L’inversione termica L’aria viene riscaldata dal calore del suolo: più ci si allontana dal suolo salendo verso l’alto, più la temperatura dell’aria diminuisce. La diminuzione è minore nell’aria umida (6-8 °C ogni 1000 m) e maggiore nell’aria sempre più secca (8-10 °C/1000 m). Normalmente quindi i gas e i fumi che provengono dalle fabbriche, veicoli o impianti di riscaldamento salgono lentamente verso l’alto e si diluiscono negli strati superiori. Se la notte è stellata, senza nuvole e in assenza di vento, specie se si forma un poco di nebbia (tipica delle zone di pianura lontane da mare e monti) lentamente si va in inversione termica, ovvero al mattino gli strati medio alti (300, 500 m di quota) sono più caldi di quelli vicini al suolo, quindi il fumo e i gas salgono fino a quelle quote e poi ridiscendono, andando lentamente ad aumentare la concentrazione di inquinanti. In pratica a 500 m di altezza si forma uno strato che assorbe e riflette gran parte dei raggi solari, riscaldandosi più del terreno, meno raggiunto dai raggi stessi e fino a che il Sole non riesce a “bucarlo”, scioglierlo e arrivare a riscaldare il suolo, ristabilendo la normale circolazione verticale dell’aria. Un caso particolare è il vicino Pian Cansiglio, che si trova in una conca tra i monti: l’aria fredda, più pesante, ristagna in basso e l’aria calda tende a “scivolarvi” sopra: quindi praticamente tutte le notti si hanno condizioni di inversione termica mentre al mattino i raggi solari, scaldano il suolo e l’inversione termina. Dato che nella zona non ci sono grosse attività inquinanti il problema non esiste: invece nella Val Padana in particolare esistono molte città e zone industriali che, nelle situazioni di inversione termica (abbastanza comuni, purtroppo) registrano condizioni di inquinamento nettamente maggiori. 0°C raggio solare strato dell'inv. termica +1°C +6°C +5°C invers. termica -5°C +5°C condizioni normali