Interventi di fine stagione: bolla del pesco

AGGIORNAMENTO TECNICO
FRUTTICOLO N° 34
AVVERSITA’ DEL MOMENTO
INTERVENTI DI FINE STAGIONE POMACCE - DRUPACEE
Con l’avvicinarsi del riposo vegetativo risulta necessario pianificare gli
interventi e le pratiche agronomiche di fine stagione facendo particolare
riferimento alle patologie la cui profilassi autunnale risulta strategica.
MELO
Andamento maturazione gruppo Fuji e Braeburn: i valori dei
parametri di riferimento, durezza - R.S.R. – colorazione dei
frutti, stanno procedendo verso gli standard qualitativi e
commerciali necessari per iniziare lo stacco dei frutti..
03 ottobre 2012
ACTINIDIA
Andamento maturazione cv. Hayward: la maturazione dei
frutti sta procedendo con un lieve aumento del grado
zuccherino (5.4).
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Consorzio di Ricerca Sperimentazione e Divulgazione per l’Ortofrutticoltura Piemontese
INTERVENTI DI FINE STAGIONE
DRUPACEE
Fitoplasmi (Susino e Albicocco)
Per questa patologia non esistono interventi chimici
atti a controllarne lo sviluppo, infatti la modesta
presenza dell’unico vettore noto, Cacopsylla pruni, riduce
la possibilità del contenimento attraverso il controllo del
vettore.
L’attività sperimentale del CReSO ha evidenziato nel
corso di questi ultimi anni come l’infezione degli impianti
del nostro areale sia da imputare prevalentemente a
materiale vivaistico infetto oltreché ad incaute
operazioni di innesto fai da te. Si segnala infatti che molti
dei nuovi impianti, pur in assenza di sintomi, presentano
già al primo anno percentuali ragguardevoli di campioni
positivi alla presenza del fitoplasma.
L’unica possibile misura è l’identificazione dei soggetti
colpiti con il conseguente loro immediato estirpo. A
tale proposito si ricorda che è importante il totale estirpo
in quanto, data la sistemicità del patogeno, anche i
ricacci di piante colpite, per quanto basso sia il punto di
taglio, risultano irrimediabilmente infetti.
In questo periodo è importante eseguire attente
osservazioni in campo in modo, che, nel caso si constati
di sintomi (vedi foto) si proceda all’estirpo della pianta
infetta.
l’eradicazione delle piante deperienti. Contro queste
infezioni, causate essenzialmente da batteri del
genere Pseudomonas per l’albicocco e pesco e
Xanthomonas per pesco e susino, rimane valida, fra
le azioni preventive, quella con prodotti rameici.
Strategia preventiva consigliata
Pesco e Susino (Xanthomonas pruni pv. arboricola)
- 1° intervento da eseguire a partire da fine di
settembre con rame metallo a dosaggi
contenuti 50 g/hl (Es. 250 – 300 g di Poltiglia
Bordolese 20 % ecc).
- 2° intervento da eseguirsi 10 giorni dopo il
primo allo stesso dosaggio
- 3° intervento da eseguire a caduta foglie
raddoppiando il dosaggio sopra indicato.
Si ricorda che essendo il rame un prodotto
preventivo risulta molto importante garantire una
copertura costante sulla vegetazione in base al
dilavamento subito dal prodotto. In concomitanza
con periodi molto piovosi è consigliabile eseguire
più interventi ravvicinati garantendo alla pianta la
dovuta protezione.
Batteriosi del susino su foglia
Sintomi autunnali: a sinistra pianta sana a destra pianta colpita
Batteriosi (Pseudomonas syringae pv. syringae –
Xanthomonas pruni pv. arboricola)
Questa patologia, assieme al virus della Sharka,
rappresenta la causa principale di moria per l’albicocco.
Anche in questo caso non si è a conoscenza di prodotti
curativi e quindi ci si affida alla prevenzione e
