di IRIS FONTANARI ra gli ortaggi che da sempre riscuotono grande successo in cucina si deve senz’altro annoverare l’asparago (Asparagus officinalis), una pianta spontanea perenne, probabilmente originaria delle regioni comprese fra il Mediterraneo e l’Asia Centrale, appartenente alla famiglia delle Liliacee. L’asparago coltivato proviene proprio dalla specie selvatica; il suo nome botanico deriva dal termine greco “asparagos” con il quale venivano indicati in genere tutti i germogli delle piante. Conosciuto e coltivato in Egitto già 6000 anni fa, fu poi introdotto in Grecia e in seguito anche in Italia e in Spagna. In un così lungo arco di tempo le varietà coltivate si sono andate molto differenziando, tuttavia le caratteristiche nutritive e curative, ben note ai medici greci e latini, sono rimaste del tutto simili. Al giorno d’oggi, come già al tempo delle antiche civiltà mediterranee, gli asparagi, selvatici o coltivati, sono molto graditi dai commensali sia come semplice antipasto o come primo delicato, sia come raffinato piatto di mezzo o come contorno. F Note botaniche e colturali L’asparago comune è una pianta erbacea provvista di un corto rizoma sotterraneo e di radici cilindriche e carnose. A questo insieme si dà il nome di zampa. Nella parte superiore delle “zampe”, in primavera, si producono i germogli (turioni) che, ingrossati e imbiancati, costituiscono la parte commestibile della pianta. I turioni, lasciati crescere, si trasformano in fusti erbacei, flessuosi, molto ramificati, alti ecc. In Europa il più comune è l’A. acutifolius, una pianta perenne sempreverde, dalle foglie aghiformi, molto diffusa nelle regioni mediterranee. Le molte varietà orticole oggi reperibili sul mercato derivano tutte dalla specie spontanea tuttora presente in natura nei terreni sabbiosi, lungo il greto dei fiumi e nei boschi dell’Europa centromeridionale, dell’Asia occidentale e dell’Africa del Nord. In Italia troviamo l’asparago allo stato selvatico un po’ ovunque, dal piano costiero a quello submontano, sia nelle Penisola che nelle Isole. La superficie complessiva destinata all’asparago in Italia è di circa 5000 ettari e le Regioni che ricoprono il ruo- fino a 150 cm. Le foglie vere e proprie sono piccolissime e ridotte a squamette; quelle che sembrano foglie sono in realtà dei rametti trasformati, detti cladodi, inseriti a gruppi di trenove all’ascella delle vere foglie. I fiori sono penduli, piccoli, di colore verdastro e hanno la forma di una campanula. I frutti sono bacche carnose rosse contenenti da 1 a 4 semi neri. La specie selvatica presenta diverse varietà: l’Asparagus officinalis, dal quale deriva la specie coltivata, l’A. tenuifolius, l’A. acutifolius, l’A scaber lo più importante in questa coltura sono l’Emilia-Romagna e il Veneto. L’asparago potrebbe prosperare in tutte le nostre Regioni, perché è una pianta resistente sia ai freddi che alla siccità; esso, inoltre, ama la piena luce e l’esposizione a meridione. Il terreno più adatto è quello sciolto o di medio impasto, molto permeabile, anche se non molto profondo. La piantagione si effettua generalmente in primavera, mentre la preparazione del terreno si fa durante l’autunno e consiste in ORTO E DINTORNI n TERRA TRENTINA IL GUSTOSO ASPARAGO 45 ORTO E DINTORNI TERRA TRENTINA 46 un’aratura profonda e in un’abbondante concimazione a base di letame e concimi minerali. Le varietà coltivate si dividono in due grandi gruppi: quello dell’asparago verde o comune, con i turioni sottili e appuntiti dal sapore gradevolmente amarognolo, e quello dell’asparago bianco d’Olanda, con turioni molto grossi, punte tondeggianti e colore bianco sfumante nel violetto, dal sapore più dolce. Esistono anche molte specie di Asparagus che vengono coltivate nei giardini a scopo ornamentale, sia per il fogliame sempreverde, sia per le bacche rosse o violacee. Ad esempio l’A. plumosus, o “asparago felce” con fusto eretto e ramificazioni simili a piume a causa delle numerosissime e sottilissime “foglioline” (cladodi); l’A. sprengeri, coi rami principali lunghi e pendenti e cladodi lineari, simili alle foglie dell’abete; l’A. asparagoides, con fusto rampicante, i cui rami larghi 1-2 cm, assomigliano a foglie. Proprietà e usi. I germogli dell’asparago si consumano giovani; benché contengano un’alta percentuale di acqua, essi hanno tuttavia un gran numero di sostan- ze nutritive. Accanto ad una modesta quantità di grassi, proteine e zuccheri, troviamo molti minerali fra cui potassio, calcio, fosforo e magnesio; sono presenti anche le più importanti vitamine, in particolare la C, e amminoacidi fra cui l’asparagina. Il sapore appetitoso dell’asparago è probabilmente dovuto ad un composto solforato, detto metil-mercaptano, che dà anche un odore caratteristico alle urine di chi lo consuma. Le proprietà dell’asparago, a causa dell’alta percentuale di potassio, sono soprattutto diuretiche; esso è perciò utile a chi soffre di idropisia, ma è sconsigliabile ai sofferenti di gotta, di infiammazioni renali o di reumatismi. Lo stesso uso culinario esercita una sensibile azione diuretica. In medicina si usano soprattutto le radici, lavate ed essiccate al sole o in forno (non superare i 35 ). Il decotto (gr. 40 in un litro d’acqua), nella dose di tre bicchieri al giorno, è aperitivo, diuretico e dimagrante. In cucina gli asparagi lessati entrano in numerose ricette, tutte eccellenti. È bene ricordare che, per sfruttare al massimo le sue proprietà terapeutiche, l’ortaggio va consumato in minestre nelle quali sia adoperato tutto il brodo di cottura. In questo modo verrà conservato anche tutto il suo caratteristico aroma. Una ricetta da noi molto in uso, soprattutto in occasione delle scampagnate pasquali, è l’insalata di uova sode ed asparagi. Dopo aver mondato e lessato gli asparagi, si scolano e si lasciano raffreddare. Nel frattempo si fanno rassodare le uova, quindi si sgusciano e si tagliano a spicchi. Si sistemano poi gli ingredienti sul piatto di portata e si condiscono con olio d’oliva, aceto, sale, pepe. In Toscana si usa aggiungere anche della mozzarella ben sgocciolata e affettata, disposta a piacere sopra gli asparagi e frammista alle uova. Gli asparagi si possono conservare al naturale e sott’aceto, ma si possono anche riporre nel freezer dopo averli sbollentati nell’acqua per alcuni minuti.