Evonimo (Evonymus europaeus)
Chiamato anche Berretta del prete, Fusaria comune, Fusaggine, è un arbusto cespuglioso deciduo, raramente a forma di
alberello, alto tra 1 e 5 metri.
L’etimologia del nome del genere deriva dal greco “ev/eu” =
buono, bene e “ònoma”= nome, quindi “buon nome”, in questo caso ha un significato beneaugurante e scaramantico,
una sorta di captatio benevolentiae, considerando la velenosità dei frutti; l’epiteto specifico indica il continente in cui è
spontaneo. I singolari nomi volgari attibuiti a questa specie,
Fusaria e Berretto del prete, si riferiscono il primo, all’antico
uso del legno dei fusti, con il quale si realizzavano i fusi per
filare la lana; il secondo alla forma e al colore dei frutti simili
al “tricorno”: il berretto a spicchi con pompon centrale, tipico
dei sacerdoti di campagna di un tempo.
Morfologia: fusto brunastro con rami opposti, i giovani
quadrangolari di colore verde opaco punteggiati di chiaro,
presentano sottili rilievi longitudinali. Il legno è di colore giallo con odore di mela. Gemme apicali dei rami principali.
Foglie: le foglie sono picciolate, alterne ellittiche o lanceolate con apice acuto e margine finemente dentato; la pagina
superiore verde scuro, quella inferiore più chiara.
Fiori: i fiori sono in cime ascellari multifiori 2÷9 elementi,
sono ermafroditi, raramente anche unisessuali, tetrameri, si
sviluppano contemporaneamente alle foglie; hanno breve peduncolo, calice gamosepalo verde, persistente, sepali verdi,
petali di forma allungata-lineare, di colore bianco-giallastro o
bianco-verdastro, lunghi circa il doppio del calice. Gli stami
sono più corti della corolla.
Frutti: sono capsule pendule, carnose, con 4 lobi marcati,
prima verdi, poi in autunno di colore rosso o rosa, lucide,
del diametro di 10-15 mm, i lobi aprendosi evidenziano uno
pseudoarillo di colore arancione che riveste i semi, che sono
tossici.
“Cadute le foglie i suoi ramoscelli sottili restano coperti da tantissime infruttescenze rosee, contenenti una parte carnosa di
un intenso color arancione di cui si cibano i silvani in genere”.
(Carlo Cavina, Bacche, Semi, Erbe selvatiche per gli uccelli,
Faenza, Gruppo editoriale Faenza Editrice, 1993)
Usi: Erba amara, astringente, diuretica, che stimola il flusso della bile. L’evonimina che è un glucoside cardioattivo ad
azione digitalica, è nota anche per la sua capacità di favorire
il movimento di tipo peristaltico intestinale, provocando la
secrezione biliare. Per uso interno, nei disturbi del fegato e
della cistifellea. Per uso esterno contro geloni, ascessi, acne
e ferite, i frutti ridotti in polvere, o il loro decotto, sono utili
contro i parassiti cutanei: pidocchi, e acari della scabbia; la
polvere va impiegata frizionando a secco la testa.
È una pianta velenosa: i semi, le foglie e la corteccia contengono una sostanza che provoca convulsioni e diarrea, l’ingestione dei frutti può risultare mortale.
Curiosità: la compatteza, l’elasticità e la durezza del legno
ne hanno permesso l’ultilizzo anche nella fabbricazione degli
archi fino al Medioevo.
Per la sua duttilità, questo legno, era impiegato nella fabbricazione di stuzzicadenti, per lavori di intarsio e per fare
archetti per viole.
I giovani rami, carbonizzati, erano utilizzati dai pittori come
carboncino, mentre il carbone ricavato da questa pianta era
impiegato nella fabbricazione di polvere da sparo.
L’ olio estratto dalla pianta può essere impiegato per la produzione di saponi.
I fiori sono impollinati soprattutto da mosche; la disseminazione avviene ad opera di merli, pettirossi, tordi e altri uccelli,
che sono attratti dai frutti vistosi.
Distribuzione in Italia: in Italia è presente in tutte le
regioni, tra lo strato arbustivo dei boschi di latifoglie o nelle
siepi, dalla zona basale fino a quella montana; generalmente
fra 0 e 800 m s.l.m., ma in Sicilia fra 400÷1.300 m s.l.m.
Habitat: si trova nei boschi di latifoglie di collina in tutta Europa.
Bibliografia parziale:
PIGNATTI S., 1982.
Flora d’Italia.Edagricole, Bologna
ARIETTI N., 1974. La flora economica e
popolare del territorio bresciano,
Geroldi. Brescia
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A.,
BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated
checklist of the Italian vascular flora,
Palombi Editore
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D.M.,
THEURILLAT J.P., 2004. Flora alpina,
Zanichelli editore, Bologna
PRIHODA A., 1993. Le piante officinali
della salute. Melita, La Spezia
CHESSI E., Erbe e piante medicinali. Libri Net
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