Interventi di fine stagione: bolla del pesco

NOTA TECNICA N° 09: interventi
di fine stagione sui fruttiferi
Di seguito si riportano i trattamenti e le principali
pratiche colturali di fine stagione
24 ottobre 2013
1
INTERVENTI DI FINE STAGIONE
DRUPACEE
Fitoplasmi (Susino e Albicocco)
Come ricordato nei precedenti avvisi, per questa
patologia, non esistono interventi chimici atti a
controllarne lo sviluppo. Infatti, come dimostrato dalle
sperimentazioni CReSO degli scorsi anni, l’infezione
degli impianti del nostro areale è da imputare
prevalentemente a materiale vivaistico infetto oltreché ad
incaute operazioni di innesto fai da te. Risulta quindi
fondamentale l’identificazione dei soggetti colpiti con il
conseguente loro immediato estirpo. A tale proposito
si ricorda che è importante il totale estirpo in quanto, data
la sistemicità del patogeno, anche i ricacci di piante
colpite, per quanto basso sia il punto di taglio, risultano
irrimediabilmente infetti. In questo periodo precedente la
caduta delle foglie si consiglia di procedere con un
attento monitoraggio. Infatti, la sintomatologia, che si può
presentare
nelle
diverse
fasi,
comprova
inequivocabilmente la presenza del patogeno e può
venire così sintetizzata:
1) schiusura anticipata delle gemme a fiore
2) emissione anticipata delle foglie prima dei fiori
3) arrossamento del floema
4) affastellamento
5) arrossamento o ingiallimento o clorosi delle foglie
6) bollosità e o ripiegamento a C della foglia
7) nervature fogliari laterali ingrossate
8) lamine fogliari ispessite e a consistenza cartacea
9) ripiegamento a doccia supera delle foglie
10) microfillia
In presenza di alcuni di questi sintomi non è
necessario sottoporre il materiale ad analisi di
laboratorio bensì procedere all’estirpo immediato
delle pinte infette!
Batteriosi (Pseudomonas syringae pv. syringae –
Xanthomonas pruni pv. arboricola)
Anche in questo caso ci si affida alla prevenzione e
l’eradicazione delle piante deperienti in quanto non
esistono strategie di difesa curative.
La prevenzione di questa infezione, causata
essenzialmente da batteri del genere Pseudomonas
per l’albicocco e Xanthomonas per pesco e susino, si
basa essenzialmente sull’applicazione di prodotti
rameici e alcuni accorgimenti agronomici quale
l’imbiancatura del tronco (come deperimento del
melo).
Strategia preventiva consigliata
Pesco e Susino (Xanthomonas pruni pv. arboricola)
- 1° intervento da eseguire ad inizio caduta foglie
con rame metallo a dosaggi contenuti 50 g/hl
(Es. 250 – 300 g di Poltiglia Bordolese 20 %
ecc).
- 2° intervento da eseguirsi 10 giorni dopo il primo
allo stesso dosaggio
- 3° intervento a completa caduta foglie
raddoppiando il dosaggio sopra indicato.
Si ricorda che essendo il rame un prodotto
preventivo risulta molto importante garantire una
copertura costante della vegetazione in base al
dilavamento subito dal prodotto.
In concomitanza con periodi molto piovosi è
consigliabile eseguire più interventi ravvicinati
garantendo alla pianta la dovuta protezione.
NOTA: SI RICORDA CHE IL PERIODO D’UTILIZZO
DEI PRODOTTI RAMEICI SU DRUPACEE E’
VINCOLATO A QUANTO RIPORTATO IN ETICHETTA
(solitamente in bruno) PER CUI SEGUIRE
ATTENTAMENTE LE INDICAZIONI PER OGNI
SINGOLO FORMULATO!
Albicocco (Pseudomonas syringae pv. syringae)
Azioni preventive
- Provvedere alla protezione delle piante effettuando
imbiancature del tronco o utilizzando protezioni che
riducano gli sbalzi termici (fondamentale per
impianti dal primo anno e consigliabile fino al
quarto/quinto anno).
- Scelta del portainnesto adeguato al tipo di terreno
con punto d’innesto il più alto possibile.
Interventi chimici
- Effettuare interventi rameici a partire dal periodo di
pre-caduta foglie con rame metallo a dosaggi di 70
g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc: 350 g/hl) per
arrivare a 200 g/hl (rame metallo) nell’ultimo
trattamento.
- Per il periodo d’impego dei prodotti rameici vedi nota 1
Sintomi autunnali: a sinistra pianta sana a destra pianta colpita
Con piogge abbondanti e frequenti è essenziale
mantenere una costante copertura con prodotti
rameici!
2
Cancri rameali (Pesco)
Negli impianti colpiti è importante in questo periodo
iniziare un ciclo d’interventi con rame metallo a dosaggi
di 80 - 100 g/hl (Es. Poltiglia bordolese 20 % ecc: 400 500 g/hl, almeno 2 applicazioni nel periodo autunnale).
Si ricorda che l’ ultimo intervento con rame metallo deve
