Santa Margherita • La chiesetta risale probabilmente al XII sec. ed è stata scavata sulla parete di una piccola “lama”. Le pareti della cappella sono ricoperti da innumerevoli affreschi tra questi San Michele Arcangelo, due raffigurazioni di Santa Margherita, una Vergine allattante ed un paio di rappresentazioni della sacra maternità. La vegetazione della macchia deve poter superare lunghi periodi di siccità e alte temperature per questo è costituita da alberi e arbusti dotati di foglie resistenti piccole, di spine, radici profonde e corteccia spessa; accorgimenti che le rendono capaci di tollerare i venti salmastri che soffiano dal mare. Tuteliamo il nostro Patrimonio Attraverso la conoscenza delle specie esistenti, la protezione di quelle in via di estinzione e la ricerca e riscoperta di quelle rare è possibile fare un piano di recupero sostenibile. Alcune piante della Macchia Mediterranea …presenti nel nostro territorio “Un’emozione in un bosco a primavera può insegnarci di più sull’uomo, di più sul bene e sul male di quanto possano tutti i sapienti.” W. Wordsworth, Il Rovescio della Medaglia. Carrubo E’ un albero sempreverde dal tronco spesso gigantesco e dalla folta chioma che riesce a raggiungere in alcuni esemplari dimensioni maestose. I frutti noti come carrube, sono lunghi fino a 25 cm. e larghi 3,5 cm. e contengono all’interno semi duri e lucenti. Gli arabi chiamavano i semi del carrubo ‘carati’ (‘khirat’), essi ne avevano individuato la particolare caratteristica di avere sempre un peso costante (1/5 di grammo), per questo li utilizzavano come unità di misura delle pietre preziose. Le carrube assumono a maturità una colorazione marrone scuro ed hanno un sapore dolce ed aromatico. PINO D’ALEPPO: Pinus halepensis Albero alto circa 15-20 m., molto resinoso, tronco diritto, spesso contorto; corteccia liscia grigio cenerina da giovane poi bruno rossastra, fessurata e screpolata profondamente. Foglie (aghi) lineari riuniti in fascetti di due di colore verde chiaro, sottili, non rigidi, con margine finemente dentato, di solito persistenti due anni. I frutti (strobili) sono solitari, a volte appaiati, e rivolti verso il basso con peduncolo legnoso breve, di colore rosso scuro. Ha grande capacità di rinnovarsi dopo il passaggio del fuoco grazie al fatto che gli strobili restano chiusi sulla pianta per più anni, aprendosi contemporaneamente per il calore dell'incendio, seminando abbondantemente il terreno. BAGOLARO : Celtis australis La vigorosa crescita del suo apparato radicale gli è valsa l'attribuzione del nome spaccasassi, perché è in grado di penetrare e frantumare anche i massi più grossi. Il Bagolaro fiorisce tra aprile e maggio e produce dei frutticini eduli, dal sapore dolciastro, che a maturazione divengono scuri. Gli uccelli ne vanno ghiotti Leccio Il leccio è una pianta assai longeva potendo superare i 1000 anni e per questo ha un accrescimento molto lento. I boschi di leccio sono ombrosi e per questo i Greci lo collegavano con le divinità legate alla morte. Una leggenda vuole che il legno della croce di Cristo fosse di leccio. L'etimologia di ilex deriva dal celtico: punta, con riferimento all'orlo delle foglie. Attualmente è utilizzata a scopo ornamentale grazie alle sue caratteristiche di rusticità, resistenza all'inquinamento e alle frequenti potature. Cisto Rosso Anticamente dalla resina di questa pianta veniva tratto il LAUDANO, una sostanza con poteri sedativi e balsamici che aveva grande importanza nella composizione di medicine e rimedi farmaceutici. I greci solevano raccogliere la resina del cisto dal vello lanoso delle capre che pascolavano lungamente nelle distese di cisto. Salvia La Salvia è un arbusto cespuglioso e sempreverde che cresce in tutto il bacino del Mediterraneo, specie in luoghi aridi e calcarei. Tutta la pianta sprigiona un forte odore canforato penetrante, dovuto all'olio essenziale che la Salvia contiene. E’ utilizzata come pianta aromatica in cucina e, come spesso accade in questi casi, ciò è giustificato non solo per il gustoso aroma che conferisce ai cibi, ma anche da alcune sue proprietà officinali: è molto utile per facilitare la digestione. Rosmarino Una romantica quanto improbabile leggenda racconta che la regina Isabella d'Ungheria, vissuta nel 1300, ormai settantaduenne, malata di gotta, ricevette da un angelo la ricetta di una meravigliosa lozione di bellezza e salute. Dopo averla usata, la regina diventò sempre più bella e più giovane, tanto da essere chiesta in sposa dal re di Polonia. La lozione miracolosa, passata alla storia con i nomi di "Acqua della Regina Isabella" e "Liquore di Bellezza", altro non era che un distillato di rosmarino! Alloro L'alloro, oltre ad essere una pianta aromatica, possiede proprietà digestive ed antisettiche. Questa specie ha origini simboliche consolidate nel mito greco e latino a dimostrazione della gloria. Il termine laurea, deriva proprio da essa. La pianta era dedicata al dio Apollo; a Delfi si celebravano i giochi Pitici ed ai vincitori si offrivano corone di lauro. Francesco Petrarca fu incoronato al Campidoglio con fronde di lauro per aver dedicato alla pianta apollinea alcuni sonetti. Asparago L’Asparago pungente o Asparago spinoso è una pianta formante cespugli ramosissimi che si sviluppano da rizomi sotterranei striscianti; a maturità diventa legnosa ma con fusti giovani che si sviluppano in altezza diventando simili a liane che si abbarbicano alle piante vicine. L’assunzione di asparagi selvatici porta con se una sgradevole conseguenza assai curiosa: nell'organismo, dopo il consumo alimentare si forma un metilcaptano, sostanza che viene eliminata attraverso le urine, conferendo loro un caratteristico odore penetrante e sgradevole! Corbezzolo Utilizzata anche a scopo ornamentale predilige terreni subacidi e soleggiati. Anticamente il corbezzolo era ritenuta pianta che respingeva dalle case le streghe. Durante il Risorgimento il corbezzolo divenne simbolo dell’ unità nazionale per la compresenza del verde (le foglie), del bianco (i fiori) e del rosso (i frutti). “Ne mangio uno soltanto” : non bisogna esagerare e cedere in tentazione data la gradevolezza dei suoi frutti che se mangiati in quantità eccessiva danno un senso di nausea e stitichezza. Ombelico di Venere Nasce nei muri umidi, nei luoghi ombrosi, dove fiorisce da febbraio a giugno. Le foglie carnose, circolari, depresse al centro sono all’origine del nome “volgare”. I fiori, da bianco verdastri a rosati, si presentano in una lunga, caratteristica spiga.