Indicatori precoci di sospetto nei disturbi dello spettro autistico

S em ina rio
“L ’integ ra zio ne s c o la s tic a per i ba m bini 06 a nni c o n A S D ” - B o lo g na 14 s ettem bre
2010
A nna M a ria D a lla
V ec c hia
DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO (F 84)
 Costituiscono un ampio gruppo di sindromi, con caratteristiche
comuni, ma con sintomatologia molto eterogenea sia
all’interno delle singole etichette diagnostiche (in ogni DPS) sia
tra esse (tra un DPS e l’altro).
 Sono causati da un disordine dello sviluppo
biologicamente determinato, con esordio nei primi anni
di vita.
 Le aree comportamentali prevalentemente interessate sono
quelle relative all’interazione sociale reciproca, all’abilità di
comunicare idee e sentimenti e alla capacità di stabilire
relazioni con gli altri, gli interessi stereotipati, rigidi e ripetitivi.
LA DIAGNOSI
I criteri per la diagnosi sono codificati nel
DSM-IV-TR (APA, 2000) e nell’ICD-10
(OMS, 1995).
I confini tra le categorie diagnostiche (autismo
e PDD-NOS; autismo ad alto funzionamento e
disturbo di Asperger) sono talora molto
sfumati.
Queste osservazioni hanno portato alla
definizione di Disturbi dello spettro
autistico (DSA, Wing, 1988), che
comprende tutte le possibili sfaccettature e
ricombinazioni fenotipiche dei DPS.
DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO
( ICD-10 : categoria F 84 )

Autismo Infantile

Autismo Atipico

Sindrome di Rett

Sindrome Disintegrativa dell’Infanzia di altro tipo

Sindrome di Asperger

Sindrome iperattiva associata a RM e movimenti
stereotipati

Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non
Altrimenti Specificato (PDD-NOS)
Autismo Infantile (F 84.0)
L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un
disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con
esordio nei primi 3 anni di vita.
Le aree prevalentemente interessate sono quelle relative
all’interazione sociale reciproca, all’abilità di comunicare idee e
sentimenti e alla capacità di stabilire relazioni con gli altri, gli
interessi stereotipati, rigidi e ripetitivi.
L’autismo si configura quindi come una disabilità “permanente”
che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale, anche se le
caratteristiche del deficit sociale assumono un’espressività
variabile nel tempo.
DEFINIZIONE E DIAGNOSI DI AUTISMO
I Sistemi di Classificazione internazionale (ICD-10,
DSM-IV-TR) descrivono i criteri diagnostici
fondamentali riferiti a tre aree sintomatologiche:
1)
COMPROMISSIONE QUALITATIVA DELLA
INTERAZIONE SOCIALE
2)
COMPROMISSIONE QUALITATIVA DELLA
COMUNICAZIONE
3)
MODALITA’ DI COMPORTAMENTO,
INTERESSI E ATTIVITA’ RISTRETTI,
RIPETITIVI E STEREOTIPATI
Con esordio prima dei 3 anni di età
Criterio 1. Compromissione qualitativa dell’interazione
sociale
Manifestata con almeno 2 dei seguenti:

Marcata compromissione nell’uso di svariati comportamenti
non verbali, come lo sguardo diretto, l’espressione mimica,
le posture corporee, i gesti che regolano l’interazione sociale

Incapacità di sviluppare relazioni coi coetanei adeguate al
livello di sviluppo

Mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie,
interessi o obiettivi con altre persone (per esempio: non
mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su oggetti di
proprio interesse)