Albicocco (Pseudomonas syringae pv. syringae)
Fattori predisponenti la malattia:
- basse temperature; il batterio si comporta come
patogeno solo a temperature al di sotto dei 20 °C Il
freddo non solo facilita l’ingresso del batterio, ma ne
amplifica il danno mediante un “effetto spugna” di
gelo e disgelo: la maggiore idratazione dei tessuti
dell’albero nei mesi autunno - invernali predispone
ad un aumento della gravità della patologia
- a parità di apporti idrici si ha una maggiore
idratazione dei tessuti in autunno - inverno nei
terreni sciolti sabbiosi e ricchi di scheletro dove
la malattia si insedia più facilmente
- una pianta potata in inverno ha i tessuti più idratati
rispetto ad una non potata.
Azioni preventive
- Provvedere alla protezione delle piante
effettuando
imbiancature
del
tronco
o
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utilizzando protezioni che riducano gli sbalzi
termici (fondamentale per impianti dal primo
anno fino al quarto/quinto anno).
- Scelta appropriata dei portainnesti con punto
d’innesto il più alto possibile.
Interventi chimici
- Effettuare interventi rameici a partire dal periodo di
pre-caduta foglie con rame metallo a dosaggi di 70
g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc: 350 g/hl) per
arrivare a 200 g/hl (rame metallo) nell’ultimo
trattamento.
Con piogge abbondanti e frequenti è essenziale
mantenere una costante copertura con prodotti
rameici!
Cancri rameali (Pesco)
Negli impianti colpiti è importante in questo periodo
iniziare un ciclo d’interventi con rame metallo a dosaggi
di 80 - 100 g/hl (Es. Poltiglia bordolese 20 % ecc: 400 500 g/hl, almeno 2 applicazioni nel periodo autunnale).
Si ricorda che l’ ultimo intervento con rame metallo deve
essere effettuato alla completa caduta foglie alla dose di
200 g/hl di p.a. (Es. Poltiglia bordolese ecc: 1000 g/hl).
Si ricorda che questo intervento oltre a svolgere questa
azione preventiva, favorisce la lignificazione del legno
rendendo la pianta più resistente alle gelate tardive.
Deperimento del pesco
Come per il melo anche per gli impianti giovani di pesco,
in particolare negli ultimi 3 anni, sono state osservate
morie di numerose piante imputabili a fenomeni di
deperimento le cui cause saranno esposte più avanti su
melo.
In ragione delle perdite osservate, al fine di limitare al
minimo ulteriori danni, si consiglia di effettuare in questo
periodo sugli impianti in fase di allevamento un
trattamento con concimi fogliari a base di fosfiti di
potassio (Alexin ecc) al fine di stimolare la produzione di
fitoalessine all’interno delle piante.
POMACEE
APPORTO AZOTO VIA FOGLIARE (MELO - PERO)
Terminate le operazioni di raccolta si consiglia, in modo
particolare negli impianti in cui la produzione è stata
elevata, di eseguire un intervento fogliare con urea al
3%; l’apporto dell’azoto in questo periodo (cioè prima
della caduta foglie) permette alle foglie di traslocare
questo elemento nei tessuti di riserva.
Inoltre questa pratica in tutti i meleti dove vi sono stati
attacchi di ticchiolatura favorisce una più veloce
disgregazione delle foglie ed una maggiore estinzione
dell’inoculo presente; in questo caso però la quantità di
urea da distribuire dovrà essere aumentata a 5 kg/hl.
MARCIUME DEL COLLETTO (MELO - PERO)
Negli impianti colpiti, in particolare in presenza di
portainnesti sensibili (MM106) intervenire prima della
caduta delle foglie, quando vi è ancora attività linfatica,
con fosetyl alluminio o metalaxil, quest’ultimo con
