Ficus Bonsai - Come Curare Un Bonsai

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Debby Carosi
Presenta
Ficus Bonsai:
Le 5 Tecniche da Bonsaisti Esperti
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Descrizione
Il genere Ficus appartiene alla famiglia delle Moracee e comprende circa 600 specie
diffuse in tutti i continenti.
Generalmente presentano fusto con corteccia liscia di colore chiaro, foglie semplici od
alterne con margine lineare o, in alcune varietà, lobato, di colore verde: fiori e frutti in
infiorescenze dette a siconio (tipico esempio di siconio è dato dal ficus domestico – ficus
carica).
La particolarità del ficus è costituita dal succo lattiginoso che fuoriesce da incisioni su
tronco e su rami.
Varietà
Ficus Superba Ming
Chiamato anche ficus excelsa, è un albero di grossa mole, come il retusa produce radici
aeree, presenta un fusto di colore marrone con lego duro, ha foglie lanceolate,
appuntite, coriacee e di colore verde intenso.
Ficus Formosa
Questa essenza risponde alle caratteristiche generali della famiglia, è diffuso il suo
utilizzo nelle coltivazioni bonsai per una sua caratteristica tipica: le foglie piccole e
rotondeggianti.
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Ficus Religiosa
Originario dell'India è così chiamato poiché coltivato, come pianta ornamentale, attorno
ai templi buddisti. È un albero ad alto fusto, chioma espansa con foglie lanceolate e
punta allungata, i frutti sono di piccole dimensioni raggruppati nei rametti più giovani.
Anch'esso sviluppa radici aeree e rientra nella categoria dei necat-plantas.
Ficus Benjamin
Originario dell'India e dell'Asia Sud-Orientale è comunemente noto come “Salice di
Ceylon”. Pianta da appartamento per antonomasia, il ficus benjamin in natura può
raggiungere più di 30 m di altezza con una palese caratteristica: i rami si sviluppano
disordinatamente dando all'insieme una forma irregolare. Per contro si presta bene alla
potatura. Le foglie sono piccole, ovate ed appuntite all'estremità. Similmente ad altri
ficus emette robuste radici aeree.
Ficus Elastica
È originario delle regioni temperate dell'Himalaya; nel suo ambiente può raggiungere
dimensioni colossali, con foglie grandi, persistenti, di forma ovata e di colore verde
semi-lucido sulla pagina superiore. Esiste la varietà Ficus Elastica Variegata con
screziature grigiastre sulla lamina fogliare. Produce grosse radici aeree. Questa specie di
ficus non è molto interessante nella coltivazione bonsai ma è nota per il tipo di gomma
che si produce con il suo lattice (Caoutchou dell'Assan).
Ficus Lyrata
La sua origine non è certa e viene indicata (secondo due teorie) o in Cina o nell'Africa
Occidentale. Deve il suo nome alla forma della foglia che ricorda lo strumento musicale.
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Gli Stili Bonsai
In questa forma d'arte, i luoghi geografici a cui appartenevano i maestri dettavano
differenti modelli estetici da seguire, dando vita così ai diversi stili che non
rappresentano schemi rigorosi bensì indicazioni su cui sviluppare progetti aperti a
svariate interpretazioni, sempre legate all'armonia espressa dalla natura.
Il Ficus, per le sue caratteristiche (densità della chioma, tronco sinuoso e robustezza
radicale) ben si adatta principalmente a tre stili:
1. Eretto Casuale
2. Tronco Multiplo
3. Stile su Roccia
Nello stile ERETTO CASUALE si valorizza la sinuosità del tronco; i rami, avendo fronde
arrotondate, danno all'insieme un movimento armonico.
TRONCO MULTIPLO: in natura è la forma più comune; dal tronco principale (che non sarà
mai al centro del vaso) dipartono altri fusti più bassi, leggermente rivolti verso l'esterno
come tutte le ramificazioni secondarie.