Mancanza di reciprocità sociale o emotiva
Criterio 2. Compromissione qualitativa della
Comunicazione
Manifestata da almeno 1 dei seguenti :
 Ritardo o totale mancanza, dello sviluppo del linguaggio
parlato (non accompagnato da un tentativo di compenso,
attraverso modalità alternative di comunicazione come gesti
o mimica)
 In soggetti con linguaggio adeguato, marcata
compromissione della capacità di iniziare o sostenere una
conversazione con altri
 Uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo, o linguaggio
eccentrico
 Mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o di
giochi di imitazione sociale adeguati al livello di sviluppo
Criterio 3. Modalità di comportamento, interessi ed
attività ristretti, ripetitivi e stereotipati
Almeno uno dei seguenti sintomi:
a. Dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi
ristretti, ripetitivi e stereotipati
b. Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitudini o
rituali specifici
c. Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o
torcere le mani o il capo, o complessi movimenti di
tutto il corpo)
d. Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti
(iperselettività dello stimolo)
Il denominatore comune è l’intensità anomala
dell’interesse e l’assorbimento eccessivo del soggetto
TEORIE COGNITIVE E MODELLI ESPLICATIVI
 Teoria Socio-Affettiva (Hobson, 1993): incapacità
innata, biologicamente determinata, ad interagire
emozionalmente con l’altro (deficit intersoggettività ed
empatia) che, a cascata, determinerebbe difficoltà nel
riconoscere
gli
stati
mentali
altrui,
deficit
di
simbolizzazione, di linguaggio, di cognizione sociale.
 Teoria della Coerenza Centrale (Frith, Happè, 1989):
debolezza nella capacità di sintetizzare in un tutto coerente
le molteplici informazioni parcellari che investono i nostri
sensi che, a sua volta, sarebbe la causa di incapacità di
cogliere il significato dello stimolo nel suo complesso,
elaborazione segmentata delle esperienze, difficoltà ad
accedere dal particolare al generale, con polarizzazione sui
dettagli.
TEORIE COGNITIVE E MODELLI ESPLICATIVI (SEGUE)
 Teoria della Mente di Baron-Cohen (1985): si intende
la capacità di riflettere sulle emozioni e sui desideri e sulle
credenze proprie e altrui. In particolare nei primi anni
sarebbe la causa delle difficoltà a livello dello sguardo
referenziale, dell’attenzione condivisa, del gioco di finzione,
nella lettura delle emozioni, dei pensieri, delle credenze e
dei desideri altrui. Il soggetto autistico sarebbe incapace di
leggere, comprendere e prevedere il comportamento degli
altri e anche i propri stati mentali.
TEORIE COGNITIVE E MODELLI ESPLICATIVI (SEGUE)
Teoria delle Funzioni Esecutive di Pennington
(1996): deficit cognitivo di natura generale legato
all’incapacità
di
organizzare
e
pianificare
i
comportamenti, al fine di risolvere i problemi : quindi
deficit nell’inibire risposte impulsive, nel considerare i
feed-back, nel formulare mentalmente un piano di
azione, spostare in modo flessibile l’attenzione.
TEORIE COGNITIVE E MODELLI ESPLICATIVI (SEGUE)
I NEURONI MIRROR (Rizzolatti e coll. 1995)
I neuroni “mirror” sono una classe di neuroni
che si attivano sia quando si compie un'azione sia
quando la si osserva mentre essa è compiuta da
altri. I neuroni dell'osservatore "rispecchiano"
quindi il comportamento dell'osservato, come se
stesse compiendo l'azione egli stesso.
Questi neuroni sono stati individuati inizialmente nei primati, in alcuni
uccelli e nell'uomo. Nell'uomo, oltre ad essere localizzati in aree
motorie e pre-motorie, si trovano anche nell’area di Broca e nella
corteccia parietale inferiore.
Il Sistema “Mirror” si sta dimostrando la base neurale
dell’imitazione, della comprensione delle intenzioni e delle
emozioni, della capacità di sviluppare empatia: cervello “sociale”
DIFFICOLTA’ NEUROPSICOLOGICHE
NELL’AUTISMO (S. Rogers, 1998)
 deficit nello sviluppo dell’intersoggettività