trattamento localizzato.
NECROSI BATTERICA DELLE GEMME E DEI FIORI
DEL PERO (Pseudomonas syringae pv. syringae)
Contro questa avversità si consiglia di intervenire ad
inizio caduta foglie con un ciclo di 2 – 3 trattamenti con
prodotti rameici (Dose di rame metallo compresa tra
150 – 200 g/hl). Oppure, nel caso si debba intervenire
per il controllo del marciume del colletto è possibile
effettuare un trattamento prima della caduta delle foglie
quando vi è ancora attività linfatica con fosetyl alluminio
avente un’attività collaterale con l’avversità in questione.
Attacco di necrosi batterica su gemme di pero
CANCRI RAMEALI (Nectria spp.)
Nei meleti dove si è accertata la presenza e comunque in
tutti quelli colpiti da grandine si consiglia di attuare le
seguenti misure di profilassi:
1. A RACCOLTA ULTIMATA: Intervenire con rame
metallo alla dose di 160 g/hl (Es. 800 g di
Poltiglia Bordolese 20 % ecc).
2. DOPO CIRCA UN MESE (fine ottobre):
Intervenire con rame metallo alla dose di 200
g/hl (Es. 1000 g di Poltiglia Bordolese 20 %
ecc).
3. A COMPLETA CADUTA FOGLIE: Intervenire
con rame metallo alla dose di 200 - 300 g/hl
(Es. 1000 - 1500 g di Poltiglia Bordolese 20 %
ecc).
N.B. Si raccomanda un’ adeguata bagnatura con volumi
non inferiori ai 1200 l/ha.
Dove vi sono cancri già insediati sul legno vecchio, è
buona pratica risanare la pianta cercando di eliminare con
spazzole di metallo le zone legnose imbrunite e in seguito
coprire le ferite con Sali di rame liquido non diluito oppure
mastici idonei. Le branche gravemente colpite devono
essere asportate completamente.
ANTONOMO DEL PERO
Il ciclo biologico dell’antonomo del pero differisce da
quello del melo in quanto gli adulti depongono le uova già
in autunno (fine settembre inizio ottobre) all’interno delle
gemme. In primavera, le giovani larve causeranno il
danno sviluppandosi all’interno delle gemme stesse.
Proprio in questa fase, laddove si sia manifestato il
problema, è necessario colpire le forme adulte con uno
specifico trattamento abbattente (fosmet).
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ERIOFIDE VESCICOLOSO
Come noto, la lotta contro questo eriofide deve
essere realizzata immediatamente prima della rottura
delle gemme. Da esperienze francesi parrebbe che
l’applicazione di zolfo in autunno possa ridurre la
popolazione svernante con conseguente beneficio per la
stagione successiva.
PROTEZIONE DALLE LEPRI
Negli areali in cui vi è una massiccia presenza di questo
animale si ricorda la necessità di proteggere gli
impianti in allevamento dagli attacchi di lepri e mini
lepri, tanto più pericolosi in caso di nevicata. Si consiglia
di adottare reti metalliche o di plastica con le quali
proteggere il tronco delle piante, o di provvedere ad
applicazioni localizzate con prodotti repellenti come
il polisolfuro di Ca.
LOTTA ALLE ARVICOLE
L’esiguità di prodotti registrati su queste specie di topi e
la difficoltà di distribuire in modo capillare le esche
alimentari mantengono questo problema sempre attuale
e complesso. Da un punto di vista curativo l’unica difesa
attuabile resta quella a base di grano imbevuto di
Bromadiolone.
Le arvicole (Microtus savii e Arvicola Sherman),
avendo natura ben diversa dai comuni ratti e topi
casalinghi, evitano qualsiasi esca alimentare di
aspetto non naturale e quindi qualsiasi tipo di
bustina o pastiglia.
Arvicola del Savii (Microtus savii). Si tratta dell’arvicola più diffusa,
responsabile della maggior parte dei danni nei frutteti.

