Università degli Studi di Udine, Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale A.A. 2013/2014, Sessione di Gennaio/Febbraio 2015, Primo Appello FISICA GENERALE I (12 CFU), Prova scritta del 28 Gennaio 2015 TESTI E SOLUZIONI DEI PROBLEMI PROBLEMA 1 Un corpo puntiforme di massa m = 1.50 kg è legato tramite un filo ideale (inestensibile e di massa trascurabile) di lunghezza l = 80.0 cm ad un punto fisso O. Il corpo si trova all’esterno di una guida circolare di centro O e di raggio (esterno) l disposta su un m piano verticale (vedi figura). In questo modo, in caso di scivolamento A lungo la guida il corpo è vincolato a rimanere sempre a distanza l da ◦ O. I punti A e B lungo la guida sono individuati dagli angoli θA = 30 θA e θB = 135◦ , mentre il punto C è sulla verticale. Si supponga che il corpo inizi a scivolare verso destra partendo dalla θB l sommità della guida (come mostrato in figura) con una velocità iniziale O nulla e che quindi, in successione, passi per i punti A, B e C (indicati in figura). Supponendo gli attriti trascurabili e che la tensione iniziale B del filo sia nulla, determinare nei punti A, B e C: a) le velocità del corpo; C b) le componenti tangenziale e normale alla guida della sua accelerazione; ~ della c) i moduli della tensione T del filo e della reazione normale N guida. Soluzione Data l’assenza di attriti nel moto del corpo si conserva l’energia meccanica. Notando che se indichiamo con θ l’angolo che il raggio istantaneo forma con la congiungente condotta da O al punto di partenza, la quota istantanea del corpo rispetto al punto C è h(θ) = R + R cos θ = R(1 + cos θ). Pertanto, si ha p 1 mg2l = mgl(1 + cos θ) + mv 2 (θ) ⇒ v 2 (θ) = 2gl(1 − cos θ) ⇒ v(θ) = 2gl(1 − cos θ) 2 b b b b dove v(θ) è la velocità del corpo. Quindi nei punti A, B e C avremo √ 2gl(1 − cos θA ) = gl(2 − 3) = 1.45 m/s; q p √ vB = v(θB ) = 2gl(1 − cos θB ) = gl(2 + 2) = 5.18 m/s; p p vC = v(θC ) = 2gl(1 − cos θC ) = 4gl = 5.60 m/s, vA = v(θA ) = p q dove a θC abbiamo sostituito π. Si noti che il moto è circolare (data la traiettoria circolare) ma non uniforme. Pertanto, la componente dell’accelerazione normale alla traiettoria è pari all’accelerazione centripeta. Nei tre punti abbiamo a⊥,A = √ √ v2 vA2 v2 = g(2− 3) = 2.63 m/s2 ; a⊥,B = B = g(2+ 2) = 33.5 m/s2 ; a⊥,C = C = 4g = 39.2 m/s2 , l l l Invece per la componente dell’accelerazione tangente alla traiettoria, basta guardare la forza risultante agente sul corpo, prenderne la componente tangenziale e dividere per la massa del corpo. Oltre alla forza ~ (quando la guida è compressa) e la di gravità m~~g , sul corpo agiscono la reazione normale della guida N forza T~ prodotta dalla corda quando è tesa, ma tali forze sono radiali. Pertanto è la sola componente tangenziale della forza di gravità che determina la componente tangenziale dell’accelerazione. È facile vedere che in un punto qualsiasi del moto avremo ak = g sin θ. Perciò nei tre punti A, B e C abbiamo √ 2g g 2 = 6.94 m/s2 ; ak,C = g sin θC = 0. ak,A = g sin θA = = 4.90 m/s ; ak,B = g sin θB = 2 2 Il ragionamento appena fatto ci fa capire che la componente radiale (perpendicolare alla guida) della ~ , T~ e la componente forza netta agente agente sul corpo dovrà essere pari alla somma delle forze N radiale di m~~g . Cioè, prendendo un asse radiale diretto verso il punto O, lungo quest’asse potremmo scrivere ma⊥ = mg cos θ − N + T, ~ (se non nulla) diretta verso l’esterno e T~ (se non nulla) diretta verso O. Conseguentemente, essente N ricordando che è a⊥ = v 2 /l, abbiamo 2 vA R = T −N = − g cos θ , l dove