Il Muschio
Cooperativa Sociale
FRUTTI
DIMENTICATI
E
FRUTTI PICCOLI
Buona parte dei terreni che vedete coperti da arbusti,
rovi, roverelle giovani, castagni ed erbe erano, in un
tempo non lontano, coltivati e ricoperti da viti, da alberi
da frutto, da segale, patate e altri vegetali che offrivano
alimenti di sussistenza a chi abitava la montagna.
Quando abbiamo deciso di “recuperare” il terreno del
“Camarel” per procedere all’impianto di mirtilli
arricchito in seguito di ribes e uva spina, abbiamo
avuto ottimi risultati e provato la gioia di veder rivivere
la montagna. Da qui, è nato il desiderio di procedere
con le attività di recupero e di condividere con altri la
riscoperta di una dimensione di vita a volte dimenticata
o presente solo nella memoria dei nostri nonni e nei
racconti. Non essendo “esperti” in agricoltura, abbiamo
consultato “coloro che se ne intendono” e, tra i
suggerimenti che ci sono stati offerti per valorizzare i
terreni a nostra disposizione, abbiamo raccolto con
entusiasmo quello di provare l’impianto dei “frutti
dimenticati”. Si tratta di esemplari che erano un tempo
presenti, accanto alle baite o alle case dei contadini e
che nel corso dell'anno, offrivano frutti per nutrire sia le
persone che gli animali arricchendo la loro dieta
alimentare.
Si tratta di piante che non richiedono l’uso di
antiparassitari (ai tempi non esistevano!) e che
possono dare frutti difficilmente reperibili sul mercato e
più o meno noti, alcuni coltivati in precedenza nella
nostra zona (es. il gelso che oltre alle more offriva le
foglie per i bachi da seta, i meli, le susine, il sorbo, l’uva
moscata..) e altri, tipici di altre regioni (Es. passiflora,
corbezzolo, azzeruolo, giuggiolo, melograno). Sono
piante che fioriscono e fruttificano in rotazione
formando un piccolo "caleidoscopio delle stagioni" la
cui visione e conoscenza siamo lieti di poter
condividere con altri con la speranza di poter
trasmettere l’interesse, la curiosità e la passione che ci
hanno animato.
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Il piccolo parco, con le sue diverse piante in crescita,
rappresenta anche un po’ la “storia” del nostro gruppo
nato e cresciuto all’insegna della diversità, grande forza
della natura…per tutte le specie. Nelle pagine che
seguono, potrete trovare una descrizione dettagliata
degli esemplari arborei presenti nel parco che,
nonostante l’impianto affrettato e non proprio
specialistico, si sono adattati benissimo al nuovo
habitat. Speriamo di poter condividere con voi in futuro
la loro crescita e….. i loro frutti!
MELOGRANO
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Le melograne sono state raffigurate nelle tombe egizie del 2500
a.C. e rinvenute nelle tombe del Faraone Ramses IV. Nella
Bibbia sono portate dagli Ebrei come simbolo di fecondità, per
i loro numerosi e succosi chicchi, e come simbolo di ricchezza.
I Greci conoscevano e coltivavano il melograno, i Fenici lo
consideravano una pianta sacra. Era certamente coltivato a
Cartagine ai tempi della sua distruzione; da qui pare sia stato
introdotto a Roma dove i Romani lo consideravano simbolo
dell'amicizia e della democrazia. Si tratta di un arbusto molto
ramificato che può raggiungere i 5-6 metri di altezza; la sua
corteccia è grigia, con fessure longitudinali; le sue foglie sono
caduche, lucenti, generalmente opposte o disposte in fascetti; i
fiori sono rosso vivace con 5-8 petali.
Il frutto è una grossa bacca detta balausta, rosso-aranciato
quando è maturo, con la buccia coriacea e diviso in logge che
contengono chicchi simili a quelli del granoturco ma di colore
rosso perlaceo.
Del melograno vengono utilizzate tutte le parti della pianta: i
frutti, gustosi e dissetanti, le foglie, i fiori e la buccia dei frutti
servono a preparare infusi e decotti oppure tisane, la corteccia
della radice per debellare i vermi che possono insediarsi nel
nostro corpo. Il melograno cresce nel clima temperato e
mediterraneo.
CORBEZZOLO
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E' un arbusto o alberello sempreverde che può raggiungere
l'altezza di 5 metri, con una ruvida corteccia scura.
Le foglie sono di colore verde scuro, più chiare nella pagina
inferiore, lunghe 4-5 cm., ellittiche, lucide, col margine
seghettato. I fiori sono piccoli e a gruppetti, di un colore che va
dal bianco al roseo.
I frutti sono simili alle fragole, sferici, grandi fino a 2 cm., con
una superficie verrucosa e ruvida. I frutti sono commestibili ma
hanno un sapore molto particolare che non a tutti è gradito. In
Corsica vengono utilizzati per preparare un particolare tipo di
grappa detta “vino di corbezzolo”, si preparano marmellate in
Toscana è diffuso il miele di corbezzolo. Le altre parti della
pianta hanno proprietà medicinali.
CORNIOLO
Il corniolo, originario dell’Europa sud-orientale e dell’Asia
occidentale, ha pregi ornamentali per la fioritura precoce e il
colore dei frutti; ne esistono alcune varietà selezionate, con
foglie di diverse tonalità.
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Allo stato naturale, si trova nelle radure e ai margini dei boschi
di latifoglie sia in pianura sia in media montagna. E’ uno degli
arbusti che fiorisce fin da Febbraio. Vive bene in quasi tutti i
terreni, purché non siano aridi, ma preferisce i terreni calcarei.
Gli antichi Persiani,
i
Greci e i Romani
usavano il duro
legno del corniolo
per farne aste di
giavellotti, lance e
frecce
e
attribuivano ai frutti
proprietà
medicamentose.
Il corniolo può diventare un alberello alto fino a 7,5 metri; la
sua corteccia è squamosa e di colore bruno scuro; le foglie
sono opposte e acuminate; i piccoli fiori giallastri simili a
ombrelle compaiono precocemente in primavera, prima delle
foglie; a essi seguono i frutti ellittici di colore rosso scarlatto,
le corniole che, anche mature, conservano un sapore acidulo.