Provvedere nei casi più gravi a lavorazioni
leggere dell’interfila al fine di distruggere le
eventuali tane presenti.

Durante la distribuzione di letame, habitat
ottimale per le arvicole, procedere al
mescolamento di questo con il terreno.

Applicare le esche alimentari avvelenate con
bromadiolone disponendole nel maggior
numero possibile di fori di apertura delle tane che
dovranno subito essere richiuse con terra. Da
osservazioni CReSO è altresì consigliabile
distribuire
le
esche
avvelenate
negli
appezzamenti contigui a quelli colpiti.

Oltre alle esche avvelenate risulta utile distribuire
concime a base di calciocianamide la quale
agisce come repellente. Presentando questo
prodotto caratteristiche di tossicità, prestare
attenzione nella distribuzione. Essendo un
fertilizzante si dovranno conteggiare le unità di
azoto (Titolo 20/0/0).
DEPERIMENTO DEL MELO
Il fenomeno vede nell’autunno piovoso e nel freddo
precoce situazioni favorevoli all’l’insediamento di batteri
criofili quali lo Pseudomonas syringae pv syringae. E’
bene ricordare che tale fenomeno è determinato solo
in parte dal batterio sopra citato ma risulta spesso
favorito da precisi fattori predisponenti quali:

terreni sciolti ricchi di scheletro

suoli poveri di nutrienti
 successioni melo dopo melo (reimpianti)
Azioni preventive:
 Gestione attenta ed oculata degli impianti in fase
di allevamento; le giovani piante (sino ai 3 anni),
come già detto, risultano le più interessate da
questo fenomeno; è quindi doveroso focalizzare
l’attenzione su alcuni punti:

favorire al meglio lo sviluppo radicale
delle piante evitando carichi produttivi
troppo elevati nella fase di allevamento

corretta gestione della potatura nelle fasi
di allevamento: eliminazione di branche
troppo vigorose

mantenimento di un
nutrizionale ed idrico

dopo raccolta eseguire un intervento con
fosetyl di alluminio a 250 g/hl

in autunno al fine di favorire la caduta
delle foglie ovvero un anticipo del riposo
vegetativo di consiglia di effettuare un
ciclo di 3 trattamenti distanziati di 7 giorni
uno dall’altro con rame metallo alle
seguenti dosi: 100 – 150 – 200 g/hl.
Arvicola sherman. Le dimensioni sono circa 3 volte l’arvicola del Savi e dei
topi comuni (topo domestico e topo selvatico). Nel 2007 è stata accertata la
sua presenza nei frutteti del cuneese.
Vista l’impossibilità di applicare una lotta chimica
adeguata si ricorda che le misure preventive elencate di
seguito rivestono un ruolo molto importante e spesso
determinante al fine di ridurre al minimo i danni derivanti
da questi roditori:

Mantenere in autunno il sotto filare pulito dalle
infestanti attraverso un’ultima applicazione di
diserbante.

Dopo la raccolta eliminare completamente le
mele cascolate dal frutteto.
buon
livello
4