Nello STILE SU ROCCIA viene valorizzata la vigoria dell'apparato radicale, si possono
usare rocce relativamente alte, ma arrotondate, così come in natura.
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1 . Tecniche di Propagazione
Le tecniche che consentono buoni risultati in minor tempo sono:
•
la talea
•
la margotta
•
la talea da radici
•
la lavorazione di piante da vivaio.
Si esclude la propagazione per seme in quanto richiede tempi molto lunghi ed una
notevole esperienza, nonché un'adeguata attrezzatura.
La Talea
Consiste nel prelevare rami semi-lunghi (che hanno appena iniziato il processo di
lignificazione) della lunghezza di 8-10 cm dotati di circa 6-8 foglie. Operando un taglio
di 45°.
Questa operazione, per tutte le varietà di ficus, si effettua nei mesi di Maggio e Giugno;
in cassone a letto caldo è realizzabile anche in autunno.
In primo luogo devi prelevare il semenzaio utilizzando un terriccio a base di sabbia di
fiume 40%, compost (frutto del compostaggio di residui vegetali, letame bovino, enzimi
e silice in quarzo) 40% e 20% di ghiaia per favorire un buon drenaggio.
Dovrai utilizzare un vaso, se le talee sono poche, oppure un cassone, se le talee sono
molte.
Procederai poi, eliminando dalle talee la parte apicale troppo tenera e la parte basale
troppo dura; applica sulle ferite basali degli ormoni radicanti per favorire l'emissione
rapida di radici avventizie; ora sei pronto ad impiantare le talee nel contenitore (meglio
se basso e largo) in posizione inclinata di 45° alla distanza di 4-5 cm l'una dall'altra.
Il contenitore andrà coperto con nylon o vetro evitando che la copertura tocchi le talee.
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Dopo tre settimane la copertura va rimossa portando gradualmente al sole le giovani
piantine: a seguito della rimozione della copertura, il terreno si asciugherà più
velocemente rendendo necessario un maggior apporto idrico (senza infradiciarle) sia sul
terriccio che sulla parte aerea tramite nebulizzatore.
Per tuta la durata dell'anno non andranno mai potate. Nella primavera successiva dovrai
rinvasarle su contenitori individuali operando al contempo la potatura e la
defogliazione, se le foglie sono troppo grandi.
A causa della rapida crescita radicale del ficus, è opportuno utilizzare vasi piatti e
larghi, che favoriscono lo sviluppo in orizzontale delle radici stimolando la crescita della
talea.
La Talea da Radice
È possibili propagare l'essenza del ficus con una talea ricavata dalle radici (di
considerevoli proporzioni) scartate durante un rinvaso di un esemplare di vivaio.
Si eliminano parte dei peli radicali e si impianto in vaso ancorandola con tiranti.
Margotta
Questa tecnica di propagazione sfrutta la capacità dell'organismo vegetale di
trasformare, se sollecitato, la differenziazione delle cellule meritestematiche del
cambio (tessuto vegetale situato tra legno e libro che prolifera permettendo alla radice
e al fusto di accrescersi tramite la formazione di nuovo legno all'interno e nuovo libro
all'esterno) e quindi favorire la formazione di radici avventizie da parte del tronco o dei
ami; il tutto ovviamente in circostanze adeguate.
Procederai praticando due incisioni circolari, parallele tra loro ad una distanza di circa
3-5 cm, su un ramo a sul fusto, asportando (dopo un'incisione verticale) l'anello di
corteccia racchiuso tra le due incisioni circolari.
Per creare l'ambiente idoneo alla proliferazione di radici avventizie applicherai alla
ferita degli ormoni radicanti e ricoprirai il tutto con sfagno saldato al ramo tramite un
avvolgimento con nylon trasparente.