La corniola è uno dei frutti dimenticati col progressivo
allontanarsi della gente dalla campagna. Un tempo era assai
nota per la preparazione di marmellate dal particolare gusto
acidulo. Ne esisteva anche un certo commercio, a vantaggio
delle popolazioni povere delle colline. Un altro uso molto
antico di questo frutto è quello delle “olive di corniole”: si
raccoglievano i frutti quando iniziavano a maturare e si
conservavano in salamoia, come le olive. Dal loro seme si
ottiene un olio usato in saponeria. Le parti della pianta hanno
proprietà medicinali.
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PASSIFLORA
La Passiflora è un rampicante originario dell'America tropicale.
Viene coltivata in Sud America a scopo alimentare per i suoi
frutti dal gradevole sapore dolce acidulo, che vengono
consumati freschi oppure utilizzati per preparare succhi,
frullati, marmellate, gelatine o sciroppi.
La Passiflora Caerulea è un rampicante vigoroso e rustico,
apprezzato anche nei giardini per la bellezza dei fiori di colore
bianco-indaco con un centro viola e verde.
In fitoterapia si usa tutta la pianta per preparare tinture o
estratti fluidi per combattere l’ansia e l’insonnia.
GIUGGIOLO
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Frutto oblungo, carnoso, bruno rossiccio con polpa bianco
verde e nocciolo duro.
I1l sapore è acidulo-dolciastro alla maturazione e decisamente
dolce nelle giuggiole appassite, considerate una vera golosità.
Le giuggiole, secondo la tradizione, vanno raccolte il 29
settembre, San Michele. Oltre ad essere consumate
direttamente (fresche o appassite) sono utilizzate in pasticceria
per confezionare canditi, sciroppi e bevande liquorose.
AZZERUOLO
Appartiene alla famiglia delle Rosacee. E’ un alberello che può
raggiungere i 4 metri di altezza, con un portamento espanso.
La sua corteccia è grigiastra, opaca, rugosa e solcata in
verticale; le sue foglie sono decidue, di colore verde scuro
sopra e più chiare di sotto; i fiori sono bianchi e disposti in
corimbi eretti; i frutti sono “pomelli” rosso scuro, con polpa
interna biancastra. Come habitat, predilige i pendii collinari in
buona esposizione con substrato argilloso o calcareo. E’
diffuso nell’Europa meridionale, in Asia Minore e nel
Nordafrica.
Domesticato e diffuso come pianta da frutto, l’azzeruolo non ha
mai avuto il successo del melo, del pero o del ciliegio, tuttavia
produce piccoli pomi molto gustosi che ricordano il sapore
delle nespole. In Italia si incontra qua e là in Liguria, Piemonte,
Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia.
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GELSO BIANCO O MORUS ALBA
Il gelso bianco può raggiungere un’altezza di 15 metri; ha un
portamento espanso, tondeggiante e una corteccia bruna,
solcata longitudinalmente.
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Le sue foglie sono decidue, ovato-acuminate, lunghe 16-18 cm.,
di colore verde chiaro e un po’ più lucide sulla pagina
superiore. I suoi fiori sono unisessuali; quelli maschili sono
disposti in spighe e quelli femminili in glomeruli. I suoi frutti
sono more eduli chiamate anche “moroni” per distinguerli da
quelli del rovo.
Fino a una cinquantina di anni fa il gelso bianco ha conosciuto
una grande diffusione nel nostro continente per l’allevamento
del baco da seta che veniva nutrito con le sue foglie poi, con
l’affermarsi delle fibre sintetiche, l’allevamento del baco da
seta è andato scomparendo e con esso, la coltivazione del
gelso.
I suoi frutti hanno un elevato contenuto di zuccheri e possono
essere consumati freschi oppure usati per preparare ottime
marmellate; inoltre da essi si ricava uno sciroppo ricco di
zuccheri, acido malico e acido citrico, che viene usato per le
sue proprietà astringenti contro le infiammazioni della faringe.
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SORBO O SORBUS DOMESTICA
Il sorbo domestico è una specie indigena dell’Europa
meridionale; in Italia cresce spontaneo nei boschi e ai margini
dei campi e viene coltivato per il frutto. Nell’antichità, il frutto
del sorbo domestico era usato per farne una bevanda alcolica;
veniva fatto fermentare insieme al grano e se ne ricavava una
bevanda simile al sidro che viene ancora oggi prodotta
nell’Europa centrale.
Il frutto può avere forma di piccola mela o di piccola pera; è
commestibile allo stato fresco soltanto quando è molto maturo
o quando le gelate l’hanno addolcito. In campagna, si ottiene la
maturazione cogliendo i frutti acerbi e astringenti e stendendoli
poi sulla paglia, come si fa con le nespole.
Le sorbe avevano anche un uso medicinale per combattere le
coliche. Il sorbo domestico ha una crescita piuttosto lenta e
non ha particolari esigenze di terreno, ma predilige i suoli
calcarei.
Il legno presenta venature, è compatto e, se ben stagionato,
può essere lucidato molto bene; è utilizzato in falegnameria.
DIOSPIRO O KAKI
Il nome deriva da una parola composta greca che significa
«divino frumento» in relazione alla squisitezza dei suoi frutti, i
cachi. Essi hanno un elevato valore alimentare dovuto all'alta
percentuale di glucidi (zuccheri), una discreta percentuale di
proteine e una elevata presenza di Vitamina A e C. Nell'insieme,
i cachi forniscono abbondanti energie in quantità inferiore solo
alle banane e ai mandarini; da qui il detto popolare secondo cui
mangiare un caco è come mangiare un uovo. Sia i frutti che le
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foglie hanno anche proprietà medicinali ed erano usati dai
nostri nonni come calmanti o regolatori intestinali.
Il Kaki è un albero sempreverde alto fino a 20 m., con una fitta
chioma rotonda. Le sue foglie sono di colore grigio scuro nella
pagina inferiore e verde scuro lucido nella pagina superiore. I
fiori hanno piccole corolle a quattro petali di colore bianco
gialliccio.
I frutti sono simili ai pomodori, di gusto gradevole. La raccolta
ha luogo a Ottobre-Novembre dopo che le foglie sono cadute e,
generalmente, dopo le prime brinate. I frutti possono essere
raccolti ancora duri e fatti maturare piano piano nella paglia o
in un luogo caldo. Questa pianta proviene dalla Cina o dal
Giappone ma viene spesso piantata nella zona mediterranea.
La specie presente nel nostro parco si chiama caco-vaniglia o
caco-mela: questa specie si differenzia perché commestibile
fin dalla raccolta (non deve essere ammezzito), per la polpa
color cioccolato e per via dei semi.
CASTAGNO O CASTANEA SATIVA
Il castagno è un bell’albero dalla chioma ampia e tondeggiante.
