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RICERCA/DIFESA FRAGOLA
Sono in corso presso il Centro SafeCrop sia in Italia (S. Michele) che in Israele
PROVE DI EFFICACIA
DI AGENTI DI CONTROLLO
DELL’OIDIO DELLA FRAGOLA
Introduzione
Il sistema di coltivazione fuori
suolo della fragola, oltre ai notevoli benefici qualitativi sulla
produzione, permette di ridurre drasticamente l’incidenza di
alcune malattie, come ad esempio la muffa grigia sui frutti
(Botrytis cinerea) o i marciumi
all’apparato radicale o al colletto (Phytophthora spp.). L’oidio
invece si manifesta con elevata virulenza, in quanto sotto la
copertura viene a mancare
l’azione inibente della pioggia
sulla germinazione dei conidi
del fungo. Inoltre le varietà che
si prestano molto bene alla coltura programmata sotto tunnel,
come ad esempio la varietà
Elsanta, possiedono purtroppo
un’elevata sensibilità all’oidio.
L’oidio è una malattia presente
in tutte le zone di coltivazione
della fragola. L’agente causale,
Sphaerotheca macularis (Wallr. ex Fr.) Jacz. f. sp. fragariae
Peries, è un parassita che necessita della presenza di tessuto
vivo dell’ospite vegetale per
I nuovi sistemi
di coltivazione
della fragola
fuori suolo,
rispetto alla tecnica
tradizionale,
apportano notevoli
benefici dal punto
di vista qualitativo
e della difesa
fitosanitaria,
ma purtroppo
favoriscono
gli attacchi di oidio
Ilaria Pertot*
Rosaly Zasso*
Yigal Elad**
Liat Amsalem**
*SafeCrop Centre, Istituto agrario di S.
Michele all’Adige
**SafeCrop Centre, Volcani Center, Israele
garantirsi la sopravvivenza. Il
micelio è bianco e i conidi vengono prodotti in catenelle (fig.
1). Lo svernamento del fungo
avviene come micelio nei tessuti fogliari infetti delle gemme
quiescenti. In particolare nella
fragola programmata, l’inoculo
iniziale è costituito o dal micelio
di S. macularis presente sulle
foglie o sui germogli delle piante frigoconservate al momento
del trapianto in tunnel, o dai
conidi trasportati dal vento, provenienti da infezioni presenti su
appezzamenti adiacenti. é sufficiente una piccola quantità di
inoculo per dare avvio alle prime infezioni. A partire da esse
TERRA TRENTINA
I nuovi sistemi di coltivazione
della fragola fuori suolo, rispetto alla tecnica tradizionale, apportano notevoli benefici dal
punto di vista qualitativo e della difesa fitosanitaria, ma purtroppo favoriscono gli attacchi
di oidio. Affianco a prodotti tradizioni sono in sperimentazione nuove alternative non
chimiche per combattere quest’importante malattia.
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TERRA TRENTINA
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il fungo produce rapidamente
un elevato numero di conidi
che vengono facilmente diffusi, dal vento e dalle correnti
d’aria, sulle piante sane nell’intero tunnel. In presenza di umidità relativa elevata, i conidi di
S. macularis sono in grado di
germinare e dare infezione entro un intervallo molto ampio di
temperatura, tra i 15 ed i 27° C.
In condizioni ambientali
ottimali si ha lo sviluppo di nuovi conidi all’incirca dopo sei
giorni dall’inoculazione. Queste
caratteristiche epidemiologiche
fanno sì che, in assenza di un
adeguato controllo, la malattia
possa incrementare molto velocemente sulle piante di fragola
sotto tunnel.
Nonostante il fungo possa colpire le foglie e tutte le parti verdi della pianta, la maggior par-
te delle perdite dipendono dalle infezioni ai fiori o ai frutti, le
quali determinano sia una diminuzione di produzione, sia
della qualità. Infatti, se il frutto
viene infettato durante i primi
stadi dello sviluppo non matura rimanendo duro e può sviluppare delle macchie chiare
sulla superficie o deformazioni,
che lo rendono non adatto alla
commercializzazione. Conseguentemente ad infezioni più
tardive, le aree colpite sui frutti maturi presentano semi più
piccoli, che tendono a sollevarsi rispetto all’epidermide invece di rimanere infossati (fig. 2).
Viste le caratteristiche della
malattia è necessario impostare una difesa preventiva
all’oidio, ponendo particolare
attenzione alle prime fasi di
sviluppo delle piante. La prevenzione delle infezioni nelle
fasi iniziali permette una più
agevole difesa durante la fase
più delicata di fioritura ed accrescimento del frutto.