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Un altro avvolgimento di nylon nero garantirà l'oscurità necessaria alla proliferazione
radicale mentre il nylon trasparente consente di verificare lo stato di sviluppo senza
perdere l'avvolgimento.
Lo sfagno va bagnato regolarmente utilizzando una siringa.
Quando la consistenza del pane radicale è adeguata (3-4 settimane) asporterai il ramo
margottato e lo impianterai in un vaso da coltivazione, in terriccio composto da 60% di
Akadama, 20% di compost e 20% di sabbia grossa di fiume.
Il moncone che presenta delle nuove radici, sotto l'inserzione dovrà essere asportato
durante la prima operazione di rinvaso.
Il periodo ottimale per la realizzazione della margotta è, come per la maggior parte
delle cure specializzate, quello primaverile, quando l'attività vegetativa è maggiore.
È inoltre possibile, nel ficus, effettuare una particolare margotta che ha lo scopo di
stimolare la crescita delle radici aeree sui rami.
Si attua asportando un piccolo cuneo dalla zona scelta del ramo e ci si applica del filo di
rafia ancorando l'estremità posta al terreno mediante una forcina metallica; avvolgi il
filo attorno al punto d'incisione con lo sfagno dopo di che si riveste il tutto con nylon
nero.
Questa “margotta allungata” deve mantenere costantemente un buon grado di umidità;
quando le radici avranno raggiunto il terreno, seguendo la traccia del filo di rafia e dello
sfagno, ed iniziano ad ingrassare, potrai tagliare la protezione di plastica.
Sia lo sfagno che la rafia non andranno rimossi ma dovrai attendere il loro naturale
degrado.
Per il medesimo scopo è anche possibile operare con un innesto per approssimazione
effettuato con radici raccolte durante un rinvaso.
Piante da Vivaio
L'importazione e la riproduzione dei numerosissimi generi di Ficus è una pratica ormai
comune a tutti i vivai italiani, permettendo così una vasta gamma di scelta
comprendente anche esemplari annosi.
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Il materiale di partenza viene scelto in rispondenza ai canoni richiesti per l'educazione
nei vari stili.
Generalmente si richiede una buona conicità del fusto, una bassa ramificazione (per
accelerare i tempi di formazione) e un apparato radicale sano e ben sviluppato.
Le piante in vivaio vengono commercializzate essenzialmente in due forme.
La prima con numerosi giovani piante nel medesimo contenitore, la seconda con giovani
piantine di diversi spessori e altezze, piantate in contenitori individuali.
Nel primo caso puoi avere un buon materiale di partenza per realizzare uno stile a
tronco multiplo poiché, rinvasando il gruppo in un contenitore via via più grande,
permetterai alle radici di incrociarsi e fondersi tra loro dando vita ad una base in
comune.
Taglierai poi i fusti a varie altezze, considerando che i più alti dovranno avere un
diametro maggiore e mantenendo un ramo per fusto a sostituzione dell'apice
capitozzato.
Un ulteriore accorgimento è quello di dirigere i vari apici verso l'esterno onde evitare
che le chiome si incrocino e per conferire maggiore naturalità.
Spesso il pane radicale, nelle piante commercializzate in vivaio, è avvolto in una retina
di plastica che devi ricordare di togliere al più presto.
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2 . Tecniche di Modellatura
Per tecniche di modellatura si intendono quegli interventi quali l'applicazione del filo, la
potatura, il rinvaso e qualsiasi altra operazione che determini la realizzazione del
bonsai.
Potatura dei Rami
Il periodo ottimale per questa operazione è la primavera; per eseguirla è necessario
disinfettare gli utensili di lavoro, poiché potenziali vettori di agenti patogeni.
La potatura deve sì garantire l'armonia estetica del bonsai ma deve anche rispondere
alle sue esigenze fisiologiche.
Va infatti considerato che il legno del ficus è generalmente tenero e fibroso per cui le
grosse cicatrici tendono ad imputridire al centro: ecco perché le cicatrici risultate dalla
potatura di rami aventi il diametro maggiore di 1/3 di quello del fusto, difficilmente
rimargineranno.