essere effettuato alla completa caduta foglie alla dose di
200 g/hl di p.a. (Es. Poltiglia bordolese ecc: 1000 g/hl).
Questo intervento oltre a svolgere questa azione
preventiva, favorisce la lignificazione del legno ed esplica
un’azione altresì contenitiva nei confronti della bolla.
Bolla
Uno dei periodi critici per il controllo di questo patogeno è
proprio a caduta foglie. Si ricorda tuttavia, che, per
garantire la completa difesa dalla bolla, questo
trattamento dovrà essere seguito da quelli da effettuarsi a
fine inverno e a ripresa vegetativa.
Di seguito si riportano i prodotti che svolgono un’azione
contro il patogeno: Dalle nostre esperienze risulta che tutti
hanno fornito un’efficace azione ; eventualmente, nelle
situazioni più critiche, il dosaggio ridotto, imposto dalle
recenti restrizioni di etichetta potrà venire compensato con
l’aggiunta del rame.
p.a.
Prodotto
Dose
g-ml/hl
Dose
Kg/ha
ziram
Crittam ecc
200
(max
consentito)
tiram
Pomarsol 80 ecc
200
(max
consentito)
captano
Merpan 80 wdg ecc
300
4.5
dodina
Syllit 65
120
1.8
3
3
POMACEE
Riduzione inoculo ticchiolatura
Terminate la raccolta, negli appezzamenti con infezioni
su foglie o frutti di ticchiolatura, effettuare un intervento
fogliare con urea ( 50 kg/ha ); l’apporto dell’azoto in
questo periodo (cioè prima della caduta foglie), oltre a
favorire la disgregazione delle foglie, fornisce un
importante quota di questo elemento per la ripresa
vegetativa.
Un’ulteriore pratica di grande utilità nella riduzione
dell’inoculo, consiste nella distruzione delle foglie cadute
a terra nelle quali si conserva la forma ibernante del
fungo. Si dovrà. Nelle situazioni di maggior gravità,
provvedere a concentrare nell’interfila le foglie cadute
sminuzzandole finemente con la trincia sarmenti
Marciume del colletto (melo - pero)
Negli impianti colpiti, in particolare in presenza di
portainnesti sensibili (MM106) intervenire prima della
caduta delle foglie, quando vi è ancora attività linfatica,
con fosetyl alluminio o metalaxil, quest’ultimo con
trattamento localizzato.
Cancri rameali (Nectria spp.)
Nei meleti in cui si è accertata la presenza e comunque in
tutti quelli colpiti da grandine si consiglia di attuare le
seguenti misure di profilassi:
1. A RACCOLTA ULTIMATA: Intervenire con rame
metallo alla dose di 160 g/hl (Es. 800 g di
Poltiglia Bordolese 20 % ecc).
2. DOPO CIRCA UN MESE (fine ottobre):
Intervenire con rame metallo alla dose di 200
g/hl (Es. 1000 g di Poltiglia Bordolese 20 %
ecc).
3. A COMPLETA CADUTA FOGLIE: Intervenire
con rame metallo alla dose di 200 - 300 g/hl
(Es. 1000 - 1500 g di Poltiglia Bordolese 20 %
ecc).
Nota: Si raccomanda un’ adeguata bagnatura con volumi
non inferiori ai 1200 l/ha.
Poichè il periodo d’applicazione indicato sulle
etichette dei diversi prodotti non è lo stesso per tutti i
formulati si raccomanda di leggere attentamente le
indicazioni riportate!
Dove vi sono cancri già insediati sul legno vecchio, è
buona pratica risanare la pianta cercando di eliminare con
spazzole di metallo le zone legnose imbrunite e in seguito
coprire le ferite con Sali di rame liquido non diluito oppure
mastici idonei. Le branche gravemente colpite devono
essere asportate completamente.
Protezione dalle lepri
Negli areali in cui vi è una massiccia presenza di questo
animale si ricorda la necessità di proteggere gli
impianti in allevamento dagli attacchi di lepri e mini
lepri, tanto più pericolosi in caso di nevicata. Si consiglia
di adottare reti metalliche o di plastica con le quali
proteggere il tronco delle piante.
Lotta alle arvicole
Purtroppo i danni ai giovani impianti causati dalle
arvicole si mantengono ad un livello elevato.
Riguardo alla distribuzione delle esche che resta
ancora la pratica più efficace, si ricorda che l’unico
p.a. consentito per questo impiego, resta il
bromadiolone. Le arvicole (Microtus savii e Arvicola
Sherman), avendo comportamento diverso dai
comuni ratti e topi casalinghi, evitano qualsiasi esca
alimentare di aspetto non naturale e quindi qualsiasi
tipo di bustina o pastiglia.
Arvicola del Savii (Microtus savii). Si tratta dell’arvicola più
diffusa, responsabile della maggior parte dei danni nei
frutteti.
3
Arvicola del Sherman. Le dimensioni sono circa 3 volte
l’arvicola del Savi e dei topi comuni (topo domestico e topo
selvatico). Nel 2007 è stata accertata la sua presenza nei
frutteti del cuneese.