I sintomi sulle foglie sono i primi a comparire e sono molto
facili da riconoscere. Inizialmente sulla pagina inferiore o
superiore si formano delle
chiazze biancastre, dall’aspetto polverulento (fig. 3), che in
seguito tendono ad allargarsi
ed ad interessare gran parte
della superficie. Solo in seguito i margini del lembo fogliare
si ripiegano verso l’alto (fig. 4)
e sulla pagina inferiore spesso
si formano delle aree di colore
nocciola chiaro tendente al
porpora. In seguito a forti attacchi le foglie rimangono più
piccole e malformate.
Negli ultimi anni, in collaborazione con l’APA Sant’Orsola di
Pergine, sono state condotte numerose prove sperimentali in
campo per confrontare l’efficacia dei diversi prodotti antioidici
registrati per l’impiego su fragola e per mettere a punto delle
strategie applicative per il controllo della malattia.
I risultati ottenuti fino ad ora hanno evidenziato che è necessario
intervenire nei confronti
dell’oidio con particolare attenzione nelle fasi iniziali dell’impianto. Tutti i principi attivi ap-
partenenti alla classe degli
inibitori della sintesi degli steroli
(IBS), come ad esempio il
penconazolo o il miclobutanil,
hanno garantito efficacia analoga nei confronti dell’oidio della
fragola, come pure le strobilurine, (azoxystribin) o il fenarimol.
Lo zolfo si dimostra sempre efficace, anche se con le alte temperature può indurre fenomeni di
fitotossicità o inibizione della vigoria delle piante. Nonostante i
buoni risultati ottenuti nella
sperimentazione con un programma d’intervento basato sull’utilizzo di singoli principi attivi
è necessario ricordare che i
patogeni tendono a selezionare
ceppi con ridotta sensibilità a principi attivi come le strobilurine o
gli IBS. Pertanto è necessario non
superare il numero di due-tre interventi per stagione, con prodotti
che contengano principi attivi con
analogo meccanismo d’azione,
alternandoli con trattamenti a
base di zolfo. Gli agenti di
biocontrollo (per ora solo
Ampelomyces quisqualis è autorizzato all’uso su fragola) se utilizzati da soli non riescono, in
condizioni di forte pressione della malattia come si hanno sotto
tunnel, a consentire un soddisfacente controllo.
Attualmente per la difesa dall’oidio è quindi necessario uti-
Principio attivo
Ampelomyces quisqualis
Ampelomyces quisqualis
Ampelomyces quisqualis
+ Ultrafine oil
T. harzianum T39
T. harzianum T39
Bacillus subtilis
CT
F77
Neem oil
Sulphur
Sulphur
Reynoutria sachalinensis
Azoxystrobin
Penconazole
Fenarimol
Miclobutanil
Bicarbonato di sodio
Bicarbonato di sodio
+ Ultrafine oil
Bicarbonato di potassio microincapsulato
Bicarbonato di potassio
Bicarbonato di potassio
+ Ultrafine oil
Bicarbonato di potassio
+ Ultrafine oil
Ultrafine oil
Fosfato di potassio monob.
Carbonato di calcio
Miscela estratti vegetali
Concime fogliare
acylbenzolar-s methyl
Harpin
Electrolyzed water
Non trattato
Prodotto commerciale
AQ10
AQ10
AQ10
UFO
Trichodex
Trichodex
Serenade
Sperimentale (fungo)
Speriementale (batterio)
Neemrot
Heliosoufre
Thiovit
Milsana
Ortiva
Topas
Rubigan
Thiocur
Bicarbonato
Bicarbonato
UFO
Kaligreen
K bicarbonate
K bicarbonate
UFO
K bicarbonate
UFO
UFO
K phosphate monobasic
Ca carbonate
Agribioprop
Trim
Bion
Messenger
Oxilyzer
acqua
Ditta
Intrachem-bio Italia
Intrachem-bio Italia
Intrachem-bio Italia
Intrachem-bio Italia
Makhteshim
Makhteshim
Intrachem-bio Italia
SafeCrop
SafeCrop
Agron (Israel)
Intrachem-bio Italia
Syngenta
Agrinova
Syngenta
Syngenta
Dow Agrosciences
Dow Agrosciences
Solvay
Solvay
Intrachem-bio Italia
Toagosei
Sigma
Sigma
Intrachem-bio Italia
Sigma
Intrachem-bio Italia
Intrachem-bio Italia
Sigma
Sigma
Trichoderma
BMS International
Syngenta
Eden Bioscience
CBC Europe
tipo
Dose
BCA 0,08 g/l
BCA 0,04 g/l
BCA 0,08 g/l
CHE 1,00 ml/l
BCA 0,20 g/l
BCA 4,00 g/l
BCA 4.00 g/l
BCA
no dil.