Nelle piante da lungo tempo in vaso risulta difficoltoso modellare i rami.
Per rendere meno traumatica la potatura dovrai procedere facendo un taglio obliquo che
permetta all'acqua di scivolare lungo la superficie di taglio (in modo da evitare la
formazione di funghi), inoltre dovrai applicare sulla ferita del mastice cicatrizzante di
origine naturale composto da Propoli, letame bovine, silicato di potassio, silice e un
complesso enzimatico (che ha anche azione stimolante).
La scelta dei rami da asportare rappresenta uno dei momenti fondamentali nella
valorizzazione della personalità della pianta.
Dei parametri per favorire la scelta sono:
•
•
•
•
•
i rami che si incrociano tra loro o con il fusto;
i rami che crescono verso l'interno;
i rami che crescono alla stessa altezza:
i rami che non sono conici;
i polloni e i succhioni.
Si deve comunque garantire l'accesso alla luce all'interno della chioma, altrimenti i rami
interni seccherebbero.
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Prima di accorciare un ramo, devi accertarti di avere un germoglio sotto la zona di
taglio: questo per creare un nuovo apice e per garantire una ramificazione nel caso di
ritiro di linfa.
Potatura dei Germogli o Pinzatura
Lo scopo di questa operazione è quello di ridurre la dominanza apicale garantendo così
l'infoltimento della chioma e la riduzione degli internodi (zona tra due nodi fogliari).
Riduci la porzione verde dei nuovi germogli lasciando 2-3 foglie.
Nei ficus, questa tecnica si può applicare in tutto il periodo dell'anno, in quanto la
crescita della pianta è continua.
Defogliazione
Questa tecnica permette di ridurre la dimensione della lamina fogliare attraverso la
simulazione della stagione invernale; consiste nell'asportare tutte le foglie tagliandole a
metà del picciolo ed eliminando le gemme apicali.
Il picciolo in seguito cade senza danneggiare le gemme dormienti sottostanti che,
risvegliandosi, formano una nuova vegetazione più fitta e di dimensioni ridotte.
Dopo tale operazione l'albero deve ricevere piena luce stimolando una più rapida
germogliazione.
Non dimenticare di ridurre l'apporto idrico in quanto l'attività evapo-traspiratoria è
molto ridotta.
Il periodo ottimale per questa operazione va da Giungo a Luglio.
Applicazione del Filo
Il ficus è facilmente modellabile. L'applicazione del filo metallico però è abbastanza
rischiosa in quanto, in un tempo molto breve, il filo può incidere la corteccia.
Per questo è preferibile conferire l'aspetto estetico più adeguato alla piantina,
utilizzando dei tiranti.
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Costruisci intorno al vaso un “telaio” di corda dove successivamente ancorerai i tiranti;
questi, passando dal ramo e ancorati al telaio precedentemente costruito, verranno
accorciati progressivamente, provocando l'abbassamento del ramo fino all'altezza
desiderata.
Ti consiglio di collocare un pezzo di plastica dove il filo del tirante entra in contatto con
la corteccia per evitare segni e tagli che si rimarginerebbero lasciando segni indelebili e
brutti.
Rinvaso
Questa tecnica ha un'importanza vitale per la pianta: essa consiste nel ridurre l'apparato
radicale (tramite potatura), nel cambiare il terriccio ed eventualmente nel sostituire il
vaso con uno di maggior capienza (1 – 1,5 cm in più).
La pianta, sviluppando il suo apparato radicale, tende a riempire progressivamente lo
spazio disponibile nel vaso.
A questo segue un compattamento del terriccio con conseguente scarsa areazione e
ristagni di acqua che possono facilmente causare marciscenza delle radici.
