ALBERI, ARBUSTI E FIORI PARCO MEDIO OLONA CAIRATE - TORBA Sara Bernardi - Daniela Wagner Ottobre 2012 Bardana (Arctium minus): i fusti rossastri sono solcati longitudinalmente. Le foglie grandi sono oblunghe-ovali, tomentose sulla pagina inferiore. I fiori di colore rosso-porpora sono circondati da brattee uncinate che si attaccano con facilità agli abiti. Fiorisce da agosto ad ottobre. Per l’antica medicina popolare, il succo della bardana serviva come antidoto contro il veleno dei serpenti e il morso dei cani affetti dalla rabbia. Tifa (Thypha latifolia): comune ai margini dei canali, dei fiumi e degli stagni. La sua presenza indica interramento e profondità massima dell’acqua di 50 cm. È una pianta robusta con fusto e foglie erette; si distingue l’infiorescenza femminile bruna e a forma di “salsiccia”. Fiorisce da giugno ad agosto. In passato il frutto cotonoso era usato per imbottire i materassi, mentre con le foglie impermeabili si intrecciavano sedie e ceste. Erba amaranta (Phytolacca americana): pianta erbacea alta anche oltre 2 metri, con foglie grandi, ovali e intere. Il frutto è una bacca porpora quasi nera. Il succo delle bacche è usato per colorare la carta. Luppolo (Humulus lupulus): con i suoi fusti questa pianta si arrampica su altre piante, avvolgendosi a spirale sempre in senso orario. Le foglie hanno da tre a cinque lobi con margini dentati. Le piante sono maschili o femminili; i fiori femminili sono nascosti da grosse brattee. Fiorisce da giugno a settembre.Le brattee diventano cartacee quando i frutti sono maturi. I frutti vengono utilizzati per schiarire, conservare e insaporire la birra. Equiseto (Equisetum pratensis): pianta a sessi separati e priva di fiori e semi. Si riproduce per mezzo di cellule speciali dette spore. Vive in luoghi umidi o paludosi. I fusti maschili sono ricchi di silice (quarzo) una volta usati per levigare legni duri e per lucidare metalli. Viene chiamato anche “coda di cavallo”. Nell’immagine sono visibili i fusti sterili. Robinia (Robinia pseudoacacia): introdotta in Italia nel 1800, originaria dell’America settentrionale. È un albero assai invadente che tende a espandere la propria presenza a scapito delle specie spontanee. I bianchi fiori a grappolo profumati, attirano le api che producono un miele molto apprezzato chiamato miele di acacia. Le foglie sono alterne, composte da 11-15 foglioline ovali con piccole punte agli apici. La corteccia brunogrigia è solcata o nodosa. In autunno, si osservano i frutti, legumi bruni che pendono dai rami e che si fendono per liberare i semi neri. Buddleia o pianta delle farfalle (Buddleia davidii): è una pianta coltivata in parchi e giardini ma si trova naturalizzata con fiori color lavanda o purpurei. Le lunghe pannocchie di fiori profumati attraggono farfalle e falene diurne in estate. Le infruttescenze rimangono sull’arbusto per buona parte dell’inverno. Nocciolo (Corylus avellana): arbusto che cresce ovunque ma anche coltivato per l’utilizzo delle nocciole (si producono nocciolati, torroni e la pasta gianduia). Le nocciole sono cibo per roditori quali topi, moscardini e scoiattoli. Le foglie ovali hanno margini seghettati e punta allungata. Edera (Hedera helix): pianta rampicante e legnosa, i cui fusti hanno radici adesive che le consentono di ricoprire alberi, muri, ruderi e pali. Strisciante anche lungo il terreno. Le foglie hanno da 3 a 5 lobi, sono verde scuro e lucenti. In autunno i fiori verdastri secernono abbondante nettare e sono impollinati da vespe e farfalle. I frutti assomigliano a bacche e diventano neri una volta maturi. Sono velenosi per l’uomo. Salice bianco (Salix alba): vive lungo i corsi d’acqua, consolida le sponde con l’apparato radicale. Le foglie sono allungate, finemente dentate e acuminate, di colore argenteo. I rami vengono usati per produrre oggetti artigianali intrecciati. Ailanto (Ailantus altissima): introdotto in Italia dalla Cina a metà del 1700. Si propaga rapidamente su terreni abbandonati ed è resistente all’inquinamento e alla siccità; è dunque una pianta infestante. La foglia è composta da 13-25 paia di foglioline picciolate e opposte che in autunno assumono una colorazione rosso dorata. I frutti sono samare disposte in grappoli densi. Il tronco è diritto, la corteccia è grigio chiara, liscia o squamosa. Ortica (Urtica dioica): comune ai margini del bosco, nelle siepi e lungo le strade. I fusti e le foglie sono irti di peli pungenti: quando la pianta viene toccata, la punta di ciascun pelo si spezza liberando un acido che provoca un’infiammazione cutanea dolorosa e pruriginosa. Acero campestre (Acer campestre): una delle piante più familiari del paesaggio rurale, è utilizzata come tutore della vite, per la formazione di siepi ma anche per offrire ombra alle case di campagna. Le foglie hanno 3 lobi principali con estremità arrotondate e 2 lobi basali più piccoli. In estate sono verde opaco, in autunno diventano giallo ambra. Il legno d’acero è usato dai liutai per la costruzione dei violini. Biancospino (Crataegus monogyna): arbusto che può raggiungere i 12 m di altezza in forma di albero. Le foglie con lobi profondamente divisi, ricordano il prezzemolo. I fiori bianchi emanano un profumo dolce e delicato. I frutti sono pomi polposi ricchi in vitamina C che in autunno assumono un colore rosso-vino. In inverno forniscono cibo agli uccelli. Fiori e frutti hanno proprietà sedative. Rosa canina (Rosa canina): la più comune tra le rose selvatiche, è un arbusto con spine fortemente uncinate. La foglia ha 2 o 3 paia di foglioline dentate. Il fiore bianco sfumato di rosa è visibile nella tarda primavera. I frutti sono ovali e lisci di colore rosso. Sono ricchissimi di vitamina C, cinque volte tanto il limone. Per questo la rosa canina è conosciuta per la sua efficacia nel rafforzare le difese immunitarie dell’organismo. Con i suoi frutti si produce un’ottima marmellata. I fiori essiccati sono la base della ben nota “acqua di rose”. Il nome "canina" deriverebbe dall'uso che si faceva della radice, per curare la rabbia provocata dal morso dei cani. La rosa canina è molto conosciuta per la sua efficacia nel rafforzare le difese dell'organismo contro l'infezione e particolarmente contro il comune raffreddore. Tiglio (Tilia cordata): ha foglie a forma di cuore, lucenti, verde scuro sulla pagina superiore, con ciuffi di peluria arancione alle biforcazioni delle nervature sulla pagina inferiore. I fiori profumatissimi sbocciano in giugno e i frutti, globosi e legnosi, pendono da brattee. Il legno viene usato per casse di risonanza di strumenti musicali e per i tasti dei pianoforti. Dai fiori le api producono un ottimo miele con proprietà calmanti. Farnia (Quercus robur): le querce sono tra le principali latifoglie che caratterizzavano le estese foreste della Pianura Padana, prima che queste venissero abbattute dall’uomo per far posto alle colture. Le foglie della farnia presentano 4 o 5 lobi su ciascun lato. I frutti chiamati ghiande sono disposti in paia su lunghi peduncoli. Rovere (Quercus petraea): questa quercia si differenzia dalla farnia per avere foglie provviste di picciolo ben distinto e ghiande tozze e sessili, cioè senza picciolo. Berretta da prete (Euonymus europaeus): grande arbusto che cresce nei boschi e nelle siepi. Le foglie oblunghe di color verde chiaro, diventano rosse in autunno. I frutti sono capsule a quattro lobi che diventano rosso-rosa scuro quando maturano. Contengono quattro semi di color arancione che è possibile osservare quando il frutto maturo si fessura. I bei frutti sono tuttavia velenosi. Nell’antichità le foglie e i semi ridotti in polvere venivano distribuiti sui capelli dei bambini per scacciare i pidocchi. Platano (Platanus acerifolia): le foglie