 deficit nell’imitazione
 deficit nelle prassie
 difficoltà di comprensione del linguaggio e della
comunicazione
 deficit nelle funzioni esecutive
 deficit di teoria della mente
 deficit nelle capacità di risposta emotiva ai segnali altrui e
ai propri stati
 disturbo di integrazione delle funzioni sensoriali
Altri sintomi non inclusi nella triade
 Reazioni anomale agli stimoli sensoriali
 Livelli anomali di attività
 Comportamenti alimentari anormali
 Ritmi di sonno anormali
 Comportamenti aggressivi o autolesionistici
 Profilo cognitivo particolare
 Deficit di pianificazione motoria (impaccio motorio,
disprassia)
 Epilessia, nel 30-40% dei casi, insorgente nei primi anni
di vita o in adolescenza
 Ritardo Mentale: presente nel 75% dei soggetti, ma
recentemente (Volkmar e coll, 2004) per l’estendersi del
concetto di Disturbi dello Spettro autistico si sarebbe
ridotto al 50% dei casi.
Reazioni anomale agli stimoli sensoriali
(T. Grandin, D. Williams)
Ai suoni :
 iporeattività o risposta ridotta alla voce umana
 ipersensibilità a rumori poco rilevanti
 reazioni di forte fastidio a rumori “ambientali”
(elettrodomestici, stanza piena di persone)
 fenomeno del rumore “bianco”
 variabilità nelle reazioni a seconda dei momenti
Reazioni anomale agli stimoli sensoriali
 Anomalie sensoriali visive
 Anomalie tattili e dolorifiche
 Anomalie olfattive
 Anomalie di sensibilità della mucosa orale (tattile e
gustativa)
Difficoltà alla filtrazione e alla modulazione sensoriale
ATTENZIONE : MITI DA SFATARE
 è colpa dei genitori
 è un disturbo della relazione
 i bambini autistici non vogliono comunicare
 non guardano mai negli occhi
 non amano il contatto fisico
 non sono valutabili
 non parlano
 se migliorano non sono autistici
Segni clinici precoci
osservabili nei primi 3 anni di vita
Area dell’interazione sociale:
 Primo anno: sguardo sfuggente, assenza di sorriso sociale,
mancanza di atteggiamenti anticipatori quando si cerca di
prenderlo in braccio (tendere le braccia), atipie del “dialogo”
tonico (difficoltà nel contatto fisico), inadeguatezza
dell’attenzione congiunta, difficoltà a richiamare l’attenzione.
 Secondo/terzo anno: isolamento, se chiamato per nome
non risponde, non richiede la partecipazione dell’altro nelle
sue attività, uso degli altri tipicamente “strumentale”,
rapporto con gli altri basato sulla “richiesta” più che sulla
“condivisione” (vedi anche l’assenza del gesto di indicare con
scopi dichiarativi).
Segni clinici precoci
osservabili nei primi 3 anni di vita
AREA DELLA COMUNICAZIONE :
Incapacità a padroneggiare i codici della comunicazione, per
quanto riguarda il linguaggio verbale, la componente posturocinetica (posture, sguardo, mimica) e quella non verbale del
linguaggio (intonazione, prosodia, pause). È un complesso di
difficoltà che riguarda sia l’aspetto della ricezione sia quello della
comprensione del linguaggio verbale.
Nei primi anni: mancato uso del linguaggio verbale,
“disattenzione” nei confronti del linguaggio verbale usato dagli
altri, disturbo nella capacità di decodificare i suoni e la voce,
generale “disinvestimento” nel linguaggio verbale non
compensato da modalità di comunicazione alternative. I bambini
che accedono in qualche modo al linguaggio verbale presentano
atipie espressive (gergolalie, ecolalie, inversioni pronominali).
INDICI DI AUTISMO NEL PRIMO ANNO DI VITA (Muratori e
coll., 2006)
A drien (1993): scarsa attenzione sociale, mancanza
del sorriso sociale, mimica faciale inappropriata,
ipotonia e attenzione fluttuante;
O s terling e D a w s o n (1994), dall’esame di filmati al
primo compleanno: scarso contatto oculare, mancanza
di risposta all’essere chiamati per nome, assenza dei
gesti di indicare e mostrare;
M ura to ri e M a es tro (2001, 2002): precoce
preferenza
per stimoli non sociali, anomalie nell’imitare e
Diagnosi precoce
Intervento precoce
Effetti significativi di un
intervento precoce e intensivo:

