Mais, migliorare l’efficienza della fertilizzazione azotata di Massimo Blandino, Amedeo Reyneri Estratto da “Terra e Vita” n. 8-2004 - edizioni Edagricole Italia [ SPERIMENTAZIONE ] Mais, migliorare l’efficienza della fertilizzazione azotata Le caratteristiche del terreno mostrano una significativa influenza sull’efficienza dei concimi azotati, come dimostrano prove in campo a Chivasso e Vinovo (To) ■ di Massimo Blandino, Amedeo Reyneri agrotecnica delle grandi colture è stata spesso intesa come necessariamente semplificata. Contribuiscono a sostenere questa visione le rilevanti superfici e l’elevato rendimento richiesto alla meccanizzazione e alla manodopera impiegata. In un contesto di crescente competitività internazionale e di riduzione dei margini economici il concetto di semplificazione è stato ulteriormente accentuato e, spesso, si è incorsi nel rischio di confondere e sostituire la sem- L’ Gli Autori sono del Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del territorio – Università di Torino plificazione con la semplicità, ovvero di impostare l’agrotecnica secondo degli schemi facili e standardizzati. Così soluzioni, pur valide e ampiamente collaudate sono state più o meno acriticamente applicate a tutta una gamma diversa di situazioni aziendali e, soprattutto, pedoclimatiche con l’evidente rischio di ridurre l’efficienza dei fattori produttivi e in definitiva andando incontro a risultati lontani da quelli prefissati. Non si vuole in questa sede, e pensando a colture quali il mais, gli altri cereali e le grandi colture oleaginose, ➔ IN POCHE PAROLE ■ Concimi efficienti semplificano l’agrotecnica ■ Con N PRO buoni risultati su terreno sciolto e superficiale ■ L’MPPA ha garantito disponibilità di azoto in tutto il ciclo colturale ■ Ridotte le perdite per lisciviazione, nel rispetto dell’ambiente Effetto dell’assenza di azoto fornito con la concimazione (a sinistra) e della distribuzione in copertura di 240 kg/ha di N (a destra) su mais alla maturazione lattea. Il recente orientamento dell’agrotecnica del mais pone sempre maggiore attenzione all’aumento della efficienza dei cosiddetti fattori della produzione, in particolare della concimazione azotata, che singolarmente considerata rappresenta la principale voce dei costi colturali. 70 - TERRA E VITA n. 8/2004 suggerire approcci onerosi, dato oltretutto la crescente importanza delle operazioni colturali svolte dai contoterzisti per i quali non è pensabile programmare approcci e complessi. Non solo la difesa del mais dalle malerbe, ma soprattutto la concimazione azo- [ SPERIMENTAZIONE ] tata debbono essere aggiornate e in taluni casi riviste proprio nell’ottica di una agrotecnica semplificata ed efficiente. In questo contesto, appare di assoluto rilievo l’impiego di concimi azotati in grado di incrementare la facilità di assorbimento dell’elemento da parte della pianta e di proteggere l’elemento nutritivo stesso dal dilavamento e quindi dal definitivo allontanamento dallo strato esplorato dalle radici. L’impiego di concimi più efficienti può quindi consentire di semplificare l’agrotecnica riducendo il numero di distribuzioni, di rendere meno pressante il momento di intervento, di risentire in minor misura dell’andamento climatico, soprattutto di quello immediatamente successivo all’applicazione, di conservare una certa quota residua che verrà utilizzata dalla coltura in successione e, più recentemente, di conseguire le rese obiettivo nel pieno rispetto delle normative e dei disciplinari. Con questa nota si sono voluti approfondire i risultati scaturiti da una sperimentazione sulla concimazione minerale del mais ampliando le informazioni e le considerazioni presentate in un articolo comparso nel n. 22004 di Terra e Vita, nel- TAB. 2 - Asporti di azoto nella pianta intera: effetto della modalità di distribuzione. Località Distribuzione Chivasso (To) Concime testimone (0N) testimone (0N) semplice doppia 92 (a) 163 (b) 180 (b) (p = 