abbiamo indicato con R la somma T − N. Ora si noti che se T 6= 0 allora è N = 0, e viceversa. Pertanto, nei punti dove R > 0, avremo T = R e la reazione normale della guida sarà nulla; al contrario, se R < 0 allora la corda non sarà tesa (T = 0), mentre la guida dovrà produrre una reazione normale di modulo pari a N = |R|. Nei punti A, B e C abbiamo " √ # 2 vA 4−3 3 RA = m = −8.80 N < 0 ⇒ T = 0; N = 8.80 N; − g cos θA = mg l 2 " √ # 2 vB 4+3 2 RB = m = 60.6 N > 0 ⇒ T = 60.6 N; N = 0; − g cos θB = mg l 2 2 vC − g cos θC = 5mg = 73.6 N > 0 ⇒ T = 73.6 N; N = 0. RC = m l PROBLEMA 2 Un cilindro omogeneo di massa M = 10.0 kg e raggio R = 12.0 cm poggia su un piano orizzontale. Al centro di massa del cilindro è agganciata una corda ideale (insensibile e di massa trascurabile) al cui altro estremo è appeso un corpo di massa m. La puleggia indicata M in figura si intende di massa trascurabile e priva di attrito. R Sapendo che il coefficiente di attrito statico tra cilindro e piano è µs = 0.250 determinare: a) il valore massimo di m entro il quale il moto del cilindro è di puro rotolamento. Sapendo poi che il coefficiente di attrito dinamico tra cilindro e piano è µk = 21 µs e supponendo m = 25.0 kg, determinare: m b) il tipo di moto del cilindro (puro rotolamento o no); c) l’accelerazione lineare con cui scende il corpo di massa m e l’accelerazione angolare del cilindro. Soluzione Supponendo il moto del cilindro di puro rotolamento, l’applicazione della 2a legge della dinamica nelle forme lineare e angolare ai due corpi ci permette di scrivere le seguenti equazioni ma = mg − T Ma = T − fs Iα = Rfs b dove a è l’accelerazione (verso il basso) del corpo appeso e (verso destra) del centro di massa del cilindro, α è l’accelerazione angolare del cilindro, T è la tensione della corda e I = 21 MR2 è il momento d’inerzia del cilindro rispetto all’asse per il c.d.m. Tenendo presente che α = a/R (essendo il moto di puro rotolamento), risolvendo abbiamo I I2 T = mg − ma; fs = 2 a; → M + m + 2 a = mg R R 2mg mg Mmg = ⇒ a= ; fs = . I 3M + 2m 3M + 2m M + m + R2 Ma per fs vale la seguente fs ≤ fs,max = µs N = µs Mg, e perciò otteniamo Mmg ≤ µs Mg 3M + 2m ⇒ m ≤ m1 = µs · 3M = 15.0 kg. 1 − 2µs Con m = 25.0 kg superiamo il limite appena calcolato e quindi in tal caso il cilindro non potrà più semplicemente rotolare: esso slitterà sul piano. In tal caso le equazioni del moto saranno le seguenti ma = mg − T Ma = T − fk = T − µk Mg Iα = Rfk = Rµk Mg dove ora α 6= a/R. Combinando le prime due abbiamo T = mg − ma; (M + m)a = mg − µk Mg Dalla terza otteniamo invece α= ⇒ a= (m − µk M)g = 6.67 m/s2 . M +m µk RMg 2µk g = = 20.4 rad/s2 . I R PROBLEMA 3 Si abbia un recipiente cilindrico con pareti adiabatiche di area di base A = 500 cm2 , in cui sono contenute n moli di un gas ideale biatomico (vedi figura). La parte superiore del cilindro è chiusa tramite un pistone a tenuta (anch’esso adiabatico) di massa M = 50.0 kg che può scorrere liberamente in verticale. Sul pistone è poggiato un corpo di massa m = 60.0 kg. Sapendo che la temperatura del gas è T0 = 300 K e che il pistone è ad una m M distanza h0 = 100 cm dal fondo del recipiente, determinare: a) il numero di moli n di gas contenuto nel recipiente. Successivamente al gas viene fornita (lentamente) una quantità di calore h0 Q = 5.00 · 103 J, determinare: b) i valori finali della temperatura del gas T1 e della quota del pistone h1 ; c) le variazioni di energia interna ∆Eint ed entropia ∆S del gas. Infine, supponendo che la massa del corpo poggiato sul pistone venga aumentata (lentamente) fino a riportare