Un tempo costituiva la base dell’economia di molte regioni
collinose e montane, sia per i suoi frutti, molto nutrienti, sia per
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il suo legname usato anche per le travature dei tetti. Oggi la
coltivazione del castagno è molto regredita a causa di una
grave epidemia di mal dell’inchiostro e dei profondi mutamenti
economici e sociali intervenuti nell’organizzazione delle regioni
montane. La corteccia e le foglie hanno proprietà
medicamentose e sono usate per preparare infusi e decotti.
La specie presente nel nostro parco è denominata “marrone
chiuso di pejo”.
Pur se può sembrare strano considerare il castagno un “frutto
dimenticato” in quanto ancora presente nella nostra cultura, la
presenza di questa pianta nel nostro parco vuole ulteriormente
sottolineare come i nostri castagneti, allora fondamentali per la
sussistenza della nostra gente (non a caso veniva chiamato
“l’albero del pane”, sono ormai stati completamente
abbandonati a se stessi, senza cura e senza un minimo di
pulizia che possa garantire la sussistenza di queste eccezionali
piante.
NOCE Juglans Regia
La tradizione vuole che sotto il noce si celebrasse il gran
sabbah delle streghe e il concetto di magia è legato a questo
albero da antichissime credenze, forse, a causa di alcune sue
caratteristiche osservabili e note. Il noce, ad esempio, è un
albero che non viene colpito dal fulmine, e questa sua
immunità gli ha creato attorno un'aureola di magia. Il perché di
questa esclusione è forse dovuto alla presenza di un alone
prodotto dalle sostanze aromatiche contenute nelle foglie
fresche, che formerebbe una zona di scarsa conducibilità
elettrica.
Inoltre, un detto popolare raccomanda di non mettersi a
dormire all'ombra del noce, se non si vuole prendere il mal di
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testa: anche questo potrebbe essere collegato alla presenza di
oli volatili nell'area occupata dalle fronde del noce.
Il seme, la noce, viene raccolto in autunno quando cade dopo
essersi liberato dal mallo che lo protegge e lo mantiene
attaccato ai rami.
Il frutto è squisito consumato fresco e secco, è molto nutriente
e utilizzato per preparare molti dolci tra cui la «cupeta». L'olio
di noce viene utilizzato anche per preparare lozioni abbronzanti
e cosmetiche. Il mallo, quando è ancora verde, viene usato per
preparare il nocino (un liquore), oppure per tinture dei capelli o
di altri materiali.
Come per il castagno, anche se questa pianta non costituiva un
supporto fondamentale per la sussistenza della nostra gente,
abbiamo ritenuto opportuno ospitare la specie per ricordare la
sua presenza nella nostra tradizione contadina.
MELO RUS JAMBUN
La pianta madre è stata reperita nel comune di Inverso Pinasca
(TO). E’ un albero con vigoria medio-elevata con un epoca di
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fioritura tardiva (2° - 3° settimana di maggio), il raccolto invece
è precoce (3° decade di agosto).
Le caratteristiche dei frutti sono: pezzatura molto grossa,
aspetto attraente, forma conica breve, asimmetrica, buccia
lisca, rugginosità a livello della cavità peduncolare. Il colore di
fondo è giallo-verde.
La polpa ha un colore bianco, tessitura fine, tipo croccante e
sapore dolce acidulo. Il frutto è poco suscettibile alla
ticchiolatura.
ACTINIDIA ARGUTA
L’actinidia (Actinidia Chinensis Planch) è una specie originaria
della Cina, in particolare della valle dello Yang-Tze, dove è
conosciuta con il nome di Mihoutao o Yang Tao. Nelle province
percorse da questo fiume, le popolazioni locali raccolgono i
frutti delle piante spontanee da tempi immemorabili, per
consumarli poi durante tutto l’inverno tali e quali, come
confettura o come succo fermentato. Le testimonianze cinesi
sull’uso dell’Actinidia come pianta da frutto e da giardino
risalgono alla dinastia Min (1200 a.C.) e sono contenute nel
libro di antichi poemi e cantate Shi Juig. Dello stesso periodo
sono le citazioni nei testi del famoso erborista Li Shi-Zhen. Nel
primo dizionario di termini cinesi lo Er Ya (300-200 a.C.) il frutto
è indicato come una medicina contro la febbre, mentre si
ricorda nel contesto l’uso dell’acqua, in cui venivano fatti
bollire pezzi di tralcio, come colla per rendere particolarmente
resistente la carta da scrivere.
In Europa fu introdotta nel 1847 dall’esploratore Robert
Fortune, reduce da una spedizione scientifica condotta in Cina
pe4r conto della Royal Societyof Horticulture di Londra ma di
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questa prima importazione restarono solamente degli
specimen. La specie fu reintrodotta in Inghilterra ad opera del
botanico E. H. Wilson, che spedì dalla Cina, dove si trovava per
una missione esplorativa, alcuni semi ai vivai Weitch & Son, i
quali presentarono al pubblico nel 1903 le prime piante. Non è
noto quando la specie sia arrivata in Italia; le prime citazioni
risalgono al 1934 anno in cui l’Actinidia figura nel catalogo del
Giardino Allegra di Catania. Sempre agli inizi del secolo, la
pianta fu introdotta quasi contemporaneamente in altri due
continenti: l’America Settentrionale e l’Australia.
In Italia le prime coltivazioni sorsero verso la fine degli anni ’60
in Lombardia, sul Lago Maggiore, in Puglia e in Emilia
Romagna, seguite tra il ’72 e il ’74 da nuovi impianti nel Veneto,
in Trentino, in Friuli Venezia Giulia, nel Lazio, nella zona
dell’Agro Pontino, in Sicilia nel Catanese e infine in Piemonte
nel Cuneese.
Nel 1985 con una superficie che, secondo le stime del
Ministero dell’Agricoltura superava i 5000 ettari, l’Italia ha
assunto il ruolo di secondo produttore mondiale dopo la Nuova
Zelanda.
PERO MARTIN SECCO
(SIN. MARTINSEC, MARTINO, ROUSSELET D’HIVER)
Pero di origine molto antica il cui luogo di provenienza è
incerto. Pur essendo nota la varietà nei secoli precedenti, viene
citata in varia letteratura per tutto l’Ottocento in cui comincia
l’interesse mercantile. In Italia è coltivata nella coltura
promiscua insieme a varietà similari.