0,045) 145 (a) 319 (b) 325 (b) (p = 0,05) Vinovo (To) testimone (0N) 108 (a) 282 (a) semplice 130 (b) 382 (b) 139 (b) (p = 0,05) 403 (b) (p = 0,05) doppia l’ambito dello speciale “Fertilizzazione primaverile”. L’impostazione della prova in campo Nel 2003, mediante una prova allestita in campo in due località della pianura irrigua del torinese, Chivasso (To), su un suolo franco-sabbioso assai superficiale, a reazione acida di seconda classe di capacità d’uso e Vinovo (To), su un suolo franco a reazione sub acida, di notevole profondità e di prima classe d’uso, si è valutata la risposta della coltura di mais ad alcune tipologie di concimi e si è verificata la loro capacità di accrescere l’efficienza della concimazione. Sono stati posti a confronto, secondo uno schema a blocchi randomizzati con parcelle elementari di 30-75 m2 e 3 ripetizioni: - testimone: nessuna concimazione azotata per valutare la dotazione del suolo e la risposta base a N 0, Vinovo (To) Stadio 10-12 foglie Maturazione cerosa (kg/ha) (kg/ha) 92 (a) 145 (a) 160 (b) 188 (c) 167 (bc) (p = 0,02) 291 (b) 327 (c) 349 (d) (p = 0,01) testimone (0N) 108 (a) 282 (a) Urea 136 (b) 392 (c) MPPA 130 (b) 455 (d) Urea MPPA N PRO N PRO Foglie maturazione cerosa kg/ha Chivasso (To) TAB. 1 - Asporti di azoto nella pianta intera: effetto del tipo di concime. Località Stadio 10-12 (kg/ha) 137 (b) 332 (b) (p = 0,64) (p = 0,01) - urea: concimazione azotata eseguita in copertura con sola urea agricola 46%, - Sulfammo MPPA®: concimazione azotata eseguita in copertura con esclusivo impiego di concime prodotto secondo il processo MPPA (della Timac) con effetto di difesa dall’adsorbimento operato dai colloidi del suolo e di protezione dello ione NH4, - N PRO®: concimazione azotata eseguita in copertura con esclusivo impiego di concime contenente l’estratto d’origine algale Npro (della Timac) ad azione stimolante l’assorbimento dell’azoto e la sua trasformazione nella pianta. La distribuzione di 240 kg/ha di N per i 3 concimi saggiati è avvenuta con 2 modalità di applicazione in copertura sull’interfila: - distribuzione semplice tra l’ottava e la decima foglia alla ricalcatura, - distribuzione doppia alla quarta (35%) e alla decima foglia (65% del totale) alla ricalzatura. Per valutare l’efficacia di assorbimento dei trattamenti di concimazione a confronto si sono eseguiti prelievi di piante di mais a 10-12 foglie e alla maturazione cerosa (30 piante per trattamento). I campioni raccolti sono stati pesati e un sottocampione essiccato in stufa per la misura del peso secco e del contenuto di N totale. Al momento della semina e della raccolta sono stati prelevati campioni di terreno alla profondità di 0-30 cm e 30-60, per poter operare un confronto della disponibilità di azoto al termine della coltivazione tra i diversi trattamenti. Per valutare più compiutamente i concimi azotati a confronto e le modalità di somministrazione è stata valutata l’efficienza dell’apporto. Questa è stata calcolata rapportando l’azoto assorbito dalla coltura, sottratto l’azoto assorbito dal testimone, rispetto all’azoto somministrato mediante la concimazione. In altre parole l’azoto assorbito dal testimone è stato considerato rappresentativo delle disponibilità del suolo. È stata impiegata la varietà Lolita seminata a Chivasso e Vinovo rispettivamente il 28 marzo e il 30 marzo con precessione mais granella. Entrambi i campi non hanno ricevuto fertilizzanti organici da numerosi anni. Il tipo terreno influenza i risultati Come riportato nell’articolo citato i risultati sono stati fortemente influenzati dall’andamento climatico della campagna, in quanto il 2003 è stato un anno particolarmente caldo e siccitoso, con una chiusura del ciclo colturale fortemente anticipata e raccolte inferiori alla media, nonché caratterizzato da scarse precipitazioni e quindi ridotte perdite per dilavamento dell’azoto apportato. I risultati ottenuti saranno di seguito commentati separatamente per