Negli areali particolarmente freddi e in tutti quei
casi in cui vi sono presenti i fattori predisponenti
sopra elencati procedere in autunno con
l'imbiancatura del tronco: pratica utile ma non
risolutiva. La miscela da preparare deve essere
in linea di massima costituita da:
 Vernice bianca trasparente per esterni
(Es.10 lt)
 Vinavil o colla vinilica (1 kg)
 Rame Bianco (500 – 800 g)
 Acqua (25 – 30 % della soluzione)
INTERVENTO PER FAVORIRE LA CADUTA DELLE FOGLIE
Su alcune varietà (Fuji, Granny Smith) non sono
sufficienti i normali interventi rameici per favorire la
caduta foglie che in questi casi si protrae sino ad inverno
inoltrato; si consiglia pertanto di usare specifici prodotti a
base di chelati di rame (tipo Blattab ecc).
CONCIMAZIONE AUTUNNALE
Azoto
A fine estate – inizio autunno si entra in quella fase in cui
le piante iniziano ad accumulare le riserve nutritive che
saranno utilizzate per i processi di fioritura e allegagione
nella successiva stagione. Risulta quindi molto
importante assicurare alle piante una disponibilità di
elementi nutritivi ottimale: questo discorso vale in modo
particolare per l’azoto il quale può essere apportato sia
via radicale sia via fogliare. Al fine di evitare ripartenze
della vegetazione è importante non eccedere nelle
quantità o eseguire apporti molto tardivi: non superare le
30 unità di azoto ad ettaro.
MELO: come già precedentemente accennato è
consigliabile, subito dopo raccolta, procedere ad un
intervento con urea a al 3% (distribuendo 15 hl di miscela
per ettaro si apportano circa 20 kg di azoto) che va
conteggiato nel bilancio complessivo degli apporti
fertilizzanti (70 kg/ha/anno per N).
IMPORTANTE
Si ricorda che il periodo autunnale è ottimale per
effettuare i prelievi di terreno per le successive analisi di
laboratorio: questo, oltre ad essere obbligatorio secondo
le disposizioni previste dalle Norme Tecniche regionali
risulta di estrema utilità per ben calibrare gli apporti dei
principali elementi.
Fosforo e Potassio
Nei terreni di medio impasto nei quali la lisciviazione
risulta contenuta si possono distribuire questi elementi
valutando con attenzione, previo riscontro analitico,
l’effettiva esigenza richiesta dal terreno in particolare per
quanto riguarda il fosforo la cui dotazione potrebbe già
essere sufficiente specie se si è già provveduto alla sua
distribuzione all’impianto. Per quanto riguarda il potassio
si sono constatati nelle ultime annate diversi casi di
carenza; ne consegue che spesso l’utilizzo di concimi
ternari non consente di apportare un quantitativo di
potassio sufficiente alle piante e che con il tempo porta
ad avere una carenza. Si ricorda che la distribuzione di
questo elemento è consigliata in autunno onde evitare
fisiopatie quali la butteratura.
Calcio
Nei terreni che, dalle analisi, risultino calcio-carenti, si
dovrà procedere ad una calcitazione, evitando
contemporaneità con la distribuzione di letame. Anche
nei casi si dovesse ricorrere a quantitativi elevati di calce,
mai concentrarli in una sola annata ma suddividerli in più
anni, contenendosi nei 5-6 q/ha per anno.
Concimazione organica
L’ apporto di sostanza organica nel terreno favorisce una
ottimale nutrizione delle piante e consente di mantenere
una buona fertilità del terreno in quanto influenza le
caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche del
suolo. Questo si può ottenere attraverso la
somministrazione di letame maturo, ed affinché questo
fornisca un apporto equilibrato di elementi, dovrà aver
raggiunto un minimo di maturazione (3 - 6 mesi)
preventivamente disposto in cumuli adeguati. L’apporto
di sostanza organica è necessaria qualora, a seconda
della natura del terreno, la sua percentuale sia inferiore a
2 – 2.5 % e comunque è consigliabile la sua distribuzione
ogni 2 - 3 anni nella quantità di 200 q per ettaro.
PULIZIA IMPIANTO IRRIGUO
E’ buona norma, in questa fase della stagione
antecedente il riposo vegetativo provvedere alla pulizia
delle tubazioni degli impianti utilizzati nel corso
dell’estate con lo scopo di eliminare eventuali concrezioni
minerali formatesi nel periodo d’impiego. Pertanto, si
consiglia di procedere al loro lavaggio con prodotti a
base di acido ortofosforico (Multi-P ecc) e al successivo
risciacquo con acqua.
MATURAZIONE MELO
MELO
Andamento maturazione Gruppo Fuji
Di seguito si riportano i grafici relativi ai valori rilevati nel
corso dei rilievi settimanali:
Durezza (kg/cm2)
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R.S.R. (residuo secco rifrattometrico)
MATURAZIONE ACTINIDIA
Andamento maturazione cv. Hayward
I valori rilevati nel rilievo eseguito in giornata hanno
mostrato un lieve aumento del grado zuccherino e una
flessione della resistenza al penetrometro. Nel prossimo
avviso saranno forniti i dovuti aggiornamenti, al
momento attendere prima d’iniziare le operazioni di
raccolta.
Grado zuccherino e durezza rilevata su Hayward
Valori di degradazione dell’amido con la Tavola del Ctifl (1 - 10)
Come è possibile osservare dai grafici sopra riportati si
sta avvicinando l’epoca di raccolta delle varietà
appartenenti a questo gruppo varietale. Tutti i parametri
monitorati procedono verso i valori di riferimento e la
colorazione dei frutti, in particolare per le cv a
colorazione uniforme, sta raggiungendo lo standard
commerciale richiesto. Sulla base di queste
considerazioni si consiglia a tutti i tecnici di
continuare con il monitoraggio di campo al fine di
definire con precisione il timing ottimale per iniziare
lo stacco dei frutti.
Andamento maturazione Gruppo Braeburn
I test di maturazione eseguiti in settimana hanno
evidenziato il raggiungimento degli idonei parametri
qualitativi necessari ad iniziare le operazioni di raccolta.
Pertanto, programmare con il proprio tecnico di
magazzino l’inizio dello stacco dei frutti.
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