Il frutto è piccolo o medio turbinato con superficie lievemente e
variamente irregolare. Peduncolo lungo, sottile, diritto o
sensibilmente arcuato, inserito all’apice spesso. Calice aperto
o semiaperto con sepali visibilmente carnosi situati in una
cavità poco profonda. Buccia abbronzata, sottile, sfumata di
rosso con numerose lenticelle.
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La caratteristica polpa giallastra semifine si presenta
croccante, granulosa, zuccherina con accentuato profumo o
lieve retrogusto aromatico. Il torsolo è medio-lungo. Il Martin
secco è da cuocere, di qualità molto buona.
Matura da Dicembre a Febbraio ed è da conservarsi in fruttaio
o in frigorifero. Resiste perfettamente e a lungo impaccato o
avvolto in velina in imballaggi chiusi a temperatura ambiente
nei mesi invernali.
Altre varietà interessanti già presenti nel parco:
La rosa canina
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Parti utilizzate: Fiori e frutti.
Raccolta: i fiori si raccolgono in primavera quando sono
ancora in boccio. I frutti si raccolgono a fine autunno quando
sono ben maturi. Conservazione: L'essiccazione dei boccioli
deve avvenire all'ombra. per il frutto l'essiccazione è
problematica ed è consigliabile utilizzare una fonte di calore
artificiale. i fiori devono essere conservati in recipienti
ermetici, i frutti essiccati anche in recipienti di legno o
porcellana. Proprietà attribuite: Fiore: sedative, e lassative
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leggere. Frutti: antidiarroiche, diuretiche, antiscorbutiche. in
virtù dell'alto contenuto in vitamina C. Impieghi: Dei boccioli
conservati si usano solo i petali in infusi. I frutti secchi
possono essere impiegati, previa liberazione dai peli e dai
semi, per decotti. Dal giardino alla cucina: La marmellata
ottenuta con i frutti secchi raccolti a maturazione completa
(dopo la prima gelata) è ottima, anche se un po’ laboriosa da
preparare.
Prugnolo - Prunus Spinosa - Famiglia Rosacee
Questo grande arbusto, che occasionalmente assume
dimensioni di alberello, è spontaneo in Italia, e cresce ai
margini delle zone boschive, nelle siepi e ai bordi dei campi.
Forma macchie spinose così impenetrabili da fornire
protezione alle altre piante che crescono sotto, tenendo lontani
uomini e animali. Anche gli uccelli trovano protezione per i loro
nidi tra i suoi rami spinosi.
Il frutto, blu nero, noto come prugnola o susina di macchia,
viene usato per marmellate e liquori, e per insaporire il gin. Si
ritiene che il prugnolo possa essere uno degli antenati dei
diversi susini coltivati. Il legno ha alburno giallo chiaro e
durame marrone. E’ duro e resistente e può essere lucidato.
Siccome non è mai disponibile in assortimenti di varie
dimensioni, viene usato per attrezzi agricoli, intarsi e bastoni
da passeggio. I frutti, ridotti a fuoco lento alla pasta, erano
usati comunemente come antidiarroico. Le foglie, essiccate su
una piastra, e leggermente torrefatta può servire come infuso,
al posto del tè. Il prugnolo uno dei primi arbusti a fiorire; può
avere pregi ornamentali nei giardini naturalistici.
Le Foto:
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Prima
il primo anno
20
Durante
Autunno 2000
21
Prima
Autunno 2000
22
Sabrina con il gelso
Liliana in un momento di pausa
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Saverio con il Corniolo
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Rosy e il giuggiolo
Davide con il melograno
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Massimo con il corbezzolo
Il momento dell’impianto del “pesante” azzeruolo
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I percorsi didattici:
NELLA NATURA LA DIVERSITA' E' RICCHEZZA
PREMESSA
L'associazione e la cooperative sono sorte e operano allo scopo di promuovere e agevolare
l'integrazione di persone, anche disabili e svantaggiate, e di concorrere al miglioramento
della qualità della vita con interventi ed esperienze a contatto con la natura e con l'ambiente.
Le iniziative e gli interventi condotti a partire dal 1997 nella zona della Bassa Valle e sulla
"Costiera dei Cech" nelle Prealpi Retiche, si sono esplicati in vari ambiti con particolare
impegno nel settore agricolo procedendo all'impianto e alla coltivazione di piante di
particolare pregio e interesse che producono "piccoli frutti" (mirtilli, ribes, uva spina, more)
o "frutti dimenticati". Il duplice scopo che ci si é prefissati é stato quello di conoscere e
valorizzare la diversità sia delle persone che delle specie, e quello di tutelare e perseguire un
rapporto armonico con l'ambiente naturale.
OBIETTIVO
L'obiettivo unificante della proposta sarebbe quello di offrire un'esperienza di impatto
emotivo e conoscitivo da cui emerga il valore inestimabile della diversità nel tutelare e
garantire il rispetto e l'armonia tra natura e uomo e tra uomo e uomo. Verranno offerti
spunti, informazioni e documentazioni che permettano ai docenti e ai bambini di approfondire
ed ampliare gli argomenti e le problematiche presenti auspicando l'ampliamento di quanto
emerso e il mantenimento di contatti successivi all'incontro. I programmi che qui vengono
proposti hanno quindi un obiettivo educativo ambientale ed etico-sociale; la visita verrà
guidata sia da "esperti" che potranno offrire ragguagli e informazioni specifiche sulle piante
in oggetto e sulle specie animali e vegetali che concorrono alla biodiversità nei contesti, sia
dai "diversi" protagonisti/attori del processo di intervento agricolo che potranno offrire
testimonianze dirette sulle fasi e sui processi che hanno portato ai risultati attuali.
Verrà offerta ai bambini la possibilità di operare un confronto tra l'ambiente naturale di
partenza e il suo presentarsi in seguito alle modifiche e agli interventi attraverso
l'osservazione e la scoperta, e la piacevole esperienza di vivere a contatto con persone che,
integrandosi e collaborando, proprio grazie alla "diversità", hanno concorso alla creazione di
un bene comune.
PROGRAMMA PRIMAVERILE
"Piccoli frutti e aria di primavera"
9.30 - 10.30 - Accoglienza dei bambini e degli insegnanti presso la coltivazione di piccoli
frutti ai "Prati del Bitto" in Comune di Cosio Valtellino; relazione sulle caratteristiche e gli
impieghi e le proprietà dei frutti e racconto delle fasi che hanno portato all'impianto da
parte dei protagonisti e partecipanti.