la quota del pistone al suo valore iniziale h0 , calcolare d) la massa finale mf del corpo e la temperatura finale Tf del gas. Soluzione Se il pistone è esercita una pressione sul gas pari a p = p0 + (M + m)g , A dove p0 è la pressione atmosferica. Questa (essendo il pistone in equilibrio) deve essere anche la pressione del gas, e perciò pV0 = nRT0 → [p0 + (M + m)g ]Ah0 = nRT0 A ⇒ n= [p0 A + (M + m)g]h0 = 2.46 mol RT0 dove al volume V0 del gas abbiamo sostituito Ah0 . Mentre il gas riceve il calore Q, il gas si espande seguendo una trasformazione isobara. La conseguente variazione di temperatura è Q = ncp ∆T ⇒ ∆T = Q 2Q = , ncp 7nR dove abbiamo utilizzato il fatto che essendo il gas biatomico è cp = 72 R. La temperatura T1 è quindi pari a 2Q = 370 K. T1 = T0 + ∆T = T0 + 7nR Corrispondentemente, per la quota finale del pistone abbiamo T0 h0 = h1 T1 ⇒ h1 = T1 h0 = 123 cm. T0 Per le variazioni di energia interna ed entropia abbiamo ∆Eint = Q − L = Q − p∆V = Q − [p0 A + (M + m)g](h1 − h0 ) ≡ ncV ∆T = 3.59 · 103 J; Z Z T1 dQ 7 T1 ncp dT ∆S = = 15.0 J/K. = = nR ln T T 2 T0 T0 Infine, durante il lento aumento della massa del corpo poggiato sul pistone, il gas si comprime adiabaticamente. Confrontando l’attuale stato iniziale (con pressione p e volume V = Ah1 ) e lo stato finale (con pressione pf da determinare e volume V0 = Ah0 ) possiamo scrivere γ γ γ V1 (M + m)g h1 h1 γ γ ⇒ pf = pV1 = pf V0 p0 + = 1.64 · 105 Pa, p= p= V0 h0 h0 A dove si è posto γ = cp /cV = 7/5 = 1.40. Corrispondentemente, dovendo essere pf = p0 + ottiene A mf = (pf − p0 ) − M = 270 kg. g (M +mf )g , A si Per la temperatura finale si ha T1 V1γ−1 = Tf V0γ−1 ⇒ Tf = V1 V0 γ−1 T1 = h1 h0 γ−1 T1 = 402 K. PROBLEMA 4 In una sfera di raggio R = 10.0 cm è distribuita con simmetria radiale una carica positiva: la densità di carica solo dalla distanza r dal centro della sfera ed è data dalla seguente ρ(r) = 2 di volume dipende ρ0 −6 3 r con ρ = 5.00 · 10 C/m . 0 R2 Determinare: a) la carica totale Q presente nella sfera; b) l’espressione del campo elettrostatico presente sia all’interno che all’esterno della sfera; c) il potenziale elettrostatico del centro della sfera, V (0), nell’ipotesi che a grande distanza dalla sfera il potenziale sia nullo. Soluzione Se consideriamo un guscio sferico di raggio r (con 0 ≤ r ≤ R) e spessore dr la quantità di carica in esso è pari a 4πρ0 4 r dr. dq = ρ(r)4πr 2dr = R2 Conseguentemente, la carica complessiva in tutta la sfera è pari a Z R Z 4πρ0 R 4 4 2 Q= ρ(r)4πr dr = r dr = πρ0 R3 = 1.26 · 10−8 C. 2 R 5 0 0 Si noti anche che la carica contenuta in una sfera di raggio 0 ≤ r ≤ R è pari a Z Z r 4πρ0 r ′ 4 ′ 4 πρ0 5 ′ ′ 2 ′ r . (r ) dr = q(r) = ρ(r )4π(r ) dr = R2 0 5 R2 0 Se ora consideriamo il teorema di Gauss applicato ad una sfera di raggio 0 < r < R possiamo scrivere ΦE (r) = E(r) · 4πr 2 = q(r) ε0 ⇒ E(r) = q(r) ρ0 = · r3. 4πε0 r 2 5ε0R2 Invece, per una sfera di raggio r > R abbiamo ΦE (r) = E(r) · 4πr 2 = Q ε0 ⇒ E(r) = Q ρ0 R3 = . 4πε0r 2 5ε0r 2 Pertanto, possiamo riassumere che il campo elettrostatico è diretto radialmente verso l’esterno e la sua ampiezza dipende dalla distanza r dal centro della sfera secondo le seguenti ρ 0 · r3 0 ≤ r ≤ R 5ε0 R2 E(r) = ρ R3 0 2 r>R 5ε0 r Per il potenziale sfruttando la simmetria sferica e quindi considerando un percorso radiale da un punto all’infinito al centro della sfera possiamo scrivere Z R Z 0 Z ∞ 3 Z ∞ ρ R dr ρ 0 0 3 ~ · d~~s = = r dr + V (0) − V (∞) = V (0) = − E E(r)dr = 5ε0 R2 0 5ε0 R r 2 ∞ 0 ρ0 R4 ρ0 R3 1 ρ0 R2 ρ0 R2 ρ0 R2 = · + · = + = = 1.41 · 103 V. 2 5ε0 R 4 5ε0 R 20ε0 5ε0 4ε0