Miglioramento significativo QI (Lovaas, 1987)

Accelerazione in tutte le aree dello sviluppo
(Dawson & Osterling, 1987)

Miglioramenti cognitivi e linguistici con
raggiungimento di linguaggio funzionale nel
75-80 % casi (Rogers, 1996, 1998)

Miglioramento comportamento sociale
(Rogers, 1996, 1998)

Riduzione sintomatologia autistica (Dawson &
Osterling, 1987; Rogers, 1996, 1998)
D efic it neuro ps ic o lo g ic i nei
ba m bini pic c o li c o n A S D
(S .J .R og ers , 1998)
I nters o g g ettività
I m ita zio ne
Funzio na m ento em o tivo
G io c o s im bo lic o
C o m unic a zio ne
IN TE R S OG G E TTIV ITÀ
(N ew s on, 1977; T reva rthen, 1980, 2001; S tern, 1985; X a iz,
M ic heli, 2001)
S i definis c e “inters o g g ettività ”:
• l’insieme coordinato di atti motori, cognitivi ed emotivi che
costituiscono le prime abilità di relazione sociale e la base
dello sviluppo della capacità spontanea di riferirsi ad un
altro;
• la capacità di riconoscere l'esistenza dell'altro e di se stesso
come soggetti dell’interazione e in interazione;
• la co-costruzione di significati emotivi socialmente condivisi.
IN TE R S OG G E TTIV ITA ’
 L e capacità intersoggettive sono alla base delle abilità sociali e
della comunicazione
 Sono abilità che si sviluppano nei primi mesi di vita e hanno
fortissime componenti innate
 Sono assenti o carenti nei soggetti con disturbi dello spettro
autistico, a tutte le età, anche in soggetti che hanno buone
competenze linguistiche:
manca la M OTI VAZI ONE SOC I AL E
IN TE R S OG G E TTIV ITA '
 I NTER SOG G ETTI V I TA’
PR I M AR I A (primi 7-9 mesi di
vita):
il bambino sperimenta
innumerevoli situazioni di scambio
che si svolgono all’interno della
coppia costituita da lui e dalla
mamma.
L ’oggetto dello scambio
comunicativo è il bambino.
IN TE R S OG G E TTIV ITA '
 I NTER SOG G E TTI V I TA‘
SEC ONDAR I A (dai 9 ai 18 mesi):
quando il bambino inizia a
manipolare gli oggetti, lo scambio
comunicativo si concentra su di essi.
I n seguito con la conquista delle
capacità motorie, il bambino
incontra altri soggetti per scambiare
con loro esperienze relative a quello
che accade nel mondo.
I NTE R SOG G ETTI V I TA’
SE C ONDAR I A
C orrelati comportamentali:
 attenzione congiunta
 intenzione congiunta
 emozione congiunta
 imitazione
 scambio di turni
IN TE R S OG G E TTIV ITA ‘
S E C ON DAR IA
c o rrela ti c o m po rta m enta li :
 A TTENZIONE C ONGIUNTA :
 a lterna re il proprio s g ua rdo fra l’og g etto c he s i