favorire al meglio lo sviluppo radicale delle piante
evitando carichi produttivi troppo elevati nella fase di
allevamento

corretta gestione della potatura nelle fasi di
allevamento: eliminazione di branche troppo
vigorose

mantenimento di un buon livello nutrizionale ed
idrico

dopo raccolta eseguire un intervento con fosetyl di
alluminio a 250 g/hl

al fine di favorire la caduta delle foglie ovvero un
anticipo del riposo vegetativo di consiglia di
effettuare un ciclo di 3 trattamenti distanziati di 7
giorni uno dall’altro con rame metallo alle seguenti
dosi: 100 – 150 – 200 g/hl.
A completamento di questa pratica si dovranno applicare
le seguenti misure preventive:

Mantenere in autunno il sotto filare pulito dalle
infestanti

Dopo la raccolta eliminare i frutti cascolati nel
frutteto.

Provvedere nei casi più gravi a lavorazioni
leggere dell’interfila al fine di distruggere le
eventuali tane presenti.

Durante la distribuzione di letame, habitat
ottimale per le arvicole, procedere al
mescolamento di questo con il terreno.

Nella distribuzione delle esche alimentari con
bromadiolone disporle nei fori di apertura delle
tane e dovranno subito essere richiuse con terra.
E’ fondamentale distribuire tali esche avvelenate
anche negli appezzamenti vicini a quelli colpiti.

Oltre alle esche avvelenate risulta utile distribuire
concime a base di calciocianamide la quale
agisce come repellente. Presentando questo
prodotto caratteristiche di tossicità, prestare
attenzione nella distribuzione. Essendo un
fertilizzante si dovranno conteggiare le unità di
azoto (Titolo 20/0/0).
Deperimento del melo
Come è stato osservato negli scorsi anni, autunni piovosi
associati a freddi precoci risultano favorevoli
all’l’insediamento dello Pseudomonas syringae pv
syringae al deperimento del melo.
E’ bene ricordare che tale fenomeno è determinato
solo in parte dal batterio sopra citato ma risulta
spesso favorito da precisi fattori predisponenti quali:

terreni sciolti ricchi di scheletro

suoli poveri di sostanza organica
 successioni di melo dopo melo (reimpianti)
Azioni preventive (impianti in allevamento):

le giovani piante (sino ai 3 anni),risultano le più
interessate da questo fenomeno; è quindi doveroso
focalizzare l’attenzione su alcuni punti:





Negli areali particolarmente freddi e in tutti quei
casi in cui vi sono presenti i fattori predisponenti
sopra elencati procedere in autunno con
l'imbiancatura del tronco: pratica utile ma non
risolutiva. La miscela da preparare deve essere
in linea di massima costituita da:
Vernice bianca trasparente per esterni (Es.10 lt)
Vinavil o colla vinilica (1 kg)
Rame (meglio se incolore) (500 – 800 g)
Acqua (25 – 30 % della soluzione)
Intervento per favorire la caduta delle foglie
Su alcune varietà (Fuji, Granny Smith) non sono
sufficienti i normali interventi rameici per favorire la
caduta foglie che in questi casi si protrae sino ad inverno
inoltrato; si consiglia pertanto di usare specifici prodotti a
base di chelati di rame (tipo Blattab ecc).
CONCIMAZIONE AUTUNNALE
POMACEE - DRUPACEE
Azoto
A fine estate – inizio autunno si entra in quella fase in cui
le piante iniziano ad accumulare le riserve nutritive
utilizzate per i processi di fioritura e allegagione nella
successiva stagione. Risulta quindi molto importante
assicurare la giusta quantità di elementi, in modo
particolare l’azoto, il quale può essere apportato sia via
radicale sia via fogliare, in forma nitrica nel primo caso ed
ureica nel secondo. Va ricordato che la quantità massima
di azoto da somministrare in questa fase non deve
superare le 30 unità/ha .
IMPORTANTE
Si ricorda che il periodo autunnale è ottimale per
effettuare i prelievi di terreno per le successive analisi di
laboratorio!
Fosforo e Potassio
Nei terreni di medio impasto nei quali la lisciviazione
risulta contenuta si possono distribuire questi elementi
valutando con attenzione, previo riscontro analitico,
4
l’effettiva esigenza richiesta dal terreno in particolare per
quanto riguarda il fosforo la cui dotazione potrebbe già
essere sufficiente.
Calcio
Nei suoli che presentano carenze di questo elemento
(come da analisi chimica), si dovrà procedere ad una
calcitazione, evitando contemporaneità con la
distribuzione di letame. Anche nei casi che si dovesse
ricorrere a quantitativi elevati di calce, mai concentrarli in
una sola annata ma suddividerli in più anni, contenendoli
in 5-6 q/ha per anno.
Concimazione organica
L’ apporto di sostanza organica nel terreno favorisce una
ottimale nutrizione delle piante e consente di mantenere
una buona fertilità del terreno. Questo si può ottenere
attraverso la somministrazione di letame maturo, 3 - 6
mesi, preventivamente disposto in cumuli adeguati.
L’apporto di sostanza organica è necessaria qualora, a
seconda della natura del terreno, la sua percentuale sia
inferiore a 2 – 2.5 % e comunque è consigliabile la sua
distribuzione ogni 2 - 3 anni nella quantità di 200 q per
ettaro.
PULIZIA IMPIANTO IRRIGUO
E’ buona norma, in questo periodo, provvedere alla
pulizia delle tubazioni utilizzate per la tecnica della
fertirrigazione con lo scopo di eliminare eventuali
concrezioni minerali formatesi nel periodo d’impiego. Si
consiglia di procedere al loro lavaggio con prodotti a
base di acido ortofosforico (Multi-P ecc) e al successivo
risciacquo con acqua.
ACTINIDIA
Batteriosi da PSA
L’andamento stagionale piovoso di queste ultime
settimane, ha determinato le condizioni favorevoli ad un’
ulteriore diffusione del batterio. Allo stato attuale delle
conoscenze sulla sua biologia, questo patogeno utilizza
le vie di penetrazione rappresentate in questo periodo
dalle cicatrici lasciate dallo stacco dei frutti e,
successivamente, da parte delle foglie. Di conseguenza è
importante in questo momento provvedere, subito dopo
la raccolta, ad effettuare una protezione adeguata.
Purtroppo però, nessun agrofarmaco contenente rame
può essere impiegato prima della caduta foglie, pertanto
ci si dovrà orientare nella scelta verso altri prodotti
similari consentiti. Attualmente non disponiamo ancora di
dati certi, tuttavia un impiego di prodotti a base di fosfito
di K potrebbe ancora meglio predisporre la pianta ad
aumentare il suo livello di difese naturali. Da caduta foglie
sarà possibile utilizzare tranquillamente i prodotti rameici
fra quelli naturalmente che riportano in etichetta questa
coltura e l’avversità batteriosi.
5