Ecco che la lenta penetrazione dell'acqua nel terriccio è il segnale che ti sta avvisando
della necessità di procedere al rinvaso.
Generalmente il rinvaso si compie ogni anno nelle piante giovani, ogni due in quelle più
vecchie. Questo viene determinato dalla diversa vigoria e velocità di accrescimento
delle radici nelle diverse età.
Il periodo migliore nel quale operare il rinvaso è alla ripresa vegetativa (Aprile).
Togli la pianta dal vaso senza esercitare alcuna forza sulla piante (se necessario rompi il
vaso) e, con l'ausilio di un bastoncino o di un rastrellino, togli tutta la terra trattenuta
dalle radici, facendo bene attenzione a non strapparle e romperle.
Dopo aver districato le radici, dovrai ridurle di circa 1/3 della loro lunghezza: le radici
più grosse verranno tagliate maggiormente.
Dopo aver eseguito il taglio di accorciamento delle radici, applica le reticelle ai fori di
drenaggio del nuovo vaso; distribuisci un sottile strato di terriccio e ghiaino sul fondo e
poi, ancorandolo con del filo, reimpianta l'essenza nella nuova collocazione.
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Aggiungi poi nuovo terriccio e, aiutandoti con il bastoncino, fallo penetrare verso il
fondo del vaso ed in tutte le parti.
Nello stesso momento devi sfoltire la superficie fogliare oppure puoi applicare un
antitraspirante (il più indicato, di origine naturale, è ottenuto dalle resine di pino) in
modo da consentire il ristabilirsi dell'equilibrio tra superficie aspirante e superficie
traspirante della pianta.
Durante il rinvaso le radici aeree, se sono giovani, possono essere spostate nella
posizioni che desideri.
Per favorire la loro crescita occorre ridurre la concimazione e al loro appassire, puoi
pilotare la direzione, intubandole in cannucce di plastica.
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3 . I Vasi
Bonsai significa letteralmente albero coltivato in vaso: pertanto non si può parlare di
bonsai senza considerare l'elemento “vaso”.
Albero e vaso non possono venire giudicati separatamente in quanto è la loro armoniosa
fusione a determinare l'equilibrio estetico del bonsai.
I tipi di vaso sono molteplici, per il Ficus, che, come abbiamo già evidenziato, ben si
adatta allo stile eretto casuale, tronco multiplo e su roccia.
A seconda dello stile dell'alberello, sceglieremo rispettivamente un vaso rettangolare,
rotondo o ovale, ovale colorato.
Normalmente per il ficus si usano vasi colorati preferibilmente di ceramica poiché
consentono una migliore areazione.
Il rapporto tra le altezze del vaso e dell'albero conferisce equilibrio; l'altezza del vaso
viene determinata il vaso alto è idoneo per fusti grossi con vegetazione voluminosa.
Tutto ciò, oltre ad essere dettato da esigenze di carattere estetico, deve rispondere alle
esigenze fisiologiche della pianta: se se poni literati in un vaso troppo alto, può
facilmente accadere che questi, invigorendo troppo, perdono l'aspetto annoso; se poni
invece un grosso fusto in un vaso troppo grande è facile che i rami della pianta si
secchino.
Sempre per mantenere il giusto equilibrio tra vaso e pianta, utilizza vasi nuovi per
piante giovani e vasi vecchi per piante attempate.
Ovviamente un vaso molto bello abbinato ad una pianta mediocre non favorisce il giusto
equilibrio.
La scelta del vaso viene quindi ad assumere un ruolo determinante nell'espressione
artistica dell'insieme.
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4 . Tecniche di Mantenimento
Le tecniche di mantenimento comprendono le operazioni indispensabili pe garantire la
salute del bonsai.
In questo capitolo analizzerò con te l'annaffiatura, l'esposizione, la concimazione, i
terricci da utilizzare.