s ta os s erva ndo e l’a ltra pers ona ,
s eg uire c on lo s g ua rdo l’indic a zio ne dell’a ltro ,
c o ntro lla re dove l’a ltro s ta g ua rda ndo e
g ua rda re nella s tes s a direzione,
indic a re per m o s tra re o per c hiedere:”c o s ’è? ”,
po rta re un og g etto a ll’a ltro per m o s tra rlo
IN TE R S OG G E TTIV ITA '
S E C ON DA R IA
c o rrela ti c o m po rta m enta li:
 EMOZIONE C ONG IUNTA :
 ridere e s o rridere ins iem e, in ris po s ta a lla s tes s a
s itua zio ne,
 ris po ndere c o n la m a nifes ta zio ne di un’em o zio ne
a l c o m po rta m ento dell’a ltro ,
 c o g liere l’em o zio ne dell’a ltro ed a da tta rs i a d
es s a ,
 utilizza re l’es pres s io ne delle em o zio ni c o m e
s trum ento nello s c a m bio s o c ia le.
IN TE R S OG G E TTIV ITA '
S E C ON DA R IA
c o rrela ti c o m po rta m enta li:
 INTENZIONE C ONG IUNTA : ric o no s c im ento
c ondivis o, ric o no s c iuto, del proprio e
a ltrui vo lere, delle intenzioni pres enti tra i
s o g g etti.
IN TE R S OG G E TTIV ITA '
S E C ON DA R IA
c o rrela ti c o m po rta m enta li:
 IMITA ZIONE: di es pres s ioni del vis o, di g es ti, di
m ovim enti, di a zioni c on og g etti, ec c .
A bilità c a rdine nello s viluppo s oc ia le, c og nitivo e
ling uis tic o; fonda m enta le nel g io c o di finzione
 S C A MB IO DEI TUR NI: a lterna nza prec oc e nelle prim e
intera zioni; in
s eg uito
a lterna nza
di s g ua rdi, di
s orris i, di s uoni e di m o vim enti in una c onvers a zione
rec iproc a ; s uc c es s iva m ente s c a m bio dei turni c o n
g li og g etti (“toc c a a m e, toc c a a te”).
I m ita zio ne
P res ente in una c erta form a da lla
na s c ita a i 3 m es i
(I m ita zione prec oc e)
C ons ente una prec oc e s inc ronia nelle
intera zioni
C orris pondenza s é-a ltro a livello
c orporeo e m otorio
I . m a tura : im plic a la c ons a pevolezza del
s ig nific a to di c iò c he viene im ita to,
dipende da lla integ rità delle a bilità
m otorio-pra s s ic he e dei neuroni “m irror”
I mitazione infantile precoce
Esempio di seduta sperimentale delle prove di Meltzoff (1987)
Le prove di imitazione
I l g io c o
Funzioni del gioco:
 struttura e consolida le abilità cognitive, permette di
apprendere tramite l’imitazione
 comprendere e produrre simboli
 positivi effetti sull’emotività, sullo sviluppo sociale,
psicomotorio e cognitivo
G ioco e linguaggio si arricchiscono e maturano
in reciproco collegamento
S viluppo del g io c o (U ng erer e
S ig m a n, 1981)
 Da 10 a 12 settimane: si organizza il coordinamento oculo-
manuale necessario per gesti intenzionali e tentativi di afferrare i
giochi (gioco attivo)
 A 3 mesi: gioco esplorativo e di manipolazione (anche del proprio
corpo), il b.o riesce a mantenere la presa sui giochi, ma non
rilascia
 A 9 mesi: raggiunge la permanenza dell’oggetto; gioco di lasciar
cadere per vedere e sentire le conseguenze del proprio gesto
 Dai 7 ai 9 mesi: gioco imitativo, capacità di controllo del proprio
corpo, interpretazione di esperienze plurisensoriali e capacità di
comprendere i toni vocali del care-giver; imitazione immediata e
differita
S viluppo del g io c o
(s eg ue)
 A 12 mesi : gioco d’ordine, impilare, allineare
 A 13-14 mesi: gioco funzionale, uso di oggetti in modo
appropriato secondo la loro funzione
 A 20 mesi gioco simbolico: uso dell’oggetto come se
fosse un’altra cosa o con attribuzione di caratteristiche
che non possiede o riferendosi ad oggetti/persone
assenti come se fossero presenti
I m po rta nza del g io c o s im bo lic o nello