i due ambienti. Suolo franco-sabbioso A Chivasso, già allo stadio di 10-12 foglie emesse si sono potute osservare delle differenze nelle TERRA E VITA n. 8/2004 - 71 [ SPERIMENTAZIONE ] quantità di azoto assorbite dalla coltura tra i diversi concimi impiegati. Infatti, si evidenzia in tabella 1 come l’MPPA presenti un valore di assorbimento circa doppio rispetto al testimone non concimato, mentre più contenuti risultano essere gli asporti per urea e N PRO (rispettivamente del 75 e dell’81 % in più rispetto al testimone). Appare rimarchevole notare che per le piante coltivate in assenza di concimazione, l’azoto asportato a questo stadio è pari al 64 % di quello contenuto alla maturazione cerosa. Probabilmente, anche a causa dell’annata, si evidenzia un assorbimento comunque precoce di questo elemento nutritivo anche nelle tesi concimate con valori in media pari al 50%. Alla maturazione cerosa le piante cresciute sulle parcelle nelle quali non è stato distribuito alcun concime azotato hanno prelevato in media 145 kg/ha di N. Rispetto al testimone privo di concimazione, la distribuzione di urea ha determinato un assorbimento di questo FIG. 2 - Efficienza della concimazione N alla maturazione cerosa. Prove di Vinovo (To). 90 80 70 Suolo franco 60 A Vinovo, come atteso, si è evidenziato un asporto complessivo di azoto da parte della coltura più elevato rispetto a quello di Chivasso (tab. 1 e tab. 2). Il testimone non concimato su un suolo profondo e di buona fertilità agronomica, infatti presenta un valore di asporto alla maturazione cerosa di 282 kg/ha, circa doppio rispetto a quello osservato per il suolo più sciolto e superficiale. Allo stadio 10-12 foglie non si osservano differenze significative in relazione al tipo di concime impiegato, mentre in media la distribuzione di 240 kg/ha di N determina a questo stadio un asporto del 24 % superiore rispetto al testimone non concimato. Si evidenzia su questo terreno un assorbimento dell’azoto più progressivo e dilazionato rispetto a quanto si è osservato sul terreno più superficiale: in questo caso l’azoto asportato allo stadio 1012 foglie per il testimone non concimato è pari al 38% del totale prelevato dalla coltura a fine ciclo. La distribuzione di un concime ad alta efficienza fisiologica quale N PRO porta ad un più elevato prelievo di N dal terreno nelle prime fasi di sviluppo vegetativo (41% dell’azoto totale) rispetto a MPPA (35%) e soprattutto all’urea (29%). Alla maturazione cerosa i maggiori asporti si sono osservati con l’utiliz- % 50 40 30 20 10 0 Urea elemento circa doppio, mentre assorbimenti significativamente superiori sono stati osservati sia per MPPA sia per N PRO (rispettivamente + 12% e + 20% rispetto all’urea). Come si può osservare in tabella 2 la distribuzione frazionata in due momenti dell’azoto ha comportato un tendenziale maggior assorbimento rispetto alla distribuzione singola alla 8a - 10a foglia, sebbene la differenza che intercorre tra le due modalità di concimazione non sia mai significativa e diminuisca passando dallo stadio a 1012 foglie emesse (+10 %) FIG. 1- Efficienza della concimazione N alla maturazione cerosa. Prove di Chivasso (To). 90 80 70 60 % 50 40 30 20 10 0 Urea 72 - TERRA E VITA n. 8/2004 MPPA considerate, a evidenziare, probabilmente, una certa disponibilità residua conseguente ad un minore dilavamento. NPRO MPPA NPRO alla maturazione cerosa (+4 %). In figura 1 è riportata l’efficienza dei differenti concimi messi a confronto rispetto al quantitativo di azoto prelevato dalla pianta a Chivasso. Si osserva come, su un terreno sciolto e superficiale facilmente soggetto a importanti perdite per dilavamento, i risultati migliori si siano avuti con N PRO, che ha presentato un valore di efficienza superiore del 39 % a quello evidenziato dall’urea. La concimazione con MPPA presenta un’efficienza intermedia, ma sempre significativamente superiore (24 %) rispetto a quello della concimazione ureica. Le analisi