BCA
no dil.
NSB 10,00 ml/l
CHE 1,50 g/l
CHE 3,00 g/l
NSB 10,00 ml/l
CHE 0,06 ml/l
CHE 0,40 ml/l
CHE 0,30 ml/l
CHE 0,40 ml/l
SAL
4,00 g/l
SAL
4,00 g/l
CHE 1,00 ml/l
SAL
0,01 g/l
SAL
4,00 g/l
SAL
4,00 g/l
CHE 1,00 ml/l
SAL
2,00 g/l
CHE 1,00 ml/l
CHE 1,00 ml/l
SAL
2,00 g/l
SAL
4,00 g/l
NSB
6,00 ml/l
NSB
2,00 ml/l
CHE 1,00 g/l
NSB
0,04 g/l
NSB
no dil.
NNN
TERRA TRENTINA
Tabella 1 – Principi attivi impiegati, nome commerciale, ditta produttrice, tipo di agente di controllo (BCA=agente di
biocontrollo, CHE=principio attivo chimico, SAL=sale, NSB=estratto vegetale, NNN=acqua)
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lizzare nel corso della stagione
diversi principi attivi alternandoli tra loro. La possibilità di
inserire nel programma di difesa nuovi principi attivi naturali o agenti di controllo biologico permetterebbe un’ulteriore riduzione dell’input totale di
prodotti chimici.
Al fine di ridurre l’utilizzo di
fungicidi chimici il Centro
SafeCrop, sia presso l’Istituto
Agrario di S. Michele all’Adige, sia
presso il Volcani Center in Israele, sta vagliando nuovi principi attivi da impiegare in futuro in strategia con i fungicidi tradizionali.
Materiali e metodi
La sperimentazione è stata effettuata valutando l’efficacia in test
in vitro (su vetrino e su foglia)
di un’ampia selezione di prodotti
naturali, agenti di biocontrollo e
principi attivi non appartenenti
ai fungicidi di sintesi, che hanno
manifestato efficacia nei confronti di oidi su altre colture o che
sono risultati promettenti nel
controllo di altre malattie.
Nella prova è stata inoltre anche valutata l’efficacia dei principi attivi chimici attualmente in
uso, per verificare l’assenza in
Trentino di ceppi di patogeno
con ridotta sensibilità ai principi attivi (sviluppo di resistenza).
Il test in vitro (fig. 5) viene eseguito per valutare preliminarmente numeri molto elevati di
composti o agenti di biocontrollo, a diversi dosaggi e con
diversi tempi d’applicazione. Gli
agenti di controllo che risultano
efficaci in questo tipo di test devono poi essere valutati in prove in condizioni controllate in
serra per identificare le condizioni di applicazione e l’effettiva efficacia su pianta. I prodotti che
superano positivamente anche il
test in serra sono poi valutati in
campo, in impianti sperimentali
di fragola, da soli o in strategia
con altri principi attivi.
Il test su vetrino viene utilizzato per conoscere l’effetto diretto del principio attivo sul fungo patogeno (molto spesso di
tipo tossico o litico), mentre il
test su foglia permette di evidenziare anche eventuali meccanismi di resistenza indotta o
d’influenza della pianta.
Nella tabella 1 sono riportati
tutti i prodotti valutati nei test
in vitro su vetrino e foglia, in
condizioni controllate in serra o in prove preliminari in
campo.
TERRA TRENTINA
Graf. 1 – Si pu notare che i sali esercitano un parziale effetto sulla riduzione della crescita del micelio dell’oidio, ma sono
sempre poco efficaci se confrontati con lo zolfo. Inoltre a parte il bicarbonato di sodio nessuno di essi in grado di ridurre
la germinabilit.
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Graf. 3 – Nel grafico è visibile l’assenza di effetto diretto degli induttori di resistenza sull’oidio della fragola.
Graf. 2 – Tutti i prodotti chimici analizzati sono attivi nei confronti dell’oidio.
Risultati e discussione
Gli agenti di controllo valutati
nella prova sono stati raggruppati in classi a seconda della
loro tipologia: sali, principi attivi chimici, induttori di resistenza/biostimolanti e agenti di
biocontrollo. Lo zolfo stato uti-
lizzato come principio attivo di
riferimento per tutte le prove.
A parte il bicarbonato di sodio
che limita la germinazione del
TERRA TRENTINA
Graf. 4 – Gli agenti di biocontrollo (BCA) sono risultati efficaci, ma a causa del loro meccanismo d’azione è necessario
che la loro applicazione segua regole e condizioni molto precise.
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fungo, i sali non influenzano la
germinabilit dei conidi, ma
possono solo ridurre la crescita del tubetto germinativo. Ci
significa che in condizioni naturali in campo il loro effetto
molto limitato e sempre parziale nel controllo della malattia
(graf. 1).