Ti anticipo fin da subito che nell'ultimo capito analizzeremo insieme la patologie cui il
ficus dimostra sensibilità
Annaffiatura
Non esiste un momento preciso in cui effettuare l'annaffiatura in quanto è influenzato
dall'ambiente in cui la pianta si trova.
Come linea generale per il Ficus, nei mesi invernali si riduce l'apporto idrico, facendo
asciugare il terreno tra un'innaffiatura e l'altra poiché eccessi di acqua provocano una
caduta precoce delle foglie, mentre nei mesi più caldi si annaffia abbondantemente
evitando però ristagni.
In entrambi i periodi è buona cosa nebulizzare frequentemente la parte aerea.
Nel caso l'apporto idrico, cessi per lungo tempo, può insorgere il famigerato “colpo di
secco”, riconoscibile in quanto le foglie, al tatto, risultano disidratate.
Per riequilibrare l'attività evapo-traspiratoria della pianta è necessario applicare un
antitraspirante di origine naturale a base di resine di pino e silicato di potassio. In
abbinamento fornisci gradualmente un normale apporto idrico.
Sono assolutamente sconsigliati e comuni sottovasi perché determinano ristagno di
acqua con conseguente ipossigenazione del terreno, elementi che favoriscono la
marcescenza delle radici.
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Terriccio
Il terriccio ideale per la coltivazione dei ficus è comporto dal 50% di Akadama, 20% di
Compost (frutto del compostaggio di letame e residui vegetali con l'aggiunta di preparati
biodinamici), 15% di torba e 15% di sabbia e ghiaino.
Questo impasto garantisce un ottimo drenaggio e l'apporto di tutti gli oligoelementi utili
alla tua piantina.
Concimazione
Per garantire un apporto nutrizionale corretto ti consiglio di utilizzare concimi organici a
lenta cessione e la nebulizzazione nei mesi primaverili di una miscela di ortiche
combinate con particolari gruppi enzimatici.
Un efficacissimo concime organico è quello dato da un impasto di farina di ossa, carne,
alghe atlantiche e quarzi di silice.
Si utilizza racchiusa in sacchetti di tela a maglia fine da posizionare sul terriccio e da
bagnare ad ogni innaffiatura.
Esposizione
Il ficus, per la sua origine tropicale, necessita di un tasso di umidità abbastanza elevato
con temperature tra i 16° e i 20°, in una posizione luminosa ma non a diretto contatto
con i raggi solari durante le ore più calde; all'interno è da preferire una posizione vicina
ad una finestra orientata ad ovest.
All'esterno la pianta deve assolutamente essere protetta dal vento.
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5 . Patologie: Prevenzione e Cura
Il Ficus è un'essenza molto resistente che ben si adatta a vari ambienti; risulta però
sensibile a patologie
di origine batterica con caduta precoce delle foglie,
di origine micotica come la ruggine e la muffa grigia
e attacchi parassitari in particolare del ragnetto rosso.
Caduta Precoce delle Foglie
Causata da vari batteri è facilmente riconoscibile poiché le foglie cadute hanno un
aspetto sano.
Per prevenire e curare questa patologia si ricorre ad un prodotto fornito dalle api: il
Propoli.
Le api raccolgono varie resine che le conifere ed altre essenza secernono a protezione
delle gemme apicali; a queste aggiungono le secrezioni salivari, producendo una pasta
odorosa che viene utilizzata come disinfettante, stucco e mummificante.
Questa pasta mineralizzata e sciolta in una soluzione idroalcoolica dà vita ad un
prodotto dalle spiccate qualità antibatteriche, nonché disinfettanti e fitostimolanti.
Ruggine e Muffa Grigia
In caso di infezioni funginee dovrai applicare, a mezzo nebulizzazione, una miscela
composta da zolfo ventilato, alghe lithotamnie, bentonite ed enzimi.