10.30 - 11.00 - Trasferimento in pullman in località Cadelsasso (700 metri s.l.m.) sulla costiera
dei Cech, per la visita del mirtilleto al "Camarel".
11.00 - 12.20 - Breve passeggiata (10') fino alla coltivazione che si estende su circa 2000 mq.
di un terreno a terrazzamenti. Visita al mirtilleto con descrizione delle piante coltivate, della
flora e della fauna presenti e con relazione delle attività svolte per operare il recupero
ambientale. I bambini avranno modo di operare un confronto, attraverso osservazione e
induzione, tra il "prima" e il "dopo" l'intervento.
12.20 - 12.30 - Ritorno a piedi verso il nucleo abitativo di Cadelsasso.
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12.30 -14.00 - PRANZO
Opzioni: - Consumo di colazione al sacco all'aperto o in luogo coperto in Cadelsasso.
- Consumo di pranzo con piatti tipici presso un'azienda agrituristica di Categno
raggiungibile in 20' con un percorso parte in pullman e parte a piedi .
14.00 - 15.30 - Costruzione di aquiloni in piccoli gruppi o altre attività creative.
15.30 - 17.00 - "Varo" o "lancio" degli aquiloni in Cadelsasso o in località S.Bernardo
raggiungibile con 20' di pullman, in prossimità del nucleo abitativo di Civo. La scelta della
località é determinata dalla presenza costante di brezza proveniente dal lago di Como.
17.00 - Ritorno
PROGRAMMA AUTUNNALE (Ottobre)
"Musica e sapori del bosco"
Questa visita avrà luogo solo sulla Costiera dei Cech, in località Cadelsasso o nelle sue
vicinanze, in concomitanza con la raccolta delle castagne.
Ore 9.30 - Accoglienza dei bambini nella piazzetta di Cadelsasso. Passeggiata nel bosco in
direzione del "Parco dei frutti dimenticati" adiacente il mirtilleto.
Osservazione delle piante (corbezzoli, giuggiolo, gelso, sorbo da frutto, azzeruolo, caco
vaniglia, melograno, passiflora, vecchie viti, meli e peri), distribuzione di immagini e schede
informative sulle piante.
Ore 11.00 - Raccolta di castagne nel bosco e breve storia del castagno e degli usi e proprietà
dei suoi frutti.
Ore 12.20 - Ritorno in località Cadelsasso
a) Consumo di colazione al sacco
b) Consumo di pranzo da "Olesia" - agriturismo in loc. Categno
Possibile proiezione di diapositive
Ore 14.30 - In piccoli gruppi, costruzione di strumenti musicali con materiali del bosco.
"Concerto" con gli strumenti fabbricati.
Ore 15.30 - Cernita e preparazione delle castagne "braschée".
Ore 16.00 - Merenda a base di castagne
Ore 16.30 - 17.00 - Rientro a casa.
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La prima gita scolastica al Parco
con i bambini di Gravedona
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Con un giretto ….
al mirtilleto
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La prima proposta di
TURISMO SOCIALE
UN GIRO NEL MUSCHIO
Una gita solidale alla “costiera dei Cech”
(Valtellina Sondrio)
maggio – ottobre
Programma:
ore 10.00: accoglienza presso la stazione di Morbegno, trasferimento presso il Torchio di Cerido e
relativa visita guidata.
Dopo la visita ci sposteremo con i mezzi presso il vicino paese di Dazio dove, dopo una breve passeggiata
di cinque minuti raggiungeremo la località dove pranzeremo** .
Dopo il pranzo ci avvieremo per un trekking di 45 minuti circa attraversando la solitaria frazione di
Regolido e che ci porterà fino al “Camarel” dove effettueremo una visita guidata della coltivazione di
mirtilli giganti e del “Parco dei frutti dimenticati”.
Successivamente, dopo un’altra passeggiata di ca. 15 minuti, ci sposteremo presso il solivo borgo di
Cadelsasso dove offriremo tè e biscotti e alcune dimostrazioni di laboratori artistico artigianali nonché
una veloce proiezione di diapositive “Le erbe selvatiche in cucina” con relativi consigli per l’uso.
Al termine ci sarà la possibilità di effettuare una breve ricognizione del borgo e di curiosare tra le nostre
bancarelle.
Ore 17.00: trasferimento presso la stazione con i mezzi
Un gruppo di visitatori
In omaggio per ogni gruppo i libretti autoprodotti “L’albero del pane” e “Il parco dei frutti dimenticati”.
Numero minimo persone: 15 – massimo 26
Si accettano solo prenotazioni con 15 giorni di anticipo
Autunno: aggiunta dei braschée (caldarroste)
**Il pranzo prevede Polenta, salsiccie, bevande e caffé (esclusi gli extra).
In caso di cattivo tempo la gita verrà rinviata – pagamento al mattino.
Treni da Milano: andata part. ore 8.15 – arr. ore 9.50 – ritorno: partenza ore 17.52 – arrivo ore 19.30
Attenzione: trattasi di proposta finalizzata alla sensibilizzazione rispetto alle potenzialità “dimenticate” di
persone portatrici di handicap e alle numerose possibilità di un miglioramento della vita delle stesse.
L’organizzazione e la realizzazione sarà infatti condotta anche da persone disabili.
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NOTE SULLA COSTIERA DEI CECH
La costiera dei Cech: zona di particolare interesse, sia naturalistico che architettonico ed etnografico, è il
termine utilizzato per riferirsi al versante retico valtellinese fra Colico e Talamona, tratto piuttosto
uniforme e privo di valli profonde, assai soleggiato.
Nella “costiera” sono presenti diversi paesini situati principalmente nella fascia che va dai 500 agli 800
mt. di altitudine, appositamente costruiti in quota per evitare l’insano ambiente del fondovalle un tempo
regno delle zanzare. Gli abitanti di questi paesini sono chiamati Cech, nome che vuol significare “vivaci”
“avventurosi” (Guido, il nostro presidente, quale Cech originale, lo dimostra) e probabile memoria di
antenati di stirpe Franca: il nome pare infatti che derivi da Francesc, oppure da “ciechi” (alla fede) perché
furono gli ultimi a convertirsi al cristianesimo.
Cerido è un piccolo abitato ben conservato che presenta ancora alcune rarità architettoniche, nascosto nei
castagneti si trova a pochi chilometri da Morbegno.
Qui visiteremo l’antica casa che ospita il "Museo della vinificazione" e uno dei torchi più grandi
d'Europa: una costruzione in legno di castagno gigantesca con una leva lunga 15 metri. Assieme al torchio
potremo osservare tutti gli attrezzi una volta utilizzati per la vinificazione.