I principi attivi chimici influenzano tutti sia la germinazione, che l’allungamento
del tubetto germinativo, confermando la loro buona efficacia ed interscambiabilit per
la difesa contro l’oidio (graf.
2). Questo risultato conferma
inoltre l’assenza di una riduzione di efficacia ai principi
attivi registrati su fragola e
quindi non ci sarebbero al
momento casi sospetti di presenza di fenomeni di resistenza nell’area di provenienza
dell’inoculo (comune di
Pergine Valsugana).
Da evidenziare anche il risultato ottenuto con la nuova formulazione di zolfo (Heliosoufre), che raggiunge pari efficacia allo zolfo tradizionale, apportando per una dose ridotta
di zolfo.
TERRA TRENTINA
I prodotti, noti per avere influenza sulla pianta in quanto
induttori di resistenza, non
hanno mostrato effetto diretto
sulla germinazione o sulla crescita del fungo. Dove essi esercitano efficacia questa è quindi da ricondursi ad un’attivazione dei sistemi di difesa
endogeni della pianta stessa
(graf. 3).
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Tutti gli agenti di biocontrollo
(BCA) testati hanno evidenziato
una discreta efficacia nei confronti dell’oidio (graf. 4). Va però
evidenziato che T. harzianum
T39 (Trichodex) è risultato efficace solamente a concentrazio-
ni più elevate rispetto a quelle
normalmente utilizzate nei confronti di altri patogeni e solamente sui test effettuati su foglia, ma
non su vetrino. Ciò indica che
l’effetto non è un’azione diretta,
ma coinvolge anche la risposta
della pianta.
In questo tipo di condizioni
sperimentali, A. quisqualis
(AQ 10) ha avuto un’efficacia
parziale in quanto il suo effetto si esplica principalmente
con attività iperparassita nei
confronti dell’oidio. L’ultrafine
oil non ha un effetto diretto
sull’oidio, quindi il miglioramento nell’efficacia di AQ10
quando usato in aggiunta ad
esso è da imputarsi principalmente ad un potenziamento
dell’efficacia del BCA e non
come azione diretta sull’oidio
dell’olio stesso.
Il batterio sperimentale F77
(Bacillus sp.) e il B. subtilis
(Serenade) hanno esplicato
un’attività di tipo litico. La loro
efficacia però è dipendente
dalla vitalità del BCA e quindi
anche dal tempo che intercorre tra il trattamento ed il momento dell’inoculazione. Il fungo sperimentale CF ha anch’esso manifestato promettenti risultati.
Conclusioni
Dallo studio effettuato si può
concludere che esistono alcuni
promettenti principi attivi naturali e agenti di biocontrollo che
potrebbero essere efficaci nella
difesa integrata della fragola nei
confronti dell’oidio. I più promettenti tra loro sono stati già
stati inseriti in prove di efficacia in condizioni controllate in
serra. Sono in corso presso il
Centro SafeCrop, sia in Italia che
in Israele, numerose prove per
la messa a punto di strategie che
integrano agenti naturali nei
programmi di difesa, per otte-
nere una riduzione dell’uso di
principi attivi chimici di sintesi.
Il prodotto finale di tale ricerca
sarà lo sviluppo di un sistema
di supporto alle decisioni per
un’ottimale gestione della malattia su fragola.
Bibliografia per approfondimenti:
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Plant Disease 79(5): 483-490.
Pertot I., Fadanelli L:, Chistè C.,
Ropelato E. (2001) - Efficacia di
diversi principi attivi contro
l’oidio della fragola in coltura
autunnale sotto tunnel. Informatore agrario 27, 51-53.
I. Pertot, A. Vecchione, P.
Molinari, C. Chistè L., Fadanelli
(2002) - Efficacia di Azoxystrobin
nella difesa antioidica della fragola. Atti giornate fitopatologiche 2002.
A. Vecchione, F. De Luca, M.
Sannicolò, I. Pertot (2002) Valutazione dell’efficacia di alcuni prodotti di origine naturale nella lotta all’oidio della
fragola. Atti giornate fitopatologiche 2002.
I. Pertot, R. Zasso, L. Amsalem,
M. Baldessari, G. Angeli, Y.
Elad (2004) Use of biocontrol
agents against powdery mildew in integrated strategies for
reducing pesticide residues on
strawberry: efficacy and side
effects evaluation. IOBC Bulletin (in corso di stampa).
L. Amsalem, R. Zasso, I. Pertot,
S. Freeman, Y. Elad (2004) Efficacy of control agents on
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between two populations.
IOBC Bulletin (in corso di stampa).
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