hanno 5 lobi profondi e sono larghe 15 cm. I frutti globosi e legnosi hanno superficie ruvida. Non cadono e rimangono appesi all’albero per tutto l’inverno. Il tronco è rivestito da una corteccia liscia, grigiogiallastra, che si stacca in grandi placche. Da alcuni anni i platani sono soggetti a forti attacchi di un insetto e di un fungo che possono provocarne la morte. Topinanbur (Helianthus tuberosus): questa pianta cresce in terreni incolti e si riconosce per i numerosi fiori a capolino di color giallo oro che sbocciano all’inizio dell’autunno. La pianta produce un tubero (fusto modificato sotterraneo con funzione di riserva di sostanze nutritive) chiamato patata americana, che viene raccolto in inverno e utilizzato in cucina per diverse preparazioni. Rovo (Rubus ulmifolius): arbusto che vive ai margini dei boschi, nelle siepi e nel sottobosco. Il fusto è rivestito di spine, le foglie hanno da 3 a 5 foglioline con peli bianchi e grigi sulla pagina inferiore. Il frutto è la mora, di colore quasi nero quando è matura. Le more contengono rilevanti quantità di vitamina A e C. Secondo una tradizione popolare, non andrebbero mangiate dopo il giorno di S. Michele (29 settembre), perché in tale data il demonio ci sputa sopra. A parte la leggenda, in quel periodo dell’anno i frutti diventano insipidi e molli! Frassino (Fraxinus excelsior): le foglie sono pennate, composte da 9-13 foglioline opposte, dentate e picciolate con lunghi apici. I frutti sono lungamente alati. Un tempo veniva piantato vicino alle case coloniche perché il fogliame serviva all’alimentazione del bestiame. Ottimo il legno di frassino per un’ampia varietà di prodotti, dai remi agli alberi delle imbarcazioni, dai manici di utensili ai bastoni per il gioco dell’hockey. Artemisia comune (Artemisia vulgaris): pianta comune lungo il ciglio stradale e ai margini dei campi. Le foglie di colore verde intenso sono pennatofide; la pagina superiore è glabra e di colore verde scuro, l’inferiore è coperta da corti peli bianchi e cotonosi. I capolini si trovano alla sommità di rami quasi eretti e fioriscono in agostosettembre. Trifoglio dei prati (Trifolium pratense): pianta comune nei prati in luoghi erbosi. Viene anche coltivata come foraggio. I capolini sono porporarossicci e fioriscono da maggio a settembre. Le foglie formate da 3 foglioline strette e appuntite hanno una tenue banda bianca che le attraversa. Sulle radici ci sono tubercoli contenenti batteri in grado di trasformare l’azoto presente nell’aria in sali minerali essenziali alla crescita delle piante. Per questo motivo il trifoglio viene usato sia come foraggio, sia interrato per arricchire il suolo. Ambrosia (Ambrosia artemisiifolia): è una pianta infestante fortemente allergenica, introdotta in Italia dal continente nordamericano qualche decina d’anni fa. Le foglie sono simili a quelle dell’artemisia comune, ma la pagina inferiore è verde. I fiori maschili giallo-verdi rilasciano in agosto-settembre grandi quantità di polline che viene trasportato dal vento. Balsamina ghiandolosa o orchidea dei poveri (Impatiens glandulifera): il nome scientifico (in latino "impaziente") e il nome comune di "touch-me-not" è dovuto alle capsule contenenti i semi che quando maturano, “esplodono" in caso di contatto, inviando i semi stessi a diversi metri di distanza (deiscenza esplosiva). È nativa dell’ Himalaya. Caprifoglio giapponese (Lonicera japonica): originario dell'Asia orientale. È una pianta rampicante che si attorciglia intorno a piccoli alberi. I suoi fiori profumatissimi sbocciano in maggiogiugno. In passato venivano usati per curare mal di testa e allergie. Secondo un’antica leggenda, i fiori portati nella stanza di una fanciulla, favorirebbero sogni d’amore. Strigoli o bubboli (Silene vulgaris): chiamato strigoli per il leggero suono stridulo che fanno le foglie quando si stropicciano