del suolo, condotte al termine della campagna di coltivazione, hanno inoltre evidenziato valori simili nel contenuto in azoto nelle parcelle testimone e quelle concimate con urea e N PRO. Al contrario le parcelle che hanno ricevuto con la concimazione di copertura l’MPPA hanno presentato un contenuto residuo di azoto totale nel terreno del 10 % superiore rispetto alle altre tesi [ SPERIMENTAZIONE ] L’EFFICIENZA DEL CONCIME DIPENDE DAL SUOLO I risultati ottenuti in questo primo anno di ricerche hanno evidenziato una notevole differenza di comportamento tra i diversi trattamenti a confronto. L’utilizzo di N PRO ha permesso un’alta efficienza su un terreno sciolto e superficiale come quello di Chivasso, dove la capacità di rendere l’azoto prontamente assorbito dalla pianta si è dimostrata una caratteristica più conveniente rispetto a quella di mantenerlo a disposizione più a lungo nel terreno. L’arricchimento del contenuto di azoto totale nel terreno evidenziato dalle analisi effettuate in seguito alla raccolta, lascia presupporre che il concime protetto con il metodo MPPA sia risultato meno disponibile per la coltura su di un suolo dove la crescita della pianta si presenta sempre precoce e assai rapida per la rapidità con cui il terreno si riscalda in primavera. Questo effetto potrebbe essere stato accresciuto quest’anno dalla combinazione di ridotte precipitazioni e alte temperature che hanno ulteriormente abbreviato la fase di massimo assorbimento dell’elemento. Al contrario su un terreno più fertile come quello di Vinovo, ai fini di un’elevata efficienza nell’utilizzo dei concimi azotati, è risultata più importante la capacità di mettere a disposizione della pianta in maniera più graduale l’elemento nutritivo. Da questo punto di vista infatti l’utilizzo dell’MPPA ha garantito una maggior disponibilità di azoto da assorbire nel corso dell’intero ciclo vegetativo e quindi una maggior efficienza di assorbimento. Su un terreno con queste caratteristiche meno interessante è invece risultato l’utilizzo di concimi ad alta efficienza fisiologica quali N PRO, che ha consentito un rilevante assorbimento di azoto nel corso della prima parte della levata, perdendo però di efficacia nelle fasi successive. In conclusione la prova ha messo chiaramente in evidenza come l’efficienza della concimazione azotata del mais e la conseguente risposta fisiologica e produttiva della coltura siano fortemente influenzate dalla tipologia del suolo. L’impiego di concimi ad alta efficienza fisiologica e quello di concimi con meccanismi di difesa dell’azoto dall’adsorbimento operato dai colloidi del suolo e di protezione dello ione NH4, si conferma quale soluzione promettente per ottenere una maggiore efficienza di utilizzo dell’azoto distribuito con la concimazione e garantire minori perdite per lisciviazione nel rispetto dell’ambiente e della redditività della coltura. zo di MPPA: le piante che hanno ricevuto questa forma di azoto con l’effetto di difesa dall’adsorbimento operato dai colloidi del suolo, hanno prelevato rispettivamente il 16% e il 37% in più rispetto all’urea e all’N PRO (tab.1). Anche in questo caso, sia allo stadio di 10-12 foglie emesse sia alla maturazione cerosa, la distribuzione frazionata in due momenti dei concimi ha mostrato valori di asporto dell’elemento nutritivo in media superiori alla distribuzione effettuata tutta in un’unica soluzione, sebbene non si evi- denzino differenze significative (tab. 2). Parallelamente a quanto osservato per gli asporti finali di azoto da parte della coltura, l’utilizzo di MPPA ha presentato il valore più elevato di efficienza della concimazione, risultando del 57% superiore rispetto all’urea. Una minore efficienza si è al contrario evidenziata per l’N PRO (fig. 2). In seguito alla raccolta della coltura non si sono evidenziate differenze apprezzabili nel contenuto finale di azoto totale nel terreno nelle diverse tesi studiate. ■ TERRA E VITA n. 8/2004 - 73