Questo torchio, risalente al XVII secolo, è uno degli ultimi rimasti a ricordare lo spirito di cooperazione
che contraddistingueva le famiglie della precedenti generazioni. Molte famiglie infatti si sono unite per
realizzarlo, l’utilizzo e la manutenzione veniva diviso rispettando precisi turni.
Dazio raggiungibile da Morbegno (5 km) o dalla strada che parte da Mello dopo aver passato Civo e
Serone. Il nome dovrebbe derivare dalla tassa che pagava al locale feudatario chi doveva transitare il
bestiame in direzione Val Màsino.
Il paese è caratterizzato da una piana a 600 mt. di altitudine con campi e prati, alberi da frutta, viti e fiori.
Dazio è a volte detto “il paese dei romani” e gli emigrati tornano spesso al luogo di origine. La sua
vocazione turistica viene evidenziata dalle nuove villette che, seppur discrete, evidenziano il contrasto con
le vecchie abitazioni. Da Dazio una strada porta alla solitaria Regolido, frazione ormai quasi disabitata,
dalla quale si transitava per scendere ad Ardenno.
Cà del Sasso è una piccola frazione del comune di Civo situata a 747 m. di altitudine e a 8 Km. da
Morbegno. Trattasi di un piccolo agglomerato urbano quasi completamente dimenticato. Viene descritta
da pochissime guide, una di queste, curata dal sig. Mario Gianasso, cita testualmente: “ … dai nomi belli e
risonanti che sembrano preannunciare la vicina val Màsino. Molto pittoresche sono le case fitte e rustiche
che si accostano l’un l’altra in una singolare armonia di colori chiari e di intonaci tra i quali spiccano le
facciate in pietra viva , resa cupa e nerastra dal tempo”.
Come tutti i piccoli paesi di montagna è stato oggetto, negli ultimi anni, di un rapido spopolamento a
favore della bassa valle (ormai bonificata) o addirittura della zona di Milano o di Roma. L’attuale
popolazione residente, di ca. 25 abitanti, evidenzia questo calo e la tendenza a diventare la classica zona
di villeggiatura estiva. Solo per quindici giorni all’anno, i proprietari delle case ripopolano completamente
il paese.
Nel 2000 abbiamo assistito al ritorno della cicogna dopo diciassette anni di assenza.
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AIUTATECI A MIGLIORARE
QUESTA EDIZIONE
FORNENDOCI QUALSIASI INFORMAZIONE,
CONOSCENZA, RICETTA, SEME CHE RIGUARDI
I FRUTTI DIMENTICATI
L’ASSOCIAZIONE RINGRAZIA TUTTI I
VOLONTARI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA
RIUSCITA DEL
“PARCO DEI FRUTTI DIMENTICATI”
NELLA FRAZIONE DI CADELSSASSO DEL
COMUNE DI CIVO
e in particolare
ATTILIO LOCATELLI E
IL DOTT. BOUNUS ROBERTO
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Il Muschio
Cooperativa Sociale
L’Associazione di Volontariato è stata costituita il 15-2-97 ed ha i seguenti
scopi: arginare il fenomeno dell’emarginazione di persone disabili e/o
svantaggiate, svolgere attività finalizzate al recupero ambientale e promuovere
attività culturali, agricole, artigianali, ecc..
L’Associazione è iscritta all’Albo Regionale delle Associazioni di Volontariato al
foglio n. 603 progressivo 2408 sezione A (sociale) (Decreto n. 6064 del 6-1198) e all’Albo delle Associazioni di Solidarietà Familiare (Decreto 28608 del
14/11/00).
La Piccola Cooperativa Sociale, con scopi similari, è stata costituita il 21-05-2002
ed è Iscritta al registro Prefettizio delle cooperative al n. 75 e al n. 34 della
sezione “sociale” decreto del 3-06-2002 nonché all’Albo Regionale delle
Cooperative Sociali ai sensi L/r 16/93: decreto n. 12880 dell’8/7/2002
Allo stato attuale le attività in corso sono:
“Progetto CAMAREL” (settembre 1997): recupero di un fondo terrazzato di ca.
2.000 mq., ubicato nel comune di Civo, Frazione Cadelsasso, che da oltre 25 anni
non viene coltivato, concesso in locazione per un periodo di 15 anni.
Mirtilli in primavera
Su tale appezzamento è stata realizzata una coltivazione di piante di mirtillo gigante
essendo presenti le condizioni ottimali per una buona riuscita di tale coltura.
L’obiettivo principale del progetto e, dell’Associazione, è quello di fornire un
ambiente che possa prevedere forti contenuti socializzanti e formativi con
particolare attenzione alle persone diversamente abili. A tale fine sono stati
34
effettuati degli interventi per rendere quanto migliore possibile l’accessibilità alle
persone non deambulanti;
Il mirtilleto
“Progetto ARCOIRIS” poi “SELVA” (dicembre 1998): grazie alla collaborazione con
la sezione Anffas di Sondrio e con la Fondazione Sansi Martino, che ha messo a
disposizione un immobile in Morbegno, Largo Maurizio Quadrio e successivamente
la nuova sede e terreni in Cosio Valtellino, in via Lombardia (donazione di Don Ugo
Sansi), il progetto prevede l’offerta di servizi educativi e occupazionali rivolti in
particolare a persone dis-abili e in generale a persone con difficoltà di
apprendimento e/o svantaggiate e/o a rischio di emarginazione.
Sono proposte:
- attività per persone adulte caratterizzata da una forte connotazione lavorativa e
attenzione alle dinamiche relazionali nonché allo sviluppo delle potenzialità atte
a favorire il più possibile un’autonomia di vita (servizio convenzionato con i
Comuni del mandamento e la locale Azienda Sanitaria);
- attività più specificatamente educative attraverso la musica, il computer, il
movimento, la pittura, ecc.
“Progetto PRATI” (febbraio 1999): avviato nel febbraio 1999 in collaborazione con
la Fondazione Fojanini per effettuare una ulteriore piantagione di piccoli frutti
(more, uva spina, ribes, lamponi) e di un orto presso il fondo messo a disposizione
dal “Comitato Pro Fondazione Sansi Martino” ubicato in loc. Prati del Bitto nel
Comune di Cosio Valtellino;
“Progetto PARCO DEI FRUTTI DIMENTICATI (febbraio 2000): bonifica di una
ulteriore area di 1.500 mq. in Cadelsasso con l’impianto di frutti “dimenticati”:
azzeruolo, gelso, susine di pagno, pero martin sec, giuggiolo, sorbo, corbezzolo,
ecc.;
“Progetto Saraceno” (attualmente in sospeso a causa di eventi franosi)
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Il giorno della mietitura
progetto sperimentale supportato dalla locale Comunità Montana e teso a fornire
indicazioni rispetto alla re-introduzione della coltivazione del grano saraceno.
