraverso l'ascolto di sé e l'incontro con l'altro DESIDERIAMO promuovere una nuova visione dell'educazione, delle relazioni umane, dell'incontro con la Terra La PSICOSINTESI è stata pensata e diffusa da Assagioli all'inizio del secolo ed è innanzitutto un metodo e una prassi che si rivolge all'uomo nella ricerca della sua realizzazione; quindi non si identifica con un unico ambito applicativo ma trova vari campi di applicazione: 1) AUTOFORMATIVO, rivolto alla crescita personale di ognuno; 2) EDUCATIVO, ovvero l'area dell'educazione in senso lato sia per l'età evolutiva che per l'educazione adulta permanente; 3) TERAPEUTICO, rivolto a situazioni di sofferenza e di patologia in senso ampio; 4) INTERPERSONALE, che riguarda il rapporto duale, di cui una specifica forma è la psicosintesi di coppia; 5) SOCIALE, come applicazione a vari tipi di gruppo e di contesto. La psicosintesi autoformativa viene vista come un modello di trasformazione della coscienza umana, in cui gli aspetti viscerali e mentali si integrano col cuore. Psicosintesi come "arte di vivere", come sforzo di comprendere il senso della vita per giungere ad esprimerne le qualità migliori. GEA pone l'attenzione sulla RELAZIONE poiché l'individuo, che ne sia consapevole o no, vive in costante relazione con gli altri uomini/donne, con gli animali, con le cose, con la Terra, con la dimensione spirituale ed individua come strumento l'EDUCAZIONE A CHI CI RIVOLGIAMO Agli adulti, ai genitori, agli insegnanti, agli operatori sociali poiché nel percorso che mira a chiarire quali siano i valori sui quali fondare la nuova cultura e la nuova società, "il primo passo è riservato agli adulti. Gli uomini e le donne interessati alla nuova educazione e a un nuovo modo di vivere questo pianeta, dovranno prima di ogni altra cosa preparare in coscienza questo evento. Sarà quindi necessario costruire un tessuto di coscienze adulte e coerenti, che farà da alveo di accoglienza della generazione futura." (J. Krishnamurti) Ai neonati, ai bambini e agli adolescenti poiché il crescere necessita "di un clima di affetto e valorizzazione in cui si può provare ad affermare se stessi ed elaborare attivamente strategie creative di superamento delle frustrazioni che si incontrano." (Silvia Bonino) Agli asili nido, alle scuole per l’infanzia, alle scuole elementari per proporre percorsi di autostima, consapevolezza delle attività o cose che danno piacere, consapevolezza delle proprie attitudini, valorizzazione delle proprie risorse, senso di responsabilità ed autonomia e perché sappiano riconoscere che ogni minimo danno fatto alla Terra si riversa su loro stessi. Alle scuole medie di primo e secondo grado per consolidare gli aspetti sopra esposti della personalità, aiutare a comprendere ed affrontare problemi sociali e valoriali. GEA intende proporre le proprie attività con l’ausilio della forza educativa della parola, della musica, del colore, del movimento, della Terra puntando sullo sviluppo della creatività che sappia, come dice Augusto Boal per il suo teatro, non solo riflettere sul passato ma preparare il futuro, interpretare la realtà e trasformarla. 40 G.A.S.P. è una associazione sportiva promossa da Anffas (Associazione Nazionale Famiglie Disabili Intellettivi e Relazionali) e sviluppa le proprie attività in collaborazione con la Piccola Cooperativa Il Muschio. Costituita nel 1996 per lo svolgimento di attività sportive in genere presenta la particolarità di coinvolgere persone disabili, favorendo la loro integrazione e lo sviluppo fisico e sociale attraverso la stimolazione delle capacità motorie e l’integrazione sia nel contesto sportivo sia nella comunità. Allo stato attuale G.A.S.P., composta da oltre 40 associati, pratica lo sport della pallavolo con allenamenti settimanali presso la palestra Prati Grassi di Morbegno partecipando, con due squadre, ai vari tornei locali. 41 C.E.P.S. Centro Emiliano Problemi Sociali per la Trisomia 21 Via Colombarola n. 46 - 40128 BOLOGNA Tel. 051 322041 Fax 051 325468 Codice Fiscale92006010372 -Personalit Giuridica Decreto 660 del 27/10/86Regione Emilia Romagna - Conto Corrente Postale 21244405 (E' gradito l'aiuto) Questo personaggio è "Colla": il simpatico protagonista di un libretto a fumetti che racconta in modo semplice la"storia" della Sindrome di Down. 42 ANFFAS ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE DI PERSONE DISABILI INTELLETIVI E RELAZIONALI - SEZIONE DI SONDRIO - P.LE VALGOI 12 – SONDRIO - 0342 510977 FONDAZIONE P.FOJANINI DI STUDI SUPERIORI - SONDRIO – 0342 614587 ASSOCIAZIONE KAPPA - SONDRIO – 0342 514977 AGENZIA PER LA PACE - Sondrio – Morbegno – Chiavenna GRUPPO DELLA GIOIA - Talamona LAVOPS. Centro di Servizi Sondrio Lecco Volontariato - SONDRIO - 0342 – 20.00.58 LABOS COOPERATIVA LABORATORIO SOCIALE A R.L. MORBEGNO – 0342 610861 – [email protected] LA CENTRALINA - CERMELEDO – 0342 61.04.67 COOPERATIVA INSIEME - MORBEGNO – 0342 61.45.87 AZIENDA SANITARIA LOCALE (Servizio Sociale Mandamento di Morbegno tel. 0342 61.14.02) 43 FONDAZIONE CARIPLO Via Monte di Pietà, 8 - 20121 MILANO - Tel. 026239.1 Fax 026239.238 FONDAZIONE CREDITO VALTELLINESE Piazza Quadrivio, 8 23100 SONDRIO - Tel. 0342 522111 Fax 0342 522739 COMUNITA' MONTANA VALTELLINA DI MORBEGNO Piazza E.Bossi, 2 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 613124 - Fax 0342 614260 BIM Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano dell'Adda e del Mera Via Romegialli, 27 – 23100 SONDRIO COMUNI DELLA BASSA VALLE DITTA STEFANO PEDEMONTI Via Damiani, 29 - 23017 MORBEGNO Tel e fax 0342 610110 BRACELLI TRASPORTI SNC Via XXV Aprile, 18 - 23013 COSIO V. Tel e fax 0342 635329 – [email protected] 44 ART & GRAPHICA desktop publishing [email protected] – 0342 513329 STUDIO IMMOBILIARE di Emanuela Faicchia Via Carlo Cotta, 26 - 23017 MORBEGNO - Tel 0342 614989 R.G.M. DI GUSMEROLI EZIO Snc Ferramenta e macchinari Via Damiani, 30 - 23017 MORBEGNO Tel e fax 0342 610838 – 610352 PROGETTO LEGNO SRL Strutture in legno massiccio e lamellare Via Nazionale, 12 - 23012 CASTIONE AND. - Tel e fax 0342 567156 LATTERIA SOCIALE VALTELLINA S.S.Stelvio, 139 - DELEBIO - Tel. 0342 685368 - Fax 0342 684263 - WANAPA AMERICAN BAR e CROTTO DI DAZIO Via Ninguarda, 3 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 610446 CICLI MINO Via San Marco, 37 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 611169 ROVAGNATI MARIO & C. SNC - Macelleria Salumeria Prodotti Tipici P.zza S.Giovanni, 17 - 23017 MORBEGNO Tel. 0342 610321 - Fax 0342 600658 IL GELATIERE di Damanti Mauro & C. Via Rivolta – 23017 MORBEGNO – Tel. 0342 – 611592 GELATERIA LA GROTTA Specialità Semifreddi Via Vanoni, 83 – 23017 MORBEGNO – Tel. 0342 615010 AZIENDA AGRICOLA DELLA MADDALENA – latte e formaggi di capra Via Stelvio - Montagna in Valtellina GALBUSERA DOLCIARIA Cosio Valtellino FRATELLI CIAPPONI Bitto, Enoteca, Specialità Valtellinesi MORBEGNO – www.ciapponi.com 45 Il Muschio Cooperativa Sociale VANTAGGI FISCALI Ogni offerta a favore dell’Associazione, qualora non ecceda i 4 milioni di Lire o il 2% del reddito di impresa, e comunque, per gli imprenditori, per un massimo del 2% del reddito, sono detraibili dalle tasse nella misura del 19% - L’eventuale donazione può essere vincolata ad una delle seguenti iniziative: iniziative a favore di una migliore integrazione scolastica di persone svantaggiate iniziative a favore dell’integrazione di persone disabili iniziative di tutela e recupero ambientale CITIAMO INOLTRE: - Le derrate alimentari e i prodotti farmaceutici, alla cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività dell'impresa, che, in alternativa alla usuale eliminazione dal circuito commerciale, vengono ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano destinati a finalità estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 53, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. - I beni alla cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività d'impresa diversi da quelli di cui al comma 2, qualora siano ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano destinati a finalità estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 53, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 . La cessione gratuita di tali beni, per importo corrispondente al costo specifico complessivamente non superiore a 2 milioni di lire, sostenuto per la produzione o l'acquisto, si considera erogazione liberale ai fini del limite di cui all'articolo 65, comma 2, lettera c-sexies), del predetto testo unico. COME RAGGIUNGERCI: Progetto “Camarel”, Parco dei frutti dimenticati, Torchio La sede a Cosio Valtellino – Via Lombardia (Fondazione Sansi Martino) Il Muschio Cooperativa Sociale ____________________________________________________ IL MUSCHIO ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) COOPERATIVA SOCIALE Cosio Valtellino - SO - Via Lombardia, 14 tel.e fax 0342 635238 ____________________________________________________________________________________ email: [email protected] VISITATE IL NOSTRO SITO: www.provincia.so.it/associazioni/Muschio ____________________________________________________________________________________