tra le dita o anche schioppetti, per il rumore che fa schiacciando il fiore ancora in boccio. Raccolti prima che fioriscano, i germogli sono una tenera verdura, sia cruda in piccola quantità nelle insalate, che cotta in frittate, minestroni e risotti. Il nettare è in fondo al fiore e quindi vi arrivano bene gli insetti dalla lunga proboscide, come le farfalle notturne. I calabroni hanno imparato a estrarre il nettare dal fiore forandone la base con il pungiglione! Borsa del pastore (Capsella bursa –pastoris): cresce in terreni incolti; le foglie lobate crescono alla base del fusto formando una rosetta. Fiorisce tutto l’anno: i fiori bianchi si trovano all’apice del fusto. Probabilmente l'origine del nome è data dalla forma dei frutti della pianta, simili alle bisacce dei pastori contenenti il sale da dare alle pecore. Celidonia o erba da porri (Chelidonium majus): cresce nei boschi e lungo i muri. Viene considerata una indicatrice di composti azotati nel terreno. Le foglie lobate sono blu-verde alla base. Fiorisce da aprile a settembre. Il lattice arancione viene usato nella fitoterapia popolare per asportare verruche e porri. Vite bianca (Clematis vitalba): è una specie rampicante e infestante. Infatti, specialmente in associazione con i rovi, la vitalba crea dei veri e propri grovigli inestricabili a danno della vegetazione arborea che viene letteralmente aggredita e soffocata. Tali presenze sono infatti quasi sempre l'espressione di un degrado boschivo. . Tarassaco o dente di leone (Taraxacum officinalis): cresce nei prati e lungo i muri. Viene usato in cucina e nella farmacia popolare: la radice possiede proprietà depurative e digestive. Nella tradizione contadina è conosciuto come “piscialetto”, appellativo che suggerisce le proprietà diuretiche. È una pianta di rilevante interesse apistico, fornisce alle api sia polline sia nettare per la produzione di un ottimo miele. Si distingue una rosetta basale di foglie semplici, oblunghe e settate. Il gambo è cavo, glabro e lattiginoso, portante all'apice un'infiorescenza giallo-dorata, detta capolino. I frutti sono acheni, provvisti del caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino. Felce: le felci furono le prime piante vascolari (tracheofite) a diffondersi sulla Terra. Provviste di tessuti adibiti al trasporto e al sostegno, possiedono fusto, radici e foglie (cormofite). Le foglie in forma di fronde, portano sulla pagina inferiore delle masserelle nelle quali si sviluppano le spore, cellule mediante le quali si riproducono (pteridofite). Tali piante, infatti, non possiedono fiori e semi. Camomilla (Matricaria chamomilla): è una pianta erbacea annuale che si ritrova un po' ovunque d'estate ed è notoriamente conosciuta per le sue proprietà aromatiche. Il suo nome deriva dal greco "khamaimelon" formato da "chamai = “piccolo, nano" e da "mélon = mela" quindi "piccola mela", per il profumo che ricorda alcune varietà di mele. Forse non tutti sanno che è utile per le piante. Infatti il suo infuso accelera la fermentazione delle sostanze organiche per cui può essere utilizzato per preparare un fertilizzante naturale mescolandolo con terriccio e residui organici della cucina e del giardino. Carota selvatica (Daucus carota): è una pianta erbacea dal fusto verde appartenente alla famiglia delle Umbelliferae. La carota spontanea è diffusa in Europa, in Asia e nel Nord Africa. La carota orticola ottenuta dalla forma selvatica, è uno dei più comuni ortaggi, la cui radice è ricca di vitamina A (betacarotene), B, C, PP, D ed E, nonché di sali minerali e zuccheri semplici come il glucosio. Per questo motivo il suo consumo favorisce un aumento delle difese dell'organismo. La carota è molto usata in cosmesi perché antiossidante e ricca di betacarotene, perciò stimola l'abbronzatura previene la formazione di rughe e cura la pelle secca e le sue impurità.