Progetto Saraceno: il saraceno in fiore
Progetto Saraceno: la frana del 26-11-02
PROGETTI IN CORSO”:
“EQUAL”: a valere sul fondo sociale europeo per lo sviluppo di aree rurali depresse
e per favorire l'occupazione e basato principalmente su attività sociali facendo
riferimento a agricoltura e turismo etico;
“TORCHIO”: ristrutturazione di un vecchio rudere vicino al fondo di Cadelsasso da
utilizzare per le attività istituzionali.
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Il “Torchio” prima e allo stato attuale. Il Progetto è stato finanziato dalla FONDAZIONE
CARIPLO.
Progetti nel “cassetto”:
PROGETTO GIOIA DI CAVALCARE: assieme all'associazione Gruppo della
Gioia di Talamona: attività di avvicinamento al cavallo o all'asino
Cosio Valtellino - SO - Via Lombardia
tel. e fax 0342 635238
email [email protected]
sito: www.provincia.so.it/associazioni/muschio
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In collaborazione con:
"Fondazione Sansi Martino"
con sede in Cosio Valtellino, Via Prati del
Bitto,
istituita con testamento da
Sansi Don Ugo
deceduto a Nazareth il 14 aprile 1997.
La casetta realizzata dalla Fondazione Sansi Martino sui Prati donati da Don Ugo Sansi
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Associazione
Amici del Bambino
ONLUS
Via Martello n. 8
23017 MORBEGNO (SO)
Casella Postale n. 84
Tel. 0342 614373
Fax 0342 600322
L’Associazione
ha
per
oggetto
lo
studio,
la
promozione
e
la
realizzazione di tutte le
iniziative atte alla TUTELA
del BAMBINO che necessiti
sia di ricovero ospedaliero
che di intervento in ambito
familiare e istituzionale.
39
SIAMO una Associazione senza scopo di lucro che opera nel campo della formazione con orientamento alla PSICOSINTESI e alla
psicologia transpersonale e che promuove un nuovo rapporto con la TERRA ricercando le radici della propria identità anche attraverso
la tradizione intesa come saggezza del tempo
CREDIAMO nella capacità di ognuno di ridisegnare il proprio progetto di vita attraverso l'ascolto di sé e l'incontro con l'altro
DESIDERIAMO promuovere una nuova visione dell'educazione, delle relazioni umane, dell'incontro con la Terra
La PSICOSINTESI è stata pensata e diffusa da Assagioli all'inizio del secolo ed è innanzitutto un metodo e una prassi che si rivolge
all'uomo nella ricerca della sua realizzazione; quindi non si identifica con un unico ambito applicativo ma trova vari campi di
applicazione: 1) AUTOFORMATIVO, rivolto alla crescita personale di ognuno; 2) EDUCATIVO, ovvero l'area dell'educazione in senso
lato sia per l'età evolutiva che per l'educazione adulta permanente; 3) TERAPEUTICO, rivolto a situazioni di sofferenza e di patologia in
senso ampio; 4) INTERPERSONALE, che riguarda il rapporto duale, di cui una specifica forma è la psicosintesi di coppia; 5)
SOCIALE, come applicazione a vari tipi di gruppo e di contesto.
La psicosintesi autoformativa viene vista come un modello di trasformazione della coscienza umana, in cui gli aspetti viscerali e
mentali si integrano col cuore. Psicosintesi come "arte di vivere", come sforzo di comprendere il senso della vita per giungere ad
esprimerne le qualità migliori.
GEA pone l'attenzione sulla RELAZIONE poiché l'individuo, che ne sia consapevole o no, vive in costante relazione con gli
altri uomini/donne, con gli animali, con le cose, con la Terra, con la dimensione spirituale ed individua come strumento l'EDUCAZIONE
A CHI CI RIVOLGIAMO
Agli adulti, ai genitori, agli insegnanti, agli operatori sociali poiché nel percorso che mira a chiarire quali siano i valori sui quali
fondare la nuova cultura e la nuova società, "il primo passo è riservato agli adulti. Gli uomini e le donne interessati alla nuova
educazione e a un nuovo modo di vivere questo pianeta, dovranno prima di ogni altra cosa preparare in coscienza questo
evento. Sarà quindi necessario costruire un tessuto di coscienze adulte e coerenti, che farà da alveo di accoglienza della generazione futura." (J. Krishnamurti)
Ai neonati, ai bambini e agli adolescenti poiché il crescere necessita "di un clima di affetto e valorizzazione in cui si può provare ad affermare se stessi ed elaborare attivamente strategie creative di superamento delle frustrazioni che si incontrano."
(Silvia Bonino)
Agli asili nido, alle scuole per l’infanzia, alle scuole elementari per proporre percorsi di autostima, consapevolezza delle attività o cose che danno piacere, consapevolezza delle proprie attitudini, valorizzazione delle proprie risorse, senso di responsabilità ed autonomia e perché sappiano riconoscere che ogni minimo danno fatto alla Terra si riversa su loro stessi. Alle scuole medie di primo e secondo grado per consolidare gli aspetti sopra esposti della personalità, aiutare a comprendere ed affrontare problemi sociali e valoriali.
GEA intende proporre le proprie attività con l’ausilio della forza educativa della parola, della musica, del colore, del movimento,
della Terra puntando sullo sviluppo della creatività che sappia, come dice Augusto Boal per il suo teatro, non solo riflettere sul passato
ma preparare il futuro, interpretare la realtà e trasformarla.
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G.A.S.P. è una associazione sportiva promossa da Anffas
(Associazione Nazionale Famiglie Disabili Intellettivi e
Relazionali) e sviluppa le proprie attività in collaborazione
con la Piccola Cooperativa Il Muschio.
Costituita nel 1996 per lo svolgimento di attività sportive in
genere presenta la particolarità di coinvolgere persone disabili, favorendo la loro integrazione e lo sviluppo fisico e
sociale attraverso la stimolazione delle capacità motorie e
l’integrazione sia nel contesto sportivo sia nella comunità.