Questa miscela oltre a garantire un'efficace terapia, ha anche azione preventiva e non
presenta l'effetto rinforzante della luce, che causa bruciature sulla lamina fogliare,
come accade con l'uso di prodotti di sintesi.
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Ragnetto Rosso
Questo parassita con apparato boccale succhiatore fa la sua comparsa a temperature
superiori ai 20°.
A livello preventivo il macerato di ortica in combinazione con enzimi, liberando l'acido
formico contenuto nei peli urticali dell'ortica, si rivela molto efficace.
In caso di infestazione, nebulizza con prodotti a base di Quassio.
ALCUNE TRA LE PIU' COMUNI PATOLOGIE VEGETALI
Sintomi
Causa
Prevenzione
Terapia
Caduta di germogli e Funghi del Germoglio Farina di Basalto e
clorosi bruno-nere
Assenzio sparsi sul
alla base dello stelo.
terreno
Nebulizzare
Equisetum Arvense in
combinazione con
Zolfo Ventilato,
Alghe Litotamie ed
Enzimi
Punti farinosi sulle
foglie.
Strato di funghi
sopra e sotto le
foglie che seccano.
Equiseto nel suolo.
Arieggiare molto le
piante in serra
Nebulizzare
Equisetum Arvense in
combinazione con
Zolfo Ventilato,
Alghe Litotamie ed
Enzimi
Strati superficiali di Muffa Grigia
muffa.
Chiazze rosso-brune
su foglie e frutti che
in parte
mummificano.
Farina di Basalto
Nebulizzare
Equisetum Arvense in
combinazione con
Zolfo Ventilato,
Alghe Litotamie ed
Enzimi
Chiazze brune
irregolari
inizialmente solo
sulla punta delle
foglie, nella parte
inferiore funghi
biancastri.
Marciume della
foglia
Farina di Alghe
sparsa sul terreno
Timo Equiseto, Zolfo
Ventilato, Silice in
Quarzo, Enzimi:
nebulizzare per tre o
quattro volte.
Avvizzimento delle
foglie.
Varie specie di Afidi
Nebulizzare
macerato di ortiche
Nebulizzare polvere
di Quassio in
Oidio
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Piegatura dei
germogli.
Deperimento
generale.
con Enzimi
combinazione con
Enzimi
Caduta precoce delle Varie specie di
foglie prive di clorosi batteri
o avvizzimento
Nebulizzare con
Propoli
Nebulizzare con
Propoli
Deformazione della Vari tipi di Virus
lamina oppure
striature di tonalità
più chiara sulle
foglie oppure necrosi
diffusa di forma
circolare
Nebulizzare
soluzione Bio-3
(concime fluido
azotato)
Nebulizzare
soluzione Bio-3
(concime fluido
azotato)
Come Leggere la Scheda di Coltivazione
Esposizione
A → interno luminoso
B → ombra
C → mezz'ombra
D → pieno sole
Annaffiatura
G → normale
H → abbondante
Concimazione
I → concimare
Potatura Germogli
L → potare
Potatura Rami
L → potare
Applicazione Filo
M → applicare
Rinvaso
N → rinvasare
Fioritura
O → presenza di fiori
Fruttificazione
P → presenza di frutti
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Scheda di Coltivazione del Ficus
Gen
Feb
Mar Apr Mag Giu
Lug Ago Set Ott Nov Dic
Esposizione *
A
A
A
A
C
C
C
C
C
A
A
A
Annaffiatura *
G
G
G
G
G
G
H
H
G
G
G
G
I
I
I
I
I
I
L
L
Concimazione *
Potatura Germogli
Potatura Rami
L
L
L
L
L
L
L
L
L
L
L
L
Applicazione Filo
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
M
N
N
N
Rinvaso
Fioritura *
O
O
* I lavori colturali esposti nelle tabelle si basano su una situazione climatica “media”:
sarà tuo compito valutare le caratteristiche climatiche della tua zona per anticipare o
ritardare i vari interventi.
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