s viluppo del ba m bino
I l gioco simbolico è importante per lo sviluppo
del pensiero astratto
È strettamente legato allo sviluppo del linguaggio
È una delle principali componenti del gioco e
della socializzazione con i coetanei nella scuola
materna
Sembra incrementare la comprensione del
mondo sociale
C OM U N IC AZ ION E
Scambio intenzionale di messaggi tra due o più persone
attraverso un mezzo comunicativo
Varia in funzione al grado di intimità e all’appartenenza a
gruppi comuni
I messaggi contengono informazioni esplicite ed implicite
Gli scambi avvengono sul piano verbale e non verbale
Comunicare è inevitabile: l’atteggiamento, la postura, il
silenzio sono comunicazione
C omunicazione:
Scambio intenzionale di messaggi tra due o più persone
attraverso un mezzo comunicativo
L inguaggio:
È un mezzo comunicativo per veicolare un messaggio
È un codice condiviso che può essere verbale, gestuale o
altro
D ivers i m o di di c o m unic a re
C O M U N I C A Z I O N E E FFI C A C E
L’efficacia di un atto comunicativo si misura
in funzione al raggiungimento dell’obiettivo
Possesso di strumenti comunicativi
Abilità sociali
Flessibilità
Capacità di cogliere e trasmettere empatia
A C OS A S E R V E C OM U N IC AR E
Creare legami, stabilire e intrattenere rapporti interpersonali
Divertirsi, giocare, rifiutare, essere gratificati
Imparare, insegnare, acquisire nuove conoscenze
Aiutare, consigliare, essere aiutati
Influenzare, dominare, manipolare, dirigere, indirizzare,
convincere, andare d’accordo
CHE COS A CI S ERVE PER
C OM U N IC AR E
Qualcuno con cui comunicare (emittente e ricevente)
Desiderio di comunicare e di ascoltare (motivazione)
Capacità di percezione: udito e decodifica
Un bisogno da comunicare
Un mezzo per comunicare
(codice condiviso)
Abilità di processamento dell’informazione, flessibilità e
adattamento della risposta
FA S I D I S V I LU P P O D E L L A
C OM U N IC AZ ION E
Stadio preintenzionale (0-8
mesi): l’adulto interpreta i
messaggi del bambino e gli
attribuisce un significato
(pianto-fame)
Comunicazione presimbolica
(10-16 mesi): il bambino
comprende e utilizza gesti e
parole che rappresentano un
oggetto, una persona o un
evento presente nel contesto
concreto
Stadio intenzionale (8-13
mesi): il bambino usa suoni o
gesti per raggiungere uno
scopo
Comunicazione simbolica
(16-20 mesi): il bambino
utilizza gesti e parole per
rappresentare persone o eventi
non presenti nell’ambiente
S V ILU PPO E M OZ ION A LE
L e em ozioni s ono “il s is tem a ” di
c om unic a zione c a ra tteris tic o di ba m bini
e a dulti, m a a nc he dei prim a ti non
um a ni
L ’invio e la ric ezione di m es s a g g i
em otivi è pres ente g ià a ll’età di 2 m es i
(il s orris o s oc ia le)
I più rec enti s tudi a fferm a no c he la
c ondivis ione prec oc e di em ozioni è
veic ola ta da a bilità im ita tive e da l
s is tem a dei “neuroni s pec c hio”
Q ua ndo l’inters o g g ettività no n s i
s viluppa : l’A utis m o I nfa ntile
I N T E R S O G G E T T I V I T A ’ e FU N Z I O N A M E N T O
E M OTIV O
N E LL’ A U TIS M O
D iffic oltà inna te in a bilità inters o g g ettive qua li:
 a ttenzio ne c ong iunta
 intenzione c ong iunta
 em ozione c ong iunta
 s c a m bio di turni
D iffic oltà nel funziona m ento em o tivo qua li :
 m a nc a nza di a ttenzione a lle em o zio ni deg li a ltri
 diffic oltà nel ric evere e nel c o m prendere i s eg na li
em otivi deg li a ltri
 diffic oltà nell’invia re s eg na li em o tivi
 le es pres s io ni del vo lto più neutre, neg a tive e
a m big ue