Allo stato attuale G.A.S.P., composta da oltre 40 associati,
pratica lo sport della pallavolo con allenamenti settimanali
presso la palestra Prati Grassi di Morbegno partecipando,
con due squadre, ai vari tornei locali.
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C.E.P.S.
Centro Emiliano
Problemi Sociali per la Trisomia 21
Via Colombarola n. 46 - 40128 BOLOGNA
Tel. 051 322041 Fax 051 325468
Codice Fiscale92006010372 -Personalit Giuridica Decreto 660 del 27/10/86Regione Emilia
Romagna -
Conto Corrente Postale 21244405
(E' gradito l'aiuto)
Questo personaggio è "Colla": il simpatico protagonista di un libretto a
fumetti che racconta in modo semplice la"storia" della Sindrome di
Down.
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ANFFAS ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE DI PERSONE DISABILI
INTELLETIVI E RELAZIONALI - SEZIONE DI SONDRIO - P.LE VALGOI 12 –
SONDRIO - 0342 510977
FONDAZIONE P.FOJANINI DI STUDI SUPERIORI - SONDRIO – 0342 614587
ASSOCIAZIONE KAPPA - SONDRIO – 0342 514977
AGENZIA PER LA PACE - Sondrio – Morbegno – Chiavenna
GRUPPO DELLA GIOIA - Talamona
LAVOPS. Centro di Servizi Sondrio Lecco Volontariato - SONDRIO - 0342 –
20.00.58
LABOS COOPERATIVA LABORATORIO SOCIALE A R.L. MORBEGNO –
0342 610861 – [email protected]
LA CENTRALINA - CERMELEDO – 0342 61.04.67
COOPERATIVA INSIEME - MORBEGNO – 0342 61.45.87
AZIENDA SANITARIA LOCALE
(Servizio Sociale Mandamento di Morbegno tel. 0342 61.14.02)
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FONDAZIONE CARIPLO
Via Monte di Pietà, 8 - 20121 MILANO - Tel. 026239.1 Fax 026239.238
FONDAZIONE CREDITO VALTELLINESE
Piazza Quadrivio, 8
23100 SONDRIO - Tel. 0342 522111 Fax 0342 522739
COMUNITA' MONTANA VALTELLINA DI
MORBEGNO
Piazza E.Bossi, 2 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 613124 - Fax 0342 614260
BIM Consorzio dei Comuni
del Bacino Imbrifero Montano dell'Adda e del Mera
Via Romegialli, 27 – 23100 SONDRIO
COMUNI DELLA BASSA VALLE
DITTA STEFANO PEDEMONTI
Via Damiani, 29 - 23017 MORBEGNO Tel e fax 0342 610110
BRACELLI TRASPORTI SNC
Via XXV Aprile, 18 - 23013 COSIO V.
Tel e fax 0342 635329 – [email protected]
44
ART & GRAPHICA
desktop publishing
[email protected] – 0342 513329
STUDIO IMMOBILIARE di Emanuela Faicchia
Via Carlo Cotta, 26 - 23017 MORBEGNO - Tel 0342 614989
R.G.M. DI GUSMEROLI EZIO Snc Ferramenta e macchinari
Via Damiani, 30 - 23017 MORBEGNO Tel e fax 0342 610838 – 610352
PROGETTO LEGNO SRL Strutture in legno massiccio e lamellare
Via Nazionale, 12 - 23012 CASTIONE AND. - Tel e fax 0342 567156
LATTERIA SOCIALE VALTELLINA
S.S.Stelvio, 139 - DELEBIO - Tel. 0342 685368 - Fax 0342 684263
-
WANAPA AMERICAN BAR e CROTTO DI DAZIO
Via Ninguarda, 3 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 610446
CICLI MINO
Via San Marco, 37 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 611169
ROVAGNATI MARIO & C. SNC - Macelleria Salumeria Prodotti Tipici
P.zza S.Giovanni, 17 - 23017 MORBEGNO Tel. 0342 610321 - Fax 0342 600658
IL GELATIERE di Damanti Mauro & C.
Via Rivolta – 23017 MORBEGNO – Tel. 0342 – 611592
GELATERIA LA GROTTA Specialità Semifreddi
Via Vanoni, 83 – 23017 MORBEGNO – Tel. 0342 615010
AZIENDA AGRICOLA DELLA MADDALENA – latte e formaggi di capra
Via Stelvio - Montagna in Valtellina
GALBUSERA DOLCIARIA
Cosio Valtellino
FRATELLI CIAPPONI Bitto, Enoteca, Specialità Valtellinesi
MORBEGNO – www.ciapponi.com
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Il Muschio
Cooperativa Sociale
VANTAGGI FISCALI
Ogni offerta a favore dell’Associazione, qualora non ecceda i 4 milioni di Lire o
il 2% del reddito di impresa, e comunque, per gli imprenditori, per un massimo
del 2% del reddito, sono detraibili dalle tasse nella misura del 19%
-
L’eventuale donazione può essere vincolata ad una delle seguenti iniziative:
iniziative a favore di una migliore integrazione scolastica di persone
svantaggiate
iniziative a favore dell’integrazione di persone disabili
iniziative di tutela e recupero ambientale
CITIAMO INOLTRE:
- Le derrate alimentari e i prodotti farmaceutici, alla cui produzione o al cui scambio è
diretta l'attività dell'impresa, che, in alternativa alla usuale eliminazione dal circuito
commerciale, vengono ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano destinati
a finalità estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 53, comma 2, del testo
unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
- I beni alla cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività d'impresa diversi da quelli
di cui al comma 2, qualora siano ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano
destinati a finalità estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 53, comma 2,
del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 . La cessione gratuita di tali beni, per importo
corrispondente al costo specifico complessivamente non superiore a 2 milioni di lire,
sostenuto per la produzione o l'acquisto, si considera erogazione liberale ai fini del
limite di cui all'articolo 65, comma 2, lettera c-sexies), del predetto testo unico.
COME RAGGIUNGERCI:
Progetto “Camarel”, Parco dei frutti dimenticati, Torchio
La sede a Cosio Valtellino – Via Lombardia (Fondazione Sansi Martino)
Il Muschio
Cooperativa Sociale
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IL MUSCHIO ONLUS
(organizzazione non lucrativa di utilità sociale)
COOPERATIVA SOCIALE
Cosio Valtellino - SO - Via Lombardia, 14
tel.e fax 0342 635238
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email: [email protected]
VISITATE IL NOSTRO SITO: www.provincia.so.it/associazioni/Muschio
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