C o ns eg uenze evo lutive
nell’a utis m o
 L ’adulto di fronte a un bambino privo di abilità di
intersoggettività innate, incontra difficoltà a capire ciò
che questi vuole e difficoltà a farsi capire da lui: disturbo
comunicativo nelle due direzioni
 L a mancanza di motivazione sociale riduce l’esercizio e
l’apprendimento di altre abilità che di per sé non sono di
natura sociale (abilità comunicative, motorie, cognitive,
nelle autonomie)
I m po rta nza della dia g no s i
prec oc e nel P R I -A
Dare strumenti per l’osservazione e per lo screening :
ai pediatri
alle educatrici nido e materne
ai genitori stessi
Con gli obiettivi di :
invio precoce allo specialista per fo rm ula re la
dia g no s i entro i 2 a nni e soprattutto per
a ttiva re prec o c em ente gli interventi educativi e
abilitativi per il bambino e la famiglia, trasversali a
tutti gli ambienti di vita (lo richiede la pervasività del
disturbo sociale e interattivo)
A lc uni s trum enti per lo
s c reening di A S D
C HAT (Baron-C ohen e coll., 1992)
M -C HAT (M odified C heck L ist for Autism in Toddlers)
R obins e coll., 2006)
I nfant Toddler C hecklist (W etherby, Prizant e coll., 2008).
First Y ear I nventory (R eznick, Baraneck, W atson, C rais,
2003, 2007)
Q-CH AT (Allison, Baron-C ohen, e coll., 2008)
ESAT : Early Screening of Autistic Trait, (Swinkels e coll,
2006)
G uida all’osservazione del bambino a 9-12 mesi (L etizia S.,
Sabbadini L ., 2002)
Fo c us dell’o s s erva zio ne per
s o s petto di A S D
s viluppo delle c om petenze di
inters og g ettività , in pa rtic ola re
dell’a ttenzione c ong iunta
va rietà deg li interes s i di g ioc o e
s viluppo del g ioc o di finzione (a pa rtire
da l g ioc o s ens om otorio, im ita tivo,
vers o l’us o funziona le e infine s im bolic o
dell’og g etto)
P ropos ta di s c heda di
os s erva zio ne
Dai 9 agli 11 mesi il bambino :
- risponde al suo nome voltandosi e ricercando
il luogo di provenienza della voce
- segue con lo sguardo gli oggetti in
movimento
- mostra un oggetto /qualcosa all’altro
- dà all’adulto l’oggetto che ha in mano
- vi guarda mentre gli parlate o interagite con
lui
- sorride all’adulto
- se seduto alza le braccia per farsi prendere su
in braccio
- tenta di imitare i suoni e le sillabe prodotte
dagli adulti
Spesso
A volte
Non ancora
Dai 12 mesi il bambino:
- risponde se chiamato per nome
- risponde ai saluti (con il sorriso, con la mano, con il
ciao..)
- imita alcuni gesti (ciao, mandare un bacino)
- imita i suoni onomatopeici (i versi degli animali)
- partecipa divertito e chiede di rifare i giochi senso-motori
che gli piacciono (Es il solletico, il cucù, le filastrocche ..)
- usa il contatto oculare per interagire con adulti e
coetanei
- utilizza l’indicazione per chiedere un oggetto desiderato
- è in grado di attirare la vostra attenzione su di lui
- produce qualche parola (es. mamma, papà, brum..)
- è interessato a giocare con diversi tipi di oggetti o giochi
e non soltanto, ad esempio, con macchinine o bottoni
- è in grado di giocare in modi svariati con i giocattoli (non
si limita a manipolarli, metterli in bocca, buttarli per terra,
farli ruotare)
spesso
a volte
non ancora
Dai 18 mesi il bambino:
- indica per mostrare all’altro spontaneamente e/o
su richiesta un oggetto o qualcosa che ha colpito la
sua attenzione
- gioca a “far finta di…” (ad esempio: dar da
mangiare ad una bambola, metterla a nanna …)
- produce qualche parola che utilizza per interagire
con voi o per comunicarvi ciò che desidera
- comprende circa 50 parole
- comprende semplici consegne verbali “prendi la
palla”
spesso
a volte
non ancora
Dai 24 mesi il bambino:
- interagisce con i suoi coetanei condividendo i giochi e le
attività
- usa gli oggetti in modo funzionale e corretto (ad es. la
spazzola per pettinare i capelli, il bicchiere per bere…)
- è in grado di guardare ed imitare gli altri bambini nel
gioco ed in azioni di vita quotidiana
- comprende molte parole e frasi anche se non
accompagnate da gesti (es: dov’è papà, dammi la palla,
dov’è il pancino)
- produce circa 50 parole
- è in grado di utilizzare combinazioni di 2-3 parole per
comunicare le proprie necessità e interessi
spesso
a volte
non ancora
LE BANDIERE ROSSE DELL’AUTISMO
(Filipek et al., 1999)
Preoccupazioni inerenti la comunicazione
 Non risponde al suo nome;
 Non è capace di chiedere cosa desidera;
 Il linguaggio è in ritardo;
 Non segue le indicazioni;
 A volte sembra sordo;
 A volte sembra capace di udire altre no;
 Non indica e non saluta con la mano;
 Prima diceva qualche parola, ora non più.
LE BANDIERE ROSSE DELL’AUTISMO
(Filipek et al., 1999)
Preoccupazioni inerenti la socialità
 Non sorride socialmente;
 Sembra preferisca giocare da solo;
 Prende gli oggetti da solo;
 È molto indipendente;
 Fa le cose “precocemente”;
 Attua scarso contatto con gli occhi;
 È nel suo mondo;
 Ci chiude fuori;
 Non è interessato agli altri bambini.
LE BANDIERE ROSSE DELL’AUTISMO
(Filipek et al., 1999)
Preoccupazioni inerenti il comportamento
 Ha crisi di collera-aggressività;
 È iper-attivo, non-cooperativo, provocatorio;
 Non sa come usare i giocattoli;
 Si blocca regolarmente nelle novità;
 Cammina in punta di piedi;
 Ha attaccamenti inusuali ai giocattoli;
 Allinea gli oggetti;
 È ipersensibile a certi tessuti o a certi suoni;
 Ha strani modelli di movimento.
INDICAZIONI ASSOLUTE PER SEGNALAZIONE
IMMEDIATA ALLO SPECIALISTA
(Filipek et al., 1999)
 Assenza di lallazione entro il primo anno di vita;
 Assenza di utilizzo di gesti funzionali entro il primo anno
(indicare, fare ciao, ecc.);
 Assenza di parole singole entro i 16 mesi;
 Assenza di frasi di 2 parole non ecolaliche entro i 24 mesi;
 Assenza di linguaggio e di gesti funzionali a qualsiasi età.
L e ba s i del m o dello di pres a in
c a ric o s ec o ndo il P R I -A
Data la comples s ità della sintomatologia e del
funzionamento
cognitivo, comunicativo, neuropsicologico, sensoriale,
emotivo
nei bambini con ASD (punti critici e punti di forza):
Necessità di valutazione diag nos tica e funzionale
accurata per giungere ad un progetto abilitativo
individualizzato
La valutazione deve tenere conto delle osservazioni
cliniche, di quelle derivanti dall’ambiente famigliare e
scolastico-educativo
Il prog etto abilitativo-educativo individualizzato
comprende obiettivi per tutte le aree dello sviluppo
M o dello P R I A : il s is tem a c ura nte
SISTEMA SOCIO-SANITARIO
INTEGRATO
oNPIA – TEAM Autismo
oServizi Sociali, Servizi H
Adulti
oEnti Locali
oS. Salute Mentale
oPrivato Sociale
FAMIGLIE e
ASSOCIAZIONISMO
PROGETTO
DI
VITA
o SCUOLA e SERVIZI EDUCATIVI
o
o
o
o
USR e USP
CDI
Coord. Pedagogico Provinciale
COMUNITA’ DEI PARI E DELLE
FAMIGLIE